14. Una leggera tensione

Colui che inizialmente mi aveva fatto credere di essere solamente una persona paralizzata da una corazza, che per quanto potente fosse, pareva non dar modo a nessuno di poterla toccare, ne tantomeno di poterla togliere o distruggere anche solo per qualche attimo, in realtà si era rivelata una persona del tutto morbida e con una grand voglia di spogliarsi senza che qualcuno lo costringesse.

Avevo sin da subito intuito che il percorso che avrei dovuto percorrere insieme a lui, fosse complicato e dunque pieno di insidie e ostacoli ma persino quelli sembravano essere piacevoli, se condivisi insieme a lui.

Con il trascorrere dei giorni mi aveva dato modo di poter cogliere dei dettagli che mi avevano ammaliato ancora più di quanto il nostro primo incontro non avesse fatto; avevo potuto cogliere in lui delle particolarità che mi avevano fatto battere il cuore e che mi avevano fatto sperare di poterlo vedere finalmente con degli occhi differenti. Mai i miei avevano osato giudicarlo, neppure quando le sue azioni contrapponevano i miei ideali e neppure ogni qual volta che i suoi gesti mi lasciavano interdetto, alle volte quasi spaventato di averlo di fronte a me eppure ero impaziente di poterlo osservare con degli occhi nuovi.

Un paio di occhi che mi avrebbero permesso di conoscere ciò che lui cercava di nascondere a tutti i costi.

Taehyung si mise in una posizione ridicola al centro dello studio e non potei fare a meno di scoppiare a ridere per il modo in cui aveva preso iniziativa. A quella mia reazione, lo sentii sbuffare sonoramente e così mi avvicinai a lui e mi affiancai al suo corpo poiché quella volta non avevo alcuna intenzione di farlo arrabbiare e né tantomeno di perdere tempo.

"Guardami attentamente" esortai. "Questa è la posizione iniziale" dissi distanziando i piedi alla stessa ampiezza delle spalle e alzando i pugni all'altezza del viso. Taehyung mi copiò rapidamente e si mise di fronte a me, cominciando a provare il movimento con lenti e leggeri pugni. Era il movimento base, quello più semplice e quello che mi era stato insegnato al primo anno di liceo, tant'è che imparò le giuste mosse nel giro di pochi secondi e così alzai il livello di difficoltà.

"Una delle tecniche più importanti è assorbire un high kick e solo poi contrattaccare" spiegai ma non persi neppure un secondo nel tentativo di insegnargli la teoria di quelle movenze poiché sostanzialmente non erano importanti per lui e per il lavoro che avrebbe dovuto svolgere. Gli mostrai un paio di volte sia la difesa che l'attacco e riuscii a cogliere nel suo sguardo un attenzione che non avevo mai ricevuto: i suoi occhi vagavano sul mio corpo come nessuno aveva mai fatto prima e se da un lato mi lusingava dall'altro mi metteva l'ansia addosso.

Sapevo che non mi stesse valutando ma l'idea che fosse tanto diligente nei miei confronti mi mise sotto pressione come neppure il mio coach riusciva a fare. Mi aveva lasciato di stucco il fatto che Taehyung dimostrasse tanta sollecitudine e meticolosità in quella che io ritenevo la mia passione più grande e il fatto che sembrasse davvero interessato, mi rendeva come partecipe di qualcosa.

La prima mossa riuscii ad assimilarla in fretta mentre per quanto riguardava l'attacco; che consisteva nel colpire i due lati del busto con un veloce calcio, risultò difficoltoso e un perfetto disastro.

"Non così" mormorai, mettendomi dietro di lui e cercando di correggerlo nei migliori dei modi, cosicché avesse potuto appropriarsi delle correzioni e metterle dunque in pratica. Le mie mani quasi tremolanti e inesperte si sporsero sul suo corpo e gli afferrai i fianchi; non sembrò affatto turbato dal mio tocco al contrario io me ne ero già pentito, tuttavia lo feci solo per fargli comprendere l'appropriato movimento.

Quando feci un passo indietro, riprovò a compiere l'attacco e mi resi conto di quanto fosse già migliorato e mi sorpresi della sua capacità di apprendimento.

