53. Insonnia

Le ore della notte generalmente trascorrevano molto velocemente, soprattutto se si passavano a dormire. Bastava chiudere gli occhi per volare in un'altra dimensione e poi in men che non si dica il sole sarebbe sorto e i suoi raggi sarebbero sbucati timidi dalle tende della camera, cosicché avvisassero del giorno appena nato. Era una sensazione piacevole aprire gli occhi dopo una bella dormita e poi continuare a rimanere ingrovigliato tra le coperte per ancora qualche ora, specialmente durante la stagione invernale, quando non trovavo neppure il coraggio di girarmi dall'altra parte del letto pur di non morire dal freddo eppure quella sera non accadde nulla di tutto quello.

Io in realtà ero sempre stato dell'idea che la notte andava vissuta, bisognava godersela appieno poiché era la parte più bella della giornata. Era incantevole essere circondati dal cielo buio, dal fitto silenzio e soprattutto la parte più appagante era forse la mancanza delle persone. Era bello beneficiare di quella tranquillità, uscire fuori in balcone, magari cucinarsi del ramen alle due di notte o meglio ancora trascorrerla con una persona importante.

Per quanto però amassi quelle due situazioni, quella notte mi ritrovai a non fare nulla del genere: non riuscii né a dormire e né a godermi quel tempo che definivo spesso magico.

Attorno a me in quel momento vi era solo il rintronare dei miei pensieri, gli stessi che quella notte non mi fecero chiudere occhio neppure per un secondo. La mia testa si ritrovò a navigare in una spirale senza fine dove i ricordi presero il sopravvento del mio corpo, capendo cose che probabilmente di giorno non avrei mai capito. Tra l'altro era assodato che quando non si riusciva a dormire il tempo sembrava non passare mai, le ore e i minuti si susseguirono lentamente, era come se le lancette dell'orologio si fossero magicamente bloccate e che non volessero più andare avanti.

Odiavo quel impressione e soprattutto odiavo l'insonnia: avevo provato a contate le pecore, a pensare momenti felici, ad immaginarne altri che non avevo mai vissuto e che probabilmente non avrei mai fatto nel tentativo di rilassare i miei muscoli e la mia mente ma nulla pareva funzionare. Percepivo il sonno e la necessità di addormentarmi tuttavia mi era impossibile farlo poiché nella mia mente scorsero, come in uno schermo, tutti i momenti trascorsi la sera precedente, lasciando così che i sensi di colpa mi mangiassero vivo.

Mi sentivo talmente stupido da non riuscire a perdonarmi e sicuramente neppure Taehyung l'avrebbe mai fatto, se solo l'avesse scoperto. Come si poteva passare sopra ad un tradimento? Specialmente con una persona della quale non si fidava e di cui era sempre stato geloso?

Quei tipo di pensieri stavano cominciando ad innervosirmi, tanto che avrei voluto buttare un grido o magari prendere a pugni un cuscino tuttavia non potei farlo, dal momento che accanto a me vi era una persona che a differenza mia, sembrava bearsi di un sonno sereno proprio come quello di un qualsiasi neonato appena allattato e se da un lato la invidiavo dall'altro ero felice che almeno lui avesse un animo sereno che lo lasciasse dormire.

Taehyung infatti era proprio accanto a me e pareva un angelo. Un bellissimo angelo all'oscuro di tutto mentre io ero stato uno stronzo egoista come mai prima di allora, non era da me compiere un gesto del genere motivo per cui non riuscivo a credere di aver potuto commettere un tale sbaglio. Non riuscivo a trovare neppure un po' di sollievo, più il tempo passava e più non ero in grado di gestire quel vuoto allo stomaco e quel forte mal di testa che non mi fecero neanche più essere in grado di socchiudere gli occhi. Ogni volta che provavo anche solo a godermi di quel buio, la mia mente vagava dentro una pentola di cattivi pensieri e mi riproponeva l'immagine del bacio tra me e Mingyu, sull'uscio della mia porta, la stessa che mi separava dalla sorpresa che Taehyung aveva preparato per me.

E se non mi fossi sentito colpevole probabilmente avrei classificato la sera precedente come la sera più bella di tutta la mia vita.

Trovai il coraggio di posare gli occhi su di lui solo quando il sole si cominciò a preparare per l'alba poichè durante l'oscurità della notte avevo avuto il decoro di non guardarlo neppure, volevo che rimanesse solo un pensiero, era come se stessi fingendo di non averlo con me cosicché non mi sarei potuto sentire uno sporco traditore che preferiva avere il piede in due scarpe e che mentiva a colui che riteneva la sua persona speciale eppure per quanto mentissi a me stesso, non potevo di certo evitare di pensare che avessi terribilmente sbagliato.

Osservare il biondino di fianco a me se da un lato mi aveva aiutato a rilassare i muscoli del corpo dall'altro fece aumentare il senso di colpa a dismisura. Come avevo potuto tradirlo? Come mi era passato per la mente per poter tradire il ragazzo che tanto avevo desiderato e che letteralmente tutta la popolazione mondiale mi invidiava? Potevo solo considerare me stesso come uno stolto del cazzo che amava rovinare la sua vita in mille modi differenti e a quel punto avrei anche pensato che meritavo una tale sofferenza.

Taehyung era direttamente poggiato sul materasso, non stava usando alcun cuscino per la testa tuttavia ne aveva uno che teneva stretto a sé, proprio all'altezza del petto, stava dormendo abbracciato al cuscino e quella visione mi intenerì parecchio. I suoi occhi erano ovviamente chiusi, così come i suoi muscoli e la sua espressione erano totalmente rilassati, come se stesse godendo di uno dei suoi migliori sonnellini. Mi concentrai sul suo respiro regolare e senza che me ne accorgessi una lacrima scivolò lungo la mia pelle, non solo perché mi sentissi estremamente in colpa verso di lui ma anche perché Taehyung stava dormendo sul mio letto pacificamente e all'oscuro di quello che avevo fatto alle sue spalle. Improvvisamente compresi quanto brutto fosse condurre anche solo mezza giornata con addosso il peso di un rimpianto, lo stesso con non cui Taehyung era costretto a convivere.

