47. Decisione definitiva
Il silenzio di quella mattina non fu solo una semplice assenza di rumori ma fu anche e soprattutto una pace che nasceva da dentro il mio petto: continuai a tenere gli occhi chiusi come se dentro di me volessi continuare a dormire ma la verità era che il mio cervello fosse già fin troppo sveglio. Cercai di godermi la pace e la quiete che la stanza di Taehyung mi trasmetteva al contrario della mia casa che era sempre in totale subbuglio, disordinata e lo era persino l'esterno a causa dei vicini, che rendevano la zona rumorosa ed estremamente irritante.
Potevo sentire il battito del mio cuore, ogni nostro singolo respiro ed ebbi persino l'impressione di poter sentire i nostri desideri celati e i nostri sogni inconfessati: li sentivo ma non riuscivo a comprenderli. Ad un certo punto mi parve quasi di udire gli uccellini cinguettare in lontananza ma non capii se fosse possibile dato il piano troppo alto di quel palazzo e l'assenza di alberi attorno. Aprii gli occhi finalmente e in quel momento, ancora più di prima, tutto mi sembrò una visione forse perché quella circostanza si avvicinava più alle mie speranze e alle mie fantasie che alla realtà eppure ero in grado di toccare le lenzuola candide e riuscii anche a scorgere e ad ammirare i raggi del sole che non giungevano ancora dalla finestra. Mi voltai verso il comodino per afferrare il mio telefono ed ignorai appositamente tutte le notifiche, come d'altronde facevo già da qualche giorno, per controllare solamente l'orario: erano le sei del mattino.
Mi stirai i muscoli e solo dopo aver accurato che quello in cui mi trovavo fosse davvero il mondo reale, trovai il coraggio di girarmi verso Taehyung.
Bello e con una grazia inaudita persino nel mondo dei sogni, i suoi lineamenti erano talmente curati che sembravano essere scolpiti da un'artista non più in vigore o ancora meglio da una divinità: mi soffermai sulla sua mascella perfetta per poi salire con lo sguardo verso le sue labbra schiuse e leggermente screpolate, mi persi ad ammirare quei nei che costellavano il suo viso nitido e da cui ero dannatamente affascinato giacché davano l'impressione di essere stati collocati o disegnati per una valida ragione. Poi guardai i suoi capelli scompigliati e infine le sue palpebre chiuse e le sue ciglia lunghe, accorgendomi di quanto fosse semplice posare i miei occhi su di lui mentre riposava, non ero nervoso ed era letteralmente più semplice riuscire a controllare le mie emozioni poiché davanti a me non avevo nessuno a scrutarmi.
Lo guardai dormire per un po', sembrava così puro e innocuo da risultare quasi un bambino, mi ritrovai a tracciare il suo profilo con la mano senza però toccarlo e quasi mi commossi nel fare quel semplice pensiero. La vita era stata così cruda e ingiusta con lui che se fosse esistito davvero un "lui" gli avrebbe dovuto delle scuse per tutto ciò che gli aveva fatto passare, specialmente durante il periodo dell'infanzia, avrei voluto essere a conoscenza di più episodi, avrei voluto sapere cosa provava lui, cosa pensava e soprattutto il legame che con il tempo aveva instaurato con Jimin. Ero curioso di sapere come si fosse rafforzata la loro splendida e invidiabile amicizia ed ero sicuro che con il passare dei mesi o probabilmente addirittura dei giorni avrei trovato il coraggio di porgli delle domande, per il momento mi sarei semplicemente accontentato dei suoi momenti di volubilità in cui sentiva spontaneamente la necessità di confidarsi con me. Era un gesto che mi riempiva il cuore, avrei voluto proteggerlo da tutto il male che gli avevano causato e persino dal male che lui stesso si procurava ancora, non volevo cambiarlo, volevo solamente colmare tutti i suoi vuoti e magari anche rendere migliore le sue giornate, proprio come lui aveva fatto con me.
Se qualcuno, che fosse stato un nostro amico o anche un estraneo, fosse entrato in quella stanza in quel momento si sarebbe sicuramente reso conto di quanto amore regnava attorno a quelle mura e a quanto i miei occhi fossero pieni di sentimenti e trasporto incondizionato. Era talmente evidente da farmi venire il batticuore per la felicità.
Senza fare troppo rumore e soprattutto senza fare troppi movimenti bruschi mi avvicinai a lui e gli accarezzai un labbro, dopo di che mi sporsi maggiormente verso il suo volto ritrovandomi così ad un centimetro di distanza. Le nostre bocche si sfiorarono solamente e in quel breve lasso di tempo riuscii a percepire sulla mia pelle il suo respiro caldo e basso, che emanava una completa serenità.
