55. La presentazione
Il natale era considerato dalla maggior parte delle persone la ricorrenza più bella tra tutte le altre, era scontato che fosse la preferita tra i bambini dal momento che credevano nella leggenda di babbo natale e trascorrevano quel periodo pensando di incontrare quel paffuto e barbuto uomo in mezzo alla strada o nel migliore dei modi, se fossero riusciti a rimanere svegli avrebbero potuto vederlo sbucare dal caminetto visto che che si diceva che per lasciare i doni, si sarebbe calato dal comignolo tuttavia i bimbi non erano di certo gli unici ad essere ossessionati dal natale, difatti anche gli anziani lo erano. Le persone di una certa età attendevano con ansia le festività cosicché avrebbero potuto finalmente vedere la propria famiglia riunita dopo chissà quanto tempo, amavano stare attorno ai loro figli e ai loro nipoti, amavano giocare a carte con loro e amavano cucinare i piatti tipici della loro città con la tv accesa, in modo da avere anche come sottofondo i soliti e tradizionali film natalizi. Era senza dubbio una bella festa, anch'io la adoravo e l'attendevo con piacere poiché avevo sempre considerato quel periodo dell'anno come uno dei migliori, rendeva la gente più buona e rendeva tutte le famiglie più unite rispetto ai giorni abituali tuttavia ero cosciente che non tutti l'avrebbero apprezzata. Avevo conosciuto alcune persone che dicevano di odiarla solo ed esclusivamente per apparire diverse agli occhi degli altri, giusto per essere discordanti e sembrare enigmatici ma d'altro canto sapevo anche che esistessero ragazzi che non avrebbero mai voluto che le feste arrivassero: ed erano coloro che erano soli, quelli che non possedevano una famiglia o nessun amico di cui fidarsi, quelli che erano costretti a lavorare anche durante il natale o quelli che non trovavano più la gioia di celebrarlo dopo la scomparsa di una persona con la quale avevano costruito in passato dei ricordi memorabili. Vi erano vari motivi per amarlo o per odiarlo ed io non ero nessuno per criticare quei sentimenti, al contrario neppure io quell'anno riconoscevo le mie percezioni.
Non capivo se ero entusiasta o se semplicemente non me ne fregava nulla di quel natale, avevo trascorso una vigilia abbastanza bizzarra con Taehyung che sembrò però essere più una normale serata tra amici mentre il giorno dopo mi ero ritrovato risucchiato dalle tradizioni di famiglia, ma ad ogni modo avevo la costante impressione di aver rovinato tutto con le mie stesse mani. Non ero riuscito a godere di quei momenti a causa di un unico errore che aveva però scaturito degli incessanti rimorsi che avevano condizionato non solo il mio intero umore ma anche le mie azioni e i miei progetti.
Il giorno di natale lo avevo trascorso con una svogliatezza impressionante e quasi fastidiosa, mi sarei preso a sberle molto volentieri giusto per vedere se mi fossi ripreso eppure niente e nessuno aveva compiuto quel miracolo, ne i dolci preparati a mano da mia madre e nemmeno i continui messaggi da parte di Taehyung. Non ci eravamo mollati neppure per un momento, avevamo continuato a mandarci messaggi per tutto il natale, proprio come una di quelle antipatiche coppie che rimanevano appiccicate per tutto il tempo e che facevano quasi venire la nausea per quanto sembravano innamorati. In generale mi sentivo in colpa per non averlo invitato a casa, io a differenza sua avevo qualcuno con cui trascorrerlo mentre lui era rimasto completamente da solo rinchiuso tra le mura della sua camera eppure non mi era venuto in mente di chiamarlo o ospitarlo da me, poiché la verità era che non lo volevo tra i piedi. Non ero ancora pronto per stare con lui come se niente fosse ma cercai comunque di tenergli compagnia dato che se non l'avessi fatto poi me ne sarai sicuramente pentito.
Avevamo fatto anche un'imbarazzante videochiamata in cui avevo trovato il coraggio di guardarlo solo quando lui rivolgeva lo sguardo verso il televisore acceso, stava giocando alla playstation e mi aveva anche invitato a partecipare al party che aveva creato tuttavia dovetti riferirgli che i miei avevano messo la mia console all'asta per racimolare qualche spiccio così fui costretto a rifiutare e mi limitai ad osservarlo. Era seduto comodamente sul divano a gambe incrociate con in mano il joystick dell'ultima generazione ed era vestito con un pantaloncino sportivo e una maglietta a maniche corte, segnale che aveva i riscaldamenti accesi dato il freddo gelido di quell'inverno e solo per un istante pensai di volermi trovare lì cosicché avessi potuto giocare insieme a lui o mi sarei accoccolato tra le sue braccia nel tentativo di fargli spegnere la tv e nel caso avessi fallito allora avrei semplicemente poggiato la testa sulle sue gambe. Sarebbe stato un natale perfetto invece avevo preferito definire dei limiti, attorno a me avevo messo dei paletti e forse Taehyung, buono com'era, non se ne era neppure reso conto eppure io avevo vissuto quei giorni con un peso al cuore che non avevo mai provato. Ad ogni modo ero contento di quel breve contatto che avevamo avuto, era una maniera per dire l'un l'altro che non eravamo soli e soprattutto una maniera per monitorarci a vicenda, ero fiero del fatto che fosse rimasto sobrio così proprio come mi aveva promesso il giorno prima e al solo pensiero di quel ricordo, sorrisi come uno perfetto idiota. Mi ero congelato le chiappe a stare seduto fuori casa eppure io e Taehyung avevamo creato un'atmosfera talmente bella che mi sarei volentieri preso un'influenza pur di continuare a rimanere avvinghiato a lui sopra quel gradino mal ridotto.
Grazie a lui mi ero reso conto di quanto mi piacesse il romanticismo, prima di conoscerlo non sapevo neppure cosa fossero le farfalle nello stomaco e i film d'amore mi davano quasi la nausea eppure Taehyung mi aveva insegnato che le cose belle, le sorprese e le emozioni non dovevano per forza essere stucchevoli per riscontrare del sentimentalismo, al contrario Taehyung possedeva il naturale dono di essere un inguaribile romantico malgrado il suo aspetto e il suo iniziale comportamento freddo e intimidatorio. Più volte me l'aveva dimostrato e più volte io ne ero rimasto stupefatto ma allo stesso tempo profondamente felice.
Anche prima di attaccare la chiamata mi aveva sbalordito ancora una volta, tanto che inizialmente credevo che mi stesse prendendo in giro tuttavia la sua espressione seria e il suo essere insistente mi convinse che ciò che mi stava dicendo, non fosse affatto una cazzata così mi allontanai dai miei parenti e mi avvicinai all'albero di natale, così proprio come mi aveva detto di fare. "Ti ho lasciato un regalo ieri, prima di andare via" erano state quelle le parole che riuscirono a lasciarmi a bocca aperta, al punto che vidi Taehyung scoppiare a ridere e neppure un secondo dopo lo beccai fare degli screenshot della mia faccia tramite i due bottoncini del cellulare.
