50. Quiete prima della tempesta
Dopo una settimana di maltempo, il cielo sembrava essersi rasserenato e il clima cominciava a migliorare così come il mio umore: il sole lucente era dominante tra le nuvole soffici e trasparenti mentre le temperature delle mattine cominciavano finalmente ad essere frizzantine, rendendo l'intera giornata calda e piacevole. In realtà eravamo a dicembre ma la Corea del Sud era proprio caratterizzata dagli inverni estremamente freddi ma allo stesso tempo soleggiati, motivo per cui era la mia stagione preferita in assoluto e sarebbe ben presto divenuto anche il mio mese prediletto. A dicembre vi erano le vacanze scolastiche, vi erano le feste natalizie e soprattutto avevo scoperto che Taehyung fosse nato proprio durante quel mese e non potevo nascondere di essere euforico più che mai per quel compleanno che pian piano di avvicinava sempre di più.. Ci stavo pensando ormai da tempo e più passavano i giorni e più non vedevo l'ora che arrivasse quella fatidica mezzanotte.
Ovviamente avevo intenzione di trascorrerlo con lui e avrei tanto voluto organizzare qualcosa di particolare e indimenticabile per lui così passai interi giorni a chiedermi come una persona come lui potesse passare il giorno del suo compleanno: pensai che potesse semplicemente non aver voglia di festeggiare, magari dopo la scomparsa dei suoi genitori aveva perso l'abitudine di celebrare la data della sua nascita allo stesso tempo però sperai che non fosse così, magari era proprio l'esatto opposto. Pensai anche che potesse essere abituato a festeggiare in qualche modo eccentrico dato il suo immenso patrimonio, pertanto mi ritrovai ad immaginarmi in uno yacht privato composto solamente da suite, piscine, una spa per potersi rilassare e ristoranti da cinque stelle che magari erano dotati anche di uno chef che avrebbe potuto farci gustare il cibo italiano oltre a quello coreano, che rimaneva comunque il mio preferito. Sarebbe letteralmente stato un sogno trascorrere con Taehyung una vacanza di quel calibro, soprattutto per me che non avevo mai fatto un viaggio impegnativo e affascinante come quelli che invece partorivo all'interno della mia testolina estrosa.
Io di certo non avrei potuto far molto per lui ma ero comunque impaziente di fargli almeno degli auguri memorabili e soprattutto un regalo che avrebbe potuto apprezzare. Cominciai a fare il conto alla rovescia e mi comprai persino un piccolo calendario per poter contare i giorni rimanenti, ero proprio come un bambino esaltato in attesa della sua festività preferita. Quelli erano stati giorni felici per me, dopo l'incidente avvenuto in palestra e la disgrazia che mi aveva reso protagonista in tutto l'istituto scolastico, ora finalmente sembrava andare tutto per il verso giusto tuttavia quella tranquillità mi diede come una strana sensazione, come se davanti a me dopo quei momenti sereni mi attendeva solo un susseguirsi di giorni terribili.
La verità era che avevo commesso un grande sbaglio a tenermi quel peso e in generale tutti i miei problemi solo per me, credevo che lasciare all'oscuro le persone a me care fosse la scelta giusta in modo che non potessero provare angoscia nei miei confronti o ancora peggio pena per me, eppure adesso che le mie condizioni fisiche si erano ufficializzate ai conoscenti, familiari e soprattutto agli amici sentivo attorno a me una specie di aura di protezione da parte loro.
Era una bella sensazione e tramite quella capii di essermi comportato come un perfetto idiota, tuttavia i miei amici, buoni com'erano, non mi avevano neppure mai fatto pesare quella mia scelta sbagliata anzi sembravano essere tutti molto più comprensivi e quasi i nostro legame era divenuto ancora più forte di prima. Taehyung non mi aveva mai lasciato solo, neppure per un minuto, era diventato letteralmente una cozza nei miei confronti e per una settimana intera sembrava non avere alcun interesse né per il suo lavoro e né per i bisogni primari, quali il sonno e la fame. Faceva tutto in ospedale e persino Jimin, che lavorava lì era stanco di averlo attorno durante tutte le sue ore lavorative mentre io amavo tantissimo averlo al mio fianco, amavo vedere il nostro rapporto ancora più unificato di prima e soprattutto amavo assistere alle litigate dei due migliori amici. Era come stare a teatro o al cinema con la semplice differenza che non vi era alcun biglietto da pagare. Era tutto gratis, così come lo era la terapia che avevo deciso di intraprendere.
Ero molto seguito: i medici dell'ospedale mi avevano prescritto un cambiamento nello stile di vita mentre gli specialisti che aveva assunto Taehyung, avevano adattato per me una terapia farmacologica che inizialmente non avevo accettato ma che con i giorni avevo capito quanto fosse necessaria. Non volevo rischiare la mia vita e soprattutto non volevo ricadere in uno di quei terribili attacchi così semplicemente accettai le mie condizioni e mi lasciai aiutare dalle persone che ne erano più competenti: mi era stato dato una prima pianificazione di farmaci ma mi avevano anche avvisato di quanto difficile fosse trovare l'equilibro e le giuste dosi adatte per un nuovo paziente così semplicemente avremmo dovuto fare diversi tentativi per trovare la terapia più giusta per me.
