26. La gara
Ritornando all'aperto e alla luce del sole in un'atmosfera tanto idilliaca e tranquilla, Merlino si stupì nuovamente di trovarsi soltanto in un'illusione: come ormai ben sapeva, la realtà era ben diversa e i maghi attorno ai tavoli celavano una grande preoccupazione dietro gli ampi sorrisi rivolti ad Artù; quest'ultimo, decisamente su di giri e con l'atteggiamento festaiolo di un ubriaco ciarliero davanti a un pubblico di una compagnia altrettanto festosa, li stava ancora intrattenendo briosamente. Mentre si avvicinava al gruppo chiedendosi quali perle di racconti si fosse perso, Merlino gettò uno sguardo ai maghi dietro di sé: Priscilla, che era uscita per ultima, non li stava seguendo, ma era rimasta incerta vicino alla porta dell'abitazione di Gilbert, bofonchiando parole incomprensibili che sembravano esprimere disagio. Merlino si fermò e aggrottò perplesso le sopracciglia, facendo un silente cenno interrogativo a Gilbert indicandogli la strega. Il mago si girò verso di lei e sorrise lievemente, intuendo subito il suo problema.
"Oh, non preoccuparti, Emrys; è solo che, come ti ho già spiegato, non ama stare all'aperto e tutta questa luce la rende inquieta: è un po' come invitare un drago a cena da noi, non credo che loro siano vegetariani e potrebbero fare gli schizzinosi..."
"Ma sa benissimo che è tutto finto, no?"
Il vecchio mago scrollò le spalle, come a dire che per la strega ciò non aveva importanza. Poi si rivolse a Priscilla, facendo qualche passo indietro verso di lei, seguito da Merlino.
"Puoi andare ad attenderci al capanno, spiegheremo tutto noi: armeremo i nostri cavalieri, ci ritroveremo lì e confermerai al principe le nostre parole, che te ne pare?"
"Ah già già, molto meglio, mi sento già appassire qua fuori. Per mille meteoriti! Clarius ha decisamente esagerato: bastava nascondere un po' la desolazione e anche un giorno nuvoloso sarebbe bastato. Beh, su, sbrigatevi e io..."
All'improvviso, si tastò la veste in corrispondenza di una tasca.
"Anzi, torno un attimo dentro a prendere una cosa, potrebbe essere utile... O forse inutile, ma sarò più tranquilla se la porto con me."
Detto questo tra sé e sé, riaprì la porta e sparì.
Merlino era molto incuriosito: gli pareva che, per un attimo, uno strano bagliore le avesse attraversato gli occhi.
"Di cosa parlava?"
Gilbert alzò le sopracciglia con aria pensierosa.
"Che mi fulmini Merlino se... Oh scusa, non volevo nominarti, è solo l'abitudine, un altro stolto modo di dire, temo... Beh, forse ha un asso nella manica: quella strega non finirà mai di stupirmi!"
Il giovane sorrise, notando l'affetto e la tenerezza che trasparivano dal tono delle sue parole.
"Beh, speriamo che riesca a stupire anche me allora."
Gilbert, con lo sguardo rivolto davanti a sé, rispose con un sorriso divertito e sorpreso.
"Ti assicuro che qualcun altro di tua conoscenza ora ti stupirà parecchio."
Merlino si girò di scatto e restò basito per il comportamento del futuro re di Camelot. Forse stava sognando o forse il timore per ciò che lo attendeva lo aveva fatto uscire di senno: Artù si era tolto la veste che gli era stata donata e se ne stava a torso nudo e a testa in giù, con le mani sul terreno e le gambe all'aria, al fianco di Sir Gillian, anche lui nella stessa posa. Lynn, che stava in mezzo ai due con un'espressione perplessa ma allo stesso tempo divertita, diede il via lasciando cadere un tovagliolo a terra: a quel segnale, i due cominciarono ad avanzare sulle sole braccia, girando attorno ai tavoli sotto gli sguardi dei maghi; la maggior parte di costoro era incredula e dubbiosa, non sapendo se da parte loro sarebbe stato opportuno ridere, nel timore di offendere gli ospiti. Certo, non era un atteggiamento principesco e Merlino non li avrebbe biasimati se lo avessero fatto; del resto, anche lui non sapeva se fosse il caso di fermarli - dopo tutto, non potevano perdere altro tempo - cogliendo l'occasione per dare una bella tirata di orecchie, o magari una sculacciata, ad Artù e somministrargli subito la pozione annullante. Esitò per un po' restando a fissarli, poi si avvicinò a Lynn per chiederle spiegazioni, proprio mentre Sir Gillian stava già tornando lì, in vantaggio rispetto ad Artù.