"Stai cercando di molestarmi?" sussurrò con gli occhi ancora chiusi e con la voce impastata dal sonno, come se stesse continuando a dormire. Allungai una mano e gli accarezzai delicatamente il viso, con una nocchia gli percorsi la guancia e ne approfittai di quell'istante di sua placidità per potergli sorridere senza sembrare uno stupido innamorato.
Fece dei versi strani, quasi appositamente osceni e dopo di che si voltò a pancia in su per potersi stiracchiare i muscoli e solo dopo aver sbadigliato aprì gli occhi.
"Buongiorno" sussurrò con un sorriso quadrato. "Fai colazione la mattina?" fu la prima cosa che mi chiese come se avesse intenzione di cucinarmi qualcosa di impegnativo o che volesse darsi da fare per stupirmi, alla fine però rimanemmo per circa un'altra mezz'ora a letto, non parlammo molto ma rimanemmo per la prima volta l'uno tra le braccia dell'altro e non avrei potuto chiedere di meglio. Solo quando la vescica di Taehyung sentii la necessità di essere svuotata trovammo la forza di alzarci e a quel punto ci dirigemmo anche in cucina dove mi sedetti svogliato attorno al grande tavolo bianco mentre Taehyung si avvinò al bancone e accese la macchinetta del caffè. Io non gli chiesi nulla tuttavia lo vidi spostarsi dal bancone al frigo, da cui prese una bottiglia di latte e dal momento che lui lo odiava, capii che lo stesse facendo per me e sorrisi imbarazzato per quella sua azione.
"Non c'è bisogno di scaldarlo" gli dissi prima che potesse prendere il tegamino o accendere il fuoco, così semplicemente me lo versò in una tazza e poi me la diede tra le mani, facendo un leggero inchino come se fossi un cliente e lui un qualsiasi cameriere.
Sorrisi ma non dissi nulla, il mio cuore era fin troppo colmo per poter fare ogni cosa così rimasi immobile ad osservarlo mentre sorseggiai la tazza di latte che mi aveva dolcemente preparato malgrado sapessi quanto ripudiasse quel alimento. Inizialmente era girato di spalle e ne approfittai, come ai vecchi tempi all'interno dello spogliatoio, per poterlo guardare senza sentirmi a disagio. Mi sarebbe servita almeno mezza giornata per poter contemplare tutti quegli elementi distintivi che lo caratterizzavano e che lo rendevano letteralmente il ragazzo più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita. Mi sentii particolarmente fortunato ad averlo trovato ma soprattutto mi sentii fortunato ad essere ricambiato da una persona come lui, era inverosimile per me pensare che lui provasse ciò che provavo io nei suoi confronti, motivo per cui mi chiedevo spesso cosa avessi fatto per meritare Taehyung nella mia banale quotidianità. Quando anche la sua colazione fu pronta, che consisteva appunto nella solita tazza di caffè, si voltò verso la mia direzione e si rese conto che lo stessi scrutando, tuttavia non riuscii a togliergli lo sguardo di dosso.
"Che succede?" chiese sorridendo e potei cogliere nel tono della sua voce un pizzico di imbarazzo e di risposta alzai semplicemente le spalle.
Era così bello ed era tutto mio.
Rimasi a guardarlo in silenzio e solo dopo qualche secondo si poggiò sul bancone della cucina, assecondando probabilmente il mio gioco. I suoi occhi si fecero maliziosi, riuscivo ormai a riconoscerli mentre i miei percorrevano avidamente ogni centimetro del suo corpo: era a petto nudo ma prima di scendere in cucina aveva indossato un pantalone lungo del pigiama, tuttavia ero sicuro che non portava i boxer lì sotto, a differenza mia che indossavo unicamente quelli.
Taehyung che ci sapeva fare molto più di me, bevve il suo caffè in un sorso e dopo di che si leccò lentamente le labbra, molto lentamente. Era senza dubbio una provocazione, anche infame avrei detto così cercai semplicemente di non farmi sfuggire. Mi alzai di scatto come se qualcuno dall'altra stanza mi avesse richiamato e avesse bisogno del mio aiuto, in realtà l'unico ad avere bisogno ero io: il bisogno di sentire Taehyung e di riavvolgermi in quel calore che ricopriva il mio corpo ogni qual volta che sfioravo la sua pelle dorata.
Quando la distanza tra noi si ridusse Taehyung si sporse verso di me come per baciarmi ma quando chiusi gli occhi, pronto per avere uno dei suoi baci, si tirò indietro e reclinò il capo all'indietro facendosi sfuggire una risatina. Le sue corde vocali vibrarono a quel gesto e di conseguenza anche il mio cuore vibrò a quel suono. Non ero mai stato così legato a qualcuno, sentivo davvero di essere un tutt'uno con lui e quella sensazione non era altro che l'ennesima prova dell'amore che provavo per lui. Lo presi per le spalle e lo spinsi leggermente, facendolo così vacillare di alcuni centimetri, avrei voluto sollevare il suo corpo per farlo accomodare meglio così da sentire maggiormente il suo corpo e il suo calore o solo per farmi cingere le gambe intorno alla mia vita.
