17. Sei casa

Taehyung aveva un'innata capacità di trasmettermi serenità ma allo stesso tempo un leggero pizzicore di ansia che mi ricordava che fossi vivo in quel preciso instante della mia vita; nessuno mai si concentrava sul fatto che stesse respirando o che il cuore battesse tutto il giorno per far si che il corpo continuasse a vivere normalmente eppure da quando avevo conosciuto il biondino continuavo a ricordarmene. Ogni volta che trascorrevo nuovo tempo insieme a lui, riuscivo a distinguere tutti i momenti del passato, in cui mi scordavo anche di avere una testa pensante che mi seguisse e decidesse dunque tutte le mie azioni, da quelli del presente che invece mi tenevano in piedi e mi ricordavano che fossi una persona a tutti gli effetti. Era difficile da spiegare tramite parole ma forse era il suo modo di coinvolgermi nelle situazioni che mi rendeva vivo come non lo ero mai stato prima; Taehyung aveva l'abilità di farmi battere il cuore ad una velocità sorprendete ma anche quella di stoppare quella naturale palpitazione.

Taehyung mi rendeva forte e debole allo stesso tempo, con lui la mia vita era un continuo ossimoro che vacillava e che non mi faceva capire quale dei due contrari concetti fosse giusto e quale fosse invece quello sbagliato. La verità era che tutto con lui pareva essere giusto, ragion per cui avevo messo da parte questioni che probabilmente non avrei lasciato passare a nessun altro; io odiavo la violenza ma a lui gliela permettevo, io non avevo mai lasciato che le mani ruvide di un ragazzo sfiorassero il mio corpo ma con lui avevo cominciato a desiderarlo ma soprattutto non avevo mai provato dei sentimenti così forti per una persona che era entrata nella mia vita da poco tempo e quasi di soppiatto, eppure da lui mi sarei fatto coinvolgere da mille emozioni pur di stargli accanto.

Quando gli confessai di dover andare al lavoro fu uno di quei momenti in cui mi tolse anche il respiro; mi piaceva avere il suo peso su di me poiché era un contatto del tutto puro e genuino. Qualche giorno prima però avevo sentito la sua presenza maliziosamente e avevamo compiuto un gesto che sarebbe potuto sfociare in qualcosa di molto più erotico; avevo provato differenti emozioni in entrambi i casi ma se da un lato i nostri corpi facevano scintille durante gli attimi di passione, dall'altro potevo giurare di sentirmi al sicuro solo tramite quei momenti teneri che mi riservava.

Taehyung mi faceva paura sotto diversi punti di vista; tendevo a reagire male e a farmi troppe paranoie quando le cose tra noi prendevano una piega che non credevo dovesse prendere tuttavia, al contrario mi beavo dei suoi comportamenti carichi di dolcezza.

La sua testa era comodamente poggiata sulle mie cosce, proprio tra lo spazio sopra il ginocchio e la presenza dei boxer. Con le mani continuava a giocare con i fili della tuta e quasi mi vennero le farfalle allo stomaco per quel gesto mentre i suoi occhi vagavano un po' sul mio viso e un po' nell'ambiente attorno a noi.

"Oggi dici un sacco di fesserie" risposi dopo qualche secondo, cercando di fargli capire che non volevo che venisse con me per nessun motivo al mondo. Non potevo nascondere di provare qualcosa nei suoi confronti, che però non riuscivo ancora a definire e forse neppure volevo ma ad ogni modo non eravamo talmente in confidenza per potergli permettere di vedermi alle prime armi; non mi piaceva l'idea di dover essere guardato e giudicato da Taehyung. Forse non era quella la sua intenzione, comunque mi mise in difficoltà poiché non sapevo come rifiutare quella specie di invito nel modo più gentile possibile.

"Avevi detto che saremmo diventati amici" esclamò facendo il finto offeso e sorrisi al suo broncio sotto di me.

Gli sfiorai il piccolo neo che aveva sulla punta del naso e poi scesi ad accarezzargli le labbra che continuava a tenere uno sopra all'altro. Mi piaceva quel Taehyung; mi piacevano i suoi cambi d'umore. Mi piaceva quando era tranquillo, quando rispondeva alle mie domande con sotterfugi o a monosillabi, mi piaceva quando era sarcastico, quando era di malumore, quando faceva il carino, mi piaceva quando mi stuzzicava e mi piaceva persino quando perdeva il controllo e quando era ovvio che nascondesse qualcosa. Purtroppo però non mi fidavo di lui al punto tale da consentirgli un passo del genere: non ero ancora pronto per confidarmi con lui e non volevo che mi accompagnasse al lavoro.

