31. La pioggia

Pronunciare quelle tre parole senza che me ne rendessi conto mi diede modo di ipotizzare che Taehyung potesse essere coinvolto nel mio licenziamento ma incontrare i suoi occhi amareggiati e allo stesso tempo informati, come se fosse già conscio di quello che avevo prima letto e dopo appreso mi fece comprendere che avessi colto il punto. Avevo avuto ragione ad incolparlo e avevo avuto ragione a puntargli immediatamente il dito, il mio istinto mi aveva portato a credere che Taehyung avesse potuto tradirmi in quel modo tanto ignobile e subito pensai di non meritare quel gesto e quel trattamento da lui. Io non ero un bambino che andava protetto e chiaramente avevo apprezzato molto la tutela che mi aveva riservato il giorno prima ma da lì a prendere le decisioni al posto mio, la differenza era tanta e vi erano cose che gli avrei tranquillamente permesso e altre che invece non avrebbe dovuto neppure pensare; quella che avevo appena appreso e sempre quella per cui si stava scusando tanto freneticamente era una di quelle.

"Sei davvero stato tu" ripetei come prendendo sempre più coscienza di quella sua azione inaspettata e se da un lato mi aveva stupito quello che aveva fatto, dall'altro trovò anche il modo di stupirmi in quell'esatto istante; era paradossalmente il fatto che si stesse scusando con me o anche solo il fatto che io gli avessi scaturito una reazione del genere, accompagnata persino dal pianto. Non volevo credere sul serio che Taehyung potesse essere capace di farmi un raggiro di quella portata, non volevo credere sul serio che potesse da un momento all'altro colpirmi alle spalle o tradirmi in una maniera tanto immorale. Pensai che avrebbe almeno potuto aspettare che mi riprendessi un minimo, che metabolizzassi del tutto ciò che mi era accaduto e ciò che Lee aveva provato a fare sulla mia pelle eppure non era stato abbastanza delicato per poterci anche solo provare. Quella volta giurai di non volerlo difendere, non avrei messo da parte il mio tormento per poter elevare le sue ragioni o per provare a capire cosa l'avesse spinto a comportarsi in quella maniera, non mi importava nulla delle motivazioni ma quella volta mi sarebbe dovuto importare solo ed esclusivamente di me. Il mio rifiuto di conoscere la verità era forse dettato dal fatto che volessi preservare e proteggere l'idea che io mi ero costruito di lui, più che conservare intatta la nostra storia o le mie emozioni; la cosa fondamentale in quel momento era non distruggere completamente quello che io avevo pensato di Taehyung.

I suoi occhi non si mossero dai miei e le sue labbra rimasero schiuse come prima, segno che non era neppure intenzionato a voler parlare o a voler spiegare la sua reale finalità, si era già scusato e quello mi diede modo di comprendere ancora una volta che io avessi ragione e che avessi fatto bene a crederlo responsabile di quelle parole che avevo appena letto sullo schermo del cellulare.

Ad un tratto dunque quella conversazione che aveva avuto dell'assurdo, dopo aver digerito il messaggio da parte di Lee, sembrava avere un senso e tutte le parole, che credevo fossero illogiche e dettate da uno dei suoi momenti incontrollati, nel quale si lasciava predominare dall'istinto e dalle apprensioni, ora combaciavano perfettamente. Un copioso flusso di pensieri mi fecero spuntare le lacrime agli occhi e mi fecero percepire l'amaro in bocca, mi sentii un perfetto idiota nel condividere con lui certe emozioni e in quel momento persino rimanere all'interno di quel bagno apparì come un gesto completamente sbagliato e insignificante. In quel frangente mi resi conto di non conoscere minimamente la persona che avevo davanti, ero arrabbiato ma soprattutto deluso.

Chi diavolo era davvero Kim Taehyung?

Istintivamente mi alzai e mi allontanai da lui come se fossi spaventato dalla sua persona, il cuore cominciò a battermi come un martello e il mio stomaco andò in totale subbuglio e d'improvviso, per la seconda volta in quella giornata, percepii un senso di nausea. Tuttavia quella volta non era dovuto dalle medicine che avevo preso o a causa dell'alcool che avevo ingerito, ma per il semplice fatto che dentro di me cominciava a farsi strada una sensazione spiacevole, quasi di repulsione nei suoi confronti.