"Perdere la verginità ha modificato il tuo DNA puro e innocuo?" domandò sarcastico toccandomi il mento con un indice.
Risi a quella affermazione ma non risposi, intrufolai una mano tra i suoi capelli ancora spettinati dalla precedente dormita e li strinsi tra le mie dita per poi avvicinarlo a me. Premei forte le mie labbra sulle sue ma un secondo dopo stavo già cercando la sua lingua mentre con l'altra mano scesi ad accarezzargli il petto fino ad arrivare ai fianchi. Si mosse verso di me cercando di avvicinarmi maggiormente ma a quel gesto con entrambe le mani gli circondai il bacino e lo tenni stretto. Stranamente Taehyung non si oppose, anzi poggiò entrambe le mani sul bancone dietro di lui, esponendosi totalmente a me e lo interpretai come un "questo è il mio corpo ma adesso è anche il tuo" in realtà era stata un'azione del tutto naturale ma mi piaceva pensarla in quel modo.
E solo in quel momento mi resi conto di quanto eccitato fossi.
"Vuoi il secondo round?" chiese con un tono di voce basso. "O vuoi solo riprendere il controllo che ieri ti ho tolto?" continuò a parlare tra un bacio e l'altro. Lo vidi socchiudere gli occhi e il suo respiro si fece più affannato anche se ebbi l'impressione che non volesse sbilanciarsi più di tanto.
Con una mano mi insinuai tra i suoi pantaloni, come avevo intuito era senza boxer e così lentamente presi ad accarezzare la sua virilità. Avrei voluto giocare le mie carte prima che la giornata iniziasse, proprio per iniziarla nei migliori dei modi tuttavia Taehyung strinse il mio braccio, bloccando così i miei movimenti.
"Jungkook" lo sentii mormorare cercandomi con lo sguardo.
"Mmh" bisbigliai io come per zittirlo ma allo stesso tempo per sapere cosa ci fosse in quel momento di tanto importante da dire.
"Come va con i tuoi genitori?" disse serio e se da un lato aggrottai le sopracciglia per la sorpresa di quella domanda dall'altro non mi lasciai condizionare e finsi direttamente di non sentirlo. Mi abbassai sul suo collo e stuzzicai la sue pelle, che nonostante non si fosse ancora lavato da ieri, profumasse proprio come sempre. Amavo l'odore naturale della sua pelle e al contrario non mi piaceva quando si riempiva di troppo profumo.
"Jungkook rispondimi" continuò pensieroso, impassibile ai miei tocchi.
"Tutto alla grande" bisbigliai continuando a lasciargli degli umidi baci lungo tutto il petto tuttavia questa volta allungò le mani sulle mie spalle per fermarmi e guardarmi negli occhi. A quel punto sospirai e non potei fare altro che rispondere seriamente. "Andiamo d'accordo, non abbiamo più litigato recentemente" alzai le spalle distratto. "Forse per il semplice fatto che non stiamo molto a contatto recentemente, però so che stanno facendo un asta per donare alcuni nostri beni nel tentativo di ricavare qualche soldo" lo informai completamente, proprio come mi aveva richiesto. Quella era l'ultima informazione che avevo avuto da loro, non sapevo come stessero andando le cose in casa mia, mi avevano chiamato un paio di volte ma come sempre non avevo avuto voglia di aprire le notifiche del cellulare.
Trascurai chiunque per il semplice motivo che non avevo voglia di avere contatti con nessuno poichè l'unica cosa che volevo era proprio di fronte a me.
Mi scrollai le sue mani di dosso per paura che potessero bloccarmi di nuovo e una volta che scivolarono lungo i suoi fianchi, allacciai le braccia al suo collo per poterlo spingere verso di me ma per un attimo ci ritrovammo sospesi. Il mio sguardo rimase fermo sulle sue labbra mentre le sue iridi nere le sentii bruciare sui miei occhi, forse troppo timidi in quel momento per avere un contatto visivo. Quel banale gesto sanciva semplicemente le nostro differenti voglie: in quel momento il mio cervello era talmente tanto in tilt che avrei fatto di tutto per lui eppure Taehyung non mi sembrò lo stesso di qualche giorno fa e neanche lo stesso di ieri.
Quel Taehyung non vedeva letteralmente l'ora di mettermi le mani addosso, di esplorare la mia carne e di spingersi sempre oltre dell'esperienza precedente tuttavia quello che avevo davanti era distaccato e fin troppo razionale.
"Se vuoi ti pago il mese prima così non avrete alcuna preoccupazione per un po'" esclamò dolce ma scossi la testa per rifiutare. Quasi mi poggiai su di lui con tutto il corpo e senza lasciarlo parlare ancora gli infilai la mia lingua smaniosa in bocca che aveva l'incessante brama di percorrere ogni centimetro del suo palato tuttavia ancora una volta cercò di spostarsi.