"Devi essere rapido e preciso" dissi e allo stesso tempo lo colpii in pieno per vedere come avrebbe reagito. Subito il biondo imprecò con un paio di parolacce, per poi lamentarsi per quel mio improvviso gesto. "Ti ho insegnato la difesa per difenderti non per ricevere lamentele" feci serio e a quel punto si posizionò proprio come gli avevo insegnato.

Continuai a colpirlo, sperando di non ricevere la stessa reazione che avevo scaturito in lui la prima volta. La sua mente memorizzò i passi adatti per potersi difendere dai miei calci e nel giro di qualche secondo provò anche ad attaccarmi, tuttavia i miei riflessi abbastanza esperti mi permisero di afferrare la sua gamba e di poterlo gettare così per terra.

Non gli feci male poiché sapevo bene anche come atterrare le persone e a quel punto presi la palla al balzo e mi abbassai subito anch'io; mi posizionai sopra il suo bacino con le gambe divaricate, lo inchiodai al pavimento.

Taehyung mi parve condiscendente, cedevole a tutte le mie intenzioni e non si oppose alle mie mosse e in generale non oppose alcun tipo di resistenza e quel suo atteggiamento mi incoraggiò a continuare. Senza pensare troppo e senza aspettare che parlasse o che facesse lui il primo passo, gli afferrai i polsi e li tenni bloccati e sopra la sua testa, con una mano sola. Mi persi nel guardarlo: aveva il viso rilassato e lo sguardo posato sulle mie labbra, come già spesso l'avevo beccato farlo e così anch'io ne approfittai per ammirare la sua immensa bellezza. I ciuffi biondi gli ricadevano sugli occhi e le labbra erano delicatamente socchiuse, non capii il motivo per cui lo feci ma mi avvicinai lentamente al suo viso.

"Impari velocemente ma non puoi competere con me" sussurrai, alzando un sopracciglio e di risposta mi sorrise.

"Mi fa piacere che stia uscendo fuori questo tuo lato combattivo" disse e mi sembrò come se la sua voce fosse diventata ad un tratto più roca e bassa.

"E perché mai?"

"Non trovi che sia quasi eccitante?" chiese alzando la testa e arrivando ad un centimetro dal mio viso. "Non so spiegarlo a parole ma sembra che tu voglia quasi comandami" bisbigliò mordendosi il labbro inferiore.

Mi stava senza dubbio provocando ma non era uno dei nostri soliti giochi, quella volta sentivo qualcosa di più sia a livello mentale che al livello fisico. Era appagante vederlo sotto di me inerme, con quello strano sguardo che percepivo bruciare di desiderio e di speranza in una mia mossa e senza quel solito potere che lo caratterizzava.

Io non sapevo bene cosa fare ma sembravo aver perso il lume della ragione; sentii di avere una voglia matta di toccarlo e di stargli ancora più vicino di com'ero. Premetti il mio corpo contro il suo e notai come i nostri respiri all'improvviso divennero irregolari nonostante non stessimo usando le mani o tantomeno la bocca.

"Cosa stai cercando di fare?" gli chiesi all'orecchio mentre mi godevo il suo buon profumo.

"Dovresti dirmelo tu che mi stai sopra, non credi?" continuò a sfidarmi. Non potevo più resistere alle sue provocazioni, così mi lasciai andare una volta per tutte.

Spinsi il bacino verso di lui e sentii un leggero gemito uscire dalle sue labbra e pensai che fosse il suono più bello che le mie orecchie avessero mai sentito e così bisognoso di udirlo di nuovo, con la mano libera gli accarezzai il fianco e con un bacio sfiorai la pelle sensibile tra l'orecchio e la base del collo. Lo sentii fremere sotto di me ma allo stesso tempo cercò di liberarsi dalla mia presa per poter ricambiare i miei tocchi e anche solo per sfiorare il mio corpo, sopra di lui. Istintivamente strinsi la presa sui suoi polsi, impedendogli così ogni tipo di movimento e subito dopo scesi lentamente sul suo collo per poi risalire e inumidirlo di dolci baci.

Quella situazione era dannatamente strana, inusuale per me ma sentivo la mia voglia mischiata alla sua di volersi riprendere il controllo. Era scontato che lui non fosse abituato a farsi sottomettere o a rimanere immobile in una situazione del genere ma allo stesso tempo percepii la sua eccitazione e questo mi spinse a fare di più.

