57. Il compleanno di Taehyung
Il sole era già tramontato da un pezzo, in realtà tendeva a calare molto presto durante l'inverno ed io amavo tantissimo quella tipicità delle giornate fredde perché faceva buio prima e avevi una scusa per scegliere di stare a casa piuttosto che uscire con gli amici o semplicemente per poterti addormentare presto senza risultare uno sfigato. In realtà quel giorno non mi accorsi neppure che le lancette dell'orologio si spostarono e che si era dunque fatta sera, avevo perso la cognizione del tempo però ci fu un attimo in cui sentii i miei genitori fare ritorno a casa e capii di aver sprecato l'intera giornata per il semplice fatto che anche solo spostarmi dal letto al bagno mi creava disturbo. Non ero mai stata una persona pigra, al contrario cercavo di trascorrere tutta la settimana impegnato in qualcosa e avevo sempre avuto dei ritmi attivi e dinamici tuttavia quel giorno fui impossessato da una fatica che non mi apparteneva affatto. Qualsiasi cosa provassi a fare, persino formulare pensieri, mi richiedeva uno sforzo e un impegno immane che non riuscivo a sostenere, motivo per cui mi concessi il lusso di ammirare il vuoto del mio soffitto per delle ore interminabili.
Io per quanto fossi sempre in movimento tra la scuola, le faccende di casa, gli amici e soprattutto gli allenamenti, avevo sempre adorato quella sensazione di tranquillità e di benessere tuttavia il buio, il freddo e il silenzio che generalmente tanto amavo ora mi mettevano solo più angoscia di quanto già non avessi.
Forse mi sentivo solo o forse mi sentivo inutile, non riuscivo neppure più a comprendere come mi sentissi, ero entrato in una spirale che mi aveva come ammanettato non solo al materasso ma anche ad un continuo dolore che mi frustava senza alcuna pietà. In verità in quel periodo avevo assaporato i momenti e le cose migliori che la vita potesse mai regalarmi e ne avevo gustato il sapore fino in fondo, però solo ora che ero ricoperto di tristezza e nostalgia, avevo colto in quei momenti solo un attimo di completa illusione, qualcosa che sarebbe presto scomparso e che non mi avrebbe lasciato nulla se non un senso di vuoto e di freddo che mi facevano pentire di ogni singolo mio respiro.
Forse ero solamente e dannatamente drammatico ma non riuscii a reagire in nessun modo, seppur ci avessi provato più di una volta. Ero rimasto intrappolato in quel fottuto bacio che mi aveva forse scombussolato più della scoperta di avere uno scompenso cardiaco, probabilmente perché sapevo che non era un fattore che avrebbe fatto soffrire solo me, come la mia malattia ma al contrario quello era un gesto che coinvolgeva molte persone e tra quelle più importanti vi era sicuramente Taehyung.
Non l'avevo più sentito da quando avevamo fatto l'amore in terrazza e da quando ci eravamo donati alla bellezza delle stelle che si trovavano in cielo quella notte, non che fosse passato molto tempo anzi al contrario, solo qualche ora mi separava da quello che ormai era diventato un ricordo, un prezioso ma pur sempre un ricordo che sarebbe non solo stato difficile da dimenticare ma anche soprattutto da poter ricreare. Stranamente ci eravamo lasciati senza alcun problema: avevamo aspettato qualche altra oretta giusto il tempo che potessimo dare modo ai dipendenti e soprattutto ai membri della riunione di sgomberare l'azienda cosicché sarebbe stata per noi più facile uscire da lì senza alcuna domanda o intoppo fastidioso. Non avevamo più aperto bocca dopo aver lasciato l'edificio ma come sempre Taehyung aveva insistito nel lasciarmi sotto casa e dopo anche lui era tornato nella sua abitazione.
Era una situazione del tutto surreale per me, credevo di conoscere Taehyung ma a quanto pareva non lo conoscevo poi così bene come invece credevo se quella era davvero stata la sua reazione alla scoperta di una cosa seria come un tradimento.
Continuavo a ripetere dentro di me che fosse letteralmente impossibile un comportamento simile a quello che aveva intrapreso Taehyung, la mia testa era martellata da quel pensiero fisso fino a credere che se da un lato ne ero stato alleggerito poiché quell'errore non era sfociato in una litigata, dall'altro mi ero ritrovato a pensare che magari non gli importava più di tanto come invece mi aveva fatto credere. Si era dimostrato geloso nei miei confronti ma allora perché non aveva tirato uno schiaffo a me piuttosto che a Mingyu? Mi avrebbe fatto sentire meglio, probabilmente era proprio quello che mi serviva eppure non solo all'inizio si era comportato come se nulla fosse ma dopo mi aveva anche chiesto chiarimenti, come se stessimo parlando di un leggero disappunto.
Non riuscivo a comprenderlo tanto che la stessa notte mi era risultato difficile addormentarmi così come era stato difficile fare qualsiasi cosa, persino una semplice doccia. Ero talmente infastidito dal suo atteggiamento che sembravo io quello ad aver subito e sopportato un torto, ne stavo male, mi faceva male la testa e mi veniva pure da vomitare perché mi dava un terribile fastidio pensare che a lui andasse bene così. Persino io che ero di mio una persona garbata e ragionevole non avrei mai reagito in quel modo se avessi scoperto che Taehyung si fosse permesso di baciare un'altra persona, anzi il solo pensiero mi fece accapponare la pelle e mi innervosii ancora di più.
Mi strinsi al cuscino che tenevo tra le braccia e mi lamentai stiracchiando i miei muscoli, mi faceva male tutto il corpo, segno che ero rimasto per troppe ora a letto tuttavia era l'unica cosa che mi andava di fare: oziare e pentirmi pure della nascita di cui non avevo nessuna colpa. Mi misi a sedere e afferrai il cellulare dal comodino, accorgendomi che fosse già ora di cena e prendendo ancora una volta coscienza di quanto avessi sciupato l'intera giornata. Allo stesso tempo però mi resi anche conto della piccola data che era segnata sul blocco dello schermo, sgranai gli occhi e mi voltai verso il calendario che avevo comprato qualche settimana prima per il troppo entusiasmo che riempiva il mio corpo, ma che ora era lievemente scemato.