"E hai sentito i tuoi amici?" mormorò ancora contro le mie labbra.
"Taehyung perché sei così irrequieto oggi?" chiesi finalmente facendo un passo indietro.
"Sto solo facendo conversazione" alzò le spalle.
"Hai sfogliato il dizionario stanotte e hai letto il significato di conversazione?" lo presi in giro dal momento che da quando lo conoscevo aveva sempre e solo risposto a monosillabi mentre altre volte non mi rispondeva nemmeno. Apprezzavo la maniera in cui stava mutando per me e soprattutto non potevo negare che le sue attenzioni e il modo in cui si preoccupava per me mi facevano venire le farfalle allo stomaco ma quello che lui definiva una semplice conversazione a me pareva più un interrogatorio ed io non ero affatto pronto per quello: da un lato perché da qualche giorno ormai gli stavo tenendo nascosto un fattore importante della mia vita e avevo la costante paura di poterlo rivelare alla sprovvista, senza che nemmeno me ne rendessi conto e dall'altro lato perché tutte le mie risposte mi facevano sembrare uno stupido senza futuro.
"No, non li sento da molto tempo in realtà" mi arresi e risposi controvoglia dopo aver visto la sua espressione contrariata alla mia precedente ironia. "Ma so per certo che stanno bene perché continuano a mandare messaggi nel nostro gruppo" lo informai accontentandolo.
Mi scrutò attentamente e quasi i suoi pensieri mi misero in soggezione, malgrado non li conoscessi neppure.
"Ora possiamo continuare oppure ti interessa qualcos'altro della mia vita?" domandai cercando di smorzare quella tensione che lui aveva scaturito ma che solo io provavo. Spostai lentamente la mano destra verso la sua schiena e sfiorai la sue pelle facendo delle linee o dei cerchi immaginari, lo vidi socchiudere gli occhi e così pensando che avessi finito di porre domande mi avvicinai di nuovo e catturai il lobo tra le mie labbra, mordendolo leggermente.
"E la scuola?" chiese ancora, interrompendomi per l'ennesima volta. Più cercavo contatto, più lo avvicinavo a me e più lui cercava di allontanarmi.
"Mhh ma che palle" esclamai sbuffando e buttandomi su di lui a peso morto, mi afferrò per i fianchi cercando di non farmi cadere e lo sentii ridacchiare per la mia drammaticità.
Non poteva semplicemente stare zitto e baciarmi? In quel momento avrei fatto di tutto per tornare indietro nel tempo e riavere il Taehyung giocoso che non si intrometteva nella mia vita tuttavia nonostante quel pensiero balenò nella mia testa, in cuor mio apprezzavo quelle sue preoccupazioni e soprattutto sapevo di volerle poiché era la prova che teneva davvero a me. Però mi sarebbero piaciute maggiormente se avessi potuto rispondere a quelle domande in modo serio e approntato, al contrario tutti quei quesiti che in realtà sarebbero dovuti essere semplici e ordinari mi parvero solo un fottuto peso giacché non avevo alcuna idea di come replicare. Quel suo modo di fare mi aveva appena aperto gli occhi: tutte quelle domande avevano più o meno sempre la stessa risposta.
Merda!
Tutto nella mia vita stava andando a puttane e se non fosse stato per Taehyung probabilmente sarei già crollato da moltissimo tempo, ero letteralmente il mio pilastro più grande e non ero intenzionato a lasciarlo andare per nessun motivo al mondo. Era il mio angolo di felicità, finalmente l'avevo trovato anch'io.
"Jungkook ti ricordi quando mi hai detto che volevi raggiungere tutti i tuoi traguardi?" sussurrò all'improvviso senza lasciarmi andare, mi tenne stretto a sé ma anche se non l'avesse fatto sarei letteralmente rimasto in quella posizione poiché quelle parole mi lasciarono stupito tanto da bloccare interamente il mio corpo. "Oppure quando mi hai promesso che avresti fatto di tutto per dimostrarmi che sei davvero il migliore della tua scuola?" continuò e ogni sua frase era come una pugnalata al cuore.
Improvvisamente ebbi paura che avesse scoperto o capito ciò che stavo cercando di tenergli nascosto.
"Non ci vai da molto tempo" sussurrò accarezzandomi la schiena.
"Mi piacevi di più quando non t'interessava di me e quando rimanevi in silenzio anche di fronte alle mie continue domande" sbuffai facendo il broncio, malgrado lui non potesse vederlo dato che avevo il volto nascosto dal suo corpo. Mi rendevo conto anch'io di quanto fosse sbagliato il mio comportamento, non ero certo uno stolido ma se da un lato vi era quella minima consapevolezza dall'altro pensavo che non avrebbe avuto completamente senso frequentare una scuola che non mi avrebbe mai potuto dare un futuro. Credevo che potesse farlo fino a qualche settimana fa ma ora il mio passato era interamente sfumato e sia il mio presente che il mio futuro erano incerti: non potevo diventare un'atleta e non potevo più realizzare i miei sogni. Allora perché mai avrei dovuto continuare quegli studi?