"Vedo che qui qualcuno si sta divertendo: sapresti dirmi che stanno facendo esattamente?"
Lynn fece un sorrisetto a Merlino e alzò le spalle senza però staccare gli occhi dai due.
"Beh ecco, faranno tre giri attorno ai tavoli, non devono toccare terra con i piedi e..."
Furono interrotti da Sir Gillian, che passò in mezzo a loro farfugliando delle scuse ed emettendo degli strani singhiozzi.
Lynn provò a proseguire.
"Credo che il principe e Sir Gillian abbiano esagerato con..."
Fu di nuovo interrotta da un grido di Artù, che si avvicinava in modo instabile, fermandosi ed oscillando ogni tanto, come se le sue braccia fossero sul punto di cedere.
"Ah sì, eh?! Non me la rendi faaacile, nevvero?! Ti riprendo, ahahah! Non cantare vittoria, hic! O Meeeerlino, lieto di riveder..."
Un rutto per nulla signorile, che per poco non gli fece perdere l'equilibrio, interruppe il saluto di Artù, che li aveva appena superati, a Merlino, che sorrise ironicamente in risposta.
"Vorrei poter dire altrettanto, Artù, ma dubito che sappiate quanto vi stiate rendendo ridicolo in questo momento: penso proprio che conserverò questa scena nella mia mente per il resto dei miei giorni."
Si rivolse con un largo sorriso a Lynn.
"Avrò qualcosa con cui potrò prenderlo in giro per un bel po'!"
"Non ti crederà mai."
Alcuni dei maghi, in modo dapprima timido e titubante, poi sempre più animatamente, cominciarono a fare il tifo, chi per l'uno e chi per l'altro, incitandoli a proseguire. Quando superò per la seconda volta Merlino e Lynn, Sir Gillian cominciò a rallentare, dando segni di cedimento; era evidente che anche lui non fosse al massimo della forma. Artù, invece, stava diminuendo il suo svantaggio e oltrepassò Merlino proprio mentre il suo avversario si era fermato per tirare il fiato, dopo aver superato un'estremità dei tavoli: gli mancava solo poco più di mezzo giro per finire la gara.
Finalmente, il giovane mago decise di spronare il principe.
"Avanti, Artù! Muovete quelle braccia! No, no, attento, che fate!? State per cadere, tenete bene su le gambe! Un asino andrebbe più diritto di voi!"
Per quanto fuori di sé, il principe comprese le sue parole e replicò con tono irritato.
"Ti sembra facile, hic!? Mi giiiiiira la testa e sento un ronzio... Tipo zzz... Hic! Nelle orecchie! Ahah, eccoti!"
Sir Gillian, ripresa la gara, si trovava quasi a metà dei tavoli e stava cercando di riacquistare l'equilibrio dopo l'ennesima serie di singhiozzi, muovendo i piedi in aria e spostando qua e là le mani, quand'ecco che fu raggiunto da Artù: avanzarono alla pari per gli ultimi metri, sempre incitati dai maghi, mentre Gilbert attendeva in disparte con le braccia incrociate dietro la schiena.
"Beh, non è affatto male come riscaldamento."
Lynn prese a sventolare energicamente il tovagliolo.
"Forza! Il primo che lo tocca con le gambe vince!"
Con un ultimo scatto finale e approfittando di un errore di Sir Gillian, che aveva messo una mano troppo in avanti rischiando così di scivolare, Artù tirò con decisione un calcio al tovagliolo, finendo poi disteso a pancia in su, mentre parecchi maghi applaudivano e fischiavano esultanti. Sir Gillian si lasciò cadere a terra al suo fianco, rosso in viso e scosso simultaneamente da brevi singhiozzi e risatine.
Merlino si avvicinò ad Artù, che aveva uno sguardo perso e sognante, e si inginocchiò sollecito accanto a lui.
"Ebbene, a quanto pare siete arrivato primo, Artù! Vi sentite bene?"
"Sicuro, maaaai... Hic! Mai stato meglio, mi sento così..."
