Capitolo 10
NICK
Mi alzai dal letto innervosito, non ero riuscito a chiudere occhio quella notte. La mia mente era invasa dalla sensazione delle mie labbra sulla sua pelle, da quel suo sguardo così imperscrutabile.
Mi infilai una t-shirt, un paio di pantaloncini corti ed infine le scarpe da ginnastica. Presi il mio i-pod ed uscii dalla mia camera.
In casa regnava il silenzio più assoluto, del resto erano solo le sette del mattino, ed essendo domenica, dormivano tutti.
Uscendo di casa venni investito dall'aria fresca del mattino. Infilai le cuffiette nelle orecchie e iniziai a correre.
Arrivai quasi senza rendermene conto nel parco dalla parte opposta della città. La musica mi rimbombava nelle orecchie, corsi fino a quando non ebbi più fiato in corpo, ma l'immagine di Emma continuava rimanere stampata nella mia mente.
Mi fermai contro un albero a riprendere fiato.
Cazzo cazzo cazzo... Imprecai tra me e me. Perché proprio lei? Non credo nell'amore, non ci ho mai creduto, l'amore rende stupidi e vulnerabili. Le ragazze vogliono solo un bel tipo da scopare, con cui vantarsi con le amiche, non gliene frega niente di chi sei davvero, di cosa pensi. Per questo non voglio relazioni. Voglio scegliere chi, come e quando scopare. Senza sentimenti. Senza alcun coinvolgimento. Ed è per questo ho sempre evitato le amiche di mia sorella. Me le sarei ritrovate tra i piedi, e si sarebbero illuse di diventare qualcosa di più. E adesso che cazzo faccio?? Non riesco a far altro che pensare a lei. Mi sembra di essere ritornato uno stupido adolescente arrapato! Devo starle il più lontano possibile, e togliermela dalla testa! Magari con qualche bambolina del primo anno...
EMMA
Un raggio filtrò dalla finestra. Aprii leggermente gli occhi per poi richiuderli subito dopo. Mi girai dall'altra parte cercando di riaddormentarmi, ma con poco successo. Man mano che la mia mente si svegliava le immagini della sera precedente riaffiorarono una dopo l'altra. Con un occhio chiuso e uno aperto sbirciai l'ora sul telefono. Erano le dieci. Malgrado le emozioni contrastanti avevo dormito veramente bene, come poche volte mi capitava.
Scesi in cucina per fare colazione sperando di fare due parole con mio padre. Negli ultimi giorni l'avevo visto poco ed era sempre nervoso e preoccupato.
Entrando in cucina fui investita dal profumo invitante dei pancakes, che erano preparati in modo impeccabile sul tavolo, come sempre, ma di mio padre neanche l'ombra. Poi vicino al piatto vidi un biglietto.
Buongiorno tesoro,sono dovuto andare in ufficio per un'emergenza. Mi dispiace, ci vediamo a pranzo. Un bacio, papà
Sospirai. Cominciavo ad essere veramente preoccupata. Pur essendo sempre molto impegnato, mio padre non era mai andato in ufficio la domenica. Inoltre il suo comportamento era sempre più strano. La prossima settimana avrei cercato di indagare per capire cosa stava succedendo.
Mi preparai il mio amato thé, e mi gustai i pancakes con la Nutella, ma l'immagine di Nick e dei suoi occhi penetranti continuava a girarmi in testa.
Ritornai in camera, e iniziai a sistemare tutto quello che avevo lasciato sparso qua e là, nella speranza di tenere la mente impegnata.
Presi i vestiti della sera precedente per riporli dell'armadio, ma il profumo muschiato di Nick invase le mie narici.
Basta! La devo smettere!
D'istinto andai dalla scrivania, e tirai fuori dal cassetto un vecchio quaderno. Era una specie di diario.
Mi rendevo conto che era una cosa da ragazzine, ma a volte scrivere su quel diario era l'unico modo per dare sfogo alla miriade di pensieri che affollavano la mia mente, e cercare di dare un senso alle emozioni, spesso contrastanti, che provavo. E poi era un modo per parlare con lei. Mia madre. Avrei dovuto odiarla, ci aveva abbandonato, ma la verità era che mi mancava veramente tanto.