"Va a vestirti che ti porto a scuola" mi incoraggiò dolce dandomi un lieve colpetto sulla chiappa.
"Ti prego non mi va, voglio stare con te" risposi senza vergogna e allacciando le braccia attorno al suo collo in modo da rimanere attaccato a lui.
"Non se ne parla" disse cercando di risultare severo ma il sorriso che spuntò dalle sue labbra lo contraddisse. Cominciò a camminare nel tentativo di scrollarmi di dosso.
"Perché?" mi lamentai ancora.
"Perché voglio che il mio ragazzo vinca il campionato scolastico"
"Si ma..." cercai di parlare con gli occhi teneri nel tentativo di addolcirlo un po' ma quando le sue parole mi arrivarono al cervello alzai il viso verso di lui incredulo. "Aspetta, il tuo ragazzo?" chiesi spalancando gli occhi e puntandogli un dito contro come per dirgli "ho sentito ciò che hai detto, adesso non ti rischiare a tirarti indietro" facendolo così ridacchiare.
"Per me lo sei dal momento in cui mi hai baciato per la prima volta" bisbigliò accarezzandomi il mento e lasciando un casto e tenero bacio sulle labbra.
Per un attimo, forse una questione di secondi o forse per interi minuti, non riuscii a comprendere il lasso di tempo poichè rimasi completamente sorpreso da quella sua improvvisa affermazione, era l'ultima cosa che mi sarei aspettato in un momento come quello e soprattutto perché avevo ormai perso tutte le speranze con Taehyung. Se avevo imparato una cosa con lui era sicuramente quella di non aspettarsi mai nulla, non avere alcuna aspettativa su di lui e su ciò che avrebbe potuto fare, era l'atteggiamento migliore che potessi imboccare poichè solo in questo modo non ci sarei più rimasto male al contrario in casi come quelli, sarei stato sorprendentemente felice.
Avrei letteralmente voluto fare i salti di gioia in quel momento, perlomeno era così che mi aspettavo di dover reagire ad una dichiarazione di quella portata tuttavia tutta quella attesa mi aveva innervosito e mi resi conto che malgrado le farfalle nello stomaco, il formicolio negli arti e il battito spropositato del mio cuore avrei voluto picchiarlo o dirgliene quattro. Mi aveva fatto penare talmente tanto da far crollare tutte quelle che credevo certezze e aveva persino annullato ogni mia speranza o desiderio che le cose tra noi un giorno potessero in qualche modo cambiare.
"Perché hai aspettato tanto per dirlo?" urlai allontanandomi completamente da lui.
"E dove sarebbe stato il divertimento se ti avessi dato subito tutte le certezze che volevi?" mi fece rimanere a bocca aperta.
Era uno stronzo e questo lo avevo appurato ormai da tempo, ma non credevo fino a quel punto...
"Avresti potuto perdermi lo sai questo?" scherzai con un tono completamente serio, nella speranza di farlo preoccupare davvero.
"Ma va" disse spingendomi cercando di farmi voltare e farmi camminare dalla parte opposta della cucina. "Non andresti da nessuna parte" continuò con una certa sicurezza.
"In realtà sto per andare a scuola" esclamai ironico poiché capii che quella discussione l'avrebbe sicuramente vinta lui.
"Sei uno scemo" borbottò come tra se e se e quando finalmente presi a camminare per dirigermi nella sua camera, Taehyung corse per raggiungermi e mi abbracciò da dietro continuando però a camminare insieme a me. Mi strinse tra le sue braccia e poggiò il mento sulla mia spalla rendendo così il peso del nostro passo ancora più pesante tuttavia in quel momento il mio cuore e persino il mio cervello erano talmente leggeri che non risultò faticoso raggiungere la sua stanza. Mi sentivo letteralmente sollevato da terra, era come volare.
Stavo genuinamente toccando il cielo ed era così bello che non avrei mai più voluto rimettere i piedi per terra.
Taehyung mi prestò i suoi vestiti, non era la prima volta che lo faceva eppure quel giorno mi fecero un effetto totalmente differente dalle altre volte e diedi per scontato che quella sensazione era dovuta dal fatto che mi aveva finalmente definito il suo ragazzo. Quella mattina avevamo avuto tutto il tempo per svegliarci, per fare colazione insieme, per farci anche qualche coccola e infine per prepararci, non ero mai stato molto mattiniero nella mia vita ma se tutte le giornate fossero cominciate come quella allora mi sarei volentieri svegliato presto per sempre.
