60. Ad un passo

In quel momento mi sembrò di aver definitivamente perso la percezione di tutte le cose che mi stavano attorno, tutto quello che mi circondava pareva essere solo frutto della mia immaginazione come se tutte quelle persone fossero all'interno della mia mente, al contrario però stavano quasi assalendo il mio corpo tanto da farmi sentire soffocato e oppresso. Se non fosse stato per Taehyung probabilmente mi sarei sentito male sul serio, non solo la sua presenza mi aiutò a rimanere in piedi ma soprattutto mi aiutò a comprendere la situazione sotto il suo punto di vista: mi stava difendendo oltre tutto.

Le sue braccia erano distese in orizzontale come se volesse farmi da barriera con il suo corpo, come se quella potesse impedire di oltrepassare o raggiungere i giornalisti e viceversa. Mi sentii al sicuro tramite quel gesto tuttavia in cuor mio sapevo che fosse lui quello importante tra noi e quello su cui puntavano i media, io avrei dovuto proteggerlo e magari prendere il suo posto cosicché nessuno avesse potuto registrare o pubblicare altri contenuti che avrebbero potuto diffamarlo con notizie vere ma del tutto ingrandite, come d'altronde il mondo giornalistico era solito fare con tutti.

"Se risponderete a qualche domande vi lasceremo andare"

"No in realtà credo che ci lascerete andare a prescindere" rispose con fermezza e con una sicurezza che non avevo mai percepito nelle sue parole, tanto che spaventò anche me che in teoria ero dalla sua parte.

"Guardati in torno per un attimo, sei circondato da giornalisti, telecamere costantemente accese e da mezza popolazione di Seoul che è semplicemente venuta qui per godersi il capodanno" sussurrò come se le sue parole avessero lo scopo di essere ascoltate solamente da noi due. "Eppure sono sicuro che sarebbero estremamente appagati di imbattersi in una polemica tanto discussa" sebbene il suo discorso fosse un po' restio di contenuti, riuscii comunque a comprenderne il succo: era come se fosse una specie di avvertimento come per dire "non potete fare alcun passo falso perché siete circondati da persone che vi verrebbero subito contro" dunque era un modo carino per dirci che eravamo in trappola e che l'unico modo per uscirne puliti fosse quello di evitare le controversie e rispondere alle loro questioni.

"Mi sembra che sei in una situazione già complessa" gli fece notare infine come per convincerlo definitivamente e sebbene Taehyung desse l'impressione di essere accondiscendente, in realtà sapevo quanto imprudente potesse essere ed ero sicuro che non si sarebbe mai accontentato della soluzione di qualcun altro, al contrario ne avrebbe trovata una tutta sua per sfuggire a quel problema.

"Dopo gli ultimi scoop sul figlio della famiglia Kim la situazione sembra essersi calmata ma chiediamo direttamente ai due interessanti" si intrufolò una donna che fece segno al cameraman di avvicinarsi a noi. "Jungkook hai più rivisto Kim Mingyu dopo la rissa avvenuta in azienda? Credi che le cose tra voi si possano aggiustare?" domandò sfacciata ma non ebbi modo di replicare poiché Taehyung sembrava volersi prendere tutte le responsabilità, come se cercasse in tutti i modi di evitare di danneggiare gli altri o forse semplicemente aveva paura che io potessi peggiorare quella circostanza, come d'altronde continuavo a fare da quando mi aveva dato la possibilità di entrare a far parte del suo lavoro.

"Non è tenuto a rispondere alle vostre domande" ringhiò a denti stretti, quella domanda probabilmente gli aveva fatto più male delle altre, motivo per cui non mi diede neppure il tempo di azzardare una risposta tuttavia anch'io mi feci avanti automaticamente.

"Neanche lui lo è" parlai poiché odiavo il fatto che volesse in qualche modo primeggiare anche in quella circostanza e soprattutto perché non volevo che fosse il solo a difendermi, anch'io volevo poter difendere Taehyung malgrado fossi leggermente più insicuro di lui. Il giorno prima gli avevo detto che potevamo superare ogni cosa ma solo se fossimo rimasti uniti, in quel momento però per quanto io pensassi a lui e lui pensasse a me, non stavamo collaborando affatto.

"Io lo sono invece" ripeté voltandosi verso di me con uno sguardo che mi fece rimanere di sasso poiché ormai avevo imparato a conoscerlo e quella era decisamente lo sguardo che faceva quando era incazzato. Deglutii pentito di ciò che avevo appena detto poiché sebbene le sue parole fossero rivolte ai giornalisti in una maniera quasi sottile, sapevo che in qualche modo erano rivolte anche a me. Era come se volesse rimproverarmi però senza farlo capire alle altre persone e in certo senso anche se mi ero incupito a causa del suo tono di voce, avrei dovuto ringraziarlo.

"Non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità e non lo farò neppure adesso, risponderò al vostro interrogatorio ma solo una volta tornato a Busan" si impose rilassandosi mentre io al contrario ero più teso. Ero talmente coinvolto in quella storia che avevo quasi dimenticato la quotidianità, non ricordavo neppure cosa fosse la monotonia da quando l'avevo conosciuto e mi aveva reso partecipe di così tante pazzie e avvenimenti asfissianti che in qualche modo mi avevano indebolito mentalmente.

Gli uomini e le donne dinnanzi a noi si guardarono a vicenda come per capire se continuare con le loro molestie o andarsene e lasciarci in pace definitivamente tuttavia nessuno di loro sembrò voler mollare. Di certo non era facile imbattersi nel più celebre imprenditore della Corea che per altro era coinvolto in un mezzo scandalo, era quasi naturale che non volessero mollare la presa su di lui, al loro posto probabilmente neppure io l'avrei fatto.

