43. Mille contraddizioni

Taehyung's pov

In quell'instante Jungkook mi parve un'apparizione, in quei giorni non avevo smesso di pensarlo neanche per un secondo e in tutte le notti passate insonne avevo sognato e immaginato di sfiorare la sua candida pelle e di averlo accanto a me nella speranza che potesse alleviare il mio dolore. Lo guardai da capo a piedi e ancora una volta mi resi conto di quanto fosse il ragazzo più bello che avessi mai visto, era semplice, ingenuo e delicato ma allo stesso tempo era sensuale, pungente e forte, molto più di quanto lo fossi io. Lui non sapeva di esserlo, non sapeva di avere tutte quelle qualità, probabilmente credeva addirittura il contrario ma per me Jungkook rispettava il canone della perfezione. Naturalmente non l'avrei mai detto ad alta voce e tantomeno a lui poiché sarebbe risultato stucchevole e io sarei sembrato cotto da far schifo.

L'amore era un sentimento talmente puro da risultare quasi nauseabondo, significava prendersi cura dell'altro, significava avere a che fare con le farfalle nello stomaco, il batticuore, il respiro affannato, le guance rosse e la difficoltà nel parlare. Dove stava la parte bella dell'innamorarsi? Credere e illudersi che quel sentimento potesse durare per sempre? Di crescere insieme e di fare dei figli o comprare un cane? La felicità nell'innamorarsi era interamente basata su un castello d'aria, era tutta un'utopia mentre la parte brutta era concretezza, il mondo reale. Avevo sempre creduto che solo i superficiali e gli stupidi potessero rischiare di cadere in quella trappola d'amore ed io ero troppo cosciente per potermi innamorare.

Non lo ero e non avrei voluto esserlo neanche in futuro, motivo per cui non potevo averlo più tra i piedi, non potevo rischiare di cadere in tentazione e l'unica soluzione era che sparisse dalla mia vita per sempre. Ero stato io a chiedergli di lavorare con me, l'avevo stimolato e incitato nel far parte della mia azienda ma adesso che era li davanti a me, a implorarmi di avere un'occupazione non ero più sicuro di volergliela dare. Avrei potuto semplicemente inventare una scusa per mandarlo via oppure sarei potuto essere sincero con lui, almeno per una volta, dicendogli di andarsene e non farsi più vedere. Ovviamente erano pensieri contrastanti poiché se da un lato avrei voluto stare con lui per potermi sentire meglio dall'altro sapevo di doverlo allontanare per il suo bene e per cercare di scacciare quel calore che provavo dentro al petto ogni qual volta che i suoi occhi si scontravano con i miei.

Non avevo intenzione di classificare quel sentimento un po' perché mi spaventava e un po' perché non sapevo davvero cosa fosse e mi rifiutai di chiamarlo amore o qualcosa di simile poiché per me era impossibile solo anche pronunciare quella parola.

Sospirai e gli andai incontro, cercando le parole giuste per poter rifiutare la sua proposta nel modo più gentile del mondo per evitare che ne rimanesse deluso o peggio ferito. Raggiunsi la sua figura imponente e quando lo guardai negli occhi, mi sentii guidare da qualcosa che non avevo mai provato prima, una spinta inebriante si fece strada dentro di me e non riuscii ad oppormi a quell'infiammabile desiderio, così al posto di cacciarlo come invece avrei dovuto fare, lo baciai.

Con la lingua scorsi e accarezzai il suo labbro inferiore, un modo delicato per poter chiedere l'accesso alla sua bocca ma inaspettatamente Jungkook poggiò le mani sul mio petto e si insinuò tra le mie labbra prima che potessi farlo io. Aveva colto la mia voglia e la mia intenzione e mi aveva preceduto, mi faceva davvero impazzire quando prendeva iniziativa ma anche quando mi assecondava e così sorrisi per la felicità interrompendo quasi il bacio.

