45. Prima volta

Taehyung sembrò essere scombussolato da quella informazione poiché probabilmente non aspettava una sua visita e non era solito a ricevere qualcuno senza prima un'appuntamento tuttavia dopo qualche secondo di completo disorientamento, magari anche dovuto a ciò che accadde prima, sembrò tornare in sé e ringraziò il suo dipendente facendolo così uscire dal suo studio. Si voltò ancora verso di me e sospirò.

"Jungkook non ti nego di essermi sentito un po' forzato nel dirti queste cose" ammise prendendomi le mani e facendomi alzare da terra, dato che per tutto il discorso era rimasto chinato di fronte alle sue ginocchia. "Ma so di poter contare su di te" continuò arrendevole, sapevo quanto fatica facesse ad aprirsi, ad abbattere tutti i muri che per anni aveva tenuto sollevati e sapevo quanto volesse proteggere a tutti i costi quei dettagli oscuri del suo passato ma allo stesso tempo apprezzavo quelle piccole doti di confidenza che pian piano cominciava a rivelarmi.

"Io ti prometto che ti racconterò tutto" mi rassicurò mettendomi delicatamente le mani sul viso, asciugando le mie lacrime prima di asciugare le sue. "Ma devi sapere che il mio lavoro viene prima di ogni cosa" disse sistemandosi l'abito in modo quasi maniacale. "E voglio che tu lo capisca e che faccia lo stesso" continuò assumendo in men che non si dica un tono autoritario. "Non importa se questo è il tuo primo giorno di lavoro, devi essere sempre efficiente e dinamico se vuoi davvero lavorare nella mia azienda"

Improvvisamente sentii il mio respiro pesante, il cuore iniziò a martellarmi nel petto ed ebbi l'impressione che quello fosse l'unico rumore a riempire il silenzio di quella stanza. Mi sentii carico di emozioni negative e probabilmente qualche arto del mio corpo cominciò anche a tremare come una foglia, dentro di me cominciai ad avere paura che fosse un attacco ma a differenza delle precedenti volte non provai alcun dolore quindi semplicemente mi convinsi che fosse solo ansia.

Stavo andando nel panico più totale poiché non mi aspettavo di dovermi mettere all'opera così presto o nuovamente davanti agli occhi di Mingyu. Ero consapevole di non essere ancora pronto, Taehyung pretendeva e si aspettava molto da me tuttavia io non ero né esperto né abbastanza bravo da improvvisarmi imprenditore. Avevo bisogno che qualcuno mi insegnasse almeno le basi di quel lavoro così lo cercai con lo sguardo e quasi aprii la bocca, cercando di sottrarmi da quell'incarico. Prima che potessi proferire parola però Taehyung sembrò capire le mie emozioni e mi mostrò un sorriso sincero, uno di quelli che mi rimanevano in testa per l'intera giornata, le sue labbra presero la forma di un adorabile quadrato che illuminò il suo viso e i suoi occhietti rossi dal precedente pianto.

"Va tutto bene Jungkook, non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti" cercò di tranquillizzarmi.

"Insieme siamo una bella coppia, non dimenticarlo" esclamò allungando l'indice per sfiorarmi delicatamente il mento. Mi schiacciò l'occhio complice e non potei fare altro che sorridere anch'io nonostante l'ansia stesse lentamente prendendo il sopravvento sul mio corpo e sulla mia mente, tuttavia se da un lato Taehyung aveva sempre avuto il potere di mettermi in soggezione o in imbarazzo dall'altro sapeva anche come calmarmi e rassicurare tutte le mie incertezze. Attraverso quella frase mi convinsi di potercela fare, lui credeva in me più di quanto potessi mai fare io ma era anche arrivato il momento di dimostrarglielo e quella era l'occasione giusta per poterlo fare.