Nel frattempo avevo anche deciso di continuare con il liceo, mi mancava solo mezzo anno per prendere il diploma e dopo avrei scelto l'università più adatta per le mie ambizioni ma anche per il mio disturbo fisico. Non avrei più potuto conseguire con lo sport o con i campionati, di conseguenza avrei dovuto dire addio per sempre al mio sogno di diventare un atleta professionista tuttavia avevo acquisito la consapevolezza che quell'ebrezza che portavo nel cuore, non mi avrebbe mai abbandonato. Lo sport sarebbe rimasto per me sempre una fonte di energia e anche se non avrei più potuto correre o combattere contro degli avversari di boxe, sicuramente non mi sarei tirato indietro nel provare e nel cercare altri tipo di sport che avrei tranquillamente potuto conseguire. Non mi sarei di certo arreso per così poco, di certo non potevo fingere che non fossi triste o deluso ma quelle sensazioni non mi avrebbero portato a nulla così in qualche modo cercai di reagire.
Quando potei finalmente uscire dall'ospedale la prima cosa che feci fu tornare a casa per lavarmi e mangiare qualcosa di sano, ma soprattutto qualcosa cucinato con le mie mani dal momento che ero esausto di mangiare le porcherie della mensa ospedaliera. Solo dopo qualche ora trascorsa a riposo, avevo deciso di recarmi a scuola dopo avrei voluto farmi due chiacchere con i fratelli Kim. Ero venuto a conoscenza dei risultati del campionato e se qualcuno mi avesse detto le stesse cose prima che potessi cominciare il quinto anno di scuola, sicuramente non gli avrei creduto per nulla al mondo. Era quasi impossibile da credere che un primino avesse vinto quell'ambito campionato scolastico eppure i fatti erano andati in quel modo: un ragazzo alle prime armi aveva trionfato, certamente per le sua abilità ma anche perché io mi ero fatto fuori a causa dei miei problemi mentre i miei compagni di squadra e persino Namjoon e Seokjin si erano tagliati fuori quando avevano scoperto le mie condizioni. Se da un lato avevo apprezzato tantissimo quel loro gesto dall'altro non avevo capito affondo le loro motivazioni, io probabilmente non avrei fatto lo stesso tuttavia ero desideroso di capire il motivo dietro quella loro scelta così una volta percorso il tragitto, gironzolai in giro tra i corridoi per scovare quelle gran teste di cazzo.
"Chi non muore si rivede" sentii una voce da dietro le mie spalle, alla fine loro avevano trovato me.
"Ehi" dissi timido, sventolando una mano che finii per percorrere i miei capelli e infine la mia nuca. "Come state?" gli chiesi forse per la prima volta, nonostante ci conoscessimo ormai da anni.
"Che faccia tosta a chiederlo" prese la parola Namjoon. "È sempre colpa tua se non ci qualifichiamo" disse e feci una smorfia di dispiacere tuttavia quando alzai lo sguardo per incontrare i loro occhi capii che stessero scherzando dal momento che sul loro viso vi era dipinto un sorriso beffardo. Tirai un sospiro di sollievo poiché odiavo sentirmi colpevole per qualcosa e fui alleggerito dal fatto che non provassero alcun tipo di rivalsa nei miei confronti, dal momento che non potevo più competere con loro avrei voluto che fossimo in buoni rapporti, ovviamente non pretendevo che il loro comportamento cambiasse da un momento all'altro ed io per primo non ero neppure certo di voler diventare loro amico, semplicemente mi sarebbe piaciuto mettere da parte tutto quello che era stato e fare la pace.
Prima che potessi dire qualsiasi cosa, Namjoon protese una mano verso di me. "Se vuoi possiamo mettere una pietra sopra tutto il nostro passato e ricominciare in qualche modo" sussurrò e riconobbi nelle sue parole la più totale sincerità e in quel momento colsi anche la loro buona fede, non erano poi così cattivi come li avevo definiti per tutti quegli anni. "Ci dispiace" aggiunse Jin e a quel punto strinsi forte la sua mano, scoppiando a ridere.
"Cavolo siete davvero degli sfigati" esclamai con le lacrime agli occhi. "Non siete riusciti a battermi neppure quest'anno che ero letteralmente fuori uso" li presi in giro poiché dal momento che si erano sempre comportati da stronzi con me, ora era arrivato il mio turno. Risi ancora un po' di loro mentre cercarono invano di giustificarsi e alla fine quel giorno, dopo aver fatto un giro completo per parlare con gli insegnanti dei miei corsi e persino con il preside delle mie condizioni, Taehyung mi venne a prendere sotto scuola.
Era ormai tardi, il cielo di Busan era ormai pitturato da colori pallidi e cupi, segno che il sole cominciava a calare e così Taehyung mi aveva proposto di andare al nostro ristorante, tuttavia io rifiutai e gli dissi di guidare verso casa sua e capite le mie intenzioni non se lo fece ripetere una seconda volta, mise in moto l'auto e cominciò a guidare verso la sua dimora.
"Sono stanchissimo" esclamai una volta dentro la sua stanza, il tragitto era stato veloce e in men che non si dica mi ritrovai sul suo letto.
"Sei stanchissimo per fare qualsiasi cosa?" domandò con un'espressione che mi fece ridacchiare così lo attirai a me per poterlo finalmente sbaciucchiare senza la paura che da un momento all'altro qualcuno potesse vederci o giudicarci. Finalmente eravamo di nuovo da soli.
