39. Brutte notizie
Quel pomeriggio l'aria non era delle migliori, così proprio come il mio umore, risultava insopportabile, era gelida, pungente e faceva freddo. Per tutto il percorso mi strinsi invano nel mio grande giubbotto nero nel tentativo di non prendermi un malanno e nel mentre i miei passi si fecero sempre più larghi pur di arrivare il prima possibile. Avevo saltato la scuola quel giorno, avevo così tanti pensieri per la testa che preferii rimanere a letto a guardare il soffitto piuttosto che cercare di metterli in ordine, ero confuso e non sarei più voluto tornare alla realtà. Quella mattina pensai che sarebbe stato bello cancellare tutto per un po', anche solo per un giorno, dormire finché non si sarebbero sistemati tutti i problemi e svegliarsi con una birra accanto e con la mia musica preferita a palla. Sarebbe stato figo tanto quanto irreale. Sapevo di dover essere io ad affrontare tutte quelle situazioni che mi mettevano a disagio e che mi creavano preoccupazioni, non l'avrebbe fatto nessuno al posto mio, motivo per cui mi alzai e decisi di dirigermi in ospedale per far visita a Yoongi. Innegabilmente preferivo occuparmi delle difficoltà degli altri piuttosto che delle mie, non lo facevo perché ero troppo buono e nemmeno perché ero ingenuo, semplicemente non avevo il coraggio di affrontare le mie, dunque stavo accanto agli altri nel tentativo di trarre del bene anche per me.
Avevo avuto una visita medica il giorno prima, all'insaputa di tutti ma comunque non avevo ancora avuto il responso. Il mio dottore aveva insistito per farmi fare diversi accertamenti come una TAC coronarica, l'elettrocardiogramma e una risonanza magnetica cardiaca, motivo per cui avrei dovuto aspettare almeno 24 ore prima di sapere i risultati. Ero abbastanza terrorizzato e anche se non lo davo a vedere, l'uomo che tanto si era affezionato a me durante l'infanzia mi aveva assicurato molto e aveva dato tutta la colpa allo stress dell'ultimo anno, "avrai solamente una carenza di energie a causa di tutti i tuoi impegni" così aveva detto e per il momento mi faceva piacere pensarla come lui. Avrei solo dovuto aspettare ancora un po' prima di sapere tutta la verità sul mio conto, dopo di ciò mi sarei finalmente levato un grosso macigno dalle spalle e magari ricominciare ad andare a scuola e partecipare agli allenamenti. Non chiedevo altro.
Per cercare di non impazzire durante l'attesa decisi di andare da Yoongi per tenergli compagnia ma la causa che più mi spingeva ad andare in clinica era poter parlare con Jimin a quattr'occhi. Ciò che mi aveva rivelato mi aveva lasciato senza parole e mi colse così alla sprovvista che non seppi come reagire, proprio per questo volevo parlarne direttamente con lui che, sicuramente lavorando in quel settore era più esperto di me.
Quando oltrepassai la sala d'attesa, la donna dietro il bancone mi riconobbe subito come "l'amico di Jimin" e in seguito aggiunse anche un "quello che era con il figlio dei Kim l'altro giorno", motivo per cui tutti mi lasciarono passare senza neppure chiedermi per chi fossi venuto e più salivo le scale più una sensazione cresceva nel mio petto, improvvisamente mi sentii per metà il ragazzo più potente e fortunato del mondo e per l'altra metà il più indegno bastardo.
Mandai un messaggio a Jimin, avevo deciso di incontrare prima lui per schiarirmi le idee e solo dopo avrei visto anche Yoongi. Lo vidi spuntare da un lungo corridoio un paio di minuti dopo aver visualizzato la nostra chat e così mi avvicinai a lui salutandolo discretamente, dato che era pur sempre il suo orario di lavoro.