In quella circostanza io non ero nessuno, tuttavia diventavo qualcuno accanto a Taehyung e se di fatto regolarmente ero un incapace maldestro che provava paura nel fare qualsiasi cosa, di fianco Taehyung ero in grado di trasformarmi pur di compiacerlo o probabilmente diventavo solo più sicuro di me, al tal punto da convincermi di poter fare di tutto. Acquisita quella consapevolezza mi sistemai l'abito e annuii a vuoto, come per memorizzare ciò che Taehyung mi aveva detto, senza dubbio era un modo disperato e impacciato per convincermi che avesse ragione, così dopo il suo ennesimo incoraggiamento camminai verso l'uscita del suo studio.

Lungo il corridoio ebbi il tempo e il modo di ammirare Taehyung e ancora una volta mi resi conto di quanto io lo rispettassi e di quanto lo stimassi come persona. Non conoscevo ancora tutta la sua storia ma mi aveva confidato una buona parte del suo passato e questo mi bastava per comprendere quanto avesse sofferto e quanto forte fosse nonostante tutti quegli avvenimenti che in teoria avrebbero dovuto distruggerlo completamente. Si era rialzato tantissime volte e ora camminava a testa alta nella sua azienda, malgrado qualche minuto prima stesse piangendo ricordando la sua terribile infanzia.

Quei repentini cambiamenti d'umore che inizialmente mi spaventavano adesso erano comprensibili e quasi ammirevoli. Mi venne la pelle d'oca al solo pensiero che avesse ereditato quel dono e quella attitudine dalla madre che come lui doveva fingere che andasse tutto bene sia a lavoro ma soprattutto agli occhi del figlio, pur di non dare sospetti o disonorare la considerata famiglia Kim, Taehyung raccontava di lei come una donna sempre sorridente ma conoscendo la sua storia era evidente che non potesse essere effettivamente felice e lo stesso sembrava essere per lui. Aveva mille ragioni per essere abbattuto eppure io non avevo mai giudicato il suo umore come quello di una persona scontenta, certo era spesso freddo e indifferente a qualsiasi cosa che lo circondasse ma mai l'avevo visto realmente triste.

In pochi minuti ci trovammo davanti alla sala riunione e dovetti riempiere i polmoni d'aria prima di spingere la porta ed entrare. All'interno vi era solo Mingyu ad aspettarci, quella volta non si portò dietro i suoi collaborati e curiosamente mi sentii molto meglio all'idea che fossimo solo in tre. Rimasi comunque sotto pressione ma cercai di non darlo a vedere, lo salutai con una stretta di mano così proprio come avevo visto fare Taehyung tuttavia la sua mano mi tirò a sé e mi abbracciò leggermente, facendomi aggrottare le sopracciglia per quel gesto.

Taehyung tossì ripetutamente come per rimettere in senso quella situazione imbarazzante ma Mingyu non ci fece molto caso, piuttosto lo ignorò completamente e cercò una conversazione con me.

"Ho chiesto molto di te a Kim in questi giorni"

"Sono stato molto occupato" mi giustificai mettendo in atto già la prima bugia, la verità era che quello stronzo era scomparso e non si era fatto più sentire.

"Ti da molto da fare il tuo superiore" esclamò appositamente ad alta voce, in modo che anche Taehyung potesse sentire. Il suo comportamento era spesso spocchioso, come se non vedesse l'ora di attaccare briga o addirittura litigare sul serio con quello che in realtà sarebbe dovuto essere un socio, piuttosto che un avversario.

"Diciamo che non mi annoio mai" risposi sorridendo, cercando di essere il più possibile gentile. Non riuscii a capire come facesse Taehyung a rimanere sempre così autorevole ed esigente con gli altri, io mi sentivo in colpa quando per strada non ricambiavo il sorriso ad uno sconosciuto oppure se non ringraziavo o non mi scusavo con chiunque.