Iniziai a scrivere.
Ciao mamma, ormai è qualche settimana che siamo arrivata a Boston. Ero parecchio nervosa per l'inizio dell'università, ma devo dire che mi piace veramente molto. E poi sono riuscita a fare amicizia già dal primo giorno. Quasi non ci credo.
Liz è veramente gentile e simpatica, e anche Karen. Ho anche conosciuto Nick, il fratello di Liz, e Aiden il suo migliore amico.
Aiden è un ragazzo simpaticissimo, sempre con la battuta pronta, e molto alla mano.
Nick invece... Nick è il mio problema. E' il classico ragazzo bello e pieno di sé, sempre circondato da ragazze bellissime che flirtano con lui.
Eppure ci sono stati dei momenti in cui mi è sembrato un ragazzo totalmente differente da quell'immagine di sbruffone e pieno di sé.
Diverso, mi è sembrato così diverso.
Non riesco a togliermi dalla testa i suoi occhi, la sensazione delle sue labbra sulla mia guancia... Non riesco a fare a meno di pensare a lui. E questa cosa mi spaventa così tanto.
Non posso permettermi di abbassare le mie difese, di innamorarmi, tanto meno di uno come Nick. Non dopo quello che è successo due anni fa.
Un profondo senso di angoscia mi pervase al pensiero di quella notte. Cercai di scacciarlo velocemente, ma era veramente difficile. La paura, il dolore, la vergogna sembravano schiacciarmi il petto e mi sentii mancare il respiro. Andai alla finestra e la aprii per prendere una grande boccata d'aria. Io ero destinata a stare da sola.
Dovevo essere forte e non permettere più a nessuno di farmi del male.
Andrà tutto bene mi ripetei tra me.
Tornai a scrivere.
Vorrei solo, che per una volta nella mia vita, le cose andassero nel verso giusto. Laurearmi, avere degli amici, essere felice.
Chiusi di botto il quaderno. Sono veramente una stupida pensai triste e arrabbiata con stessa, mentre le lacrime mi bagnavano il viso.
Nonostante la mia vita fosse un completo disastro, io continuavo a credere alle favole.
Il suono del telefono mi distolse dai miei pensieri. Era un messaggio di Liz.
Ti prego Emma, dimmi che ci possiamo vedere domani mattina prima delle lezioni. Ti devo assolutamente parlare.
Sorrisi. Aveva sicuramente a che fare con Aiden.
Gli risposi subito.
Certo! Facciamo per le 7.30?
La sua risposta arrivò dopo pochi istanti.
Grazie grazie grazie. Sei la mia salvatrice. A domani
NICK
Arrivai al campus di corsa e in ritardo per la lezione di informatica.
Mi ero alzato più tardi per evitare di incrociare Liz che sicuramente mi avrebbe chiesto un passaggio.
Quando arrivai davanti all'aula la porta era già chiusa. Rimasi lì un attimo, indeciso se entrare e prendermi una sgridata per il ritardo, con il rischio che mi sbattesse comunque fuori, o saltare direttamente la lezione.
Alla fine decisi di andarmene in palestra. Avevo ancora la mente piena di pensieri e avrei avuto difficoltà a concentrarmi.
La palestra si trovava in un'ala separata del campus. Attraversai il giardino e alcuni corridoi pieni di studenti.
Entrai negli spogliatoi per cambiarmi. Per fortuna sembrava non esserci nessuno. Mi spogliai e indossai il mio kimono. Avevo iniziato a fare arti marziali cinque anni fa ed era stata la mia salvezza.
Raggiunsi l'interno della palestra e vidi Aiden che si stava allenando e lo raggiunsi. Lo salutai ma lui mi rispose appena. Era strano questo suo comportamento. Non era affatto da lui.
"Ehi Aiden, tutto bene?" gli chiesi. Lui interruppe l'esercizio e mi rispose "Scusa Nick, ho solo tanti pensieri per la testa e ho sentito il bisogno di scaricare un po' di tensione nervosa. Tu come qui?"