"Come stai?" mi chiese gentile ed annuii semplicemente, evitando così di mentirgli. "Sai già che Yoongi sta bene e potrai vederlo con i tuoi stessi occhi quindi non ci sarebbe nulla di cui preoccuparsi se solo tu non mi avessi chiesto di fare delle ricerche sul suo diario clinico"
"So che avresti chiesto lo stesso per Taehyung" sussurrai e lo sguardo che mi rivolse mi fece capire di avere ragione. "E ti ringrazio per ciò che hai fatto" continuai ma mi fermò per poter prendere lui la parola e in quel momento pensai che Taehyung fosse davvero fortunato ad avere Jimin come migliore amico.
"La cartella riporta che Yoongi è rimasto in coma all'età di 12 anni quindi è naturale che non ricordi nulla, il cervello a volte tende a dimenticare gli episodi spiacevoli per far posto a momenti felici. Era troppo piccolo per poter ricordare ma quando ha detto di aver avuto l'impressione di essere già stato qui e perché in effetti è già stato qui"
"Aveva la stessa età di quando è morta sua madre" riflettei ad alta voce.
"E cosa vuol dire?" chiese confuso Jimin.
"Di solito quand'è che una persona entra in coma?" domandai di getto approfittando dei suoi studi.
"Possono esserci diversi fattori, quello più comune è sicuramente dovuto all'intossicazione da alcool e stupefacenti ma non credo che Yoongi all'età di 12 anni si facesse di canne e robe..."
"Jimin!" lo richiamai.
"Giusto, scusa" disse sventolando le mani a mezz'aria. "Altri motivi potrebbero essere infezioni del sistema nervoso, ictus o traumi celebrali" spiegò nel mentre che cercai di capire quella situazione che cominciava ad apparirmi sempre più surreale.
Yoongi non aveva mai parlato nella sua infanzia con noi e tantomeno della madre o del terribile accaduto. Genuinamente mi ritrovai a pensare che il suo silenzio non era dettato da un'esagerata riservatezza o dalla paura di cadere di nuovo in uno stato sofferente ma semplicemente dal vuoto che governava nella sua testa. Molte volte io e Hoseok avevamo notato in Yoongi dei problemi di memoria o una fatica eccessiva per ricordare le cose che riguardava il suo passato, dunque magari aveva davvero rimosso dei particolari della sua vita... così proprio come aveva rimosso il fatto di essere stato in coma. Sentii il bisogno di confrontarmi con Hoseok prima di affrontare Yoongi, motivo per cui feci promettere a Jimin di non parlarne con nessuno e in seguito decidemmo insieme di non dirgli nulla pur di non turbare la sua sensibilità, soprattutto dopo quello che aveva passato.
Entrai intrepido nella stanza in cui era stato ricoverato Yoongi e lo trovai in piedi a sistemare le sue cose dentro un grande borsone grigio. Oggi avrebbe levato le tende finalmente perciò cominciò a raccattare tutti i pezzi che gli erano stati utili in ospedale. Quando si voltò verso di me urlò il mio nome, forse per la sorpresa e sorrise come raramente faceva.
"Ehi ti vedo più malridotto di prima" esclamai con un finto sguardo disgustato. "Cavolo hai davvero un brutto aspetto"
"Sei uno stronzo" rise venendomi ad abbracciare.
"Stai bene?"
"Sto bene adesso, non vi dovete più preoccupare e soprattutto dovete smetterla di farmi sempre la stessa domanda"
"Allora la prossima volta ti chiediamo qual è il pin della tua carta così poi andiamo a spassarcela" disse Jimin intromettendosi nel discorso.
"Te li darei anche ma quei soldi mi servono per pagare le sedute dallo psicologo dopo tutte le ore passate insieme a te" replicò con un tono sarcastico e storsi il naso a quel battibecco. Li guardai e vidi Jimin fargli una smorfia, la stessa che fece sorridere il mio amico in modo tenero, improvvisamente mi sentii il terzo incomodo e percepii una strana intesa tra i due. Avevano passato tanto tempo da soli e sembravano essere già in ottimi rapporti, era insolito vedere Yoongi approcciarsi a qualcuno che non fossimo noi ma allo stesso tempo mi rese felice, soprattutto dopo aver accurato che Jimin fosse davvero una persona fantastica. Potevo fidarmi di lui anche se alle volte poteva risultare stravagante, era senza dubbio un ragazzo particolare così come lo era il suo migliore amico.