Se da un lato ero totalmente euforico nel scoprire che ci fosse davvero un pacchettino sotto il mio albero di natale dall'altro percepii ancora una volta la sensazione di colpevolezza, quella volta non per il tradimento ma per il semplice fatto che io non gli avevo fatto nessun regalo, neppure uno stupido ed economico pensierino. Solo in quell'istante mi resi conto di non averci proprio pensato e mi schiaffeggiai mentalmente per quella mia imperdonabile mancanza, come sempre però Taehyung pareva completamente sereno e ogni volta sembrava che fossi pazzo nel farmi tutte quelle paranoie dal momento che lui tendeva a reagire nel modo opposto. In realtà sapevo che lui non volesse nulla in cambio, non pretendeva nessun dono da parte mia allo stesso tempo però mi sentii in difetto nei suoi confronti poiché a differenza di me lui in quei giorni mi aveva pensato.
"Forza aprilo" esclamò elettrizzato e mi ritrovai a ringraziarlo ancora prima di scartare la carta con la quale mi aveva impacchettato il regalo. Aggrottai le sopracciglia nel vedere una semplice e moderna scatolina di colore bianco e visto che non la riconobbi poiché probabilmente non l'avevo mai vista in vita mia, la curiosità sembrò persino aumentare e così velocemente la aprii dove in primo piano mi ritrovai un bigliettino strappato male, segno che era stato lui ad infilarlo dentro. Lo presi in mano e ne lessi il contenuto.
"Ogni imprenditore che sia esperto o meno, ne porta uno al polso e poi ad essere sincero vorrei che mi scopassi con solo quello addosso" alzai istintivamente lo sguardo verso il cellulare dove incontrai gli occhi di Taehyung assottigliati come se fremesse dalla voglia di vedere la mia reazione e alla fine sul suo viso si formò anche un sorriso beffardo che automaticamente fece sorridere anche me. A quel punto spostai il bigliettino e ancora una volta rimasi di sasso, forse più di tutte le altre volte. Non seppi cosa dire, era così assurdo che tutte le parole in quel momento mi parvero inutili e neppure un semplice sussulto era riuscito a fuoriuscire dalla mia gola, divenuta secca alla vista di quello che avevo appena spacchettato.
Un Rolex d'oro.
"Sei impazzito?" era l'unica cosa che ero riuscito a dire mentre lui mi aveva zittito immediatamente con un semplice "Non fare storie Jungkook", dopo di che mi aveva invitato a provarlo e sebbene provassi una totale vergogna, mi ritrovai a cedere ai suoi desideri così commentammo insieme il mio nuovo look, non prima che gli riempissi la testa di mille "grazie", tanto che alla fine mi vietò di ripetere quella parola o avrebbe bloccato la videochiamata senza neppure salutarmi prima.
Dunque sia la vigilia che il natale erano ormai passati, indiscutibilmente non nei migliori dei modi ma nonostante tutto erano risultati belli, anche se particolari.
La settimana a seguire era sembrata più lunga del solito e l'avevo trascorsa al lavoro come tutte quelle precedenti e così come tutte quelle che sarebbero venute dopo. Senza farmi troppe paranoie avevo ricominciato ad andare in azienda, in primis per non destare alcun sospetto del mio inevitabile e quasi impercettibile allontanamento e secondo poi perché avevo in qualche modo bisogno di fare qualcosa per evitare di uscire fuori di testa e così sfruttai appieno quel mio impiego. Avevo fatto in modo di poter lavorare sia sul divano di casa mia che nei diversi edifici a mia disposizione cosicché potessi occupare il mio tempo tra i colleghi e allo stesso momento usufruire degli essenziali strumenti di cui possedeva la grande e considerevole ditta firmata Kim.
Sembrava che il tempo avesse leggermente alleggerito le mie colpe o forse quella mia vaga ma piacevole sensazione era semplicemente dovuta dalla chiacchierata che avevo avuto con Taehyung negli scalini di casa mia, gli stessi in cui qualche giorno prima avevo baciato un altro ragazzo, tuttavia sapevo che i miei rimorsi non erano ancora completamente spariti. Non potei di certo negare di sentirmi un po' meglio, durante la notte avevo ricominciato a dormire per più di cinque ore consecutive e soprattutto serenamente e stavo anche ricominciando a trovare il coraggio di guardare Taehyung dritto negli occhi per più di qualche minuto senza credere di aver compromesso la nostra relazione per sempre. Malgrado quei miglioramenti visibili solo a me stesso, avevo però memorizzato automaticamente tutti gli orari lavorati di Taehyung e senza che neanche me ne accorgessi, avevo evitato che coincidessero con i miei, difatti ci eravamo visti davvero poco. In ogni caso non potei giocare più a quel gioco che inizialmente mi parve astuto ma che in realtà si dimostrò essere solamente scomodo ed impegnativo, dal momento che un vincolo inderogabile aveva fatto capolinea sulla mia agenda ed io non ero nessuno per poterlo annullare o peggio ancora per non presentarmi.
Mingyu inaspettatamente aveva organizzato una riunione e aveva mandato un invito a tutti i soci che erano coinvolti nel nuovo affare Kim, affinché tutti avessimo potuto discutere sul progetto, ricreare idee o semplicemente venire a conoscenza degli aggiornamenti sulla preparazione delle armi da fuoco e di conseguenza dei suoi progressi. Quando ero venuto a sapere del meeting non ne ero affatto felice, al contrario avrei tanto voluto sottrarmi e non presentarmi affatto.
Non avrei mai voluto partecipare a quella riunione anche se ero cosciente che un vero professionista avrebbe messo da parte tutto il resto pur di valorizzare il proprio lavoro, così come spesso avevo visto fare a Taehyung, tuttavia il mio essere costantemente insicuro di me stesso e un fifone per natura, mi ripeteva nella testa che non sarebbe stata una buona idea rimanere nella stessa stanza in cui vi era sia Taehyung che Mingyu. Conoscendomi sapevo che non avrei retto quella situazione e che non sarei neppure stato in grado di guardarli negli occhi, da una parte perché avevo il timore che Taehyung scoprisse quel dannato tradimento e dall'altro perché ero ancora profondamente imbarazzato per quello che avevo fatto e non volevo che si ripetesse. Avrei dovuto mettere un punto con Mingyu, chiarire la questione una volta per tutte giacché non potessero esserci altri malintesi tuttavia avevo paura di ciò che ne sarebbe conseguito.
Ad ogni modo quel giorno mi preparai per dirigermi in azienda, consapevole che dopo aver provato in tutti i modi ad evitare entrambi, li avrei rivisti nello stesso momento e persino nello stesso luogo. Avevo l'ansia a mille: era peggio del primo giorno di scuola, peggio di dover inviare un messaggio alla crush di sempre, peggio del primo appuntamento e peggio di prepararsi per un esame o per un importante colloquio. Mi sarei dovuto munire di pazienza e per tutto il tragitto avrei dovuto pregare pur di non far accadere una tragedia e senza nemmeno accorgermene feci la strada a piedi, come per tranquillizzarmi e respirare un po' di aria fresca, il mio cardiologo mi aveva evitato di correre al contrario però aveva prediletto le lunghe passeggiate e così feci, arrivando però leggermente in ritardo.