Il suo sguardo era enigmatico come sempre, al mio allontanamento si era velocemente asciugato le lacrime ma non aveva ancora trovato il coraggio di rispondermi. Il mio istinto e il suo silenzio mi fecero capire ancora una volta di avere ragione e sentii una stretta al petto. Non aveva intenzione di giustificarsi o di difendersi, sapeva bene cosa aveva fatto, motivo per cui si stava scusando con tanta foga e tanto pentimento.

"Certo... ora è tutto più chiaro" mi affrettai a dire. "Sei sempre stato contrario al fatto che io lavorassi in uno stip club, era tutto pianificato già dall'inizio" pensai ad alta voce non sapendo più a cosa credere e lasciando così che i miei pensieri più intimi fuoriuscissero dalla mia bocca senza nemmeno prima elaborarli. "Hai picchiato il mio responsabile e adesso mi fai anche licenziare per un tuo capriccio?" urlai incurante di chi potesse sentirci e nel frattempo anche Taehyung si alzò e sebbene fosse ancora frastornato e abbattuto, mi sembrò pronto per replicare tuttavia non gli diedi il tempo di aprire bocca poiché avevo un'ingente bisogno di doverlo offendere e di dover riversare tutte le colpe su di lui.

"Sei una persona di merda te ne rendi conto vero?" avrei voluto che annuisse o che mi confermasse quella ipotesi per il semplice fatto che in quel momento io lo pensavo davvero.

"Non è come dici Jungkook, dammi il tempo di spiegare..." sussurrò docile cercando di afferrarmi il polso. Non glielo permisi e mi scansai, lanciando uno sguardo per nulla indulgente che gli avrebbe dovuto far comprendere quanto incazzato fossi con lui. Non volevo che spiegasse poiché non c'era nulla di concreto che potesse dirmi; mi aveva già porto le sue non volute e insignificanti scuse che non sarebbero servite a nulla dunque non c'era altro che avrei voluto sentire dalle sua labbra. Taehyung mi aveva fatto licenziare senza pensare a me per un secondo, ancora una volta aveva messo davanti ad ogni cosa i suoi capricci facendomi così avvertire la sua essenza di natura egoista e il suo carattere poco riparabile.

Avevo da sempre avuto la concezione di poter aiutare Taehyung nel divenire una persona leggermente più ammodo, la mia intenzione non era quella di cambiarlo poiché non avrebbe avuto alcun senso, considerato che a me lui piaceva per com'era. Se solo me l'avesse permesso gli avrei voluto dare una mano nel smussare alcuni comportamenti, che sapevo anche lui odiasse di se stesso, ragion per cui mi ero impuntato nel modificare quegli atteggiamenti che non avrebbero portato a nulla. Sin dal primo giorno l'avevo sempre pensata in quella maniera ma ora non ero più sicuro, non dopo quello che mi aveva fatto.

Io odiavo le persone che prendevano decisioni per gli altri senza neppure prima consultarli, erano un po' quello che facevano di continuo i genitori ed io di loro, cominciavo ad averne le palle piene motivo per cui non potevo sopportare un'altra persona con gli stessi tratti di personalità. Taehyung avrebbe dovuto capire che non ero il suo giocattolo e non avrebbe potuto scegliere in che direzione andassi, io lo avevo stimato tanto per quello che aveva fatto per me; non era da tutti prendere le difese di qualcuno, specialmente all'interno di un locale nella quale tutti desideravano solo divertirsi e magari assistete a qualche scena divertente che avrebbero potuto raccontare agli amici il giorno dopo. Taehyung non si era fatto alcun scrupolo a proteggermi e non avrei mai smesso di essergli grato per quello ma nel medesimo modo, non aveva avuto scrupoli nel proporre il mio licenziamento, ancora prima di sapere il mio pensiero a riguardo.

Era stata una mossa scorretta che non mi era piaciuta neppure un po', difatti non gli diedi il tempo di spiegarsi ed uscii frettolosamente dal bagno, nella quale avevo prima pregato di entrare. Sull'uscio mi scontrai con Jimin, che a causa del fracasso che aveva sentito si era probabilmente avvicinato per sentire meglio o per constatare che stessimo entrambi bene; il suo sguardo era allarmato come se lui fosse esonerato da quel suo gesto eppure in quel momento mi parvero complici di tutto poiché ero talmente confuso che non sapevo bene a cosa credere.