Mi resi conto di quanta forza possedesse quel ragazzo che accanto a me in quel momento, pareva solamente un bambino indifeso. Taehyung da sempre, sin dall'infanzia aveva percepito dentro la sua pelle una sensazione di colpevolezza benché non in verità non ne avesse alcuna. Semplicemente era troppo piccolo per poter comprendere appieno la situazione in cui si era disgraziatamente trovato: la morte della madre non era sua responsabilità, così come non lo erano tutti gli abusi commessi in quella casa perciò non avrebbe potuto far nulla per cambiare quei fatti, ciò nonostante ancora oggi lo tormentavano.

I nostri rimorsi non potevano di certo essere paragonati tuttavia compresi il modo in cui Taehyung ogni giorno si sentiva, capii la sensazione all'interno del suo corpo e della sua mente. Era complesso gestire una tale afflizione specialmente se eri consapevole di aver commesso una colpa in prima persona, nel mio caso un tradimento.

Sospirai e mi passai la mano sulle guance, in maniera da scacciare le lacrime che mi avevano bagnato e che quasi si erano già appiccicate sul volto. Mi alzai a sedere cercando di non svegliare Taehyung tuttavia non ebbi la forza di alzarmi completamente così rimasi in quella posizione a riflettere ancora e ancora per un'altra manciata di minuti.

Solo quando sotto di me percepii dei movimenti scattai sull'attenti e cercai di svignarmela prima ancora che Taehyung potesse acquisire lucidità o anche solo aprire gli occhi. Le lenzuola al di sotto del mio corpo si stropicciarono ma io non ebbi nel il coraggio di voltarmi per incontrare lo sguardo del biondino né il tempo necessario per sfuggirgli.

Le mani scattanti di Taehyung si allacciarono al mio bacino, evitando così ogni mia possibile mossa o qualsiasi mio iniziale intento. Socchiusi gli occhi quando percepii le sue labbra poggiarsi sulla mia pelle, mi stava donando dei piccoli e moderati baci sulla parte bassa della schiena mentre le ciocche ribelli dei suoi capelli mi solleticavano la carne nuda, facendomi rabbrividire per quella vicinanza ma allo stesso quel contatto mi fece il solletico. Tuttavia malgrado apprezzassi quel gesto non riuscii neppure a inarcare le labbra in un semplice sorriso.

"Buongiorno" sentii alle mie spalle con la voce impastata dal sonno. Non riuscii a rispondere con il suo stesso tono affettuoso e neppure a voltarmi per guardarlo così semplicemente gli presi una mano. La toccai delicatamente e gli accarezzai le nocche, i polpastrelli e infine le unghie, tutto di lui mi piaceva tantissimo ma da sempre avevo avuto un debole particolare per le sue mani: erano talmente delicate e morbide da non sembrare vere, al contrario le mie erano più grezze e rovinate così mi ritrovai a metterle a confronto. La sua mano era più grande e le sue dita malgrado fossero più fine ed affusolate, erano anche più lunghe così superavano le mie. Provai ad intrecciarle ma poi alla fine finii per focalizzarmi sul calore della sua pelle, era caldo rispetto a me forse per il semplice fatto che lui si fosse appena svegliato, a differenza mia che avevo passato la notte in bianco.

Portai le nostre mani all'altezza delle mie labbra e gli lasciai un casto bacio sul dorso, dopo di che provai ad alzarmi dal letto tuttavia Taehyung aumentò la stretta attorno alla mia vita. Cercò di trattenermi probabilmente perché non voleva lasciami andare via, così genuinamente mi ritrovai a ridacchiare per quel tenero gesto.

"Hai dormito male?" mi chiese dubbioso e quasi preoccupato, forse aveva colto il mio cattivo umore o peggio ancora il mio distacco.

"No ma mi sono svegliato presto" mentii.

"Sicuro che vada tutto bene? Non stai male vero?" domandò a raffica come colto da un'improvvisa ansia mentre io scoccai la lingua come per dargli una risposta negativa. Non stavo affatto male fisicamente ma in quel momento mi convinsi che probabilmente avrei preferito quei dolori atroci piuttosto che rimuginare sull'errore che avevo commesso il giorno prima.

Taehyung lasciò la presa sul mio corpo e scese velocemente dal letto per avere un contatto visivo con me. Automaticamente però non riuscii a reggerlo, dopo tutte le paranoie e tutti i pensieri malsani che avevo fatto quella notte non trovavo più il coraggio di ammirare le sue candide pupille, che in quel momento mi stavano scrutando come se fossi un suo esperimento non riuscito e che volesse per l'appunto controllare cosa non fosse andato per il verso giusto durante la prova empirica. Con una mano fece modo che alzassi lo sguardo verso di lui mentre l'altra finì sul mio petto, precisamente sul cuore e sussultai per quel contatto freddo sulla mia pelle nuda.

Taehyung si stava davvero assicurando che stessi bene tramite i battiti del mio cuore e non potei che sorridere amaramente per quel gesto. Da quando aveva scoperto della mia malattia si preoccupava anche più del dovuto e quelle accortezze mi facevano sentire così bene da voler quasi piangere tra le sue braccia.

"Devo solo andare in bagno, stai tranquillo" ribadii con un tono affidabile, circondando con la mano il suo esile polso cosicché potessi spostare la presa su di me.

Taehyung sembrava sempre cogliere o intuire le emozioni degli altri ancora prima che le capissero i diretti interessati, pareva distinguere ogni commozione o turbamento e di conseguenza si affrettava ad anticipare tutte le mosse dei suoi amici e persino dei suoi contendenti. Sembrava sempre distaccato, freddo e chiuso in un perenne e imperturbabile atteggiamento d'indifferenza, come se non gli importasse mai realmente di nulla eppure con me si comportava in maniera differente.

Prima di conoscere Taehyung mai nessuno si era preso cura di me con tanto amore.

