Iniziare la recita.
Passo una settimana in completo relax trascorrendo molto tempo con Rosie. John da bravo medico si occupa delle mie ferite.
Motivo la piccola cugina spiegandole che non posso accompagnarla a scuola, perché le persone cattive sono ancora in giro ed è rischioso.
Papà non è venuto a trovarmi per non destare sospetti, deve apparire evidente che ci detestiamo, ma questo mi dispiace perché vederlo mi renderebbe la giornata serena.
Esco con Anthea una settimana dopo, quando mi sento meglio. Ormai mi sono rimasti pochi segni in faccia e le mani sono del tutto libere.
Il prossimo martedì sera ci sarà il ricevimento all'ambasciata, decidiamo di uscire per acquistare uno smoking completo di tutto.
Anthea mi aspetta di sotto, come sempre è bellissima ed elegante.
"Ciao, come sta papà?" È la prima cosa che le chiedo perché ne sento la mancanza.
"Sta bene, un po' in ansia per te. E visto che non esterna sentimenti lo vedo da come si muove, è distratto e non è da lui." Ridacchia e mi osserva attenta. "Stai meglio vedo."
"Grazie mi sento in forze. Mi piacerebbe vedere Mycroft che combina dei guai!" Accompagno la sua risata ma sono preoccupato. Lei lo vede e mi spinge in auto.
"Sta tranquillo andrà tutto bene." Mi sussurra sorridendo.
Saliamo nella berlina nera, ormai rimessa a nuovo e trovo con sorpresa Albert alla guida che mi sorride compiaciuto.
"Mi mancava giovane Holmes, finalmente è ritornato, la "bestia" era impaziente di rivederla."
Gli batto la mano sulla spalla sana, anche se Anthea non ama che mi prenda troppa libertà con gli uomini di Mycroft. "È un auto formidabile Albert." Affermo convinto.
Mi diverto a vederla imbronciata, ha un'aria così seriosa!
Albert ci porta in un elegante negozio nella City. Scendiamo e lei mi precede con costanza perché è attenta a ogni mio passo.
A un budget illimitato, mi porta nel reparto maschile e sfila davanti ad abiti costosi, scegliendoli con cura. Mi osserva e poi ne prende tre.
"Avanti è ora di camerino, entra e provali." Sbuffo sconcertato di dover passare del tempo a provare abiti da sera.
"Affascinante Sherrinford." Sbotta quando esco dal camerino vestito con uno smoking nero di ottima fattura, sembro la versione giovane di Mycroft.
"Notevole, ci sembri nato dentro!" La guardo malamente.
"Anthea smettila di prenderti gioco di me! Sembro un pinguino ammaestrato." Scherzo impacciato mentre mi sistemo il papillon che non vuole stare diritto.
Lei ride, una fila candida di denti. "Vedrai che ti muoverai bene." Mi fissa pensierosa. "Non potrai ripensarci, devi essere sicuro Sherrinford."
Lo specchio rimanda la mia immagine fiera e impettita come quella di un navigato lord inglese. Increspo le labbra. "Ne sono consapevole, non crucciarti, farò quello che devo." Si avvicina mi sistema il papillon sorridendo.
"Devi essere accorto giovane Holmes, non sono persone con cui scherzare!" Abbasso la testa, è decisamente troppo vicina, ha un delicato profumo fruttato, se ne accorge mentre il rossore mi sale sul viso.
"Sherrinford! Dovrai imparare a gestire le tue emozioni o scopriranno le tue menzogne. È gente scaltra." Mi allunga un buffetto sulla guancia. "E bada che non dovrai bere, ma fingere, mi occuperò io di reggerti il gioco."
"Anthea, sai che non mi comporterò proprio da gentleman! Spero capirai." Annuisce, mi accarezza un braccio mentre mi spinge in camerino a cambiarmi.
"Lo so come ti comporterai e se allungherai le mani vedrò di reagire di conseguenza. Tu che ti prendi delle libertà con me irriterà molto Mycroft, e renderà la situazione credibile." Mi giro di scatto allarmato.
"Devi informare papà, non voglio che soffra inutilmente." Alza le mani agitandole in aria.
"Stupido, lo sa! Cosa credi che sia? Uno sprovveduto?" Mi chiude dentro allo spogliatoio, senza lasciarmi replicare. "Cambiati, prendiamo lo smoking che ti sta benissimo."
Anthea paga senza battere ciglio, il costo è tale che potrei rinnovare gran parte del mio guardaroba.
Fuori Albert ci aspetta come sempre, gli mostro la busta del negozio.
"Guarda, ho uno smoking nuovo di zecca. Spero di non averti fatto aspettare troppo. " Lei mi lancia uno sguardo severo. Non approva la mia confidenza, le faccio spallucce. "Albert, ci accompagnerai tu all'ambasciata?"