Le nostre intimità si scontrarono ancora e neppure un secondo dopo, cominciai a strusciarmi su di lui in una maniera ritmica e sensuale che provocò in Taehyung un mugolio di piacere, che risalì dal fondo della sua gola. A quel punto ci abbandonammo entrambi alla sensazione di calore che si diffuse velocemente all'interno dei nostri corpo mentre con le labbra continuai a sfiorare il suo collo, lo zigomo, la mascella ma mai le labbra; mi fermai ad un millimetro dalla sua bocca e avvertii il suo respiro solleticarmi la pelle.

Sorrisi e con una mano continuai a toccare ogni centimetro sopra la sua maglia bianca ma quando finalmente gli lasciai i polsi per reggermi meglio, subito le sue mani si infilarono tra i miei capelli e mi allontanò bruscamente, tirandoli e facendomi un male che paradossalmente mi fece piacere.

"Mai abbassare la guardia" esclamò per poi in un attimo, ribaltare le posizioni e così in men che non si dica mi ritrovai intrappolato dal suo corpo. "Così è molto meglio" sussurrò e mi guardò con aria maliziosa, tornando a suo agio.

Come sospettavo lui non vedeva l'ora di riprendersi il comando mentre io fui colto da un'improvvisa vampata di imbarazzo e quasi di disagio; sentii il cuore battere all'impazzata, sapevo di non essere lucido davanti a lui e probabilmente mi sarei pentito di tutto quanto, quando avrei riacquisito la ragione.

Col ginocchio mi allargò le cosce per farsi spazio e quando si abbassò su di me percepii sull'addome qualcosa di abbastanza evidente sotto i suoi jeans. Taehyung iniziò a lasciare una sfilza di baci sul mio collo e solo poi sulla mia spalla, facendomi rabbrividire per quelle delicate attenzioni che mi stava riservando. Cercai di godermi appieno quel momento che io stesso avevo creato, nel contemplo però cercai anche di trattenermi il più possibile. Non volevo sembrare sottomesso e vulnerabile ai suoi occhi tuttavia sussultai quando mi lasciò un morso sulla pelle e cominciai ad ansimare quando prese a leccarmi il collo abbassandosi sempre di più, fino a sfiorare con le labbra la clavicola.

Era una tortura.

Il suo profumo mi stava riempiendo le narici mentre la sua vicinanza stava cominciando a diventare quasi insopportabile; Taehyung era troppo da gestire per me e se avessi saputo prima cosa sarebbe poi successo, non mi sarei mai permesso di fare il primo passo.

Avevo ancora tutti gli indumenti addosso ma il modo in cui Taehyung ammirava e toccava il mio corpo mi fece sentire completamente nudo davanti a lui, i suoi occhi erano talmente penetranti da farmi sentire quasi a disagio mentre le sue mani continuavano a causarmi delle fitte al basso ventre. Non era nulla di particolarmente eclatante eppure quel semplice contatto fisico mi trasportò dentro un turbine di desiderio che non ero in grado di trattenere: ero eccitato anch'io e quella naturale condizione mi faceva sentire sporco e quasi sbagliato.

Taehyung sollevò lentamente l'orlo della mia maglia ma non me la sfilò del tutto, la spostò solo un po' più in alto in modo che avesse la visuale dei miei addominali e si piegò su di essi. Tracciò le linee dei miei muscoli con la lingua mentre con le dita mi stuzzicò un capezzolo; non potei evitare di gemere a quel contatto mentre lo sentii sorridere soddisfatto. Gli bastò quella mia reazione per fermarsi e per tornare sul mio viso, mi fissò dritto negli occhi e a quel punto smisi persino di respirare.

Si chinò come per baciarmi e sentii il bisogno di deglutire prima che potesse realmente accadere un vero e proprio bacio tra di noi; Taehyung si fermò proprio quando chiusi gli occhi nella speranza che le sue labbra toccassero le mie per la prima volta tuttavia non sentii nulla, mi sfiorò leggermente e poi con dito mi accarezzo il labbro inferiore.

"Vuoi che ti baci Jungkook?" bisbigliò sfacciato contro le mie labbra e la mia gola si fece improvvisamente secca, così tanto che la mia saliva si dissolse completamente nel mentre che cercai le parole giuste per poter dargli una risposta.