Mi alzai dal letto e vidi con la coda dell'occhio il corpo di Taehyung farsi spazio e prendersi interamente il letto come se da un lato stesse aspettando quel momento da tutta la notte, probabilmente come avevo sempre detto non era abituato a trascorrere la notte con qualcuno dal momento che le persone con cui faceva sesso poi non rimanevano mai anche il giorno dopo, così lo spazio del materasso rimaneva sempre e solo tutto suo. Quella volta invece aveva dovuto condividerlo con me che seppure fossi rimasto sveglio, rimasi accanto a lui per tutto il tempo e dunque si era ritrovato rannicchiato in una piccola parte di letto anche perché il mio non era grande quanto il suo, che era quasi matrimoniale, così ebbi modo e tempo di studiarlo anche mentre riposava e mi accorsi che alle volte dalla sua bocca fuoriuscissero dei lamenti o degli sbuffi durante il sonno. Non mi voltai interamente per osservarlo poiché avevo anche timore di guardarlo negli occhi come se in qualche modo avesse potuto scorgere dalle mie iridi scure che qualcosa non andasse o peggio ancora, avesse potuto vederci dentro la scena del mio bacio con Mingyu, motivo per cui mi precipitai in bagno.

Chiusi la porta alle mie spalle e mi passai le mani sul viso una volta dentro, mi stropicciai anche gli occhi esausto, malgrado la mattina solitamente fosse la parte della giornata in cui una persona si sentiva più vivo e solare mentre io riuscivo a percepire solo una gran voglia di morire o come minimo mi sarei accontentato di cadere in un sonno profondo per almeno una settimana. L'unica cosa che invece mi era rimasta era rifugiarmi nel bagno come se fossi un ricercato, stavo scappando dalla persona che più amavo al mondo e questo significava una cosa soltanto: avevo torto.

Solo la gente estremamente insicura, impaurita o semplicemente colpevole cercava di fuggire dalle proprie responsabilità o anche solamente dagli avvenimenti che avrebbero potuto esporlo maggiormente al loro misfatto.

Avrei voluto poggiarmi sulla porta ma ebbi come timore che Taehyung avesse potuto cogliere quel rumore e dunque camminai verso il lavandino, giusto per non destare alcun sospetto. Aprii l'acqua del rubinetto e la feci scorrere, aspettando che fuoriuscisse quella calda e nel frattempo mi guardai allo specchio, come poteva Taehyung non accorgersi della mia nottata? Avevo le occhiaie ben visibili e persino le mie pupille erano leggermente arrossate, forse per il pianto o forse semplicemente per lo sforzo di rimanere aperte per molte più ore del normale.

Tante volte avevo creduto di ritrovarmi a piangere e a maledire tutto in un angolino della mia stanza per un qualcosa che avrebbe potuto commettere Taehyung, avevo sempre pensato che prima o poi mi avrebbe ferito. Avevo visto e giudicato la sua persona come una di quelle che non potevano cambiare neppure di fronte ad un miracolo, una di quelle ottuse, testarde e destinate a fare del male, non per passione o per cattiveria ma per il semplice motivo che fosse così per natura. Il suo carattere mi aveva dato quella strana impressione, forse il suo modo di atteggiarsi o anche solo quello di rivolgersi a me, il fatto che non mi desse mai certezze e in un certo senso anche quell'idea che mi usasse solo per il sesso mi avevano fatto credere che non valessi molto per lui e che prima o poi mi sarei bruciato a causa sua eppure era successo il contrario.

Mi ero ritrovato a perdermi, a piangere e a voler urlare ma non per colpa sua, il fatto che lui sia stato perfetto con me mi faceva soffrire maggiormente perché io a differenza ero stato una merda, l'avevo tradito e avevo di conseguenza rovinato e scalfito quella fiducia che entrambi riponevamo l'un l'altro. Improvvisamente ebbi timore di non poter più riacquisirla e balenò nella mia testa il pensiero che ogni volta che avrei poggiato le mie labbra su quelle morbide e profumate di Taehyung, mi sarei ricordato di aver baciato un'altra persona e con un gesto veloce mi ritrovai a chiudere il fruscio d'acqua, come se mi fosse anche passata la voglia di lavarmi il viso.

Un rumorino abbastanza familiare mi risvegliò da quei pensieri opprimenti che mi diedero un tale peso al cuore da farmi sentire quasi male, per un momento ebbi persino paura che da li a breve quelle paranoie che non volevano in alcun modo abbandonare la mia mente, mi avrebbero potuto scaturire un attacco di panico tuttavia proprio quel rumore, accompagnato da una vibrazione all'interno dei miei pantaloni mi fece tornare con i piedi per terra. Mi ricordai di aver portato il cellulare con me, l'avevo afferrato dal comodino prima di alzarmi dal letto, gesto che non avevo mai fatto prima di allora per il semplice motivo che non avevo mai avuto nulla da nascondere, ora però probabilmente avevo paura che da un momento all'altro Taehyung avesse potuto scoprire qualcosa malgrado dentro quel piccolo dispositivo non avessi nulla di cui preoccuparmi, dal momento che non mi ero mai scambiato messaggi o chiamante con Mingyu. Tuttavia mi venne quasi spontaneo prendere il telefono perché dentro di me sapevo di essere in difetto, di avere torto e dunque sarebbe stato meglio per me prevenire che curare. Il solo pensiero che da quel giorno in poi mi sarei comportato come quegli uomini che tanto avevo criticato o odiato in passato mi venne il voltastomaco... mi sarei sentito per sempre così? Un peccatore con il costante timore di essere scoperto o peggio ancora di essere lasciato a causa di uno stupido errore? Non potevo permettere che finisse in quel modo, ed era proprio quella la ragione per cui mi ero portato dietro quel fottuto telefono che sfilai con molta malavoglia dalla tasca del mio pantalone, ma che mi sembrò utile giusto per poter cambiare direzione ai miei pensieri.

Accesi lo schermo e leggi l'anteprima, come facevo sempre dal momento che preferivo prima conoscere il contenuto del messaggio e solo dopo valutare se rispondere o meno. Il mittente era un numero sconosciuto, non l'avevo salvato nella rubrica ma solo leggere quelle parole mi fecero comprendere chi fosse la persona ad avermelo inviato e allo stesso tempo mi fecero congelare il sangue nelle vene.