"Richiesta respinta signorino Kim" parlò lo stesso uomo di prima e sembrò volesse aggiungere altro tuttavia Taehyung non gli diede modo di farlo poiché partì in quarta, come d'altronde credevo avesse fatto sin dal primo istante eppure si era trattenuto fino a quel momento.

"Allora sa cosa le dico signor ficcanaso?" disse sporgendosi verso di lui e quella sua mossa mi fece sentire particolarmente nudo, solo in quell'attimo infatti mi accorsi di come con il suo corpo stava cercando di fare scudo su tutti noi, e non solo su di me. Io ed i miei amici eravamo in cerchio, spalle contro spalle come se davanti a noi ci fossero i nemici più pericolosi del pianeta terra, in verità eravamo solo stati colti dalla sprovvista.

"Se ne vada a fanculo" disse cercando la complicità di Jimin, che trovò neppure un secondo dopo mentre io e miei amici rimanemmo fermi per un po', giusto il tempo di capire le intenzioni di quei due e soprattutto di capire a cosa stessimo andando incontro. 

Avrei voluto fermare le sue follie ma non sapevo se fosse la cosa giusta da fare e d'altro canto volevo che fosse lui a scegliere per tutti noi visto che non solo era effettivamente il protagonista di quella vicenda ma soprattutto dal momento che avevo l'impressione di aver scelto io per troppo tempo, ragion per cui la sua barriera era crollata. Era tutta colpa mia dunque sebbene una parte di me mi ripeteva di bloccare le sue azioni, di provare a farlo ragionare e quindi di trovare un compromesso che avrebbe giovato sia noi che i giornalisti dall'altro ero quasi contento che la mia presenza non contasse nulla, la mia opinione in quel momento era completamente futile per lui poiché era il solo a dover decidere, così semplicemente non solo lo lasciai libero di fare ciò che preferiva ma ero anche pronto a seguirlo in ogni caso. Avrei copiato le sue azioni senza chiedermi se fossero state giuste o appropriate e proprio come un effetto domino, i miei amici avrebbero seguito le mie e così senza neppure un piano o un comando, ci trovammo ad eseguire l'iniziativa di Taehyung proprio come se avessimo già da prima uno schema ben programmato.

Taehyung scattò in avanti con una rapidità che neppure io che ero uno sportivo mi sarei aspettato, avrei dovuto immaginarlo dal momento che glielo avevo visto fare spesso, soprattutto quando lo facevano arrabbiare particolarmente e dunque non rimasi stupito da quel suo gesto bensì da quello consequenziale di Jimin. Come legati da un filo immaginario si mossero nello stesso momento e mi diedero l'impressione di essere collegati mentalmente talmente tanto fossero sincronizzati: Taehyung spinse l'uomo che l'aveva provocato anche abbastanza mentre Jimin si occupò di spostare le telecamere dal lato opposto e così in men che non si dica anche noi ci movemmo e collaborammo per poter scappare da quello che sembrava più un sequestro visto che ci avevano circondato e vietato di sottrarci da quella specie di intervista non desiderata.

Hoseok, Yoongi e Ryujin si unirono a Jimin e insieme cercarono di spostare tutte le telecamere, sia per non inquadrare il biondino sia per farci spazio nel tentativo di lasciare quel posto che cominciava a diventare sempre più una specie di gabbia, mentre io allontanai quanta più gente possibile e tolsi loro anche i microfoni che avevano in mano, buttandoli così per terra.

"Non c'è niente da sentire qui" esclamai spezzando le lunghe aste che fino ad allora avevo visto solo ed esclusivamente nei dietro scena di qualche film, servivano per tenere stretti i microfoni e portarli accanto all'intervistato nonostante la distanza del reporter. Potei udire qualche lamentela da parte di qualcuno fin troppo suscettibile e a quel punto trovai persino divertente rompere i microfoni con cui volevano a tutti i costi farci affondare tramite i loro quesiti spinosi. "Levatevi dal cazzo" urlai con disprezzo perché quei pezzi di merda ci avevano rovinato gratuitamente il capodanno che avevamo pianificato per passare nei migliori dei modi tuttavia proprio come le altre feste, pareva essere rovinato per colpa loro. Dentro di me nacque un improvvisa rabbia e con brutalità gli andai contro pressando su tutti i loro macchinari e persino su di loro tanto da far inciampare qualcuno. D'un tratto la situazione si fece più caotica considerato che anche altre persone si ritrovarono coinvolte o forse semplicemente si mischiano appositamente a quella specie di rissa che avevamo creato.

Mi girai per controllare la situazione dietro le mie spalle e vidi Jimin mollare le telecamere per andare verso Taehyung, gli afferrò la mano e lo bloccò prima che ricadesse nello stesso errore precedente, quello che io gli avevo lasciato commettere e dunque mi resi conto della differenza tra me e il suo amico di sempre. Lui lo proteggeva da tutto, persino da se stesso mentre io non ne ero stato in grado, al contrario l'avevo buttato in mezzo ad uno scalpore che aveva danneggiato la figura che tanto avevo affinato. Jimin pareva essere la persona giusta per lui e per tutti i suoi problemi, era sempre in grado di capirlo, di assecondarlo e di aiutarlo nei migliori dei modi.

