51. Un inatteso dissapore
Avevo sempre creduto di essere un ragazzo spensierato, un normale adolescente che cercava solo di vivere la propria vita al meglio nella speranza di poter essere finalmente felice o anche solamente di trovare la tranquillità e la pace che la maggior parte di noi esseri umani meriterebbe. Con il passare del tempo le esigenze di una persona tendevano a cambiare e anche radicalmente ma vi era un comune denominatore che accumunava sia i bambini, gli adolescenti che gli adulti: era la felicità tuttavia la felicità stava nelle piccole cose, nei momenti brevi e dunque ci accorgevamo di quella sensazione solo quando ormai aveva abbandonato il nostro corpo ed era troppo tardi per poterla assaporare e realizzare davvero di averla vissuta. Al contrario le altre emozioni, quelle negative, le incastravamo in un decalogo che pareva essere un tutt'uno con noi stessi, cambiavano il nostro carattere, il nostro modo di essere o di pensare e ci rendevano più forti oppure più deboli.
Io, Jeon Jungkook avevo vissuto delle situazioni spiacevoli che al tempo mi sembravano essere dei veri e propri incubi, ad esempio i miei genitori non erano mai stati presenti per me, in tutti quegli anni non avevo costruito nessun ricordo bello o memorabile con loro, mia madre e mio padre non mi conoscevano affatto come io non conoscevo loro. Era trascorso molto tempo prima che potessi aprire realmente gli occhi sulla nostra situazione, avevo sempre creduto che fosse giusto un rapporto freddo come quello dal momento che la loro vita era determinata solo ed esclusivamente dal lavoro mentre la mia era caratterizzata dallo studio e dalle faccende domestiche, ad aiutarmi a comprendere che quella non fosse la normalità ma solo una visione opprimente e angosciosa di quella che io ritenevo casa era senza dubbio stato Hoseok che viceversa aveva alle spalle un nucleo familiare perfetto. In secondo luogo mi ero dovuto ricredere sul quel rapporto dal momento che i miei genitori erano stati licenziati e di conseguenza me li ero ritrovati tra i piedi per la prima volta, era scontato che non mi volessero bene come invece credevo e l'avevo realizzato quando mi diedero contro per aver trovato un lavoro, quando mi fecero capire di non aver fiducia in me o quando mi alzarono le mani malgrado le mie lacrime oppure per il semplice motivo che mai avevano colto in me un cambiamento e un malessere fisico. Erano molto stupiti quando vennero a conoscenza delle mie condizioni eppure mi diedero l'impressione di essere maggiormente rilassati e quasi sollevati dal fatto che non potessi più conseguire le mie ambizioni, le stesse che da sempre mi avevano criticato. Il rapporto con i miei genitori non era mai stato semplice e sebbene mi facesse stare male, non lo davo a vedere e fingevo che mi bastassero quelle briciole di amore che mi rifilavano di tanto in tanto, continuavo a comportarmi da menefreghista perché di natura preferivo scavalcare i problemi e cercavo sempre di sorriderci su. Lo stesso atteggiamento stavo assumendo ora che avevo scoperto di avere dei problemi al cuore, non era affatto facile ma non potevo di certo passare le giornate a letto poiché mi sarei indubbiamente lasciato abbracciare dalla depressione e non potevo permetterlo, non potevo lasciarmi sprofondare perché sapevo di non meritarlo e anche perché sapevo che era non quello che avrebbero voluto i miei amici e d'altronde anche se fossi crollato, loro avrebbero fatto di tutto per farmi rialzare. Dunque tanto valeva non farli scomodare, avrei continuato a lottare e a vivere normalmente perché era la cosa più giusta da fare.
In sostanza ero stato vittima di avvenimenti crudeli e che avrebbero tranquillamente potuto cambiare la mia essenza eppure ero sempre stato disposto a salvare il salvabile. Avevo tanti bei ricordi e troppi amici attorno per essere triste, ero sempre stato in grado di ripensare a quei momenti e a soffermarmici su con piacere ogni qual volta che i momenti meno belli o negativi popolavano la mia testa tuttavia sapevo di essere vantaggiato grazie alla mia indole leggera e spensierata.
Al contrario Kim Taehyung appariva come una persona apatica e imperturbabile eppure dopo averlo conosciuto più affondo mi ero accorto di quanto giustamente rimuginasse sul suo passato e su tutto quello che gli era capitato durante la sua terribile infanzia, forse più di quanto avrebbe dovuto. Quando mi aveva rivelato della morta di sua madre o di tutti gli abusi che entrambi avevano dovuto subire da quell'uomo che in teoria li avrebbe dovuti proteggere al costo della sua stessa vita, avevo avuto l'impressione che quei ricordi fossero ancora vividi nella sua testa e incastonati sulla sua pelle come se quegli episodi fossero accaduti proprio il giorno precedente. Era ancora troppo attaccato a quegli avvenimenti e probabilmente erano gli stessi che avevano rovinato e modificato la sua personalità in maniera permanente, quei ricordi lo facevano soffrire ancora e potevo solo immaginare la difficoltà che avesse nel provare a guizzare fuori da quella ragnatela traboccante di dolori e tormenti. Avrei tanto voluto afferrare la sua mano e tirarlo fuori io con la forza ma sapevo quanto fosse complicato, non erano riusciti ad aiutarlo né degli specialisti e né il suo caro amico d'infanzia, di certo non sarebbe bastata la mia presenza per farlo tornare a vivere serenamente, anzi probabilmente non ci sarebbe mai riuscito. L'unico modo per poter trovare la forza di sopravvivere era quella di esporsi il più possibile e mettersi in testa che lui non avesse alcuna colpa se non quella di essere troppo piccolo in una situazione troppo grande e ovviamente, presuntuoso qual era, gli era più comodo provare rimpianti e scagliarsi sulla violenza che cercare di superare i suoi traumi.
