Capitolo 37
NICK
La sua pelle profumava di miele e vaniglia, la assaggiai con piccoli baci sul collo, tracciando una scia umida fino alla scapola, mentre le sue dita mi esploravano sotto la maglietta. Avevo desiderato così tanto baciarla, che adesso mi sentivo esplodere dal desiderio. Stavo per toglierle i pochi vestiti che aveva ancora addosso quando il suono del cellulare richiamò la nostra attenzione.
"Non rispondere" dissi. Lei mi guardò maliziosa e io presi il telefono per farlo smettere ma senza successo. Mi voltai ed Emma non c'era più.
Un sogno. Uno stramaledettissimo sogno. Mi ero svegliato eccitato e frustato in egual misura. Ero in Florida da una settimana e aveva sognato lei praticamente ogni notte.
Mi alzai e decisi di farmi una doccia fredda. Non potevo andare a lavoro con un erezione più che evidente.
Mezz'ora più tardi ero al solito bar, davanti a un caffè, che ridevo ad un messaggio di Emma come un idiota.
Ero proprio senza speranza. Tutte le mattine le mandavo un messaggio per augurarle una buona giornata e spesso finivamo per scriverci fino a che a malincuore dovevo silenziare il telefono per entrare in ufficio.
Pagai il barista e mi incamminai verso l'ufficio.
EMMA
Sorrisi all'ultimo messaggio di Nick. Era passata solo una settimana da quando era partito e mi mancava più di quanto avessi potuto immaginare.
Mi immersi nell'ennesimo romanzo d'amore che dovevo visionare. Ad un tratto mi ritrovai a fantasticare su quando sarei andata da Nick in Florida.
Io e lui su quella magnifica spiaggia, le sue dita che mi scostavano i capelli, le sue labbra che si avvicinavano alle mie...
"Emma? Tutto bene?" la voce di Ian mi riportò alla realtà. "Come procede questo romanzo?"
"Ah si, tutto bene Ian. Il romanzo va bene, ma ci sono dei punti che risultano un po' lenti e pesanti, li sto segnalando" dissi sperando di essere arrossita come un peperone.
"Bene, avvisami quando hai finito"
"Certo" assicurai, tornando a leggere il romanzo.
A fine giornata l'avevo terminato, ma avevo fatto davvero fatica a rimanere concentrata sulla storia, senza perdermi nelle mie fantasie.
All'uscita dall'ufficio mi incontrai con Liz e Tracy per andare in centro. In quella prima settimana di vacanza, siccome io e Liz non ci incontravamo sull'università avevamo preso l'abitudine di andare a fare aperitivo in centro. Karen era tornata nel Kentucky, a trovare i suoi genitori che non vedeva da qualche mese. Tracy si era aggiunta a noi quella sera, avendo preso una giornata di ferie dal centro estetico dove lavorava.
"Bene, era ora che uscissi!" esclamò Liz vedendomi arrivare "Mio fratello è un vero negriero! E' venerdì e sono le tue vacanze di primavera!" brontolò mentre ci eravamo incamminate.
Sghignazzai. "Liz, ma per me questo non è un vero lavoro... passo la giornata a leggere, che cosa voglio di più dalla vita?"
Liz e Tracy si scambiarono uno sguardo divertito. Prendemmo posto in tavolino nel dehor esterno, le giornate si erano allungate e fuori c'era ancora un bel sole piacevolmente caldo. Liz ordinò tre Manhattan. Continuava a perseverare a ordinare alcolico anche per me, convinta che prima o poi riuscissi a reggere l'alcool. In realtà, finiva che bevevo si e no metà del mio bicchiere e mi strafogavo con le tartine e gli stuzzichini. Se andavo avanti in quel modo avrei finito per diventare una balena.
Tracy iniziò a raccontarci della sua ultima fiamma, un ballerino di latino-americano, di origini brasiliane, che l'aveva invitata fuori a cena per il week end.
"Non avete idea di quanto sia sexy! Ha degli addominali da urlo e domani sera ha detto che mi porta a cena in un locale che ha aperto un suo amico" continuò a raccontarci eccitata. Avevo idea che questo ragazzo sarebbe diventato l'ennesimo "ragazzo perfetto" di Tracy per le prossime settimane.