Jimin nel frattempo mi porse delle domande a cui non risposi poiché mi trovò troppo occupato ad ascoltare le balle che uscivano dalla bocca del suo amico, che mi seguii fuori dal bagno.

"Come potrei progettare tutto questo contro di te?" chiese come sdegnato da quello stesso pensiero e provando ancora a mettermi le mani addosso, odiavo quando lo faceva poiché sapevo che il suo intento non era quello di fermarmi piuttosto quello di controllarmi e di detenere il potere su di me e sulle mie emozioni. Taehyung era consapevole dell'effetto che mi faceva, sapeva di potermi stregare con le sue parole ma soprattutto di potermi rasserenare tramite le sue carezze e le sue mani sul mio corpo. Non volevo quello, motivo per cui non glielo permisi; dovevo rimanere il più lucido possibile cosicché avessi visto quella situazione nella maniera in cui era piuttosto che come avrei voluto che fosse.

"Ascoltami cazzo" si lamentò forse a causa del continuo distanziamento che stavo usando nei suoi confronti purché non si avvicinasse a me. "Si sono solo accavallati degli imprevisti che mi hanno portato a commettere degli errori" provò a spiegare alzando il tono della voce. Il suo sguardo così come il suo comportamento mi parve preoccupato, allo stesso tempo però continuò a mantenere quella calma che in normali situazioni mi ero ritrovato ad inviargli ma che adesso mi irritava terribilmente. Taehyung continuava a rimanere stabile mentre io al contrario, ero furioso e avrei voluto riversare in loro tutta la mia rabbia, la stessa che non pensavo di poter provare. "Non l'avrei mai fatto se ieri non avessi visto quello che ho visto" si giustificò, negando così la mia idea che fosse già tutto programmato per farmi licenziare tuttavia la mia mente era talmente tanto offuscata che non sarebbero servite alcune parole, probabilmente non esistevano neppure, capaci di farmi cambiare idea.

Avevo senza dubbio delle emotività contrastanti che non avrebbero portato a nulla di buono, se da un lato era in preda all'ira dall'altro ero semplicemente amareggiato, tuttavia non erano delle scuse o delle spiegazioni a rendermi docile. Avevo bisogno di rimanere da solo e di riordinare una volta per tutte i miei pensieri, che erano abbastanza confusi e incerti da un bel po' di tempo.

"So di aver sbagliato ok?" ammise mettendo le mani avanti. "Ma perché devi trovare per forza del marcio nelle mie azioni?"

"Del marcio?" ripetei io sconvolto da quella sua affermazione. Che cosa si aspettava da me? Voleva che gli facessi un applauso e lo ringraziassi per avermi messo da parte in un qualcosa che riguarda esclusivamente me e il mio futuro? "Taehyung mi hai fatto licenziare nonostante i miei tentativi di farti capire quanto fosse importante per me quel lavoro" dissi avvicinandomi e rinfrescandogli la memoria, evidentemente danneggiata dalle troppe cazzate che gli passavano per la testa. "Sapevi che non avrei mai voluto lasciarlo..." mormorai ancora e pensai che probabilmente era stata quella la motivazione per cui l'aveva fatto; sapeva meglio di me che non avrei rinunciato ad un posto fisso e ad uno stipendio sebbene valeva a dire mettere la mia dignità sotto i piedi e rischiare ogni sera, di rivivere quello che avevo scansato il giorno prima.

"L'ho fatto per te cazzo!" gridò per la prima volta da quando avevamo cominciato a discutere, facendomi così sussultare per la sorpresa ma anche per la paura. "Quella merda ti ha messo le mani addosso e se non ci fossi stato io probabilmente sarebbe successo di peggio" mi strattonò come se volesse farmi tornare il lume della ragione. Fui come paralizzato dalle sue parole ma soprattutto da quel gesto inaspettato, i miei occhi erano puntati sulle sue labbra, che continuarono a sputare sentenze che in realtà non volevo sentire. "Perché ti ostini a non voler capire che il suo intento era quello di approfittarsi di te?" continuò ormai arrabbiato tanto quanto me.