"Sappi che anch'io ti terrò molto occupato" parlò facendomi un'occhiolino e quasi sgranai gli occhi per la sorpresa. "Insomma non ti annoierai mai neanche con me" continuò avvicinandosi e pian piano eliminò quella poco distanza che ci separava. Stava decisamente flirtando con me tuttavia non fui in grado di rispondere poiché mi colse alla sprovvista e soprattutto perché sapevo di avere uno sguardo puntato addosso che mi metteva letteralmente inquietudine, mi sentivo bruciare a causa di quei occhi che non avevano smesso neppure per un secondo di scrutarmi nel tentativo di cogliere chissà quale dettaglio. Malgrado però la pressione psicologica che Taehyung fece su di me, trovai estremamente divertente il modo in cui Mingyu ci provò e fece lo spavaldo con me e altrettanto il modo in cui non me ne importò minimamente, trovai soddisfacente quel suo comportamento solo ed esclusivamente per la reazione del mio biondino, così calcai la mano.

"Allora sono curioso di sapere cosa succederà quando saremo da soli" dissi spostando però il mio sguardo verso Taehyung che si era fatto cupo e visibilmente furioso, le sue dita picchiettavano sul tavolo nervosamente e potei anche intravedere un lieve broncio che avrei voluto baciare fino allo sfinimento. Mi piaceva farlo ingelosire e mi piaceva pensare che diventasse geloso per così poco, la prima volta non l'aveva dato molto a vedere eppure non si era affatto vergognato di farmelo sapere e di ammettere quel sentimento che provava nei miei confronti mentre ora era persino palpabile il fastidio che provava nel vedermi chiacchierare con qualcun altro.

"Ecco perché ho insistito tanto nel lavorare con te" ammise lui alzando un sopracciglio e in quel momento mi resi conto di quanto mi spinsi oltre pur di innervosire Taehyung, avevo appena fatto credere a quello che ormai era diventato il mio compagno di lavoro, di poter scherzare con me e in qualche modo l'avevo illuso. Tossii rumorosamente e a quel punto mi sedetti attorno al tavolo e come se non fosse successo nulla, presi la cartella piena zeppa di bozze e documenti che Mingyu aveva portato con sé e cominciai a sfogliarla. Ero completamente inesperto ma cercai di non mostrare quelle mie incapacità e quella mia ignoranza nel settore.

Passammo tutto il restante giorno all'interno di quella sala riunioni e nonostante le mie lacune, me la cavai perfettamente. Taehyung era ovviamente il capo di tutto, era il garante e soprattutto l'ideatore delle armi da fuoco che presto avrebbero preso forma e vita, grazie al mio aiuto e a quello di Mingyu, che ci saremmo occupati insieme della prototipazione e della realizzazione di quelli che prima erano solo dei semplici disegni. In poche ore di lavoro avevamo già studiato tutti i minimi dettagli e organizzato gli incontri necessari per le prime prove sperimentali, era chiaro che fossero entrambi dei professionisti e che avrei avuto molto da imparare da loro. Io avrei lavorato direttamente con Mingyu e purtroppo non tutti i miei orari di lavoro combaciavano con quelli di Taehyung.

Quando Mingyu andò via, il sole era già tramontato da un pezzo e le lancette dell'orologio che segnavano le dieci di sera stavano ad indicare che avevamo saltato sia il pranzo che la cena senza neppure rendercene conto. Era stata una giornata del tutto impegnativa ma sicuramente era stata anche la migliore di tutta quella settimana, dato che l'avevo trascorsa a piangere da solo nella mia camera.

"Sei stato bravo" si complimentò conciso e mi morsi il labbro cercando di non sorridere a quelle parole.

"Non c'è nessun però?" chiesi io.

"Cosa vuoi sentirti dire?" rispose con un'altra domanda. Sapevo di averlo fatto arrabbiare ma in quell'instante mi parve ancora più bello del solito e anche maledettamente dolce perché durante tutta la riunione non si intromise mai tra di noi anzi ci lasciò conversare, stuzzicare e in seguito anche lavorare tranquillamente, in ogni caso io avevo notato come non aveva mai smesso di controllarci e alle volte sembrava essere più preso dalle nostre parole che dalla sua attività. Mi piaceva la maniera in cui mi teneva d'occhio senza però risultare invadente e come cercasse di cogliere il mio stato d'animo e la mia disposizione verso Mingyu, probabilmente non l'avevo mai visto così vigile e concentrato su di me.