Perché non potevo fare lo stesso? Perché non ero capace di sorreggere Taehyung o anche solo di agevolare la sua vita? Da quando mi aveva permesso di stargli accanto sia privatamente ma soprattutto lavorativamente avevo solo creato disguidi quando in realtà il mio unico desiderio fosse quello di agevolarlo, così proprio come faceva il suo migliore amico senza alcun intoppo e senza il minimo sforzo, al contrario io per quanto tentassi di fare la cosa giusta, mi trovavo sempre a peggiorare la situazione.

Sapevo che non fosse il momento giusto per pensare di non essere abbastanza per lui tuttavia non riuscii a controllare i miei pensieri o a mettere a bada le mie emozioni contrastanti tuttavia quando posai nuovamente gli occhi su Jimin, mi accorsi che con un gesto del viso provò a richiamarmi. Di corsa mollai la presa e allo stesso tempo smisi di fare pressione sulla gente per avvicinarmi ai due.

"Dobbiamo allontanarci da qui, le cose cominciano a peggiorare" sussurrò Jimin e a quel punto smettemmo di fare una guerra che visibilmente non avremmo mai vinto e di conseguenza l'unica soluzione plausibile sarebbe stata quella di darsela a gambe e difatti cercammo una via per scappare da quella situazione che cominciava ad avere dell'incredibile. Era assurdo come le persone pur di arraffare qualcosa si spingevano oltre le buone maniere, trasformandosi in dei veri e propri cafoni.

Velocemente ci accovacciammo uno dietro e l'altro e provammo a sgomitare tra la folla pur di toglierci di dosso quelle videocamere che mi stavano facendo sentire sempre più a disagio e solo quando le persone intorno a noi cominciarono a diminuire, cominciammo a correre senza nemmeno prima riprendere aria, la stessa che quell'affollamento non previsto ci aveva quasi tolto.

"Ma che cazzo è successo?" gridò Ryujin con un tono di voce spaventato ma allo stesso tempo pareva desiderosa di capirne qualcosa, forse non era stata abbastanza aggiornata da Hoseok su quella particolare questione e sicuramente non aveva dato alcuna occhiata né ai telegiornali né alle news sul telefono. Di certo non era quello il momento giusto per poterle spiegare la ragione per cui eravamo stati accerchiati e quasi costretti a dover parlare e diventare merce di notizie, anche se infondo tutti sapevamo di esserlo appena diventati, soprattutto io e Taehyung e come se non bastasse era la seconda volta nel giro di pochi giorni. Noi avevamo deciso di sottrarci alle loro domande tuttavia ero scontato che quell'accaduto sarebbe stato centro di una nuova discussione, visto che avevamo prediletto e usato la violenza ancora una volta. Ad ogni modo nessuno rispose alla domanda e continuammo a camminare a passo svelto come se avessimo paura che potessero inseguirci, non solo per proseguire quella specie di interrogatorio forzato ma soprattutto avemmo paura di una possibile vendetta da parte loro, considerato che essendo giornalisti avevano comunque il coltello dalla parte del manico, e improvvisamente ebbi timore di leggere le prossime righe che ci avrebbero riguardato.

"Salite" ordinò Taehyung estraendo il piccolo telecomando dalla tasca del pantalone e cliccando sopra un bottoncino che fece scattare il suono dell'auto, così quando la riconoscemmo, ci intrufolammo tutti nella stessa macchina malgrado lo spazio non fosse conforme per sei persone. I nostri amici si strinsero nei sedili posteriori mentre io e Taehyung automaticamente entrammo dagli sportelli anteriori, subito dopo il biondo mise in moto e come una freccia lanciata da una corda di un arco, si avventò sulla strada.

"E ora?" chiesi debolmente tuttavia Taehyung non mi degnò di alcuna risposta, forse stava solo pensando a cosa dire o forse semplicemente non aveva alcuna intenzione di rispondermi.

Perché non potevamo vivere una festa normale proprio come tutti gli altri? Da quando ci eravamo fidanzati le cose peggioravano di giorno in giorno e cominciavo persino a rimpiangere i vecchi momenti in cui mi tormentavo con problemi sciocchi e sicuramente meno rilevanti o dannosi, che comunque al tempo credevo seri proprio come quelli che avevamo adesso.

"Taehyung rallenta, non ci seguiranno" lo rassicurò Jimin sporgendosi in avanti e mettendo una mano sulla sua spalla. "Stai tranquillo, siamo tornati ad essere solo noi" gli parlò proprio come si parlava ad un bambino, le sue parole erano perfettamente ponderate e mi voltai verso il biondo per vedere la reazione che gli facevano quelle parole. "Ci siamo noi" mormorò ancora e in quel momento sebbene fosse un pensiero del tutto egoista non riuscii a non sentirmi escluso da quella loro conversazione, mi sembrò di non sapere qualcosa di estremamente fondamentale e che continuavano a voler tenersi per sé. Mi venne quasi il magone a quell'idea nonostante fossi consapevole di non saper tante cose di loro ma soprattutto del passato di Taehyung. 

Io non facevo parte di quel noi.

"Sono tranquillo Jimin" disse con un tono di voce rilassato tuttavia i suoi gesti contraddissero la sua frase, visto che la presa sul volante si fece più stretta, tanto da far risultare le ossa delle nocchie leggermente più colorite del solito.

"Dove stiamo andando?" domandò Yoongi a quel punto ma non lo degnò di una risposta, proprio come aveva fatto con me. Mi chiesi a cosa stesse pensando o cosa provasse in quel momento tuttavia non riuscivo a comprenderlo, era qualcosa che non avrei mai capito se non mi avesse reso partecipe di quel quadro generale a me ancora sconosciuto, mi mancavano palesemente dei tasselli per avere chiara l'intera situazione e dunque era inutile anche sforzarsi di mettersi nei suoi panni poiché non avrei mai potuto intuire il suo stato d'animo.