"Mi sei mancato anche se siamo rimasti sempre insieme" confessai e mi sorrise sincero.
Stare di fronte a lui mi faceva sentire ancora insicuro, leggermente impacciato e persino vergine. Lui era talmente esperto del mondo sessuale da farmi sentire piccolo e insignificante sebbene non avesse mai fatto nulla per farmi provare quel tipo di percezioni, era semplicemente tutto dentro la mia testa ma non mi dispiaceva affatto provare quel tipo di sensazioni. Se in precedenza avevo avuto timore di Taehyung e di tutte le sue allusioni o fantasie sessuali, ora avendo preso coscienza di quel dolore e avendo colto nella sottomissione un piacere particolare e forse anche più allettante della dominanza, la stessa che Taehyung non sembrava più voler abbandonare, avevo interamente superato la mia paura di lui. Inoltre avevo acquisito una nuova consapevolezza che mi metteva ancora più a mio agio: entrambi avremmo potuto tranquillamente fare qualsiasi cosa, eravamo totalmente liberi di esprimerci come meglio credevamo a letto e dal momento che eravamo favorevoli all'inversione dei ruoli potevamo provare sempre cose nuove e soprattutto in maniera che potessimo rimanerne compiaciuti entrambi.
Adesso avevo una voglia matta di sperimentare e realizzare tutte le sue fantasticherie più nascoste.
"Pensi di poter fare questo tipo di sforzo fisico?" chiese già evidentemente eccitato tuttavia capii che avesse posto quella domanda per sicurezza e che fosse riferita al disturbo che mi era stato diagnosticato e di cui Taehyung era venuto da poco a conoscenza. Non mi ero informato affatto sotto quel punto di vista ma io e Taehyung avevamo fatto l'amore diverse volte e in tutte avevo passato dei minuti interminabilmente meravigliosi e magici, nulla che potesse anche solo avvicinarsi ai dolori e alle pene che provavo quando mi colpiva un attacco cardiaco. Le cose non erano affatto collegate.
"Non lo so" risposi sincero. "Ma sono pronto a rischiare la vita" continuai con lo stesso suo tono di voce.
"Mh ancora più eccitante" mugolò e in un secondo si avvicinò a me, come se non aspettasse altro. Le sue labbra si posarono delicatamente sulle mie e senza alcun indugio, la danza tra le nostre lingue audaci e timide allo stesso tempo, ci fece tremare la terra sotto i piedi. Poggiai una mano sulla sua guancia e quel bacio divenne ancora più profondo e sensuale, era bastato davvero poco per accendere il fuoco all'interno dei nostri corpi e se da un lato quel bacio sembrò non finire mai dall'altro era finito anche troppo presto. Le labbra di Taehyung erano già meravigliosamente umide e arrossate e poggiò la fronte sulla mia per riprendere fiato ma al contempo ne approfittò prima per sfilarmi la maglia e secondo poi per portare le mani sui miei fianchi.
Armeggiò con i miei jeans, sbottonandomeli subito come se non riuscisse a pazientare oltre e quando rimasi solo ed esclusivamente con i boxer, vidi Taehyung fermarsi e osservarmi come se avesse appena subito un ipnosi. Ammirò la vista sotto di lui e quasi mi sentii in imbarazzo per quell'attenzione fin troppo profonda, sapevo che non stesse giudicando in nessun modo in mio corpo perché al contrario sapevo quanto gli piacesse e questo mi faceva sentire sempre molto sicuro di me. Sapevo di piacergli così semplicemente lo guardai negli occhi aspettando che i suoi incontrassero i miei e quando quel contatto visivo avvenne, lui scoccò la lingua in maniera rumorosa e roteò gli occhi come irritato dalla situazione.
"Non guardarmi in quel modo Jungkook" intimò e le sue mani fredde scivolarono lungo tutto il mio corpo, cercando di non dimenticare nessuna parte. Quei tocchi mi riempirono la pelle di mille brividi e il mio desiderio di lui aumentò a dismisura, erano così intensi da pensare che sarei potuto venire con ancora indosso i boxer, era estremamente imbarazzante quel mio pensiero ma era la pura verità ed ero sicuro che anche Taehyung percepisse lo stesso di me poichè sapeva benissimo l'effetto che mi procurava e giocava su quelle mie bellissime debolezze.
"Ma non ti sto guardando in nessun modo" mi giustificai e proprio in quel momento mi accorsi che in realtà il mio volto aveva preso la solita espressione che veniva fuori solo con lui. Il mio sguardo si fece cupo e desideroso ma allo stesso tempo dolce, non lo seppi spiegare poiché infondo quel tipo di espressività poteva conoscerla solamente Taehyung che a quanto pare avevo colto quel mio modo di comunicare con lui, ancora prima che lo capissi io. Sorrisi sotto i baffi e mi alzai sui gomiti cosicché potessi avvicinarmi maggiormente a lui. "Sarà solo una tua impressione" bisbigliai.
"Mi stai provocando" recepì docile.
