67. Firma
Per un attimo il mondo sembrava essersi fermato, le lancette dell'orologio avevano smesso di ticchettare poiché i minuti non scorrevano più come avevano da sempre fatto così come le persone di tutto il paese parevano aver stoppato tutte le loro abitudini e i loro impegni per stare a guardare noi, che ci eravamo ritrovati dopo settimane intere. Avevo l'impressione che anche gli uccellini non stavano più cinguettando, le foglie avevano smesso di muoversi a causa del vento poiché nemmeno quello scorreva più in cielo, le nuvole si erano immobilizzate in cielo dando così spazio e tempo a due ragazzi fin troppo orgogliosi per dirsi semplicemente che si erano mancati da morire.
Quando i miei occhi incontrarono la sua figura mi sembrò quasi un sogno, d'altronde in quei giorni mi era venuto a trovare spesso nel sonno e non riuscivo più a comprendere se quello che vedevo fosse la realtà o solo frutto della mia immaginazione eppure quel momento sapevo fosse concreto. I miei occhi si erano incastrati nei suoi e ci scrutammo senza muovere neppure un muscolo, come se un qualsiasi movimento avrebbe potuto rovinare quella situazione, nella quale non sapevamo come comportarci per avere una conversazione normale come forse non eravamo mai stati in grado di fare; le nostre discussioni non erano mai state serie come invece erano soliti fare le coppie di adulti con un briciolo di comprendonio, non avevamo mai parlato in modo coscienzioso al contrario le nostre questioni si incentravano esclusivamente su chi alzava più la voce e tutte le nostre litigate però finivano sempre per sfociare nella pace tramite due eventuali casi: o il sesso o la lontananza. In quel caso avevamo scelto la via della distanza motivo per cui avevo avuto paura di rivederlo ancora, specialmente dopo averlo mollato al telefono. Non mi sentivo ancora del tutto pronto per dire addio a tutto quello che avevamo definito insieme ma sapevo fosse necessario per poter andare avanti anche da solo, così allo stesso modo anche lui avrebbe potuto farlo.
Volevo che entrambi prendessimo strade differenti ma in quel momento di completa interdipendenza tra noi, pareva che ogni percorso intrapreso poi portasse alla stessa meta; non volevo che fosse così anzi se da un lato io avrei voluto dimenticarlo, dall'altro avrei anche voluto che lui si dimenticasse di me cosicché nessuno dei due avesse potuto soffrire a causa dell'altro. Era stata senza dubbio la storia d'amore più importante per entrambi tuttavia io ero ormai cosciente che non avrebbe avuto alcun futuro, non dopo aver compreso che quella che credevo fosse una relazione pura, genuina e intrisa solamente di tanta passione e desiderio l'un per l'altro, in realtà fosse basata su continue bugie, sui sensi di colpa e su un passato spaventoso che io meritavo di conoscere prima di spingermi in un quel tunnel oscuro che ora pareva non avere fine e dunque nessuna luce di speranza.
Quello che per me era sempre stato un sogno, adesso era divenuto un vero e proprio incubo dalla quale non riuscivo più a svegliarmi.
In quella stanza tutto sembrava aver perso ogni logica e per un instante avevo persino creduto di aver vissuto tutti quei mesi in una grande illusione, in un mondo parallelo che non apparteneva a nessuno dei due e dalla quale prima o poi saremmo stati costretti ad uscire. In quella bolla parevano essere scomparsi tutti i problemi che possedevamo e aleggiava una strana aria di felicità a cui non eravamo affatto abituati tuttavia cominciavamo quasi a familiarizzare con quella che Taehyung diceva di non meritare mentre io avevo da sempre avuto paura di poterla provare, poiché le mie continue ansie e le mie assillanti paranoie continuavano a ripetermi che da li a breve, sarebbe sorta una delusione o una fregatura che mi avrebbe fatto pentire di aver per qualche tempo provato piacere. Come temevo difatti la bolla era scoppiata, sparita nel nulla ancora prima di poter metabolizzare di farne parte e in men che non si dica stavamo entrambi tornando a tastare la dura realtà, quella che non esisteva ogni qual volta che stavamo insieme ma la cosa peggiore era che i problemi, che con lui erano totalmente spariti, stavano pian piano ricomparendo e se da un lato ero consapevole di essere ormai diventato ossessivo e legato con forza ai resti di quella bolla, dall'altro ero anche volenteroso di liberarmi da quella dipendenza che avevamo creato.
"Sei venuto solo per questo?" Taehyung fu il primo a parlare e lo fece sottovoce, come se le parole non potessero uscire dalla sua gola e si stesse sforzando per poterlo fare o forse solo perché non voleva troncare quel gioco di sguardi che avevamo creato senza neppure volerlo. Il biondo si era alzato dalla sedia quando aveva pronunciato quelle parole ma la sua espressione era rimasta fredda e impassibile proprio come l'avevo conosciuta, quella era la faccia che per tanto tempo mi aveva riservato al contrario con il tempo aveva svelato anche un sorriso che spargeva luminosità e una particolare dolcezza che era in grado di mettermi sempre di buon umore. Ora quel sorriso era ben lontano dal suo volto ma lo era anche dal mio, che a differenza sua mi aveva sempre caratterizzato e che avevo quindi perso a causa sua; le colpe le avevamo entrambi e naturalmente quel giorno non ero lì per attribuire chi ne avesse di più e chi di meno.
"Esatto" dissi convinto, annuendo quasi con forza, visto che volevo che capisse che non vi era nulla che potesse fare o dire per potermi fare cambiare idea. Volevo potergli trasmettere la mia sicurezza poiché sapevo che da parte mia fosse impossibile potergli concedere una seconda possibilità, considerato che avevo ormai perso tutta la fiducia che mi aveva lentamente trasmesso.
"Non puoi rinunciare a noi" intimò come per convincermi che non potessi fare a meno di lui, come se non potessi andare avanti senza quella relazione che avevamo costruito. Io non avrei mai voluto che lui diventasse tutto per me, che unisse il suo mondo al mio, eppure sin dai primi giorni Taehyung mi aveva creato una certa dipendenza che mi aveva spinto a volerlo vedere ogni ora della giornata, a pensarlo costantemente senza neppure avere un freno e farmi credere che potessimo continuare in quella maniera per sempre. Avrei desiderato con tutte le mie forze tornare indietro nel tempo e rivivere tutte le belle sensazioni che mi aveva scaturito la conoscenza con il biondino, avrei voluto che la mia mente si ripopolasse di quella che credevo fosse solo una curiosità irritante che mi avrebbe mangiato il cervello tuttavia con il senno di poi, avrei preferito possederla ancora cosicché fossi invaso da dubbi piuttosto da certezze che non mi avevano affatto soddisfatto, al contrario mi avevano spaventato e mi avevano fatto credere di dover mettere un punto all'unica cosa bella della mia vita. Ero pronto a rinunciarci sebbene Taehyung in quell'attimo mi stesse convincendo del contrario, dentro di me però sapevo che nessun parola avrebbe potuto persuadermi in alcun modo perché ero certo della mia decisione e avrei portato a termine quello che mi ero prefissato prima di recarmi nella sua azienda.