Non avevo salutato nessuno alla hall, mi ero semplicemente fatto strada per arrivare alla solita sala che usavamo per le riunioni e a quel punto prima di aprire la porta, regolarizzai il mio respiro e sistemai di poco il mio aspetto visto che dal riflesso delle ante vetrate avevo notato come i miei capelli erano completamente spettinati, forse a causa di tutto quel vento che avevo preso, ad ogni modo solo ad aver preso una boccata d'aria fino a riempire i polmoni, trovai la forza di bussare e di aprire la porta. Mi ritrovai a fare un inchino ancora prima di guardarmi attorno, mi scusai anche per il lieve ritardo e impacciatamente mi andai a sedere accanto a Taehyung che malgrado la mia goffaggine mi sorrise dolcemente, solo allora mi resi conto che fossero già tutti presenti.
Sentii lo sguardo di Mingyu bruciarmi la pelle ma non ebbi il coraggio di voltarmi e di incontrare i suoi occhi, non riuscii a capire se fosse solo una mia impressione che diventava sempre più simile ad una mia paura o se davvero avesse la sfacciataggine di fissarmi proprio davanti a tutti. Fortunatamente non passò molto tempo prima che qualcuno, un uomo molto più grande e impostato di noi, richiamasse il suo nome cosicché potesse dare il via alla riunione, dal momento che era stato lui ad organizzarla. Mingyu a quel punto non se lo fece ripetere due volte e si alzò in piedi, aggiustandosi l'abito prima di dirigersi verso il centro della stanza, proprio accanto un lungo mobile bianco che ospitava il computer che avrebbe poi illustrato alla grande lim, appesa alla parete, la presentazione realizzata in simultanea con me. L'avevo appunto aiutato spedendogli le mie slide da casa cosicché le unisse alle sue, in modo tale da esporre il resoconto del lavoro che avevamo svolto insieme.
Non potevo conoscere o identificare le emozioni che in quel momento percorrevano il corpo di Mingyu ma agli occhi di tutti i presenti sembrò determinato e pareva possedere un senso di sicurezza spropositato. Era fiducioso e sicuro di sé stesso, tanto da farlo credere a tutti e tanto da apparire affascinante persino ai miei occhi, che dovevano solo disprezzarlo dopo quello che era successo tra di noi.
Ero agitato e fui sollevato dal fatto che non volle la mia presenza al suo fianco, quando avevo saputo di quell'incarico avevo pensato che avremmo dovuto riportare il rapporto insieme e se inizialmente ero entusiasta e incuriosito da quella mansione, ora ero contento di lasciare a lui quel posto.
Aveva infilato una chiave USB nella parte sinistra nel portatile prima di poggiare le dita sulla tastiera e cliccarci sopra abbastanza velocemente, segno che era abituato ad utilizzarlo. Dopo di che attese che la pagina venne caricata anche sulla parete posteriore, quella non visibile a lui bensì a tutti gli altri membri della riunione, e a quel punto drizzò il busto e incrociò la mani dietro la schiena prima di cominciare a parlare.
"Innanzitutto sono felice che tutti gli invitati siano presenti a questa importante riunione organizzata dal sottoscritto, in maniera tale da poter prima di tutto ringraziare il proprietario Kim per aver messo a disposizione la propria azienda nel tentativo di realizzare questo fantastico progetto di cui mio padre si è subito mostrato interessato. È veramente un onore lavorare qui e soprattutto con te, per questo trovo pertinente ed essenziale riportare gli ultimi aggiornamenti sulla programmazione delle tue armi" iniziò impeccabilmente il suo discorso e malgrado stesse usando tutte le parole giuste, il mio ginocchio non smise mai di muoversi nervosamente al di sotto del tavolo.
Spostai l'attenzione verso Taehyung, che in quel momento aveva uno sguardo risoluto, accorto e pareva non volersi perdere neppure la minima e più banale parola di Mingyu.
"Quando ho saputo di dovermi imbarcare in questa avventura ero piuttosto restio malgrado fossi stato avvertito da mio padre del grande potenziale del figlio della famiglia Kim. Non ero contento di aver ricevuto quell'incarico eppure nonostante il mio iniziale inappagamento mi sono poi ritrovato a dovermi ricredere" continuò con la sua premessa, non capii il motivo per cui lo stesse facendo dal momento che non era necessaria e nessuno gliela aveva richiesta, ragione per cui quella introduzione cominciò a puzzarmi.
"Il progetto delle armi non mi ha mia entusiasmato molto, l'ho sempre trovata un piano di lavoro ridicolo e neppure i disegni mi piacevano particolarmente ma c'è stato qualcosa che mi ha fatto cambiare subito idea..." mi ritrovai ad aggrottare le sopracciglia. "... o meglio qualcuno" sgranai gli occhi a quella affermazione perché sebbene non fossi una persona presuntuosa, capii immediatamente che si riferisse a me e che quel qualcuno fossi io.
In men che non si dica mi ritrovai sia gli occhi di Mingyu che quelli di Taehyung puntati addosso. Quest'ultimo si voltò appositamente verso di me, come se anche lui avesse capito che il protagonista di quel discorso fossi io. Trattenni il fiato per qualche secondo, incapace anche di respirare e non seppi neppure cosa o chi guardare, se da un lato non avrei mai voluto incontrare lo sguardo disorientato di Taehyung dall'altro non avrei neanche voluto voltarmi per vedere il sorrisino soddisfatto di Mingyu. Non capii cosa stesse capitando all'interno di quella sala ma ad un tratto mi sentii a disagio e letteralmente paralizzato dalla paura di ciò che sarebbe potuto succedere.
"Quel giorno quando entrai in questa sala riunioni ero ormai sicuro di rifiutare l'incarico ricevuto da mio padre tuttavia senza alcuna aspettativa finii per imbattermi in un ragazzo che mi parve una specie di miraggio, una vera e propria meraviglia" continuò sentendomi bruciare per gli sguardi che cominciarono tutti a posare su di me. Avrei tanto voluto sotterrarmi o persino morire pur di evitare di continuare quella terribile e spinosa situazione che mi metteva in una condizione di scomodità che a poco a poco stava divenendo un vero e proprio malessere fisico, come se da un momento all'altro non avrei più potuto ascoltare le sue desolanti parole. "Era davvero il ragazzo più bello che avessi mai incontrato: moro, alto e muscoloso dunque mi ritrovai a pensare che sarebbe stato divertente e soprattutto allettante accettare tale responsabilità, motivo per cui feci di tutto per lavorare direttamente con lui" a quel punto capii perché Taehyung da un giorno all'altro era venuto a chiedermi fervidamente di entrare a far parte della sua azienda, non perché credesse nella mia persona e né tantomeno per aiutarmi economicamente come invece avevo creduto ma per il semplice motivo che come sempre, aveva probabilmente capito prima di me la vera intenzione di Mingyu. In quell'istante compresi che neppure per un secondo il biondino aveva pensato a me e giustamente non si era di certo lasciato scappare l'occasione di collaborare con il figlio di un grande imprenditore che avrebbe ampliato la sua fama e il suo capitale, buttandomi però così nella fossa dei leoni.