Merlino lo incoraggiò a proseguire.
"Così?"
Non trovando le parole, il principe alzò un braccio e cominciò a gesticolare, mentre il suo servo tentava di interpretare i suoi gesti.
"Galleggiate? State galleggiando? O volando? Vedete forse un uccello?"
Artù scosse la testa per dire di no.
"Uhm, vi sentite strano? Confuso? Beh, quello lo siete di certo... Vi fa male la testa? Avete la testa pesante?"
Egli scosse di nuovo la testa spazientito e mimò delle onde.
"Ondeggiare? Vi sembra di... Ci sono! Di fluttuare in aria, vi sentite leggero?!"
Artù annuì beato.
"Bene, buon per voi! Ma come vi è venuto in mente di fare questa... cosa?!"
Sir Gillian scoppiò a ridere, mentre il principe si limitò a guardare Merlino in modo interrogativo fino a che gli rispose.
"A coooosa... Hic! A cosa ti stai rifereeendo, hic?!"
"Questa... sfida bizzarra, di questo vi sto parlando!"
"Chi mi ha... sfiiidaato? Qualcuno ha osato sfidare me?! Il futuuuro re?! Hic! Non mi fate paura, anche se sieeete dei maghi, non mi tirerereeerò ind... "
"Ma no, calmatevi, siete stati voi e Sir Gillian a sfidarvi, proprio ora."
Per tutta risposta, Artù si grattò la testa e poi la pancia, emettendo un grande sbadiglio. A quel punto, Gilbert si avvicinò, recando due calici contenenti un liquido fumante: sembrava bollente. Ne porse uno a Merlino, che lo prese in mano con cautela e notò che, in realtà, il calice era molto freddo.
"Temo che sarebbe inutile continuare a parlargli, non ne ricaveresti più nulla di sensato. Vuoi illuminarci in breve, Lynn? Intanto, noi li riporteremo alla normalità, per quanto mi dolga essere costretto a svegliarli: sembrano proprio godersela un mondo."
Il vecchio mago si inginocchiò accanto a Sir Gillian e, sostenendolo con un braccio dietro alla schiena, lo esortò a bere con paroline gentili e con un tono persuasivo, come se si rivolgesse a un bambino. Merlino lo imitò, o almeno tentò di imitarlo, perché Artù fu molto meno collaborativo.
"Cosa stai... No, non lo voglio, cos'è? L'hai preparato tuu? Non vorreeete avvelenarmi, spero! Sempre pronti a colpirti alle spalle sti maghi, bisogna staaare in guardia, capito, Merlino?! E tuuuu! Non starai dalla loro..."
"Tranquillo, è ottimo, l'ha preparato Gilbert. Nessuno vi vuole uccidere! Almeno per ora..."
Artù non sembrò prestare attenzione alle sue ultime parole e continuò il suo discorso strampalato.
"Perché tu sei troooppo in... hic!"
"Troppo in gamba?"
Il principe alzò l'indice e gli fece segno di no.
"Insostituibile? Insuperabile?"
"No no no, ingeeenuo, lo sai, amico? Buono e ingenuo! E non vaaa bene, perché il Maaale, hic!"
"Il Male?"
"Il Male è sempre in agguato: il nemico ti coglierà impreeeparato, se tu sei così. Hic!"
"Vi sono grato per il vostro consiglio, ne farò tesoro e vi prometto che starò in guardia. Anche se ora il più impreparato tra noi due mi sembrate proprio voi. Ma adesso non pensateci; va tutto bene, bevete questo, vi aiuterà a stare meglio. Eviterete di diventare lo zimbello di tutta Bre Bile, se non lo siete già."
Riuscì a farlo bere poco a poco; con sua enorme sorpresa, sentì che Sir Gillian stava già russando rumorosamente, ma Gilbert lo rassicurò subito.
"Oh, non temere, tutto nella norma: la pozione annullante induce al sonno, ma tra un minuto si sveglieranno in perfetta forma."
Merlino annuì e, vedendo che anche Artù si stava addormentando, lo fece stendere con delicatezza a terra e si rialzò.
Lynn prese la parola.
"Beh, credo che non ricorderanno un bel niente quando si sveglieranno."
"Certo, anzi Artù si chiederà perché si ritrova senza veste e darà senz'altro la colpa a me, come al solito."