"Ieri mi sono permesso di sbirciare i tuoi orari lavorativi e ho visto che oggi sei libero, se ti va passo a prenderti"

Non ebbi neppure il tempo di metabolizzare o di bloccare il display del cellulare che dovetti piegarmi sulle ginocchia e sporgermi verso il gabinetto dove vomitai anche l'anima. Improvvisamente mi vennero le vertigini e il solo elaborare che quello di cui tanto mi stavo rammaricando fosse davvero la realtà e che non fosse solo un brutto sogno che passata la notte, avrei dimenticato per sempre, mi fece sentire ancora peggio. Avevo trascorso tutta la notte a rimuginare su ciò che avevo fatto eppure il sapore agro all'interno della mia bocca e il bruciore alla gola mi fecero capire, ancora una volta, che quello che avevo fatto sarebbe rimasto come una macchia indelebile che probabilmente avrebbe rovinato il bellissimo rapporto che io e Taehyung stavamo creando giorno dopo giorno.

Le mie orecchie percepirono di nuovo un tintinnio, uguale a quello precedente che mi diede nuovamente la nausea, tanto da rigettare ancora. Quasi piagnucolai alla reazione del mio stesso vomito e non cercai di trattenermi poiché dentro di me sapevo che quelle lacrime avessero un altro movente per voler fuoriuscire e strisciare lungo le mie guance: era quel fottuto senso di colpa che non mi lasciava respirare, era come se stessi per soffocare ma la sensazione peggiore era la consapevolezza di meritare tanto dolore. Mi stavo lasciando sopraffare da quelle sensazioni perché mi pentivo terribilmente per quello che avevo fatto e in verità mi ero pentito subito dopo aver ceduto alle attenzioni di Mingyu tuttavia il pentimento, per quanto fosse legittimo, non era una giustificazione, motivo per cui non potevo far nulla per provare anche il minimo sollievo.

In preda alla totale disperazione gli spasmi sembrarono aumentare e quasi impossessarsi del mio corpo tuttavia un altro tipo di rumore mi fece balzare da terra e paradossalmente mi tranquillizzò: qualcuno aveva bussato alla porta del bagno. Velocemente mi asciugai le lacrime malgrado minacciavano ancora di punzecchiare i miei occhi sicuramente già arrosati e subito dopo strappai uno strato di carta igienica cosicché potessi ripulirmi la bocca dalla saliva che mi rimase tra le labbra e probabilmente anche sul mento.

Trattenni il respiro quando la porta venne lentamente aperta e da lì sbuco ovviamente Taehyung, era l'unico ad essere in casa con me perciò non avevo dubbi che fosse lui così come non avevo alcun dubbio che mi avesse sentito e dunque non potei mentire sui fatti appena accaduti. Il biondino sgranò gli occhi quando mi vide per terra accanto al cesso e mi raggiunse un secondo dopo.

"Che cazzo ti prende adesso?" urlò spaventato dall'intera visione mentre con la testa sbirciò all'interno della tazza e mi ricordai che se avessi voluto inventare una balla, avrei dovuto prima tirare la catinella in maniera tale che non avesse potuto vedere i resti del cibo che avevo rigurgitato.

"Taehyung..." sussurrai solamente come per perdere tempo, giusto il lasso che mi serviva per potermi inventare una scusa per quello che era appena successo tuttavia lui anticipò le mie mosse, come se avesse capito il mio gioco.

"Jungkook non tenermi nascoste le cose per favore" mi implorò, sedendosi sul bidè per starmi accanto. "Ti ho già perdonato una volta" mi ricordò riferendosi alla malattia al cuore, la stessa che lo preoccupava giorno dopo giorno più di quanto preoccupasse me, che ero il diretto interessato.

Le parole di Taehyung mi ferirono nell'anima, come se una lama mi avesse appena oltrepassato la carne, sapevo che quella non fosse affatto una sua intenzione dal momento che era solo un semplice avvertimento, al contrario io che ero a conoscenza dei fatti avvenuti la sera precedente, non riuscii a non collegare quelle sue frasi al bacio che avevo scambiato con Mingyu. Sapevo che stavo per entrare in una condizione di ossessione, quel piccolo sbaglio stava diventando una fissazione e più ci pensavo e più quel gesto sembrava acquisire scalpore e gravità, era tutto nella mia testa me ne rendevo conto ma Taehyung, seppure non ne era a conoscenza, riusciva a farmi sentire ancora più peccatore di quanto già non fossi.

Ero cosciente del fatto che Taehyung avesse ragione, gli avevo già mentito una volta e mai avrei voluto ripetere lo stesso errore, tant'è che nei giorni in cui ero stato ricoverato in ospedale ci eravamo promessi di non nasconderci più nulla e avevamo giurato di dirci ogni cosa. Inutile dire che a parole era molto più semplice, pertanto non avrei facilmente trovato il coraggio di rivelargli com'erano andate davvero le cose con Mingyu.

Mi sentii una merda, non tanto perché ero costretto a mentirgli ma più per il fatto che avevo tanto pregato Taehyung di non farlo, di confidarsi sempre con me mentre adesso ero io quello che non riusciva a parlare con lui, quello che aveva paura di dire il vero e quello che avrebbe inventato mille balle pur di non farlo avvicinare alla verità. Avevo timore di perderlo, che mi giudicasse, che perdesse le staffe, che se la prendesse con il suo socio tanto da mandare all'aria anche il suo progetto e soprattutto che finisse tutto quello che avevamo appena iniziato. Non potevo permetterlo, certo avrei dovuto pensarci prima di commettere quella assurdità ma ormai era accaduto, ragion per cui non mi rimaneva altro che arrampicarmi sugli specchi pur di non scivolare e farmi male davvero.