"Cosa te lo fa pensare?" chiesi io infilando la mano all'interno dei suoi pantaloni, percependo così la sua straordinaria erezione. Alzai un sopracciglio e non staccai mai quel nostro eccitante contatto visivo, neppure quando con le dita accarezzai il suo membro o quando assistei alla celestiale visione di Taehyung che ispirò di scatto a quell'approccio, facendo così scoppiare dentro di me un piacere incontrollabile. "Sei sempre così fottutamente bello" mi lasciai sfuggire poiché era davvero ciò che pensavo in quella situazione calorosa. Non era un'esagerazione affermare che Taehyung fosse l'uomo più bello e attraente che avessi mai visto in tutta la mia vita, ogni cosa di lui era estremamente appagante e quella concezione che avevo nei suoi confronti non diminuiva nel corso del tempo anzi, più passavano i giorni e più mi rendevo conto che la sua bellezza non sarebbe mai stata abbastanza per me e ne sarei rimasto per sempre colpito.
"Non riuscirai a distrarmi con una sola mano e due dolci paroline" esclamò ritraendosi. "Sono io a controllare questa scopata è chiaro?" si impose con una voce roca a cui non riuscii a controbattere e senza che neppure me ne rendessi conto, le sue mani afferrarono le mie cosce con una forza che mi fece balzare il cuore in gola. Mi spinse verso il basso e fremetti sotto di lui, il suo atteggiamento faceva nasceva in me il desiderio di essere controllato ed era proprio quello a cui Taehyung aspirava, voleva che mi sottomettessi completamente a lui e che cedessi ad ogni suo volere, sebbene agli inizi una visione di quel tipo mi avrebbe messo paura e mi avrebbe persino portato ad avere gli incubi la notte ora che l'avevo sopra di me e soprattutto dopo che avevo già sperimentato il dolore ma anche il piacere che provava quella posizione, mi rendevo conto di quanto invece fosse appagante e coinvolgente, seppure non fosse tanto ambita dal biondino. Quel suo stile prioritario di vita lo rendeva terribilmente autoritario, secondo la sua testa lui doveva essere l'unico a dettare le regole, che fosse a lavoro o che fosse a letto questo poco gli importava poiché a seguito di un'inclinazione ordinaria, era per lui naturale o addirittura giusto comportarsi in quel modo. Non pensavo che fosse un difetto tuttavia credevo che fosse fondamentale un sano equilibrio ed era proprio quello che tentavo di insegnargli, nella sua generale quotidianità ma anche durante il sesso: non avevo alcuna intenzione di fare il passivo per il resto dei miei giorni e sapevo che presto avrei avuto di nuovo la padronanza che tuttavia quella sera lasciai nelle mani di Taehyung.
Di scatto mi afferrò i polsi e glielo lasciai fare tranquillamente, dal momento che non era affatto la prima volta al contrario era forse la parte che più aveva toccato da quando mi aveva conosciuto. Persino il primo giorno in metropolitana non si era fatto scrupoli a circondare il mio polso in modo tale che mi obbligasse a seguire i suoi passi e a correre veloce tanto quanto lui, durante quel bizzarro inseguimento che aveva causato e nella quale mi aveva persino coinvolto. A letto però era forse la prima volta che succedeva ma a differenza della volta precedente adesso mi fidavo completamente di lui e l'ansia aveva decisamente abbandonato il mio corpo per fare spazio agli impulsi e alla frenesia.
Quando premette i miei polsi contro il morbido materasso, proprio ai lati della mia testa, rilasciò un ringhio inebriante che abbinato al suo sguardo dominante mi fece decisamente andare oltre la fervida esaltazione.
"Facciamo un gioco" mi mormorò all'orecchio prima di mordermi delicatamente il lobo ed ebbi come l'impressione che non fosse affatto una domanda. "Che ne dici di rimanere fermo e zitto per tutto il tempo?" la sua voce si fece più roca e possente di prima. "Ti ordino di rimanere in silenzio signorino Jeon" continuò con un espressione seria in viso ma con un tono di voce ironico così emisi un piccolo sbuffo, come un lamento che sarebbe potuto sembrare una protesta alle sue parole ma in realtà era esclusivamente dovuto alla travolgente e quasi spaventosa intensità del suo sguardo dominante che probabilmente stava cercando di sopprimere da troppo tempo. Sebbene quel lieve timore non riuscii subito ad eseguire i suoi comandi così mi ritrovai ad aprire la bocca.
"Altrimenti?" domandai quasi spocchioso.
"Speravo tanto me lo chiedessi" rispose e in men che non si dica sul suo viso si dipinse un ghigno del tutto divertito.
D'un tratto mi lasciò i polsi e si alzò di poco, si toccò bottone per bottone, spogliandosi così di quella camicia e in seguito si levò anche i pantaloni, facendomi provare un caldo mai provato prima, ignaro però di quello che avrei sentito qualche secondo dopo. Si sedette sopra di me e la mia prima reazione fu quella di trattenere il respiro, cercando invano di nascondere la mia agitazione per quello che stava per fare: senza alcun ritegno cominciò a strusciarsi su di me provocandomi scosse di piacere per tutto il corpo. Il suo membro entrò in contatto con il mio e la sua punta premette contro l'indumento che ancora io indossavo ma quel diretto accostamento mi procurò un brivido delizioso che mi mandò in tilt il cervello.
Era questo il suo gioco: farmi diventare pazzo in modo lento e doloroso.