Eravamo fuggiti da tante situazioni spiacevoli che avevamo creato noi in prima persona ma in tutte avevamo trovato il modo di divertirci poiché spinti dall'euforia e dall'adrenalina non ci rendevamo davvero conto delle nostre azioni. Avevamo sempre riso di quelle situazioni tuttavia quella notte Taehyung non era affatto in vena di ridere e non riuscii a capire se fosse preoccupato per la sua immagine evidentemente inclinata, deluso dal fatto che avessimo rovinato l'ennesima festa o che fosse semplicemente incazzato con me. Il nodo alla gola si faceva sempre più grande, da li a breve non sarei nemmeno più riuscito a parlare e proprio come Taehyung sarei rimasto in silenzio a pensare sino al giorno seguente.

Sentii Jimin sussurrare altre parole tuttavia non riuscii ad udirle ma tramite le specchietto retrovisore capii che si stesse rivolgendo a Yoongi, che probabilmente avrebbe fatto altre domande al biondo se il suo ragazzo non l'avesse fermato.

Chiusi gli occhi stremato e buttai la testa sul sedile morbido e pulito di quell'auto. Non sapevo dove stessimo andando, non lo sapeva nessuno di noi e probabilmente non lo sapeva neppure Taehyung però probabilmente nella sua testa qualsiasi posto sarebbe stato meglio del Lotte World Tower, visto che il chiacchiericcio aveva persino superato i rumori dei giochi d'artificio. Avevamo semplicemente preso la macchina pur di scappare da quel luogo affollato ma non conoscendo le strade di Seoul, non sapevamo bene dove altro andare ed ero sicuro che ci saremmo persi se Taehyung avesse continuato con quell'andazzo strafottente. Mi rendevo conto che fosse il protagonista di quel fatto e che se fosse accaduto qualcosa di irrimediabile sarebbe stato l'unico a pagarne le conseguenze ma non era il solo, ci eravamo ormai tutti dentro perciò quel suo comportamento stava cominciando a irritarmi sul serio tuttavia rimasi in silenzio ancora un per un po'. Solo quando imboccò l'autostrada mi allarmai e di conseguenza mi voltai verso gli altri, notando che più o meno in viso avevamo tutti la stessa espressione preoccupata.

"Taehyung dove cazzo stiamo andando?" urlai. "Ti vuoi fermare?" continuai dal momento che sembrava aver fatto un voto di silenzio, il che mi infastidiva maggiormente. "Taehyung mi vuoi ascoltare, accosta o mi metto ad urlare"

"Stai già urlando" sembrava che volesse innervosirmi più di quanto non lo fossi già ma perlomeno mi aveva rivolto la parola il che mi diede la speranza che la sua testa non fosse in un loop pericoloso che ci avrebbe portato a fare un incidente. Era lucido e questo mi bastò per tranquillizzarmi tuttavia volevo ancora che fermasse quella dannata auto perché quelle strade non ci avrebbero portato a nulla di buono, al contrario ci avrebbero solo allontanato dall'hotel.

"Taehyung fai come ti dice" si accodò l'arancione dandomi ragione ma quella volta non diede ascolto neppure a lui così mi slacciai la cintura di sicurezza e mi sbilanciai verso di lui. Poggiai le mani sul volante senza una reale intenzione, forse volevo solo che si confondesse e che fosse così costretto a fermarsi tuttavia l'unica cosa che causai fu uno sbandamento delle ruote e di conseguenza anche l'auto uscì fuori strada facendo allarmare tutti.

"Che cazzo fate? Volete ucciderci tutti?" anche Hoseok aveva preso a parlare, la prima volta da quando eravamo entrati in macchina. Gli animi di tutti erano chiaramente agitati e saremmo ben presto arrivati ad una lite se non avessimo trovato un compromesso, cosa che ero disposto a fare ma solo quando Taehyung si sarebbe definitivamente fermato.

"Levati dai coglioni Jungkook" mi spinse con un gomito visto che non aveva alcuna intenzione di togliere le mani dal volante e a quel punto cercai persino di alzarmi dal sedile pur di bloccare le sue manovre. Io non sapevo affatto guidare e non volevo neppure farlo dunque non ero in grado di arrestare l'auto senza il suo aiuto difatti ero solo intenzionato a far ragionare quella testa calda di Taehyung tuttavia tutto divenne ancora più complicato quando anche Jimin si mise in mezzo. Si sporse verso di noi come per aiutarci ma nel giro di qualche secondo mi accorsi che in realtà aveva messo le mani solo addosso a me come se volesse riportarmi al mio posto e il che mi diede sui nervi. Gli altri nel frattempo continuarono a farfugliare qualcosa che non riuscivo neppure più a comprendere: era il caos più assoluto e sarebbe successo una tragedia se in quell'istante l'auto non si fosse fermata per conto suo.

Un rumore inaspettato scoppiettò all'interno del motore che fece arrestare le ruote della macchina come con un semplice tasto automatico, d'istinto sussultammo tutti ed io mi rimisi al mio posto con il respiro leggermente affannato. Un rombo causato probabilmente dalla troppa accelerazione ci aveva probabilmente salvato la vita tuttavia eravamo troppo scossi e allo stesso tempo troppo incazzati l'uno con l'altro che non solo non avevamo compreso la gravità della situazione ma continuavamo a covare un risentimento che non ci avrebbe portato da nessuna parte.