Proprio in quel momento compresi la differenza tra le mie bugie e quelle di Taehyung: lui ometteva solo gli avvenimenti del suo passato che seppur fondamentali e spinosi rimanevano comunque solo ed esclusivamente il suo passato, qualcosa che non avrebbe potuto guastare il nostro presente, al contrario le mie bugie non erano altro che un raggiro per cercare di cavarmela.

Avevo tanto criticato il suo comportamento eppure ora io stavo facendo anche peggio. Taehyung si limitava a nascondermi la sua infanzia, il suo rapporto con la sua famiglia, con la vita in generale e di conseguenza le sue fragilità e le sue più grandi debolezze mentre io gli stavo nascondendo un qualcosa che riguardava entrambi. Eravamo ormai una coppia e come tale dovevamo come minimo rispettarci, nessuno dei due era in grado di atteggiarsi come fidanzato perfetto e questo mi andava più che bene poiché malgrado quella nostra inettitudine avevamo sempre fatto del nostro meglio. Tuttavia io lo stavo tenendo all'oscuro del nostro presente insieme, in veste di fidanzato sarei dovuto essere un libro aperto con lui o quanto meno fedele, eppure avevo fallito su ambedue campi.

"Sarà quello che ho mangiato, sto bene davvero" dissi perché fu la prima cosa che mi venne in mente, senza però pensare che la sera prima a cucinare era stato proprio lui. Forse per la prima volta si era dato da fare dinnanzi a dei fornelli e dal momento che ricordavo perfettamente il fatto che non sapesse neppure cuocere dei semplici noodles istantanei, potei cogliere la volontà ma soprattutto la dedizione che aveva usato nel preparare quei piatti, appositamente per quella serata con me.

"Mi dispiace davvero" sussurrò e alzai gli occhi al cielo come per cercare di trattenere le lacrime, quello che doveva essere un bel giorno, si era trasformato in uno dei più brutti e sapere che ero stato io stesso a rovinarlo mi faceva ancora più rabbia. Taehyung non si accorse della mia reazione fortunatamente, perché si era già alzato dal bidè per venire ad aiutare me.

"Lavati la faccia, forza" disse prendendomi da sotto le ascelle per sollevarmi e mettermi in piedi. Fisicamente stavo più che bene, non c'era nulla che mi facesse male sebbene il vomito all'interno della tazza di porcellana dicesse il contrario. Era un dolore mentale che sembrava rafforzarsi ogni minuto di più ma preferii che Taehyung pensasse che fosse dovuto ad un'intossicazione alimentare sebbene mi dispiacesse.

Aprii il rubinetto del lavandino, misi le mani a coppa, per prendere più acqua possibile e poi me la buttai addosso. Rabbrividii per il freddo ma le carezze che Taehyung mi riservò sulla schiena mi scaldarono in qualche modo.

"Credevo di aver cucinato bene per una volta nella mia vita" disse cercando di farmi ridere. "Vedi perché preferisco tenermi lontano dai fornelli e ordinare robe online?" continuò retorico e avrei tanto voluto dirgli che non era come gli avevo fatto credere e che in realtà lui aveva fatto un ottimo lavoro, malgrado ciò continuai a rimanere in silenzio.

Taehyung aveva davvero creato un appuntamento con i fiocchi, quello era stato ufficialmente il nostro primo appuntamento e in realtà era anche il primo che avessi mai avuto in vita mia, tuttavia non mi sarebbe di certo rimasto un ricordo felice di quel momento malgrado sapessi quanto lui si fosse impegnato. Aveva curato ogni cosa nei minimi dettagli ed io con un solo gesto ero riuscito a distruggere tutta la sua dedizione.

"I tuoi genitori hanno lasciato un post-it" era questa la prima cosa che mi aveva detto Taehyung, il giorno prima, quando l'avevo beccato nella mia cucina intento a volermi fare una sorpresa e dopo avermi lasciato un casto bacio sulle labbra. Era un gesto che facevano da sempre, al telefono ero solito a non rispondere mai allo stesso tempo mia madre e mio padre non erano generalmente intenzionati a parlare faccia a faccia, dunque negli anni avevano trovato nei fogliettini un buon metodo per farmi sapere le cose. Tolsi il biglietto dalle mani di Taehyung e ne lessi il contenuto.

"In questi giorni ti abbiamo aspettato tanto nel tentativo di avere una convenzione con te, ci siamo allontanati molto in questo periodo ma sappi che quando avrai voglia di parlare, noi ci saremo" lessi velocemente e poi stropicciai quella carta inutile, non credetti neppure ad una sola parola. Io non ero arrabbiato con loro, non portavo alcun rancore ma non potevo sopportare la loro ipocrisia: non ci eravamo affatto allontanati, la verità era che non eravamo mai stati vicini, motivo per cui non mi mancavano per nulla. Non avevano neppure avuto la decenza di venire a trovare il proprio figlio in ospedale, perché mai avrei voluto tenere una conversazione con loro? Mi sarei semplicemente abituato a quel contatto inesistente e finto che andasse tutto bene tra di noi perché non avevo alcuna voglia di provare a ricucire ciò che era totalmente lacerato.

"Dietro c'era anche scritto che sono andati a cena fuori con i soldi che hanno raccolto durante l'asta" mi informò Taehyung, visto che non avevo nemmeno girato il foglietto. Rotai gli occhi per il fastidio di quel gesto ma cercai di non farmi rovinare l'umore più di quanto non lo fosse già. Avrei volentieri preso a pugni qualsiasi cosa in quel momento. Come potevano i miei genitori essere così frivoli? A stento riuscivamo a pagare le bollette di casa ma preferivano spendere i soldi per una cazzo di cena e pensavano anche di risanare il rapporto con me, quando loro non erano neanche stati in grado di farmi una carezza durante il mio ricovero ma soprattutto dopo aver scoperto della mia malattia.

"Cosa avresti fatto se fossero stati in casa?" chiesi rivolgendomi al biondino, cercando di cambiare il centro dell'argomento.

"Mi sarei presentato ufficialmente come fidanzato del loro unico e prezioso figlio" rispose giocosamente, facendo un leggero inchino per poi avvicinarsi a me e baciarmi ancora, questa volta in maniera molto più profonda.