"Non saprei, l'ultima volta che hai avuto un attacco di gelosia poi mi hai fatto un pompino" gli ricordai poggiandomi al muro del corridoio, nell'attesa che chiudesse a chiave la porta del suo studio.

"In realtà ti ho fatto un pompino perché tu non smettevi di frignare e pormi le solite domande da fidanzatina noiosa" mi corresse, bramando come sempre l'ultima parola.

"Sappi che oltre la collaborazione con Mingyu, ho organizzato i tuoi orari lavorativi basandomi anche sui tuoi impegni scolastici" mi spiegò calmo mentre con un gesto del viso mi fece segno di seguirlo. "Non devi sentirti oppresso o obbligato a venire qui tutti i giorni d'accordo?" continuò dolce e annuii, capendo le sue intenzioni nel non volermi appesantire.

"Ma cosa più importante" disse puntandomi l'indice contro. "Ricordati che qui dentro il capo sono io" mi intimò con un sorriso malizioso, così non potei fare altro che alzare un sopracciglio e lo stuzzicai ricreando i gemiti che qualche ora prima mi stava dedicando nello studio.

"Oh mio dio" ansiai fingendo un rapporto e subito Taehyung cercò di zittirmi dato che ci trovavamo ancora in corridoio. "Ti prego Jungkook continua" continuai gemendo, dicendo esattamente le stesse parole che aveva urlato Taehyung mentre lo stavo scopando. Si avvicinò velocemente e mi mise una mano sulla bocca per tappare i miei lamenti e non potei fare altro che scoppiare a ridere per la sua reazione. Mi piaceva quando arrossiva, quando le sue labbra si piegavano verso il basso o quando si trovava in difficoltà nel rispondere alle mie provocazioni e proprio per tutte quelle adorabili conseguenze, amavo prendermi gioco di lui tramite quelle piccolezze, anche se al contrario per lui sembrava una questione del tutto seria. Mi aveva confessato che non era solito a stare sotto durante un rapporto eppure a me l'aveva già concesso un paio di volte, io ne ero completamente onorato ma lui si vergognava ancora ad ammetterlo ad alta voce, nonostante me lo lasciasse tranquillamente fare.

Era esilarante il cambiamento di entrambi quando ci trovavamo a letto insieme: Taehyung era solito a prendere da solo tutte le decisioni, era quello vigoroso e determinato, quello capace di prevalere facilmente su di me o su qualsiasi altra persona attraverso il suo fisico e attraverso il suo carattere e soprattutto era colui che provava divertimento nel comandarmi a bacchetta eppure durante l'intimità diventava accondiscendente, quasi timido e bisognoso di ricevere amore. Viceversa io mi facevo spesso sottomettere dalle sue parole, cercavo di modellarmi pur di piacergli o pur di renderlo felice, malgrado tutte le mie insicurezze, ero imbranato, goffo e mi sentivo in imbarazzo anche per un solo suo sguardo tuttavia diventavo sicuro di me durante il sesso. Era bello avere potere su di lui allo stesso tempo però sapevo che si sarebbe presto ripreso quel suo maniacale controllo e che se solo mi fossi donato a lui per la prima volta, dopo avrei potuto stare sopra solo nella mia immaginazione.

"Vai a fanculo" bisbigliò scontroso, mollando finalmente la presa dalle mie labbra, lasciandomi così libero di parlare.

"Non ti facevo così tanto permaloso sai?" dissi sarcastico.

"Dimmi Jungkook, vuoi essere licenziato lo stesso giorno della tua assunzione?" chiese con il mio stesso tono, facendomi ridacchiare.