Aveva preso le chiavi della macchina e mi aveva accompagnato fino a scuola, probabilmente rimasi con il sorriso stampato per tutto il tragitto tuttavia mi bastò vedere quel vecchio edificio per farmi tornare serio e quasi angosciato. Era pieno zeppo di studenti che facevano avanti e indietro e sapevo di dovermi mescolare tra loro, più per costrizione che per voglia così poggiai la mano sulla portiera della macchina in modo da poterla aprire ma quando percepii il tocco di Taehyung sulla mia gamba sussultai e mi voltai direttamente verso di lui.
"Non mi dai un bacio?" mi chiese già con occhi chiusi e le labbra sporte in avanti, facendomi così ridere. Lo ringraziai mentalmente per avermi distratto senza volerlo da quel vortice d'ansia che mi stava assalendo e invece di poggiare la mia bocca sulla sua, poggiai un dito e schiacciai come per poterlo allontanare.
"Grazie" mormorai prima di scendere e rimasi fermo sul marciapiede nell'attesa che Taehyung partisse e quando mise in moto vidi il finestrino del lato del passeggero abbassarsi di poco, giusto il minimo per riuscire ad adocchiarmi.
"Ti aspetto al lavoro collega" esclamò con un sorrisino ammaliante che mi lacerò letteralmente il cuore. Quelle parole mi diedero un conforto che non credevo neppure di aver bisogno, il solo sentire quelle parole mi destabilizzò a livello emotivo. Non avevo alcuna voglia di entrare a scuola ma quella sua avvertenza mi fece sentire vivo ancora una volta. Avrei sopportato tutto ciò che cercavo di arginare e avrei contato i minuti che mi separavano da Taehyung. Con quella semplice frase mi aveva dato la forza di poter affrontare la scuola, i miei professori ormai probabilmente delusi dal mio comportamento, i miei migliori amici e persino i fratelli Kim che non vedevo ormai da tempo, semplicemente avrei guardato l'orologio come se lì avessi potuto trovato qualche risposta o forse solo un modo alternativo per riuscire a vedere il mio biondino il più presto possibile.
Lo salutai impacciato con un gesto della mano mentre Taehyung dopo aver messo la mano sul cambio della marcia, mi schiacciò l'occhio sicuro di sé e partì a tutta velocità, lasciandomi solo in un posto a cui non sentivo più di appartenere.
A malincuore mi voltai e presi un profondo respiro prima di incamminarmi verso la grande entrata della mia scuola. Avevo fatto moltissime ore di assenza tuttavia non era quello il motivo per cui mi sentivo a disagio attorno a quelle mura che mi avevano accompagnato per quasi tutta l'adolescenza, semplicemente mi ero talmente adattato e legato al modo di vivere di Taehyung che adesso mi sentivo distaccato da quella che era la mia vita precedente. Per me era completamente normale quel mio comportamento poiché ero appena entrato in una relazione ed era un atteggiamento del tutto frequente e popolare dunque non ero preoccupato da quei miei pensieri. Avrei voluto passare tutte le mie ore a disposizione con Taehyung, forse agli occhi di terze persone sarebbe risultato un rapporto tossico ma per me era solamente sinonimo di felicità. Avevo sempre pensato di essere felice nella mia vita eppure dopo averlo incontrato mi resi conto che il vero piacere in realtà non l'avevo mai conosciuto.
Non mi spaventava l'idea di mollare tutto per attenermi ai vezzi di Taehyung, anzi forse sarebbe stato meglio per me e per tutti quelli che mi circondavano. Mi ero allontanato lentamente, come per non far captare il mio distacco e le mie nuove considerazioni che probabilmente avrebbero messo in guardia i miei amici e persino i miei genitori, che malgrado fossero assenti, si erano sempre preoccupati per me.
Pensai che la gente avrebbe potuto pensare che avessi perso la testa, al contrario io credevo di avere tutto sotto controllo eppure quella parte insicura e colma di ansia non aveva mai lasciato il mio corpo e malgrado fossi leggermente più docile e disposto ad ascoltare il mio cuore, un pezzo di me continuava a ripetere che fosse tutto sbagliato. Non era affatto colpa di Taehyung era semplicemente colpa di quel mio andamento arrendevole che persino io cominciavo ad odiare: avrei voluto sparire e ricominciare da capo. Forse era solo un modo per autoproteggermi, fingevo che non mi importasse e soprattutto stavo cercando man mano di eliminare ogni pezzo della mia vita prima che fossi stato costretto ad eliminare tutto da un momento all'altro.
Da quando avevo scoperto della mio scompenso cardiaco mi era letteralmente crollato il mondo addosso sebbene cercavo di non ostentare quel mio malessere. Non ero propenso a rivelare a nessuno quella mia condizione per quanto mi stesse logorando dentro e per quanto avessi bisogno dell'appoggio di qualcuno.