"Ovviamente sono riuscito nel mio intento, avendo così modo di poter trascorrere del tempo da solo con lui, rendendomi conto che la bellezza esteriore non fosse il suo unico pregio" continuò ad elogiarmi, facendo così aumentare sempre di più la mia ansia. "Ho provato con dei fiori e un banale bigliettino tuttavia sapevo che quello non sarebbe mai arrivato tra le mani di quel ragazzo, che diventava sempre di più un'ossessione, una specie di preda da dover a tutti i costi catturare, così mi sono semplicemente limitato, evitando di esprimermi come meglio volevo" spiegò e a quel punto capii il motivo per cui aveva organizzato quella riunione di fretta e furia, il suo piano non era di certo quello di far sapere a Taehyung l'andazzo del nostro lavoro, piuttosto non vedeva l'ora di usare la mia persona per affossarlo o peggio ancora confessare quel terribile sbaglio di cui mi pentivo sempre più ad ogni minuto che passava. "Dentro di me però sapevo di potercela fare, di poter conquistare il mio obiettivo e difatti solo qualche tempo dopo..." si fermò un attimo come per creare suspense e mi irritò al punto che il sangue cominciò a ribollirmi nelle vene e se quella era la mia reazione, non potei neppure lontanamente immaginare quella del mio biondino, che non mi guardava neppure più nonostante si trovasse di fianco a me. "... è accaduto un bellissimo colpo di scena" esclamò provocatorio avvicinandosi al suo socio, che proprio come avevo temuto in passato, riteneva ed attaccava più come un avversario.
"Scommetto qualsiasi cosa che non ne sei ancora a conoscenza" disse con un tono di voce triste, come se fosse dispiaciuto per Taehyung, che forse per la prima volta da quando l'avevo conosciuto, mi parve disorientato e incapace di rispondere a tono. "Se c'è una cosa che odio sono proprio le menzogne" continuò spostando l'attenzione verso di me, mentre tutti gli altri si godevano silenziosamente lo spettacolo.
"Vuoi avere tu questo onore?" mi domandò sfacciato, facendo così intuire a tutti i presenti che la persona di cui tanto parlava ero semplicemente io, un ragazzo appena entrato a far parte di una delle aziende più importanti della Corea. Ero confuso ma di certo non potevo esserlo più di Taehyung che aveva ripreso ad osservarmi come non aveva mai fatto prima, il battito del mio cuore era accelerato, tanto da percepirlo persino sul mio polso. Avevo una terribile paura e forse in quel momento, per un millesimo di secondo e per la prima volta da quando avevo scoperto del mio scompenso, avevo sperato di sentirmi male, di avere un attacco cardiaco o anche solo un problema respiratorio che avrebbe in qualche modo distratto tutti i membri della riunione da quella agghiacciante tensione che aveva creato appositamente Mingyu. Era ormai ovvio che avesse delle cattive intenzioni sia nei confronti del mio ragazzo che nei miei tuttavia stupidamente mi ritrovai a chiedermi se fosse tutto programmato sin dal primo giorno. Mi domandai che cosa lo potesse aver spinto nel architettare un piano tanto perverso e che benefici avesse potuto guadagnare nel comportarsi in quella maniera ingrata. Era solo un'innata cattiveria o era talmente contrario nel portare a termine quella collaborazione che avrebbe rischiato così tanto pur di mandare all'aria tutto quello che avevamo costruito? Oppure era talmente preso da me che non avrebbe retto quella specie di triangolo amoroso? Erano queste le domande che continuavo a pormi nella mia mente tuttavia quella che pareva più plausibile era che Mingyu mi avesse usato per fare un dispetto a Taehyung. Quella ipotesi sembrava davvero la più autentica nonostante fosse quella più dolorosa. Mi odiavo per aver retto il suo gioco, motivo per cui avrei preferito qualsiasi cosa pur di sottrarmi da quella situazione tuttavia non fui in grado di muovere neppure un muscolo per provare anche solo a fermare quello che era il suo scopo.
"Mi fa piacere che tu non abbia il coraggio di aprire bocca perché muoio dalla voglia di dirlo io" continuò facendomi ribollire il sangue nelle vene, improvvisamente era diventato odioso e mi resi conto solo in quell'istante di quanto avesse finto per tutto quel tempo e di quanto avesse modificato il suo carattere per raggiungere quel determinato e inconcludente momento.
Mingyu si avvicinò pericolosamente a Taehyung e mi ritrovai a pensare a quanto coraggioso fosse nel compiere quel semplice gesto, il biondino aveva da sempre messo paura a tutte le persone che incontrava eppure il moro non era mai stato condizionato dalla sua influenza e né dal suo atteggiamento scontroso, al contrario io lo ero eccome, specialmente in quella occasione. Si piegò di poco, giusto per arrivare di fronte al viso corrugato di Taehyung e dopo di che alzò un sopracciglio e si lasciò andare ad una leggera risata.
"Sai per quanto siate bravi a nascondere la vostra relazione io l'ho captato sin dal primo istante" disse alzando le spalle tranquillo e persino io a quelle parole sgranai gli occhi, visto che anch'io ero rimasto all'oscuro di quel particolare, non molto insignificante. Nessuno oltre i nostri migliori amici era a conoscenza della nostra relazione e se da una parte non ci vedevo nulla di male nel dirlo ad alta voce o ad esterne persone, dall'altra avrei tanto voluto che rimanesse una cosa tra di noi e basta. Non che me ne vergognassi o che avessi chissà quale timore ma avevo sempre immaginato che sarebbe stato meglio per Taehyung se la notizia non si fosse sparsa tra i giornali, finendo così poi per trasformarsi in un pettegolezzo che avrebbe riguardato il cognome Kim.
Io avevo da sempre avuto un pizzico d'ansia nel dire di essere innamorato di una persona del mio stesso sesso dal momento che avevo scoperto il mio vero orientamento sessuale solo dopo la maggiore età, generalmente la gente tendeva a saperlo sin dall'infanzia o perlomeno riuscivano a comprenderlo nell'adolescenza, il periodo in cui si cominciava a sperimentare tuttavia io non avevo mai avuto dubbi prima di incontrare Kim Taehyung. Non avevo accettato i miei sentimenti molto velocemente al contrario però avevo da subito accolto l'attrazione che provavo per il suo corpo poiché non mi era mai sembrato un'inclinazione differente dalle altre tuttavia avevo paura del giudizio degli altri, soprattutto dei miei genitori, degli adulti che mi circondavano giornalmente e persino dei miei compagni di squadra. Inizialmente avevo una terribile paura che mi denigrassero o che si allontanassero da me ma con il tempo avevo imparato non solo a fregarmene della gente, evidentemente ignorante che si rifiutava di accettare le persone che avevano gusti differenti dai loro. Malgrado la mia nuova cognizione, che mi permetteva quindi di vivere tranquillamente, però vi era un altro tasto che mi bloccava ed era proprio quella situazione. Non volevo che si diffondesse la nostra relazione solo ed esclusivamente per la vita che conduceva Taehyung, per quanto si sforzava di esserlo lui non era un ragazzo normale e come tale non poteva godere dei comuni privilegi che possedevano invece tutti gli altri, tra i quali io, prima di conoscerlo.