Tra qualche ora sarebbe stato ufficialmente il compleanno di Taehyung ed io me ne stavo dimenticando, ennesimo errore per cui mi sarei volentieri sbattuto la testa al muro tuttavia non ebbi il tempo di farlo. Avrei dovuto pianificare e pensare nel giro di qualche minuto cosa potesse aver voglia di fare per celebrare il suo compleanno e secondo poi riuscire anche ad organizzare qualcosa, era ormai troppo tardi per potergli comprare un regalo così andai letteralmente nel pallone.
Ero diventato da un momento all'altro il peggior fidanzato dell'intero universo e questo Taehyung non lo meritava per nulla. Si meritava qualcosa di speciale non solo per la persona che era ma anche per tutto quello che aveva fatto per me, meritava un ringraziamento eppure l'unica cosa che sembravo in grado di fare era mandare in malora la nostra relazione.
Avrei tanto voluto stupirlo in qualche maniera, mi sarebbe piaciuto creare qualcosa esclusivamente per lui così come avevo ricreato nei miei scenari immaginari tuttavia nella realtà non avevo né idee e né i mezzi giusti per poterlo fare, così mi ritrovai a fare l'unica cosa che mi venne in mente: accesi nuovamente il telefono che tenevo ancora tra le mani e scorsi la rubrica fino ad arrivare al numero di Jimin, l'unico contatto che sarebbe stato in grado di darmi una mano o quantomeno un misero consiglio.
"Ehi Jungkookie non sai che piacere mi fa vedere una tua chiamata" esclamò entusiasta e dal suo tono di voce riuscii ad intuire il sorriso dipinto sul suo viso malgrado non riuscissi a vederlo.
"Come mai?" sussurrai quasi intimidito da quelle parole, non era di certo la prima volta che parlavamo al telefono al contrario chiacchieravamo spesso soprattutto durante le notti insonni.
"Nulla di speciale, ho modificato il tuo contatto telefonico e quando mi chiami adesso mi spunta la parola passivo" disse ridendo eccessivamente per la sua stessa spiegazione e dunque evitai di chiedergli il motivo per cui l'avesse fatto. Il suo migliore amico era pur sempre Taehyung e di conseguenza era scontato che fosse a conoscenza di cose di cui sarebbe dovuto rimanere all'oscuro tuttavia non mi diede alcun fastidio dal momento che quella parola, specialmente nell'ultimo periodo, mi caratterizzava appieno.
Lo mandai a fanculo giusto per non sembrare completamente sottomesso agli insulti e per dargli anche quella minima soddisfazione che ero sicuro cercasse, tant'è che neppure un secondo dopo continuò a sghignazzare e così aspettai semplicemente che gli passasse la riderella, cercando di non farmi contagiare dalla sua stupidità, per dirgli il motivo per cui l'avevo chiamato. Supposi anche che non sapesse del tradimento dal momento che era passato solo un giorno da quando Taehyung ne era venuto a conoscenza e comunque ero quasi certo che non glielo avrebbe detto per nessuna ragione al mondo, non perché non avesse bisogno di sfogarsi con il suo migliore amico ma per una questione di orgoglio.
"Jimin smettila dai, devo chiederti una cosa" dissi infine frettoloso dato che il terribile ritardo in cui mi ero cacciato mi causò un'ansia incredibile.
"Dimmi forza" sparò tranquillo.
"Ti ricordi che tra qualche ora sarà il 30 dicembre no?" cercai una conferma da parte sua.
"E quindi?"
"È il compleanno di Taehyung!" esclamai quasi innervosito perché a nessuno sembrava importare eppure io ritenevo che quello fosse un momento speciale per lui e non volevo che passasse in secondo piano solo per quello che era successo. Durante la vigilia di natale avevo scoperto tramite l'arancione e poi anche tramite la conferma dello stesso Taehyung, che aveva l'abitudine di ubriacarsi durante le festività e in generale durante i giorni in cui si commemorava qualcosa: era un gesto ormai quotidiano per lui, come se lo facesse per estraniarsi dal mondo o per dimenticare il suo passato amaro e allo stesso tempo anche il suo presente ancora terribilmente condizionato. Non lo giudicavo per quello, non mi sarei mai permesso poiché io non potevo capire fino in fondo come si sentisse nel dover affrontare ogni giorno della sua vita da solo e soprattutto giorni come il suo compleanno. Non mi aveva mai raccontato di come era solito festeggiarlo, quali fossero i suoi ricordi migliori, quelli che conservava all'interno del suo cuore o quali regali aveva ricevuto il bambino di una volta, non sapevo nulla riguardo i vecchi compleanni ma era ovvio che sentisse la mancanza della madre o di quei attimi passati insieme e per quanto sapessi di non poter competere con quella che era la sua memoria, non volevo rinunciare a provarci.
"E quindi?"
"Mi prendi in giro Jimin? È il tuo migliore amico ed è il mio ragazzo, non possiamo non organizzare nulla" mi lamentai quasi piagnucolando poiché avevo promesso a Taehyung che avremmo festeggiato quel compleanno insieme e non volevo deluderlo anche sotto quel punto di vista o sottrarmi a quell'impegno.
"Che cazzo vuoi da me scusa" si agitò anche lui. "Scopalo in tutte le posizioni del kamasutra e vedrai che sarà il ragazzo più felice del pianeta terra" propose lavandosene la mani e per un instante mi ritrovai anche a pensare che fosse uno scherzo e che al di là di tutto quel mistero vi nascondeva in realtà una festa a sorpresa tuttavia per quanto lo sperassi, ogni cosa mi dava l'impressione che non fosse così e che sostanzialmente non vi era nulla in programma.
A quel punto sbuffai e mi costrinsi a chiudere la chiamata, che non stava portando a nulla di buono o costruttivo. Né Jimin e né Taehyung parevano entusiasti di quel compleanno ma io non volevo rinunciarci, così mi alzai e cominciai a camminare in cerchio nella mia stanza cercando di spremermi le meningi pur di trovare una soluzione.
