Capitolo 31
NICK
Nell'abitacolo della mia auto sentivo ancora il suo profumo, tanto che avevo la sensazione che fosse ancora vicino a me. Non vedevo l'ora di rivederla domani, anche se era solo per provare quella stupida commedia. Rientrai in casa, e trovai Florance intenta a spolverare in salotto.
"Buongiorno Florence, mia sorella dorme ancora?"
"Buongiorno signor Blake. La signorina Elisabeth è in cucina a fare colazione. Inoltre suo padre la stava cercando. Era molto contrariato quando ha scoperto che non era rientrato"
Sbuffai scocciato. Mio padre riusciva sempre ad essere una spina del fianco. "La ringrazio di avermi avvisato. Lo trovo nel suo studio?"
"Sì, le converrebbe andare subito"
"Grazie, ma prima vorrei parlare con Liz"
La trovai seduta a inzuppare i biscotti nella sua tazza di tè.
"Nick, ma dove ti eri cacciato? Papà è un'ora che sbraita perché non sei rientrato"
"Lo so, Florance mi ha avvisato, adesso vado vedere quale emergenza può aver scatenato la sua furia. Ho passato la notte a casa di Emma, ieri sera dopo quello che era successo con Alex non se la sentiva di passare la notte da sola"
Mia sorella aggrottò la fronte preoccupata "Che cosa è successo a Emma? Mi sembrava che si stesse divertendo con Alex"
"E' meglio che la chiami e ne parli con lei, io intanto vado a parlare a papà. Tolto il dente, tolto il dolore" uscii dalla cucina e mi diressi verso lo studio.
Bussai leggermente alla porta "Sono Nick, posso entrare?"
"Entra" la voce di mio padre era fredda come al solito.
Lo studio di mio padre era costituito da un'ampia libreria dove facevano bella mostra i libri che la sua casa editrice aveva pubblicato negli anni, molti dei quali erano diventati dei veri best seller, facendola diventare una delle più importanti del paese e dalla sua grande scrivania in legno massiccio sulla quale era adagiato un pc e un telefono.
"Nicholas" mi fulminò "Ti sembra un modo consono di comportarti?"
Nonostante non avesse alzato la voce, lo sguardo e il tono freddo mi fecero sentire come se fossi un suo dipendente che aveva commesso un errore imperdonabile. Feci un profondo respiro, per evitare di mandarlo a quel paese.
"Un amico ha avuto un'emergenza per cui mi sono fermato fino a tardi ad aiutarlo e poi ho dormito da lui. Di cosa volevi parlarmi con tanta urgenza?" non precisai che l'amico era in realtà un'amica e che tipo di emergenza aveva avuto.
"Che non ricapiti più. Lo sai che non tollero certi comportamenti" mi redarguì "Ti volevo comunicare che durante le vacanze di primavera farai uno stage presso la casa editrice. Ho già informato il rettore dell'università"
"Come sarebbe??" protestai "Io volevo effettuare uno stage in una società di informatica! Come hai potuto.."
"Non mi interessa cosa pensavi di fare, tu farai lo stage presso la casa editrice. Non ammetto repliche. Ora puoi andare"
Uscii dallo studio sbattendo la porta e tirai il pugno che avrei voluto dare sulla faccia di mio padre contro il muro. Una fitta di dolore si irradiò su tutta mano, eppure avevo talmente tanta rabbia in corpo che sentivo il bisogno di colpire ancora. Uscii di casa senza dire nulla a nessuno e mi diressi verso la palestra. Una scarica di calci e pugni era quello che mi serviva per sfogare la rabbia.
EMMA
Dopo che Nick se ne era tornato a casa, un silenzio piuttosto imbarazzato era calato nella cucina. Per tenere la mente e le mani impegnate iniziai a ispezionare il frigorifero alla ricerca di qualcosa da preparare per pranzo. Avevo dormito fino a tardi, non avevo fatto colazione e stavo morendo di fame. Mio padre sembrava assorto nel giornale che stava leggendo.