"Ma che cazzo di macchina hai affittato?" esclamò Yoongi, facendo così notare l'ennesimo problema della serata.

"Si è rotta" aggiunse Ryujin.

"È ovvio con tutto il casino che fate, avreste fatto esplodere anche un intero palazzo" si lamentò anche Hoseok mettendosi una mano sulla fronte.

"Come la riportiamo indietro?" chiese infine Jimin, rimettendosi apposto. "Ma poi dove schifo siamo?"

"Zitti cazzo" gridò esasperato Taehyung lanciando un pugno sul volante e di conseguenza facendo scattare il clacson che mi fece spaventare tanto quanto le sue urla. "State zitti" ringhiò con un tono più basso, chinando leggermente il capo sul volante e per un secondo credetti che si stesse mettendo a piangere, dovetti però ricredermi immediatamente poiché con uno scatto veloce aprì lo sportello accanto a lui, fece il giro della macchina e venne ad aprire il mio.

"Scendi" ordinò e mi voltai verso di lui con uno sguardo corrucciato come se non avessi alcuna intenzione di eseguire le sue imposizioni ma la verità era che fossi solo terribilmente spaventato e mi stessi domandando del perché volesse che scendessi dall'auto. Non ero affatto in vena di fare una rissa e tantomeno di litigare con lui. Io non volevo litigare con Taehyung tuttavia lui sembrava avere un parere del tutto differente dal mio. "Ho detto scendi, sei diventato sordo" esclamò afferrandomi per il colletto e trascinandomi fuori dalla macchina con prepotenza.

"Lasciami" mormorai facendo anche una certa resistenza tuttavia le sua forza sia fisica che di volontà era molto superiore rispetto alla mia e di conseguenza non fece molta fatica nel strattonarmi fuori. "Mi fai male Taehyung" aggiunsi ma sembrò non importargli minimamente e a quel punto anche tutti gli altri si affrettarono ad uscire dalla macchina.

Le mani di Taehyung che prima si erano appigliati al colletto della mia camicia, ora stringevano strette le mie spalle e con un mossa veloce mi fece voltare dal lato opposto dove mi fece indietreggiare fino a farmi sbattere la schiena contro un muro. Cercai di contrastarlo ma i miei muscoli non si mossero più di tanto, era come se provassero a difendersi tuttavia la mia mente non mandava loro gli impulsi giusti per poterlo fare perché in fondo volevo sapere cosa volesse dirmi o cosa volesse farmi Taehyung, volevo vedere sino a dove si sarebbe spinto. Il suo respiro era caldo e si scontrò con la mia pelle fredda, i suoi occhi erano rabbiosi ma avevo ormai imparato a leggere dentro quelle iridi scure e sebbene potesse apparire solo ed esclusivamente colmo d'ira in realtà sapevo che fosse solo profondamente abbattuto, avrei osato dire infelice.

"È tutta colpa tua Jungkook" disse finalmente e da bravo masochista quel ero, era proprio quello che aspettavo mi dicesse. Ero stato impaziente di sentirglielo dire come se poi una volta appurato, mi sarei sentito magicamente meglio, al contrario però mi sentii peggio e fu proprio come un pugno allo stomaco. Non avevo nemmeno più il coraggio di guardarlo negli occhi. "Hai rovinato l'unica cosa che avevo nella vita ti rendi conto? In un attimo hai distrutto tutto quello che io per anni ho dovuto costruire nella speranza di tenere in vita il lavoro dei miei genitori" forse non l'avevo mai visto tanto agitato. "Tutto quello che ho fatto in questi anni ora è andato a puttane per colpa tua" non stavo capendo bene in realtà, mi stava urlando addosso talmente tanto che dovetti chiudere gli occhi per il dolore che quella sfuriata mi stava causando.

"Taehyung basta" esclamò Jimin che come sempre era l'unico che non aveva neppure la minima paura di lui o di una sua possibile reazione. "Lascialo" disse afferrandogli il polso tuttavia Taehyung fece resistenza, malgrado ciò l'arancione non smise di provare ad aiutarmi e solo dopo qualche altro minuto anche Hoseok e Yoongi cercarono di levarmi di dosso la presenza pesante del mio ragazzo che cominciava a farmi male sul serio tuttavia l'unico che cercava di calmarlo dall'interno e non al livello fisico, fu il suo amico.

"Tae torna a ragionare ti prego, guarda chi hai davanti a te" disse non mollando la presa per paura che potesse mollarmi un pungo da un momento all'altro. "È Jungkook" sussurrò provando a cullarlo con i suoi sussurri tuttavia non sembrava affatto funzionare, mi stava fissando negli occhi ma pareva talmente assorto nei suoi pensieri che non dava ascolto neppure a Jimin che stava senza dubbio tentando di fare leva sull'amore che diceva di provare per me. "Il tuo Jungkook" a quella frase Taehyung granò gli occhi e per un attimo pensai che si fosse appena pentito delle sue azioni, come d'altronde era solito fare ogni qual volta che seguiva troppo il suo istinto malato, quella volta però non fu così poiché le parole che aveva usato Jimin, calibrate in maniera giusta nella speranza di placare la sua rabbia, paradossalmente lo fecero agitare ancora di più.