Avvertii la sua lingua sulla mia, sul palato e persino sui miei denti, eravamo entrambi vogliosi probabilmente a causa dell'assenza e della mancanza che avevamo provato l'un per l'altro che nel giro di pochi secondi quel bacio si fece sempre più intenso e più frenetico. Mi lasciai trasportare completamente a quella foga e quell'impeto che non potevo né respingere e né negare, era evidente che ci fosse una passione e un'attrazione fisica tra noi ed era del tutto incontrollabile. Il suo corpo era una calamita per me, ci attraevamo in modo naturale ogni qual volta che rimanevamo da soli ed era quello che in quel periodo mi faceva stare bene con me stesso e persino con il mondo intero.

"Accetto" gemetti sulla sua bocca e a quel punto Jungkook catturò il mio labbro e lo strinse tra i denti, mordendomi leggermente per poi staccarsi da me.

Con un gesto veloce lo feci voltare e liberai la scrivania da ogni oggetto per adagiare il corpo di Jungkook su di essa, lui si sedette sopra accontentandomi ed io gli allargai le gambe in modo da intrufolarmi nel mezzo. Il mio membro stava già premendo sulla cerniera dei suoi pantaloni, mi bastava guardarlo per eccitarmi, non avevo mai visto un corpo bello come quello di Jungkook e anche quando mi stava semplicemente accanto sentivo dentro di me un calore inspiegabile e un desiderio che andava oltre qualsiasi cosa. Avevo sempre avuto una gran voglia di toccarlo, di sentirlo vicino e non avevo mai nascosto a Jungkook quel bisogno, molte volte mi ero dovuto trattenere o avevo dovuto aspettare i suoi tempi ma allo stesso tempo molte altre volte era stato lui a sorprendermi e a fare il primo passo con me, era stato lui a darmi il primo bacio ed era stato lui a inginocchiarsi per primo davanti a me. Era tutto magnifico con lui e avrei tanto voluto farlo mio quel giorno ma sapevo che non era il momento giusto, specialmente per lui ma allo stesso tempo sentivo il bisogno di fare di nuovo l'amore con lui, era tutto quello che mi serviva per stare meglio.

Avrei voluto avvisarlo per il suo bene di starmi lontano, soprattutto in quel momento di completa instabilità ma ero così egoista che se fossi sprofondato del buio più totale avrei desiderato che lui cadesse insieme a me. Credevo che prendere le distanza fosse giusto sia per me che per lui ma con le sue labbra attaccate alle mie, con il suo sapore e il suo profumo addosso non ero più rimasto fedele a tutti i pensieri che avevano popolato la mia testa in quei giorni di lontananza e sentivo che non ci fosse più nessuna via d'uscita per noi due. Nella mia mente Jungkook mi apparteneva, era mio e non avevo alcuna intenzione di perderlo, d'altro canto però ero consapevole che non sarebbe più stato mio se avesse conosciuto anche l'altra faccia della medaglia, se avesse conosciuto tutti i miei segreti e tutte le mie afflizioni.

Se solo gli avessi rivelato la metà delle cose che riguardavano il mio passato ora Jungkook non starebbe qui nel mio studio a baciarmi e neppure a supplicarmi di avere un lavoro.

Al solo pensiero strinsi nella mia mano qualche ciocca dei suoi capelli in modo da avvicinarlo maggiormente a me, approfondendo così quel bacio infinito.

Cosa mi stava accadendo? Perché continuavo a fare quel tipo di osservazioni? Non capivo se ero pronto per rivelare ed esporre i miei sentimenti per lui oppure era una semplice possessione nei suoi confronti, non credevo di provare ciò che provava lui nei miei confronti ma sapevo di volerlo solo per me. Ero arrivato al mio limito, mi sentivo completamente diverso e cambiato da quando lui era entrato nella mai vita tuttavia ero disposto a far vedere quel cambiamento solo a Jungkook, poiché era l'unico che avrebbe potuto salvarmi dalla mia infelicità.

