Capitolo 5

"Che razza di idiota." sussurro girandomi per andare verso il mio sacco preferito.

Sono già le sette di sera e Cole continua a torturarmi da più di tre ore. Non capisco questo cambiamento, avrei preferito Jake un miliardo di volte.

"Dove diavolo stai andando? Manca ancora mezz'ora prima della fine dell'allenamento." urla divertito Cole.

"Non sono affari tuoi."dico lentamente. Che nervoso, non lo sopporto più.

"Si che lo sono, ci dobbiamo allenare insieme o te lo sei dimenticato? Ah che ragazzina, hai per caso problemi di memoria?" mi lancia un'occhiata ghignando.

Lo uccido! Ora lo uccido davvero.

Mi giro verso di lui per rispondere una volta per tutte alle sue battute di merda, ma quando sto per aprire bocca mi blocco.

"Marisol? Sei tu..?"

Mi irrigidisco tutta, serro le mani in un pugno e continuo a fissare Cole. Vedo la sua espressione cambiare immediatamente, il suo sorrisetto sostituito da un'espressione confusa. So cosa sta cercando di fare ma non me lo chiederà, non ora almeno. Faccio finta di niente, come se non fossi io, ma quel nome continua ad uscire fuori e quella voce continua a rimbombarmi nella mente cercando di capire chi diavolo sia.

Sento afferrarmi per il braccio, facendomi girare. "Marisol? Usted es? Qué diablos, no me reconoces?" Assottiglio gli occhi e quando riconosco la sua voce rimango paralizzata.

Vedo i suoi capelli neri leggermente più lunghi del solito e la sua barba che sta crescendo; i suoi occhi color cioccolato che hanno un luccichio diverso dall'ultima volta che l'ho visto. Sono passati sei fottuti anni dall'ultimo abbraccio che gli ho dato. Sei benedetti anni che non lo vedo e dove lo ritrovo?! Ovviamente proprio qui, nell'unico posto che non avrei mai dovuto incontrare nessuno che io conosca anche solo di sfuggita.

"Lu .. Lucas?! Sei d.. davvero tu?!" sento gli occhi pizzicare, le mie mani si sciolgono all'improvviso fino a toccargli la mascella ormai ben formata.

Non ci posso credere. Le mie spalle si rilassano leggermente, ma il mio muro rimane sempre lì ha proteggermi.

"Si chica, sono io. Che Diavolo ci fai qui?! I tuoi ti stanno cercando ovunque." grazie, ma lo sapevo già.

Sentendo quelle parole mi irrigidisco di nuovo, il mio sguardo viene subito reclamato dà quel bellissimo oceano ed accorgendomi della situazione molto privata e complicata decido di andarmene.

Esco dalla palestra il più veloce possibile, senza prendere niente di tutto quello che avevo dentro e corro. Corro fino a sentirmi come il vento. Corro per non lasciare quelle lacrime che spingono per uscire. Corro fino a che le mie gambe reggono il mio corpo. Corro senza sapere dove andare, ma tanto peggio di così non può essere.

Sento dei passi pensanti dietro di me così accelero il passo, ma non sono abbastanza veloce. Mi fermo all'improvviso e mi giro, preparandomi alle bruttissime risposte che mi darà Lucas. Mi preparo a sentire quello che non vorrei sentire, mi preparo per l'impossibile ma quando vedo chi ho dietro, mi accorgo che non è la persona che pensavo di avere alle calcagna ma è quel maledetto ragazzo che non mi lascia in pace neanche se crollasse il mondo in questo stesso istante.

"Cosa vuoi?!" mi giro, continuando a camminare senza degnarlo di uno sguardo. Respiro, perché mi accorgo di non avere abbastanza ossigeno nel cervello e quello serve sicuramente, prima che io apra bocca e dica qualcosa che non sia collegato con esso.

"Marisol?!" sussurra affiancandomi.

"Si dice che quello è il mio nome. Bravo l'hai scoperto, signor Detective." ora che c'è, non ride più?!

"Non scherzare." continua a guardare avanti a sé lanciandomi ogni tanto, qualche occhiata con la coda dell'occhio. "E' tanto che non vedi Lucas?" ook, questa non me l'aspettavo. Pensavo mi chiedesse, come ogni persona normale, dei miei genitori o del mio nome ma riflettendoci bene, Cole non fa parte della categoria dei normali.

Perché tu si?!

Ciao, mi sei mancata anche tu. Era tanto che non parlavo con me stessa.

"Già, tanto." due parole, nient'altro. Devo iniziare a comunicare con la gente, senza ringhiare come un cane. Ne ho bisogno o diventerò un'asociale pazza, che parla con la sua coscienza. Mi viene quasi da ridere sentendo i mini-dialoghi che si svolgono nella mia mente, ma reprimo qualsiasi cosa stia per uscire fuori dalla mia bocca.

"Vuoi tornare a casa?!" piccole domande dopo tanti silenzi, già va meglio. Bella domanda però, voglio davvero tornare a casa? E Lucas? Ci rifletto un attimo prima di annuire leggermente.

