36. Imprevisti
Mi svegliai nuovamente di soprassalto e mi girai dall'altro lato per provare a dormire ancora tuttavia la sveglia cominciò a suonare e mi lamentai quasi piagnucolando. Non avevo chiuso occhio per quasi tutta la notte poiché continuavo a svegliarmi a causa dei miei problemi respiratori, pensai che probabilmente stava per venirmi l'influenza o cose del genere così mi voltai per spegnere quella fastidiosa canzoncina che mi stava torturando i timpani. Sarei dovuto andare a scuola per allenarmi, motivo per cui mi misi a sedere sul letto controvoglia, sarei rimasto coricato molto volentieri tutto il giorno ma cercai comunque di alzarmi, nonostante mi sentissi stanco e spossato, forse a causa del sonno che avevo perso. Tuttavia gemetti di dolore quando provai a muovermi per scendere dal letto, istintivamente mi portai le braccia attorno lo stomaco, che era la parte che più mi faceva male, sentivo un forte dolore agli addominali, così forte da farmi spuntare le lacrime agli occhi e da farmi spaventare. Non sapevo cosa mi stesse succedendo ma ogni giorno andava sempre peggio e fingere che tutto andasse bene non aiutava la mia condizione, proprio in vista di questa mia nuova visione chiamai aiuto nella speranza che i miei genitori mi sentissero, purtroppo però nessuno venne in mio soccorso.
"Mamma..." sussurrai accasciandomi per terra ma presto mi resi conto che la casa fosse vuota, i miei erano già usciti quindi non potevano aiutarmi, ancora una volta ero completamento solo.
Cercai di non farmi prendere dal panico e soprattutto di non concentrarmi unicamente sul dolore che provavo, durante gli allenamenti sportivi mi avevano insegnato a non focalizzarmi sul male di una ferita cosicché non potesse ostacolarmi nel bel mezzo di una gara, piuttosto avrei dovuto cercare di sentire il resto del mio corpo ed era proprio quello che cercai di fare in quel momento. Era difficile ma mi obbligai a credere che fosse solo uno stupido mal di pancia che sarebbe passato con l'aiuto di qualche medicinale perciò provai a regolarizzare il mio respiro che, come ieri, era già abbastanza alterato. Respirai difficoltosamente e nonostante i tentativi di effettuare dei respiri profondi, era come se qualcuno mi impedisse di farli, mi mancava l'aria e quello che prima sembrava una facile funzione adesso mi sembrava uno sforzo enorme.
Mi poggiai una mano sul petto e ancora una volta mi accorsi di quanto i miei battiti fossero veloci, avevo le palpitazioni e non sapevo come fermarle, mi avvicinai al comodino gattonando per afferrare il mio cellulare e scesi in cerca del numero di qualcuno che potesse aiutarmi, che fosse vicino a me ma ancora una volta mi resi conto di quanto fossi solo così semplicemente digitai il numero del medico di famiglia. Rimasi immobile, seduto per terra in attesa che l'uomo mi rispondesse nonostante l'orario e fortunatamente sentii la sua voce solo dopo un paio di squilli.
"Pronto? Mi dica signor Jeon"
"Sono il figlio, non mi sento bene la prego mi aiuti" dissi facendo anche fatica a parlare.
"Ok Jungkook stai tranquillo e dimmi ciò che senti" la sua voce divenne subito più dolce e comprensiva, mi conosceva sin da bambino e sapeva che i miei genitori fossero assenti perciò mi capitava spesso di ricevere sue chiamate, mi chiedeva se stessi bene o se avessi bisogno di qualcosa, specialmente quand'ero ancora piccolo.
"Non riesco a respirare e..." mi fermai di botto, boccheggiai con la bocca aperta ma cercai comunque di continuare per informare il medico che era dall'altra parte della cornetta esclusivamente per aiutarmi. "Sento un forte dolore al petto e allo stomaco"
"Ascolta, devi trattenere il respiro, trattieni tutto ciò che ti rimane Jungkook" mi ordinò e subito eseguii le sue parole. "Ora devi spingerlo verso il basso e dopo di che tossisci"
Provai quella tecnica un paio di volte sotto le istruzioni del medico e mi resi conto di quanto i miei battiti stessero diminuendo, diventando così quasi regolari, il male agli addominali rimase ancora ma non era nulla che non potessi gestire.