Avrei tanto voluto aiutarlo, prendermi i suoi rimorsi e tenerlo per mano per accompagnarlo in un mondo leggermente più gradevole di quello che viveva e che aveva da sempre vissuto, in verità mi sarebbe piaciuto farlo sin dal primo giorno ma alla fine fu molto più difficile di quanto avrei mai potuto prevedere, peraltro continuavo a provarci senza sosta. Taehyung mi era stato accanto quasi morbosamente dopo aver scoperto della mia malattia, forse più di quanto avessi fatto io dopo aver scoperto del suo passato o del suo disturbo mentale e non potei che descrivere quei giorni come i migliori di tutta la mia vita.
La scuola mi aveva dato finalmente tregua dal momento che erano appena iniziate le vacanze natalizie, le feste erano ormai alle porte e dunque non mi sarei dovuto preoccupare, almeno per qualche settimana, dello studio. Al contrario in azienda il lavoro non si metteva da parte e difatti io e Taehyung continuavamo a vederci ogni giorno grazie all'impiego a cui dovevamo partecipare insieme, tralasciando ovviamente tutte le notti di passione che avevamo condiviso durante quel magico periodo. Era sempre bello scambiare una chiacchera con lui oppure anche solo un semplice bacio durante il lavoro, mi rendeva molto più stimolato nell'andare avanti e suscitava molto più interesse in quello che avremmo dovuto fare.
Taehyung chiaramente si occupava di più cose, alcune non riuscivo neppure a comprenderle poiché erano oltre le mie competenze ma quando ci ritrovavamo insieme attorno ad un tavolo ci concentravamo solo ed esclusivamente sulla realizzazione delle armi da fuoco. Taehyung aveva già presentato sia a me che ai suoi nuovi soci i suoi disegni compiuti tuttavia dovette ridisegnare tutti gli elementi che componevano un solo pezzo in un solo foglio poiché era necessario che rappresentasse tutte le loro parti, ad uno ad uno, motivo per cui aveva passato diverse ore seduto sulla scrivania a riportare in una dimensione più grande i loro componenti come ad esempio un'impugnatura, un grilletto o anche solo uno specifico caricatore. Era il solo in grado di disegnarli perfettamente e non voleva che altri dipendenti lo aiutassero in quel suo progetto così ci impiegò ovviamente il doppio del tempo tuttavia una volta terminato il lavoro, io e Mingyu avremmo dovuto portare i prototipi alla fabbricazione cosicché l'idea di Taehyung potesse prendere vita il più presto possibile.
Anche quel giorno eravamo rimasti rinchiusi nella sua azienda ma quando realizzai il silenzio prolungato all'interno di quelle mura mi voltai per controllare Taehyung. Era seduto comodamente sulla sua poltrona di fronte la scrivania ed era intento a guardare lo schermo del computer, era leggermente curvo in avanti, la sua fronte era aggrottata e le sue sopracciglia si erano avvicinate parecchio data la sua concentrazione. Possibile che fosse ancora più bello con quell'espressione in viso? Non capivo se era lui a diventare sempre più bello da un giorno all'altro o addirittura da un'ora all'altra oppure se fossi io troppo innamorato per comprendere davvero la situazione attorno a me. Ero talmente cotto che ogni volta che mi soffermavo nello scrutare la sua bellezza finivo per perdermi nei miei pensieri come un perfetto idiota.
Lasciai i miei appunti sul tavolo e mi avvicinai alla sua postazione per sbirciare il lavoro che stava svolgendo, lo stesso che sembrava avere una notevole importanza. Lo affiancai alla scrivania ed era talmente assorto tra i suoi pensieri che non se ne rese neppure conto così quando mi sporsi per leggere la pagina della sua ricerca feci un sussulto di stupore che fu immediatamente seguito dal rilascio di un urletto accompagnato da un sobbalzo che mi fece ridere, forse esageratamente.
"Credevo stessi sbrigando delle questioni lavorative" gli puntai un dito contro.
"Stai dicendo che questo è meno importante del nostro lavoro?" chiese di botto, giusto per giustificarsi ma il mio cuore perse un battito quando usò quel determinato aggettivo possessivo che mi rendeva partecipe di qualcosa. "È pur sempre qualcosa che riguarda noi! Cazzo se è importante" continuò serio, come se stessimo discutendo di un problema che metteva a repentaglio la nostra incolumità o peggio ancora quella degli altri. Si girò nuovamente verso lo schermo del computer e ignorò totalmente la mia presenza alle sue spalle, non valeva a dire che non fossi importante per lui in quel momento anzi avevo amato quella sua reazione pacata, poiché significava che non avesse alcun imbarazzo nei miei confronti.