Avevo finto per tutto il tempo che stessi bene, che mi facesse piacere quella sua visita inattesa e soprattutto dovetti mordermi la lingua per tutta la durata della cena, visto che da un momento all'altro avrei potuto ammettere tutti i miei sbagli: quali senza alcun dubbio il bacio ma anche l'aver giocherellato fin troppo con quello che sarebbe dovuto essere solo un collega o aver accettato regali ed eccessive gentilezze da parte sua. Avevo commesso un errore dopo l'altro ma quello più grave mi parve la mia segretezza.

Mi diede solo qualche altro bacio prima di mostrarmi entusiasta tutto quello che aveva preparato, stava letteralmente parlando a raffica e mi fece un piacere immenso poiché era forse la prima volta che lo vedevo così felice e allo stesso tempo chiacchierare così tanto, il che per me era un lato positivo dal momento che non io non ne avevo tanta voglia. Espose tutti i piatti come se io fossi uno chef professionista e lui il gareggiatore di un qualsiasi programma culinario, pareva quasi che volesse dato un voto a tutti quei cibi che aveva cucinato tuttavia io mi limitai solamente ad annuire e a cercare invano di sorridere.

Taehyung mi aveva anche spogliato del giubbotto e mi aveva persino levato dalle mani la valigetta con tutte le cartelle del lavoro, non mi accorsi neppure dove li aveva poggiati, ad ogni modo senza accorgermene mi ero ritrovato seduto in un tavolo imbandito e per giunta a lume di candela. Non ero affatto in imbarazzo e quella situazione mi avrebbe anche reso l'uomo più felice del mondo se solo prima non avessi commesso la mia più grande cazzata.

"Jungkook mi conosci meglio di chiunque altro e sai perfettamente che non sono bravo a parlare o a esprimere i miei sentimenti ma stasera ci tengo particolarmente a fare un brindisi" esclamò Taehyung dopo aver ingoiato un grosso pezzo di carne, stappando la bottiglia di vino rosso. Il tappo volò via, oltrepassando la mia figura e dopo di che il biondino versò il liquore prima nel mio bicchiere e solo dopo averlo riempito a metà, lo versò anche nel suo.

"Ecco... io non volevo solamente scusarmi per essermi comportato leggermente da stronzo stamattina" iniziò a parlare, sottolineando la parola leggermente, come se in realtà non si rispecchiasse poi così tanto in quel aggettivo che sempre gli riproponevo. "Ma volevo in qualche modo farti capire che io ce la sto mettendo tutta per far uscire la parte migliore di me perché so che sin dal primo giorno ti sforzi di vederla a tutti i costi e ti meriti di conoscerla più di chiunque altro" continuò e quasi mi vennero le lacrime agli occhi.

Le parole che avevo sempre sognato di sentirmi dire, le stavo udendo proprio in quel momento di totale caos. Dentro di me percepivo un calvario e più Taehyung apriva il suo cuore e più io serravo il mio.

"Vorrei poter dire che sto facendo questo anche per la mia persona, per sentirmi meglio con me stesso ma la verità è che sto facendo tutto questo solo ed esclusivamente per te" continuò senza alcuna vergogna. Per lui parlare e confidarsi non era mai stato difficile, non era timido e spaventato, semplicemente era bloccato nella sua freddezza tanto da credere che non fosse utile aprirsi con la gente o rivelare i propri sentimenti a qualcuno. "Ci tengo a te Jungkook e brindo a noi come coppia" disse infine portando in alto il calice di vino, aspettando che anch'io facessi lo stesso e portassi il bicchiere accanto a quello suo, in maniera tale che poterlo colpire e far scontrare il vetro, cosicché potessimo udirne il tintinnio.

"È tutto così perfetto" era l'unica cosa che fui in grado di dire ma quelle semplici parole fecero sorridere Taehyung, come se improvvisamente fosse fiero di quello che aveva fatto.

Rimanemmo per molto tempo a tavola, non contai le ore e tanto meno i minuti. Semplicemente cercai invano di godermi appieno quell'istante con lui e sebbene avessimo mangiato e chiacchierato tanto, la mia testa non voleva sbarazzarsi di quella ripugnante immagine che ritraeva me e Mingyu appiccicati fuori casa mia. Era più forte di me, non riuscivo a pensare ad altro e persino quando Taehyung provò palesemente a togliermi i vestiti, non per mettermi il pigiama e rimboccarmi le coperte, ma al contrario per concludere al meglio quella serata impeccabile, io cercai in tutti i modi di deviare la sua intenzione.

Avrei potuto fingere ancora per molto durante la cena, tuttavia non avrei mai potuto farlo a letto. Non potevo lasciare che Taehyung mi scopasse dopo che l'avevo appena tradito con Mingyu, era contro la mia etica nonostante in verità fosse un concetto che avevo già a mandato a fanculo da un bel po', non pertanto cercai comunque di raccogliere ciò che ne era rimasto giusto per negare la mia totale sconsideratezza.

Alla fine Taehyung non fece molte storie, aveva provato diverse volte a convincermi o a tentarmi di fare sesso tuttavia non gli diedi corda. D'altronde aveva preparato la cena per scusarsi della mattina, la stessa in cui si era masturbato dinnanzi a me senza alcun pudore o ritegno dunque mi convinsi che se per una notte non gli avrei dato ciò che desiderava non sarebbe sicuramente morto nessuno.

Gli avevo anche vietato di fumare in casa mia così Taehyung si era portato la bottiglia di vino anche a letto e continuava a sorseggiarne il liquore di tanto in tanto. Non l'avevo invitato a dormire tuttavia Taehyung era sempre così sicuro e a suo agio in ogni situazione, che non mi aveva neppure chiesto il permesso di poter rimanere per tutta la notte. Eravamo semplicemente rimasti a letto quella sera e avevamo chiacchierato del più e del meno prima che lui mi lasciasse completamente solo, cadendo difatti in un sonno profondo. Quando la sua bellissima parlantina terminò mi ricordai di ciò che avevo fatto con Mingyu e dal momento che non c'era più lui a farmelo dimenticare, mi ritrovai a passare la notte in bianco.