"Magari la prossima volta, che dici?" cercai un compromesso.

"Perché non mi vuoi?" chiese e sgranai gli occhi poiché non mi piaceva che pensasse una cosa di quel tipo anche se entrambi sapevamo che avesse ragione.

Che scusa avrei dovuto usare per impedirgli di venire con me? Avrei dovuto dirgli che solo la sua figura mi metteva pressione e che il cuore mi batteva forte ad un solo sguardo? Probabilmente la sua presenza sarebbe stata per me un'enorme distrazione che non potevo permettermi durante il mio primo giorno di prova. Ero certo che se avessi portato Taehyung con me avrei combinato un guaio dopo l'altro e addirittura la sola idea che potesse osservarmi da lontano mi mise l'ansia addosso.

"Almeno puoi dirmi chi ti ha assunto?" domandò ancora e fortunatamente non mi diede il tempo di rispondere alla questione precedente.

"Non credo di conoscere il nome del proprietario ma inizierò a lavorare in uno strip club" dissi e si alzò subito dalle mie gambe rivolgendomi uno sguardo incredulo.

"Cosa?" gridò talmente tanto da dovermi portare una mano all'orecchio per cercare di attutire le sue urla, che continuarono a rimbombare nella mia testa. "Un coniglietto come te che lavora in uno di quei posti, mi stai prendendo in giro vero?"

"No, davvero" risposi semplicemente, abbassando lo sguardo per il nomignolo che mi affibbiò ma anche perché notai come tutti, attorno a me avessero la medesima reazione alla mia confessione.

Se da un lato sarebbe potuto diventare pesante dall'altro era per me stimolante; volevo dimostrare loro che ero pronto e soprattutto voglioso abbastanza per un'esperienza del genere.

"E dove sarebbe questo locale?" domandò e mi ritrovai così a raccontargli sia il modo in cui l'avevo trovato sia il nome dello strip club nella quale sarei dovuto andare quella sera stessa. Ero convinto che Taehyung si fosse arreso riguardo all'andare insieme; difatti un secondo dopo cominciò nuovamente a stuzzicarmi e quel comportamento mi era talmente familiare che tutti i miei nervi si rilassarono totalmente.

"Scommetto che ti licenzierai nel giro di una settimana" disse ridacchiando, prendendomi in giro.

"E se vinco la scommessa cosa farai?" sapevo di poter vincere dunque non mi preoccupò minimamente come proposta poiché sapevo che la penitenza sarebbe toccata a lui.

"Ti farò un disegno proprio come quelli appesi nello studio della mia azienda" fece con aria saccente e allungò una mano che prontamente afferrai come segno che avevo appena accettato la sfida.

"Non vedo l'ora di vederlo allora, ti conviene cominciare già da adesso" rise e dopo di che si alzò.

"Voglio mangiare qualcosa" disse toccandosi la pancia da sopra la maglietta.

"Ci stanno delle barrette energetiche nel distributore" lo informai indicando un angolo della palestra.

"Sai dove te le infilo le barrette energetiche" disse mettendosi le mani sui fianchi, facendomi ridere sia per la sua posizione infantile sia per la frase che aveva appena utilizzato. "A me va una torta con panna e fragole" si ostinò mentre io continuai a stare seduto comodamente; godendomi quella visione quasi celestiale di quel nuovo biondino che aveva forse acquisito un po' di fiducia in me e dunque si lasciò andare al vero se stesso. Non potei non pensare a quanto fosse adorabile quel suo modo genuino di chiacchierare e di comportarsi; era completamente diverso quando era con me e questo non poteva che essere un bene per noi due, nonostante entrambi non avessimo ancora chiaro il fine di quella relazione.

"Taehyung siamo in una scuola e non ci sono torte in mensa" cercai di farlo ragionare. "E poi se ti va così tanto vai a prendertela da solo al bar, io non posso perdere altre lezioni"

"Quindi mi stai dicendo che a te non va nemmeno un pezzettino di torta?" sussurrò chinandosi verso di me, parlandomi ad un centimetro di distanza e all'improvviso il suo taglio degli occhi si trasformò da seducente e pericoloso a dolce e bambinesco e non capii quale suo lato mi facesse maggiormente impazzire.