"Ti è già capitato in passato?" mi domandò subito dopo aver capito che stessi meglio e purtroppo dovetti dirgli la verità, almeno con lui dovevo essere sincero.
"Devi assolutamente prendere un appuntamento" non era di certo un consiglio quello che uscì dalla sua bocca ed io annuii consapevole di dovermi controllare ma allo stesso tempo non volevo che nessuno attorno a me si preoccupasse per le mie condizioni così misi in chiaro che nessuno avrebbe dovuto saperlo, ero maggiorenne e potevo scegliere se farlo sapere ai miei oppure no e lui da medico avrebbe dovuto accettarlo senza fare troppe storie. "Quando ti capita, non devi allarmarti perché questi attacchi solitamente non durano più di un paio di minuti" mi informò. "Ma andranno sicuramente a peggiorare, non scherzare con la tua salute e vieni a farmi visita il più presto possibile" mi raccomandò infine. Chiusi la chiamata dopo averlo ringraziato e andai in bagno per lavarmi la faccia con l'acqua fredda, guardai il mio riflesso allo specchio per un po' e mi accorsi di quanto strano fossi. Sospirai e presi la decisione di non andare a scuola, sarebbe stato più prudente rimanere in casa a riposare piuttosto che sforzare il mio corpo con gli allenamenti, nonostante il giorno prima avessi garantito al mio leader che non sarei mancato per nessun motivo al mondo. Sperai di non deluderlo ma in quel momento misi me stesso al primo posto, dovevo riprendermi e soprattutto dovevo andare dal dottore, ci sarei sicuramente andato in questi giorni.
Avendo perso l'appetito tornai a letto, dove accesi la console della playstation per smettere di pensare e per svagarmi un po' come un normale adolescente, anche se in realtà non mi ero mai sentito tale a causa di tutte le responsabilità che ricadevano sulle mie spalle eppure non potei negare che mi sarebbe piaciuto esserlo anche solo per qualche giorno. A volte mi rendevo conto di quanto io invidiassi il mio migliore amico, sotto il mio punto di vista Hoseok aveva una vita perfetta, aveva una famiglia su cui contare, possedeva un'accogliente e comoda casa nella quale vivere, stava bene economicamente e aveva degli amici di cui potersi fidare, era tutto ciò che serviva per poter stare tranquilli ed era proprio quello il motivo per cui lo invidiavo, poiché sarei tanto voluto essere come lui ma allo stesso tempo sapevo di essere fortunato ad averlo come amico e questo mi bastava. In quel periodo avevo messo da parte i miei migliori amici, non avevamo trascorso del tempo insieme e a stento parlavamo, non avevo avuto altre notizie di Yoongi e di suo padre anche se l'ultima volta che lo vidi, mi sembrò stare bene.
Mi accorsi di aver giocato per tutta la mattinata solo quando il mio cellulare vibrò a causa di un messaggio così misi da parte il joystick per controllare il display del telefono e il mio cuore perse un battito quando lessi il nome di Taehyung, mi affrettai ad aprirlo e subito sussultai.
"Ti vengo a prendere dopo scuola"
Quel giorno avremmo dovuto studiare insieme ma a causa dei miei problemi, avevo completamente dimenticato della proposta che gli feci la sera precedente, al contrario di lui che si era già organizzato per me.
"Non ci sono andato, sono già a casa" lo informai leggermente imbarazzato, avrei dovuto avvisarlo prima o magari disdire l'appuntamento dato che non mi sentivo molto bene. Non seppi cosa fare e d'altro canto Taehyung non mi rispose più quindi semplicemente continuai a giocare, pensando a come mi sarei dovuto giustificare quando l'avrei rivisto. Di solito non ero bravo a fingere, non sapevo mentire o dire le bugie ma sapevo come nascondere le cose, avevo nascosto il mio lavoro sia ai miei genitori che a Taehyung e adesso stavo nascondendo a tutti i miei dolori, sarebbe stato facile se nessuno mi avesse fatto l'interrogatorio.