"Non provare a nasconderti dietro questa giustificazione" risposi dimenandomi per scrollarmi le sue mani di dosso e gli puntai un dito contro. "Sono due cose distinte e separate e lo sai meglio di me quindi non fingere che questa scusa possa andarmi bene perché non va bene un cazzo"

"Sei solo un fottuto ingenuo" sospirò esausto da quella mia convinzione e quelle parole mi fecero incazzare maggiormente.

"Taehyung te lo ripeterò una volta soltanto quindi apri bene le orecchie" sussurrai standogli ad un centimetro dal viso. "Non sei nessuno per decidere della mia vita quindi non metterti più in mezzo nelle cose che non ti riguardano" ringhiai e senza neppure aspettare la sua replica, sorpassai Jimin tramite uno strattone ed uscii di casa il più velocemente possibile. Non sapevo dove mi trovassi e non sapevo neanche dove andare eppure le mie gambe si mossero da sole, non curandomi dello spazio che mi circondava, cominciai a correre pur di allontanarmi da lui poiché la cosa più importante in quel momento era prendere le distanze dai suoi inganni.

Erano successe così tante cose in poco tempo che tutto mi parve frutto della mia immaginazione, quando però mi ritrovavo a prendere coscienza che non lo fosse e che dunque mi trovavo davvero nella realtà, cominciava a farmi male la testa per la troppo frastuono dei miei pensieri. In quel momento quasi la sentii esplodere a causa del mio stordimento ma anche a causa della litigata con Taehyung; la verità era già da qualche tempo, tutto intorno a me pareva insopportabile eppure la sola presenza del biondino nella mia vita, faceva si che tutto il contorno apparisse saporito e quasi tollerabile. Avere Taehyung accanto mi faceva vedere il mondo in una maniera differente di quando invece non era al mio fianco, ragion per cui ora tutto ciò che guardavo, prendeva una visione diversa ma non nuova.

Quella era la stessa visione che avevo da sempre avuto, la solitudine e quel senso di vuoto aveva da sempre caratterizzato la mia infanzia e la mia giovinezza ma nel giro che qualche mese, Taehyung era riuscito a modificare tutto quello che per me erano da sempre state concretezze e pensieri che non credevo di poter mai abbandonare. Il biondino era stato in grado di non farmi pesare quelle emozioni che da anni mi logoravano da dentro eppure con un solo gesto le aveva rimesse in piedi nuovamente tutte.

Improvvisamente mi sentii solo e disperso come non mi ero mai sentito prima; Taehyung aveva sabotato il mio lavoro e dunque anche un pezzo della mia vita e di conseguenza tutta la fiducia che avevo riposto in lui si annullò in un millesimo di secondo.

Avevo capito che Taehyung fosse abituato a detenere il controllo su tutto ciò che lo circondava, a prendere le decisioni da solo ma quella volta non avrei potuto accettarlo perché quella scelta non riguardava né lui, né noi come coppia ma riguardava me in prima persona. Aveva tradito la mia fiducia nel momento in cui aveva preso una decisione per me, senza neppure consultarmi, alimentando il suo egoismo e trattandomi come un bambino incapace di scegliere per se stesso.

Nel giro di pochi chilometri mi ritrovai in una stradina completamente deserta e poco illuminata, mi guardai intorno nel tentativo di riconoscere la zona ma più ispezionavo più mi rendevo conto che fosse un luogo del tutto sconosciuto a me: ero circondato da giardini immensi e da villette probabilmente vuote o abbandonate ma continuai a camminare nella speranza che prima o poi avrei trovato la strada di casa. Non avevo la forza di fare nulla, neppure di reagire, mi sentivo triste perché avevo appena perso ciò che avrebbe permesso a me e alla mia famiglia di sopravvivere, mi sentivo deluso perché avevo creduto ai gesti e alle parole di Taehyung e mi sentivo arrabbiato perché non mi riconoscevo più e perché non ero neppure più in grado di distinguere il bene dal male.

Per un'attimo mi ritrovai a pensare che quel maledetto biondino avesse davvero ragione sul fatto che io fossi troppo ingenuo per poter capire o anche solo per poter affrontare una situazione di quella portata.