Stava letteralmente vagando in uno shop online e ovviamente nel suo carrello non vi erano traccia di libri o utensili utili per la cucina o la casa in generale bensì vi era solamente uno spropositato elenco di giochini erotici che neanche avevo mai visto prima.
"C'è qualcosa che vorresti comprare?" domandò come se mi stesse offrendo il caffè. Sgranai gli occhi per un momento poiché fui preso totalmente alla sprovvista e probabilmente avevo anche boccheggiato prima di cercare di rispondere, ma come sempre in quelle situazioni non facevo altro che balbettare come un bambino alla sua prima recita elementare. Mi schiaffeggiai mentalmente per quella figura di merda ma d'altro canto Taehyung neppure ci fece caso, continuò a scorrere nella ricerca di qualcosa che lo ispirasse e dopo qualche secondo si alzò dalla sedia e mi invitò a prendere il suo posto.
"Scegli direttamente tu ok? Io ho bisogno di sgranchirmi la gambe" esclamò dandomi un colpetto su una chiappa. "Sentiti libero di prendere qualsiasi cosa, tanto pago io" alzò le spalle incurante e cominciò a frugare tra le sue tasche, nella ricerca di qualcosa in particolare e avendo trascorso troppo tempo insieme sapevo già benissimo cosa stessa per fare, nella tasca destra nella sua giacca alla fine trovò il pacchetto di sigarette e come sempre, anche se era un gesto che odiavo profondamente, non potei fare a meno di rimanere incantato nel guardare le sue abituali azioni. Con una mossa veloce strappava la pellicola del nuovo pacchetto attraverso i denti e una volta tolta, con un dito apriva la parte superiore della scatoletta e se l'avvicinava alle labbra per sfilare la sigaretta, in seguito riponeva il pacchetto e prendeva l'accendino. Ci giocava un po' prima di accenderla e quella mossa nello specifico mi mandava sempre il cervello a puttane mentre molto più in basso, qualcosa all'interno delle mie mutande spesso mutava dimensione ed ero proprio certo che lo facesse di proposito, perché sapeva che i miei occhi erano sempre puntati su di lui.
"Stavo pensando anche a delle manette" ragionò ad alta voce dopo essersi finalmente accesso quella dannata sigaretta. "Però scegli quelle più eccitanti" mi ordinò senza prima chiedermi cosa ne pensassi. Scorsi sulla sua pagina e mi resi conto che avesse già comprato diversi lubrificanti di diversi gusti, dei dildi fin troppo realistici e dei vibratori anali che mi fecero preoccupare abbastanza. Sapevo che Taehyung fosse eccentrico a livello sessuale ma non credevo così tanto, e mi ritrovai a pensare che mi avrebbe insegnato per bene che cosa fosse il sesso e soprattutto che cosa fosse il vero piacere. Improvvisamente non vidi l'ora che il corriere bussasse all'abitazione di Taehyung e che scartassimo insieme quella folle ordinazione che mai avrei pensato di fare.
"Magari arriva proprio per Natale, sarebbe fichissimo" disse euforico e sorrisi per la sua reazione, era davvero esaltato così ressi il suo gioco.
"Le manette le prendo solo se sarai tu ad indossarle" intimai spegnendogli il sorriso. "Dai te le prendo a forma di cuoricino" feci anche gli occhi dolci.
"Scordatelo, è fuori discussione" parlò tranquillo come se sapesse di poter vincere quella discussione appena nata. "È stata una mia idea quindi sarai tu ad indossarle"
"Allora indossiamole entrambi" dissi perché ero stanco di annuire a tutte le sue richieste, che sembravano sempre più delle pretese e quasi un imposizione. Era scontato che anche quel suo lato autoritario mi piacesse da morire tuttavia mi dava fastidio la maniera scontata con la quale si rivolgeva a me quando si trattava di sesso. Non volevo accontentarlo per sempre e anche lui avrebbe dovuto assecondarmi qualche volta così promisi a me stesso di non indossare mai quelle manette che stavo per acquistare, se prima non lo avesse fatto lui.
"Si certo perché non ci ho pensato prima? Possiamo indossare entrambi le manette e chiamare un'altra persona che ci scopi" esclamò e non potei far altro che scoppiare a ridere. "Ti senti quando parli?" continuò e fui felice di aver contagiato anche lui con la mia risata.
"Bene allora propongo un'altra cosa e se rifiuti anche questa giuro che non farò più sesso con te" intimai serio ma lui annuì roteando gli occhi, come se non ci credesse davvero. "Io compro un paio di manette per te e tu ne compri un paio per me. Quando arriveranno faremo un gioco che determinerà chi dovrà indossarle" spiegai la mia proposta e sembrò riflettersi su per qualche secondo, sicuro com'era sicuramente stava valutando differenti giochi e quasi certamente si convinse di poter vincere contro di me, difatti accettò subito dopo.