Quello che di solito rendeva felice una festa di compleanno era quell'aria di famiglia che si riusciva a respirare, l'allegria di dover preparare il dolce, di scartare i regali, di sentire la canzoncina degli auguri e di spegnere le candeline, esprimendo un desiderio con la consapevolezza che anche se non si fosse realizzato, comunque tu saresti stato felice perché attorno a te vi erano le persone più care della tua vita. Era tutti quegli elementi che rendevano quell'aria dolce, armoniosa e piena di amore: le piccole attenzioni, le stesse che cessavano di esistere quando alcune di quelle persone che prima facevano di tutto per rendere quel determinato giorno speciale, ora erano scomparse per sempre.
Ero sicuro che in passato Taehyung avesse provato tutto quello, d'altronde lui stesso aveva detto che seppur per pochi anni, era stato un bambino felice tuttavia era scontato che avesse anche già vissuto il vuoto che ne conseguiva quando si diventava adulti e soprattutto quando si ci ritrovava da soli.
Avrei tanto voluto dirgli che non lo era più, non era più solo dal momento in cui mi aveva incontrato in quella metropolitana.
"Oh" fu lì che mi venne un'idea che definii straordinaria, come se il precedente pensiero mi avesse acceso una lampadina sopra la testa. "Cazzo si" urlai aprendo l'armadio e vestendomi immediatamente, avevo la percezione e soprattutto la paura che ogni minuto trascorso fosse ormai perso e che potesse rovinare quel giorno che sarebbe dovuto essere speciale già dalla mezzanotte. Avevo già perduto tantissimo tempo e ora che avevo in mente qualcosa per poter rendere Taehyung felice, non ne volevo perdere altro, così cercai di prepararmi nel minor tempo possibile. Indossai un jeans nero e un blazer dello stesso colore con lo spacco a v, che metteva in evidenza i miei pettorali e così anche le collane che decisi di indossare, riempii anche tutti i buchi delle mie orecchie e solo dopo aver legato i miei capelli lunghi in una piccola coda, uscii di casa, non curandomi di nient'altro.
Quando mi trovai sull'uscio della porta mi ritrovai a sospirare, forse per il ricordo che mi fece suscitare lo zerbino sotto la suola delle mie scarpe o forse solo per l'agitazione che pervase il mio corpo, una volta fuori di casa. Buttai tutta l'aria che avevo nei polmoni e a quel punto presi il cellulare e cominciai a digitare un messaggio per Taehyung.
Ne cancellai parecchi prima di trovare il coraggio di schiacciare il tasto dell'invio poiché quando lo rileggevo, ogni parola mi sembrava inutile e poco consona così alla fine decisi di invitarlo con parole semplici e soprattutto che non alludevano a ciò che in realtà avevo in mente per lui.
"Taehyung ti aspetto alla metropolitana in cui ci siamo conosciuti" fu quella la frase che decisi di inviare definitivamente e non mi aspettai alcuna risposta da parte sua, così riposi il telefonino all'interno della tasca posteriore dei pantaloni e mi incamminai verso la metro sotterranea, dove l'avrei aspettato.
Quello era il posto in cui tutto ebbe inizio: il nostro posto.
Non era di certo un luogo lussuoso o importante, al contrario era il più accessibile e abituale del mondo, agli occhi degli altri sarebbe sembrato solo ed esclusivamente un comune mezzo di transizione, era la prima tappa di un appuntamento che poi solo in seguito ti avrebbe portato in un altro specifico posto eppure per me non lo era affatto. Per me l'inizio degli altri rappresentava la mia fine, ero forse l'unica persona sulla faccia della terra che proponeva un incontro in una metropolitana senza però dover usufruire del mezzo di trasporto.
Taehyung aveva fatto molto per me malgrado fosse una persona fredda e totalmente riservata, lui faceva fatica ad esprimersi a parole o a manifestare l'affetto che provava dentro di sé eppure oltre quelle sue sfaccettature, aveva sempre riservato qualche momento per dimostrare l'amore che provava nei miei confronti: il modo in cui ogni notte mi veniva a prendere allo strip club per assicurarsi che stessi bene, il modo in cui mi aveva accolto non solo a casa sua ma anche nella sua azienda e soprattutto tutte le volte che con un semplice gesto mi riempiva il cuore. Aveva spesso messo da parte i suoi principi pur di venirmi in contro come quando aveva preparato un appuntamento all'interno della mia cucina dopo che avevamo discusso o quando mi aveva raggiunto sul ponte vicino casa di Jimin sempre a seguito di una litigata. Al contrario io non avevo mai fatto nulla per lui, se non cose minime e indispensabili così mi convinsi che quello fosse il momento giusto per dimostrargli qualcosa.
Volevo fargli una dichiarazione d'amore, una di quelle che facevano venire la pelle d'oca e magari simile anche a quelle che facevano nei film, era quello il mio intento tuttavia non avevo nulla di preparato, nessuna parola dolce o copione scritto a casa. Ero un disastro ma durante il percorso, cercai di trovare il discorso giusto da potergli fare tuttavia fui distratto da un negozietto ancora aperto.
Incuriosito mi fermai un attimo come richiamato da un qualcosa che vi era dentro così entrai nella speranza di trovare qualcosa di carino da donare a Taehyung, giusto per compiere un bel gesto e fargli capire che l'avevo pensato. Volevo che lo sapesse ma la verità era che stava sempre tra i miei pensieri e non solo oggi che era il suo compleanno.
Feci un giro veloce tra i scaffali ed evitai di soffermarmi a guardare oggetti che costavano più di quanto avessi in tasca e in realtà più di quanto avessi in generale dentro il portafoglio. Quasi deluso dal fatto che non potei comprare nulla, scrollai le spalle e sperai che Taehyung si facesse andar bene la mia presenza come regalo tuttavia il proprietario mi chiamò, fermando i miei passi in procinto di uscire.
"C'era qualcosa in particolare che stavi cercando?" domandò gentile ma dovetti scuotere la testa perché effettivamente non avevo nulla in mente e come se mi avesse letto nel pensiero, con un gesto della mano mi invitò a seguirlo e così feci.
"Sono limitati" esclamò con un debole sorriso sul viso.
