CAP.1
Per strada non c'è un'anima viva, si sente solo il rumore di un leggero vento che sposta i rami degli alberi sul piccolo viale.
I bambini sono usciti da poco da scuola e si sentono le voci da lontanto di mamme e dei propri figli che si dirigono verso casa o nel parchetto a giocare.
Le giornate sono più lunghe e questo pomeriggio c'è un sole un po' pazzerello, ora caldo ora ancora stanchino di riscaldarci un po' tutti.
Sono quasi le cinque e io sono appena scappata di casa.
Cuffiette nelle orecchie, occhiali da sole al massimo oscuranti, woorlich aperto, pantaloni verdi e strappati e camminata sicura di sé. E si vede...sicurissima al massimo di se stessa e di ciò che le gira intorno. Si vede, tutte balle.
Questa sono io, Sam. E non sono la classica ragazza tutta trucco e vestiti firmati. Sono appena scappata da casa mia, non ce la faccio più è tutto un casino.
Questa è la prima volta che scappò via di casa, ma sono troppo buona che ho avvisato che dovevo uscire per forza.
Cammino dritta per la mia strada concentrandomi solo su dove voglio andare e sulla musica che prova a calmare il mio istinto di piangere a dirotto.
Attraverso la strada e percorro il parchetto con dentro occhi di mamme intente a mangiarmi per scoprire qualcosa. Ma io nulla non le calcolo minimamente, guardo la strada dinanzi a me, guardo un punto preciso e convinco me stessa che sono sola.
Mi siedo sulla solita panchina di fronte il parco giochi, da dove escono voci di piccole creature che si divertono.
Beate loro, io invece sono per la prima volta sola a trattenere le lacrime scendere come un fiume, non sono come le altre volte sul mio letto dove il mio piumone conosce le peggio guerre tra le cuffiette, fazzoletti e pianti interminabili.
Mi inizia a vibrare a colpi il mio telefono. Un messaggio . Lo ignoro e comincio a guardare di nuovo un punto a caso per non essere tentata a rispondere.
Ma tanto non ce la faccio, sblocco il mio cell ed è mia madre.
-Dove sei??-
-Villa-
-Da sola?-
-Sì. Sto troppo male!-.
Stacco di nuovo internet e mi concentro solo sulla musica. Passa Fred De Palma e la sua nuova canzone che la casualità vuole che sia "NON TORNARE A CASA". Piano allora inizio a cantarla senza sembrare una stupida che parla sola.
Inutile passare inosservata che attiro l'attenzione di un mio amico grande che mi urla.
-Solitaria cosa ci fai lì da sola!?-
-Nulla..Fatti miei.-.
Faccio passare una buona oretta nei miei pensieri brutti dove voglio strangolare ogni essere davanti la mia vista.
Ma la goccia che fa traboccare il vaso è una persona che non posso proprio digerire, il custode di una piccola associazione che passa davanti a me e si gira a guardarmi ben due volte. Ma dico io cosa diavolo ha da guardare quell'impiccione, è pure brutto! Questa non è la prima volta che lo vedo osservarmi attentamente.
Se ne va in fretta per fortuna altrimenti gli avrei fatto un maneggio davanti a tutti, mi alzo e inizio a tornare a casa.
Intanto i bambini sono ancora lì a giocare e io passo non curante davanti a loro senza smorzare un sorriso, lo stesso per le loro mamme ficca naso.
Stesso percorso. Camminata impostata al massimo per non far sembrare nulla di strano, occhiali da sole e sta volta senza cuffie.
Suono il citofono della mia villetta, sanno già che sono io sicuramente. Apro la porta e mia sorella mi si incolla abbracciata, me la scrollo di dosso e mi fiondo sul letto di nuovo con le cuffie.
L'unica persona che mi salva è la mia migliore amica Natasha che al momento giusto mi chiama per uscire.
Non appena sono da lei non ricordo nemmeno il motivo per cui ero arrabbiata tanto che lei mi da positività nella mia vita.
Iniziamo a raccontarci gossip a fare battute fino ad argomenti seri e la sera assieme a lei dura in un batter d'occhio ma è sempre un vero piacere.
Facciamo le pazze ma siamo sempre due ragazze serie e scherzose. Lei è una persona tanto solare, sempre pronta, sincera, disponibile, bellissima e unica. Siamo opposte in qualcosa ma identiche in molti aspetti. Lei capelli lunghi, io corti, lei magra io più in carne, lei bellissima e popolare io brutta e riservata ma per questo che noi ci completiamo a vicenda perché quello che manca a me lo passa lei e viceversa.
Peccato che è ora di cena e devo tornare a casa. Sta sera non ho nemmeno tanta fame, ma anche le altre sere, credo di star dimenticando cosa significa avere fame da quando sto mangiando come un uccellino.
Ceno e poi di nuovo devo assistere al casino di casa mia.
Che palle...
Dopo un po' di nuovo tranquillità e mi godo una bella trasmissione su Real Time ma ciò dura poco.
Basta litigare con mio padre e punto da capo voglio scappare via. Ci sono alcune cose che hanno reso me una ragazza diversa dalle altre ragazzine della mia etá nella vita.
Cose che lasciano il segno...eccome se lo lasciano anche se a volte si ha una gomma speciale blu non si riesce a cancellare un particolare inchiostro dal quadernone delle esperienze.
-SAM♡
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Eccolo giunto alla fine il primo capitolo.
Eccomi di nuovo. Mi chiamo Sara e ho 17 anni a Dicembre. Ho già scritto un libro che però è rimasto incompleto perché non avevo più idee soprattutto voglia di continuare.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e provo a postare una volta al giorno.
Mettete qualche stellina e ci vediamo alla prossima.❤🔝
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