"D'accordo, mi piace" disse cedendo e fui felice che finalmente avesse accettato un mio compromesso. Era questo che desideravo da lui, un sano equilibrio che ci avrebbe mantenuto in vita per il più lungo tempo possibile. Ero certo che fosse quello il segreto di un rapporto duraturo, tralasciando ovviamente la fiducia e la fedeltà che non mi spaventavano affatto, anzi ero abbastanza sicuro che entrambi possedessimo quegli elementi e che mai ci era solo venuto in mente di sottrarci a quegli essenziali impegni, soliti di una coppia ben solida.
Improvvisamente ne fui entusiasta e mi esaltai ancora di più nel pensare che sarebbero potuti realmente arrivare per le festività, allora si che avrei trascorso il natale più bello di sempre. Con gli occhi luccicanti di gioia mi alzai per andargli incontro e con entrambe le braccia gli circondai il bacino mentre lui cercò di non sorridere per quel mio inaspettato gesto, appunto continuò a fumare come se non gli importasse. Odiavo quando fingeva ancora di non provare nessun sentimento verso di me o in generale nella sua vita, io avevo avuto modo di vedere quanto puro e dolce fosse, a tratti si era persino rivelato più romantico di me dunque quella maschera non gli reggeva più bene quando di fronte si trovava il mio bel visino.
"Allora dimmi un po' dove mi legheresti?" chiesi ad un centimetro dal suo viso malgrado la puzza di fumo mi desse fastidio.
"Non c'è un posto specifico in realtà" disse facendomi aggrottare le sopracciglia. "Mi piacerebbe avere uno di quegli attrezzi che lega le mani dietro la schiena" mi spiegò e dal momento che non l'avevo mai visto, cercai di immaginarlo. "Pensa al piacere che potrei procurarti" sussurrò schiacciandomi un'occhio e subito dopo si voltò di poco per buttare il fumo dall'altra parte cosicché non mi arrivasse in viso. "Devi ancora provare la posizione a quattro zampe"
"Ok Taehyung frena" dissi io ridendo ancora e poggiando la fronte sulla sua spalla, in modo da nascondere il mio possibile arrossamento. Le sue spalle si mossero come in una risata silenziosa e dopo di che le sue braccia finirono per avvolgersi attorno il mio collo, stringendomi a sé quasi con forza.
"Sei insopportabile, non si può dire nulla" urlò in maniera prolungata ma era evidente dal tono della sua voce che stesse scherzando e non potei che esserne felice, era così bello sapere che ormai fosse sempre se stesso con me. "Vuoi per caso sperimentarlo adesso?" mi disse poggiando le sua guancia sulla mia, pelle contro pelle mentre tra le labbra teneva ancora stretto il filtro della sua sigaretta consumata e piena zeppa di cicca, dal momento che non aveva avuto né modo e né tempo di far cadere la cenere. Mi accorsi che probabilmente l'avesse detto a causa delle mie azioni che erano talmente incontrollate da non rendermi neppure conto che le mie mani erano scese di qualche centimetro e accarezzavano la pelle poco sopra il tessuto dei suoi pantaloni.
"Abbiamo tanto lavoro da fare, ricordi?" parlai rincorrendo il suo sguardo, nel tentativo di guardarlo negli occhi e allo stesso tempo cercai di persuaderlo dal momento che avevo colto la sua voglia di fare capricci e soprattutto la zero volontà di dedicarsi alle sue responsabilità. Era scontato che pensasse ad altro visto le sue proposte indecenti e specialmente mi era ovvio dopo aver sbirciato sulle ricerche del suo computer, quel pomeriggio aveva decisamente preferito riempire il carrello di sex toys piuttosto che darsi da fare per la realizzazione delle armi da fuoco, firmate Kim.
"Forse tu hai tanto lavoro da fare perché sei un dipendente ma io sono il capo, ricordi?" disse copiando sia il mio tono di voce che la mia domanda.
"Allora fatti una sega" mi servii la risposta su un piatto d'argento e così subito dopo sciolsi la presa dalla sua vita e contemporaneamente cercai di scostarmi dalla sua, che continuò ad essere ben salda, difatti non riuscii ad allontanarmi di molto. "Io sono solo un povero dipendente che deve assolutamente tornare a sgobbare" lo presi in giro, facendogli così assottigliare lo sguardo.
"Ti sei dimenticato di affiancare permaloso all'aggettivo povero" disse togliendomi le mani di dosso per riportare le dita sulla sigaretta che si stava consumando senza che lui ne aspirasse il fumo. Aspirò una boccata e poi me la porse, cercando così di convincermi a fare un tiro ma alzai gli occhi al cielo e tornai sul divano, dove mi attendevano una quantità smisurata di cartelle da riordinare, disegni di progettazione, prototipi o fogli di richieste di realizzazione che avevamo elaborato e steso per poterle inviare alle varie ditte di costruzione. Era un lavoro duro, impegnativo ma l'adoravo ogni giorno di più e sicuramente ero molto favorito dall'intera situazione: trascorrevo maggior parte del tempo con il mio fidanzato e soprattutto nonostante fossi solo un novellino senza alcuna esperienza o attestato che stabilisse le mie capacità, mi ritrovai da un giorno all'altro a lavorare all'interno dello studio del più importante e discusso imprenditore della Corea del Sud. Alla fine mi distrassi nuovamente a causa dei miei pensieri e così distolsi l'attenzione dai documenti riposti sul tavolino di fronte a me per rialzare lo sguardo verso Taehyung che dopo essersi sbarazzato della sigaretta, lasciandola ancora leggermente accesa all'interno del posacenere, insieme agli altri mozziconi, si sedette sul divano di fronte al mio. Mi rivolse uno sguardo colmo di ardore, come se una scintilla fosse passata attraverso le sue iridi scure e non appena si abbassò la zip dei pantaloni, sgranai gli occhi.