"Prima ha raccontato anche come ti ha conosciuto e che gli hai salvato la vita."
"Immagino che si sarà parecchio lamentato di me come servitore."
"Oh no: ha detto che sei un bravo ragazzo, leale e coraggioso se serve, anche se parlava in modo confuso; ti ha dedicato persino l'ennesimo brindisi col filtro del buon umore e quello è stato decisamente troppo per loro... Gli ho detto che era troppo forte, ma il principe non mi ha ascoltato."
"Avete un filtro del buon umore? Posso assaggiarlo?"
Gilbert gli rispose.
"Ne avevo preparato un poco per stare su col morale... Non volevo offrirlo ad Artù, per quelli senza poteri magici è come..."
"Proprio come ubriacarsi col vino, direi! E avete detto che non lo bevevate!"
"A noi non fa affatto un effetto così potente, al massimo aiuta a tenere lontani i pensieri cattivi e a farci coraggio. Su, Lynn, offrine un sorso a Merlino!"
La ragazza assunse un'aria rammaricata.
"Mi spiace, ma dopo il brindisi per Merlino, Artù e Sir Gillian hanno brindato in onore di Gilbert per l'ospitalità, di Gherda come ringraziamento per il pasto, poi per Ginevra e infine anche in mio onore. Non sono mai stata così imbarazzata... Ho cercato di fargli bere un po' di antidoto, ma non c'è stato verso di convincere Artù a bere altro, tanto gli piaceva quello. Insomma, un brindisi dopo l'altro, l'ultimo di nuovo in onore di Merlino, la bottiglia è finita!"
"Per la barba di Merlino! Oh, ancora, ti prego di scusarmi, Emrys, è ovvio che tu non hai ancora la barba... Ora capisco perché si sono ridotti così. Mi spiace, ma occorre molto tempo per prepararlo e credo che non ci siano altre bottiglie di riserva."
"Peccato, avrei voluto assaggiarlo!"
Lynn riprese la parola.
"Beh, dopo Artù ha spiegato che, prima di entrare nel portale, ti stava aspettando per fare il bagno e dunque si è tolto la maglia per rappresentare la scena. Poi, non chiedetemi perché, Sir Gillian gli ha chiesto se si erano mai sfidati e se era mai riuscito a batterlo; allora Artù gli ha detto che al momento non se lo ricordava, ma che l'avrebbe sfidato proprio qui, dato che lui non rifiuta mai una sfida. Gherda, però, li ha invitati a stare calmi, perché nelle loro condizioni persino un bambino, camminando a testa in giù, avrebbe potuto batterli. Così, ad Artù è venuta quest'idea balzana e Sir Gillian ha accettato subito."
Gherda intervenne gridando dalla sedia su cui era rimasta seduta.
"Non immaginavo certo questo parapiglia! Ho fatto un esempio, tanto per dire! Per fortuna non ho citato gli Stregatti: allora sì che ne avremmo visto delle belle!"
"Beh, almeno ci siamo tutti distratti per un po'. Potremmo persino fondare una nuova tradizione in ricordo di questo giorno: la gara a testa in giù di Bre Bile! Di sicuro è molto originale."
Il sorriso di Gilbert si spense in fretta, cancellato da un'espressione seria. Merlino guardò Artù che dormiva rilassato, chiedendosi se quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto così: sarebbero tornati a Camelot? E se a lui fosse accaduto il peggio, cosa sarebbe stato di Artù? Chi l'avrebbe protetto a rischio della propria vita? Chi l'avrebbe aiutato nelle faccende quotidiane con tanta pazienza e lealtà? Chi avrebbe scherzato con lui? Chi l'avrebbe difeso, sostenuto e consolato senza pretendere nulla in cambio? Chi l'avrebbe visto diventare un grande re, il re più nobile e giusto di tutta la storia di Camelot? La storia sarebbe cambiata? Alzò lo sguardo in direzione dei monti, dove i fulmini solcavano minacciosi una porzione di cielo oscuro; il suo destino, e quello di tutti loro, si sarebbe presto compiuto. La magia l'aveva accompagnato per tutto l'arco della sua esistenza: l'avrebbe forse condotto anche alla sua fine?
La voce cordiale di Gilbert lo distolse da questi cupi pensieri.
"Buongiorno, principe Artù. Come vi sentite?"
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