Avevo sempre colto la sua strafottenza e la sua totale libertà di essere ed esprimersi come meglio voleva, ammiravo tanto quel suo lato tuttavia non sapevo come avrebbero potuto reagire i media a quella notizia. Dentro di me ero certo che a Taehyung non importasse nulla tuttavia io non volevo che scoppiasse un caso mediatico per una questione che sarebbe potuta tranquillamente rimanere tra le mura di casa nostra. Era una situazione privata e di conseguenza anche molto delicata, la Corea era indubbiamente un paese che spiccava per modernità tuttavia non lo era riguardo i semplici diritti umani: vi era ancora un forte tabù tra gli adulti motivo per cui molte persone non riuscivano a rivelare la loro reale identità. Non sapevo quali aspetti negativi avrebbe potuto riscontrare il figlio dei Kim se si fosse scoperto che era da sempre stato bisessuale e che era adesso fidanzato con una persona del suo stesso sesso.
"È stato facile intuirlo dai vostri continui sguardi, dalla vostra complicità e soprattutto dal fatto che una persona come Jungkook lavorasse per te da un giorno all'altro" disse e chiusi gli occhi poiché evidentemente era anche a conoscenza dell'iniziale bugia che eravamo stati costretti a dirgli. "Per quanto brillante fosse stato quel giorno alla riunione e persino negli appuntamenti a seguire, era lampante per me che non fosse un professionista ma solo un ragazzino tanto intelligente che cercava di dare il massimo in un lavoro che non aveva mai testato prima di allora" continuò mettendomi così a nudo dinnanzi a tutti, mi stava appositamente mettendo in imbarazzo e stava riuscendo benissimo nel suo intento. Mi stavo profondamente vergognando ma lo lasciai parlare ancora, sapendo già dove sarebbe arrivato.
"Nonostante tutte le menzogne che mi avete affibbiato però l'unica sensazione che continuavo a provare era l'indivia" ammise allontanandosi di poco e a quel punto Taehyung rialzò lo sguardo verso di lui. "Non ero affatto arrabbiato o deluso dalle vostre continue bugie, tutt'altro..." il suo sguardo si fece perso del vuoto. "Ero solamente invidioso del vostro rapporto" confessò facendomi sentire quasi in colpa, anche se il quell'occasione era evidentemente lui lo stronzo dal momento che aveva architettato tutto quel teatrino per smascherare le bugie che avevamo detto per il bene delle armi che avremmo dovuto far nascere e per farci poi sapere in una maniera quasi sleale che era a conoscenza di tutte le verità, che credevamo ingenuamente di poter nascondere ancora per un po' di tempo. Evidentemente avevamo sottovalutato Mingyu ma la cosa che più mi dava sui nervi era il fatto che stava usando quelle oggettività per screditare il lavoro di Taehyung, era davvero l'ultima cosa che avrei voluto eppure agli occhi degli altri saremmo sembrati solo poco professionali e soprattutto due grandissimi stronzi, specialmente lui che come capo di tutto quell'impero aveva accolto come suo braccio destro un qualsiasi ragazzino senza alcuna esperienza per il semplice motivo che si era perdutamente preso una cotta per lui mettendo così da parte, forse per la prima volta, il bene della sua azienda.
"Ero invidioso di voi due al punto che cominciai a sperare di poter in qualche modo raggiungere anch'io lo stesso vostro livello" spiegò e piuttosto che definirlo pazzo mi ritrovai nelle sue parole poiché il concetto che voleva esprimere era molto simile a quello che avevo provato io quando avevo conosciuto Taehyung e quando avevo scoperto che aveva nella sua vita un migliore amico come Jimin. Mi ero ritrovato a provare gelosia nei loro confronti per il semplice fatto che anch'io avrei tanto voluto un rapporto come il loro, solo pieno di amore e confidenze. Non riuscii a criticare quel suo folle lato, al contrario mi rispecchiavo nella sua rivelazione. "Così mi sono ritrovato nel cercare quel tipo di rapporto in un ragazzino leggermente ingenuo e credulone ma tanto accogliente, al punto di accettare tutte le mie avance" deglutii quando quella discussione prese una piega differente, che riguardava me in prima persona e mi agghiacciai quando con la coda dell'occhio vidi il viso di Taehyung ruotare completamente verso la mia figura, come se quei tre semplici aggettivi lo avessero ricondotto a me e l'avere quello sguardo attento puntato addosso mi fece immobilizzare come se fossi appena divenuto una statua.
"Sai ci è voluto davvero poco" continuò a parlare come se fossi una pezza usata e il solo pensare quel paragone mi fece sentire un male al petto che quasi sicuramente era nulla in confronto a quello che stava provando il ragazzo accanto a me che continuava a fissarmi come se volesse una conferma da parte mia, era evidente che avesse già capito tutto ma non aveva azzardato a intromettersi come se volesse prima un quadro completo della situazione. "Solo due mazzetti di fiori, un giro in macchina, delle parole dolci e poi ho potuto assaporare le sue labbra" avrei voluto piangere ma quel pizzico di dignità e soprattutto il mio orgoglio non mi permisero di farlo.
"Ci siamo baciati" confermò ancora come per fare il colpo di grazia, non ebbi il coraggio di guardare Taehyung e di conseguenza mi era sfuggita la sua reazione ma fu un bene per me, dal momento che avrei quasi sicuramente rivissuto quei minuti nei miei incubi e l'ultima cosa che volevo era rivedere continuamente l'espressione delusa del mio ragazzo. "E visto che siamo in vena di confessione non posso negarti che quella sera avrei anche tanto voluto scoparmelo" continuò rude e a quel punto successe l'inevitabile.
Taehyung scattò in piedi come una molla e sapevo che arrivato a quel punto niente e nessuno sarebbe stato in grado di fermarlo, Mingyu aveva usato delle parole che mi avevano ferito l'anima e sentire ciò che io già sapevo mi fece stare anche peggio poiché sentirlo ad alta voce era come assimilare una volta per tutte che le mie azioni erano state reali e non il frutto della mia immaginazione, come invece avrei di gran lunga preferito tuttavia malgrado quel dolore al petto e il mio immediato pentimento non potevo non pensare di meritare quel male, al contrario mi dispiaceva sia per il moro che per il mio biondino. Taehyung non si meritava un tradimento di quel genere e neppure di scoprirlo in quel modo: nelle mura della sua azienda, attorno alle persone che probabilmente l'avevano visto crescere e che ora erano diventati i suoi più fidati dipendenti e soprattutto con il suo più recente socio che gli sorrideva beffardo come se avesse appena raggiunto chissà quale grande o importante vittoria. Per quanto però odiassi quella situazione e per quanto avessi anch'io voluto far scomparire quel fastidioso sorriso dalla faccia di Mingyu non avevo mai prediletto la violenza per alleviare una delusione o come metodo di vendetta, motivo per cui chiusi gli occhi con forza quando vidi Taehyung alzarsi e sporgersi verso la persona che gli aveva probabilmente fatto crollare la terra sotto i piedi.
