34. Equivoco
Mingyu aveva subito preso posto accanto ai suoi colleghi mentre Taehyung si era appena alzato per maneggiare con il computer, in quell'attimo di silenzio mi sentii del tutto inadeguato e fuori posto ma la cosa più complicata per me non era solo condividere con loro quella riunione, ma perlopiù era fingere che andasse tutto bene e che fossi uno di loro: volevo letteralmente sparire e ricomparire solamente quando tutti avrebbero lasciato la stanza ed io sarei di nuovo potuto rimanere da solo con il mio biondino. L'unica persona che in quel momento della mia vita sembrava non giudicare mai me stesso o le mie scelte.
Solo un paio di secondi dopo la pagina bianca della lim si trasformò in una presentazione che mostrava perfettamente il progetto di Taehyung, immediatamente si calò nel personaggio e cominciò a parlare della sua idea in modo valido e convincente. Come mi aveva già informato le protagoniste di quel nuovo affare erano le armi da fuoco che lui stesso aveva disegnato e che stava per descrivere a colui che avrebbe dovuto accettare di collaborare o meno. Durante la prestazione di Taehyung mi venne quasi spontaneo scrutare attentamente Mingyu e le sue reazioni, non potei negare che fosse attento e coinvolto da tutte quelle parole che uscivano dalla bocca del mio biondino ma allo stesso tempo aveva quello sguardo furbo e lungimirante che non mi convincevano per niente. Era un giovane figlio di un grande imprenditore e per quanto aveva dimostrato, non pareva d'accordo con l'affare che si stava svolgendo e a cui invece il padre aveva mostrato un certo interesse e questo ai miei occhi lo rendeva, si un figlio di papà che aveva ottenuto tutto dalla vita con uno schiocco di dita ma allo stesso momento anche un bambino ribelle che non vedeva l'ora di fare i capricci per il semplice motivo di andare contro alle idee e ai principi dei propri genitori.
"Mi piace molto il disegno, è accurato nei minimi dettagli..." parlò interrompendolo, proprio come avevo immaginato. "Però prima di continuare il tuo discorsetto preparato a casa vorrei chiederti una cosa" continuò con un tono di sfida che avrebbe presto innervosito Taehyung, ma che per il momento si limitò a fermarsi e ad annuire.
"Sai a cosa servono le armi da fuoco giusto? Perché vuoi fabbricare proprio questo strumento di distruzione?" chiese probabilmente per mettergli i bastoni tra le ruote.
"Io mi limito a creare e a produrre un po' come fa tuo padre, è il nostro lavoro. Possiedo molte cose, quasi tutte le armi e i trasporti della Corea appartengono a me e alla mia famiglia ma questo non significa che io sia d'accordo alle armature o all'equipaggio militare, non sono io ad usare i miei prodotti e non costringo nessuno a farlo" rispose a tono e come di consueto il suo modo di essere non barcollò neppure per un secondo, riusciva ad essere sempre sicuro di sé stesso e grazie a questa sua caratteristica rendeva tutto quello che faceva o diceva appropriato e soprattutto veritiero.
"Sappiamo entrambi che la guerra esiste e che è sempre esistita, noi dobbiamo solo decidere il modo in cui vogliamo combatterla" continuò ostile. "Dimmi Mingyu vuoi tornare ad usare i cavalli, gli archi e i coltelli per lottare per ciò che vuoi?" domandò facendo sorridere il suo futuro socio, che in quel momento tuttavia appariva più come un nemico.
"E tu Jungkook..." disse voltandosi verso di me facendo quasi sussultare Taehyung che non si aspettava una mossa del genere, lui aveva risposto alla sua provocazione talmente bene e in un modo del tutto professionale che Mingyu probabilmente non ne era rimasto soddisfatto, stava probabilmente cercando una preda più facile da confondere e distruggere, e quella preda la vedeva senza dubbio in me. "Credi sia corretto?" chiese come se fosse un'interrogazione.