Mi staccai di colpo da lui e strizzai gli occhi nel tentativo di smettere di pensare, mi sentivo all'interno di una spirale e non riuscivo ad uscirne fuori. Volevo solo smettere di tormentarmi e godermi quel momento con lui ma era fottutamente difficile.

Jungkook mi guardò sospetto ma fortunatamente bastò scusarmi per cancellare quel mio nervosismo e quella sua titubanza, così un attimo dopo la sua mano si poggiò dietro la mia nuca in modo da riportarmi su di lui. La sua lingua mi chiese prepotentemente il permesso di entrare nella mia bocca e quando schiusi le labbra, si spinse dolcemente dentro di me, facendomi chiudere gli occhi e beandomi della sua morbidezza e di quel calore ormai familiare.

Con le mani mi poggiai sulle sue spalle e lentamente percorsi le sue braccia muscolose mentre lui continuava a baciarmi come se non riuscisse più a farne a meno e così anch'io, sentivo di non poter più vivere senza i suoi baci e senza quell'ardore struggente e implacabile che solo lui riusciva a procurarmi. Avevo provato a stargli lontano ma non avrei mai potuto dimenticarlo, Jungkook era diventato una droga per me e questo mi spaventava parecchio perché io non ero mai dipeso da nessuno, quel sentimento che cominciavo a nutrire per lui era un qualcosa di nuovo per me e non ero in grado di gestirlo.

"C'è qualcosa in particolare di cui vuoi occuparti?" bisbigliai scendendo con le labbra per baciarlo e per dare attenzione anche al suo collo intriso di un profumo che era solo suo. Lo sentii ansimare rumorosamente e inclinò la testa di lato per lasciare più spazio ai miei baci. "Rispondi" ordinai mentre cominciai a sbottonargli la camicia.

"Sono abbastanza inesperto" sussurrò a fatica come se fosse già in estasi. Mi faceva impazzire il modo in cui reagiva ai miei gesti perché mi faceva sentire adatto e giusto per lui.

"Quindi dovrei scegliere io le tue mansioni?" chiesi sfilandogli sia la camicia che la giacca.

"Voglio solo esserti d'aiuto" mi avvicinò a lui e fece scorrere una mano sulla mia schiena mentre le mie dita stavano già sfiorando i suoi pettorali, scendendo verso i suoi addominali e persino al suo ombelico. Volevo toccare ogni centimetro del suo corpo, per me era simile all'arte, alla perfezione e ad un piacere unico. "Voglio facilitare il tuo lavoro" continuò fissandomi negli occhi e mi resi conto di quanto lo desiderassi in quel momento. Le mie mani facevano su e giù sulle sue cosce e sorrisi malizioso a quella frase, pensando a quello che avrei potuto fargli fare.

"Se vuoi facilitarmi lecca" dissi porgendogli due dita e picchettando le sue labbra. Avrei voluto che fosse completamente nudo, avrei voluto procurargli un nuovo piacere ed entrare dentro di lui per abituarlo a poco a poco ad una presenza che uno di quei giorni avrebbe sicuramente sentito ma mi sarei accontentato di sentirlo succhiare, immaginando che le mie dita fossero un'altra parte del mio corpo e mi eccitai maggiormente solo al pensiero.

"Sono il tuo capo adesso, devi fare tutto quello che dico" lo incitai ancora. "Apri la bocca e leccami.

Al posto di fare ciò che gli avevo detto però afferrò il mio polso e mi baciò tutte le dita, le nocchie e il palmo della mano. Il mio sguardo posò su di lui per tutto il tempo, era un gesto talmente dolce da risultare quasi imbarazzante ed era l'esatto opposto di ciò che gli avevo ordinato di fare. Un tempo l'avrei giudicato e trovato completamente sgradevole ma quella gentile accortezza mi fece battere il cuore all'impazzata, lo sentivo letteralmente battere fuori il mio petto e mi chiesi come un gesto semplice come quello poteva avere un riscontro talmente importante su di me. Mi liberai dalla sua leggera presa e poggiai le mani sul bordo della scrivania, sporgendomi così verso di lui per poterlo baciare di nuovo, nel tentativo che non percepisse né il sentimento travolgente che scorreva nelle mie vene né la smania interiore che popolava nel mio cervello.

