3. Prima pagina
Mi accasciai stremato sul banco dopo la corsa che feci per ottenerlo, mi ero svegliato presto quella mattina malgrado fossi tornato a casa tardi, solo ed esclusivamente per accaparrarmi la mia amata e tanto ambita terza fila. Ero riuscito ad ottenere quel banco che mi aveva accompagnato per quei lunghi quattro anni di liceo e che mi avrebbe tenuto compagnia persino per l'ultimo. Naturalmente avevo riservato dei posti anche per i miei migliori amici, avevo dato per scontato che avrebbero voluto sedersi accanto a me per l'intero anno scolastico e dunque mi impossessai di ben tre posti.
Hoseok e Yoongi, miei amici da sempre nonché compagni di banco da quel momento, arrivarono insieme e peraltro in ritardo. Il primo aveva dei capelli corvini e degli occhi dello stesso colore, era caratterizzato da dei colori principalmente scuri tuttavia possedeva un sorriso fulgente che illumina a il suo viso e che era in grado di rassicurare e persino di riscaldare i cuori delle persone che gli stavano attorno. Il secondo invece aveva da poco tinto i capelli di un colore verde chiaro che si intonava perfettamente alla sua pelle nitida, gli occhi erano scuri e nel solo incrociare il suo sguardo a volte si poteva percepire un grande, e spesso incomprensibile turbamento interiore.
Yoongi come ogni anno, aveva incaricato me per quella ardua missione "acchiappa banchi", da un lato perché non aveva alcuna voglia di mischiarsi con la folla e dall'altro perché si affidava alle mie capacità di trionfare in tutto. Mi diede una pacca sulla spalla e fece una smorfia come per ringraziarmi, dopo di ciò si sedette e buttò la testa all'indietro lamentandosi. Sorrisi a quella scena mentre Hoseok dall'altra parte dell'aula cominciò a socializzare con tutti gli altri ragazzi che non vedeva da circa tre mesi e che dunque, come me, non avevano partecipato alla festa da lui organizzata.
Mi guardai intorno e capii di essere pronto per quel nuovo inizio: avrei dato il massimo per poter concludere al meglio la prima parte della mia carriera scolastica e d'altronde, il primo giorno era cominciato bene grazie alla corsa per i banchi. Perciò non mi restava altro che rimanere fiducioso anche per il resto di tutti quei mesi che mi separavano dal diploma.
"Allora vi siete divertiti ieri?" chiesi riferendomi alla festa del giorno prima e nonostante mi sarebbe piaciuto trascorrerla con loro non rimpiansi la notte precedente con quel biondino, anzi, in quel preciso istante mi resi conto che avrei scelto quei momenti altre mille volte, piuttosto che i miei amici. Sapevo che la percentuale di incontrarlo di nuovo era abbastanza bassa e sulla base di ciò mi promisi di conservare quel ricordo per il più lungo tempo possibile.
"Chiedilo a Yoongi, io ricordo solo la prima parte della serata" rispose facendo intendere di aver bevuto fin troppo. Hoseok era quel tipo di ragazzo che trovava sempre una scusa per sorridere e allo stesso tempo cercava sempre di dare una motivazione per far sorridere gli altri, era spigliato e del tutto amichevole a differenza di Yoongi che preferiva farsi i fatti suoi e parlare ogni giorno con le stesse persone di sempre. Erano praticamente l'opposto ma io mi trovavo bene con entrambi in egual modo, era uno spasso poter adocchiare tutte quelle differenze che comunque non li avevano mai fermati o limitati nella loro amicizia.
"Mancava una persona" assottigliò lo sguardo scrutando la mia espressione, facendomi sentire in colpa.
"Mi dispiace, vi avevo avvisati che non sarei potuto venire" alzai le spalle.
"Ma non ci hai ancora spiegato il motivo" evidenziò quel piccolo dettaglio proprio quando entrò l'insegnante in classe e così mi rilassai. Era la prima volta in tutta la mia vita che provai sollievo nel vedere la professoressa di storia e filosofia, era risaputo che con lei non poteva volare neppure una mosca e così non potei far altro che rimanere in silenzio, anche di fronte quelle continue domande.