Deglutii mandando giù quel boccone d'ansia che mi bloccava le parole facendole così rimanere solo un mio pensiero. Guardai la persona che mi aveva buttato in mezzo ad un riunione lavorativa come se fosse la cosa più semplice del mondo e poi guardai nuovamente Mingyu che aspettava impaziente la mia risposta, non volevo deludere nessuno dei due e neppure me stesso, volevo fare meglio di come avevo fatto quella mattina a scuola e mi convinsi che ne ero in grado.
Sospirai prima di aprire bocca.
"Io credo che pensare che chi crea armi da fuoco sia favorevole alla guerra è come pensare che chi ha sperimentato la pillola abortiva l'abbia fatto perché non vuole che nascano più bambini. Sono solo delle scelte di vita, ci sono tantissime cose sbagliate nel mondo ma ognuno di noi è libero di scegliere se fare la cosa giusta o sbagliata" dissi tutto d'un fiato, guardandolo negli occhi. "La gente sbaglia credendo di fare la cosa giusta e sono convinto che la guerra sia una di queste, considerato che come giustificazione alla guerra viene sempre usata la parola pace" parlai ricevendo l'attenzione di tutti quanti. "Facciamo la guerra per ottenere la pace. È questo che viene detto dai re, dai comandanti per cercare di motivare e convincere le persone a lottare tra di loro per avere quel qualcosa di cui alla fine si poteva anche fare a meno" continuai alzando spontaneamente lo sguardo verso Taehyung. "Solo chi brama potere è favorevole alla violenza" sussurrai sperando che Taehyung non lo fosse ma nello stesso momento cercando di essere convincente agli occhi di Mingyu, che prima di voler continuare il convegno, sembrava voler essere certo che noi non fossimo d'accordo alla guerra tuttavia io avevo ancora qualche dubbio riguardo il più importante imprenditore della Corea.
Taehyung a volte mi spaventava, era violento, si definiva un mostro per qualcosa che aveva commesso in passato e che nascondeva gelosamente, la sua famiglia era letteralmente un mistero e tutto quello che aveva sembrava non bastargli mai, desiderava sempre di più e a causa di tutti questi suoi aspetti io non riuscivo mai a fidarmi di lui al 100% nonostante i sentimenti che cominciavo a provare nei suoi confronti.
Mingyu tossì ripetutamente come per svegliarci dal nostro stato di trance e si alzò dalla sua sedia scrutandoci attentamente. "Mi stai dicendo che tu non sei interessato al potere?" mi domandò avvicinandosi e fermandosi proprio dietro la mia figura, poggiò le mani sulle mie spalle e continuò. "Non hai mai pensato di meritare qualcosa di più nella tua vita?" mi chiese e subito pensai a tutto quello che avrei voluto modificare e a tutta la merda che mi circondava e che pensavo di non meritare, avevo una lunga lista di cose che mi sarebbe piaciuto cambiare ma non era il momento giusto per parlarne. Mingyu voleva solo perdere tempo, era venuto per conto di suo padre e quest'ultimo era già abbastanza interessato al progetto di Taehyung, noi avevamo solo avuto la sfortuna di dover convincere il figlio che sembrava un osso duro ma che quasi sicuramente non si sarebbe mai permesso di disobbedire il padre. Avrebbe accettato l'affare ma non prima di renderci la riunione impossibile, ero sicuro di questo e per tanto strinsi i denti e continuai a sopportare cercando di far capire a Taehyung che fosse la soluzione giusta per poter concludere l'accordo.
"Non posso negare di averci pensato un paio di volte..." affermai sincero. "Però non mi piacerebbe avere una vita facilitata, preferisco prima sudare e poi guadagnare ciò per lui ho lottato" dissi e subito si spostò eliminando quel contatto che aveva instaurato con me, la mia era senza dubbio una frecciatina e fui felice di notare che l'aveva colta senza troppi problemi. Vidi Taehyung fare un sorrisino fiero e forse capii il mio piano, ovvero assecondare il suo gioco cosicché si stancasse il prima possibile.