"Più parli e più ti farò penare" confermò la mia ipotesi e non mi restò che annuire, senza fiato e bisognoso che mi toccasse o che facesse qualsiasi tipo di mossa, tuttavia quando mosse il bacino sul tessuto dei miei boxer, causando un inebriante sfregamento, non riuscii a resistere. Emisi un profondo gemito che somigliò quasi ad un lieve urletto e percepii in un lui un cambio radicale di espressione, non che per me fosse strano o inusuale quel suo atteggiamento, al contrario ormai mi ero abituato al suo bizzarro comportamento che in realtà non era altro che dovuto al suo leggero disturbo di personalità che in generale giorno dopo giorno stava imparando sempre più a controllare. Quei cambi di umore tuttavia non erano sempre dovuti alla sua malattia bensì erano ormai divenuti una parte della sua essenza e a me non preoccupavano nemmeno più. Capii che probabilmente quello che stava facendo fosse solamente un assaggio e così lo lasciai fare, fu l'unica cosa che potei fare dal momento che mi trovavo in una bolla di stordimento totale.
"Quando ho detto che devi stare zitto, intendevo anche di non rilasciare questi splendidi gemiti" mormorò al mio orecchio e mi morsi il labbro perché quel gioco diventava sempre più eccitante. "Credi di potercela fare?" continuò, provocandomi.
"Si" ringhiai a denti stretti.
Con un gesto rapido portò una mano attorno al mio collo e in quell'istante il mio respiro venne mozzato per quella sua mossa inaspettata ma prima che potessi realmente immaginare le sue intenzioni, mi ritrovai semplicemente a pensare a quanto quel gesto in un momento talmente intimo potesse risultare così sexy. La sua mano era calda e grande tanto da poter circondare il mio collo e quando si abbassò per avvicinarsi a me, strinse la presa e non potei far altro che boccheggiare dinnanzi a lui.
"Hai parlato ancora" sembrava divertirsi parecchio ma in contrasto al suo sorriso beffardo, potei cogliere in lui uno sguardo colmo di quella bellissima tensione. I suoi occhi bruciavano i miei e le sue mani inchiodavano il mio corpo al materasso sotto di lui. "Sai che riesco a sentire i battiti del tuo cuore tramite questo contatto" sussurrò mordendosi il labbro inferiore e mi fece sentire così esposto a lui, che dovetti chiudere gli occhi a causa della mia timidezza. "Adesso sta cominciando a battere sempre più forte" continuò ad informarmi come se io non lo sapessi già, era il mio corpo e sapevo benissimo le emozioni che riusciva a trasmettermi e di conseguenza conoscevo bene anche le mie banali reazioni alle sue provocazioni, allora perché quelle oggettività dette da lui mi mettevano così a disagio? Come se non gli bastasse, dal momento che non poteva più avere un contatto visivo con me, cominciò a bisbigliare qualcosa e leccarmi il collo fino ad arrivare alla clavicola, cercando di stuzzicarmi tramite un altro senso e se avessi potuto controllare anche quello, probabilmente avrei fatto in modo di non riuscire pià neanche ad ascoltarlo.
Ci fu un minuto di silenzio, i miei muscoli si tesero e divenni completamente rigido sotto di lui, mi aveva messo in un terribile imbarazzo e la cosa più brutta era che a lui sembrava piacere anche quello.
Mi sentii improvvisamente come un suo prigioniero, ero in trappola tra quel morbido letto e le sue mani che se da sempre mi erano sembrate aggraziate e quasi simili a quelle di una dolce donna adesso che erano sul mio collo mi apparivano imponenti e virili. Ero bloccato dal tuo tocco ma ero bloccato anche dal suo sguardo ipnotizzante, perché anche se mi ostinavo a non volerlo guardare, dentro di me, sapevo che mi stesse fissando tuttavia non ero in grado di controllare se avessi ragione. Una leggera ansia stava per pervadere il mio corpo, sebbene non volessi rovinare quel momento che sapevo sarebbe diventato magico proprio come tutte le altre nostre precedenti volte, non riuscii a tenere a bada le mie emozioni, mostrandomi così in tutta la mia inesperienza.
Dal momento che mi stavo comportando come lui avrebbe voluto Taehyung tolse la mano dal mio collo per poggiarle delicatamente sul mio petto in modo da facilitare le sue movenze con il bacino, continuò a muoversi su di me in un frenetico movimento che mi parve perfetto e nel frattempo si chinò verso il mio viso, dove sfiorò la mia bocca in un leggero bacio, prima di scendere le sue labbra sulla mia mascella e fui quasi sicuro che mi baciò di proposito il piccolo neo che avevo dipinto proprio al di sotto del mio labbro inferiore.
"Sei mio stanotte" mormorò mordendomi la spalla e avrei tanto voluto dirgli di essermi sentito suo sin dal primo giorno e probabilmente sarei stato suo per sempre tuttavia non potei confessargli quella mia riflessione. In quell'istante dopo le sue parole, mi ritrovai a pensare che i nostri corpi avrebbero in qualche modo potuto allontanarsi ma i nostri cuori no, i nostri cuori e le nostre anime non si sarebbero mai abbandonate del tutto: avevamo vissuto troppo appieno quei mesi insieme, tanto da considerarci le persone più importanti della nostra vita, eravamo la felicità l'un dell'altro e se il nostro futuro fosse dipeso interamente da me e dalle mie scelte sicuramente non avrei mai deciso di rinunciare ad una tale felicità.