"Jungkook pensaci, stai facendo la cosa sbagliata" disse avvicinandosi a me, fece solamente due passi verso la mia figura ma io indietreggiai automaticamente come per paura che potesse toccarmi da un momento all'altro. "Ti prego" le sue parole iniziarono a martellarmi dentro la testa e percepii la sua voce come qualcosa che proveniva all'interno di me, come se la sua voce fosse anche un po' la mia. Taehyung aveva quella maledetta qualità di far credere che avesse sempre ragione, motivo per cui da sempre mi aveva ammaliato con le sue belle parole e con i suoi gesti che seppur circoscritti nell'ambito fisico e passionale, rimanevano per me rilevanti, così come le sue continue attenzioni mi avevano fatto credere di poter essere speciale per lui. Probabilmente lo ero anche ma non nella maniera in cui io volevo sentirmi importante per lui; tante paranoie erano nate in me da quando avevo scoperto la verità sul suo passato ed era difficile comprendere a quale avrei dovuto rinunciare e a quale invece mi sarei dovuto appigliare. Forse quella verità mi aveva portato ad aprire gli occhi su di lui e sulla nostra relazione in generale, sentivo che fosse diventato tutto troppo stretto e mi sentivo soffocare a causa di quella pesantezza che pian piano mi stava portando ad affondare completamente e se avessi dunque voluto tornare a galla, per poter riprendere a respirare un po' d'aria fresca, avrei dovuto prendere le distanza da lui e da tutto quello che mi legava o ricordava quello che eravamo stati.
Uno di quelli era senza dubbio la sua azienda e il lavoro in cui mi aveva coinvolto; non volevo più avere a che fare con il cognome Kim che ora mi ricordava solo morte e un terribile spargimento di sangue, quel pensiero mi faceva venire la nausea e secondo poi anche dei conati di vomito che mi facevano anche pentire di aver messo, in passato, del cibo in bocca. Era una sensazione terribile e non potei neppure immaginare quello che invece aveva provato Taehyung, che era l'artefice di tutto quel male che aveva persino finito di trasmettere a me, nonostante fossero trascorsi diversi anni da quel delitto. Taehyung aveva riversato tutta la sua crudeltà sul padre che sebbene non avesse mai rispecchiato quella figura genitoriale, non meritava di fare una tale fine, specialmente causata dal proprio stesso figlio; Taehyung allora non aveva avuto pietà del padre e quell'azione lo aveva portato con il tempo a non avere neppure pietà di se stesso.
Io non avevo più alcuna intenzione di provare a comprendere la sua condizione, lo avevo fatto per troppo tempo e non mi aveva portato a nulla di buono, al contrario mi aveva fatto solo stare male motivo per cui volevo ora prendere le distanze da lui e da tutto quello che lo comprendeva; Taehyung non conosceva la pena e così come allora lui non riuscii a provarla verso il padre, io non avrei più voluto provarla per lui. Per una volta avrei scelto la mia felicità sebbene in quel momento fosse ancora legata al biondino, io ero consapevole che fosse ancora dipesa da lui e probabilmente lo sarebbe stato ancora per molto tempo però avevo fiducia di poter andare avanti anche senza tutta quella storia che oltre a non aveva un lieto fine, ci aveva causato una dipendenza dannosa per entrambi, proprio come faceva la nicotina delle sigarette. Avrei definito il nostro allontanamento come qualcosa di necessario ma non del tutto voluto, era un po' come quando una persona era smaniosa di poter smettere di fumare tuttavia era incapace di poterlo fare poiché si pativa un'allarmante astinenza che avrebbe prima portato ad una crisi, un malumore generale e solo poi alla tentazione di voler risentire il fumo all'interno della propria bocca. Era difficile non cedere alle tentazioni e sebbene io non fossi un amante dei vizi, Taehyung era per me diventato un'abitudine a cui non avrei mai voluto fare a meno eppure sentivo di doverlo fare per il mio bene.
Improvvisamente mi domandai da quando la nostra relazione fosse diventata un peso emotivo così faticoso da dover sostenere, da quando fosse scomparsa la leggerezza che aveva caratterizzato il nostro modo di vedere la vita e in un certo senso anche di vederci a vicenda. Mi chiesi che strada avessero preso le farfalle che prima abitavano all'interno del mio stomaco ogni qual volta che lui mi stava accanto ma soprattutto dove fosse andata la spensieratezza e il divertimento che mi avevano portato ad innamorarmi di lui. Sapevo che se gli avessi posto le stesse questioni che mi ponevo io, non avrebbe saputo individuare nemmeno lui il momento in cui tutto quello era terminato.
"Taehyung io ho già preso la mia decisione" cercai di parlare calmo cosicché avessi potuto conferirgli sicurezza. Volevo che percepisse la mia totale determinazione, da un lato perché volevo che capisse che non poteva far nulla per farmi cambiare idea e dall'altro perché, una parte di me voleva vederlo soffrire così come avevo sofferto io in tutti quei giorni e sapevo come in quel momento, il pensiero che andassi via da lui e che potesse perdere ogni legame con me lo mandasse in crisi. "Adesso tocca a te prendere le tue" gli consigliai.
"Non parlarmi così" disse sbuffando tramite un sorrisetto. "Non trattarmi come se fossi una persona qualunque perché sai bene che per te non lo sono mai stato e non lo sarò mai" continuò con lo stesso tono di certezza con cui parlavo io. "Non importa quanto lontano mi manderai perché questa cosa non cambierà mai" mi mordicchiai il labbro e scossi la testa nella speranza che non capisse che in realtà ero d'accordo con le sue parole. Sapevo quanto complicato sarebbe stato trovare un equilibrio senza di lui, specialmente dopo tutto quello che mi aveva dato Taehyung eppure credevo di doverlo fare poiché non potevo continuare a stare male; dovevo pensare a me e alla mia salute mentale, oltre che a quella fisica già leggermente danneggiata.
"Firmami le dimissione" intimai come se gli stessi impartendo un ordine che però apparì più come una supplica.
"Vieni qui" parlò flessibile e con tono anche leggermente rauco che mi provocò un sbalzo di umore incredibile tuttavia mi scansai in tempo quando provò ad afferrarmi per un braccio.