Gli diedi non so quanti baci a fior di labbra prima che mi desse il permesso di assaporare ancora una volta la sua bocca, sembrava turbato e quasi intenzionato a fermarsi e una nuova sensazione sbocciò dentro il mio petto, avevo paura che non provasse la mia stessa voglia e per la prima volta in tutta la mia vita non mi sentii bramato dalla persona che avevo di fronte.

Lo baciai disperatamente, con forza e intensità, un bacio in cui misi tutto il cuore pur di interrompere i miei pensieri. Le nostre lingue si rincorsero freneticamente, la sua torpida e calda accarezzò la mia e un attimo dopo, inaspettatamente si allontanò leggermente da me e poggiò la fronte sulla mia, i nostri nasi si sfiorarono mentre i nostri respiri affannati si mescolarono tra loro. Pensai che avesse solo bisogno di un attimo per recuperare fiato ma di colpo si scostò da me e poggiò le mani sopra le mie.

"Perché non mi hai risposto in questi giorni?" chiese abbassando lo sguardo, un po' misto tra la tristezza e la delusione. Aggrottai le sopracciglia e cercai di baciarlo ancora senza rispondere, non avevo alcuna intenzione di parlargli o esternare i miei pensieri e i miei ricordi. Dovevo rimanere forte e non cedere ai suoi occhi o alle sue domande tuttavia posizionò le mani sulle mie guance in modo da bloccare i miei movimenti.

"Taehyung sei sicuro di star bene?"

Vaffanculo Jungkook, perché non vuoi lasciarmi in pace?

A quelle parole mi spinsi sul suo corpo e nascosi il viso nell'incavo del collo, mugolando qualcosa di incomprensibile persino alle mie orecchie. Non avevo voglia di fare nulla, non volevo servirmi del suo corpo per distendere i miei nervi, non volevo usarlo e non mi andava neppure di parlare, volevo solo stare tra le sue braccia e godermi quel silenzio con lui. Avevo sempre creduto che il sesso, le provocazioni e le allusioni fossero le cose più piacevoli e appaganti del mondo eppure in quel momento mi sentivo pieno e vivo come non mai, non stavamo facendo assolutamente nulla ma solo stringerlo a me e sentirmelo addosso mi rendeva felice.

"Taehyung" sussurrò dolce mentre con le mani mi accarezzò la schiena, fino a fermarsi ai fianchi per stringerli delicatamente. "Vorrei che mi dicessi tutto quello che ti passa per la mente" sussurrò e proprio in quel momento capii di aver fatto la scelta sbagliata, averlo accanto mi rendeva terribilmente debole ne ero consapevole ma allo stesso tempo non riuscivo a separarmi da lui. Credevo di essere più forte di così eppure solo il pensiero di doverlo allontanare o di dovergli mentire mi faceva stare male, motivo per cui per giorni interni avevo evitato di sentirlo e di vederlo.

Allungai le braccia e le allacciai attorno al suo collo, scuotendo il viso, avevo paura di aprire bocca perché non potevo dirgli la verità, quella verità che per anni avevo cercato di sopprimere e nascondere a tutti coloro che mi rivolgevano la parola perché la consapevolezza di essere colpevole mi aveva sempre portato a credere che anche gli altri, solo a guardarmi negli occhi, avrebbero potuto scoprire i miei segreti e le mie colpe. Era straziante dover fingere di essere innocente, sapevo che tutti fossero all'oscuro del mio passato ma allo stesso tempo temevo che da un momento all'altro qualcuno avrebbe potuto capire qualcosa solo standomi a fianco mentre con Jungkook era diverso, lui mi aveva sempre riservato degli occhi pieni d'amore e dei gesti talmente affettuosi da farmi sciogliere il cuore. Con lui mi sentivo al sicuro e non volevo che finisse tutto per colpa mia.