Mi morsi il labbro cercando di non rispondere alle sue provocazioni, poiché sapevo che lo facesse di proposito per farmi cadere nella sua trappola, voleva che parlassi, che replicassi alle sue battute o che rilasciassi dei suoni di piacere ma volevo avere quella vittoria, dunque dovevo resistere.
Un secondo dopo però Taehyung cambiò posizione e mi tolse finalmente anche i boxer, mi allargò le gambe e si intrufolò subito tra di esse. Mi baciò l'interno coscia e dovetti stringere le lenzuola sotto di me pur di non gemere, mi imposi di chiudere la bocca perché volevo che continuasse tuttavia il mio respiro irregolare confermava appieno la mia brama smaniosa di lui. Mentre i suoi baci continuarono a scendere e salire lungo le mie gambe, il suo indice si spinse all'interno del mio ano e come ogni inizio mi diede un leggero fastidio tuttavia in men che non si dica aggiunse anche un secondo dito ed io non potei far altro che contenermi, cercando così di non dimenarmi sebbene diventasse sempre più complicato, quasi impossibile.
Le dita di Taehyung si spinsero dentro la mia stretta apertura e si mosse al suo interno alla ricerca della prostata, il punto più magico che Dio avesse potuto mai creare. Ci vollero solo qualche secondo prima che lo trovasse e dovetti portarmi una mano alla bocca per cercare di non sprigionare le urla che percepivo rimbombare solo ed esclusivamente dentro la mia testa dal momento che Taehyung mi aveva vietato di manifestarle. Eppure era così ovvio che stessi provando una pura beatitudine, una sensazione del tutto bollente ed erotica ed era persino evidente ai suoi occhi malgrado non glielo stessi dicendo.
"Stai fremendo" mi fece notare ghignando. "Quanto mi desideri?" domandò sapendo che non avrebbe ricevuto alcuna risposta da parte mia o forse la sua intenzione era proprio quella di farmi cedere di nuovo. Era sempre stato un po' stronzo sotto quel punto di vista ma mai l'avevo visto come in quel momento, era come avvolto da un calore animalesco che mi metteva dei brividi positivi su tutto il corpo ma l'orgoglio mi fece ammutolire. Non volevo rispondergli.
"Hai paura di aprire bocca?" mi stuzzicò. "Che c'è? Non vuoi essere punito?" le sue provocazioni erano indubbiamente dettate dal fatto che volesse farmi perdere quella specie di sfida o forse per il semplice fatto che aveva una voglia matta di farmi qualcosa, così a dispetto di quell'idea mi rilassai, cercando per una volta di non pensare alla competizione o alla vittoria e mi concentrai di più sul piacere che Taehyung era in grado di donarmi anche tramite quel gioco vizioso.
"Ti desidero tanto" sussurrai frugando nel tentativo di trovare il contatto con lui e allo stesso tempo cercai di compiacerlo, non sapevo cosa volesse sentirsi dire così semplicemente fui il più sincero possibile. "Ho bisogno di sentirti dentro di me" ansimai un po' nervoso e un po' in imbarazzo.
Le sue dita uscirono da me e sentii la sua erezione fremere contro la mia pelle, Taehyung fece un sorrisetto compiaciuto e la mia sincerità venne premiata con uno schiaffo sullo coscia. Subito mi misi sull'attenti e quando gli rivolsi uno sguardò, lui alzò un sopracciglio come per dire "Allora se ti è piaciuto puoi averne ancora e sai anche come" a quel punto sorrisi anch'io ma dentro di me lo mandai a quel paese. Non riuscivo a comprendere se quello fosse il paradiso oppure l'inferno, quasi sicuramente però non poteva essere la realtà dal momento che era tutto troppo bello.
"Ti prego" parlai a quelle sue continue provocazioni e così mi colpì ancora la coscia, proprio sullo stesso punto di prima però questa volta molto più forte. Quel ritaglio di pelle divenne subito più rossa e quasi cominciò a bruciarmi ma stranamente quel pizzicore aveva esteso a di smisura il mio godimento e così provai ad averne ancora di più. "Fammi tuo Taehyung" lo supplicai ma prima che potessi realizzare le mie stesse parole, Taehyung mi penetrò ancora con le dita mentre con l'altra mano fece scoccare un nuovo schiaffo sulla coscia.
"Ah" emisi a bassa voce, incapace di rimanere impassibile a quel nuovo dolore misto al piacere w nel frattempo Taehyung oltre che a eccitarsi sempre di più, sembrò divertirsi come mai prima di allora. E la sola idea che fosse ancora molto controllato con me durante il sesso mi spaventò poiché non riuscii neppure ad immaginare le sue reali perversioni, dovevano sicuramente essere infinite e questo mi dara la certezza che non mi sarei mai annoiato né tantomeno stancato di lui a letto.