Sbirciai il telefono per vedere se Nick mi aveva scritto, ma non avevo ricevuto nessun messaggio. Che strano di solito mi scrive sempre quando esce dall'ufficio pensai prendendo l'ennesima pizzetta.
"Liz" chiesi "sei riuscita ad acquistare i biglietti per Miami?" chiesi poi cercando di ignorare la sensazione negativa che mi sentivo addosso.
"Certo, li ho acquistati ieri sera, devo solo ricordare a Nick che arriveremo da lui venerdì alle 11, e di venirci a prendere in aeroporto." confermò lei.
Rientrai a casa, piuttosto tardi, tanto che mio padre era già rientrato e aveva messo a scaldare la cena.
"Grazie papà" dissi annusando il profumino che proveniva dalla cucina "Non mi ero resa conto che era così tardi"
"Non ti preoccupare Emma, ogni tanto posso preparare anche io la cena! Anche se non è buona come la tua" lo abbracciai e andai in camera a cambiarmi.
Controllai il telefono e di Nick ancora nessun segno. Di nuovo una sensazione negativa si impossesò della mia mente. Cercai di scacciare quel presentimento negativo. In fondo ci potevano essere mille motivi per cui non mi aveva ancora scritto e nulla vietava a me di scrivergli.
Così prima di scendere per cena scrissi un messaggio veloce.
Ciao Nick, come va? E'stata una giornata pesante? A che punto sei con il tuo progetto? Liz ha acquistato i biglietti per venire a Miami il prossimo venerdì, non vedo l'ora di abbracciarti... mi manchi tantissimo
NICK
Erano passate le cinque ormai da un pezzo ed ero ancora in alto mare. Per quella sera avrei dovuto presentare a Camille il progetto completo e finito, invece ero lì con un errore che non riuscivo a capire a cosa fosse dovuto. Avevo passato l'intero pomeriggio con Mindy e devo ammettere che la grafica dell'app era venuta semplicemente perfetta. Poi con Steve avevo fatto le ultime prove proprio per verificare che non desse alcun tipo di errore, e invece sull'ultima funzione dava dei problemi e non riuscivo a venire a capo della soluzione. Erano usciti tutti tranne Camille, che si fermava in ufficio sempre fino a tardi.
Guardai il telefono per vedere se Emma mi avesse scritto, di solito ci sentivamo dopo che ero uscito dall'ufficio, ma non c'era nulla. Spesi il display e tornai a concentrarmi per trovare una soluzione. Finalmente ebbi un'intuizione su come poter risolvere quella problematica e mi misi a lavorare freneticamente.
"Nick, tutto bene? Hai deciso di fare notte qua dentro?"
Sobbalzai nel sentire la voce di Camille. Ero talmente concentrato che non l'avevo sentita entrare.
"Camille... non ti avevo sentito entrare. Ho avuto qualche piccolo problema, ma ho trovato la soluzione, devo solo fare ancora un paio di modifiche" mi giustificai, mentre lei si avvicinava alla mia scrivania.
"Fammi vedere" disse mettendosi accanto a me. Si chinò leggermente, avvicinandosi allo schermo e mi fu impossibile non notare il seno prosperoso che affiorava dalla scollatura del suo top attillato. Distolsi lo sguardo e cercai di seguire le modifiche che stava facendo.
"Finito" dichiarò "Adesso non dovrebbe più dare errori. Anche la tua soluzione era corretta, ma questa era più pratica e veloce."
Rimasi sconcertato dalla velocità con cui aveva capito il problema e risolto nel modo più veloce. "Fantastico, sei veramente bravissima"
Lei sorrise "Sei molto bravo anche tu, ho visto passare parecchi ragazzi, e riconosco chi ha talento"
Spensi il computer. "Grazie, Camille. Adesso è meglio che vada a casa, mi sono reso conto che ho una fame tremenda, e devo andare a prendermi qualcosa per cena"
"Esco anche io adesso, direi che per oggi abbiamo lavorato a sufficienza. Ti va se andiamo a mangiare qualcosa insieme?" propose.