"No" dissi immediatamente per fermare il suo gesto ma allo stesso tempo per evitare che ci riprovasse ancora, non volevo alcun contatto con lui poiché conoscevo bene l'effetto che mi provocava e se solo glielo avessi permesso, poi sarebbe stato più difficile tenere pugno e assecondare le sentenze che avevo preso. Mi sarei sciolto come gelatina se solo quelle sue dita lunghe e affusolate mi avrebbero sfiorato anche per sbaglio perché da sempre Taehyung mi aveva fatto un effetto surreale e ogni suo tocco era in grado di trasportarmi in paradiso malgrado in quel momento fossi deluso e arrabbiato da lui. La verità era che io provavo rancore verso il Taehyung del passato, verso quel ragazzino che non aveva pensato alle conseguenze delle sue azioni, quello che era stato impulsivo e crudele come io non avrei mai potuto sopportare.
Da quando avevo scoperto la verità sulla famiglia Kim, avevo smesso di idealizzare la sua figura e probabilmente cominciavo a vederlo per come da sempre si era visto lui, difatti anch'io cominciavo a provare odio e disprezzo verso la sua persona. Odiavo immaginare le sue mani sporche di sangue, le sue guance colme di lacrime e odiavo ricordare il suo viso scuro e freddo prima che stesse con me tuttavia anche il suo sorriso e i suoi occhi dolci ora mi creavano un disturbo all'interno del mio stomaco. Cominciavo a non sopportare ogni sfumatura del suo carattere poiché sapevo che tutto deriva da quel fatidico momento; persino il suo disturbo di personalità era nato da quell'azione che aveva compiuto e dunque mi ritrovai a riflettere sul fatto che se non avesse commesso quel delitto, ora sarebbe completamente un'altra persona. Allo stesso tempo però mi era stato impossibile in quei giorni di tanta solitudine, non pensare che io l'avessi conosciuto proprio per quel gesto che aveva compiuto in passato e che mi aveva anche spinto lontano da lui; ragionai sul fatto che quella notte in metropolitana non l'avrei mai beccato in una rissa a senso unico se non avesse con il tempo sviluppato una rabbia repressa e una voglia irrefrenabile di fare del male agli altri, oltre che naturalmente a se stesso. Pensai che non sarei stato curioso di conoscerlo se il suo atteggiamento non fosse stato misterioso e alle volte anche incomprensibile, se non avesse parlato poco o se non avesse avuto delle perdite di controllo che mi avevano spinto a volerlo aiutare o anche solo a volerlo comprendere come magari nessuno prima di me aveva fatto. Dal mio punto di vista, Taehyung era sempre stato un enigma da scoprire ma con il senno di poi, probabilmente avrei scelto di non scoperchiare quel paso di pandora che mi avrebbe portato ad una fase di rottura definitiva, a soffrire e a credere che non potessi fare a meno di lui nella mia vita, ormai dipinta di colori accesi solo grazie alla sua compagnia.
Dunque se Taehyung non avesse ucciso suo padre, io non mi sarei innamorato di lui?
Un brivido mi percorse la schiena e quasi mi sentii colpevole di quel crimine, tanto quanto lo era Jimin, motivo per cui avrei voluto discolparmi tenendomi lontano dalla persona che in realtà amavo più di me stesso. Allora perché preferivo la mia incolumità piuttosto che la nostra felicità insieme?
Mi misi le mani tra i capelli e quasi piagnucolai, io odiavo le mie contraddizioni poiché mi portavano a stare male e a soffrire come poche cose nella vita, mi incasinavo le emozioni e i pensieri da solo e poi mi portavano a distruggere anche tutto il resto che mi circondava. Avevo sempre creduto che tra noi due, fosse Taehyung quello più complessato, quello con più problemi eppure ogni cosa indicava e lasciava intuire che fossi io quello più tossico nella nostra coppia.
I miei incessanti pensieri furono interrotti dalla mano di Taehyung che si poggiò sul mio avambraccio e come una molla cercai di evitarla, lo spinsi con l'altro braccio ma lui non me ne diede modo poiché riuscii a bloccarmi ancora prima che riuscissi ad arrivare al suo petto. Provai dunque a contestare le sue intenzioni ma al contrario sentii la sua presenza dominante, come se volesse imporre la sua forza e la sua volontà sulla mia, quasi mi mise paura e realizzai che fosse quello il motivo per cui avevo evitato di vederlo per tutte quelle settimane. Non ci eravamo più visti dal viaggio a Seoul a differenza di Yoongi e Jimin che avevano persino fatto la pace, come se mettendo piede in un'altra città avessero perso di colpo la memoria e di conseguenza dimenticato tutto quello che era accaduto durante la notte di capodanno. Io sembravo l'unico ad esserne uscito turbato, l'unico che era cambiato da quella sera e l'unico intenzionato a voler cambiare direzione e prospettiva di vita. Non mi sarei lasciato guidare dai sentimenti o peggio ancora dagli impulsi come invece continuava a fare Taehyung e probabilmente anche i nostri due amici, da un lato perché non mi sentivo in grado di poterlo fare e dall'altro perché avevo da sempre criticato quel loro comportamento e non avevo alcuna intenzione di smentirmi e dunque di seguire quella scia, per me totalmente errata.
La verità era che io avevo una terribile paura di scontrarmi con quelli che erano i miei timori più grandi, in quel momento stavo cercando di scavalcarne uno tuttavia quell'occasione si trasformò esattamente in quello che non avrei mai voluto; sapevo che Taehyung fosse capace di farmi ricredere e di far crollare con un solo scroscio di dita tutto quello che avevo messo piedi con tanta fatica. Era cosciente dell'effetto che creava dentro di me ed ero sicuro che avrebbe approfittato di quella sua consapevolezza pur di farmi cedere e poter poi cambiare la decisione che avevo preso.
Lo richiamai supplichevole ma ancora una volta non mi diede ascolto, così come ancora una volta non riuscii a reagire in maniera tale da farmi obbedire, se da un lato i suoi tocchi mi provocarono fastidio dall'altro ero quasi curioso di scoprire sino a dove si sarebbe spinto, sapendo che quelle attenzioni fossero del tutto indesiderate ma soprattutto sapendo che io non fossi consenziente ad avere le sue mani sul mio corpo. Contro la mia volontà e soprattutto con forza, mi spinse contro il muro freddo del suo studio e mi vietò di muovermi, prendendo entrambi i miei polsi, gli stessi che neppure un secondo dopo bloccò sopra la mia testa; aveva uno sguardo determinato e fu proprio quello a mettermi più a disagio.