Erano tornati a galla tutti i ricordi e di conseguenza anche tutte le mie debolezze e le mie angosce, sapevo che fosse solamente una fase e sapevo che presto l'avrei superata, nel frattempo però avrei dovuto stringere i denti e fingere che andasse tutto bene.

Mi allontanai da lui in modo da offrirgli la visuale del mio corpo così anch'io potevo avere la visuale sul suo, già mezzo nudo. Lo guardai negli occhi e lentamente mi spogliai, mi sbottonai la camicia, levai le scarpe e mi sfilai i pantaloni sotto il suo sguardo confuso ma allo stesso tempo potei finalmente cogliere una scintilla di passione ed era proprio ciò che volevo suscitare in lui. Non sapevo cosa stavo per fare ma avrei potuto fare di tutto pur di tenerlo distante dai miei pensieri malsani, volevo che credesse che nonostante i giorni di distanza e di silenzio fosse rimasto tutto uguale tra noi.

"Ti prego Jungkook" dissi sottovoce e colsi nella mia voce un tono quasi supplichevole, di certo non volevo che andasse in quel modo ma Jungkook scese dalla scrivania per avvicinarsi a me e quello mi bastò per alleggerire il peso che portavo sulle spalle.

Mi guardò dritto negli occhi mentre con la mano mi accarezzò l'addome fino a scendere verso la mia intimità, mi sfiorò delicatamente il corpo e non potei fare a meno di chiudere gli occhi per il piacere e probabilmente anche per evitare che il suo sguardo bruciasse le mie iridi. Si soffermò a giocare con l'elastico dei miei boxer e sussultai quando le sue unghie si conficcarono nel mio ventre, era un gesto inaspettato che però mi provocò un allentante dolore che portò a rendere più stretto il tessuto che copriva la mia protuberanza.

"Finisci di spogliarmi" mi invitò Jungkook e immediatamente le mie mani si fiondarono sul bottone del suo elegante pantalone, non fece in tempo a chiedermelo che si trovò subito completamente nudo davanti a me così anche lui tolse il mio ultimo indumento e le nostre labbra si unirono ancora una volta in un bacio passionale. Con uno scatto Jungkook mi sollevò da terra e automaticamente allacciai le gambe attorno al suo bacino, camminò fino a raggiungere il divanetto e a quel punto mi fece sdraiare e mi allargò le gambe mentre le nostre lingue continuavano a rincorrersi e a giocare tra loro.

Mi lasciai andare completamente ai suoi baci e proprio mentre le sue labbra erano attaccate alla mie, entrò lentamente dentro di me strappandomi un gemito per la sorpresa. La prima volta mi aveva preparato e aveva persino indossato il preservativo, ora invece sembrava aver dimenticato il tatto e persino le dovute precauzioni tuttavia con il passare dei minuti mi convinsi che fossero solo delle dimenticanze perché per il resto Jungkook rimase delicato e romantico come la nostra prima volta.

I suoi fianchi si mossero più volte avanti e indietro e ogni volta percepivo un leggero dolore ma allo stesso tempo una scarica di adrenalina proprio all'interno del mio stomaco e quando le sue spinte si fecero sempre più forti e profonde mi resi conto che avrei voluto sentire quel dolore per il resto dei miei giorni.

Mi tenne fermo per i fianchi fino a quando, abituato ormai alla sua presenza, mossi il bacino per andargli incontro e a quel punto le sua mani iniziarono ad accarezzare le mie cosce e le sue labbra umide cominciarono a torturare il mio collo. Gemetti quando cominciò a succhiarlo, quasi a volerlo marchiare e poi prese a leccare e a mordicchiare la mia pelle intrisa già di sudore, scendendo fino ad arrivare al capezzolo che afferrò tra i denti procurandomi un male però del tutto gradevole.