Dopo solo qualche altro minuto Taehyung allungò la mano verso un cassetto vicino, dove prese un preservativo che portò alla bocca, aprendo così la confezione con i denti. Dopo averlo indossato tornò su di me e prima che potessi creare qualsiasi tipo di pensiero, il membro di Taehyung ormai protetto, affondò dentro di me con una forza inaspettata che mi fece sentire male dappertutto. La parte perversa che popolava il mio cervello tuttavia non fu affatto dispiaciuto di provare quel dolore, al contrario il mio corpo cominciò presto a fremere e il piacere raggiunse subito un nuovo livello, che non avevo mai provato prima di quel momento tanto rude. Avrei tanto voluto dire qualcosa, avrei sfogato quel fervore attraverso qualche asserzione o quasi sicuramente tramite parolacce tuttavia mi ricordai di dover rimanere in silenzio.
Quando però Taehyung spinse più a fondo, scivolando interamente dentro di me mi lasciai sfuggire un gemito e a quel mio errore lui sembrò appagato, come avevo previsto non vedeva l'ora che cedessi ancora. La sua mano oltrepassò la mia nuca e salì di qualche centimetro dove si scontrò con i miei lunghi capelli che senza neppure pensarci su, avvolse in un pugno e di seguito li tirò leggermente come per punirmi per quella mia svista tuttavia neppure quel suo gesto riuscii a calmare le mie emozioni e i miei impulsi. Quando infatti Taehyung cominciò a martellare con insistenza mi lasciai andare completamente, fregandomene così dei suoi stupidi giochetti. Arrivati a quel punto mi era impossibile rimanere in silenzio e giurai di fargliela pagare in qualche modo, in qualsiasi modo.
Taehyung aumentò sia la velocità delle sue spinte e sia la forza della sua presa tra i miei capelli, mi concentrai su entrambi quei movimenti: chiusi gli occhi e immaginai di osservare le sue dita lunghe e delicate attorno ai miei ciuffi scuri e ormai bagnati dallo svigorito sudore che produceva la mia pelle e allo stesso tempo il suo membro che toccava ogni punto del mio interno, riempiendo ogni singolo centimetro facendo crescere un bruciore conturbante e un dolore che mi provocò un urlo che non avrei dovuto fare.
"Credevo fossi un ragazzo competitivo,,," mi sfidò dal momento che non ero riuscito nel suo intento.
"Vai a fanculo tu e le tue perversioni di merda" ringhiai nervoso, forse ignorava la difficoltà di rimanere in silenzio dinnanzi a quelle piacevole torture. Mantenere il controllo era letteralmente impossibile e malgrado strinsi forte gli occhi decisi di arrendermi e dare voce alle mie emozioni. Mossi per la prima volta un braccio verso di lui e lo portai tra i suoi capelli, giusto il tempo di accarezzare la loro morbidezza e di seguito scesi per accarezzargli le ampie spalle e la schiena definita da quei pochi muscoli che mi diedero un lieve esaltazione, facendomi così finalmente sentire partecipe di quell'atto.
"Allora fermiamoci qui" disse fermandosi sul serio.
"Che cazzo fai?" esclamai di risposta, lanciandogli un'occhiata furente e allo stesso tempo con le mani cercai di bloccare il suo corpo già in procinto di allontanarsi da me.
"Non ho alcuna intenzione di soddisfarti se non stai alle mie regole" alzò un sopracciglio ed io assottigliai lo sguardo infastidito per quel suo comportamento infantile. "A te la scelta amore mio" mi provocò ancora e dovetti mordermi l'interno della mia guancia per evitare di prenderlo a parolacce o peggio ancora a sberle. Credevo di odiare quell'atteggiamento di superiorità ma allora perché sentivo di essere ancora più eccitato di prima? Perché il cuore non aveva smesso di martellare neppure per un secondo?
Mi sentii quasi obbligato e se la situazione fosse stata in qualche modo differente, probabilmente avrei persino accettato quella condizione tuttavia non avrei mai voluto che quel momento finisse e soprattutto che terminasse in un maniera incompiuta. Quel magico godimento mi aveva letteralmente fatto perdere la ragione, motivo per cui non volevo che smettesse e dunque non rimaneva altro che attenermi alle sue richieste.
"Shh" mi sussurrò all'orecchio ricominciando a muoversi fuori e dentro di me. "Così... fai il bravo" continuò a parlare e in breve Taehyung riuscii a stabilire ancora il ritmo giusto per soddisfare se stesso e allo stesso tempo, malgrado la sua stronzaggine, sapevo che continuava ad avere un dolce accortezza dei miei confronti dato il mio candore e di conseguenza con le sue spinte cercava di non provocare molto dolore in me, cosicché potessi tranquillamente assecondarlo.
Il mio pertugio si contraeva ad ogni sua mossa, per un momento arrivai a credere di morire per i troppi stimoli a cui mi sottopose e per ogni qual volta che il suo membro toccava violentemente tutti i miei punti deboli, avrei tanto voluto urlare ma ad ogni sua spinta inghiottivo il mio piacere pur di non sprigionare le mie possibili grida acute nell'aria. Nonostante quel mio limite però continuai ad accompagnare i suoi movimenti, cercando così di accoglierlo più affondo.
Le sue mani finirono per aggrapparsi ai mie fianchi e senza interrompere il contatto dei nostri sguardi incatenati, sprofondò dentro di me riempiendomi totalmente e facendomi inarcare la schiena pur di incontrare maggiormente il suo bacino. Quando le spinte si fecero nuovamente più veloci, percepii un senso di pienezza mai avuto e mi resi conto di quanto il suo sesso si adattasse in maniera perfetta all'interno del mio spazio e a quella consapevolezza il mio respiro si accorciò notevolmente.