"E cosa hai guadagnato? Voglio dire di cosa ti occupi?" mi chiese pensando che lavorassi nel loro stesso ambito, subito entrai in panico poiché di certo non potevo dirgli di essere un semplice amichetto del proprietario dell'azienda, però nonostante cercassi una valida risposta non seppi cosa dire.
"In realtà lavora qui da poco, è un principiante ma del tutto qualificato" fortunatamente Taehyung si intrufolò nel discorso, salvando la mia finta carriera da imprenditore e solo allora mi resi conto di star trattenendo il respiro. Stavamo mentendo davanti ad un possibile socio di lavoro e malgrado sapessi che fosse un errore, era ormai troppo tardi per tirarsi indietro.
"Avevo intuito che fosse più piccolo" disse dandomi un'ultima occhiata e tornando finalmente al suo posto per dare spazio alle armi da fuoco al nome della clamorosa famiglia Kim. Dopo la lunga parentesi iniziale, la riunione sembrò prendere una piega migliore, tutto andò liscio e alla fine si limitarono ad una stretta di mano e ad un "Ti do la conferma e tra qualche giorno firmiamo le carte della collaborazione" Non ne capivo molto data la mia inesperienza ma sicuramente quella riunione, malgrado le provocazioni di Mingyu e le nostre piccole bugie, era sicuramente andava a buon fine.
La sala si svuotò dopo circa due orette e grazie a quella riunione avevo capito quanto le lezioni scolastiche fossero una passeggiata a confronto dei noiosissimi meeting di lavoro. Mi stirai i muscoli e sbottonai la camicia mentre Taehyung buttò la testa all'indietro imprecando. "Che odioso santo cielo" si lamentò spegnendo il computer e le luci, infine mi fece segno di alzarmi e di seguirlo quasi sicuramente nel suo ufficio. Amavo rimanere da solo con lui anche se non potevo negare che quando succedeva il mio stomaco percepiva un pizzico di ansia, dovuta forse a causa di quella insistente impressione che mi raccomandava di non dargli troppa fiducia dal momento che con lui non potevo mai essere al sicuro. Mi aveva dimostrato più volte che era capace di tutto e io non sapevo ancora fino a che punto mi sarei spinto. Avrei tanto voluto fare una chiacchierata con lui sui nostri rispettivi sentimenti ma era così dannatamente imbarazzante e difficile aprirsi con qualcuno che non si riuscivo a capire e di cui non mi fidavo abbastanza.
"È stato divertente" esclamai rompendo il silenzio una volta che la porta del suo studio si chiuse alle mie spalle.
"No invece, non lo è stato affatto" mi contraddisse serio mettendomi le mani sul petto e tentando di spingermi verso la parete. "Non hai notato come Mingyu ha coinvolto anche te nel discorso?" continuò con uno sguardo affusolato che mi mise soggezione. "Come ti guardava o come si è alzato solo per toccarti?" sembrò scrutarmi come per capire se avessi fatto caso a tutti quei piccoli dettagli che avevano provocato in lui quella reazione esagerata ma che mi fece sorridere spontaneamente. "Credo proprio che si sia preso una cotta per te" disse lentamente come se per lui fosse uno sforzo ammetterlo ad alta voce, io d'altro canto non avevo colto maliziosamente quei gesti ma quell'idea cominciò a piacermi.
Gli permisi di bloccarmi i polsi solo per pochi secondi dato che in men che non si dica capovolsi la situazione.
"Sei geloso?"
"Si" ammise facilmente senza girarci intorno e senza provare a nasconderlo. "Si, sono geloso se una persona ci prova con te davanti ai miei occhi" disse stupendomi.
"E ti sei chiesto il motivo per cui lo sei?" gli domandai nella speranza di sentirgli dire qualcosa riguardo quello che stava nascendo tra di noi, non potevamo non essere niente dopo tutto quello che avevamo passato ma di certo non eravamo neppure una coppia, eravamo quel fastidioso qualcos'altro che non riuscivo a definire a causa delle mie paure e delle mie insicurezze.