Si voltò e fece per camminare dal lato opposto del corridoio ma ovviamente non lo lasciai andare da solo, mi affrettai nel seguirlo e gli cinsi le spalle con un braccio per avvicinare il suo corpo al mio. Lo vidi sorridere lievemente e questo non fece altro che riempirmi maggiormente il cuore di gioia, stava quasi straripando per quanto felice fossi in quel momento e non avrei voluto mollarlo per nessuna ragione al mondo, d'altra parte neppure Taehyung accennava a volersi separare da me così semplicemente ne approfittai prima che potesse cambiare idea.

Ero sicuro che sarebbe stato bello lavorare con lui, avevamo già fatto squadra tre volte: per la rivista, nel tentativo di farmi recuperare i voti insufficienti e quando mi finsi un suo collaboratore durante una riunione di lavoro e tutte le volte, probabilmente grazie alla nostra complicità, era stato un successo per entrambi, motivo per cui non ero per nulla preoccupato di fare male o di non essere all'altezza, a differenza di quando cominciai a lavorare nello stip club. Taehyung era serio e mi aveva dimostrato più volte di mettere la sua professionalità al primo posto ed era anche terribilmente severo e frigido con tutti i suoi dipendenti ma io sapevo di avere un posto speciale nel suo cuore e dunque mi avrebbe trattato diversamente, ovviamente non pretendevo favoritismi o cose di questo genere ma semplicemente volevo che con me continuasse a comportarsi come Kim Taehyung e non come quell'insopportabile figlio dei Kim.

Con lui mi sembrava di vivere in una bolla sospesa a mezz'aria, ero felice tuttavia sapevo che sarebbe bastato un solo soffio per scoppiarla e in men che non si dica avrei provato tutto quel dolore che stavo cercando di evitare. Stavo fuggendo dai miei problemi già da un bel po' di giorni ma quando ero con lui, non riuscivo a sfogarmi o ad aprirmi poiché mi veniva molto più facile abbandonarmi alla passione o a quelle emozioni che da solo o con gli altri non riuscivo più a provare, lui era la mia unica salvezza in quel periodo della mia vita perché ero consapevole di sentirmi vivo esclusivamente insieme a lui, motivo per cui avevo una terribile paura di separarmi da lui e ricadere in quella sofferenza e in quell'agonia che da giorni non aveva abbandonato il mio corpo. Non stavo più frequentando la scuola, non avevo partecipato agli allenamenti e non sapevo neppure quando sarebbe cominciato il vero e proprio campionato, stavo evitando i miei genitori e persino i miei migliori amici. Tutte le mie ambizioni e la vittoria dell'ultimo anno, che mi avrebbe permesso di realizzare tutti i miei sogni erano sempre più lontani e la malattia che mi era stata diagnosticata al cuore non mi spingeva neanche a lottare o provare a rimettere insieme i pezzi della mia vita, nel tentativo di tornare ad essere ciò che ero prima. Mi stavo spegnendo a poco a poco ma finché Taehyung sarebbe rimasto al mio fianco mi sarei sentito protetto e al sicuro da ogni male poiché in quel momento l'unica mia costante rimaneva Taehyung.

Quando arrivammo al primo piano potei udire delle voci ancora vispe, ovviamente non tutti erano andati via e qualcuno stava ancora tranquillamente chiacchierando all'entrata così mi affrettai nel distanziarmi da Taehyung. Lo liberai dalla mia presa e semplicemente continuai a camminare senza però alcun contatto, da un lato per paura che ci vedessero e che ci giudicassero male e dall'altro perché non conoscevo l'opinione di Taehyung sull'argomento, non sapevo se avesse paura di esporsi o se magari provasse fastidio di mostrarsi con me agli occhi delle altre persone. Il cicaleccio terminò quando Taehyung fece la sua comparsa nella hall e solo dopo un sonoro coro di saluti da parte di quei pochi dipendenti che erano rimasti in azienda, uscimmo dall'edificio.