"Lo vedo cazzo, ed è questo che mi fa incazzare di più" esclamò strattonandomi per farmi sbattere ancora contro il muro dietro di noi, questa volta però mi ritrovai a sussultare per il male che mi provocò poiché quella botta mi fece colpire anche la testa e una smorfia di dolore mi spuntò sul viso, mi lamentai ma al contrario mi sembrò vedere Taehyung ridacchiare per la mia reazione. "E dovrebbe far incazzare anche te visto quello che sta succedendo" si rivolse verso Jimin ma io non capii a cosa si riferisse dal momento che ero completamente escluso dalle questioni serie del loro trascorso. "Lo sai anche tu che finiranno per scoprire tutto e sai pure che sei coinvolto tanto quanto me" parlò ancora a denti stretti, come se fosse arrabbiato persino con lui e a quel punto la mia confusione non fece che aumentare a di smisura, aggrottai le sopracciglia e anch'io mi voltai verso l'arancione che tuttavia non parve turbato dalla risposta del suo amico. Avrei tanto voluto chiedere a cosa si riferissimo, avrei voluto spingere entrambi, farmi valere e porre tutte quelle domande che mi avrebbero presto fatto esplodere il cervello proprio come se all'interno vi fossero delle mine pronte a farmi saltare la testa, tuttavia non ebbi la forza per poterlo fare. Non avevo la forza di fare nulla in quel momento, né di reagire né di impormi e diedi la colpa all'indebolimento causato dal mio scompenso o forse ero solo troppo stanco da quella situazione che cominciava ad avere del surreale.

"Non accadrà nulla di tutto questo ma devi fidarti di me" parlò calmo Jimin. Le parole che aveva usato Taehyung avevano scosso persino me che non solo non ero coinvolto nei loro segreti ma non ne ero neppure a conoscenza, in qualche modo riuscirono comunque a turbarmi mentre al contrario Jimin era completamente rilassato, sereno e se da un lato invidiavo quella sua parte menefreghista e poco empatica verso il prossimo, dall'altro sapevo che in realtà quel suo comportamento era dettato dal fatto che volesse aiutare a tutti i costi il suo migliore amico. La sua padronanza di emozioni mi fece comprendere a quanto abituato fosse alle cattive azioni di Taehyung e allo stesso tempo alle brutte parole che gli rivolgeva ogni qual volta che entrava nel suo loop mentale. "Taehyung noi due ce la siamo sempre cavata perciò davvero fidati di me, risolveremo tutto ma questo non è il modo giusto per farlo quindi lascialo prima che prendo la macchina e vi mollo qui tutte e due" minacciò serio ma mi convinsi che stesse scherzando dal momento che non ero intenzionato a volermi preoccupare di un'altra questione.

"La macchina si è rotta se non l'avessi capito" disse mollandomi bruscamente e voltandosi dal lato opposto. "Siamo pure rimasti a piedi adesso" si lamentò sfregandosi gli occhi nervoso mentre tutti noi tirammo un sospiro di sollievo e mi ritrovai a ringraziare Jimin anche se in fondo all'interno del mio stomaco avevo individuato un pizzico di gelosia che cominciava a farsi strada dentro di me in una maniera tanto tossica che cercai di scacciarla tuttavia come sempre non ero in grado, così semplicemente strinsi i pugni e ingoiai quel rospo amaro. Per quanto importante mi sentissi per Taehyung e per quanto potesse dimostrarmi il suo amore sapevo di essere sempre il terzo della classifica ed essendo un perfetto egoista, mi rendeva triste sapere che ci sarebbe stato sempre un ragazzino dai capelli arancioni al di sopra di me che sarebbe stato in grado di calmarlo e di capirlo come non avrebbe fatto mai nessun'altro. 

Mi sentivo come se fossi al piano terra di un palazzo mentre loro due erano già mille spanne sopra di me, a godersi il panorama in terrazza.

"Vedo un insegna luminosa da quella parte" ci fece notare Ryujin che stranamente non era ancora corsa a gambe levate dopo tutto quello che era accaduto quella sera, anzi continuò a dare il suo contributo come d'altronde cercammo di fare un po' tutti. "Magari possono aiutarci in qualche modo" aggiunse cominciando a camminare senza aspettare alcun consenso visto che anche lei sapeva che non avevamo altre scelte, difatti le andammo tutti dietro.

"Io spero solo che abbiano qualche birra perché siamo tutti un po' tesi" scherzò Hobi, facendo però brillare gli occhi di Jimin che stando alla sua reazione era totalmente d'accordo a quell'idea. "Rimane pur sempre capodanno" alzò le spalle come deluso dal riscontro negativo di quella nottata.

Lasciammo la macchina sulla strada incuranti del fatto che non fosse la nostra e che a fine serata avremmo dovuto anche restituirla, oltrepassammo il marciapiede e ci dirigemmo verso la luce che Ryujin diceva di aver visto. Io non vedevo niente e neppure stavo cercando di trovarla visto che continuavo a camminare a testa bassa come se non avessi più la voglia di fare nulla, però di certo non potevo rimanere da solo in una strada buia e per giunta sconosciuta così mi feci forza e seguii tutti gli altri anche se avrei voluto rimanere da solo con i miei pensieri. La verità era che mi vergognavo terribilmente per quello che era appena successo con Taehyung, non aveva neppure avuto la decenza di guardarmi negli occhi né tantomeno di scusarsi con me, odiavo quando si comportava e si sfogava in quella maniera perché non sapevo mai se quella sua reazione fosse scaturita da un reale scherno dei miei confronti o se fosse solo dettata dalla troppa emotività che aveva vissuto e che conoscendolo non riusciva mai a gestire, a causa soprattutto del suo disturbo di personalità.

"È aperto" sentii dire e allora alzai lo sguardo dove incontrai un grande negozio d'alimentazione e così entrammo senza alcuna esitazione, anche se io non avevo ben compreso cosa stessimo per fare. Mi sembrava di vagare nel vuoto più totale.