Forse per la prima volta vidi Taehyung tentennante, provò a rispondere in fretta ma esitò a lungo guardandomi insistentemente negli occhi prima di abbassare lo sguardo confuso. Quel pizzico di gelosia che aveva mostrato con naturalezza mi aveva fatto piacere ma il suo silenzio mi fece intuire che neppure lui sapeva se fosse un leggero fastidio, paura di potermi perdere o solo un sentimento di possessività. Era davvero così complicato per noi due ammettere ciò che provavamo l'un per l'altro?
"Sei geloso anche di Jimin?"
"Cosa c'entra adesso Jimin? Lui è il mio migliore amico"
"Ed io invece cosa sono?"
"Stai diventando paranoico. Ecco cosa sei" roteò gli occhi liberandosi dalla mia presa e andando al centro della stanza, mi voltai seguendo i suoi passi. "L'unica cosa che so è che mi hai fatto provare due sensazioni che non avrei mai pensato di provare durante una riunione di lavoro" ricominciò a parlare ridacchiando come per farmi distrarre dai miei mille dubbi. "La prima è la gelosia, non voglio nasconderti il fastidio che ho provato mentre Mingyu ti accarezzava le spalle ma non so dirti il motivo quindi non chiedermelo"
"E la seconda?" domandai aggrottando le sopracciglia.
"Mi hai fatto eccitare" sussurrò avvicinandosi al mio viso. "Puoi per un secondo non pensare troppo e goderti questo momento con me?" cercò di convincermi a stare zitto, poggiandomi le mani sui fianchi e facendomi poggiare sulla scrivania, rimasi immobile e trattenni il fiato sapendo già dove volesse arrivare.
In un istante le sue morbide labbra furono sulle mie e sentii la sua lingua bagnarmi la bocca, chiedendomi garbatamente l'accesso che gli concessi subito dopo, non mi stancavo mai di baciarlo, di sentire il suo sapore immischiato al mio e tutte le volte che accadeva sentivo il bisogno carnale di spingermi oltre, lo stesso bisogno che cercavo di controllare a causa delle mie incertezze. Strinse un braccio attorno al mio bacino facendo così scontrare i nostri corpi già infoiati mentre le nostre labbra si muovevano all'unisono diventando quasi una sola cosa fino a quando i suoi denti mi morsero con una forza tale da farmi ritrarre infastidito, al contrario lui rise.
"Scusa, volevo solo testare la tua soglia del dolore" sussurrò continuando a sorridere e si affrettò a leccare la parte che prima aveva morso, facendo probabilmente fuoriuscire un po' di sangue. "Se non sopporti questo, non riesco ad immaginare quando faremo altro" parlò ancora guadagnandosi uno schiaffo sulla spalla.
"Aspetta e chi ha detto che io starò sotto?" esclamai con una certa impellenza.
"È la logica matematica, se io starò sopra, tu starai sotto" disse sbrigativo per tornare a fare quello che stava facendo in precedenza ma gli misi le mani sulle spalle allontanandolo giusto per poterlo guardare meglio negli occhi. "Si ma chi ha deciso che tu starai sopra? Non mi sembra che ne abbiamo ancora parlato" continuai deciso.
"Ok e vuoi parlarne proprio adesso Jungkook?" chiese irritato, ancora una volta dalle mie troppe domande. "Quando arriverà il momento lanceremo una monetina per decidere chi dovrà prenderlo in culo adesso puoi stare zitto?" scoppiai a ridere, seguito a ruota da lui e mi chiesi come eravamo arrivati a quel discorso e soprattutto perché avevamo già programmato una futura scopata? Ruotai il capo rassegnato ma allo stesso tempo ero felice di essere arrivato ad un livello di confidenza talmente alto da poter scherzare su un argomento intimo come il sesso.
"In ogni caso oggi voglio solo ricambiare il favore" disse tornando serio, avvicinandosi al mio orecchio. "Ricordi?" sussurrò e improvvisamente mandai giù la saliva come se fosse un grosso macigno.