"Sei solo uno stupido" sussurrai singhiozzando come un bambino, facendo ricadere interamente la colpa su me stesso. Ogni volta credevo di essere forte ma davanti al minimo problema, finivo sempre per crollare proprio come un castello di sabbia. Era più forte di me, avrei dovuto aspettarmi una mossa del genere da un tipo come Taehyung ma stava andando tutto così bene che quel gesto, che poteva sembrare banale agli occhi delle altre persone, mi aveva ferito e mi aveva colto alla sprovvista. Avevo potuto accettare la rissa perché sapevo del suo disturbo e perché credevo davvero che l'avesse fatto per me, per tutelarmi ma farmi licenziare di proposito era tutt'altra storia. Taehyung non conosceva la mia famiglia o le mie condizioni economiche poiché me ne vergognavo troppo per poterlo dire ad una persona che invece nella vita aveva da sempre avuto tutto, ad ogni modo comunque non si sarebbe mai dovuto permettere di compiere un gesto per me intollerabile.

Mi asciugai le lacrime e mi accorsi che camminare senza una meta mi fece sentire peggio, ragion per cui decisi di fermarmi e solo in quel momento notai di essere sopra un ponte così mi voltai e osservai il panorama di fronte a me. Ormai rassegnato poggiai i gomiti sulla ringhiera e sospirai, godendomi quel leggero venticello che stava pian piano diventando sempre più freddo, capii di essermi perso ma allo stesso tempo mi resi conto che perdersi non significa solo imboccare la via sbagliata, bensì anche essere assaliti dalla paura e dalla confusione ed era proprio ciò che sentivo dentro di me.

Più passavano i minuti e più i miei dubbi aumentavano; dopo quello che era successo con il proprietario probabilmente licenziarsi sarebbe stata la cosa più corretta da fare poiché nonostante cercassi di non darci peso, il giorno prima avevo messo me stesso e la mia incolumità a rischio pur di possedere quel lavoro. Solo allora il pensiero che il proprietario, di cui in teoria mi sarei dovuto fidare, mi avrebbe volentieri violentato mi fece più ribrezzo dell'azione di Taehyung: non erano affatto paragonabili tuttavia mi fecero male in egual modo. Ero consapevole che quello non fosse più un posto sicuro per me, ma avrei senz'altro preferito prendere io la decisione.

Taehyung non rappresentava nulla della mia vita e non poteva decidere al mio posto, volevo che prendesse coscienza di quel concetto basilare.

Improvvisamente mi sentii picchiettare la schiena e quando mi voltai mi resi conto che delle gocce trasparenti cominciarono a cadere velocemente sulla strada, una dopo l'altra creando così un armonioso rumore, simile a quello di un tamburello.

Stava cominciando a piovere.

Rimasi immobile a fissare quelle piccole gocce che a contatto con il suolo disegnavano grandi cerchi d'acqua e in men che non si dica mi ritrovai fradicio, completamente zuppo dalla testa ai piedi ma d'altronde non sapevo dove andare, non sapevo dove mi trovassi e non c'era neppure nessuno che potesse aiutarmi, dunque mi feci volentieri colpire da quell'energico scroscio. Quelle vie erano del tutto deserte ed io cominciai anche a sentirmi male fisicamente: il mal di pancia e il mal di testa tornarono, così come il senso di nausea e il tremore alle gambe, ad un tratto mi sentii debole e capii che gli effetti dei medicinali stavano pian piano scomparendo. Mi accovacciai per terra e lasciai che il freddo e che la pioggia mi abbracciassero per un po', nella speranza di trovare sollievo a livello fisico ma soprattutto conforto a livello emotivo.

Rapidamente persi la cognizione del tempo, talmente tanto che quando riaprii gli occhi, non riuscii neanche più a distinguere le gocce d'acqua dalle mie lacrime ma nonostante tutte quelle circostanze il mio unico e quasi fastidioso pensiero, rimase solo ed esclusivamente quella testolina bionda.

"Vorrei che tu fossi qui anche se in questo momento ti odio" piagnucolai stringendomi lo stomaco che faceva sempre più male, se non avessi trovato aiuto probabilmente mi sarei preso un malanno e proprio per quel motivo, mi ritrovai ad estrarre il cellulare dalla tasca della tuta e scorsi così i numeri in rubrica. Non potendo mai contare sui miei genitori, li scartai a priori e senza neppure rifletterci un minimo, Yoongi aveva già diversi problemi e non avrei mai voluto dargliene altri, infliggendogli anche le mie preoccupazioni dunque mi rimase solo Hoseok, eppure le mie dita non colsero affatto l'impulso della mia mente e presero una decisione totalmente differente. Il mio pollice si fermò proprio sulla piccola lettera del suo nome e mi ritrovai così a schiacciare sopra il contatto di quel dannato biondino, facendomi dunque spuntare la foto che aveva scattato all'interno del suo studio, quando mi aveva chiesto di poter memorizzare il suo numero. Ammirai il suo viso per qualche minuto sebbene lo schermo del mio cellulare si stesse imbrattando di continue gocce che mi offuscavano quella bellissima vista; Taehyung si era immortalato con un sorriso genuino e con degli occhi dolci che intenerirono anche me in quel momento di delusione, mi ritrovai a sorridere e senza pensarci due volte, schiacciai il pulsante della cornetta.