"Taehyung non voglio" sussurrai quasi sul punto di piangere, non perché credessi che quello che stava facendo non fosse corretto ma più perché dentro di me sentivo di non volerlo vicino e quella sensazione fu talmente nuova, che da un lato mi stupì ma dall'altro mi rese instabile poiché non credevo che potessi mai avere una percezione di quel genere, avendo il corpo di Taehyung davanti a me, totalmente appiccicato al mio. Generalmente mi bastava solo uno suo sguardo piccante o malizioso per accendere in me un desiderio che non ero neppure mai stato in grado di spiegare, era come se il mio stomaco si accendesse di tantissime luci che erano capaci di scaldarmi dal profondo e dall'interno, quel biondino era da sempre stato per me un'emozione mai provata e una scoperta di un amore mai vissuto. Sin dal primo giorno lui mi era sembrato diverso da tutti gli altri, aveva qualcosa di speciale e di singolare che avrei voluto comprendere appieno eppure adesso che sapevo tutta la verità sul suo conto, non solo mi ritrovai a pentirmi di tutte le mie decisioni ma soprattutto avrei voluto che il suo passato non fosse mai uscito fuori. Ero un egoista che pensava solo a se stesso e alla relazione bellissima che credeva di aver messo in piedi, malgrado fossi consapevole che fossi io tra noi due, quello a voler demolire tutto sino a dimenticare ogni sensazione e ogni ricordo che avevamo costruito insieme tuttavia mi meravigliai di me stesso quando presi coscienza di non aver pensato a Taehyung come singolo neppure per una volta e solo adesso, che mi stava importunando me ne resi conto. Non mi ero interessato neppure per un secondo a lui o a come si sentisse dopo aver ripercorso ad alta voce il passato e le azioni che lo avevano tanto traumatizzato.
Una lacrima solcò la mia guancia, riuscii a percepirne solamente una e non fui in grado di comprendere se fosse causata per il dispiace di ciò che stava accadendo in quell'occasione oppure per il dispiacere di aver preso coscienza di essere stato pessimo nei confronti di quello che in teoria era ancora il mio fidanzato; avevo trovato il coraggio di mollarlo al telefono dopo qualche giorno di completa solitudine a Busan, proprio come un vero vigliacco che non riusciva a tenere una conversazione che qualsiasi adulto sarebbe stato in grado di intraprendere. Io avevo preferito fuggire poiché non volevo sentire le sue ragioni, non volevo che qualcuno mi contraddicesse per il semplice motivo che in quel momento io credevo di avere ragione, pensavo di aver tutte le carte in regola per decidere per me stesso, per fare quello che più desideravo senza però mettere in conto che attorno a me, le persone soffrivano a causa delle mie scelte. Quelle scelte faceva senza dubbio stare meglio me, ero appagato del fatto che fossi riuscito ad uscire da quella relazione tossica eppure vi era sempre qualcosa che mi ripeteva di star sbagliando tutto, di dover tenere conto anche delle conseguenze che avrei scaturito sia nei suoi confronti che nei miei; Taehyung pareva essere disperato, contrariato mentre io cominciavo quasi a farmene una ragione sebbene fossi consapevole che me ne sarei pentito amaramente con il tempo.
Avrei dovuto focalizzarmi sulle emozioni del presente o sull'imminente futuro che sarebbe conseguito dopo? Ogni volta che credevo di aver preso fermamente una decisione, altre mille domande e dubbi mi si formavano nella testa, rendendomi così esitante, insicuro e incapace di muovere qualsiasi muscolo del corpo, come così difatti non riuscivo a spostarmi dalla posizione che Taehyung aveva deciso per me.
Il mio petto era totalmente esposto a lui e le sue labbra si abbassarono verso quello come una calamita che non poteva resistergli, dopo aver sniffato il mio collo e fatto il solletico con i suoi soliti ciuffetti ribelli, si concentrò sui miei pettorali. Con la mano libera invece alzò la mia maglia per potermi accarezzare gli addominali, che diventavano ogni giorno meno definiti considerato che da settimane ormai non mi ero più allenato per via di diverse motivazioni. Le sue dita scorsero lungo la lieve linea dell'addome per finire poi al limite della cintura, provocandomi dei brividi nel basso ventre mentre con la bocca continuava a lasciarmi degli impetuosi baci al di sopra del mio indumento.
"Jungkook, questo è quello che siamo" sussurrò ma mi ritrovai a volerlo contraddire, mossi il capo come segno di negazione ma non mi vide neppure. La mano con cui mi stava tenendo i polsi la sentii farsi più debole, la presa non era più forte come prima ed ebbi l'impressione che stesse per mollare come per constatare la mia reazione e difatti neppure qualche secondo dopo, la sua mano prese ad accarezzarmi il braccio sino a scendere definitivamente per potermi stringere il bacino e avvicinarmi a sé. Inaspettatamente le mie braccia crollarono sulle sue spalle come prive di forze, non ero riuscito a ribattere con dinamicità e prontezza e pareva quasi che stessi cedendo ad essere sottomesso eppure dentro di me, sapevo di volere altro poiché mi ero diretto in azienda con un proposito del tutto diverso da quello che invece stava accadendo.
Chiusi gli occhi per un attimo e mi ritrovai a pensare a cosa volessi davvero e a cosa più giusto sarebbe stato per me; in precedenza avevo provato per Taehyung una voglia tale che andava oltre ogni verità che cercava di tenere nascosta, andava oltre la sua corazza, oltre tutte le cicatrici che gli avevano procurato ma anche oltre tutte quelle che si era provocato da solo nel corso negli anni, quel desiderio andava oltre le nostre esperienze passate, oltre le paure, i dubbi, i muri che io ero solito a mettere dinnanzi alle persone e oltre la sua rabbia e i suoi istinti incrollabili. Era come se entrambi fossimo divenute delle persone diverse da quando stavamo insieme e forse io avevo bisogno di distaccarmi da quella che era diventata per me una figura insormontabile, pur di ritrovare il vecchio Jungkook. Era una percezione strana e tempo addietro non avrei mai creduto di poterla provare verso il ragazzo a cui avevo professato amore, eppure in quel momento le sua mani su di me, il suo respiro caldo sulla mia pelle e i suoi occhi puntati sui miei, non mi facevano alcun effetto, al contrario avrei voluto che la smettesse.
"Ti prego Taehyung basta" replicai finalmente raggiungendo le sue mani per bloccare le sue carezze che parevano non voler aver fine, al contrario erano desiderose di andare fino in fondo e di palpare ogni centimetro della mia pelle. "Non toccarmi Taehyung" urlai a quel punto ormai consapevole che non era quello che avrei voluto da lui e allo stesso tempo sperando la smettesse, tuttavia le sua mani cercarono di bloccarmi il corpo e probabilmente se avesse potuto mi avrebbe anche zittito, considerato che stavo dicendo cose che non rispecchiavano i suoi pensieri e che dunque non voleva neppure sentirsi dire. "Rispetta la mia decisione, cazzo!" mi dimenai ormai stanco di quel suo modo di fare, mi stava trattando senza alcuna considerazione e senza che me ne rendessi conto o forse senza nemmeno volere, gli tirai uno schiaffo in pieno viso.