"Ci sono novità a scuola?" mi chiese il menta, ritornando con lo sguardo verso di me.
"È qui la festa?" sentii alle mie spalle una voce che non mi lasciò rispondere alla domanda. Ruotai gli occhi e mi voltai sapendo già chi avrei trovato. "Perché nessuno mi ha invitato?" continuò sfacciato.
"Cosa fai qui Taehyung?" domandai subito ignorando completamente le sue parole.
"L'altra sera non mi hai più chiamato" mi fece notare affiancandosi alla mia figura.
"Lo dici perché ti sono mancato?" chiesi io, continuando a non rispondere di proposito alle sue domande dal momento che sapevo che avesse ragione. Il giorno precedente lo avevo lasciato in asso al ristorante e per far si che non mi assillasse con un questionario a cui non avevo alcuna voglia di rispondere, gli avevo persino dato un contentino che neppure ero riuscito a rispettare. Non l'avevo più chiamato per il semplice motivo che credevo che l'avesse dimenticato e soprattutto perché ero troppo turbato a causa delle visite per poter chiacchierare con qualcuno, compreso Taehyung.
"Non riesco a capire chi dei due è più sottone" esclamò Jimin con un sorriso da ebete nel mentre che ci osservava.
"Mi sono perso qualcosa? State insieme?" commentò anche Yoongi spudoratamente, non sapendo cosa rispondere alzai le mani in segno di resa e subito dopo mi girai per vedere la reazione di Taehyung.
"Chiedilo a lui" dissi ma come sempre la sua espressione rimase invariata, era impossibile capire un suo sguardo o anche solo leggerne il pensiero.
"Ti aspetto fuori" esclamò dandomi un colpetto su una chiappa, dopo di che girò i tacchi e uscì fuori dalla stanza. Io e Jimin alzammo gli occhi al cielo proprio nello stesso secondo e proprio per la stessa motivazione, sapevamo entrambi quanto fosse una causa persa, ragion per cui non commentammo neanche l'accaduto.
"Dargli solo un po' di tempo, è evidente che a te ci tiene" mi rassicurò il suo amico. "Semplicemente fa schifo con le parole" continuò scrollando le spalle e lo stesso feci io, ormai avevo imparato a conoscerlo e non ci rimanevo male per le frasi che usava o per i gesti che commetteva. Era lui e mi piaceva anche per questi aspetti fastidiosi. "Però posso assicurarti che è bravissimo a fare altro..." disse ridendo sotto i baffi e quasi non mi strozzai con la saliva.
"Sarebbe meglio non farlo aspettare" disse Yoongi avvicinandosi per darmi dei lievi colpetti dietro la schiena.
"Ma sono venuto qui per stare con te"
"Pensi che io abbia bisogno di un badante?" fece ipocritamente l'offeso pur di non farmi sentire in colpa. "Mi ha fatto piacere la tua visita ma adesso vai" esclamò spingendomi lievemente.
"Sei il migliore Yoongi" dissi una volta accurato che non fosse triste o infastidito dalla presenza non richiesta di Taehyung. "Allora ci vediamo a scuola domani" urlai infine prima di correre giù per le scale, attraversai tutto l'atrio e arrivai al parcheggio in una velocità inaudita, dove in pochi secondi trovai la macchina del biondino.
"Sai che in tutta la mia vita non ho mai aspettato una persona tanto quanto aspetto te?" disse rinfacciandomi per l'ennesima volta il tempo che mi dedicava.
"Hai mai scopato con Jimin?"
"Cosa?"
"È una domanda come un'altra, rispondi" lo forzai.
"Certo che no Jungkook, è il mio cazzo di migliore amico. Che ti prende?"
