26. Uno Strano Simbolo

Non so più cosa fare: Continuavo a girarmi e rigirarmi sul letto cercando di non pensare più al calcio. Cercavo un modo per dimenticare questa mia tentazione di prendere un pallone e calciarlo, ma risulta difficile visto che ogni volta che la mia testa finisce di lato vedo l'autorizzazione per la "tournée" sopra al comodino.
Per scacciare la mia frustrazione presi un cuscino e lo feci aderire alla mia faccia, urlando con tutto il fiato che ho in gola. Non mi preoccupava il fatto di farmi sentire visto che mia mamma era fuori casa e mio padre a lavoro... Già, mio padre...
Viviamo sotto lo stesso tetto eppure sono riuscita a non parlagli per tre giorni.

Mentre camminavo interrottamente per tutta la casa senza una meta, mi soffermai su dei quadri nel corridoio delle camere: uno rappresentava la piccola me di un tempo su un pianoforte, la seconda una foto di famiglia. Quest'ultima è rovinata ai lati e ha una specie di strappo su un angolo in basso a destra, quasi... Voluto.
Presi il quadro e guardandolo meglio la mia teoria si affermava sempre più, è decisamente strappata; staccati la foto dalla cornice è con il dito acarezzai delicatamente la sua superficie ricordando i bei tempi passati. Continuai a scorrere fin quando sentii qualcosa di liscio, come plastica, dietro alla foto; la girai e trovai il simbolo di un drago, disegnato probabilmente in penna, preservato dallo scotch come se la persona che lo disegnò volesse conservarlo nel tempo.

Oltre quelle due foto non ne abbiamo altre e nemmeno un album fotografico di famiglia da quanto so, molto strano dal momento che ogni famiglia ne ha uno. Misi giù la foto e andai a controllare in camera dei miei genitori, magari lì troverò qualcosa della mia infanzia. Non so per quale motivo ma ne volevo sapere di più. Sembrerà strano ma non ricordo nulla di quel che feci da piccola, neanche il primo momento in cui toccai un pallone. Come ho fatto io a conoscere il calcio? Come faccio dopo sei anni passati lontano dalla palla, a ricordarmi ancora come si gioca e piuttosto bene?

Ho un gran mal di testa ma per fortuna sono arrivata in camera dei miei genitori. Cercai dapertutto: sopra i mobili, nella libreria e perfino nell'armadio ma nulla.
Notai poi i due comodini vicino al letto matrimoniale. Scartati immediatamente il comodino di mio padre, certa di non trovare nulla così decisi di guardare all'interno di quello di mia madre e... Bingo!
Trovai un piccolo album bianco con un fiocco rosa e uno blu sopra.
Lo aprii e per prima cosa vidi l'immagine di un bambino appena nato in braccio a sua madre.
Io e mia madre. Le due pianiste...
E poi.....
Nulla.
Pagine, su pagine bianche!
Continuai a girare le pagine finché trovai una foto di... Un bambino appena nato, molto simile alla prima.
Stessi occhi verdi e stessi ciuffi castani anche se la prima aveva gli occhi leggermente più azzurri.
Seguirono altre foto di me da piccola sul pianoforte, in giardino ma nemmeno una sul calcio.

Sentii dei rumori provenire dal piano inferiore.
Oh no.

Chiusi velocemente l'album e lo riposi sul cassetto ma prima di metterlo al suo posto, cadde dal suo interno una piccola foto di un bambino castano leggermente strappata.
La misi in tasca e uscii di corsa dalla camera. Mentre percorrevo il corridoio verso camera mia, un gran dolore alla testa mi fece contrarre il corpo come se mi avessero colpito allo stomaco, cadendo in ginocchio per terra facendomi gemere dal dolore.
Mi sentivo debole, una voce urlava preoccupata il mio nome e dei passi di avvicinavano a me, poi... il buio totale.

Ore dopo...
Una piccola bambina piangeva addolorata rannicchiata su un angolino, tutta sola mentre una figura di un ragazzo era appena uscito di casa dicendo:
"non ti scordar di me, ti prego" lasciandole un fiore blu tra le sue piccole manine.
Un uomo e una donna le dissero che il fratello si era nascosto per giocare a nascondino e che non doveva piangere. Le dissero di uscire anche lei per andarlo a cercare e lei fece come le avevano ordinato. I due le aprirono la porta e poi quando lei uscì...
... Oscurità... Solo quella...

Mi svegliai di soprassalto trovandomi a letto, non ricordavo un granché di quel che avevo sognato solo una bambina che piangeva in un angolino.
Mi alzai dal letto e feci per uscire ma quella autorizzazione sembrò quasi chiamarmi.
CJ:"ribellati!"
Cristal:"cosa?"
CJ:"ho detto ribellati se non vuoi fare la fine di tua madre"
Cristal:"no"
CJ:"come sei cocciuta..."
Cristal:"dici a me!?"
CJ:"senti, mettiamo da parte le nostre divergenze e pensiamo a te: tu vuoi veramente marcire qui, dentro casa mentre la squadra fa ciò che gli riesce meglio? O vuoi andare a divertirti con loro e pensare a te per una buona volta!? Non farlo per loro o per i tuoi genitori, fallo per te!"
Cristal:"è inutile, io non ci andrò e mai tornerò a giocare con loro! Chiaro!?"
CJ:"PERCHÉ FAI COSÌ!? PERCHÉ MENTI A TE STESSA!? DI CHE COSA HAI PAURA!??"
Quella frase mi paralizzò:
Cristal:"chi sono io?"
CJ:"cosa?"
Cristal:"perché ho iniziato a giocare a calcio? Perché continuo ad avere questi problemi? Che cosa non so, che i miei genitori mi nascondono??"
CJ:"I-io..."
Cristal:"io domani andrò a quella 'tournée'. Non posso più vivere con gente che mente da una vita. Non li voglio più vedere per un po' e non me ne frega niente se ci vuole l'autorizzazione firmata IO CI ANDRÒ COMUNQUE, costi quel che costi!!"










Spazio autrice: 🔥
È il capitolo più corto che abbia mai fatto, lo so ma è un piccolo capitolo per "festeggiare" i 6 mesi di questa fan fiction. Forse nessuno ha mai festeggiato mezzo anno di una storia, ma a me andava di farlo (anche perché avevo già questo capitolo pronto e... ho aproffitato dell'occasione 😉😊)
OK, ora mi dileguo.
Ciao!! 💕

Auri.

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