In quel momento Jungkook poteva fare di me tutto quello che voleva, ero troppo fragile per poter ricambiare e troppo eccitato per poter rifiutare. Ero perso, completamente abbandonato a lui. Ad ogni sua spinta, scappava dalla mia bocca uno sfacciato e acuto gemito, stava toccando tutti i punti giusti con la forza giusta e sapevo che sarei venuto presto se avesse continuato a toccare tutti i miei punti deboli con la sua intimità e quando aumentò ancora il ritmo, piegò la testa in avanti ed io ne approfittai per intrecciare le dita tra i suoi soffici capelli.

"Continua ti prego" esclamai cercando di aggrapparmi poi con le mani ai muscoli delle sue braccia, assecondando così i suoi movimenti. Le sue spinte erano in perfetta sincronia con ciò che io desideravo in quel momento, non riuscivo a decifrare se mi facesse male o solamente un gran bene ma avrei voluto di più, motivo per cui continuavo ad incitarlo malgrado già mi sentissi già sfinito e debole.

Credevo di morire per l'eccessivo piacere ma non sperai neppure per un secondo che si fermasse o che diminuisse le spinte, che al contrario erano sempre più violenti e veloci. Percepivo la sua presenza pulsare dentro di me che mi lasciava oltre un interminabile compiacenza, un leggero bruciore che non era affatto fastidioso. Sentivo che il suo corpo combaciasse con il mio perfettamente e il cuore mi batteva all'impazzata, tutte queste sensazioni mi diedero come l'impressione di star intrecciando la mia vita con la sua e questo era la cosa più soddisfacente tra tutte.

"Così, tieniti a me" disse quando le mie unghie sprofondarono sulla sua carne, come se avesse percepito la mia gracilità.

"Lasciami perdere ok?" parlai tremando nonostante volessi risultare autoritario come al mio solito, non volevo che si accorgesse della mia fragilità tuttavia al contempo avevo capito che fosse troppo tardi. Jungkook riusciva sempre a leggermi con una naturalezza incredibile ed io non potevo far nulla in quel momento per risultare differente ai suoi occhi, ero tremendamente vuoto e quasi privo di forza ma avevo la necessità che lui proseguisse e che mi rendesse un minimo più forte. "Scopami e basta" ordinai perché l'ultima cosa che volevo era la sua inutile compassione. Non volevo che fosse dolce con me forse per il semplice motivo che credevo di non meritarlo così lui semplicemente ascoltò la mia richiesta, senza nemmeno la minima esitazione.

Nel giro di un secondo il suo ritmo diventò più audace e il calore dentro di me aumentò come una piccola e veloce scintilla che però innesca un fuoco spropositato. Mi stava riempiendo fino al mio limite, cominciavo a sentire Jungkook anche dentro la mia anima, impedendomi quasi di respirare.

"Oh mio dio" mormorai ormai stanco tuttavia continuavo a volerne ancora e ancora. Forse avevo solo paura che quell'atto e di conseguenze anche tutte quelle emozioni positive potessero terminare e dunque sarei sprofondato di nuovo nel mio dolore, era proprio quello che volevo evitare a tutti costi motivo per cui quello che Jungkook mi stava donando, non risultava mai abbastanza. Non mi bastava: volevo sentire quel dolore e quel bruciore fino ad urlare e perdere totalmente la voce, era come quando sentivo di star male per tutto l'alcool che avevo ingerito e malgrado percepissi il conato vicino continuavo a bere i cocktail che mi venivano offerti oppure quando provavo dolore fisico nel tagliarmi i polsi eppure continuavo nella speranza di affievolire quello mentale. Era come una dipendenza e non potevo sottrarmi in alcun modo.

"Guardami Taehyung" parlò per la prima volta dopo tempo e la sua voce era talmente bassa e roca da farmi impazzire, non potei fare a meno di accontentarlo così lo guardai dritto negli occhi.