"È stato lui a dirmi che sei bravo a letto" continuai e improvvisamente mi tornò in mente la prima volta che li vidi insieme, erano letteralmente appiccicati e se solo uno di loro si fosse sporto di un solo centimetro si sarebbero baciati per davvero, ovviamente non ero geloso del loro rapporto ma avrei voluto sapere se avesse avuto altri flirt o scopamici all'infuori di me.
"È più plausibile che mi abbia visto scopare con qualcuno piuttosto che averlo fatto con lui" parlò cercando di rassicurami. "Non che mi dispiaccia, voglio dire Jimin è un bellissimo ragazzo ma ci conosciamo fin da bambini capito? Sarebbe strano, un po' come farlo con la propria sorella" continuò e lo fermai perché quella discussione stava sfociando nell'assurdo quindi semplicemente mi accontentai di credergli piuttosto che andare avanti a sentire quelle idiozie.
"Tu stai bene?" mi chiese dopo un po' rallentando la velocità dell'auto. Lo guardai e mi resi conto di quanto il suo tono di voce e la sua espressione fossero d'un tratto cambiati, sembrava essere preoccupato per me forse perché mi ero dimenticato di chiamarlo o forse perché non gli avevo spiegato il motivo per cui il giorno prima ero andato via lasciandolo da solo. Mi rendevo conto di essere stato uno stronzo ma allo stesso tempo credevo di aver fatto la scelta giusta.
"Si" risposi poggiando la testa sul finestrino.
"Ok" disse piano come se si stesse convincendo che la mia risposta fosse sincera. "Volevo portarti in un posto ma se non te la senti possiamo..."
"Voglio stare con te" sussurrai. "Quindi per favore continua a guidare" lo osservai con la coda dell'occhio e lo beccai sorridere compiaciuto, il che fece sorridere anche me.
Lui guidò a lungo e in silenzio, io chiusi gli occhi per tutto il percorso e ci godemmo il tragitto con quel vento fastidioso che condiviso con lui appariva armonioso e piacevole. Inizialmente pensai tanto a noi due come coppia però ad un tratto fu come mettere in time out i miei pensieri, non sognai nulla ma mi addormentai in un secondo. Non contai il tempo, poteva essere passata un'eternità così come soli cinque minuti eppure mi sembrò il sonno migliore della mia vita, tuttavia saltai in aria quando sentii le sue dita picchettare sulla mia coscia. Mi sforzai di aprire gli occhi e mi portai una mano in viso per nascondermi dalla luce del sole, che sebbene fosse quella del pomeriggio inoltrato, sentii di essere stato accecato così con ancora una smorfia sul volto mi voltai per guardare Taehyung, che a sua volta mi osservava con un'espressione tranquilla.
"Mi hai fatto aspettare ancora" disse e nonostante mi fossi appena svegliato non potei fare a meno di scoppiare a ridere. Avrebbe potuto essere più romantico o avrebbe semplicemente potuto darmi il buongiorno ma era Taehyung e con il tempo avevo capito che era impossibile prevedere le sue risposte o i suoi gesti, mi avrebbe stupito sempre e in tutti i modi possibili.
"Se mi sono addormentato è colpa tua, sei troppo noioso" dissi spostando la sua mano dalla mia coscia così si levò la cintura e uscì dalla macchina per venire ad aprire la mia portiera. Si poggiò con una mano sul sedile e con l'altra mi strinse i capelli facendomi così reclinare la testa all'indietro, si sporse verso di me e posizionò il viso nell'incavo del mio collo, lasciò dei piccoli e umidi baci che mi fecero rabbrividire. Nel giro di pochi secondi percepii la sua saliva rovente entrare in contatto con la mia pelle, con la punta della lingua disegnò il percorso verso la clavicola scoperta per poi risalire verso l'orecchio dove soffiò per farmi avvertire il suo respiro caldo su di me. Senza volerlo mugolai qualcosa di incomprensibile e proprio in quel momento Taehyung tornò a guardarmi negli occhi.
"Anche in questi momenti sono noioso?"