Inaspettatamente venni colpito da un'ondata di aria fresca che mi fece socchiudere gli occhi, amavo il clima sereno e piacevole che si percepiva durante le ore notturne, era senza dubbio il mio momento preferito della giornata per il semplice motivo che tutto diventava magicamente silenzioso come se non esistesse più alcun dovere o alcuna responsabilità al mondo. Si respirava un'aria differente, quasi speciale e quel cielo scuro, colorato solo dal chiarore della luna, diventava ancora più speciale se condiviso con una persona importante e la mia persona importante era proprio accanto a me, intento ad accendersi una sigaretta. La notte era diventata particolarmente incantevole per me e probabilmente anche un po' a causa sua, avevamo moltissimi ricordi insieme durante quelle ore interminabili di assoluta quiete e oscurità come ad esempio il nostro primo incontro, il nostro primo bacio, la nostra primissima chiacchierata, così come i nostri momenti confidenziali come quando mi raccontò di sua madre o come quando scoprii del suo disturbo di personalità o tutte le volte che era venuto a prendermi fuori lo strip club, durante la notte avevamo fatto a botte, avevamo litigato, avevamo fatto la pace e avevamo fatto l'amore. Sembrava che non mancasse nulla alla lista eppure ero desideroso di aggiungere altri propositi pur di renderla infinita cosicché avessimo sempre un nuovo pretesto per stare insieme.

"Jungkook" mi richiamò dopo aver buttato fuori il fumo dalla bocca. "Che ne dici di festeggiare il tuo nuovo incarico?" chiese entusiasta mentre io mi limitai ad osservarlo senza parlare. Era bellissimo e spesso mi capitava di perdermi davanti a lui, conoscevo perfettamente tutti i dettagli della sua pelle, ogni singola imperfezione o singolarità come quegli occhi asimmetrici che lo rendevano maggiormente attraente, come quei adorabili nei che aveva sul viso, i capelli morbidi, le dita lunghe e magre, la cicatrice vicino alla bocca, le sue ciglia scurissime e i due buchi che aveva all'orecchio, uno accanto all'altro che spesso erano riempiti da orecchini e diamanti lussuosi. Tutto di Taehyung era maledettamente bello, persino le sue abitudini che avevo col tempo imparato e memorizzato come quando stringeva il pugno e si copriva la bocca prima di ridere, come si aggiustava la frangia in modo che non gli ricadesse sugli occhi e come ogni volta si leccava le labbra prima di cominciare a parlare. Tutte quelle sue caratteristiche mi lasciavano senza parole e sentivo di essere innamorato non solo di lui come persona ma anche di tutte quelle piccolezze che lo definivano.

"Posso portarti a cena fuori" continuò picchettando sulla sigaretta, buttando così un po' di cenere per terra.

"Perché non festeggiamo in un altro modo?" mi precipitai a contrastarlo, avvicinandomi a lui. Non so cosa accadde dentro di me, forse l'avevo guardato per troppo tempo e il solo posare gli occhi su di lui aveva fatto nascere in me una voglia sconfinata di averlo di nuovo tutto per me. Avevo voglia di stare con lui ma con nessun'altro attorno, solo io e lui a letto insieme per riprendere ad esplorare i nostri corpi fino a consumere la nostra pelle.

"In che modo?" chiese lui ma ebbi come l'impressione che avesse già capito le mie intenzioni malgrado la sua domanda.

Poggiai una mano sul bordo della sua camicia e intrufolai le dita al di sotto della stoffa, cominciando ad accarezzargli un fianco mentre con l'altra mano cercai la sua e riuscii a coglierlo alla sprovvista, proprio perché quel gesto fu del tutto inaspettato. Gli rubai la sigaretta e senza interrompere quel contatto visivo che avevo appositamente creato, me la portai tra le labbra e feci un tiro, aspirando quel vapore che avevo sempre disprezzato e dalla quale mi ero sempre scansato come se fosse peste eppure in quel momento mi apparve del tutto eccitante. La prima boccata scese direttamente in gola così aspirai ancora e a quel punto mi sporsi maggiormente verso di lui, poggiai le labbra sulle sue, già leggermente schiuse, e soffiai fuori il fumo che tenevo in bocca, passandoglielo attraverso un dolce bacio.