"Ti senti meglio?" mi chiese dolcemente porgendomi l'asciugamano cosicché potessi asciugarmi il viso. Annuii distratto e lo oltrepassai, raggiungendo nuovamente la mia camera, dove mi sedetti sul bordo del letto.

"Taehyung stai tranquillo ok? Non è niente davvero, forse sono solo allergico a qualcosa e non lo sapevo"

"Giuro che se sei allergico al vino ti lascio" rispose puntandomi il dito e facendomi ridacchiare, forse perché sapevo che quella fosse la sua intenzione.

Taehyung si avvicinò a me e mi porse entrambe le sue mani come se fosse un invito ad ballo, così mi ritrovai a poggiare le mie insicure e tremolanti sulle sue risolute. Con una mossa veloce mi tirò su e verso di sé, facendomi rimettere dunque in piedi per poi circondarmi in un tenero abbraccio. Per un attimo ebbi come l'impressione che volesse dirmi qualcosa tuttavia un inaspettato ingresso ci fece trasalire, tanto da sciogliere immediatamente l'abbraccio.

Mia madre e mio padre erano tornati in casa e avevano appena fatto irruzione nella mia camera, la stessa in cui vi era un ragazzo mezzo nudo a loro finora sconosciuto.

"Mamma... papà posso spiegare, davvero" dissi io poiché fu la prima cosa che mi venne in mente, la stessa che utilizzavano sempre tutti i protagonisti dei film per discolparsi dalle cazzate che commettevano o anche solo nel tentativo di acquisire del tempo, giusto per escogitare la prossima cazzata da dire. Io difatti non sapevo proprio come spiegare quella situazione, non potevo certo raccontare loro la verità sulla mia relazione con Taehyung e così mi ritrovai a boccheggiare e a guardarmi attorno come se di fronte a me potessi trovare una qualsiasi ma efficace risposta. Per la prima volta inoltre percepii in Taehyung la mia medesima reazione, sembrò essere preso alla sprovvista e anche lui, proprio come me, parve intimorito e senza parole. Non avevo ancora conosciuto nessuno che avesse avuto l'audacia di zittirlo o anche solo di farlo rimanere a bocca asciutta, lui era solito ad avere sempre l'ultima parola tuttavia non avendosi mai trovato in una situazione come quella, si ritrovò spaesato, forse anche più di me.

Non potei cogliere tutte le sue emozioni poiché la sua figura per quanto vicina a me, rimaneva sempre un grande enigma e soprattutto perché in quel momento ero completamente concentrato sulle mie. Da un lato ero sorpreso di vederli ma dall'altro ero fottutamente spaventato dalla loro reazione, dal momento che li avevo sempre ritenuti e mi avevano anche spesso dato la conferma di non essere abbastanza moderni o intelligenti per cogliere in un rapporto omosessuale un naturale rapporto, tanto quanto quello tra uomo e donna. Avevo paura che potessero alzarmi le mani proprio di fronte al mio ragazzo che conoscendolo, sicuramente non se ne sarebbe rimasto a braccia conserte, dunque mi passarono diverse visioni per la mente ed erano tutte profondamente deludenti e terrificanti tuttavia le loro parole mi sorpresero e ovviamente non erano incluse in ciò che avevo potuto immaginare in quei secondi di totale silenzio.

"Io ti ho già visto da qualche parte" esclamò mia madre indicando Taehyung, che rispose subito con un sorriso più che forzato.

"Non credo" si precipitò a dire, come se avesse paura di essere scoperto.

"No, hai ragione tesoro" l'assecondò mio padre, portandosi una mano sul mento come se stesse riflettendo su dove avesse potuto aver visto il suo viso perfetto. "Lo abbiamo visto in televisione" urlò a bocca spalancata e con gli occhi stranamente luccicanti mentre Taehyung si voltò verso di me, come per dire "E adesso che gli dico a questi?" per un momento mi venne quasi da ridere per quella assurda situazione che non pensavo mai di dover vivere.

I miei genitori parevano essere più concentrati sulla sua persona che a tutto il contorno, sembravano indossare una visiera che coprisse l'intera visione intorno a loro ma mi ritrovai a gioire di quella loro negligenza. Mi sarei evitato una sgridata o forse per una volta avevo solo sottovalutato i miei genitori e magari avrebbero davvero accettato una circostanza come quella, d'altronde avevo già raggiunto la maggiore età e generalmente si diceva che a quell'età era possibile fare tutto anche senza il consenso dei genitori, anche se alla fine nessuno pareva mai prenderci sul serio.

"Piacere Kim Taehyung" disse esponendosi completamente e sgranai gli occhi poiché di solito si presentava solo con il suo rinomato cognome e come figlio della famiglia Kim. Questo mi fece intendere che quella volta, dinnanzi ai miei genitori voleva mostrarsi per ciò che era davvero e come persona normale piuttosto che come il celebre personaggio di cui tanti avevano timore mentre altri rispettavano più di chiunque altro. Mi persi nel guardarlo poiché quel suo gesto mi aveva totalmente stupito, aveva avanzato sino a raggiungerli e aveva allungato una mano in attesa che uno dei due l'afferrasse come segno di introduzione, se inizialmente l'avevo visto vacillare di fronte a quelle figure adulte adesso pareva essere tornato in sé e si era ripreso la sua autorità anche se in quel momento avrebbe solo voluto apparire come un semplice ragazzo della sua età.

"Piacere nostro caro" rispose mia madre dopo essersi presa qualche secondo per scrutarlo attentamente mentre mio padre si affrettò per stringergli la mano. "Taehyung indossa qualcosa" parlò ancora visto che era a petto nudo tuttavia ebbi come l'impressione che non gli dispiacesse più di tanto. "Jungkook che aspetti? Corri a prendere una maglia, non vedi che si sta già raffreddando?" si rivolse finalmente a me ma preoccupandosi per lui. "E poi raggiungeteci in cucina, io preparo il caffè" disse velocemente e sgattaiolando fuori di corsa, come se dovesse a tutti i costi entrare nelle grazie del biondino.