Era come se non volessi assistere a quell'avvenimento tuttavia quando le mie orecchie percepirono il suono di un brutale e rabbioso pugno non potei far a meno di riaprire gli occhi e sussultai come se quelle nocchie fossero state indirizzate in qualche modo anche me. Ad ogni modo compresi che era per lui più facile prendersela completamente con il moro, che nonostante avesse appena voltato il viso per quel contatto inaspettato non perse tempo e continuò a provocarlo.
"Sai dove mi ha baciato? Proprio sull'uscio di casa sua" un secondo pugno si schiantò contro il suo viso, proprio tra lo zigomo e l'occhio destro tuttavia Mingyu tornava sempre a guardarlo negli occhi e soprattutto tornava sempre ad aprire la bocca.
"Quella notte non sono riuscito a dormire perché ogni volta che ci provavo mi veniva in mente il suo corpo nudo accanto al mio" e in men che non si dica arrivò un altro pugno ancora, era come se Taehyung non volesse sentire più nulla motivo per cui continuava a colpirlo con quella costanza e quell'aggressività. "Finendo così per eccitarmi come mai prima di allora"
"Sta zitto, cazzo" urlò Taehyung a quel punto e saltai in aria persino io, malgrado sapessi che quella reazione sarebbe prima o poi arrivata.
"Sapevo che fossi solo un violento" sussurrò Mingyu leggermente piegato, pensai dal dolore ma la sua espressione pungente lo contrariava e pareva solo in vena di continuare a sfidare la pazienza e il buon senso di Taehyung, pregi che stavano velocemente abbandonando il suo corpo o che forse non aveva neppure mai posseduto difatti afferrò le spalle larghe del moro, spingendolo fino a farlo sbattere contro il muro dietro di loro e a quel punto scatenò tutta la sua ira. Lo colpì più volte sullo stomaco e mi venne un conato di vomito nel sentire le lamentele e i gemiti di Mingyu che invece stava assorbendo tutte le botte senza neppure provare a difendersi e dal momento che avevo sempre avuto l'impressione che fosse alla ricerca di una rissa o anche solo di una discussione con lui mi ritrovai a pensare che forse era proprio la reazione che tanto stava aspettando da Taehyung. Mi ritrovai a prendere in considerazione un'ipotesi bizzarra ma allo stesso tempo mi sembrò anche la più plausibile: che Mingyu stesse cercando di screditare la sua persona dinnanzi ai componenti più importanti della sua azienda? Era come se volesse rivelare la sua vera natura e purtroppo mi ritrovai a credere che ci stesse riuscendo, mi voltai velocemente verso tutti gli altri membri della riunione e analizzai i loro visi: scossi, spaventati e disgustati dalla persona che avevano sempre ammirato e rispettato.
Mi prese il panico. Era tutta colpa mia.
Avevo davanti agli occhi una scena surreale, inizialmente non avrei mai pensato che tra noi tre sarebbe potuto succedere tutto questo casino ma dopo quel bacio sapevo che prima o poi avrei rivisto Taehyung cedere a quei gesti che cercava forzatamente di sopprimere e dunque comportarsi come i primi tempi, come l'avevo conosciuto. Un Taehyung quasi selvaggio, che non vedeva l'ora di finire in una rissa, che amava sentire il calore dei pugni e l'odore amaro del sangue che rimaneva perennemente sulle sue nocchie, macchiando così la sua candida pelle. All'inizio avevo scambiato quel suo atteggiamento per ferocia, ma mai per cattiveria così mi ero ritrovato a pensare che trovasse piacere negli scontri corpo a corpo, poiché era forse l'unica cosa che gli donava sollievo, quando poi però si rendeva davvero conto delle sue azioni finiva sempre per pentirsene e quel particolare l'avevo colto sin dal primo giorno. Nonostante le mie svariate supposizioni e la mia buona fede nei suoi confronti però non avevo mai compreso appieno il motivo delle sue azioni fino a quando non si spogliò completamente e mi parlò del suo terribile passato, dei trauma che aveva dovuto subire e del disturbo di personalità che ne era conseguito, così tramite quelle sue rivelazioni e tramite quella evidente realtà avevo finalmente compreso cosa lo spingesse a comportarsi in quel modo che tanto mi metteva paura. Col tempo era riuscito a migliorare quel lato di se stesso che entrambi odiavamo, aveva dimostrato in diverse occasioni di essere finalmente in grado di controllare il suo corpo e di ragionare prima di seguire i suoi impulsi e commettere altri sbagli di cui poi si sarebbe rammaricato ed io ero profondamente fiero e orgoglioso di lui e dei suoi progressi.
Taehyung era cambiato, non era più la persona che avevo conosciuto in quella metropolitana, ragion per cui ero certo che in quel momento non avesse perso il controllo... tutt'altro, era forse la prima rissa che percepiva davvero. I suoi pensieri per la prima volta non erano offuscati dal suo passato o da ciò che aveva commesso in precedenza ma era solo condizionato dal fatto che avrebbe davvero voluto picchiare Mingyu e una parte di me sapeva che era quello che più si meritava, malgrado ciò non riuscii a starmene zitto e fermo come tutti gli altri aspettando che il moro perdesse i sensi o peggio ancora che Taehyung perdesse tutta la credibilità che negli anni si era guadagnato.
Ci fu un istante in cui Mingyu riprovò ad aprire bocca ma Taehyung non gli diede neppure il tempo di riprendere fiato che si scagliò ancora contro di lui, questa volta gli sferrò un pugno in pieno viso, colpendo direttamente il suo naso e difatti neppure un secondo dopo la vittima cominciò a perdere sangue e a quel punto schizzai verso di loro cosicché potessero smetterla. Quando cercai di fermare il biondino però ebbi la reazione contrario, mi guardò negli occhi solo per un attimo ma ebbi come l'impressione che volesse prendere a pugni anche me così istintivamente feci un passo indietro e con più forza di prima riprese a colpire Mingyu, imprecando visibilmente ancora più infuriato.
L'ennesimo pugno prese appieno la sua mascella, facendogli così scattare la testa dal lato opposto e facendogli persino perdere l'equilibrio, a quel contatto vidi Mingyu chiudere gli occhi come se stesse a poco a poco perdendo i sensi e così improvvisamente mi tornò in mente il male che provai quando fui io quello a stare sotto i colpi incontrollati di quello che ora che il mio ragazzo.
"Taehyung" gridai il suo nome nel tentativo di fermarlo definitivamente ma sgranai gli occhi quando mi resi conto di ciò che avevo detto. Mi portai una mano sulle labbra che mi parse più simile ad uno schiaffo, come se quel gesto avesse potuto rimediare all'ulteriore sbaglio che avevo appena commesso ma il sentire gli imminenti bisbigli delle persone presenti mi fecero comprendere la gravità di ciò che avevo appena fatto.