"Non mancherò Holmes." Guardo Anthea, un gesto d'intesa passa tra noi, perché voglio sapere se lui è al corrente della recita.
Annuisce e mi conferma che lui sa, è fidato e ha rischiato per noi.
"Bene Albert, che ne dici di portarmi da mio padre a litigare un po'?" Ho voglia di rivederlo anche se devo recitare.
Lei sospira allarmata. "E dai Anthea! Sarà carino cominciare a fare il bastardo."
"Ma lui non lo sa e le sorprese non gli piacciono." Scuote la testa.
"Avanti, sei costantemente in contatto con lui, digli che arrivo e che sono.... Molto incazzato."
"Sherrinford!" Sbotta, però poi ride. "Va bene vediamo come ti comporti."
Il viaggio è breve. Entriamo nel cortile interno, scendo dall'auto sbattendo la porta annoiato, mi guardo intorno con un fare seccato, seguo Anthea, fissandole il fondo schiena con fare strafottente.
Lei si scansa e mi spinge in malo modo. "Smettila. Comportati da uomo."
"Lo sto facendo." Le restituisco un ghigno arrogante, lei mi ignora, percorriamo il corridoio sotto le telecamere che ci riprendono.
Non c'è che dire, è brava, capisce al volo.
Prendo a smanettare con il cellulare, non salutando nessuno, altezzoso quanto basta.
Purtroppo incontriamo Lady Smallwood, e la recita si fa tesa.
"Sherrinford, che piacere rivederti." Si avvicina, Anthea tenta di portarmi via dicendo che siamo in ritardo. Mi afferra per il braccio, mi scosto con rabbia e la spingo via, devo iniziare la recita.
"Alicia, che piacere! Mio padre mi reclama, devo essere sollecito quando vuole vedermi." Una smorfia di disgusto mi passa in volto. Lei la nota.
"Beh, è tuo padre, avrà i suoi motivi." Rido sguaiatamente, la prendo sottobraccio come se dovessi confidarmi, le sussurro lento.
"Quali motivi può avere quel vecchio pezzo di marmo? Dio, Alicia, è solo uno spocchioso irritante. Credo di averlo inquadrato meglio adesso che mi hanno rapito e quasi ammazzato per colpa sua!"
Si stacca, sorpresa con un moto di stizza, mi aveva conosciuto per un giovane a modo, ora vede tutt'altro.
"Sherrinford, lui ha un lavoro difficile, il tuo modo di fare è sconcertante." Le sorrido torvo.
"Avrei preferito un padre diverso, molto più "ricettivo," diciamo. Lui è semplicemente un avaro patologico, tiene i suoi soldi lontani dalle mie tasche." Ghigno seccato. "Voglio quello che è mio." Alicia balbetta stupita.
"Non meriti il padre che è, certamente è migliore di te. Piccolo impertinente senza cuore."
"Lo posseggo un cuore Alicia, si rammenti bene che mi ha abbandonato, quel uomo che devo chiamare padre e solo gelido e privo di sentimenti." Si gira offesa e se ne va via senza dire più nulla. Anthea è impietrita, la strattono e la spingo via.
"Ci sei andato giù pesante." Mormora a testa bassa per non farsi riprendere.
"È quello che voglio, se ha funzionato lo dirà in giro senza rimorso."
"Ci costerà parecchio alla fine in fatto di stress, specialmente a te." Annuisco. "E va bene così, voglio prendere quel bastardo di Henry Auberton."
Entriamo nell'ufficio di papà, sembra turbato, e probabile abbia visto e sentito tutto dalle telecamere a circuito interno, come probabilmente anche gli altri colleghi.
"Figliolo, sei stato sorprendente. Alicia era sconvolta." Gli faccio segno di tacere.
"Siamo al sicuro, tranquillo, questo posto è protetto." Si alza, mi viene vicino. "Ci costerà questa farsa, a tutti e due. Diventerai odioso e crudele, ti eviteranno come la peste."
"Voglio Auberton papà, voglio uscire e accompagnare Rosie in sicurezza, senza vivere blindato! Dopo avrò tempo per spiegare." Annuisce silenzioso. "Va bene, allora continuiamo." Lo afferro e senza preavviso lo abbraccio, lui rimane immobile, poi si scioglie.
"Scusami lo sai che fatico con i gesti di affetto." Biascica sorpreso.
"Lo so è per questo che ti voglio bene. Ricorda che qualsiasi cosa farò o dovrò dirti è solamente una recita." Lo tengo stretto. "Dimmi che hai capito, papà."
Lo fisso intensamente, sono deciso e lui si scosta appena, ma lo sento tremare sotto la giacca lussuosa.
"Lo so, Hayc, ho capito." Ammette chinando il capo, ora posso lasciarlo.
Anthea socchiude gli occhi, un semplice sorriso tirato sulle labbra e approva, anche se è consapevole che ci costerà molto.
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