Di nuovo la mia partita e i miei pensieri furono disturbati, ma questa volta dal campanello di casa, così controvoglia mi alzai e mi diressi in cucina per vedere chi fosse. Aprii la porta senza porre la domanda di routine e sgranai gli occhi incredulo, il mio corpo si irrigidì a quella visione e per un attimo mi domandai se stessi sognando o se il prossimo sintomo dopo le palpitazioni e il dolore agli addominali fossero le allucinazioni.
"Quindi mi fai entrare?" chiese con la sua solita sfrontatezza e mi presi solo qualche altro secondo per ammirarlo prima di spostarmi per lasciarlo passare. I suoi capelli biondi, ormai fin troppo sbiaditi, erano soffici e leggermente arruffati dal vento, le sue labbra rosee erano socchiuse e i suoi occhi scuri trasmettevano sempre quella sensazione di turbamento nonostante io sapessi già quanto tenero e romantico fosse nel profondo. Era vestito stranamente in modo semplice, indossava dei pantaloni scuri e un maglione beige che si intonava perfettamente con la sua melanina e la sua pelle dorata mentre con le mani reggeva un sacchettino strapieno.
"Cosa fai qui Taehyung?" dissi però lasciando finalmente che mi superasse, ero contento di vederlo ma ero anche stupido e soprattutto ansioso di averlo in casa mia, quella umile casa di cui inizialmente mi ero vergognato di mostrargli. Spontaneamente andò dritto in cucina dove posò la roba che aveva portato con sé e si guardò intorno, ignorandomi completamente.
"È carina" affermò facendo spallucce e una volta concentratosi su di me, mi sorrise. "Sei solo?" parlò ancora, continuando ad ignorare la mia domanda. Quando gli avevo chiesto se potessimo studiare insieme ovviamente credevo che l'avessimo fatto in una delle sue aziende o che finalmente mi avrebbe portato a casa sua ma mai avrei pensato che si sarebbe autoinvitato da me.
"Ho pensato che sarebbe stato meglio anticipare piuttosto che posticipare ancora, non credi?" esclamò questa volta rispondendo alla mia domanda, si era preso la briga di venire fino a casa mia solamente perché gli avevo detto che non ero potuto andare a scuola... Taehyung diventava magicamente più dolce con il trascorrere dei giorni o forse ero semplicemente io che lo guardavo con uno sguardo differente, in ogni caso quel gesto mi scaldò il cuore e mi venne una voglia matta di mettere davvero la testa sui libri pur di stare in sua compagnia.
"E comunque ho anche portato il pranzo" disse indicando la busta sopra il tavolo.
"Oh grazie..." parlai imbarazzato. "Possiamo cominciare a studiare adesso e mangiare dopo oppure possiamo fare il contrario, cioè possiamo mangiare adesso e studiare dopo..." continuai impacciato. "N-non so, per me è lo stesso. Tu hai fame?" volevo solo che si sentisse a suo agio e che percepisse quella sensazione di casa che io ero solito a sentire quando mi trovavo con lui, volevo che provassimo le stesse emozioni ma ero fottutamente timido e insicuro. Non avevo mai portato nessuno a casa mia, non avevo mai invitato nessuna delle mie fidanzate ad un pranzo familiare e tanto meno ad un appuntamento in casa quindi per me era una situazione del tutto nuova e non sapevo bene come comportarmi per rendere tutto perfetto. Improvvisamente però le sue mani afferrarono il bordo del mio pigiama, mi tirò a sé e con una mossa veloce mi cinse il bacino.