Alzai gli occhi davanti a me e notai ancora la maggior parte degli studenti ammassati nei corridoi, dunque mancava ancora qualche minuto alla campanella d'entrata. Cercai in giro qualche viso conosciuto, nel tentativo di sentirmi meno solo tuttavia trattenni il fiato e dopo di che entrai nell'aula più vicina a me e chiusi la porta alle mie spalle.
Quasi non riuscivo a respirare.
Immediatamente pensai che stessi per sentirmi male, mi poggiai una mano sul petto e cercai di respirare profondamente, proprio come mi aveva insegnato il mio medico. Non dovevo farmi soprastare dalla paura poiché sarebbe stato solo peggio così cercai di calmarmi e dal momento che l'aula era completamente vuota mi sedetti su un banco.
Se non riuscivo neanche a camminare lungo un corridoio come potevo pensare di correre un percorso o continuare a fare sport?
Senza neppure accorgermene una lacrima scese lungo la mia guancia e in men che non si dica delle altre, silenziose e amare, tracciarono il mio viso. Non era quello che mi aspettavo per il mio ritorno a scuola ma non potei fare nulla per reprimere quel mio impulso così misi le mani sul viso e mi lasciai andare ad un pianto liberatorio.
Quel posto mi faceva soltanto stare male tanto quanto mi faceva male l'idea di rivedere i miei migliori amici. Sia Yoongi che Hoseok non avevano mai provato a gareggiare al campionato, si erano sempre e solo limitati a fare il tifo per me, malgrado ciò condividevano tutti e tre la passione per le discipline sportive. Al solo pensiero che loro avrebbero potuto proseguire gli studi e diventare qualcuno mentre io avrei dovuto rinunciare per cause maggiori mi veniva il magone, motivo per cui continuai a piangere come un bambino. Singhiozzai per un po', precisamente fino al suono della campanella dopo di che per paura che qualcuno mi vedesse, mi asciugai le lacrime con una velocità sbalorditiva e aprii la porta per poter uscire tuttavia qualcuno mi bloccò.
Alzai il capo per vedere chi fosse e magari anche scusarmi per essere stato d'intralcio, quando però incontrai il viso corrucciato di Namjoon le parole mi morirono in gola e deglutii quella poca saliva che mi era rimasta in bocca.
"Ma guarda chi si rivede" enfatizzò raggiante spingendomi nuovamente all'interno dell'aula, dove a ruota entrò anche lui seguito dal fratello Seokjin. "Finalmente hai trovato il coraggio di ripresentarti a scuola" continuò con un tono ostile e sarcastico che lo faceva sembrare più efferato del solito.
Non mi erano mancati affatto.
"Vi prego lasciatemi in pace" dissi semplicemente cercando di rimanere il più calmo possibile. Non potevo permettermi di farmi sopraffare dalle loro provocazioni, specialmente in quel momento di completa instabilità sia emotiva che fisica. Non si erano neppure accorti delle mie guance appiccicaticce o dei miei occhi arrossati e nel caso si fossero resi conto di quel particolare, ci erano tranquillamente passati sopra. Non gli importava, non si lasciarono impietosire dal mio essere ridicolo e continuarono ad comportarsi come delle canaglie.
"Pensi di essere talmente forte da poterti permettere di saltare tutti gli allenamenti?" chiese Jin assottigliando di poco lo sguardo, mi stavano letteralmente scrutando. Forse volevano solo sapere il motivo delle mie assenze tuttavia non ero intenzionato né a dare spiegazioni né a litigare come spesso finivamo a fare.
"Ti sbagli" sussurrai.
"In ogni caso siamo venuti per conto dell'allenatore" spiegò Namjoon, raddrizzando le spalle e facendosi anche più serio. Probabilmente erano delusi dal mio atteggiamento inalterabile e del tutto disinteressato tuttavia quando mise in mezzo il nostro coach li guardai negli occhi e mi mostrai coinvolto alla conversazione. "Devi sapere che il campionato è stato spostato e ha inizio domani pomeriggio" mi informò con un sorrisino che non potei non captare come qualcosa di ambiguo. Chiaramente doveva essere un avviso reale tuttavia pensai che il loro attuale godimento fosse collegato o al fatto che fossero impazienti di battermi o al fatto che magari sapessero o comunque sospettassero dei miei problemi fisici.
Ancora una volta fui investito dal panico più totale ma ancora una volta dovetti fingere di stare bene.
Non poteva essere vero.
Avevo bisogno di tempo per metabolizzare ciò che mi era stato diagnosticato ma soprattutto avevo bisogno di più tempo per capire cosa fare con il campionato e con il mio futuro in generale. Non volevo arrendermi, d'altro canto però ero anche consapevole di non poter essere in grado di aggiudicarmi la vittoria né tantomeno di poter partecipare.
"Buona fortuna, sentiamo che ne avrai bisogno quest'anno" disse infine uno di loro, burlandosi totalmente di me per poi girare i tacchi e lasciarmi solo con i miei pensieri.