"Fanculo l'orgoglio" dissi poggiando il telefono all'orecchio.

Chiamarlo non era sintomo di pentimento, io non avevo alcuna intenzione di scusarmi con lui e avrei continuato a pensare che si fosse comportato da stronzo e che avesse sbagliato a prendere quella decisione tuttavia in quel momento avevo davvero bisogno di lui. Taehyung era l'unica persona che potesse realmente darmi una mano, probabilmente era anche l'unica di cui non mi vergognavo nel mostrarmi in quelle condizioni per il semplice motivo che sapeva già tutto quello che mi era successo il giorno precedente e di conseguenza non avrei dovuto dargli nessuna spiegazione.

"Pronto?" sentii e trattenni il fiato per qualche secondo. Non poteva ancora sapere che fossi io poiché non aveva ancora memorizzato il mio numero, visto che non l'avevo mai chiamato prima di allora e così per paura che mi attaccasse, cercai di far uscire la voce.

"T-Taehyung" balbettai senza volerlo.

"Jungkook sei tu?" si allarmò immediatamente ma non mi diede il tempo di rispondere. "Dove sei? Ti prego dimmi dove sei" sembrava davvero preoccupato.

"Non lo so, io mi sono perso" sussurrai e lo sentii sospirare, quasi rassegnato.

"Va bene tranquillo, descrivi ciò che vedi e ti raggiungo" parlò calmo, trasmettendomi così la fiducia di cui avevo bisogno.

"Sono sopra un ponte ma non vedo niente, non sono mai stato in questo posto"

"Sono sicuro che non devi essere lontano da qui" mi rassicurò e mi sentii leggermente meglio solo tramite le sue parole; stavamo parlando come se tra di noi non fosse mai successo niente e questo mi rasserenò davvero molto, poiché mi fece capire che per entrambi era molto più importante la nostra strana relazione che il nostro stupido orgoglio. "Non ti muovere Jungkook sto arrivando" disse prima di attaccare e così non mi rimase che aspettarlo, rimuginando sul fatto se avessi fatto bene o male a chiamarlo dopo quello che mi aveva fatto.

Nel frattempo la pioggia non sembrò intenzionata a smettere, tuttavia mi stavo quasi abituando a quella atmosfera di malinconia poiché rispecchiava perfettamente il mio stato d'animo e dopo qualche minuto non feci neppure più caso ai miei vestiti fradici o al mio corpo indolenzito, era come se fossi intrappolato in un gelo opprimente dalla quale aspettavo solo di essere liberato.

Tutto mi scivolava addosso, tutto fuorché lui. In quell'instante mi accorsi di quanto importante fosse Taehyung per me, di quanto io avessi mille motivi per detestarlo e stargli lontano ma che allo stesso tempo mi era impossibile. Preferivo aggrapparmi a quelle banali e piccole emozioni piuttosto che lasciarlo andare definitivamente; ormai ci ero dentro fino al collo e sperai con tutto il mio cuore che per lui fosse la stessa cosa o che sentisse lo stesso bisogno che sentivo io quando lui non era con me. A volte credevo davvero di contare qualcosa per lui mentre altre credevo solo che si stesse prendendo gioco di me o che si stesse divertendo come avrebbe fatto con chiunque altro, malgrado quei pensieri però rimasi fedele a me stesso e questo mi aveva spinto a lasciarmi andare con lui, se avessi avuto delle conferme da parte sua probabilmente sarei anche andato oltre il bacio e i preliminari ma il suo modo di essere mi bloccava completamente.

Era come se non potevamo stare insieme ma allo stesso tempo non potevamo neanche stare separati.