A quel punto non capii più nulla.
Gli era bastato un battito di ciglia per mettermi alle strette e solo dopo, anche per persuadermi.

"Posso assaggiare la tua?" dissi mettendo già il cucchiaino nel suo piatto, senza aspettare una vera e propria risposta da parte sua. Dietro al bancone delle prelibatezze vi era una scelta multipla di dolci ma mi ero fatto convincere da quella al cioccolato fondente tuttavia la sua, rimaneva molto più invitante della mia e poi non faceva altro che elogiarla e fare dei versi indecenti ogni volta che ne assaggiava un pezzo.

Mi stava mandando il cervello in tilt solo tramite quelle e potei giurare che lo stesse facendo di proposito.

Taehyung mi aveva letteralmente trascinato fuori da scuola e come sempre nessuno aveva alzato un dito per contestare quella scelta; da un lato perché ero ormai maggiorenne e potevo uscire ogni qual volta che volevo ma dall'altro perché ero affiancato dalla figura più stimata e rispettata del paese. Non sapevo cosa pensare a riguardo, non avevo ancora realizzato che una persona come lui potesse cominciare a far parte della mia vita, ero consapevole di non valere nulla a confronto di Taehyung ma quando metteva da parte la sua apparenza e si comportava come un normale ragazzo della sua età mi dava quasi una speranza. Mi chiedevo spesso cosa avessimo in comune per poter stare bene insieme e naturalmente mi rendevo conto di quanto fossimo diversi sotto ogni punto di vista ma allora perché si ostinava a voler passare del tempo con me? E perché io malgrado quelle mie convinzioni non riuscivo né a stargli lontano né a sottrarmi alle sue decisioni?

Ero preso da lui fino a quel punto?

"Cosa? Perché proprio la fragola, era mia" si lamentò troppo tardi dato che la stavo già masticando.

"È buona" risposi e mi guardò male.

"Te la farò pagare in qualche modo quindi stai attento" mi minacciò puntandomi l'indice.

"Non fare il gradasso" mi lamentai prendendo un altro pezzo della sua torta alla panna. "Per San Valentino ti regalerò una cassa di fragole" dissi senza dar peso alle mie parole ma quando alzai lo sguardo verso di lui, lo vidi arrossire per la prima volta e mi sentii immediatamente in imbarazzo anch'io. Perché non pensavo mai prima di aprire quella dannata bocca?

"In realtà il mio compleanno è più vicino" sussurrò giocando con il cibo nel suo piattino; non seppi spiegare il motivo ma il mio cuore cominciò a battere molto più velocemente, era come se stessimo programmando di rimanere in contatto anche in futuro e questo mi rassicurò poiché stare con lui mi rendeva felice ma allo stesso tempo mi parve tutto così strano da farmi addirittura paura.

Giorno dopo giorno cominciavo ad apprezzare sempre di più la sua compagnia e malgrado la mia fiducia fosse davvero bassa nei suoi confronti, non potei negare che nella mia mente era diventato un chiodo fisso e che da quella notte in metropolitana era costantemente nei miei pensieri. Il destino sembrava essere dalla nostra parte: ci aveva unito dal nulla e adesso era come se ci fossimo trovati dopo un centinaio di anni a cercare che qualcuno ci capisse per ciò che eravamo realmente.

Sentivo come se lui fosse fondamentale in quel periodo della mia vita e viceversa.

"E sarebbe?" gli chiesi curioso dopo una manciata di minuti di silenzio imbarazzanti.

"No, non è poi così vicino però beh si è sempre più vicino di San Valentino" disse frettolosamente. Non l'avevo mai visto a disagio prima di allora e soprattutto per una cosa di così poco conto; era visibilmente più sicuro di sé quando usava il suo corpo piuttosto che quando usava le parole, anche quando erano del tutto innocue e comuni.

"Va bene se non vuoi dirmelo, in ogni caso basta scrivere su internet dato che sei famoso" a quella frase alzò lo sguardo verso di me e mollò la presa del suo cucchiaino.

"Non sono famoso e non cercarmi su internet, a volte scrivono solo stronzate" si incupì d'un tratto.

"Hai paura che la tua brutta reputazione ti preceda eh" scherzai. "Non mi lascio condizionare dai commenti negativi quindi non avere paura" risposi menefreghista ma lui si fece severo e quasi mi spaventai per il cambiamento repentino della sua espressione; non mi ero ancora abituato al suo modo di fare o ai suoi continui sbalzi.