Chiusi gli occhi e rimasi immobile nella mia posizione, anche quando un paio di studenti entrarono nella propria aula per poter fare lezione. Immagazzinai più aria possibile nei miei polmoni così come cercai di immagazzinare le parole che mi erano state rivolte e dopo di ciò uscii anch'io da quella classe per poter raggiungere la mia.
Cosa avrei dovuto fare?
Ero terribilmente combattuto poiché da un lato sapevo di non poter affaticare il mio corpo visto che si trovava in una situazione già critica ma allo stesso tempo però non avrei mai voluto rinunciare a un'avvenimento così tanto importante e che aspettavo da moltissimo tempo. Non riuscivo a trovare una soluzione perché se da una parte avevo paura di accettare per il semplice fatto che da un momento all'altro sarei potuto stare male sul campo e fare la figura del debole dinnanzi a tutti dall'altra parte adesso avevo anche la paura di deludere Taehyung.
Il solo ricordare il nome di Taehyung mi fece sorridere debolmente, smisi di pensare per un attimo a quel problema che stava diventando sempre più una specie di ossessione e mi lasciai trasportare dalle vibrazioni positive che riusciva a trasmettermi il mio biondino.
Una volta arrivato nella mia aula, non salutai nessuno e mi sedetti in fondo aspettando che il professore arrivasse e cominciasse la sua lezione. Sentivo gli occhi dei miei compagni puntati addosso, forse avrebbero voluto sapere il motivo della mia assenza ma non gli diedi peso poiché inconsciamente continuai ad essere immerso tra i miei ricordi più freschi.
Io e Taehyung avevamo fatto l'amore.
Il sesso con lui non era solo e unicamente sesso, andava oltre qualsiasi definizione ed era difficile da spiegare: sentivo di aver conosciuto il vero Taehyung attraverso quel semplice e comune atto d'amore. Mi aveva permesso di conoscere la parte più debole e nascosta di lui, mi aveva mostrato la sua indulgenza, la sua flessibilità così come io gli avevo mostrato tutte le mie debolezze. Avevo colto in Taehyung un comportamento che non credevo potesse assumere e avevo piacevolmente appreso il suo modo delicato di muoversi e di sfiorarmi o il suo modo rassicurante di rivolgersi a me nel tentativo di calmare tutte le mie ansie.
Era stata la serata più bella e intensa della mia vita e avrei voluto altre cento notti come quella.
Avevo sempre avuto paura di quella titubanza che mostrava Taehyung nei miei confronti eppure quel giorno, quella sensazione era magicamente sparita, aveva abbandonato il mio corpo e il motivo era più che scontato, l'avrebbe compreso persino un bambino delle elementari. Aveva finalmente trovato il coraggio di etichettare la nostra relazione e malgrado per tutto quel tempo finsi che non me ne importasse un accidente di rendere ufficiale quel odioso "qualcosa" che echeggiava nell'aria ogni volta che i nostri corpi si ritrovavano uno accanto all'altro, ora non potevo far altro che sentire il mio cuore traboccare di gioia.
Io Jeon Jungkook ero letteralmente il fidanzato di Kim Taehyung.
Lui era così intraprendente e capace in tutto che se avessi rifiutato di prendere parte al campionato mi sarei sentito un completo fallito, specialmente di fianco a lui. Non avevo timore di ciò che avrebbe pensato, ero semplicemente io ad essere troppo competitivo e non volevo acconsentire a quel destino che aveva intenzione di decidere per me: volevo correre il rischio.
Avrei rischiato la mia pelle pur di partecipare alle gare, improvvisamente non mi importò delle prescrizioni del mio medico e neppure della mia parte cosciente che continuava a ripetermi che se l'avessi fatto avrei peggiorato solo di più la mia condizione, finendo magari per aggravare la mia malattia. Volevo mantenere la promessa che avevo fatto a Taehyung: dovevo ancora dimostrargli di essere il migliore della scuola e quale mezzo più appropriato avrei dovuto utilizzare se non il campionato? Probabilmente era la mia ultima occasione e avrei dovuta sfruttarla.
Si, avevo appena preso la decisione definitiva.
Spazio Autrice
BUON 2022 A TUTTI COME AVETE PASSATO QUESTE FESTE? Io avrei dovuto aggiornare ieri perché chi aggiorna a capodanno aggiorna tutto l'anno but mi sono ubriacata così tanto che ho dovuto dormire fuori e quindi alla fine non sono riuscita.
Allora vi siete goduti questi capitoli meravigliosi, con una pace smisurata ma ora direi che è arrivato il momento di soffrire un poco, dunque aspettatevi cose non molto belle. Non siate tristi però I mean Taehyung e Jungkook si sono appena fidanzati!! Secondo voi saranno in grado di durare come coppia?? Ma soprattutto secondo voi il loro rapporto è tossico come pensa Jungkook oppure non credete che sia così? let me know
-Federica
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top