"Dimmi ciò che provi" sussurrò e capii subito che non era riferito al sesso o al suo straordinario potenziale, voleva sapere se stessi bene poiché sicuramente aveva colto qualcosa di strano o diverso nel mio comportamento. Ero dannatamente difficile mentire in un contesto come quello ma colsi nel suo sguardo la preoccupazione e soprattutto il desiderio di conoscere i miei tormenti.

"Sei un bastardo a chiedermelo adesso"

"È l'unico momento in cui sento di avere il comando su di te" disse affondando violentemente dentro di me facendomi sentire dolore ma allo stesso tempo dei brividi percorsero la mia schiena.

"Cazzo Jungkook" mi lamentai. "Fallo ancora per favore" lo stuzzicai facendogli capire che non avrei parlato neppure in quell'occasione.

"Ti odio" sussurrò mordicchiandomi l'orecchio mentre io risi, godendomi quegli ultimi attimi di paradiso.

Le mie gambe e persino le mie braccia iniziarono a tremare dal piacere, la sensazione di completa pienezza mi travolgeva al punto di non poter controllare i miei movimenti tuttavia Jungkook mi teneva stretto a sé come se da un momento all'altro potessi scivolare via dalla sua salda presa. Non sapevo di preciso quanto tempo fosse trascorso ma i nostri respiri erano ormai corti e i nostri corpi stavano per esplodere, in men che non si dica mi abbandonai a lui e chiusi gli occhi per godermi appieno l'orgasmo. Jungkook venne un'attimo dopo, con un'ultima spinta raggiunse l'apice ma uscì da me prima di rilasciare il suo seme, facendo si che il suo liquido caldo schizzasse sul mio stomaco.

Ero completamente ricoperto di spasmi, il piacere che provai fu mille volte più potente e devastante della prima volta, probabilmente perché avevamo fatto spazio alla passione piuttosto che all'imbarazzo e alla paura di non essere abbastanza. Ora sapevamo di esserlo, ci completavamo a vicenda come se ci conoscessimo da tutta la vita.

Finalmente il tempo si era fermato, era come se attorno a noi non esistesse più nulla, solo un nuovo mondo popolato solamente da me e da lui. Ero consapevole che quella non fosse la realtà però avrei tanto voluto che lo fosse.

Jungkook si abbassò su di me e leccò il suo stesso sperma dal mio addome come per ripulirmi e quel gesto lo trovai maledettamente sexy e dolce allo stesso tempo, dopo di che fece per alzarsi come feci io la prima volta ma lo bloccai prendendolo da un braccio. Volevo che rimanesse con me per un po', però ero anche troppo orgoglioso per poterlo dire ad alta voce, sperai semplicemente che lo capisse ma l'unica cosa che fece fu sporgersi verso di me per lasciarmi un casto bacio sulle labbra dopo di che cominciò a vestirsi sotto il mio sguardo irrequieto.

"Ho capito che c'è qualcosa che non va" parlò solo dopo essersi abbottonato tutta la camicia mentre io rimasi sdraiato sul divano, ancora troppo debole per muovermi. "Va bene se non ne vuoi parlare ma sappi che io sono sempre qui nel caso avessi bisogno di qualcuno" sussurrò calmo, non era arrabbiato per il mio comportamento, anzi era persino apprensivo, talmente tanto da farmi sentire in colpa.

Mi stava fissando negli occhi nell'attesa che rispondessi, negli anni mi ero abituato a nascondere le emozioni e a fingere che non provassi nulla tuttavia quegli occhi tanto sicuri e decisi, in quel momento, davanti a Jungkook stavano anche lanciando un disperato grido d'aiuto, nella speranza che lui potesse coglierlo nonostante il mio fastidioso silenzio.

Spazio Autrice

Buona domenica a tutti <3 Come state?

Questo capitolo è stato scritto ad aprile e quindi quando ho riletto questa bozza ero stupita dal fatto che ci fosse una smut, giuro che non me l'aspettavo neppure io però sinceramente sono molto soddisfatta. Spero sia piaciuto anche a voi!

-Federica

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