Cole senza dire niente mi fa cenno di seguirlo e così faccio. Non so per quale motivo esattamente, in fin dei conti non ci sopportiamo a vicenda ma è come se allo stesso tempo mi capisse.

Dopo qualche metro ci fermiamo davanti ad una Kawasaki Z 750 verde, luce per i miei occhi. La guardo, ci giro intorno e sfioro questa bellissima meraviglia che ho davanti agli occhi.

"Dimmi che è tua e che la posso guidare. Dimmelo, ti prego." i miei occhi luccicano e si vede benissimo dal sorrisetto malefico che ha stampato in faccia. E' ritornato. Sapevo che il Cole di due secondi prima era un'allucinazione.

"Si e no. Si è la mia e no non guiderai la mia piccolina, sai bene che le donne non guidano certe cose preziose. Andrebbero in mille pezzi in mani vostre." spalanco gli occhi e credo che mi siano uscite le pupille fuori dalle orbita e lo capisco dal fatto che Cole scoppia in una fragorosa e grossa risata con tanto di lacrime.

"Mi sento offesa, davvero. Lo dici solo perché non hai conosciuto la mia bambina, tutto qui." mi riprendo in fretta facendogli l'occhiolino.

La mia principessa però è dovuta restare in Italia e pensandoci bene è ora di rifarsi una bellissima moto e visto che ci sto, farò vedere a Sono-un-uomo-e-le-donne-non-sono-nulla che cosa sa fare questa 'ragazza'.

Continuo a guardare la bellezza che ho davanti, vedendo con la coda dell'occhio Cole osservarmi.

"Che c'è?!" mi volto incrociando il mio sguardo con il suo bellissimo oceano. "Anche se ti sei scopato quasi tutte le ragazze di Cape May non vuol dire che conosci le 'ragazze'. Ora andiamo a casa prima che la tua piccola sparisca dalla tua vista." spalanca per un attimo la bocca rendendosi conto di ciò che avevo detto, ma viene subito sostituito dal solito sorrisetto strafottente. Prende il casco e me lo passa scuotendo la testa senza accennare nient'altro, sapendo bene che non sarebbe finita lì se mi avesse risposto.

Diciamo che se ci fossi stata solamente io, mi sarei sentita meglio ma non posso certo lamentarmi di Cole.

Ovviamente, come potresti lamentarti. Ora dovresti scendere e ringraziarlo.

Mi rendo conto solo ora che siamo arrivati davanti al portone di casa, ma nessuno dei due si alza o emette una sillaba. Rimaniamo così, fermi ed appiccicati, senza lasciare andare un respiro. Per un attimo ho pensato che il mio cuore andasse all'unisono con il suo. Ma Lola queste cose non le pensa più da troppo tempo e di certo non inizierò proprio ora.

Scendo dalla moto più in fretta possibile dirigendomi al portone. "Lola?!" mi giro lentamente aspettando che continui a parlare. "Il casco!" aggiunge con una stupida risata di sottofondo.

Gli lancio il casco ed entro per andare subito in bagno, ho assolutamente bisogno di una doccia poi mangerò prima che il mio stomaco inizi a parlare con qualcuno dicendogli che non lo nutro abbastanza.

Ok, ho perso quel briciolo di attività celebrale che mi era rimasto.

Entro in bagno di corsa, spogliandomi velocemente e facendo una doccia fredda al volo e quando mi dirigo in camera noto qualcosa affianco alla porta. Il mio borsone.

Grazie Cole.

                                                                                    **********

"Dai Clay mandala via è ora di cena, non puoi ogni santa volta farle fermare per cena e poi scaricarle subito dopo come se niente fosse." siamo tutti in cucina a vedere Mia litigare con Clay. Beh tutti è un eufemismo, solo io e Colin li stiamo guardando. Connor al momento è impegnato con il cellulare e per un istante ho pensato che le sue dita avessero vita propria mentre Cole occupa il suo tempo a rubare il cibo di sua sorella quando è distratta, come un bambino che non può mangiare la cioccolata.

"Dai lasciala stare, è solo per cena poi se ne va." che se ne va l'abbiamo capito tutti, ma che la fa rimanere a cena ancora ci devo arrivare al motivo e in quell'esatto momento entra la bellissima oca di turno.

Ecco che il mio sarcasmo ricompare, ehi ciao mi eri mancato anche tu.

"Non ho capito quale sia il tuo problema. Se Clay vuole che rimango a cena perché non posso? Questa è anche la sua cucina o sbaglio?" vedo Mia diventare completamente rossa dalla vergogna.

Oh no. Baby Doll rispondi a questa oca giuliva.

"Non ti ha chiesto mica di prendermi in adozione." continua e nessuno risponde.

Lancio uno sguardo hai ragazzi e solo Cole assottiglia lo sguardo verso la bionda. Si passa una mano tra i capelli, segno che si sta innervosendo, ma non dice una sola parola. Così alzo il mio bel faccino da stronza e gli accenno un piccolo sorriso. E proprio in quell'istante lei si accorge di me.