"Dico seriamente, non cercare il mio cognome su internet. Non voglio ripeterlo" ringhiò e subito dopo alzò un braccio per farsi notare dal cameriere per farsi portare il conto di ciò avevamo mangiato. Quel suo modo di fare mi fece rimanere senza parole, dunque annuii semplicemente e lasciai correre poiché non mi sembrava il momento giusto per contraddirlo anche se la curiosità mi stava mangiando vivo.

Per quale motivo si era alterato in quella maniera ma soprattutto per quale motivo mi fece quel avvertimento? Di cosa aveva tanto timore?

Yoongi aveva già fatto una specie di ricerca per saperne di più sul suo conto, al contrario io non avevo mai trovato il tempo materiale per farlo. Pensai che il mio amico lo avesse fatto in maniera superficiale e dunque mi convinsi che sarebbe bastato scavare un po' più a fondo per trovare delle notizie efficienti sulla famiglia Kim.

Nonostante la ramanzina di Taehyung e l'ansia che quella mi provocò però era risaputo che quando una persona ti vietava di fare una determinata cosa, si finiva di volerla fare ancora di più. Era la legge matematica degli uomini, motivo per cui ero certo che l'avrei fatto una volta arrivato a casa. Le azioni proibite erano sempre le più eccitanti no? Si era consapevoli di non doverle fare ma la tentazione ci spingeva a farle comunque, cosicché avessimo potuto provare quel brivido di adrenalina che scaturiva in qualsiasi corpo che finiva per trasgredire o venire meno a una promessa o un qualsiasi accordo.

Taehyung lasciò i soldi sotto il piatto e si alzò dalla sedia uscendo dalla staccionata di legno mentre io rimasi seduto, non sapendo come comportarmi in quella circostanza.

Voleva ancora trascorrere del tempo con me o si era arrabbiato al punto che non avrebbe più voluto vedere?

"Allora? Vuoi che ti porti anche un caffè?" urlò da fuori come per richiamarmi ma ignorai le sue parole e mi alzai semplicemente per poterlo raggiungere.

Taehyung possedeva senza dubbio dei lati che ammiravo, altri che mi facevano impazzire ma era anche in grado di infastidirmi come nessuno aveva mai fatto prima; quando stavo con lui mi sembrava di dover avere a che fare con tantissime persone tutte contemporaneamente. Era difficile stargli accanto senza diventare pazzo tuttavia era un rischio che volevo correre pur di stargli affianco e pur di scoprire quei segreti, che era evidente avesse.

"Vuoi tornare a scuola?" chiese incerto. "Ti accompagno"

A quel punto sospirai e buttai la testa all'indietro, ritrovandomi così la magnifica visione di un cielo azzurro e costernato da uccellini che si rincorrevano tra di loro come se stessero facendo una gara in cui gli unici ostali, fossero i leggeri raggi del sole e l'ombra delle poche nuvole che facevano parte di quel bellissimo panorama.

"Non c'è un tempo magnifico per frequentare delle pallose lezioni, all'interno di quattro stupide mura?" mugolai mettendomi le mani in tasca, sperando che capisse che poteva portarmi ovunque, fuorché la scuola. Non volevo entrare di nuovo al liceo, mi sentivo tremendamente solo senza i miei amici e mi sentii male al pensiero che se fossi tornato, sarebbero ricominciate quelle ansie che mi riducevano il cervello in mille pezzettini.

"Se ti bocciano a causa mia, ti pagherò l'ammissione al CSAT" disse tornando a scherzare e lo spinsi leggermente prima di cominciare a camminare sul marciapiede del lato opposto da cui eravamo arrivati.

"Non dirlo neanche per scherzo, voglio meritarmi i traguardi che raggiungo e sono anche certo del mio potenziale" parlai serio. "Non mi piacciono le scorciatoie, mi basta impegnarmi per poterci riuscire" gli feci sapere quasi turbato dal suo intervento e subito mi resi conto di quanto entrambi fossimo permalosi e a quella nostra somiglianza, mi venne da ridere.

"Ehi calma ragazzino, stavo solo scherzando"

"Tu ti sei comprato il diploma?" domandai schietto.