"Sta zitto e baciami" mormorò ad un centimetro dalle mie labbra e così quando le poggiai sulle sue mi resi conto di quanto giusto fosse quel momento con lui, le nostre labbra si incastrarono perfettamente in un bacio lento e intenso mentre le mie mani curiose vagarono sul suo fantastico corpo, nel giro di pochi secondi cominciò la nostra solita lotta contro il piacere dominante, motivo per cui scesi con le mani fino a toccargli il sedere, gli strinsi una natica e a quel tocco un suono strozzato uscì dalla sua bocca. Si staccò velocemente, forse sorpreso dalla mia iniziativa e mi afferrò il polso sorridendo.
"Non essere impaziente ragazzino" sussurrò tenendomi le mani. "Non mi dire che mi hai invitato con la scusa dello studio per arrivare al mio fantastico culo" alzò un sopracciglio ed io sgranai gli occhi cominciando a negare tutto imbarazzato, facendolo ridere. Non era quello il mio intento, non ero neppure sicuro di essere pronto per quel passo, semplicemente mi ero lasciato andare e mi stavo forse godendo troppo quel momento, io e Taehyung stavamo diventando parte l'un dell'altro quasi come un'ossessione e questo mi spaventava parecchio tuttavia non riuscivo a contenermi.
"In ogni caso, sappi che non ti lascerei via libera" mi avvertì.
"Avevi detto che avresti lanciato una monetina" gli ricordai ma si era già fiondato sulle mie labbra, picchiettò con forza e quando gli concessi l'accesso, la sua lingua scorse sulla mia facendomi sentire le farfalle nello stomaco, era ormai scontato e ovvio che entrambi desiderassimo il corpo dell'altro ma allo stesso tempo entrambi stavamo aspettando il momento giusto, consapevoli che prima o poi sarebbe successo. Percepii i nostri respiri diventare man mano sempre più pesanti e così mi staccai con un semplice schiocco che però fece rimanere le nostre bocche unite da un filo di saliva che Taehyung spezzò prontamente leccandosi le labbra.
"Jungkook..." sussurrò prendendomi dolcemente una mano per poi stringerla con intensità. "Perché stai tremando?" domandò guardandomi dritto negli occhi, subito abbassai lo sguardo per vedere se dicesse il vero e trattenni il fiato quando vidi le mie mani scosse da un esagerato tremito. Spontaneamente ritrassi le mani e mi allontanai da lui senza dargli una risposta, cercai di controllarmi ma risultò invano, motivo per cui le nascosi dietro la schiena, il mio corpo aveva reagito male e probabilmente ero ancora scombussolato da ciò che mi successe quella mattina, non era niente di cui preoccuparsi e soprattutto Taehyung doveva rimanerne all'oscuro.
"Sento solo un po' di freddo" mentii. "Si sta meglio nella mia camera, vieni" parlai cercando di risultare normale, non volevo che sospettasse e che capisse dei miei problemi.
Fortunatamente mi seguì senza fare storie e una volta dentro la mia stanza riversai in lui tutta la roba che avrei dovuto studiare per riuscire a superare un'interrogazione, ero rimasto indietro e molti degli argomenti non riuscivo a comprenderli, Taehyung continuò a girovagare nella mia stanza ma comunque mi diede l'impressione che mi stesse ascoltando, così continuai a chiacchierare. Annuiva di tanto in tanto fino a quando non si fermò e si sedette accanto a me sul letto.
"Allora da dove cominciamo?" domandò, sfogliando il libro abbastanza interessato.