"Aspetta che fai?"
"Quello che mi hai detto di fare, una sega" rispose tranquillo facendomi andare nel pallone.
"E devi farlo proprio qui?"
"Se ti guardo finisco prima" ammise sincero e se avesse continuato così probabilmente mi sarebbe presto esplosa una vena.
Iniziò a toccarsi e a stringere la sua mano aggraziata attorno a quella durezza che quasi mi impressionò giacché improvvisamente mi ritrovai a pensare a quando si fosse eccitato in quel modo, poi però mi ricordai che probabilmente stava aspettando solo quel momento sin da quando le sue dita avevano digitato "sex toys" sulla tastiera del computer. La sega cominciò a farsi abbastanza veloce e nel giro di pochi secondi Taehyung riuscii a trovare il ritmo che più lo eccitava e in men che non si dica cominciai a sentire un caldo esagerato e soprattutto cominciai a sentire anch'io una protuberanza all'interno dei miei boxer.
"Se hai caldo puoi toglierti la camicia e magari anche i pantaloni" esclamò ansimante mentre io dovetti prima deglutire il macigno che mi si era bloccato alla gola per poter cercare di rispondere.
"St-sto bene" dissi e senza accorgermene mi ritrovai a sventolarmi il viso con una mano, le mie parole affermavano qualcosa e le mie azioni mi contraddicevano subito dopo. Ero troppo orgoglioso per lasciarmi andare in quel determinato momento e nonostante avessi voluto aiutarlo a raggiungere prima l'orgasmo, ormai avevo dato la priorità al lavoro e dunque sarebbe stato una vittoria per lui se avessi rinunciato solamente per le sue provocazioni depravate. Dovevo essere forte, resistere alla tentazione di piacere e combattere quei brividi che continuavano a scorrermi per tutto il corpo, osservare Taehyung in quelle condizioni mi mandò in estasi, proprio come se quella sega la stesse facendo anche a me.
Era leggermente imbarazzante per me rimanere a guardare mentre lui si segava, ma al contrario di me lui pareva completamente a suo agio e invidiai tantissimo quel suo aspetto come se la sua persona dovesse costantemente essere al centro dell'universo e quel pensiero non sembrava minimamente turbargli, anzi probabilmente quella visione di se stesso lo rendeva maggiormente più sicuro delle sue potenzialità e della sua innata bellezza.
Si stava limitando a massaggiare l'asta e per una manciata di secondi si ritrovò a dover riprendere fiato, colse l'occasione per guardarmi malizioso e compiaciuto da quel suo gesto che mi stava rincoglionendo più di quanto avessi mai potuto immaginare. Di certo sapevo come funzionasse la masturbazione, avevo cominciato alla tenera età di dodici anni perché avevo sentito parlare di goduria dai miei compagni di scuola e poi forse l'avevo anche visto in tv, in quel momento non riuscii a ricordare bene ma dal momento che i miei genitori non fossero mai stati presenti in casa avevo avuto tempo e spazio per poter guardare e sperimentare tutto quello che solitamente si faceva al buio o nascosto all'interno di un bagno, con la porta rigorosamente chiusa a chiave come se si stesse commettendo la peggior azione di sempre, una di quelle che andavano contro la legge e che ti avrebbero rovinato la vita se qualcuno l'avesse scoperto. Nonostante tutta la pratica che avevo assunto in quei anni di totale libertà, non mi era mai capitato di vedere qualcun altro masturbarsi davanti a me, avevo sbirciato nei siti illegali di porno non potevo di certo negarlo ma mi ero sempre concentrato solo ed esclusivamente sulla masturbazione femminile, privandomi così di questa goduria ineffabile.
Taehyung era così fottutamente bravo da farmi credere che avesse in mano il mio cazzo piuttosto che il suo, il piacere che riuscivo a leggere nei suoi occhi ero sicuro che fosse simile al mio. Mi ero ammutolito di fronte a quella visione perché non volevo rovinare quel suo momento, che era diventato anche un po' il mio e solo quando Taehyung chiuse gli occhi e poggiò la testa sullo schienale riuscii a godermi meglio la situazione, forse perché finalmente non percepivo più il suo sguardo scrupoloso e attento come se dovesse in qualche modo osservare e valutare le mie reazioni. Cominciai a mordicchiarmi il labbro inferiore, quasi sofferente eppure non riuscii a togliergli gli occhi di dosso, era come una bellissima droga che non mi stava facendo più capire nulla.