Fu un momento del tutto inaspettato, strano ma non potei negare che mi fece quasi piacere. Io non avevo mai portato nessuno a casa e dunque i loro modi dinnanzi ad un possibile partner mi erano sconosciuti, allo stesso tempo però non avevo mai avuto la curiosità o la voglia di conoscerla dal momento che non ero mai stato fidanzato seriamente, ora che lo ero le cose per me non erano affatto cambiate, non avevo comunque mai avuto alcuna intenzione di presentare Taehyung come mio fidanzato eppure la situazione in cui fummo scoperti parlò da sola. Era ovvio che avessero capito qualcosa ma stranamente non si erano permessi di giudicare, il che mi diede finalmente modo di tornare felice, anche se ero consapevole che fosse destinata a durare poco.

"Tua madre non è poi così male" esclamò Taehyung facendo una faccia buffa, come se fosse improvvisamente eccitato ma allo stesso tempo confuso da ciò che era appena successo, ci ritrovammo a ridere e solo dopo ci vestimmo per dirigerci in cucina, dove ci aspettava sicuramente una bella chiacchierata con i miei genitori, che mi parvero abbastanza curiosi di conoscere l'importante figlio della famiglia Kim.

Non capii per quanto tempo fossimo rimasti a parlare seduti a tavolino e di fronte alle tazzine del caffè però per quanto surreale fosse quel contesto, risultò piacevole oltre ovviamente tutte le volte in cui mia madre e Taehyung si erano ritrovati a prendermi in giro o a raccontarsi l'un l'altro gli avvenimenti imbarazzanti di cui ero protagonista e per il resto Taehyung mi parve sereno di tenere una conversazione con i miei genitori, gli stessi che aveva sempre cercato di aiutare economicamente tuttavia io non glielo avevo mai permesso e se solo l'avessero scoperto, mi avrebbero di certo tirato uno schiaffo che mi sarei ricordato per tutta la vita. Difatti solo quando il biondino dovette lasciare la casa per andare a lavoro capii il gioco di mia madre e di conseguenza anche quello di mio padre, che quasi sicuramente l'aveva assecondata per tutto il tempo.

Solo in tarda mattinata accompagnai Taehyung alla porta e lì mi lasciò con un dolce bacio a stampo, non mi aveva detto nulla forse per paura che qualcuno potesse sentirci tuttavia con un gesto della mano mi fece segno che da li a breve mi avrebbe richiamato, forse per farmi sapere le sue impressioni o solo per tenersi in contatto con me. Tirai un sospiro di sollievo quando finalmente uscì da casa mia ma ad ogni modo sapevo che avrei dovuto incontrarlo ancora, a causa dei nostri orari lavorativi spesso compatibili.

Quando feci ritorno in cucina sentii gli occhi dei miei genitori puntati addosso e così mi ammutolii, aspettando che fossero loro a fare il primo passo e per la seconda volta in quella giornata le loro parole mi avevano stupito, tanto da lasciarmi a bocca asciutta.

"Senti Jungkook io non ti riconosco più, non so chi sei, cosa ti piace e che cazzo vuoi farne della tua vita. Ma giuro su tutto quello che ci è rimasto che se non sposi quel ragazzo noi non ti parleremo mai più" disse più che seria, facendomi scoppiare a ridere come mai prima di allora. Mia madre di solito mi parlava di argomenti importanti, mi raccomandava cose di un certo tipo e non avevamo mai scherzato insieme tuttavia non potei far altro che prendere la sua esortazione come una presa in giro, solite tra amici. Tuttavia uno scappellotto mi arrivò dritto sulla nuca, da parte di mio padre che ci raggiunse.

"Qui nessuno sta scherzando, né tantomeno ridendo" aggiunse lui.

"Devi sposarlo è chiaro?" mi sgridò, puntandomi un dito contro.

Rimasi per un attimo interdetto da quelle parole, i miei genitori non sapevano nulla di noi e se non fosse stato per le aziende a nome Kim o per il suo patrimonio, non conoscevano neppure Taehyung. Per un attimo mi balenò l'idea che se erano stati tanto amorevoli con il mio biondino era solo ed esclusivamente per i suoi soldi e per la sua fama e se inizialmente percepii il sangue bollirmi nelle vene poi cercai di calmarmi e relazionare.

Avrei potuto godere di quella situazione, mia madre era una donna alquanto bigotta e onestamente mi sarei più aspettato una reazione incandescente nella quale avrebbe prima offeso tutti gli omosessuali e infine mi avrebbe trascinato in chiesa per farmi benedire eppure il conto in banca di Taehyung aveva cancellato sia quella sua ignoranza e sia la sua cafonaggine. Le erano bastati due spicci per far crollare le sue inadeguate convinzioni sui diversi gusti sessuali ma mi convinsi di poterne tranne beneficiò così non aprii appositamente alcuna discussione.

Ad ogni modo quel giorno malgrado i miei sbagli e i miei continui rimpianti, mi ritrovai a pensare che probabilmente avrei sposato Taehyung con o senza il loro consenso.


Spazio Autrice

Scusate l'orario ma mi è venuta un'improvvisa voglia di aggiornare e mi sono detta why not? tanto ho già scritto altre bozze e sono coperta per un altro mese :)

Come va? io sinceramente mi sono sentiva male per Taehyung che si colpevolizza della nausea di Jungkook quando letteralmente lui non c'entra un cazzo ma vabbè mi do una mazzata in testa da sola!

Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo anche se io lo giudico un po' di passaggio, di conseguenza noioso, però ritenevo importante far conoscere la reazione e le sensazioni di Jungkook dopo aver baciato quel lurido porco che anch'io odio tanto e quindi no ho voluto focalizzarmi su questo. 

Per il resto tra qualche tempo conosceremo anche la reazione di Taehyung, secondo me vi stupirà questa volta ( ಠ ͜ʖಠ)

LASCIATEMI UNA STELLINA NON FATE I TIRCHI DAI

-Federica

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