Taehyung quel giorno mi stupì più di quanto potessi mai immaginare, per ore aveva tenuto gli occhi sui libri, rimanendo concentrato nel leggere e nel spiegarmi tutto ciò che non riuscivo a capire. Mi ero fidato di lui nonostante non conoscessi le sue capacità e nonostante non avesse portato a termine i suoi studi, aveva abbandonato la scuola e inizialmente si era comportato come se non potesse farcela, eppure aveva superato le mie aspettative. Era un piccolo genio senza prove, non aveva nessun pezzo di carta che valutasse le sue competenze ma in poco tempo capii che fosse più bravo di me e persino di tutti i miei compagni, era senza dubbio un talento raro, motivo per cui si era fatto strada nel mondo del lavoro fino ad diventare una delle figure più importanti e più temute della Corea. Lo guardai con ammirazione e spesso mi ritrovai a perdermi nel suo sguardo o semplicemente a causa del movimento delle sua labbra, intente a spiegarmi quegli argomenti che io credevo impossibili, da un lato mi aveva facilitato lo studio ma dall'altra mi stava facendo impazzire, avrei tanto voluto baciare e mordere quelle labbra arrossate ancora leggermente dal bacio precedente. Avevo bisogno di una pausa, una pausa dalla biologia ma soprattutto una pausa da lui, quella vicinanza ma allo stesso tempo quel zero contatto mi stava facendo uscire fuori di testa sebbene lui non stesse facendo nulla di proposito. Suggerii di prenderci qualche minuto per pranzare tranquillamente e subito si alzò accettando.
"Ho portato il Tteokbokki e del pollo fritto" esclamò entusiasta, uscendo i contenitori dal sacchetto di plastica.
"Non credevo fossi così bravo"
"Infatti l'ho comprato online, ti pare che mi metto a cucinare alle nove nel mattino per farti trovare il pranzo pronto" disse e sorrisi per la sua cruda sincerità.
"Non intendevo il cibo" specificai perché d'altronde avevo già avuto modo di costatare le sue doti culinarie e avrei preferito affidarmi alla mensa della scuola piuttosto che ad una sua ricetta. "Mi riferivo allo studio, grazie per avermi aiutato" dissi imbarazzato mentre lui mi passò le bacchette e il piatto strapieno di gnocchi di riso.
"Mi è sempre piaciuta la scienza" disse modesto alzando le spalle per poi continuare. "Però ecco..." si fermò un attimo per mordere un grosso pezzo di pollo e non potei fare a meno di pensare a quanto carino fosse con le guance piene di cibo e con le labbra chiuse e protese in avanti. "Non sono venuto qui solo per studiare" ammise ripulendosi e facendosi serio.
"Devo dirti una cosa" continuò facendomi preoccupare tuttavia in quel preciso istante sentii bussare alla porta con una certa insistenza, motivo per cui mi alzai velocemente dalla tavola. Quando nelle mie orecchie rimbombò la voce di Hoseok mi affrettai ad aprire e trattenni il fiato alla visione del mio migliore amico. Era sudato e con il fiato corto, subito mi spaventai a causa delle sue condizioni e per questo lo incitai a parlare.
"Jungkook..." bisbigliò come se non avesse più nemmeno la forza di aprire bocca. "Hanno appena portato Yoongi all'ospedale" lessi il terrore nei suoi occhi o probabilmente era solo il mio riflesso nei suoi, era come se mi fosse crollato il mondo addosso perché se fosse successo qualcosa al mio migliore amico mi sarei sentito morire anch'io. "Non so neppure io cosa sia successo, so solo che l'hanno portato d'urgenza al Busan Hangun Hospital" parlò frettolosamente.
"Jimin e la sua famiglia lavorano in quell'ospedale" si intrufolò Taehyung nella nostra conversazione. "So dove si trova e posso portarvici" continuò e dopo aver annuito convinti, lasciammo casa mia per raggiungere i nostri rispettivi migliori amici.
Spazio Autrice
Direi che in questo capitolo non so se essere più preoccupata per Jungkook o per Yoongi, in ogni caso a poco a poco capirete tutti i problemi legati alla salute del protagonista mentre per quanto riguarda Yoongi, il prossimo capitolo sarà interamente dedicato a lui. Spero possa piacervi e interessarvi allo stesso modo <3
Avete visto quanto è dolce e premuroso Taehyung! L'amore fa miracoli oppure semplicemente vuole qualcosa in cambio? Cosa stava per dirgli prima che Hoseok bussasse alla porta? FINGO DI NON SAPERLO E SPARISCO!!
Grazie per aver letto, non dimenticate la stellina^
-Federica
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