"Sono bellissimi signore" dissi sincero, avvicinandomi per guardare meglio quelle spillette del tutto singolari, non avevo mai visto dei disegni tanto distintivi prima di allora e mi colpirono sul serio.
"Ti ringrazio ragazzino, non sono in molti ad apprezzarli ed è per questo che sono limitati" mi spiegò. "Perché non li compra mai nessuno" rise ma era un po' una risata amara, che mi addolcì il cuore. "Li ho disegnati io, sono frutto della mia immaginazione ma non vanno molto bene tra voi giovani" continuò a parlare e mi ritrovai ad annuire. Forse non erano proprio delle decorazioni alla moda eppure erano belle e per un attimo pensai che anche Taehyung li avrebbe ritenute tali.
"Ecco a me piacerebbe prenderne uno ma non credo di aver abbastanza soldi per potermelo permettere" dissi sincero perché non volevo che pensasse che non ero interessato e a quel punto vidi i suoi occhi luccicare.
"Non importa va bene, facciamo che mi accontento di quello che hai e puoi prendere quello che più ti piace" disse felice e rendendo subito anche me partecipe di quella bellissima emozione.
"Davvero? È gentile da parte sua" esclamai mettendomi una mano sul cuore e facendo un inchino per ringraziarlo, doveva essere sicuramente un angelo mandato sulla terra per me. Subito dopo però le mie mani andarono alla ricerca di quei pochi spicci che avevo e li porsi al signore che li prese senza neppure contarli. "È un regalo" mi ritrovai a dire dopo aver scelto accuratamente il disegno della spilla, aveva anche un nome ed era "Flower buddies", che rappresentava un piccolo fiore con tutti i petali colorati e con una faccina alquanto bizzarra disegnata sullo stigma. Gli occhi erano di due colori differenti, le labbra erano a forma di cuore e dal naso colava un po' di sangue: decisamente delle spille particolari che sui cappotti o sulle camicie costose di Kim Taehyung sarebbero risultati ancora più belli.
Improvvisamente mi ritrovai a pensare che sarebbe stato perfetto per lui e allo stesso tempo se la fama del figlio dei Kim non sarebbe cambiata, dopo quello che era successo all'interno della sua azienda e di fronte i suoi collaboratori, avrebbe tratto dei benefici anche quel signore dal momento che oltre ad essere un imprenditore, era anche abbastanza seguito dai media e di conseguenza in grado di influire molte persone. Pensai che se avesse indossato quelle spille, qualcuno si sarebbe interessato e così spronai il proprietario del negozio a produrre altre di quelle spillette poiché ero certo che prima o poi sarebbero andate a ruba.
Me lo feci impacchettare in un sacchettino grazioso e solo in seguito, dopo qualche altro minuto di camminata, raggiunsi la metropolitana: il luogo in cui avevo sentito per la prima volta il mio cuore arrivare a destinazione.
Mi soffermai nel guardare la buia stradina accanto alle scale, le stesse che portavano alle linee ferroviarie sotterranee e la mia mente ricreò la prima immagine che ebbi di Taehyung. Non una delle migliori dal momento che stava picchiando un ragazzo tuttavia era la ragione per cui mi ero fatto avanti e dunque per cui l'avevo conosciuto. Avrei voluto aspettare lì il suo arrivo tuttavia faceva troppo freddo per attendere all'aperto così mi diressi giù, dove aspettai seduto sull'ultimo gradino della scala. Vi era parecchio via vai e osservai ognuno di quelle persone tuttavia di Taehyung non vidi neppure l'ombra.
Il tempo trascorreva velocemente ed io rimasi fermo ad aspettare come uno stupido, non che mi pesasse ma allo stesso tempo iniziai anche a preoccuparmi. Perché non era ancora arrivato? Perché ci metteva così tanto tempo? E soprattutto perché non mi aveva ancora risposto ai messaggi?
Verso le undici e mezza provai anche a chiamarlo al telefono ma ovviamente mi spuntò la segreteria, ultimo segno che mi fece venire un'ansia pazzesca, tanto da non riuscire più a stare seduto. Non solo non sapevo dove stesse ma mi accorsi proprio in quell'istante che non avevo avuto sue notizie per tutta la giornata e in più si era ormai fatto troppo tardi per quello che avevo in mente. Mancavano solo pochi minuti allo scattare della mezzanotte e Taehyung sembrava non avere alcuna voglia di farsi vivo, era ormai scontato che mi avesse dato buca e se da un lato sentii un dolore lancinante al petto dall'altro mi resi quasi conto di meritarlo. Probabilmente al suo posto avrei fatto lo stesso, se non peggio.
La mezzanotte era sempre più vicina ed io avevo semplicemente paura di non riuscire a fargli gli auguri in tempo, volevo essere il primo e per farlo avrei dovuto avere il suo bellissimo visino di fronte a me, faccia a faccia. Se aveva deciso di non venire e dunque di lasciarmi in asso significava che non aveva ancora capito con chi avesse a che fare, non avrei rinunciato a celebrare il suo compleanno per quello che in teoria sarebbe solo potuto essere un contrattempo o magari anche qualcosa di peggiore e giacché quell'ipotesi si sarebbe potuta rivelare veritiera, mi ritrovai a pregare che non lo fosse. Di certo non mi faceva piacere pensare che Taehyung avesse rifiutato di venire all'appuntamento appositamente tuttavia era sempre meglio quell'opzione piuttosto che un suo malessere.
Alla fine mi decisi a salire le scale e con una determinazione che non credevo di possedere, mi incamminai quasi arrabbiato a casa di Taehyung. Era davvero lontana dalla metropolitana ma pur di riuscire a mantenere quella dannata promessa, che durante la vigilia di natale avevo giurato di onorare, misi da parte le raccomandazioni del mio cardiologo e cominciai a correre.
Avrei attraversato anche tutta la città e non avrei dato retta alla stanchezza fin quando non mi sarei trovato dinnanzi al campanello di Taehyung.
Sarei stato lì con lui e avremmo trascorso il suo compleanno insieme.
Le strade erano deserte, il solo rumore che riuscivo a percepire era il mio respiro affannato e in tanto in tanto lo stridere degli pneumatici delle macchine, in sostanza ero l'unico pazzo ancora in giro malgrado fosse pieno inverno e soprattutto buio già da un pezzo.