Era cambiato tutto nel giro di qualche minuto, allo scoccare della mezzanotte ero riuscito persino a percepire tutti i nostri cuori battere all'unisono per quanto scoppiassero dalla felicità ma allora perché adesso mi sentivo quasi morire? Ero stanco di vivere le giornate sapendo che da un momento all'altro la serenità si sarebbe trasformata in angoscia e mi venne quasi da piangere nel rimembrare tutti gli eventi che erano accaduti nel giro di pochi istanti: le telecamere ci avevano accerchiato nel tentativo di avere altri scoop da poter vendere così da screditare ancora la figura di Taehyung, avevamo reagito forse non nei migliori dei modi causando conseguenze che sarebbero sicuramente arrivate, avevamo preso una macchina che ci aveva portato in una parte di Seoul a noi sconosciuta e in più stavamo anche per fare un incidente tanto da guastare il motore dell'auto, come se non fosse già abbastanza io e Taehyung avevamo anche litigato. Aveva riversato tutta la colpa su di me, ero d'accordo ma odiavo il modo in cui me lo aveva detto e il modo violento in cui mi aveva trattato.

Mi guardai intorno e vidi solo un uomo sulla sessantina d'anni, era comodamente seduto dietro al bancone aspettando probabilmente che qualcuno comprasse la sua roba tuttavia non si degnò neppure di salutarci o di augurarci un buon anno nuovo, come se avesse in qualche modo compreso che fossimo davvero lontani nel vivere un anno memorabile o perlomeno pacifico.

Jimin e Hoseok si recarono direttamente nei reparti in cui predisponevano le bibite, presero due confezioni di birra e senza neppure girovagare altrove, andarono dritti alla passa per pagare. Gli altri presero qualche snack mentre io non presi nulla per il semplice motivo che avevo lo stomaco chiuso, un nodo alla gola che non sembrava volere abbandonare il mio corpo e un senso di nausea che mi fece capire che se avessi ingerito anche solo una caramella, probabilmente mi sarei ritrovato a vomitare anche l'anima ed essere consapevole che tutto quel male fisico derivasse dal fatto che fossi scombussolato a livello emotivo, mi faceva sentire ancora più stupido del solito.

Prima di uscire dal negozio Taehyung si informò su dove ci trovassimo e sul modo più veloce e sicuro per tornare al centro di Seoul o ancora meglio direttamente al nostro albergo tuttavia non seppe aiutarci o forse, data la sua svogliatezza, semplicemente non aveva voglia di spiegarci come fare ritorno. Alla fine camminammo un po' come per cercare di mettere le idee in chiaro o forse solo per rilassarci qualche secondo anche se in realtà eravamo tutti parecchio esausti, io volevo solo poter tornare a casa ma quella voglia era tanto lontana dall'avversarsi visto che non sapevamo neppure dove stessiamo andando.

"Ragazzi stiamo camminando in tondo vi scongiuro non ce la faccio più con questi tacchi" si lamentò l'unica ragazza, evidentemente troppo stanca per poter continuare e così semplicemente ci fermammo e colsi quell'occasione per imboccare una traversa e per sedermi sul marciapiede visto che anch'io come lei non mi sentivo affatto bene. Ryujin si sedette accanto a me e così tutti gli altri ci seguirono senza lamentarci, anzi mi parvero accondiscendenti e difatti Jimin non perse occasione per sfilare l'accendino e poter aprire subito le bottiglie di birra, come se fosse l'unica soluzione che ci avrebbe tirato su e dunque ne porse una ad ognuno di noi.

"Beviamoci su e non pensiamoci forza" esclamò Jimin abbozzando un sorriso e portando la bibita in alto come per fare un brindisi e improvvisamente come per magia in lontananza sentimmo altri fuochi d'artificio come per ricordarci che fosse ancora festa malgrado noi avessimo smesso di festeggiare già da un bel po' di tempo. Mi ritrovai a pensare che le altre persone stessero continuando ad essere felici, a divertirsi e a godersi i giochi di capodanno mentre noi dovemmo rifugiarci in una buia stradina pur di scappare dai problemi e da una parte non solo c'eravamo persi fisicamente tanto da non sapere dove andare ma dall'altra c'eravamo anche persi d'animo.

"In realtà se posso intromettermi sulla questione..." iniziò Yoongi con il suo solito tono di voce calmo che avrebbe tranquillizzato e rasserenato chiunque. "La situazione non mi sembra così tanto grave come invece fate passare" disse in generale, rivolgendosi così anche a me tuttavia un secondo dopo si rivolse completamente a Taehyung. "E tu dovresti imparare a lasciarti scivolare le cose addosso perché il tuo comportamento mi è sembrato davvero eccessivo" continuò come se volesse solo dargli un consiglio piuttosto che un rimprovero tuttavia vidi Jimin fare segno di smetterla attraverso un colpetto sulla coscia ed io mi ritrovai a preoccuparmi ancora poiché l'ultima cosa che volevo era un'altra discussione o un'altra lite che non avrebbe portato a nulla.

"Non smetto perché non può prendersela così con Jungkook" protestò spostando la mano del suo ragazzo e alzando di poco la voce, mi stava difendendo e apprezzai molto il suo atteggiamento nei miei confronti ma non volevo che facesse innervosire Taehyung ancora una volta, mi era bastata la sfuriata precedente motivo per cui mi allarmai subito sperando che questa volta non si facesse trasportare dall'istinto di prendere a pugni anche lui e tutti quello che lo contraddicevano o che a detta sua gli rovinavano la vita.