Non ero solito a tenermi le cose per me, non dicevo loro bugie e in quanto migliori amici sapevano tutto di me come io di loro, tuttavia desideravo solo avere più tempo a disposizione per poter inventare qualcosa di più credibile. Mi sentivo leggermente in imbarazzo a rivelare loro la verità.
Cosa avrei dovuto dire?
"Ho incontrato un ragazzo in metro che stava facendo a botte con qualcuno così ho dovuto fermarlo, non so cosa sia successo dopo ma ad un certo punto mi sono sentito infuocare a causa delle sue braccia intorno al mio bacino e poi con uno schiocco di dita mi sono ritrovato con lui dall'altra parte della città a chiacchierare come se ci conoscessimo da tempo"
Benissimo, dopo aver appurato che spiegato in quella maniera faceva schifo e non risultava per nulla credibile, ero certo che non l'avrei ripetuto ad alta voce neppure per centomila won.
Mi avrebbero preso in giro per sempre per gli avessi detto di essermi sentito in imbarazzo per un semplice abbraccio no? E poi si sarebbero sicuramente arrabbiato se avessero saputo che avevo preferito bere con uno ragazzo che aveva appena incontrato piuttosto che raggiungere loro al locale che avevano affittato per la festa.
La sera precedente on mi ero sentito affatto costretto nel dover rimanere con il biondino, se avessi voluto dopo la corsa avrei potuto lasciarlo e dirigermi dai miei amici ma evidentemente l'idea di trascorrere del tempo con lui non mi dispiaceva, al contrario mi entusiasmava parecchio. Era come se non pretendessi nulla da lui, così come lui non pretendeva nulla da me: ebbi come l'impressione che volessimo stare insieme ma solo per quella notte. Non avevamo alcuna intenzione di rivederci e forse era quella la motivazione per la quale non ci eravamo scambiati i numeri di telefono e né tantomeno ci eravamo rivelati i nostri nomi.
Avevamo semplicemente bevuto e chiaccherato di tutto ma allo stesso tempo di niente.
Quella notte non avevo saputo nulla di lui, era rimasto per me un totale enigma ma pur sempre un bellissimo enigma che non avrei mai voluto dimenticare.
"Jeon stai ascoltando?" chiese la donna con un tono quasi scocciato. "Siamo in quinta e pretendo maturità da voi, so che è il primo giorno di scuola ma quest'anno dovrete compiere tutte le vostre azioni in vista della fatidica prova di ingesso all'università. È la prova più importante della vostra vita..." e in quel preciso momento staccai di nuovo la spina del mio cervello, quel discorso lo sapevamo ormai a memoria ed io non avevo intenzione di ascoltarlo per l'ennesima volta. Fin da bambini ci mettevano in guardia da quella prova come se fosse qualcosa di insormontabile, facendo nascere in noi ansie eccessive e improduttive. Sembrava quasi che per gli insegnanti e soprattutto per i genitori, l'unica fase importante dell'adolescenza fosse lo studio e quel dannato CSAT.
Le ore passarono con una lentezza infinita e quando suonò la campana decisiva, si alzarono tutti in piedi e si diressero velocemente in corridoio, quello che avrei fatto anch'io se non mi avessero fermato i miei migliori amici.
"Siamo preoccupati per te" bisbigliò Yoongi toccando i suoi capelli menta, leggermente in imbarazzo.
"Cosa?" non mi aspettavo quella reazione da parte loro.
"È successo qualcosa che non vuoi dirci, non è cosi?" domandò ancora con una scintilla di determinazione. "Sai che con noi puoi confidarti per ogni cosa no?" continuò e sorrisi automaticamente.
All'improvviso mi venne una voglia matta di abbracciarli, tuttavia quando mi avvicinai, Yoongi finì per spostarsi con uno sguardo di disgusto. Alzai gli occhi al cielo e pensai a quanto fossi fortunato ad averli.