Dopo un debole sussulto fuoriuscito dalle sue labbra, il viso del biondo si voltò dal lato opposto e automaticamente si mosse per indietreggiare e allontanarsi da me, come se avesse appena captato il ributtante gesto che stava per compiere nei miei confronti e per qualche secondo il respiro mi si mozzò e il tempo parve fermarsi come se mi trovassi improvvisamente in un nuovo mondo, un mondo che non mi piaceva per nulla.
"Scusami Taehyung" mi affrettai a dire quando vidi la sua mano poggiarsi sulla guancia che avevo appena colpito e che vidi diventare rossa in contrasto con la sua mano pallida, un senso di colpa invase il mio petto tuttavia fu l'unica cosa che apparì utile per far si che la smettesse. Non avevo mai alzato un dito contro Taehyung, neppure quando mi aveva picchiato a sangue poiché realmente non credevo di esserne in grado eppure quel ragazzo mi aveva portato talmente all'esasperazione che io non ero neanche più in grado di riconoscermi.
Se avessi avuto l'opportunità di tornare indietro probabilmente avrei fatto scelte diverse, non avrei mai ripetuto gli stessi errori che credevo di aver commesso con Taehyung ma allo stesso tempo sapevo non fosse possibile così non mi rimaneva altro che conservare quei ricordi, sia quelli che belli che quelli brutti, cosicché mi sarebbero serviti per insegnamento, nonché per comprendere che quella relazione non potesse avere alcun futuro ma era bensì destinata a finire, come proprio un qualsiasi fidanzamento adolescenziale. Ogni qual volta che una coppia si formava, si tendeva a credere che quella sarebbe durata per sempre, si giuravano amore eterno non sapendo che da li a breve avrebbero incontrato un'altra persona che gli avrebbe fatto perdere la testa, facendogli così dimenticare quella precedente. Lo pensavo anch'io, sapevo che fosse un dato di fatto eppure una parte di me continuava a ripetermi che non avrei mai trovato in nessun altro quello che avevo visto nel mio biondino, che nessun altro avrebbe potuto regalarmi le emozioni, i brividi e l'adrenalina che solo lui era stato in grado di donarmi in tutti quegli anni. Ero consapevole di quella oggettività eppure avrei preferito lasciarlo andare piuttosto che dare ancora adito a tutta quella tossicità che aleggiava tra noi: non era sano continuare quella relazione e se lui era troppo preso per rendersene conto, allora avrei indossato le vesti dello stronzo o di quello insensibile privo di sentimenti pur di prendere una decisione al posto suo, considerato che in quell'istante non era in grado di capire cosa meglio sarebbe stato per noi.
"Sei un ingrato Jungkook" sussurrò e mi immobilizzai sul posto a causa di quelle parole. "Io ti ho dato tutto e questo è il tuo modo di ripagarmi?" continuò alzando sia il tono della voce sia il suo viso verso di me, lasciandomi così scorgere un rossore agli occhi che prima non aveva. Non ebbi nemmeno il tempo di rifletterci su che Taehyung si avvicinò nuovamente a me per potermi afferrare le braccia per la seconda volta nel giro di qualche minuto, nel tentativo di potermi tenere fermo tuttavia mi agitai subito, cercando di svincolarmi ancora prima che potesse prendere il controllo su di me.
"Devi lasciarmi andare" ripetei nella speranza che cogliesse i diversi significati di quella mia affermazione, volevo che non mi toccasse e che si allontanasse da me ma ancora di più volevo che capisse una volta per tutte, che doveva dirmi addio poiché io ero pronto per farlo, prima però avrei dovuto sciogliere tutte i fili che ci collegavano e così come avevo già messo un punto alla nostra relazione d'amore, adesso avrei dovuto troncare il nostro rapporto lavorativo, sebbene entrambi mi avevano reso felice come nient'altro al mondo.
"Firmami le dimissioni cazzo" urlai ancora e proprio nel medesimo momento in cui ascoltai la mia stessa voce, mi resi conto che in tutta la mia vita non avevo mai alzato il tono come invece avevo fatto durante quella litigata nel suo studio; generalmente non ero un tipo che si arrabbiava con estrema facilità, caratteristica che stavo cominciando ad assumere anch'io a causa di Taehyung che mi stava portando all'esaurimento nervoso e il fatto che provasse a farmi cambiare idea su quell'argomento mi infastidiva maggiormente. Odiavo la maniera nelle quale aveva preso a trattarmi, era come se non volesse rispettare le mie decisioni, come se fossi un bambino in cerca di una guida e come se stessi sbagliando tutto quando in realtà per me e in quel momento, quella era la scelta più giusta che potessi intraprendere e non volevo ostacoli. Non potevo permettere che Taehyung mi convincesse a fare quello che lui desiderava che io facessi, non lo avrei accontentato come invece avevo cercato di fare durante tutte la nostra conoscenza, pensai che per una volta avrei voluto mettere me al primo posto piuttosto che lui o la sua felicità. Pensai che probabilmente Taehyung non mi stesse riconoscendo e non stesse notando alcun comportamento familiare in me poiché non ero mai stato così con lui; avevo sempre provato a compiacerlo e alle volte avevo anche smussato parti del mio carattere pur di rendere coinvolto lui o pur di farmi accettare e desiderare eppure solo in quel preciso instante, mi resi conto di quanto sbagliato fosse il comportamento che avevo assunto in precedenza. Volevo poter essere me stesso e questo valeva a dire anche risaltare quelli che da sempre erano stati i miei valori sebbene da qualche tempo li avessi messi da parte o addirittura pareva che me ne fossi scordato completamente; ero da sempre stato contro la violenza fisica, contro gli insulti, le minacce, le brutte parole, cercavo di essere nel giusto e soprattutto dalla parte dei buoni e Taehyung da qualche settimana ormai non mi sembrava più far parte di quella categoria, al contrario mi sembrava interpretare il ruolo del cattivo ed io pensai di non voler averci più niente a che fare.
"Non te lo ripeterò un'altra volta d'accordo?" intimai prendendo coraggio. "Firmami queste cazzo di dimissioni o giuro che mi metto a raccontare tutto quello che so" dissi riferendomi a quello che lui stesso mi aveva raccontato a Seoul sebbene sino a quando fossi stato un minimo cosciente o avveduto, non mi sarei mai permesso di spifferare il suo passato in una maniera tanto vile. Avrei potuto ricattarlo ma mai avrei l'avrei fatto davvero, dunque seppur non volendo usare quella tattica che sapevo potesse risultare contro producente o a mio sfavore, mi ritrovai comunque a pensare che potesse essere l'unico modo per metterlo alle strette e costringerlo così a fare quello che ormai da qualche minuto stavo tentando di imporgli.