Non riuscivo a percepire più nulla, se all'inizio ero stato euforico di poter celebrare in qualche modo la nascita di Taehyung, in seguito avevo preso quell'impegno con ansia e angoscia fino ad adesso che cominciavo a percepire solamente un grande vuoto allo stomaco. Non sapevo se fossi triste per quel due di picche che mi beccai, se fossi arrabbiato per come stavano andando le cose tra di noi, se fossi felice per i propositi che mi assegnai quella sera per lui o se fossi solo fiducioso di trovare Taehyung in casa. Non riuscii a capire e non avevo neppure la maniera di farlo dato lo stress e la fatica che stavo compiendo per arrivare nel giusto orario.
Avrei voluto ucciderlo per non essersi presentato al mio appuntamento perfetto e l'avrei persino fatto che non mi sentissi ancora uno straccio per il tradimento e per il casino che avevo combinato in riunione, svelando il suo vero nome e mettendolo nella condizione di rivelarsi e dunque di farsi definire un violento o un ragazzo manesco. Se fossi tornato indietro, avrei fatto di tutto purché tutto quello non accadesse ma ormai era accaduto e non si poteva far nulla per rimediare a quell'errore, motivo per cui mi affrettai per non rischiare di compierne altri. Dovevo arrivare prima della mezzanotte, era questo l'unico mio pensiero fisso, tutto il resto non importava.
Quando capii di potercela fare, mi concessi una breve pausa giusto per regolarizzare il respiro e dopo di che ricominciai a camminare a passo svelto. Solo dopo qualche altro minuto ero giunto a destinazione e tirai un lungo sospiro di sollievo quando mi accorsi di avere a disposizione altri cinque minuti. Entrai velocemente nell'edificio e mi affrettai a salire le scale, impaziente anche di attendere l'ascensore, così quando mi trovai finalmente davanti la porta di casa sua mi diedi una frettolosa sistemata ai capelli e dopo di che bussai.
Non vi era alcun rumore all'interno, per un attimo ebbi timore che non ci fosse e che avessi fatto tutto per tragitto per nulla, di conseguenza non avrei potuto far altro per mantenere la promessa dal momento che dalla mezzanotte ci separavano solo un paio di minuti. Cercai una chiave tra qualche pianta e anche sotto lo zerbino tuttavia non vi era nulla così cominciai a suonare il campanello in una maniera poco educata.
"Taehyung se ci sei per favore apri" lo supplicai. "Sono Jungkook" sussurrai sfilando il regalo dalla busta per metterlo all'interno di una mia tasca, cosicché non potesse vederlo.
Quando avevo ormai perso tutte le speranze sentii dall'altra parte del muro un lieve rumore che mi fece sgranare gli occhi, Taehyung era in casa e così acquisita quella consapevolezza non mi fermai e continuai a martellare la porta a suon di pugni e l'avrei fatto finché non si sarebbe sfondata.
Iniziai ad avere un brutto presentimento.
Sentii il rumore della serratura girare lentamente come se non fosse realmente sicuro di voler aprire mentre io rimasi sull'attenti e mi ritrovai anche a trattenere il fiato per l'ansia di quel gesto.
La luce dell'ingresso era spenta e la figura di Taehyung mi risultò come una semplice ombra tuttavia un forte e nauseante odore mi invase le narici e non ci volle un genio per comprendere la natura del suo stato.
Entrai senza aspettare che mi parlasse e cliccai l'interruttore della luce per costatare le sue condizioni. Per prima cosa notai come i suoi occhi si socchiusero automaticamente al contatto con il bagliore della lampada, segno che aveva passato troppo tempo assorto nell'oscurità e secondo poi mi accorsi che era forse la prima volta che vidi Taehyung in quello stato: i capelli erano scompigliati, indossava solo il pigiama dei pantaloni e aveva delle occhiaie abbastanza visibili, molto più scavate e colorate delle mie.
Che anche lui come me avesse fatto fatica a dormire? Era per colpa mia?
"Tae" bisbigliai avanzando lo sguardo verso di lui e porgendogli le mani come se avessi voluto che le afferrasse tuttavia mi scansò e proprio in quell'esatto momento, mi resi conto che una sua mano fosse già occupata da una bottiglia di alcool.
"Taehyung..." mi ritrovai a ripetere ma questa volta non come un richiamo ma come un sospiro di delusione. Come per dirgli "cosa hai combinato?"
"Perché sei qui?" domandò impassibile ma le parole non mi uscirono di bocca. Si era dimenticato del suo stesso compleanno e lo guardai quasi con uno sguardo compassionevole seppur non stessi comprendendo appieno quella situazione. "Dimmi perché sei qui? Non ti aspettavo" continuò crudo come se non gli facesse affatto piacere avere la mia compagnia.
Credevo che dopo aver fatto l'amore in terrazza e dopo aver condiviso tutti quei bei momenti in un'unica serata, andasse tutto liscio tra di noi eppure dovetti ricredermi. Fu come lanciarsi da un palazzo sicuro di rimaner incolume da quell'azione, come se avessi potuto aprire le ali e volare nel cielo, ma poi in men che non si dica mi sarei sentito trascinare giù fino a battere la testa e lì compresi finalmente la gravità di tutto quello che invece credevo in ottime condizioni. Il nostro rapporto non era rimasto inalterato come invece avevo immaginato.
Lo vidi alzare un braccio e fare un altro sorso e solo in quell'istante spostai il mio sguardo altrove dove mi concentrai sulle due bottiglie già vuote buttate sul divano, era di nuovo ubriaco e dunque capii di non essere riuscito a fare in tempo. Avrei voluto cambiare quella sua abitudine, la stessa che portava avanti ormai da anni e che aveva caratterizzato tutta la sua adolescenza eppure il mio ego smisurato, quello che non credevo di avere, mi aveva fatto credere di poter aggiustare il cuore spezzato di Taehyung e a quella vista mi resi conto di non esserne stato in grado e forse non lo sarei mai stato. Non ero alla sua altezza e lo avevo sempre saputo tuttavia con il tempo mi ero convinto di potercela fare, di potergli stare accanto e di star migliorando le sue giornate così come lui stava migliorando le mie eppure quella visione mi fece crollare tutte le certezza che mi ero costruito da solo. Mi morsi il labbro poiché non seppi rispondere alla sua domanda seppure una risposta esistesse ed era anche ben valida tuttavia non trovai il coraggio di fargli auguri o di dirgli che ero lì per tenere fede alla nostra promessa, la stessa che lui sembrava aver dimenticato.