"Quindi è questo il nome che ti ha messo quella puttana di tua madre" mormorò Mingyu facendomi rimanere di sasso, era come se mi fossi congelato sul mio posto ma allo stesso tempo percepii un calore che mi mandò in tilt il cervello bollire e trovai la forza di chiudere le mie mani in due stretti e serrati pugni, gli stessi che avrei voluto piantare su quella cazzo di bocca che prima aveva osato baciare la mia e poi aveva solo sputato cattiverie su cattiverie tanto da farmi venire la nausea.
Taehyung aveva afferrato il colletto ordinato di Mingyu per farlo rialzare da terra e allo stesso tempo per poterlo guardare dritto negli occhi prima di sferrargli un altro pugno tuttavia quando il biondo alzò il braccio per colpirlo, trovai il coraggio di fermarlo. Circondai il suo polso con una mano e quando mi sporsi per guardarlo vidi il suo viso pieno di lacrime, automaticamente anche i miei occhi si fecero lucidi anche se in verità non potei sapere il reale motivo per cui stava piangendo: era ovviamente scosso dal susseguirsi di tutti quegli avvenimenti ma che fosse stato per il tradimento appena scoperto, per il fatto che fosse tornato a creare risse dopo tempo o per l'offesa che era stata rivolta alla signora Kim, sapevo di possedere la colpa in ogni caso. Era scontato che colpevolizzassi me stesso per tutto quello che era successo tuttavia non ero così clemente da scaglionare Mingyu, anche lui aveva le sue colpe, forse anche più di quanto ne avessi io così per una volta misi da parte la ponderatezza di cui ero dotato e seguii il mio istinto. Volevo che pagasse, lo volevo tanto quanto Taehyung ma non potevo permettere che facesse lui tutto il lavoro sporco, motivo per cui bloccai le sue azioni.
Ero passato sopra tutte le offese che mi aveva rivolto tuttavia non potevo perdonargli un insulto tanto grave come quello rivolto verso la mamma scomparsa di Taehyung, era inaccettabile e quasi ringhiai dalla rabbia, motivo per cui Taehyung non mi fece resistenza. Lo guardai solo per un attimo e sembrò capire le mie intenzioni, difatti abbassò il braccio e mollò lentamente la presa su Mingyu, non aveva fiatato ma aveva tirato su con il naso, come per evitare di continuare a versare lacrime che quel verme sotto di noi non meritava.
"Sai molte volte mi sono ritrovato a voler fermare i suoi pugni ma se pensi che questa è una di quelle volte, ti sbagli di grosso" ringhiai piegandomi verso di lui. "L'unico motivo per cui l'ho fatto questa volta è perché ho il desiderio di finirti io" conclusi semplicemente prima di godere di quel pugno liberatorio che abbattei sulla sua faccia.
Mi ero appositamente alzato la manica della camicia così da poter scoprire e sfoggiare per la prima volta il mio nuovo Rolex d'oro, lo stesso che mi aveva regalato il ragazzo accanto a me, nonché mio fidanzato. Fu un gesto automatico ma del tutto soddisfacente, era come se quel pugno fosse stato ancora più potente grazie a quel costoso orologio che circondava il mio polso. Piantai le mie nocchie sul suo volto già leggermente arrossato dai precedenti colpi di Taehyung e finalmente quel sorriso insopportabile che lo aveva caratterizzato per tutta la durata della riunione, finì per cancellarsi definitivamente dal suo viso e un brivido di piacere percorse la mia schiena.
Taehyung sussultò a quella visione poiché probabilmente non si aspettava una reazione simile da parte mia, lo stesso Jungkook che aveva sempre giudicato il suo comportamento violento e che aveva sempre divulgato il buonsenso e le azioni genuine adesso non solo aveva assecondato le sue azioni ma si era anche ritrovato a copiarle. Avrei tanto voluto dargli un altro pugno ma la reazione di Taehyung a quel mio gesto mi bloccò totalmente e così piuttosto che continuare a far gemere Mingyu mi ritrovai a voltare il viso verso il biondino, che aveva cominciato a ridacchiare. Le lacrime che prima popolavano i suoi occhi ora non erano più visibili poiché a causa della sua risata si erano ristretti in due piccole fessure e sebbene avessi trovato bizzarra quella sua maniera di reagire non pensai neppure per un secondo che fosse sbagliata, al contrario anche la mia rabbia si placò e i miei nervi si rilassarono totalmente facendo così spazio ad una scarica di adrenalina che velocemente si impossessò del mio corpo e che mi spinse a voler abbandonare tutta quella situazione di merda che si era creata.
Senza rifletterci oltre afferrai il polso di Taehyung e lo spinsi a seguirmi, così come aveva fatto lui quel giorno in metropolitana. Non avevo la minima idea di chi fosse eppure con un solo gesto mi aveva convinto a seguirlo, iniziando così una lunga corsa che mi fece dimenticare per qualche minuto tutte le mie preoccupazioni e forse mi aveva anche fatto sentire vivo per la prima volta. Avrei tanto voluto sentirmi in quella maniera ancora una volta, anche solo per qualche misero secondo e così mi ritrovai a copiare quell'atteggiamento che ci rendeva felici e liberi di fare tutto quello che volevamo.
"Scappa cazzo, corri" mi ritrovai ad urlare nei corridoi per spingerlo ad andare più veloce sebbene nessuno ci stesse inseguendo. Non era una situazione simile a quella del nostro primo incontro in cui tentammo di sfuggire da un uomo della sicurezza che se ci avesse preso ci avrebbe sicuramente fatto una multa e ne tantomeno alla corsa che facemmo sotto la pioggia dopo aver litigato, quello era qualcosa di nuovo tuttavia la sensazione rimaneva sempre la stessa ed era la più bella che potessimo mai provare.
I piedi si innalzavano da terra come se stessero per prendere il volo, le lancette dell'orologio era come se si bloccassero, le persone attorno a noi smettevano di esistere e l'unico suono percepibile alle nostre orecchie era quello delle nostre risate genuine che avrebbero fatto invidia a chiunque. Solo in quel momento però mi accorsi di non circondare più il polso di Taehyung e per un attimo pensai di aver perduto il contatto con lui tuttavia la mia presa finì semplicemente per allentarsi, tanto da scivolare sino ad arrivare alla sua mano, che prontamente afferrò e intrecciò alla sua, finendo così per essere più complici di tutte le volte precedenti.
Nel giro di qualche minuto ci ritrovammo nel grande parcheggio dell'azienda, era isolato e guardandomi attorno notai che non vi era nessuno malgrado fosse popolato da più di un centinaio di macchine, tutte costose e dell'ultimo modello. Quando ci fermammo per riprendere fiato e per calmare le nostre risate incontrollate mi poggiai proprio su una di quelle e finalmente ebbi il contatto visivo di cui tanto ero terrorizzato, forse poiché non ero pronto per venir a conoscenza della sua reale reazione dopo tutto quello che aveva sentito dalla bocca di Mingyu.