"Possibile che questo sia il tuo unico pensiero?" sbraitò arrabbiato tanto quanto me, se sino a quel momento aveva provato a contenersi o ad usare le buone maniere, adesso lo avevo portato al limite e anche lui, come me, stava per esplodere. Eravamo due bombe pronte a far saltare in aria l'intero edificio poiché entrambi avevamo qualcosa a cui fare affidamento e purtroppo non era più la fiducia che provavamo l'un per l'altro ma più un rammarico frustante che ci avrebbe ben presto portato ad una incrinatura irrimediabile. "Possibile che non ti importi più di me? Che pensi solo a te stesso da quando hai scoperto la verità sul mio conto?" continuò a porgermi delle domande frustato, ma ebbi l'impressione che non volesse realmente una risposta da parte mia piuttosto voleva farmi capire la maniera nella quale da giorni lo stavo facendo sentire. Mi rendevo conto di quanto avessi potuto procurargli del male ma era più forte di me, non riuscivo ad andare contro il mio buon senso e lasciar correre come invece aveva fatto Yoongi con Jimin, io non ne ero in grado o almeno non ero in grado di farlo in quel momento; era ancora troppo presto per poter chiedere di mettere una pietra sopra tutta quella storia, non ero pronto e non sapevo con certezza quando lo sarei stato o se lo sarei stato. In quell'instante non vi era nulla di certo in quella relazione se non l'innegabilità del dolore che ci eravamo inflitti a vicenda, dunque indubbiamente la cosa migliore sarebbe stata quella di dirci addio, sebbene entrambi sapessimo che per quanto quella parola avesse un significato differente, in realtà noi l'avremmo intesa solo come un semplice arrivederci.
"Taehyung" pronunciai cercando di calmarlo e di calmare specialmente me stesso.
"No sta zitto cazzo" gridò ancora lui, preso ormai dalla collera di quelle verità che erano uscite dalla sua bocca e che io avevo provato ad evitare. "Da quando sei diventato così Jungkook?" chiese ancora con la voce spezzata dal pianto. "Da quando sei diventato così egoista nei miei confronti?"
"Hai ucciso una persona porca troia" ancora una volta mi innervosì sebbene qualche secondo prima avevo tentato e pensato di poter ragionare insieme tuttavia mi resi conto di quanto impossibile fosse. Io portavo troppo rancore nei suoi confronti e lui d'altro canto era troppo deluso dal mio atteggiamento e da quel mio lato individualista, lo stesso che fino a quel momento non gli avevo mai dato modo di conoscerlo.
"Era un pezzo di merda" provò a difendersi ormai con le lacrime agli occhi, era sul punto di piangere ma cercai comunque di non farmi intenerire.
"È la stessa cosa vuoi capirlo? È il gesto che mi terrorizza" ammisi forse per la prima volta e lo vidi colpito da quelle mie parole, come se non le aspettasse. La sua espressione mutò d'un tratto e per un secondo mi parve di averlo persino colpito con un oggetto, quando in realtà avevo solamente usato la forza delle parole, che erano state più pungenti e dolorose di un possibile pugno.
"Hai paura di me Jungkook?" sussurrò, forse sperando di ricevere una risposta negativa da parte mia, avrei voluto annuire cosicché si rendesse conto sino a che punto mi aveva portato e sino a che punto era arrivata la mia considerazione su di lui eppure per non ferirlo maggiormente mi limitai a stare in silenzio. "Pensi che io possa farti del male?" continuò pretendendo una replica da parte mia. "Rispondi" urlò ancora, facendomi sussultare per lo spavento tuttavia non ebbi modo di pensare a cosa dire poiché sebbene mi avesse pregato di rispondere, mi parlò sopra facendomi perdere un battito a causa di quelle parole.
"Non pensi che mi stai già mettendo nella condizione di poterlo fare?" era serio mentre io mi ritrovai ad aggrottare le sopracciglia confuso e pensai che se la sua intenzione fosse quella di mettermi paura, ci stava riuscendo benissimo.
"Ma che stai dicendo Taehyung?" bisbigliai andandogli incontro senza nemmeno accorgermene, io non ero sicuro di aver colto l'essenza di quella frase ma mi aveva spinto a credere che facessi bene a provare paura nei suoi confronti e che per quanto fingessimo che non fosse così, vi era il passato a poterlo dimostrare e soprattutto a potercelo ricordare. Quel mio atteggiamento andava naturalmente contro di me e contro la mia incolumità tuttavia avrei fatto peso sull'amore che diceva di provare verso la mia persona, pur di uscire da quella situazione che cominciava a non piacermi più. Io non avrei mai voluto fraintenderlo sebbene tutto mi dimostrasse, ancora una volta, che il rapporto di tutti i concetti che mi avevano spinto ad essere lì in quel momento e con quelle motivazioni, fossero corretti.
"Io non lo so" disse semplicemente con un tono di voce stanco e chiudendo gli occhi come se fosse ormai privo di qualsiasi forza. Vederlo in quelle condizioni mi fece dapprima storcere il naso e solo dopo mi fece sospirare e crollare ogni tipo di difesa e allo stesso tempo mi fece crollare tutte le armi che avevo intenzione di usare ancora tuttavia mi ritrovai a credere che non ci fosse più bisogno di attaccare poiché Taehyung era già abbastanza logorato e vulnerabile, forse anche più di me che fingevo ancora di essere forte nonostante tutto. Il biondo indietreggiò di poco sino a poggiarsi con le mani sulla scrivania bianca del suo studio, quando la tastò come per essere sicuro di averla dietro, si lasciò andare e cadere sino a toccare il pavimento; si sedette per terra e quando alzò il viso verso di me mi resi conto che le lacrime che prima minacciavano di uscire dai suoi occhi, erano già solcate tutte fuori e stavano già percorrendo le sue guance colorate di un leggero rosa che gli dava un aria da bambino, facendomi così sciogliere come un ghiacciolo al sole.
Quella visione davanti a me mi riportò con la mente alla nostra prima litigata: eravamo a casa di Jimin e quella mattinata seguiva la volta in cui Taehyung scoprii che lavorassi in uno strip club, la stessa sera dunque che aveva picchiato il proprietario del locale. Il biondino si era chiuso in bagno pur di nascondere il suo improvviso pianto, dettato dai sensi di colpa per quello che mi aveva fatto allora, eppure malgrado la discussione e la delusione causata dal fatto che aveva preso una decisione per me senza neppure prima consultarmi, riuscii subito a perdonarlo a differenza di quella volta che non riuscivo neppure a vedere un barlume di speranza. In quel caso, anche se avessi voluto, il perdono non mi ero concesso darglielo poiché l'atto che mi aveva fatto scattare dei campanelli di allarmi, così come quella dannata voglia di separarmi da lui in maniera definitiva, era scaturita da qualcosa che non riguardava me in prima persona o noi come coppia, bensì da una questione del suo passato che non poteva essere aggiustata in alcuna maniera.