Ben svegliata mia cara principessa sul pisello. Continua pure a guardarmi magari ti faccio un autografo eh!

"Senti, principessina dei miei stivali, ho sentito che la Milka sta cercando una nuova vacca, vai che forse è lì che ti prendono in adozione." aspetto una sua reazione che non tarda ad arrivare. Ad un tratto la sua faccia da bianca diventa rossa per poi passare a viola e per un attimo penso ad un arresto cardiaco ma quando ho visto che il suo colore cambiava in verde, lì mi sono veramente preoccupata perché le opzioni erano due: o doveva vomitare o stava per marcire. Dicono che quando sei morto da più di qualche ora hai proprio quel colorito.

Sto vaneggiando, avrò forse la febbre? Le Oche mi fanno sempre quest'effetto.

Cerca di prendere fiato e ricomporsi anche se fa parecchio fatica. Connor alza lo sguardo verso il mio viso, perplesso, cercando di capire se lo avessi detto seriamente. Colin mette la sua mano davanti alla bocca cercando di trattenere una grandissima risata. Cole cerca di non soffocarsi con il cibo che ha in bocca per poi lanciarmi un'occhiata divertita. Clay sbianca senza dire una parola e Mia, la mia piccola Baby Doll sorride.

E non so il perché ma sento il mio umore diventare ottimo.

Continuo a fissare l'oca che ho davanti aspettando una sua risposta ma si gira verso Clay lamentandosi "Tu non dici niente?! Chi sarebbe questa qui?" mi lancia uno sguardo dall'alto verso il basso disgustata, così abbasso lo sguardo anche io per vedere cosa c'è che non va. Ho solo una maglietta che arriva fino a metà coscia ed i calzini hai piedi, mica sono un clown.

"Non mi dire che tu quando stai a casa invece di rilassarti, ti metti in faccia quella specie di paralisi o invece di metterti comoda ti metti la minigonna?!" alzo le spalle e spalanco la bocca fino a formare una "o" perfetta, facendo finta di essere veramente stupida ma continua a fissarmi come se venissi da un altro pianeta. I ragazzi, nel mentre, continuano a cercare di non ridere.

Vedo l'oca di turno, pararsi di fronte a me ed alzare una mano per schiaffeggiarmi ed è lì che mi altero. Gli blocco il braccio giusto in tempo e metto una mano nel suo bel visino da pesce lesso, alzandomi e stringendogli la mandibola. Mi fermo un attimo a guardare i suoi occhi e li vedo tramutare da rabbia a .... Paura?! Oooh forse ha capito. Ha capito che non sono Mia. Ha capito che ha sbagliato persona ed addirittura starà pensando che qualche minuto fa non doveva assolutamente aprire bocca. Mi fermo qualche altro secondo senza dire niente e do una piccola occhiata a tutti quelli che mi stanno attorno, vedendoli perplessi ma senza aprir bocca. Nessuno fiata. Nessuno. E mi stupisco dell'unico ragazzo che è solito a parlare e lanciare battute a caso in qualsiasi momento, ma anche lui continua a guardarmi, l'unico con quel sorrisino sghembo. Punto per un secondo gli occhi verso Cole ricambiando quel sorriso arrogante per poi puntare il mio sguardo verso l'oca giuliva che sto ancora stringendo .

"Sai, voglio aprire un allevamento di lama ed addestrarli a sputare in faccia a comando perché, dio mio, io non ti sputo in faccia solo per rispetto della mia saliva ed ora vattene, prima che ci ripenso. ORA. Non dopo cena. Semplicemente adesso è ricordati che il rispetto per la famiglia è al di sopra di ogni cosa quindi se sua sorella dice che non ti vuole qui, tu devi prendere quelle due schifezze che ti porti dietro e devi andare via. Ci siamo capite?"quasi le ringhio, per il veleno che mi sta salendo. Lascio la presa e mi rimetto al mio posto seduta, continuo a guardarla sperando che quella sua boccuccia non si apra nemmeno per sbaglio ma accenno un sorriso quando la vedo fare due passi indietro e correre fuori sbattendo il portone di casa.

Alzo lo sguardo fiera di me stessa lanciando un'occhiata a Clay che non accenna a muoversi guardandomi perplesso.

"Clay riprenditi, ne troverai un'altra a scuola." sbuffo al pensiero di trovarmi altre vacche tra i piedi.

"Oh no, io voglio te baby." fa il suo sguardo più sexy e si avvicina, Clay hai sbagliato persona non ci casco.

"Che peccato." faccio finta di asciugarmi una lacrima "Mi hai perso dal momento in cui Baby Doll ha preparato il mio piatto preferito." accenno un sorriso ma sento la cucina riempirsi da tantissime fragorose risate immense che non accennano a smettere e mi giro verso gli altri cercando di non ridere, ma la cosa è inevitabile. Così mi lascio andare ed inizio a ridere anche io fin quando non sento dei allucinanti dolori addominali. Mi fermo un attimo e l'unica cosa che passa per la mia mente è una sola frase:

Erano anni che non ridevo così.

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