Improvvisamente mi balenò per la testa il pensiero di contribuire al suo gioco e mi venne voglia di usare la lingua per poterlo sentire gemere più forte, la saliva si raccolse dentro la mia bocca proprio come quando si percepiva l'odore di un limone spremuto, ti veniva un'irrefrenabile desiderio di assaggiarlo malgrado prima non ne avessi la minima voglia.
"Hai un controllo invidiabile" disse con la voce spezzata dai continui gemiti, stava accelerando i suoi movimenti e cominciò anche a muovere il bacino avanti e indietro in un movimento lento che mi ipnotizzò più di quanto non lo fossi già. "Eppure non riesci a nascondere bene ciò che provi" parlò ancora e sospirai poiché non avevo alcun modo di controbattere, sapevamo entrambi che fosse lui ad avere ragione così mi rimase che non cadere in tentazione, d'altronde ero consapevole che sarebbe bastato qualche altro minuto e quella tortura sarebbe finalmente terminata. "Ti conosco bene Jungkook e so che non c'è alcun modo di convincerti" i suoi occhi tornarono sui miei. "Ma sai questa tua disciplina mi fa eccitare ancora di più, quindi sappi che se sto per venire è anche grazie a te che sei rimasto fermo e zitto per tutto questo tempo" alzò un sopracciglio con dignità ed io picchettai la lingua all'interno della mia guancia nel tentativo di spezzettare anche le parole che avrei voluto dirgli. Era così stronzo che non riuscivo mai a tenergli testa e quella sua sfaccettatura se da un lato la odiavo con tutto il mio cuore, dall'altro era la sua caratteristica più bella e quella che spiccava più di ogni altra cosa.
"Potresti almeno aiutarmi a non sporcare il divano" bisbigliò non fermando mai i suoi movimenti e capii subito dove volesse andare a parare. Ne sapeva una più del diavolo e mandai a fanculo tutta la marcata superbia e l'assiduo rigore che mi avevano tenuto immobile fino a quel momento. Ne avevo abbastanza e malgrado non avessi voluto accontentarlo non riuscii più a contenermi poiché le sue richieste finirono per diventare anche i miei sfizi e avrei voluto togliermeli al più presto, così saremmo potuti tornare ad essere operativi. Mi alzai dal divano e superai il tavolo bianco, lo stesso su cui poggiavano tutti i fogli che inizialmente richiamavano la mia attenzione ma che adesso mi sembrano bruciare per il calore che stava emanando il corpo di Taehyung e pertanto anche quello mio. Le temperature si erano alzate parecchio, specialmente quando mi ritrovai ad un paio di centimetri da lui, mi guardò come se volesse pormi una domanda ma per me non c'era più alcun bisogno che parlasse poiché avevo colto il punto di tutte le sue chiacchere precedenti.
Mi inginocchiai dinnanzi a lui e non ebbi neppure il tempo di aprire la bocca che percepii il suo getto schizzarmi dentro, non volevo sempre ubbidire ai suoi ordini eppure alla fine mi ero deciso a partecipare proprio nel momento in cui Taehyung arrivò al suo culmine, come se avesse creato e raccolto quel liquido per donarlo unicamente a me. Lo ingoiai a piccoli sorsi e solo quando la mia gola risultò impastata abbastanza, alzai lo sguardo verso il viso appagato del biondino e lo trovai sorridente e soddisfatto come mai prima di allora, alcune gocce mi scivolarono sul mento ma passai velocemente una mano per ripulirmi del tutto tuttavia Taehyung si sporse verso di me e leccò una gocciolina rimasta sull'angolo della mia bocca. Chiusi gli occhi come per godermi meglio quel suo gesto e dopo di che mi lasciò una dolce carezza sul capo.
"Alla fine finisci sempre per accontentarmi" mi fece notare saccente, facendomene pentire neppure un minuto dopo e così come tutte le precedenti volte mi ritrovai a giurare che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei assecondato, non perché non lo volessi anzi, bensì perché non volevo somigliare sempre più ad un tappetino su cui Taehyung avrebbe potuto pulirsi le scarpe a suo piacimento. Così semplicemente pensai che sarei dovuto tornare dominante come i primi tempi della nostra relazione, in modo che anche lui avrebbe potuto cambiare idea su di me.
Quando mi rimisi in piedi, Taehyung si era già sistemato come se nulla fosse accaduto e proprio nell'istante in cui mi decisi ad aprire bocca, questa volta però per parlare, un rumore mi distrasse e finii per starmene zitto. Qualcuno al di fuori dello studio aveva bussato fragorosamente alla porta e così entrambi indirizzammo l'attenzione altrove, lasciando che i suoi dipendenti entrassero e che di conseguenza dimenticassimo anche le nostre faccende private.
"Il signorino Jeon è richiesto alla hall" informò parlando direttamente con il suo capo.
"Chi lo richiede?" chiese aggrottando le sopracciglia e ancora prima di sentire la risposta del ragazzo, mi precipitai immediatamente nel prendere il capotto che in quel periodo invernale era necessario indossare per evitare che mi ammalassi. Forse a Taehyung sfuggivano alcuni appuntamenti, aveva dimostrato di avere la testa in aria quel giorno ma io a differenza sua ricordavo perfettamente il calendario che ci eravamo prefissati così mi precipitai nel raccogliere tutto il necessario per poter uscire dallo studio e raggiungere l'ingresso principale.