"Riesco a leggere dentro i tuoi occhi, non essere triste Jungkook" disse con un tono che mi parve sarcastico e che mi bloccò ulteriormente tuttavia mi feci prendere da una rabbia che non credevo di poter possedere. Io ero colpevole e lo sarei rimasto per sempre ma lui aveva le sue colpe: non poteva comportarsi in quel modo contrastante da un giorno all'altro e per una volta misi da parte tutte le scuse e la giustificazione della sua malattia poiché ero stanco di tutti quei cambiamenti. Solo qualche ora prima mi aveva fatto intendere di non essere stato turbato più di tanto per quel dannato bacio e allora ora perché mi trattava in quella maniera? Solo per aver ingerito qualche sorso di alcool? Non potevo accettarlo.
"Non sono triste" bisbigliai a denti stretti. "Sono incazzato" continuai alzando il tono della voce. "Mi avevi detto che non l'avresti più fatto"
"È vero" mi diede ragione. "Ti ho promesso che non mi sarei ubriacato ma questo prima che scoprissi ciò che avevi fatto" mi puntò un dito contro. "Mi avevi promesso che non mi avresti più detto bugie" continuò alzando la voce a sua volta e a quel punto mi accorsi che il giorno del suo compleanno che tanto avevo atteso e su cui avevo puntato per fare la mia prima dichiarazione d'amore, sarebbe stato il momento in cui Taehyung sarebbe esploso da tutto ciò che cercava di trattenere. Da inesperto non riuscivo a comprendere quanto tutta quella situazione fosse influenzata dal suo disturbo ma di certo non ero in grado di sopportarlo: mi scombussolava le viscere e non potevo permettermi di stare male fisicamente a causa sua, così mi ritrovai ad attaccare piuttosto che a difendermi.
"Anche tu hai promesso di rivelarmi tutto il tuo passato eppure non l'hai ancora fatto mi sembra" urlai visto che la mia pazienza stava decisamente calando. "Non sentenziare se anche tu come me non hai la coscienza del tutto pulita" dissi spostando l'argomento su di lui poiché era ovvio che non fossi arrabbiato per il fatto che stesse reagendo al mio tradimento ma lo ero per il suo continuo cambiamento d'umore, per il fatto che non avesse mantenuto la nostra promessa e soprattutto perché aveva rovinato ancora una volta il suo compleanno. Per tutto il resto ero cosciente che avesse ragione e il giorno precedente mi ero persino stupito di non averlo visto come invece mi si presentava adesso.
Mi resi conto che probabilmente per quanto non avesse voluto fare soddisfazione a Mingyu o per quanto fosse euforico e totalmente confuso dal caos sentimentale che lui stesso aveva creato pur di sfuggire a quella realtà dolorosa, il tempo e la solitudine lo avevano spinto a riflettere e a comprendere la sua delusione nei miei confronti. La verità era che Taehyung doveva ancora capire ciò che provava realmente dentro di lui e doveva ancora metabolizzare tutto quello che aveva scoperto e tutto quello che era successo il giorno precedente, dunque di conseguenza quello che era successo dopo la riunione, ora non contava più. I momenti che avevamo condiviso quali il sesso e l'osservare le stelle in cielo, non valevano più nulla se il vero Taehyung era quello che mi ritrovavo adesso davanti e non quello del giorno precedente.
"Tu mi hai tradito" gridò tirando la bottiglia di vetro ormai vuota verso la mia direzione, facendomi sussultare per lo spavento e allo stesso tempo scostarmi per evitare di ferirmi. Rimasi a bocca aperta per un attimo perché per quanto conoscessi e accettassi quei suoi lati maneschi non avrei mai immaginato che potesse compiere anche un gesto come quello, che avrebbe potuto farmi male sul serio. Non seppi cosa dire, il mio corpo si bloccò totalmente perché per quanto prima avessi avuto il coraggio di urlare e fare valere i miei pensieri, adesso non sapevo più come reagire: ero imbambolato e quasi mi venne da piangere per quel gesto bruto.
Per un attimo mi chiesi se fosse stato tutto frutto della mia immaginazione o se davvero avevo spinto Taehyung a fare una cosa del genere, le lacrime minacciarono di uscire dai miei occhi ma le cacciai immediatamente poiché non era il momento di piangere o di rimanere delusi, forse stavo solo vivendo quello che aveva dovuto vivere Taehyung il giorno prima. Non potevo saperlo tuttavia mi ritrovai a respirare affannosamente come se quella breve ma intensa discussione mi avesse distrutto, tanto ero coinvolto emotivamente.
"Perché l'hai fatto Jungkook?" si lamentò come in procinto di una crisi. "Sei stato tu ad insistere nel voler avere una relazione con me e poi cosa fai quando ne hai una? Mi tradisci?" continuò facendomi sentire peggio: quando ero l'unico a pensarlo stavo già una merda e soprattutto quando Mingyu l'aveva detto dinnanzi a tutti mi aveva umiliato in una maniera assurda, non mi ero mai sentito in quella maniera prima di allora ma adesso, quelle stesse parole, ripetute da Taehyung erano come una coltellata sulla schiena. Voleva conoscere il motivo per cui l'avevo fatto, voleva una spiegazione ma non ce l'avevo, era successo e basta. Mi ero ritrovato coinvolto in quel nauseabondo triangolo senza che lo volessi realmente e per un secondo mi ritrovai a pensare che se avessi confessato tutto a Taehyung, in tempo reale probabilmente avrebbe reagito diversamente, avrebbe sempre fatto fuori Mingyu sia fisicamente che ideologicamente dal suo progetto lavorativo però almeno io ne sarei rimasto indenne e nulla tra di noi sarebbe cambiato. Invece con le mie bugie e con le mie omissioni avevo fatto in modo di passare da vittima a carnefice, cosa dovevo dirgli ora? Che non era mi intenzione? Che non volevo davvero farlo? Sarebbero risultate solamente delle banali parole buttate al vento, giusto per riparare quell'aspra litigata.