Avevo messo su una pentola per la pasta e avevo trovato delle verdure ancora commestibili da cuocere insieme a delle fettine di pollo. Iniziai a pulire e tagliare le verdure. Trasalii quando sentii la voce di mio padre rompere il silenzio.
"Emma, so che a volte ti posso sembrare un padre iper protettivo, ma lo sai che puoi dirmi tutto"
Mi sentii il viso andare a fuoco e sicuramente la mia faccia aveva il colore simile a quelli dei pomodori maturi. "Ma certo papà... Ti riferisci a Nick e al fatto che abbia trascorso la notte qui?"
Lui annui mestamente. "Sei una ragazza bellissima Emma, e posso capire che ti piaccia un ragazzo e vogliate stare insieme... Per me sarai sempre la mia bambina, ma sono stato giovane anch'io e mi ricordo come vanno certe cose... L'importante è che me ne parli"
"Io e Nick siamo davvero solo amici, ieri sera mi ha accompagnato a casa e gli ho chiesto di restare perché non piace dover dormire in casa da sola"
Lo squillo del mio telefono interruppe quell'imbarazzante conversazione.
"Liz, ciao" risposi uscendo dalla cucina dopo aver spento il gas per evitare che nel frattempo si bruciasse tutto.
"Emma, ciao come stai? Ma cosa è successo ieri sera con Alex? Nick ha accennato che eri sconvolta."
Il pensiero della sera precedente mi procurò un senso di nausea e vergogna. "Nick ha esagerato un po'" minimizzai "Diciamo che Alex voleva andare oltre e io no... forse aveva bevuto un po' troppo e non voleva accettare un rifiuto" accennai a grandi linee. Non volevo mentirle ma mi vergognavo a raccontarle cos'era successo.
"Che razza d'imbecille" esclamò "E dire che mi era sembrato un bravo ragazzo"
Sorrisi alle sue parole. "Già anche io lo pensavo"
"Che ne dici se oggi ci vediamo per chiacchierare un po'? Credo che tu ne abbia bisogno" mi propose.
"Grazie Liz! Mi farebbe davvero molto piacere, che ne dici se ci vediamo alla cioccolateria che c'è vicino al porto?"
"Ottima idea! Ci troviamo lì per le tre?"
"D'accordo, a più tardi Liz"
NICK
La settimana era iniziata nel peggiore dei modi. Ero in ritardo e non ero riuscito a vedere Emma. Entrai in aula un attimo prima che il professor Baker arrivasse chiudendo la porta dietro di lui.
Emma era dall'altra parte dell'aula vicino a Karen. Mi soffermai ad osservarla qualche secondo di troppo, prima tirare fuori il materiale dallo zaino. La lezione fu noiosa come sempre, anche se devo ammettere che da quando studiavo con Emma, letteratura sembrava anche meno noiosa e incomprensibile.
Terminata la lezione uscii dall'aula e attesi che anche Emma uscisse.
"L'ho trovata finalmente sig. Blake" la voce del professore di informatica mi riscosse dai miei pensieri.
"Buongiorno professore, come mai mi stava cercando?" chiesi incuriosito.
"Volevo informarla che mi ha contatto l'amministratore delegato della Evolution Pro per informarmi che è lei lo studente prescelto per lo stage nella loro azienda. Il suo progetto è stato giudicato il migliore"
Rimasi come inebetito per qualche secondo. La Evolution Pro era il mio sogno degli ultimi anni, avevo lavorato tutta l'estate sul progetto che avevo presentato. Sapevo che era un buon progetto, ma mai e poi mai avrei osato sperare che potesse essere quello scelto per la sua realizzazione.
"Ne è sicuro?" riuscii a balbettare.
"Certo, la società mi ha anche comunicato che potrà effettuare le tre settimane di stage durante le vacanze di primavera. Prepari le valigie, la Florida l'aspetta" dopodiché se ne andò lasciandomi senza parole.