"Il figlio del signor Kim, Mingyu" riferì prontamente per poi fare qualche passo indietro e uscire dallo studio, rimanendo però sull'uscio della porta come se fosse lì ad aspettare me sicché potesse accompagnarmi direttamente lui dal nostro nuovo socio. Cercai di visualizzare la reazione di Taehyung, giusto per curiosità, motivo per cui lo guardai con la coda dell'occhio e vidi il suo bellissimo viso mutare in una smorfia di fastidio e per un attimo pensai che se lo meritasse, data la sua stronzaggine nei miei confronti.
"Allora io vado" dissi mettendogli una mano sulla spalla e scendendo velocemente sul braccio come per dargli una carezza. "Ci vediamo domani" dissi agitando le dita per salutarlo.
"Aspetta" esclamò senza neppure darmi il tempo di voltarmi. Mi afferrò un polso e mi avvicinò a sé con una sola mossa, circondandomi il bacino e facendolo così scontrare con il suo. Mi guardò serio, come se fosse turbato da qualcosa o addirittura arrabbiato. "Non comportarti così con me" sussurrò con i denti stretti e a quel punto gli sorrisi beffardo, di proposito. Taehyung era quel tipo di ragazzo che non riusciva mai a rendersi conto delle sue azioni o dei suoi errori finché non glieli elencavi tutti in modo cronologico o magari gli facevi anche un disegnino per fargli accorgere e comprendere appieno il suo comportamento del cazzo, eppure c'era un metodo ancora più efficace e comodo: la sua gelosia. Poteva anche fingere che non lo fosse ma io avevo avuto abbastanza materiale per poter assodare la mia teoria, Taehyung era fottutamente goloso di Mingyu e lo era stato sin dal primo giorno. Aveva odiato il modo in cui lui si era rivolto a me durante la nostra prima riunione, aveva odiato quando mi aveva messo le mani addosso, aveva odiato il modo in cui mi guardava e adesso non sopportava l'idea che dovessimo passare tanto tempo insieme a causa del lavoro, lo stesso che lui ci aveva affidato. Mi piaceva renderlo dubbioso poiché tendeva ad essere sempre sicuro di se stesso e quello era l'unico momento in cui sentivo di averlo in pugno, come se le sue emozioni o addirittura la sua serenità dipendessero interamente da me.
L'ultima conferma l'avevo avuta in ospedale, quando Mingyu mi aveva portato un mazzo di fiori e Taehyung si era infastidito parecchio, al contrario io avevo apprezzato molto quel suo gesto. Le voci si erano sparse velocemente ma non tutti erano venuti a farmi visita perciò quella premura da parte sua mi aveva fatto piacere, valeva a dire che mi aveva pensato per qualche minuto e che magari si era anche dispiaciuto. Non avevo avuto modo di leggere il bigliettino dal momento che il biondino me l'aveva strappato dalle mani prima che potessi aprirlo ma comunque l'odore del mazzo mi era bastato per rendermi felice. Taehyung non sapeva che mi piacessero i fiori ed io d'altro canto non sapevo di poter renderlo geloso con poco.
"Io non ho ancora capito il motivo per cui portare dei fiori" era questo quello che aveva detto dopo aver scoccato la lingua sul palato, evidentemente infastidito. "Non è mica morto" aveva continuato cercando l'approvazione degli altri presenti, nonché nostri amici, senza ricevere però alcun riscontro. Solo Jimin aveva avuto il coraggio di richiamare il suo nome come per rimproverarlo e solo a quel punto scoppiammo tutti a ridere, dal momento che una scenata di quel calibro rimaneva pur sempre buffa e divertente.
"Devo andare, mi stanno aspettando" dissi io continuando con quel mio gioco, non avevo alcuna intenzione di litigare con lui tuttavia avevo una voglia matta di vendicarmi in qualche modo e dal momento che Taehyung avevo utilizzato il suo fascino per indurmi in tentazione, io decisi di utilizzare il suo fastidio nei confronti di Mingyu. Sembrava quasi che stessiamo giocando una partita a poker e che entrambi avessimo in mano le nostre carte migliori tuttavia qualsiasi cosa avesse avuto lui, ero certo di poter vincere perché tenevo tra le dita un'imbattibile scala reale e conoscendo le regole, sapevo che nessun altro tipo di combinazione sarebbe stato in grado di sconfiggermi. Ovviamente non avevo l'obiettivo di farlo soffrire, volevo solo divertirmi come faceva lui e quella volta sentivo di avere il coltello dalla parte del manico, grazie al corvino che mi attendeva giù impazientemente. "Poi non vorrai che ci vedano..." dissi io, sperando che mollasse la presa su di me.
"Lo sai che non mi è mai importato" affermò subito sulla difensiva, spostando accuratamente lo sguardo sul suo dipendente come per controllare se ci stesse guardando o meno e subito dopo ritornò sulle mie iridi. "Non voglio che te ne vai così" ebbe stranamente il coraggio di dire così annuii quasi soddisfatto.