"Sono arrivato tardi e la porta dell'aula di informatica era già chiusa, così ho pensato di venire ad allenarmi un po'" gli risposi iniziando a fare un po' di riscaldamento.
Ci allenammo in uno strano silenzio. Aiden sembrava più nervoso del solito e faceva un sacco di errori. Anche io però non riuscivo a concentrarmi.
"Aiden, ma dove hai la testa oggi? Continui a fare un errore dopo l'altro" sbottai nervoso.
"Veramente anche tu oggi non mi sembri in forma" mi rispose sviando la mia domanda. "Vado a farmi la doccia e a cambiarmi, tra poco abbiamo lezione"
Feci ancora una sessione di esercizi e poi me ne andai da solo.
EMMA
Ero arrivata alla caffetteria trafelata come al solito. Quella mattina solo il pensiero di un cappuccino e un cornetto al cioccolato mi avevano spinto ad alzarmi dal letto.
Entrai. La caffetteria era quasi deserta tanto era presto. Vidi Liz seduta davanti al suo cappuccino con gli occhi persi nel vuoto.
"Ehi, ciao Liz, tutto bene?" la salutai sedendomi di fronte a lei.
"Ah, ciao Emma" mi salutò "Non c'è niente che vada bene" sospirò.
Ordinai il cappuccino e il cornetto alla cameriera che nel frattempo era venuta a prendere l'ordinazione, poi gli chiesi "Che è successo?"
"Ecco, vedi" iniziò lei "Sabato sera Aiden mi ha accompagnata a casa e..." la voce si era affievolita e non ero riuscita a capire cosa stesse dicendo.
"Liz che cosa è successo? Hai parlato talmente piano che non ho capito nulla" dissi avvicinandomi a lei.
"Mi ha baciato e sono scappata" balbettò diventando più rossa di un'aragosta.
"Ma... perché sei scappata?" chiesi curiosa. Ero sempre più convinta che a Liz piacesse Aiden.
"Beh, ecco" disse arrossendo ancora di più "io ho paura di soffrire come era successo con Brian, e poi è anche amico di mio fratello"
"Ma lui ti piace, non è vero?" chiesi direttamente.
Lei annuì sconsolata. "Da quando mi ha baciata non riesco a pensare ad altro. Adesso penserà che sono una stupida"
Finendo il mio cornetto, riflettei un secondo. "Liz, non puoi permettere che una vecchia storia ti condizioni così tanto" iniziai "E sono sicura che Nick non si arrabbierà"
" Ma se poi Aiden dovesse stufarsi di me?" mi chiese mogia mogia.
"A quel punto se la dovrà vedere con me!"
Lei rise vedendo la mia espressione risoluta, che avrebbe dovuto essere minacciosa.
"Almeno sono riuscita a farti ridere" dissi "Sai Liz credo che ogni storia possa far soffrire, ma ci sono persone per cui vale la pena rischiare non credi?"
Lei rimase un attimo pensierosa. "Hai perfettamente ragione Emma! Ma come faccio adesso? Sicuramente non mi vorrà più vedere..."
"Oggi, sai a che ora finisce le lezioni?"
"Per le cinque, se non sbaglio"
"Allora, raggiungilo all'uscita e trova una scusa per tornare con lui, e poi parlagli. Sono sicura che capirà" dissi alzandomi "E adesso andiamo, altrimenti faremo tardi ad economia"
"Grazie, sei persona davvero fantastica" disse abbracciandomi.
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SPAZIO AUTRICE:
Scusate per il ritardo con cui ho pubblicato il capitolo! Purtroppo è un periodo incasinato e ho pochissimo tempo per scrivere.
Anche per i prossimi aggiornamenti, mi scuso in anticipo se non riuscirò a pubblicare con la solita regolarità. Prometto di fare il possibile.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Voglio anche iniziare a revisionare i primi capitoli per cercare di eliminare tutti gli errori.
Grazie a tutti quelli che hanno letto, votato e commentato questa storia.
A presto
Allison
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