Non sapendo come muovermi, mi aggrappai alla scrivania mentre le mani di Taehyung vagavano libere sul mio corpo, prese a baciarmi sul collo facendomi percepire il suo fiato caldo sulla pelle e in men che non si dica cominciai a respirare in modo irregolare. Taehyung aveva quel magico potere, riusciva a trasportarmi in un altro mondo con un solo schiocco di dita, era lui a decidere che piega e che atmosfera avrebbe preso quel determinato momento e soprattutto mi ero reso conto di quanto le sue scelte condizionavano il mio umore e persino le mie intere giornate. Era diventato parte di me come io ero diventato parte di lui, nonostante rifiutasse di ammetterlo anche a sé stesso.
"Rilassati" bisbigliò probabilmente sentendo quanto fossi teso e nervoso, così tanto da non riuscire neppure a sfiorarlo.
Non smise di baciarmi neppure per un secondo mentre con le mani si occupò della mia camicia, sbottonandola lentamente. "È da quando hai indossato questa camicia che non vedevo l'ora di togliertela" disse lasciando il mio petto scoperto ed esposto completamente a lui. "Non riuscivo a smettere di pensare al tuo corpo mentre discutevo di lavoro..." continuò abbassandosi sempre di più. "O al modo in cui avrei potuto donarti piacere una volta soli" disse ancora facendomi gemere, più bottoni toglieva più con la bocca scendeva, lasciandomi un scia di baci umidi lungo l'addome. A quel punto un tepore incontrollabile invase la mia parte bassa e quando le mani di Taehyung finirono sul bordo del pantalone sentii dei brividi di piacere lungo tutto il corpo tuttavia si fermò e risalì nuovamente, tracciando con la lingua gli addominali. Chiusi gli occhi per alcuni secondi che mi parvero più un'eternità ed ebbi come l'impressione che invece di un favore, la sua fosse una specie di vendetta data quell'attesa angosciante che mi fece provare.
"Taehyung..." lo richiamai, mugolando qualcosa nel tentativo che capisse senza però doverglielo dire esplicitamente.
"Lo so, neanche a me piacciono i preliminari ma non mi lamento" disse sorridendo e strizzandomi un capezzolo scherzosamente.
"La smetti di farmi male?" mi lamentai abbassando la zip dei miei pantaloni per anticipare le sue lente mosse. "So che il mio corpo ti fa impazzire ma adesso basta con i soliti giochetti" dissi afferrandogli una mano e posizionandola sulla mia protuberanza. "Vai al sodo e accontentami"
I suoi occhi erano pieni di desiderio, mi guardava come mai nessuno aveva fatto e percepivo la sua voglia e il suo bisogno di avermi, motivo per cui diventai ad un tratto coraggioso perché sapevo che sotto quel punto di vista potevo fidarmi di lui. "Mi piaci quando fai il finto ingenuo o quando ti dimostri nervoso sotto il mio tocco" parlò nonostante l'ultima cosa che volessi in quel momento era ascoltare le sue parole. "Ma mi fai impazzire quando cerchi di comandare" nel suo viso spuntò quel ghigno insopportabile che mi eccitò maggiormente. "Dovresti provare a dettare regole più spesso" continuò infilando improvvisamente la mano dentro i miei boxer, facendomi così sussultare.
"Scommetto che nessuno ti ha ancora toccato nel modo in cui ti toccherò io" sussurrò come sempre pieno di sé, prima di cominciare a procurarmi piacere.
SPAZIO AUTRICE
SORPRESA! Doppio aggiornamento per farmi perdonare dell'assenza di settembre.
Eh si come avrete capito nel prossimo capitolo ci sarà una smut, attendetela con ansia mi raccomando e soprattutto fatemi sapere cosa ne pensate di questo.
Vi piacerebbe se per un semplice equivoco, come la riunione lavorativa di Taehyung, Jungkook cominciasse davvero a lavorare nell'azienda dei Kim? Le scrivanie sarebbero sempre occupate e NON DALLE CARTELLE ECCO
VI LASCIO perché la mia mente si è popolata da awdward thoughts^ BYE BYE
-Federica
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