"Ho capito, dimmi se cosi ti va bene" affermai liberandomi finalmente dalla sua presa. "Mi mancherai amore mio ma purtroppo è arrivato per noi due il momento di dividerci, conterò le ore che ci separeranno e penserò a te per tutto il tempo, finché non ci rivedremo" parlai con un tono drammatico, facendo scorrere le mie dita sul suo petto, facendolo infastidire ancora di più. Feci una smorfia di compiacimento e dopo di che mi sporsi per dargli un casto bacio sulle labbra. "La prossima volta comportati meno da stronzo" sussurrai cosicché nessun orecchio indiscreto avrebbe potuto udire le mie crude parole, oltre il diretto interessato. "Se ne sei in grado, è ovvio" conclusi schiacciando un occhio, così come era solito fare lui e infine uscii dallo studio, chiudendo la porta alle mie spalle.
Potevo dire di conoscere già perfettamente il tragitto per uscire dall'azienda Kim eppure preferii seguire il ragazzo che era venuto a prendermi, da un lato perché ero troppo gentile per poter obiettare o cacciarlo via e dall'altro perché così avrei evitato di guardarmi troppo attorno e finito per perdere tempo. Quando mi ritrovai in ascensore, tirai un sospiro di sollievo come se potessi finalmente tornare a respirare normalmente, in realtà mi dispiaceva lasciare Taehyung in quel modo ma dall'altro lato mi ritrovai a pensare che fosse davvero eccitante comportarsi da stronzi e dunque dovetti dargli ragione in maniera chiaramente silenziosa dal momento che mai avrei voluto assecondare quel suo atteggiamento. Non volevo che continuassimo una relazione basata sulle provocazioni o sulle allusioni sessuali, per quanto fosse bello avrei voluto che crescessimo come coppia invece oltre la reciproca fiducia, indubbiamente raddoppiata, mi sembrava che il nostro rapporto fosse uguale ai primi giorni di frequentazione. Ora pretendevo altro, non per forza un anello al dito perché dentro di me sapevo quanto Taehyung tenesse a me ma non potevo negare che per una volta, mi sarebbe piaciuta almeno una cazzo di dichiarazione d'amore.
"Ce l'hai fatta" sentii da lontano e alzai lo sguardo per incontrare Mingyu che mi venne in contro sorridente. Salutai velocemente le persone presenti nella hall nonché i mie nuovi colleghi, che non avevo però avuto ancora modo di conoscere dato che trascorrevo tutto il tempo negli spazi privati del nostro capo, avevo paura che mi ritenessero un privilegiato perciò non trovavo mai il coraggio di iniziare una conversazione con loro al contrario Mingyu non sapeva proprio tutta la verità. Lui pensava che fossi un giovane apprendista ma che avessi faticato e soprattutto studiato per raggiungere quel ruolo all'interno di quell'ambita piramide di organizzazione lavorativa, diversamente mi era semplicemente bastato andare a letto con il capo di tutto quell'impero per essere assunto non solo come dipendente ma persino come braccio destro e collaboratore di uno dei suoi migliori progetti.
Dal momento che adesso facevo davvero parte dell'azienda, in teoria non stavamo più mentendo a Mingyu tuttavia era meglio continuare ad omettere il particolare che io e Taehyung fossimo fidanzati, giusto per sicurezza.
Mingyu mi aprii lo sportello della sua auto rosso fuoco in modo da lasciarmi entrare e ne fui piacevolmente sorpreso così mi ritrovai a sorridere senza che me ne rendessi conto.
"Sono contento che tu stia bene" disse una volta dentro anche lui. "Mi sono preoccupato quando ho sentito la notizia" continuò riferendosi al mio ricovero in ospedale. "E dal momento che non ho potuto vedere i tuoi splendidi occhietti quando ti ho mandato il mazzo di rose, ho pensato di regalartene un altro" esclamò porgendomi questa volta un mazzo di gigli rosa, che trovai ancora più belli degli ultimi.
"Non dovevi" sussurrai imbarazzato, non ero abituato a quel genere di cose e di conseguenza non sapevo bene come comportarmi. Lo ringraziai ma sembrava non bastare mai, quando però i nostri occhi si incrociarono ebbi un'impressione che mi turbò e che mise una leggera ansia nello stomaco.
Perché pareva più un'appuntamento che un semplice incontro lavorativo? Che Taehyung avesse davvero motivo di essere geloso?
Spazio Autrice
Non so perché sto aggiornando così spesso, forse ho solo fretta di vedere spuntare quel 20k di fianco la mia storia ( ͡ಥ ͜ʖ ͡ಥ) se ci arriverò domani o dopodomani non importa, vi ringrazio comunque in anticipo!
IL CAPITOLO BOMBA STA ARRIVANDO NON SIETE PRONTI MI VIENE DI URLARE OK NON SONO PRONTA NEPPURE IO SINCERAMENTE penso che mi rinchiuderò dentro un convento per i sensi di colpa ma per ora non ci pensiamo dai, concentriamoci sulle cose belle tipo i sex toys di Taehyung :)
-Federica
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