Eravamo entrambi incazzati, furiosi l'un con l'altro ed io lo ero anche con me stesso tuttavia era bastato un pizzico di eccitamento causato da una specie di rissa e una semplice corsa per farci ricordare i vecchi tempi e di conseguenza trasportarci in un altro mondo, il nostro piccolo paradiso che avevamo costruito giorno dopo giorno, attraverso mille rivelazioni e attraverso mille litigate.
Quel momento era paradossale come forse tutti quelli che avevamo già vissuto insieme eppure quei specifici momenti risultavano essere sempre quelli più indimenticabili: dove tutto quello che ci circondava spariva magicamente e finivamo per rimanere sempre e solo noi due.
Taehyung smise di sorridere e di conseguenza i suoi occhi si rilassarono, lasciando che la sua solita faccia indifferente si rivelasse nuovamente facendolo così sembrare minaccioso eppure io sapevo che dentro di lui non lo era affatto. Avrei tanto voluto baciarlo ma allo stesso tempo non potevo essere talmente avventato da fare il primo passo, non dopo quello che era successo e che Taehyung aveva scoperto tuttavia prima che potessi pensare a cosa dire o a cosa fare, lui sembrò leggermi nel pensiero e allungò una mano sul mio viso. Con un dito mi accarezzò lievemente la guancia e chiusi istintivamente gli occhi a quel tocco buono e arrendevole, che mi fece sperare che non provasse alcun rancore nei miei confronti e che non volesse uccidermi così proprio come stava per uccidere Mingyu, la stessa persona con cui lo avevo tradito qualche giorno prima.
Le sue labbra fredde si poggiarono sulle mie e immediatamente mi beai di quel bacio e allo stesso tempo del calore che quello mi provocava, mi lasciai baciare senza fare neppure una mossa o un passo verso di lui tuttavia la mia inoperosità non lo aveva fermato, al contrario Taehyung schiuse la sua bocca facendo così fuoriuscire la lingua, la stessa che percepii lungo il mio labbro inferiore. La sua mano destra si poggiò cautamente sul mio fianco e con un gesto veloce mi fece avvicinare al suo corpo, tenendomi così poi avvinghiato dal bacino come per non farmi scappare motivo per cui in quel momento avrei volentieri stoppato il bacio pur di fargli sapere che non mi sarei mai voluto staccare da un simile ardore e che non sarei mai andato tanto lontano da lui. Lo desideravo da morire e quando finalmente il bacio si fece più profondo, mi ritrovai ad accogliere la lingua e il sapore di Taehyung, che mi causarono un formicolio inebriante che mi mandò in tilt il cervello ed era proprio quello di cui avevo bisogno in quella occasione: nessun pensiero, nessun senso di colpa, nessun dissapore ma solo mille sensazioni che si scontravano tra di loro.
Mi sentivo come se quello fosse il nostro ultimo momento insieme, era come vivere e respirare per un'ultima volta e mi sarebbe sembrata anche una sensazione piacevole se non fosse stato per quella terribile angoscia che continuava a ripetermi che quella sarebbe anche stata l'ultima volta che l'avrei tenuto tra le mie braccia. Quella percezione mi mise una stramaledetta paura addosso ma non mi bloccò come invece era solita a fare, anzi mi spinse a continuare poiché volevo a tutti i costi provare quel brivido sulla mia pelle ancora una volta, se fosse stato la prima o l'ultima volta non era poi così importante poiché sapevo che sarebbe stata eccezionale e soprattutto indimenticabile. Quella paura era inoltre mischiata alla leggera ansia di essere scoperti giacché era la prima volta che mi ritrovavo in una situazione del genere, prima di allora non avevo mai scopato in luoghi insoliti e neppure quello lo era tuttavia il timore che qualcuno avesse potuto vederci rendeva tutto molto più eccitante sebbene ci stessimo solamente baciando.
Le mani di Taehyung finirono per sbottonarmi di poco la camicia e quando percepii le sue dita congelate sulla mia pelle dapprima coperta, sussultai e in men che non si dica mi ritrovai a sciogliermi, come mille fiocchi di neve in un giorno estivo, sotto il tocco delle sue mani delicate.
"Jungkook, voglio vedere le stelle stasera" disse sfiorando le mie labbra in una maniera lenta e seducente che mi fece mozzare il respiro o forse non era stato tanto il gesto ma più le parole che aveva usato, le stesse che per un attimo avevo creduto di aver immaginato. Non avrei mai pensato di poter udire quella richiesta nonostante ero stato io il primo a farmi avanti nel caso ne avesse avuto voglia e non potei credere che quel giorno fosse finalmente arrivato: sin dal primo istante in cui l'avevo conosciuto avevo sperato di conoscere il segreto e il mistero che aleggiava in quella questione ma al tempo giustamente non aveva trovato il coraggio di parlarmene visto che per lui ero solamente uno sconosciuto che non avrebbe mai più rivisto tuttavia le cose finirono per prendere una piega differente.
Quelle infinite stelle in cielo ci avevano permesso non solo di conoscerci ma anche di viverci con tutte le nostre forze: le stelle di quella notte avevano fatto in modo che io rimanessi colpito e soprattutto incuriosito da quel biondino dall'aspetto angelico e con un carattere immensamente singolare e solo in seguito mi avevano anche portato a litigare con lui, dal momento che odiavo il fatto che volesse sempre tenersi tutti i suoi segreti per se ma l'atteggiamento che più mi mandava in bestia era che pareva che non avesse mai alcuna intenzione di rivelarmi nulla malgrado tutto il tempo che avevamo trascorso insieme e che per tanto io ritenevo importante. Avevo usufruito di quelle cosicché potessi trovare un semplice movente per smuovere quella situazione che pareva ogni giorno sempre più ancorata al passato ma non aveva portato a nulla poiché solo dopo mesi mi aveva rivelato la vera importanza che avevano per lui le stelle, motivo per cui anch'io in quella situazione mi sentii estremamente importante per lui.
"Voglio vedere le stelle con te" ripeté affannato e non potei far altro che allacciare le braccia attorno al suo collo, lo strinsi a me in un abbraccio quasi doloroso. Mi era mancato così tanto, come avevo potuto comportarmi in una maniera talmente stupida quando avevo tra le mani il dono più prezioso che la vita potesse darmi? Sentii il suo cuore battere vicino al mio e forse per la prima volta stavo vivendo il momento più intimo con lui, superando anche le volte in cui avevamo fatto l'amore.
Spazio Autrice
OK NON SO SE VI ASPETTAVATE CHE IL BACIO VENISSE FUORI IN QUESTA MANIERA ma sapevo però che vi aspettavate una reazione violenta da parte di Taehyung tuttavia l'ha riversata solo ed esclusivamente su Mingyu, come credete che reagirà invece con Jungkook?
Vi lascio così, in modo conciso e per niente professionale ◭,◭ perché non mangio da ieri e sto morendo di fame!!
-Federica
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