"Forse è meglio che tu vada" disse arrendevole dal momento che non avevo più osato aprire bocca ma io ero venuto lì con un'intenzione precisa e non volevo andarmene in quella maniera. Non potevo lasciarlo in quelle condizioni ed io d'altro canto non potevo abbandonare quell'edificio senza risolvere o mettere un punto a tutta quella situazione, che pareva peggiorare giorno dopo giorno, tanto da farmi venire la nausea.
"Non voglio" bisbigliai con una sfacciataggine che non credevo di possedere.
Dicevano che le persone che avevano più bisogno erano quelle più difficili da amare e Taehyung era senza dubbio il ragazzo più complicato che avessi mai incontrato e se da un lato lui non aveva mai amato nessuno, dall'altro sapevo che non aveva neppure dato modo a nessuno di farsi amare tuttavia per me era stato facilissimo innamorarmi di lui. Mi ero venuto spontaneo, dal cuore e non solo, tutti i miei organi dichiaravano amore per lui, per il suo passato e per il suo presente, motivo per cui riuscivo ad andare oltre a moltissime cose e che probabilmente altre persone non sarebbero state in grado di farlo. Non mi sentivo speciale per quello, tutt'altro, alle volte mi sentivo solo uno stupido rincoglionito eppure non riuscivo a rinnegare o fare a meno di tutte quelle belle emozioni che mi scaturivano ogni volta che gli stavo accanto e che litigassimo o che fossimo sereni poco importava: l'importante era che fossimo insieme e che ci amassimo nonostante tutto.
Avevo imparato che la nostra relazione era caratterizzata da una lotta continua: era difficile dire le nostre verità, era difficile pronunciare parole come "scusa" o riguardante l'affetto che provavamo l'un per l'altro ma era tanto facile starsi vicino, accettarsi e capirsi sempre eppure malgrado quella mia consapevolezza, non potevo sapevo se anche per lui fosse lo stesso.
I miei occhi si soffermarono sui suoi per un millesimo di secondo poiché non ebbi il coraggio di farlo a lungo, dunque avevo abbassato lo sguardo quando avevo notato che anche il suo fosse rivolto verso di me tuttavia avevo colto una nuova pacatezza dentro di se. La vena che prima pulsava sul suo collo si era decisamente placata e forse fu quello il motivo per cui mi avvicinai a lui, sebbene avesse sbagliato non riuscivo ad avercela con lui e soprattutto non riuscivo ad avere timore di lui o delle sue azioni, forse qualcuno mi avrebbe definito uno stolto incosciente tuttavia era più forte di me e qualsiasi cosa facesse, comprese alle cazzate più colossali, riuscivo a trovare una giustificazione per non essere arrabbiato con lui. Difatti quel giorno mi ritrovai a pensare che la ragione per cui aveva commesso quell'errore era certamente l'alcool che scorreva tra le sue vene, aveva senza dubbio alterato la sua ira e di conseguenza aveva commesso quel gesto senza pensare a quello che avrebbe potuto scaturire un atto del genere però sapevo anche che non l'avrebbe mai fatto se non fosse stato ubriaco.
"Mi dispiace" sussurrai come d'istinto poiché sapevo di dovermi scusare per qualcosa, era colpa mia se era ridotto in quelle condizioni proprio il giorno del suo compleanno e le parole mi uscirono automaticamente, come se quelle scuse gli fossero giustamente dovute tuttavia solo dopo aver parlato, mi resi conto che anche lui aveva mosso le labbra in un mormorio e aveva pronunciato le mie stesse parole. Anche lui si era scusato con me, sicuramente per quel gesto che avevo già disprezzato abbastanza, tuttavia al contrario di me era riuscito a chiedermi scusa subito, in parallelo al suo pentimento e mi morsi il labbro per quel momento imbarazzante. Avevamo detto quel "mi dispiace" all'unisono e da parte mia vi era una gran voglia di oltrepassare tutto quel casino che avevo creato e guardare finalmente oltre poiché non ce la facevo più a vivere quella situazione con lui, volevo rivivere tutta quella spensieratezza che era solita a rappresentarci e sperimentare sempre nuove forme di amore poiché sapevo che ne eravamo in grado.
Taehyung fece un passo verso di me e senza dire altro si accoccolò al mio petto, non mi avvicinò a lui, non allungò le braccia per stringermi in un abbraccio ma si riposò su di me, come se avesse improvvisamente bisogno di un appoggio e come se lo stesse cercando in me. Avrei voluto sostenerlo come una colonna, essere forte e plasmarmi secondo le sue necessità tuttavia, anch'io come lui, sentivo il bisogno di un caldo abbraccio così avvolsi le braccia attorno al suo corpo e lo racchiusi come il tesoro più grande e importante che possedessi.
"So che in questo momento sei ubriaco e forse in verità è per questo che te lo sto dicendo adesso" riuscii a dire, forse per la vicinanza o forse perché i suoi occhi erano nascosti dall'incavo del mio collo e dunque presi coraggio. "Sarai mai in grado di perdonarmi?" chiesi tormentato da quel cruccio e Taehyung si prese qualche minuto per rispondere, come se si stesse ponendo quella domanda per la prima volta da quando l'avevo scoperto.
"Non lo so ma fai in modo che io ti perdoni" sussurrò e conoscendolo mi diede come l'impressione che cercasse di voler fare il forte, stava cercando in tutti i modo di indossare di nuovo la sua maschera, quella che con tanta pazienza e fatica ero riuscito a fargli togliere. "Per favore" continuò con un tono di voce supplichevole che mi sciolse il cuore, quello era il vero Taehyung ed era quello che amavo più di me stesso.
"Non mi basta il perdono Taehyung, voglio fare in modo che tu possa dimenticare tutto" dissi poggiando la fronte sulla sua e accarezzandogli il viso con i polpastrelli. Avrei davvero voluto che dimenticasse tutto quello che avevo fatto in quei giorni pur che tornasse il solito ragazzino di sempre: quello che amava stuzzicarmi, quello che avrebbe fatto di tutto per stare sopra e comandarmi a bacchetta tuttavia in quel momento sembrava che non avesse nemmeno le forze per farlo.