"Se mi fosse accaduto qualcosa di speciale sareste stati i primi a saperlo, state tranquilli ragazzi è tutto okay" esclamai cercando di apparire il più convincente possibile. Non gli stavo mentendo, stavo solo omettendo qualcosa e quella consapevolezza mi fece improvvisamente sentire meno in colpa nei loro confronti. Avrei solo dovuto rassicurarli in qualche maniera, francamente non c'era alcun bisogno di preoccuparsi perciò una volta risolto, uscimmo dalla classe.
"Venite a casa mia dopo?" propose Hobi con uno dei suoi smaglianti sorrisi, solitamente la casa in cui trascorrevamo più tempo era proprio quella: innanzitutto perché i suoi genitori consideravano me e Yoongi come dei figli e in più perché a differenza nostra aveva spazio a sufficienza per ospitarci. Era il nostro rifugio dopo la scuola, il nostro luogo di incontro durante le giornate noiose e specialmente quando i nostri genitori erano assenti.
I miei per la maggior parte del tempo erano al lavoro ma perlomeno sapevo di poter contare su di loro per qualsiasi cosa, a differenza di Yoongi che abitava solo da anni ormai. Suo padre lavorava all'estero e di rado faceva ritorno a Busan mentre la madre morì da giovane, lasciando il figlio troppo presto. Non ne parlava neppure con noi, non l'aveva ancora superata e rimanere da solo in quella casa non avrebbe fatto altro che peggiora le cose, motivo per cui rimaneva spesso a dormire da Hobi, intensificando maggiormente la loro amicizia a rendendoli dei veri e propri fratelli.
"Io dovrei occuparmi della casa oggi, rimando da giorni e mia madre è sul punto di uccidermi" mi giustificai alzando le mani in segno di resa.
"Non voglio mettermi contro quella donna, ma domani non voglio sentire scuse e vieni da me" mi disse dandomi un leggero pugno sulla spalla e così mi ritrovai ad annuire.
Sobbalzai per la spavento quando voltammo l'angolo degli armadietti e istintivamente poggiai una mano sul petto, generalmente dopo la campanella la scuola tendeva a svuotarsi subito così semplicemente fui sorpreso di vedere che quel giorno non accadde lo stesso. Io e i miei amici ci scontrammo con un gruppo di persone poste in cerchio, che non ci notarono neppure, dal troppo casino che crearono attorno ad un qualcosa che era impossibile da adocchiare.
Diedi una veloce occhiata ai miei amici e capii subito che la loro curiosità era quasi pari alla mia, così cercai di sgomitare le ragazzine che continuavano a strillare e i ragazzi che invece borbottavano tra di loro, per vedere l'oggetto in questione.
"Scusa, posso?" sussurrai prima di togliere una rivista dalle mani di una ragazza.
Era un giornaletto abbastanza famoso in Corea dunque doveva essere successo qualcosa di particolare.
"Tutto questo baccano per dei fogli pieni di pettegolezzi?" sbuffò Hobi visibilmente deluso.
La pagina in questione era aperta proprio nel mezzo del magazine, in cui si trovavano solo un mucchio di parole, probabilmente mischiate a delle fandonie nel tentativo di attirare maggiormente il lettore, motivo per cui diedi per scontato che fosse una specie di intervista e per di più fittizia. Per poter comprendere meglio e soprattutto per poter mettere fine alla mia prorompente curiosità, chiusi la rivista e quando me la rigirai tra le mani, sgranai gli occhi alla vista della copertina.
Quel biondino che il giorno prima mi aveva tanto scombussolato, ora era proprio in prima pagina...
Spazio Autrice
Ciao bell*, io vi giuro che non vedo l'ora di arrivare al clou della storia perciò ho deciso di pubblicare 2 volte a settimana dato che ho già tantissimi capitoli pronti e vediamo come va. Per ora è solo l'inizio e so che potrebbe risultare una noia mortale ma per favore fatemi sapere qualcosa nei commenti!
Tra poco è il compleanno di Yoongi sono elettrizzata^
-Federica
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