"Certo, mi fa molto piacere" accettai uscendo insieme a lei. Il palazzo della Evolution Pro era ormai deserto, la guardia notturna salutò Camille e inserì l'allarme.
"Fai sempre così tardi?" le chiesi mentre ci incamminavamo verso la sua auto.
"Purtroppo sì, mi capita spesso di dover lavorare fino a tardi." confermò lei mentre fece scattare l'apertura automatica dell'auto. "Ti va di mangiare giapponese? C'è un ristorante qui vicino che lo fa buonissimo e io adoro il sushi" propose entusiasta.
"Per me va benissimo! È tutta la settimana che mangio roba da fast food"
Lei esplose in una risata spontanea. "Vuoi dire che non ti sei cucinato nulla in tutta la settimana?"
"Esattamente. Sono un disastro e farei saltare in aria la cucina"
Rise di nuovo. Solo in quel momento mi resi conto che adesso sembrava molto più giovane, del resto doveva avere al massimo cinque anni in più di me.
Il ristorante si trovava in una delle vie centrali, ed era parecchio trafficata a quell'ora, trovammo parcheggio in una via laterale miracolosamente vicino. Entrati nel ristorante, un cameriere ci venne incontro.
"Buonasera dottoressa Collins, un tavolo per due?" Lei annuì. Era evidente che Camille andava spesso in quel ristorante.
Presi il telefono e solo in quel momento vidi il messaggio di Emma.
Gli risposi velocemente.
Ciao Emma, oggi è stata una giornata molto impegnativa e adesso ho anche una cena di lavoro. Vi aspetto per la prossima settimana, mi manchi tanto anche tu
"È la tua fidanzata?" chiese Camille.
Sobbalzai alle sue parole "No, è solo un'amica" dissi cercando di ricacciare il fatto che non riuscivo più a pensare a lei come ad una semplice amica. "Lei e mia sorella verranno a trovarmi qualche giorno la prossima settimana"
Arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni. La serata procedette velocemente, mentre lei mi raccontava delle passioni che avevamo in comune.
"Assaggia questi roll, sono divini" disse prendendone uno con le bacchette e avvicinandolo alla mia bocca.
"Veramente delizioso" confermai assaporandolo. Se non fosse che era il mio capo avrei giurato che stesse flirtando con me.
Per tutta la sera mi portai questa sensazione addosso e quando a fine serata mi chiese "Ti va di passare da me? Ti faccio vedere quel programma di cui ti ho parlato" compresi che non avevo fatto frainteso.
Camille era ragazza veramente molto affascinante, ma era anche il mio capo, e non una delle solite bamboline che mi ero portato a letto. E poi c'era Emma. Ricacciai il pensiero di Emma in fondo alla mente.
"Perchè no, mi sembra un'ottima idea" accettai alla fine.
Una volta entrato nell'attico di Camille, la conversazione durò meno di paio di minuti. Si avvicinò a me e infilò le dita sotto la maglietta, sfiorando gli addominali.
"Vorrei conoscerti meglio Nick" mi sussurrò con voce sensuale, sfiorandomi il lobo dell'orecchio. La sua pelle aveva un profumo speziato, dalle note vagamente orientali. Pensai ad Emma, al suo profumo di vaniglia e miele e alla sua pelle morbida.
Emma ti vede solo come un amico! mi ricordò la mia coscienza. Forse Camille poteva essere la persona che ci voleva per togliermi Emma dalla mente una volta per tutte.
Si era tolta la giacca del tailleur ed era rimasta addosso il top che fasciava il seno e lasciava poco spazio all'immaginazione.
"Mi sembra un'ottima idea" la assecondai mentre con iniziai a succhiarle leggermente le labbra, e le mani andavano a scoprire il corpo sensuale.
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SPAZIO AUTRICE:
Buona serata a tutti,
scusate per l'immenso ritardo con cui ho pubblicato, ma spero di essermi fatta perdonare. Come vi sembra il capitolo? Quanto odiate Camille?
Fatemi sapere le vostre impressioni.
A presto
Allison
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