Avevo paura che mi stesse prendendo in giro come d'altronde aveva già fatto in palestra, su quelle dannate scalinate ma allo stesso tempo la protuberanza dentro i suoi pantaloni mi ricordava che era tutto reale, che non era un gioco e probabilmente il fuoco che sentivo dentro di me, lo sentiva anche lui. Condividevamo le stesse emozioni e la stessa frenesia.

"Perché io vorrei tanto sentire il tuo sapore" sussurrò ancora poiché non fui in grado di dargli una risposta, non ero in grado di espormi senza vergogna come invece faceva lui; era uno sfacciato a differenza mia ma quel suo lato mi faceva impazzire e rendeva la situazione più elettrizzante di quanto già non lo fosse. Come se non bastasse fece scivolare la sua mano calda verso la mia gamba e salii sempre di più arrivando a stringere il mio interno coscia, fece una leggera pressione e istintivamente a quel gesto inarcai la schiena ma mi morsi le labbra per contenere i miei possibili gemiti.

Non volevo lasciarmi andare e questo lui l'aveva capito bene, motivo per cui continuava a stuzzicarmi ma senza compiere davvero ciò che gli frullava per la testa. Probabilmente Taehyung voleva solamente vincere quella sfida con se stesso: voleva farmi cedere.

"Taehyung" il suo nome uscì dalla mia bocca spontaneamente per attirare la sua attenzione, che difatti mi diede dopo avermi baciato il mento mentre i suoi ciuffi mi ricadevano sul viso, facendomi così il solletico. Lo osservai e mi feci spontaneamente delle domande: come eravamo arrivati a quel punto? Perché stavamo facendo quel genere di cose su un freddo e a me sconosciuto pavimento?

Ma soprattutto cosa stava accadendo dentro di me? Perché cominciava a provare attrazione e piacere verso un ragazzo? Quel genere di sentimento era per me completamente nuovo, mi sentivo strano, confuso e quasi un pesce fuor d'acqua. Non ero di certo innocente o privo di qualsiasi esperienza tuttavia quella era la prima volta in assoluto che provavo quella chimica e quella complicità con una persona del mio stesso sesso mentre al contrario Taehyung sembrava totalmente a suo agio e quella consapevolezza mi metteva sulla pelle ancora più impaccio.

Mi guardò dritto negli occhi e capii subito che non si sarebbe spinto più oltre di come aveva già fatto e in egual modo, neppure io l'avrei fatto. Non perché non volessimo, d'altronde le oggettività che quella mattina, avevano impossessato i nostri corpi ci avevano messo completamente a nudo e ci avevano dimostrato cosa comportava abbandonarsi ai nostri istinti e ai nostri desideri. Mi ritrovai però a pensare che fosse accaduto tutto troppo presto; ci conoscevamo appena e avevo una terribile paura di aver sbagliato tutto quanto.

Non ero solito a compiere quei gesti, soprattutto con il genere maschile e ancora con persone con la quale non avevo ancora un determinata confidenza; io non mi ero lasciato andare del tutto a causa della mia inadeguatezza e della mia codardia. Era stato per me troppo difficile eseguire quel passo e ancora di più lo era diventato al pensiero che per lui invece non fosse stato nulla importante: ero quasi certo che non condividevano la stessa concezione di quell'atto e mi sentii persino uno scemo nel formulare tutte quelle paranoie.

In un batter d'occhio la mia mente tornò ad essere popolata e tormentata da mille domande mentre il mio petto fu invaso da un senso di ansia che continuava a ripetermi di aver commesso un errore dopo l'altro.

Dentro il mio cuore sentivo che Taehyung fosse adatto ai miei occhi, alle mie mani e alla mia mente; tutto di lui era adatto a me ma allora perché mi sentivo impedito?

Perché non riuscivo a godermi le cose senza farmi prendere dal panico, causato dai troppi pensieri che invadevano la mia testa anche nelle situazioni che sarebbero dovute rimanere solamente un bel ricordo?

Ancora una volta credevo di aver rovinato tutto perché nonostante mi fosse piaciuto, ero consapevole che tutto quello fosse sbagliato e che non sarebbe mai più dovuto succedere.

Spazio Autrice

Ehilà come va? Dopo questo capitolo mi piacerebbe farmi suora ma poi mi ricordo che nelle bozze ho scritto cose peggiori quindi mi dovrete sopportare ancora un po'.

Che ne pensate? Fatemi sapere se avete caldo che vi porto un lemonsoda baci^

-Federica

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