Sapevo che una parte di me non avrebbe mai potuto mettere da parte un crimine come quello e d'altra parte ero consapevole che neppure Taehyung, in tutti quegli anni, lo aveva fatto. Per lui era ancora più difficile di quanto potesse essere per me tuttavia vi era una differenza tra noi: io avrei potuto scegliere di stargli lontano mentre lui non avrebbe mai potuto scegliere di rimanere a distanza da se stesso e di conseguenza dalle sue terribili colpe. Lui era in trappola da se stesso al contrario io ero ancora in tempo per potergli sfuggire.
Ad ogni modo mi accorsi solo in quel momento di aver inteso male le precedenti parole di Taehyung e improvvisamente mi sentii uno stupido e quasi colpevole ad aver potuto pensare una cosa di quel genere sul suo conto; avevo colto in lui una specie di minaccia, un'avvertimento o un modo per dirmi che prima o poi, se avessi continuato con quell'atteggiamento che lo irritava parecchio e che dunque me lo metteva contro, avrei finito per pagarne le conseguenze. Tramite quella domanda mi avevo fatto credere che a causa delle mie scelte, Taehyung si sentisse legittimato a mettermi le mani addosso o peggio ancora a fare con me quello che aveva fatto al padre eppure era stata solo una mia impressione, probabilmente dettata dalla paura che si faceva sempre più grande dentro di me eppure quella volta mi sbagliavo. Taehyung si era chiaramente espresso male ma la volontà delle sue parole erano volte nel senso opposto da come invece io le avevo interpretate; era solo una maniera sottile per poter dire che se avesse voluto, avrebbe già potuto farlo così pensai che se non l'avesse fatto, significava che non l'avrebbe fatto mai.
Avevo compreso il suo ragionamento sebbene il mio timore non fosse diminuito affatto. Era impossibile per me pensare che sarei potuto essere per lui un'eccezione alla regola, poiché d'altronde non lo ero mai stato, considerato che in passato aveva picchiato anche me senza alcun scrupolo o senso di coscienza.
"Possibile che tu ti sia già dimenticato tutto quello che io ho fatto per te?" si disperò ancora singhiozzando e portandosi le mani prima sui capelli e dopo sugli occhi, che prese a strofinarli con forza come per interrompere quelle incessanti lacrime che continuavano a percorrere il suo viso. Conoscendolo probabilmente non avrebbe mai voluto farsi vedere in quelle condizioni tanto fragili da me, che invece parevo essere solo posseduto dalla voglia di andare via e non rivederlo più per il resto dei miei giorni.
"Io non ho dimenticato nulla" provai a sussurrare gentile, per la prima volta da quando era scattato l'anno nuovo. "Taehyung non potrei mai dimenticare le cose che hai fatto per me ma allo stesso modo non posso dimenticare quello che hai commesso da ragazzino, è più forte di me" cercai di fargli capire una volta per tutte.
"Io sono passato oltre tante cose pur di rimanere al tuo fianco" mi rinfacciò inaspettatamente, malgrado avessi ormai cessato ogni ostilità nei suoi confronti. "Ho fatto davvero di tutto per te sia concretamente che a livello personale, mi sono modificato per te e per l'amore che provo nei tuoi confronti" cercò di spiegare forse perché avrebbe solo voluto lo stesso trattamento da parte mia.
"È diverso, anch'io per te ho messo da parte molto cose" gli ricordai poiché pareva aver messo in conto solamente i suoi sforzi, mettendo dunque nel dimenticatoio i miei.
"Tu mi hai tradito Jungkook, devo ricordartelo!" strepitò a denti stretti, facendomi addolorare per l'umiliazione di quello che credevo fosse ormai solo un ricordo. Quelle parole furono per me una lama sul petto e mi ritrovai a scuotere la testa deluso da quel peccato riportato a galla con tanta felicità; aveva ragione ad essere ancora adirato per ciò che avevo fatto e forse quella cicatrice era un modo per confermare non solo la nostra incompatibilità ma anche il nostro legame ormai danneggiato da troppi fattori irreparabili.
"Sei uno stronzo" sussurrai mordicchiandomi il labbro.
"Ti sto solo rinfrescando la memoria" disse tirando su con il naso, aveva già smesso di piangere. "Io non mi sono mai sentito costretto a perdonarti perché sono innamorato di te, ecco perché mi è venuto facile farlo" ammise mozzandomi il respiro. Avevo aspettato quelle parole da sempre, allora ora perché non ero felice di averle finalmente sentite?
"Io allora mi sentirei costretto a perdonarti" sussurrai con lo sguardo basso tuttavia ebbi modo di poter notare il viso di Taehyung alzarsi di scatto a quella mia affermazione; non l'avrei perdonato e quello era per me una certezza assoluta, non avrei cambiato idea. "Io non provo più nulla per te" dissi ancora, sperando che lo comprendesse.
"No, non è vero" si affrettò a dire cercando di alzarsi per avvicinarsi alla mia figura. "Stai mentendo" era convinto di quelle parole, forse più sicuro di quanto fossi io delle mie. "Mi è impossibile crederti dopo tutto quello che abbiamo passato, stai solo cercando di convincere una parte di te stesso" se da una parte Taehyung continuava a pregarmi e a convincermi di star sbagliando tutto, dall'altra io continuavo a dubitare di lui.
"Mi dispiace Taehyung" scrollai le spalle e mi avvicinai alla scrivania dove sotto il suo sguardo attendo e ancora quasi incredulo, presi una penna in mano. "Firma e sono sicuro che dopo entrambi ci sentiremo meglio" dissi aprendo i cassetti nel tentativo di trovare dei fogli bianchi e immacolati cosicché potesse usarli per compilare la procedura delle mie dimissioni.
"Mi sentirei meglio se tu provassi a capirmi per una volta" alzò nuovamente la voce alla visione di quella mossa che mi avvicinava sempre di più al mio volere e allo stesso tempo a quello che a lui non approvava. "Ricordi quando all'ospedale mi dicesti di mettermi in secondo piano per poter vedere chiaramente la situazione attorno a me? Oppure quando mi hai detto di voler ricevere affatto per una volta? Ecco io vorrei poter dire lo stesso adesso ma tu non sembri più intenzionato a volermi ascoltare" continuò mutando ancora il suo tono di voce; era assurdo il modo in cui passavamo dal parlare normalmente ad urlare, poi a voler piangere e poi a gridarci contro di nuovo.
Deglutii e lo guardai senza replicare, quelle parole mi facevano sentire in difetto tuttavia non avevo più nemmeno le forze di continuare a litigare così avrei semplicemente aspettato che si calmasse e che si sfogasse, dopo di che l'avrei obbligato con la forza pur di fargli afferrare quella dannata penna.