"Questa non è una risposta" disse impassibile nonostante avesse già compreso la mia volontà. "Come vuoi festeggiare Jungkook?" chiese alzando un sopracciglio, mi stava provocando come se volesse di più da me, come se volesse a tutti costi che dicessi o che spiegassi la voglia che avevo di lui ad alta voce. Ai suoi occhi sarei anche potuto apparire arrogante e superbo dopo il gesto che avevo compiuto ma la verità era che mi veniva facile copiare i suoi atteggiamenti e travestirmi nel tentativo di diventare come lui, giusto per tenergli testa ma la verità era un'altra, io sapevo di essere solo un ragazzino timido e spaventato, motivo per cui cercai una scorciatoia.

Gettai la sigaretta per terra e portai entrambe le mani dietro la sua nuca, attraendolo nuovamente a me. Quando lo baciai, lui mi strinse forte a sé come se stesse aspettando quel momento da troppo tempo, così subito mi insinuai nella sua bocca e a differenza di quello precedente che era solo un bacio delicato, questo si fece subito più spinto e incontrollato. Le nostre lingue si intrecciarono e i nostri corpi si attaccarono l'uno a l'altro al punto che potei sentire il mio cuore accelerare e battere contro il suo petto, o forse erano semplicemente i suoi battiti mischiati ai miei, non riuscii a distinguere più nulla poiché il mio cervello andò subito in tilt, tanto al punto da non riconoscere a chi appartenesse quella voga, quel respiro o quei gemiti strozzati che continuavano ad echeggiare nell'aria. Ogni volta che le nostre labbra si separavano, quando poi si ritrovavano sembravano essere sempre più affamate dell'ultima volta.

Eravamo l'uno la calamita dell'altro.

Si staccò appena e mi scostò alcune ciocche di capelli. "Non basta, devi dirmelo" sussurrò questa volta con un tono di voce debole, quasi dolce eppure io riuscii a pensare solo a quanto stronzo fosse. Il suo autocontrollo era da invidiare, riusciva a rimanere lucido anche in quelle circostanze e ancora una volta mi ritrovai a doverlo invidiare poiché il mio invece era sparito già da un bel pezzo, a me bastava guardarlo o bastava che mi sfiorasse leggermente per perdere il senno della ragione, vedevo tutti i miei propositi sbriciolarsi e l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi era quel calore che facilmente e ferocemente invadeva il mio corpo.

"Taehyung" borbottai sottovoce, abbassando lo sguardo per la vergogna mentre lui si chinò verso di me per annusarmi debolmente il collo. Non mi baciò ma rimase in quella posizione nell'attesa che rispondessi a quella sua richiesta o forse nella sua testa, con quel comportamento avrebbe voluto agevolarmi dato che da quell'instante mi tenne nascosti i suoi occhi che attentamente avevano scrutato ogni mia mossa.

Il mio corpo stava tremando ma sapevo di dover trovare il coraggio di dire ciò che lui voleva sentirsi dire così sospirai e chiusi gli occhi.

"Taehyung" lo richiamai questa volta deciso, facendogli alzare lo sguardo verso di me. "Voglio che tu sia la mia prima volta" sussurrai impicciato e in imbarazzo come mai lo ero stato in vita mia, mi ero letteralmente esposto per lui lasciandomi alle spalle il timore e l'agitazione che si era ormai insidiata su tutte le fibre del mio corpo tuttavia la sua reazione fu quella di farsi una risata del tutto genuina e persino contagiosa. Scossi la testa poiché non riuscii a credere alla scena davanti ai miei occhi.

Stava ridendo delle mie parole... Aveva fatto tutte quelle storie per sentirsi dire che avevo voglia di fare l'amore con lui per poi rovinare il momento e farmi sentire un perfetto idiota.

Che stronzo.