"No, in questi momenti sei solo uno stronzo"
"Dai scendi" disse avvicinandosi e mordicchiandomi la pelle vicino le labbra. Sospirai e solo dopo aver sfregato le mani sulla mia faccia, come per cercare di dimenticare, scesi dalla macchina proprio come aveva detto Taehyung. Lo guardai camminare e oltre ad esserne completamente incantato, pensai che presto mi avrebbe fatto impazzire se avesse continuato con quel dannato comportamento.
Mi guardai intorno e capii subito di esserci già stato, conoscevo quel posto ma il fatto di essermi appena svegliato non mi permetteva di ricordare, mi ci vollero solo pochi minuti per fare mente locale, osservai le panchine, la lunga staccionata di ferro e infine i gradini. Tutti quegli elementi mi sembrarono familiari e mi rimandarono ad un momento in particolare, un momento a cui io avevo dato un valore e un significato importante ma non credevo che Taehyung avesse fatto lo stesso, al contrario credevo che non gli avesse dato alcun peso.
"Ricordi, è qui che siamo baciati la prima volta" parlò finalmente dopo aver sceso le scalinate. Certo che ricordavo, non avrei mai potuto dimenticare le emozioni, lo stupore ma anche la paura di aver commesso quel gesto, ero stato io a fare il primo passo, sfiorando le sue labbra morbide e baciandolo in un modo genuino, quasi impacciato. Non era stato un momento romantico e neppure un bacio desiderato ma ricordarlo faceva sempre piacere.
"Pensavo che stessi per dire <ricordi, è qui che ti ho picchiato la prima volta>" lo stuzzicai ma lui mi spinse leggermente con la spalla e poi ridemmo dei nostri primi ricordi insieme. Era bello stare con lui, era bello quando mi baciava, quando mi guardava, quando mi batteva il cuore all'impazzata ed era bello anche quando rimanevamo in silenzio, quando mi sentivo a disagio e quando credevo che fosse tutto sbagliato, era stato bello correre sotto la pioggia, era stato bello toccarci, era stato bello litigare e poi fare la pace. Era bello essere innamorato di lui ed era altrettanto bello odiarlo.
"Sai ci ho pensato molto prima di portarti qui" disse ormai da seduto. "In realtà volevo solo trovare un posto tranquillo per stare un po' con te" mi sforzai di rimanere in silenzio per non rovinare quelle sue parole, sapevo quanto fosse difficile per Taehyung aprirsi e rivelare quelle sensazioni che per lui erano sinonimo di fragilità e debolezza. "Abbiamo passato tanto tempo insieme e ogni giorno mi promettevo di dirti qualcosa ma puntualmente rimanevo zitto per paura di sentirmi troppo esposto a te. So che mi hai già visto nei miei momenti di debolezza, più volte ho perso il controllo davanti a te ma parlare di me apertamente è più complicato, mi fa sentire indifeso" parlò con lo sguardo puntato verso l'alto.
"Non devi sentirti obbligato a parlarne"
"Lo so" annuì e a quel punto non feci altro che aspettare i suoi tempi e ascoltare attentamente ciò che aveva da dire. "E so anche che ti fai mille domande in quella tua testolina, pensi che io abbia degli strani atteggiamenti e vorresti sapere tutto ma non sono qua per dirti il motivo per cui sono diventato così" disse voltandosi verso di me. "In realtà volevo solo confidarmi con te e parlarti di una persona perché non saprei a chi altro dirlo" percepii un tono differente nella sua voce che quasi mi fece allarmare.