Avrei dovuto mettercela tutta per curarlo e dentro di me sapevo di doverlo fare a parole, sapevo di dover trovare il coraggio di chiedere scusa e magari anche di attenermi al piano iniziale, ovvero quello di dichiararmi una volta per tutte tuttavia come avevo già costatato non ne eravamo in grado. Né io e né lui riuscivamo a comportarci come adulti in presenza dell'altro e così giacché le parole mi morirono in gola, non mi rimase che dimostrare il mio amore attraverso quell'atto carnale che diventava sempre più un comportamento persistenze che non mollava la presa neppure durante le litigate o durante le delusioni che ci infliggevamo.
Le mie labbra si posarono sulle sue in un dolce e casto bacio a stampo ma un secondo dopo, seppur lui avesse schiuso le labbra per approfondirlo, la mia bocca scivolò sulla sua mascella e presi a baciarlo lungo il collo mentre la mia mano accarezzò il suo busto snello. Le mani di Taehyung invece finirono sulla mia nuca, forse per la prima volta scoperta dai lunghi capelli mentre la sua coscia si avvinghiò attorno alla mia vita, come per farmi comprendere appieno le sue intenzioni, anche se avevo colto quel suo desiderio già dal primo sussurro che mi aveva dedicato. Gemetti contro la sua gola quando sentii la sua erezione sulla mia e a quel punto poggiai i palmi delle mani sul suo petto già nudo e lo feci indietreggiare fin quando non trovai qualcosa di comodo su cui poggiarci e su cui sfogare tutti i nostri sentimenti e tutta la nostra rabbia repressa. Alla fine lo feci distendere sul divano dietro di noi, creando così un tonfo inaspettato, vi era abbastanza spazio per entrambi ma feci comunque fatica a posizionarmi sopra di lui, le mie gambe si distanziarono e mi misi a cavalcioni su di lui dove con la testa mi piegai sul suo corpo, dove tracciai un sentiero di baci lungo il suo petto e scendendo arrivai anche a solleticare il suo stomaco, proprio al di sotto del suo ombelico. Dalla sua bocca fuoriuscii una lieve risatina, come causato dal solletico dei miei teneri baci o forse dai ciuffetti ribelli che si staccarono dall'elastico che teneva il resto dei miei capelli indietro, finendo così per accarezzare il ventre di Taehyung.
Malgrado la sua improvvisa risata, dettata da quel futile momento, però dentro di me avvertii la sua tristezza, la sua agonia e la sua eterna solitudine.
Mi sbottonai il blazer e lo lanciai sul pavimento, non feci caso a dove finii poiché ebbi la sensazione che per terra ci fossero molte altre cose, oltre i nostri indumenti. Probabilmente era finito in un angolo accanto al mio cuore spezzato e quasi sicuramente giacevano in compagnia di alcuni pezzi del cuore di Taehyung, dal momento che fosse evidente che entrambi lo avessimo frantumato e che sarebbe stato difficile sistemarlo per l'ennesima volta tuttavia nonostante il dolore, mi arresi alla voglia che avevo di lui come lui l'aveva di me.
Mi sollevai di poco, giusto il tempo di sfilarmi i pantaloni e i boxer e in quell'istante Taehyung poggiò le sue mani fredde sui miei fianchi come se attendesse impaziente il mio ritorno su di lui così alla svelta mi abbassai nuovamente su di lui, dove lo baciai esplorando la sua bocca come per la prima volta. Il sapore delle sue labbra era leggermente differente dal solito, era più amaro e forse la causa erano state quelle lacrime che prima avevano rigato sul volto ma allo stesso tempo la sua lingua pizzicava la mia e sapeva di vino bianco e sofisticato. Nel frattempo che continuai a possedere la bocca di Taehyung, finii anche di spogliarlo e infine percorsi le sue curve, smanioso di arrivare al punto.
Quello era molto più di semplice sesso, era un'intimità al di fuori del normale e realizzarlo era dannatamente esaltante, goduria pura che era capace di mandarmi in estasi.
Senza esitare e senza alcun preliminare, mi posizionai davanti la sua entrata e lo penetrai lentamente e con una leggera difficoltà, potendo così godere dei suoi ansimi e un secondo dopo anche dei suoi gemiti più profondi. Quando le mie spinte divennero più fameliche, sentii una scossa di piacere attraversarmi il corpo che mi impose di trovare il ritmo giusto che potesse soddisfare sia me che lui. Taehyung si aggrappò alla mia schiena e quando sentii le sue unghie affondare sulla mia pelle mi fece quasi avvampare per il calore travolgente che mi diede quell'attimo, come se solo in quel momento riuscii a cogliere di essere finalmente dentro di lui, di aver ripreso la dominanza e di stargli sopra dopo un tempo che mi parve infinito. Le sue dita scivolarono lungo la mia colonna vertebrale e quando avvolse la mani attorno al mio bacino mi diede come l'impressione di volermi più vicino, si stava aggrappando a me quando in teoria si sarebbe dovuto allontanare, era la cosa più giusta da fare tuttavia non ne fu in grado ed io non potei che essere felice, allo stesso tempo però fui pervaso da un pizzico di rammarico che pareva non voler mollare il mio corpo.
I nostri respiri erano sincronizzati così come i nostri movimenti: nel nostro mondo eravamo felici, nel nostro piccolo spazio tutto si era risolto ed eravamo al posto giusto nel momento giusto perché ancora una volta, eravamo diventati una cosa sola.
"Buon compleanno, amore mio" trovai finalmente il coraggio di dire.
Spazio Autrice
BUON SAN VALENTINO!! Come lo avete trascorso amici miei??
Vorrei chiedervi un favore, cioè se non chiedo troppo potete lasciarmi qualche opinione, un feedback sulla storia in generale o su questi ultimi aggiornamenti? Non so perché ma in questo periodo sono un po' insicura e non riesco a capire se quello che scrivo continua a piacervi e se ha senso continuare a fare altri capitoli...
Grazie <3
-Federica
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