Improvvisamente il rumore della pioggia si mischiò con un rumore incessante di passi che si mossero velocemente verso di me, più si avvicinavano e più il battito del mio cuore accelerava come mai prima di allora. A quel punto alzai la testa, sperando di vedere ciò che avrei voluto ma non riuscii a distinguere nulla attorno a me, un po' causa della troppa acqua e un po' per il mio subbuglio interiore tuttavia quando la sua voce urlò il mio nome, mi sentii inspiegabilmente al sicuro e aspettai che mi raggiungesse senza dire una parola.

"Jungkook..." sussurrò prendendo fiato quando si ritrovò finalmente di fronte la mia figura, ma nel momento in cui i nostri occhi si incrociarono nessuno dei due ebbe la forza e il coraggio di aprire nuovamente bocca malgrado quella piccola scintilla di sollievo che caratterizzava i nostri volti.

Continuai a rimanere seduto mentre silenziosamente ci parlavamo: lui era immobile dinnanzi a me con uno sguardo vuoto, perso e indecifrabile mentre le sue labbra erano schiuse come se da un momento all'altro avrebbe voluto dirmi qualcosa nonostante il gran rumore della pioggia che sembrava sovrastare qualsiasi altro suono. Come me anche lui era completamente fradicio e malgrado i suoi capelli fossero coperti dal cappuccio della felpa potei notare come dalle punte scendessero delle goccioline d'acqua che infine gli ricadevano sul suo viso oscuro.

Solitamente le migliori scene dei film erano quelle in cui i protagonisti si ritrovavano sotto la pioggia poiché creavano un'atmosfera romantica che andava sempre a concludersi con un dolce e appassionante bacio, uno di quelli talmente travolgenti da riuscire a dimostrare il loro grande amore sotto l'acqua fredda e rumorosa della notte eppure nella mia realtà e di fronte Taehyung, l'atmosfera era completamente diversa. Potei percepire un pizzico di imbarazzo ma non riuscii a far altro che fissare i suoi occhi scuri incastrati nei miei sebbene la sua intera figura fosse avvolta da un leggero mistero che metteva i brividi, tuttavia venne sorprendentemente troncato da un gesto che mai mi sarei aspettato e che allo stesso tempo mi mise in agitazione.

Il suo corpo si lasciò andare di schianto sul suolo come se fosse abbandonato da ogni tipo di forza, Taehyung cadde sulle ginocchia emettendo un debole e flebile gemito che si contrappose al rumore delle sue gambe a contatto con le piccole pozzanghere che si stavano creando attorno a noi e improvvisamente nella mia mente si proiettò il nostro primo incontro: aveva fatto lo stesso gesto ed io mi resi conto che mi avevamo entrambi trasmesso le stesse emozioni e la stessa tachicardia.

"È tutta colpa mia" ammise inaspettatamente. "Jungkook mi dispiace così tanto" disse con i pugni stretti e abbassando lo sguardo per terra mentre io sorrisi amaramente, sospirando a quella scena.

Non potevo resistergli.

Proprio come avevo sospettato, dal momento stesso in cui avevo digitato il suo numero di telefono, misi da parte i miei dolori fisici e pesino il mio astio e il mio risentimento nei suoi confronti per potermi spostare e raggiungere il suo corpo, che in quell'istante mi parve talmente fragile che avrei tanto voluto stringerlo in un abbraccio, per poter donare così quel calore di cui entrambi avevamo bisogno.

"Volevo solo stare dalla tua parte, esserti d'aiuto ma ancora una volta ho sbagliato tutto" singhiozzò, anche lui stava piangendo e questo mi fece sentire meno solo. "Non sono in grado di dare alle persone ciò che meritano e so di essere io il problema quindi non ti biasimo" sospirò e in quel momento rialzò lo sguardo verso di me che lo stavo ascoltando attentamente senza ormai alcuna ostilità o rancore. "Volevo solo chiederti scusa e dirti che se tornassi indietro, probabilmente non lo farei" apprezzai la sua sincerità.

Io annuii stanco e gli feci segno di sedersi per terra accanto a me poiché non mi piaceva vederlo in quelle condizioni anche se magari se lo meritava. Dopo un po' di titubanza iniziale, Taehyung fece come gli avevo suggerito e malgrado mi facesse piacere stare di fianco a lui, presi coscienza che sembravamo entrambi degli stupidi: poggiati sulla parete di un ponte incuranti della pioggia che continuava a picchiare sulle nostre teste, con i vestiti zuppi e del tutto soli, non vi era neppure un'ombra da quelle parti, c'eravamo solo noi e i nostri respiri irregolari probabilmente a causa del freddo.