Mi focalizzai su Taehyung e vidi le sue mani stringersi in due pugni stetti, segno che si stava in qualche modo trattenendo e pensai che fosse nuovamente nel pieno di una delle sue crisi tuttavia quella volta mi stupì e non si mosse dal suo posto, al contrario stava usando le parole piuttosto che una comoda rissa.

"Non posso permettermi tutto questo brusio attorno alle mie aziende, attorno a me e attorno al mio cognome perché mi sento nudo e quindi più esposto alle imminenti conseguenze che credevo di poter rinviare per sempre" i suoi occhi non erano visibili a nessuno, parlò a testa bassa e dunque i ciuffi della frangia lo coprivano dalla vergogna di farsi vedere debole da noi. "Non vorrei prendermela con nessuno né tantomeno con il mio Jungkook" continuò ed ebbi come l'impressione che riportò appositamente le ultime parole che aveva usato Jimin per cercare di calmarlo attraverso me o l'amore che provava nei miei riguardi. "Ma ho solo tanta paura che possano scoprirmi"

"Scoprirti da cosa?" domandò Yoongi che fece da portavoce per tutti noi e sebbene non riuscissi a guardare il suo viso, percepii la sua saliva scendere nella sua gola e quel semplice gesto ruppe il silenzio di quel momento critico. Cercai di focalizzarmi su altro anche se dentro di me cercavo in tutti i modi di comprendere come si sentisse e avrei tanto voluto fargli una carezza o poggiare solo la mia mano sulla sua per incoraggiarlo a parlare.

"Scoprirmi da tutte le menzogne che per anni mi hanno salvato la vita" bisbigliò con un filo di voce come se non ne avesse più tuttavia continuava a rispondere a monosillabi alle domande del menta e forse per la prima volta lo vidi disposto ed incline a parlare definitivamente del suo passato, spogliandosi così da quel macigno che continuava a portarsi sulle spalle, facendosi solo un gran male e peggiorando la sua situazione mentale.

"Che ci hanno salvato..." aggiunse Jimin a testa bassa come per correggere la sua frase e a quel punto ci voltammo tutti verso la sua direzione.

"Ma che state blaterando?" trovai finalmente il coraggio di chiedere una volte per tutte ma venne fuori più una specie di esclamazione.

"Credo che sia ora Taehyung" parlò come per incoraggiarlo nell'iniziare quel pavido discorso che pareva terrorizzarli.

Io ero già a conoscenza di parecchie cose sul suo passato tuttavia avevo come l'impressione, specialmente dopo quel giorno e dopo aver ascoltato le parole che si erano scambiati i due amici, che mi teneva nascosto qualcosa di molto più importante e serio di tutte le confidenze che sino ad allora mi aveva fatto. Sapevo degli abusi che aveva dovuto subire la madre e sapevo pure che dopo la sua morte ne era diventato vittima anche lui in prima persona, malgrado fosse ancora un bambino e il solo pensare che a quell'età avesse già dovuto incassare tutto quel male, mi vennero i brividi su tutto il corpo. Era quasi surreale un pensiero simile a quello mio ma era come se il destino si fosse impuntato su di lui e sulla sua famiglia tanto da non lasciarli in pace neppure per un secondo e purché Taehyung avesse ammesso di possedere anche dei ricordi belli , ero sicuro che la sua testa fosse perlopiù sommersa da quelli brutti, rendendolo così la persona che era oggi e facendomi credere che non fosse giusto tutto quell'accanimento nei suoi confronti. 

La morte della madre era sicuramente un evento a cui nessuno era preparato, era un dolore insormontabile e che non poteva essere superato in alcun modo, chiaramente si imparava a convivere con quell'abitudine e con quel vuoto allo stomaco ma la scomparsa di una madre era una voragine talmente grande che neppure tutto l'affetto del mondo avrebbe potuto riempire quel buco nero che causava una perdita del genere, specialmente quando si era ancora troppo piccini per comprendere che da un giorno all'altro le persone ci avrebbero lasciato senza neppure prima dedicarsi un saluto d'addio. Taehyung avevo avuto tantissimo tempo per metabolizzare la morte di sua mamma considerato che l'aveva dovuto vivere nello stesso periodo in cui andava alla scuola elementare tuttavia il tempo non aveva affatto rimarginato la sua ferita o la sua tristezza, ma aveva solo fatto in modo che potesse continuare a vivere nonostante quella incombente mancanza. Quando mi aveva raccontato della sua morte avevo creduto che fosse l'avvenimento più crudo della sua infanzia però qualche tempo dopo mi aveva parlato delle molestie domestiche a cui prima aveva dovuto assistere e poi anche sopportare così mi ritrovai a dovermi ricredere: non sapevo cosa fosse peggio ma in quel momento di tensione mi parve come se stessero anche per raccontare di peggio e cercai dunque di preparami psicologicamente a quello che avrei dovuto ascoltare.

Finalmente stavo per conoscere il vero Kim Taehyung.

Spazio Autrice

INANZITTUTTO OGGI è IL MIO COMPLEANNO!! sto invecchiando ragazzi mi viene da piangere però tra poco mi sa che piangerete anche voi.

Lo so che qualcuno ha già qualche ipotesi giusta sul passato di Taehyung, alcuni avevano indovinato le azioni tanto crude che aveva commesso e che lo avevano poi spinto a definirsi un mostro. Finalmente nel prossimo capitolo scopriremo tutto e chissà come reagirà Jungkook...

-Federica

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