"Dai smettila" mi lamentai spingendolo da una spalla. "Mi fai sentire ridicolo così" ammisi il mio stato d'animo però lui non smise di ridere. Sbuffai e cercai di allontanarmi da lui tuttavia quando mi voltai, le sue braccia si avvolsero attorno al mio petto, abbracciandomi da dietro e stringendomi affettuosamente forse per la prima volta.

"Dove credi di andare?" sussurrò all'orecchio, improvvisamente aveva smesso di ridere e di prendermi in giro.

Lo odiavo.

"Non devi sentirti ridicolo" cercò di rincuorarmi. "Sei solo eccessivamente adorabile" disse continuando a ridere sotto i baffi.

Taehyung era davvero uno stronzo ma poi quando si comportava in quel modo infantile, come se fosse completamente ingenuo e innocente, mi era impossibile resistergli.

"E adesso andiamo" urlò dandomi una pacca sul sedere. "Forza Jungkook sorridi, stai per perdere la verginità" continuò e questa volta alzai gli occhi al cielo rassegnato, amavo vederlo felice e spensierato e quella sua reazione mi fece comprendere quanto io avessi dato un eccessivo valore ad una cosa che probabilmente per Taehyung non era poi così importante. Non riuscii a comprendere se avessimo delle considerazioni completamente differenti sull'argomento oppure se era il suo modo per cercare di tranquillizzare le mie percepibili ansie e ridurre quelle tensioni che ero solito a creare, non seppi rispondere ma comunque lo seguii ed entrai in macchina, percependo un'inaspettata temperatura elevata che mi fece piacere dato il freddo gelido della sera.

Buttai la testa all'indietro poggiandomi sul sedile e chiusi gli occhi quando sentii il motore della macchina azionarsi. Avevo paura che la mia ansia fosse dovuta da una scelta sbagliata ma in realtà sapevo che la mia decisione non fosse affatto avventata, al contrario avevo passato notti intere a pensarci su, a come sarebbe stata o cosa avrei dovuto fare per renderla perfetta ma alla fine la cosa migliore mi sembrò lasciarmi trasportare dalle emozioni, nel tentativo di spegnere totalmente il cervello. Mi sarei semplicemente fidato di lui, della sua comprensione e soprattutto della sua esperienza.

Improvvisamente sentii di aver già vissuto quel momento e mi ricordai della prima volta che andai a casa sua e di come ero agitato prima di fare l'amore con lui, il cuore mi batteva forte, sentivo le farfalle allo stomaco e l'ansia sembrava mangiarmi vivo, ci vollero pochi minuti per comprendere che quelle sensazioni, che credevo solo ricordi, erano in realtà ancora presenti nel mio corpo e dunque capii che nulla era cambiato da quel giorno, al contrario quelle emozioni erano forse più intense. Aprii gli occhi e mi voltai verso Taehyung, potevo sentire ancora il sapore delle sue labbra su di me e la sua risata nelle orecchie, mi bastò guardarlo per regolarizzare il mio respiro.

Una sola cosa era decisamente cambiata dalla nostra prima volta: la mia consapevolezza. Se prima ero solo curioso e desideroso di seguire il mio istinto o di avere il suo corpo, adesso ero sicuro di quello che stavo per fare perché sapevo di voler donare tutto me stesso a Taehyung, proprio come lui si era già donato a me in ogni modo possibile.

Spazio Autrice

Per tutti quelli che hanno da sempre desiderato Taehyung top sono felice di annunciarvi che non dovrete più attendere, finalmente è arrivato anche il vostro momento lmao il prossimo capitolo sarà interamente dedicato a voi campioni!

Detto questo che ne pensate adesso di Mingyu? Nei confronti di Taehyung è abbastanza distaccato, quasi finge di non vederlo mentre con Jungkook sembra flirtare e non ha un approccio molto professionale. Cosa accadrà quando i due si ritroveranno da soli? coff coff

^Questo posto è riservato per dire addio alla verginità di Jungkookie^

-Federica

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