"Sono successe così tante cose tutte insieme che non so neppure perché sono arrabbiato con te adesso" parlai dopo qualche minuto, ridacchiando.

"Ci sarebbero tanti motivi per cui dovresti essere arrabbiato con me" rispose sincero. "Ma ti prego Jungkook non esserlo" il sui tono di voce era implorante, come se non avesse potuto sopportare il fatto che io fossi arrabbiato con lui. La sua mano si avvicinò alla mia coscia ed io ruotai gli occhi perché il suo modo di essere mi procurava fastidio ma allo stesso tempo mi lasciai accarezzare poiché era quello che anch'io desideravo e soprattutto era quello di cui avevo maledettamente bisogno.

"Sei tutto bagnato" rise di me mostrando quel dolce e tenero sorriso quadrato che mi fece subito dimenticare l'intera discussione e l'irritazione che provavo nei suoi confronti.

"Perché cazzo non hai portato un ombrello?" lo rimproverai, ridendo insieme a lui.

"Perché volevo essere bagnato quanto te" disse avvicinandosi al mio viso e posando il suo sguardo sulle mie labbra, facendomi così intendere la sua intenzione; io inevitabilmente mi voltai verso di lui ma quando la nostra pelle si sfiorò, Taehyung preferii sussurrare qualcosa sulle mia labbra piuttosto che baciarmi. "So perfettamente che non ricordi ciò che mi hai detto mentre eri ubriaco ed è per questo che volevo dirti che per me è lo stesso" la sua bocca si stirò in un ghigno e dopo di che tentò nuovamente di baciarmi ma questa volta fui io a sottrarmi e lo guardai sospettoso. Immediatamente mi allarmai ma non ebbi il tempo di formulare la domanda che una voce in lontananza ci fece sussultare.

"Cosa fate qui? Questa è una zona riservata" urlò un uomo che cominciò a correre verso di noi e così Taehyung imprecò ma allo stesso momento non smise di ridere neanche per un secondo, si alzò di fretta e furia e mi tese una mano.

"Ce la fai a correre?" mi chiese teneramente e annuii ormai avvolto da quell'adrenalina che solo lui mi faceva provare. "Allora corri Jungkook, scappiamo!" gridò con tutto se stesso incominciando a correre il più velocemente possibile ma senza mai lasciarmi la mano.

In quel momento il ricordo del nostro primo incontro mi riaffiorò violentemente come un flashback, mi sembrò di rivivere quel surreale momento e tutte le sensazioni che mi aveva procurato quel giorno in metropolitana, mi resi conto che in così poco tempo era cambiato tutto, ero cambiato io ed era cambiato il rapporto con Taehyung. Probabilmente nessuno dei due si aspettava questo sviluppo ma ormai eravamo in balia di quel qualcosa che entrambi avevamo paura di definire ma che allo stesso tempo ci faceva sentire bene e soprattutto vivi. Durante quella folle corsa sotto quella scrosciante pioggia così promisi a me stesso di non reprimere o di non nascondere più ciò che provavo per Taehyung, avrei fatto di tutto pur di non perderlo perché stavo iniziando a provare sentimenti diversi dalla sola attrazione e volevo capire se anche per lui fosse lo stesso.

Avevo bisogno di sapere, volevo certezze perché in quell'istante l'unica certezza che avevo era quella mi stavo perdutamente innamorando di lui.

Spazio Autrice 

CON UN LEGGERO RITARDO MA CI SONO! Allora come state?? 

Sono così sottona per i Taekook che non riesco a vederli litigare o peggio ancora separati, perciò eccoli qui che corrono spensierati proprio come nei primi capitoli. Spero di non avervi deluso in alcun modo e per favore fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo.

Voi nella vita tendete a perdonare facilmente oppure no? Io dipende dalle circostanza ovviamente e se fossi stato in Jungkook forse avrei fatto esattamente lo stesso.

Comunque come avrete notato, sono entrambi persi l'un per l'altro e sappiate che io metterò sempre in primo piano il loro amore, non importa le circostanze^

-Federica

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