"Sei proprio inopportuno lo sai?" sussurrò prima di rispondere e alzai gli occhi al cielo perché avevo capito che odiasse parlare di se stesso ma doveva fare uno sforzo se voleva continuare a frequentarmi. "Ho lasciato la scuola al terzo anno di liceo a causa di problemi familiari e mi sono ritrovato catapultato nel mondo del lavoro, avrei continuato volentieri con gli studi se fosse stato per me e non ti nego che nonostante io abbia tutto oggi, rimpiango il fatto di non aver studiato come tutti i miei coetanei" ammise e finalmente lo vidi sincero e libero di sfogarsi senza preoccuparsi di come risultasse agli occhi degli altri, in questo caso solo ai miei.

"Puoi sempre rimediare" dissi pensando ai dei corsi serali o privatamente.

"È raro che io abbia del tempo libero"

"Per come parli sembra che la tua vita non ti piaccia" azzardai a dire.

"Si, mi piace ma dico solo che ci sono tante cose che cambierei"

"Tante?" ripetei nel tentativo che mi parlasse ancora e che mi desse modo di entrare nel suo mondo.

"Cambierei tutto in realtà, tutto ciò che ho fatto" disse indifferente e in quel preciso momento capii il motivo per cui fosse tanto riservato e perché odiasse parlare di sé stesso; dietro c'era qualcosa di talmente grande che io non potevo neppure immaginare. Rimasi in silenzio a quella scena poiché non riuscii a trovare le parole giuste che l'avrebbero potuto confortare. Solo dopo aver percorso un paio di metri la voce mi uscii sola.

"Possiamo studiare insieme" proposi genuinamente come se quella mia intenzione avrebbe potuto farlo sentire meglio.

"Cosa?" domandò sgranando gli occhi e fermandosi di scatto.

"Lascia stare era solo un mio pensiero stupido" mi affrettai a dire, cominciando a gesticolare in una maniera abbastanza ridicola e persino imbarazzante. "Ti prego fingiamo che io non abbia detto nulla" continuai preoccupato che potesse cambiare di nuovo umore a causa mia.

"No aspetta, l'idea mi allettava particolarmente" intimidì. "Sei tu lo stupido se adesso ti tiri indietro" mi puntò nuovamente il dito contro. "Organizzerò tutto io ok?" continuò deciso. "Sai cosa mi è sempre piaciuto studiare? La matematica quantistica" prese a parlare di fretta e furia e capii che l'entusiasmo si fosse impossessato del suo corpo.

"Non se ne parla, se io dovrò essere il tuo professore tu dovrai stare alle mie regole e fare quello che dico e decido io"

"Sa molto di porno questa frase Jungkook, mi sto eccitando" aggiunse interrompendomi con una voce roca.

"Taehyung!" gridai a disagio; le mie guance si erano colorate di un fastidioso rosso acceso che puntualmente mi mettevano ancora di più in imbarazzo. "Lasciami finire" sbuffai e cercai di non pensare a cose poco caste. "Intendevo dire che dovrai studiare quello che studio io, ho tanta roba da recuperare per colpa tua quindi insomma, se vuoi possiamo farla insieme" finii di spiegare l'idea che mi era venuta in mente, cercando di superare la timidezza che avrebbe voluto bloccare quella proposta.

Lo guardai aspettando una risposta e lo vidi sorridere con gli occhi, mentre le sue labbra presero ancora una volta quella forma quadrata che lo faceva sembrare un bambino. Dopo di che mi saltò letteralmente al collo e quasi persi l'equilibrio; mi avvolse le braccia intorno le spalle per stringermi più vicino e continuò a ringraziarmi entusiasta. Le nostre risate si mescolarono e in quell'istante dentro di me sentii una sensazione che non provavo da tempo, quasi sconosciuta ma allo stesso momento piacevole. Era come se tutto fosse al posto giusto e nulla potesse ritenersi un problema. Le sue braccia mi tenevano talmente stretto da farmi sentire incastrato in quell'abbraccio, così tanto da farmi sentire improvvisamente a casa.

Spazio Autrice

Il blocco dello scrittore è sparito quindi sono qui per dirvi che posso ricominciare a pubblicare anche il venerdì, quindi ci saranno di nuovo 2 aggiornamenti a settimana.

Comunque in questo capitolo non sembrano due fidanzatini? Jungkook è già cottissimo ma come biasimarlo I mean stiamo parlando di Kim Taehyung.

EH SPOILER IN 2 PAROLE PER IL PROSSIMO CAPITOLO: Jungkook e lo strip club...

-Federica

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