"Ecco il mio ragazzo" esclamò dopo un po' per gioco tuttavia io nell'udire quelle parole percepii un milione di sensazioni che mi riempirono il cuore e che ampliarono maggiormente il mio desiderio di lui sia a livello fisico che a livello mentale. "Jungkook" continuò a parlare ansimando pesantemente e dopo un'altra spinta sentii le pulsazioni del suo imminente orgasmo mischiarsi al mio. I suoi gemiti e il cuore che pulsava all'interno della mia gabbia toracica erano tutti i suoni che riuscivo a sentire mentre nella mia testa cercavo di ricordare le condizioni e il freno che mi era stato imposto, dovevo resistere ancora qualche minuto pur di arrivare all'estasi con lui.
La mano di Taehyung mi solleticò il mento fino ad obbligarmi ad alzare lo sguardo verso i suoi occhi, scuotendomi così l'anima, proprio come faceva un terremoto. In quel momento mi resi conto di quanto non avessi bisogno di nient'altro al mondo: finché lui sarebbe rimasto al mio fianco sarei stato l'uomo più felice del mondo. Non avevo mai avuto un legame speciale come quello, non era paragonabile a niente e nessuno neanche all'amore incondizionato che si diceva di provare per la propria famiglia, no io non l'avevo manco conosciuto l'amore con loro. Non sapevo neppure cosa fosse prima di Taehyung, era come se me l'avesse insegnato lui ma sapevo che se glielo avessi chiesto, mi avrebbe sicuramente risposto di averlo imparato da me dunque probabilmente avevamo sperimentato insieme per la prima volta e avevamo dato origine al vero amore, lo stesso a cui prima non credevamo. Eravamo semplicemente rimasti intrappolati dal nostro trascorso: ogni bacio, ogni abbraccio, ogni parola e ogni lacrima versata l'un per l'altro aveva forgiato un sentimento di cui eravamo rimasti all'oscuro per tutti quegli anni ma di cui adesso ci nutrivamo e dalla mia parte non vi era alcun intenzione di rinunciare.
Un dolce bacio da parte di Taehyung mi risvegliò da quello stato di trance e approfittai delle sue labbra sulle mie per riversare in lui l'intensità delle mie emozioni.
La sua voce richiamò ancora il mio nome, questa volta però mi sembrò provenire da un'altra dimensione, segno che stavo per arrivare all'apice di quello splendido atto. In realtà nessuno dei due avrebbe voluto che quel momento finisse eppure insieme raggiungemmo l'orgasmo, fondendo in una totale e completa soddisfazione che ci aveva tolto il fiato dai polmoni. Affondai le unghie nei muscoli tesi delle sue spalle e mi lasciai sfuggire un grido per l'intensità di quel momento, reclinai il capo all'indietro e lasciai che l'estasi si impossessasse del mio corpo.
"Cazzo" esclamai finalmente quando tutto fu finito e lui aspettò che i miei tremori cessassero per rotolare sul materasso accanto a me. "Ti odio, sei stato uno stronzo" dissi immediatamente poiché avevo la necessità di togliermi subito quel sassolino dalla scarpa, non rivelandogli però la mia volontà di vendetta. Quello sarebbe rimasto un segreto fino a che non se ne sarebbe accorto da solo.
"Il tuo sperma sulle mie lenzuola dice altro" continuò con quel suo atteggiamento insopportabile che per qualche strano e perverso motivo mi elettrizzava in una maniera assurda.
"Oggi sei veramente insopportabile" dissi facendolo ridacchiare. "E sai che ti dico?" aggiunsi cominciando già a rivestirmi. "Adesso sto morendo di fame, voglio andare al ristorante" continuai accarezzandomi lo stomaco, assomigliando così ad un bambino viziando tuttavia Taehyung continuò a sorridere come un'ebete.
Per un'attimo sembrò che volesse dirmi qualcosa, qualcosa di bello ma poi si alzò di scatto e mi avvolse in un abbraccio. "Posso portarti dove vuoi" disse semplicemente e senza neppure lavarci né tantomeno cambiare i nostri indumenti corremmo fuori per andarci a godere la nostra prima cenetta insieme.
Spazio Autrice
Se prima era una domenica noiosa ora non lo è più ( ͡° ͜ʖ ͡°) cosa ne pensate? fatemi sapere se preferite questo tipo di smut oppure quelle dolci e romantiche, sarò contenta di soddisfare le vostre richieste.
Se vi state ponendo delle domande su Mingyu e sul fatto che ho in qualche modo lasciato il capitolo precedente incompleto, state tranquilli che nel prossimo aggiornamento sarò felice di riprendere quell'argomento e ingarbugliare le cose tra i due fidanzati fin troppo innamorati. (Non so perché ma volevo che il 50esimo capitolo fosse una specie di speciale per voi che sostenete sempre la storia, vi ringrazio tantissimo davvero)
Parlando di altro... vi informo che mi sto fissando con gli NCT quindi se c'è qualche anima pia che li segue e che vuole aiutarmi a conoscerli vi amerò per sempre e sono tipo disposta a scrivere un capitolo solo ed esclusivamente per voi (dai su ve lo mando nei dm ahah)
Giusto per curiosità voi seguite altri gruppi oltre i bangtan??
-Federica
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