"È vero Jungkook, io ho ucciso mio padre ma tu non sai cosa significa provare paura di tornare nella tua stessa casa, non sai cosa significa ricevere continue offese e schiaffi dalla persona che invece avrebbe solo dovuto amarti più di chiunque altro, non sai cosa significa rimanere completamente da solo e prendersi responsabilità che prima neppure eri in grado di comprendere" sputò con tanta rabbia ma anche con tanta tristezza, forse per il ricordo di tutte quelle bestialità che aveva dovuto vivere dopo la morta della madre o forse solo per il fatto che sapesse di non avere da parte mia un appoggio. "Pensi che tu sia l'unico ad aver reagito male a questa verità? Sono stato io a mettere fine alla vita di mio padre e pensi che per me sia stata una passeggiata? Pensi che io sia stato soddisfatto dopo o addirittura alleggerito da quella mia cazzo di mossa?" abbassai lo sguardo quando fece un passo verso di me.
"Io ho cominciato ad avere paura proprio come te, avevo paura di guardarmi allo specchio e ci sono stati giorni in cui avevo persino paura della mia stessa ombra" continuò a parlare e in quel momento mi resi conto che non solo non avevo mai provato a comprendere come potesse essersi sentito dopo aver ucciso suo padre ma non avevo neppure per un secondo, provato a mettermi nei suoi panni. "Con la differenza che io non potevo sfuggire da me stesso" disse poggiandosi una mano sul petto, come se stesse per sentirsi male. "Jungkook neanche tu puoi sfuggirmi" assodò convinto delle sue parole e quasi mi misero soggezione, un brivido percorse la mia schiena e così mi ritrovai a mettere nuovamente l'acceleratore cosicché potessi lasciare quello studio una volta per tutte.
Pensai che forse ferire i suoi sentimenti e il suo orgoglio fosse la scelta giusta per potergli far mollare la presa su di me e così feci, nonostante al solo pensiero di ciò che avrei voluto dirgli, provai un forte dolore al cuore eppure mi costrinsi a trovare il coraggio di dire quelle parole che non credevo potessero mai uscire dalla mia bocca. Avrei accettato di distruggere ogni sua aspettativa e ogni suoi sogno pur di rialzare me stesso, nella speranza però che un giorno, avremmo entrambi reso quei bellissimi ricordi sempre più pallidi sino a scordarli del tutto.
"Taehyung io non sono più innamorato di te" ammisi con l'amaro in bocca e forse quelle parole fecero più male a me che a lui tuttavia non mi diedi modo di approfondire le mie stesse emozioni poiché ero troppo assordito in quelle che erano le mie volontà. "E ora ti prego di firmarmi le dimissioni così posso finalmente andare via" continuai mantenendo un tono di voce stabile sebbene i miei pensieri e i miei sentimenti fossero spezzati, completamente rotti in mille pezzettini e forse ormai anche impossibili da riparare.
Gli occhi del biondo che avevo pensato potessero ingrandirsi nell'udire quella frase, in realtà si assottigliarono sino a rilassarsi del tutto e si prese qualche secondo per potermi osservare bene, dopo di che spostò la sua attenzione verso un punto dinnanzi a lui e prese a contemplare il vuoto tuttavia glielo concessi cosicché poi avesse potuto arrendersi.
"Allora come preferisci" mormorò a quel punto e quelle parole paradossalmente mi misero più ansia di tutte quelle che aveva pronunciato precedentemente, Taehyung era senza dubbio un ragazzo singolare e malgrado avessi imparato a conoscerlo bene, era infattibile per me poter comprendere le sue eventuali mosse o ancora peggio i pensieri che gli passavano per la testa. Automaticamente difatti feci un passo indietro quando lui si avvicinò a me ma pensai di essere stato uno stupido, quando capii che volesse solamente sfilarmi la penna dalle dita; quando lo fece strinsi i pugni e mi morsi il labbro sentendomi già terribilmente in errore.
Avrei dovuto fermarlo e chiudergli scusa?
Lo guardai piegarsi sulla scrivania e così pensai che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei rivisto, l'ultima volta che i miei occhi avrebbero guardato i suoi capelli biondi che seppur sempre curati, cominciavano a diventare quasi castano scuro a causa della troppo ricrescita e i suoi occhietti luminosi sebbene in quel momento risultassero tanto stanchi e delusi. Quello sarebbe stato l'ultimo momento che avremmo condiviso insieme e le mie ultime parole sarebbero state le più crude che avrei mai potuto rivolgergli, mi sentii improvvisamente una merda ma non potei far nulla per sentirmi meglio poiché ero deciso e consapevole di ciò che con tanta insistenza gli stavo chiedendo.
Taehyung scrisse qualcosa sul foglio bianco che avevo preso dal suo cassetto ma prima di porgermelo, uscii anche una cartella di documenti che mise al di sotto di quello, dopo di che rivolse lo sguardo verso di me e mi ripose la penna.
"Ora puoi firmare" disse come se fosse una ripicca, era evidentemente scosso e quasi risentito nei miei confronti, come era giusto che fosse tuttavia non mi focalizzai né su ciò che stava provando a causa mia e né sui fogli sotto di me, semplicemente colsi la palla al balzo per poter usufruire di quell'inchiostro per poter mettere la firma su quelli che avrebbero sancito sia il mio licenziamento che la nostra relazione. Poggiai la punta sul foglio e senza pensarci ulteriormente stilai il mio nome e il mio cognome credendo di aver finito tuttavia Taehyung alzò di poco il primo foglio e mi fece firmare una seconda volta; senza obiettare lo feci e dopo di che alzai il viso per poter incontrare i suoi occhi per l'ultima volta.
Io avevo appena firmato le mie dimissioni ed ero quasi felice di aver impugnato quella penna e di aver così scritto e sancito la fine di quella che era stata per me un'avventura meravigliosa che però adesso non vedevo l'ora finisse, ero sollevato di aver compiuto quel gesto ed ero lieto che Taehyung me l'avesse concesso tuttavia non potevo ancora sapere che quel giorno avevo anche firmato la mia condanna a morte, che sarebbe poi diventato il mio peggior incubo.
Spazio Autrice
Che posso dire, innanzitutto scusate tanto l'attesa ma questi capitoli risultano essere pesanti anche per me e non sono riuscita a scriverlo prima, spero non accada più anche perché ormai manca davvero poco all'epilogo e non vedo l'ora.
Taehyung e Jungkook si saranno davvero lasciati definitivamente o c'è ancora qualche speranza per loro due? Ma soprattutto non trovate strano che Taehyung abbia accettato le dimissioni del ragazzo che non vuole lasciare andare? mh mh pensiamoci intensamente, almeno sino al prossimo aggiornamento^ bye bye
-Federica
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