"Nick? Ehi Nick" la voce di Emma mi riportò alla realtà "Tutto bene? Cosa voleva il professor Marshall?
"Tutto bene, ma è anche un vero disastro"
Lei mi guardò come se non avesse capito nulla "Sei sicuro di stare bene? Mi sembri un po' strano"
"In effetti credo di essere un po' scombussolato. Ti racconterò tutto oggi, facciamo da me? Vorrei evitare di incontrare tuo padre"
Lei rise divertita "D'accordo, oggi finisco per le tre"
"Allora ti aspetto" dissi raggiungendo l'aula per la lezione successiva.
Le ore successive passarono in fretta, forse perché avevo la testa altrove. Mille pensieri vagavano nella mia mente. La possibilità di realizzare il mio sogno, lo scontro inevitabile con mio padre e in maniera inaspettata anche quanto poco mi piacesse l'idea di passare tre settimane lontano da Emma.
EMMA
Parlare con Liz il giorno prima mi aveva fatto bene. Nonostante non fossi entrata nei dettagli, soprattutto per non dover spiegare i miei attacchi di panico, avevo spiegato a Liz cos'era successo e lei era riuscita a farmi stare meglio. Non era colpa mia se lui aveva pensato di poter venire a letto con me, non era colpa mia se non aveva dato ascolto tutte le volte che avevo detto no. Se non altro adesso non avevo più il terrore di incontrarlo a lezione o nel corridoio. Io non avevo nulla di cui vergognarmi.
Ero contenta però di non averlo incontrato. Stranamente aveva saltato tutte le lezioni. Meglio così.
L'ultima lezione era di una noia mortale, sembrava non finire mai e io non vedevo l'ora di andare da Nick. Finalmente il professore terminò e in un attimo fuggii dall'aula.
Lo trovai ad aspettarmi appoggiato al muro dell'ingresso.
E' incredibile quanto una maglietta e un paio di jeans lo rendano sexy .
Cercai di ignorare quel pensiero venuto da chissà dove e lo salutai.
"Ti va se andiamo piedi? Ho lasciato la macchina a Liz che oggi ha lezione fino a tardi" propose.
"Certo " il clima era primaverile e il sole piacevolmente tiepido, non mi dispiaceva affatto fare una passeggiata.
Lui si calò gli occhiali da sole e ci incamminammo. Mentre passeggiavamo non ti potei fare a meno di notare che con gli occhiali da sole sembrava uno di quei divi di Hollywood. Peccato però che coprissero i suoi meravigliosi occhi blu.
"Allora non mi racconti cosa ti ha detto il professore di informatica?"
Lui rimase in silenzio qualche secondo.
"Sono stato scelto da un'importante società di informatica per fare uno stage da loro, di tre settimane, con la possibilità di realizzare il progetto che avevo ideato" sbottò lui.
"Ma è fantastico Nick" lo abbracciai così forte dovette appoggiare contro il muro per non perdere l'equilibrio. "Scusa, non volevo farti cadere ... Ma non sei felice?" la sua espressione non era quella di una persona al settimo cielo.
"Certo che lo sono" iniziò lui "Solo che è tutto un disastro... mio padre ha già parlato con il rettore per fare lo stage presso la casa editrice e non mi permetterà mai di accettare. In più lo stage sarebbe in Florida"
Deglutii faticosamente. All'idea che Nick andasse lontano per tre settimane mi sentii franare la terra sotto ai piedi, ma non volevo che se ne accorgesse. Aveva ricevuto una grandissima opportunità e io l'avrei fatto di tutto per aiutarlo.
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SPAZIO AUTRICE
Ecco finalmente il nuovo capitolo! In realtà è un capitolo di passaggio, ma spero vi sia piaciuto.. Fatemi sapere cosa ne pensate.. Aspetto i vostri commenti!
A presto,
Allison
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