"Non ne parlo da anni ma è ancora tutto impresso nella mia mente, vorrei non ricordare nulla perché sarebbe sicuramente tutto più facile ma allo stesso tempo non faccio altro che pensarci. In realtà non abbiamo vissuto tanti momenti insieme, ho vissuto più anni senza di lei che con lei ma il solo pensiero di quello che sarebbe potuto essere mi fa stare male" si fermò un attimo e nonostante non avesse specificato la persona, capii immediatamente che quelle parole fossero rivolte alla madre. "Me la ricordo con i capelli corti e gli occhi scuri, aveva sempre un sorriso dipinto sul viso anche quando non era realmente felice, giocava con me anche quando non ero io a chiederglielo e mi riempiva ogni giorno di innumerabili quantità di coccole. Erano giorni felici, forse gli unici della mia vita, non mi ha mai fatto mancare nulla se non la sua presenza adesso" aveva lo sguardo sereno, come se mi stesse parlando del clima di quella giornata eppure io riuscii a notare dei dettagli quali il sudore delle sue mani, il tremolio della gamba e il fatto che mandasse giù la saliva forzatamente, erano tutti gesti che in contrasto con la sua espressione impassibile mi lasciava intendere quanto bravo e abituato fosse a fingere.
"Il ricordo più vivo che ho con lei, oltre il modo in cui è morta, è quando stavamo ore e ore sopra l'amaca o davanti la finestra per osservare le stelle" disse con un sorriso amaro sul volto e sgranai gli occhi ricordando la nostra prima chiacchierata e soprattutto il modo insistente in cui io, proprio in questo posto, avevo preteso che mi dicesse il motivo per cui da anni non ammirava il cielo notturno. Involontariamente della lacrime rigarono le mie guance, mi sentii terribilmente in colpa ma soprattutto mi sentii impotente, non c'era nulla che potessi fare per farlo sentire meglio e mi sentii anche un idiota a piangere davanti a lui, che invece continuava a rimanere imperturbabile.
"Mi dispiace Taehyung" riuscii a dire e lui scosse la testa come per farmi capire che non portava alcun rancore.
"Guardare le stelle con lei era come guardare un oceano infinito e mi faceva sentire speciale mentre se le guardassi ora, da solo, riuscirei a percepire la mia piccolezza, le mie fragilità ed è come se le stelle non mi bastassero più perché tra tutte quelle pietre luminose io cercherei sempre mia madre" e a quella parola potei finalmente vedere un luccichio nei suoi occhi. "Rimane un ricordo bello ma pur sempre un ricordo" disse infine facendo spallucce. Taehyung era la persona più forte che conoscessi ma anche la più debole.
"Mi manca, è stata dura crescere senza di lei" sussurrò con le lacrime agli occhi e a quel punto mi avvinai a lui per dargli un minimo di conforto, gli accarezzai una gamba e mi resi conto che aveva subito tante di quelle cose che solo ad immaginarle mi vennero i brividi. Fui grato di quella sua confidenza, aveva condiviso un pezzo importante della sua vita e per me quel gesto aveva un valore insormontabile, tanto al punto di poter fidarmi completamente di lui e abbattere tutti quei muri che continuavo a innalzare ogni volta che stavo con lui.
"Taehyung" lo richiamai titubante. "Non sei solo e se un giorno ti andasse di andare a guardare le stelle, anche alle tre o alle quattro del mattino ricordati che possiamo farlo insieme" proposi facendolo ridacchiare forse per il tono incerto della mia voce o perché improvvisamente si era creata un'atmosfera romantica, tuttavia a rovinare quel momento fu la vibrazione del mio telefono. Mi distanziai da Taehyung per poter prendere il dispositivo dalla tasca posteriore e mi salii il cuore in gola quando vidi sullo schermo il tanto atteso messaggio.
"Jungkook sono arrivate le tue analisi e la diagnosi è più grave di quanto pensassimo, ti prego di venire subito in clinica"
Spazio Autrice
Questa settimana sono generosa e vi regalo un'aggiornamento dopo l'altro, sarà perché sono emozionata per la smut che tra l'altro vi informo ufficialmente che sarà nel prossimo capitolo!
In questo invece Taehyung si è finalmente esposto tantissimo (senza però ancora rivelare nulla di quello che riteniamo il suo turbolente passato) spero che vi sia piaciuto questo loro momento intimo e che abbiate colto il riferimento ai primi capitoli^
-Federica
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