Capitolo 15
"Cazzo." sento un tonfo e mi metto a sedere ancor prima di aprire gli occhi.
Che è successo? E perché indosso solo una maglietta e le mie mutandine nere? E perché c'è Nico nella mia stanza, precisamente per terra?! Smetto di farmi tutte queste domande dal momento che sento la testa scoppiarmi. Non voglio neanche immaginare cosa ho fatto ieri sera.
"Non me lo dire. Anzi dimmelo appena avrò preso la mia dose di caffè insieme ad un'aspirina." mi rivolgo al morto che ho di fronte. Diciamo che non è messo poi così male.
Scendo in cucina senza nemmeno cambiarmi, fosse la prima volta che giro per casa in intimo. "Dopo il caffè." riferisco a tutti quando mi accorgo della bocca spalancata di Colin. Non ho intenzione di sentire nessuno in questo momento. L'ultima cosa che ricordo è Cole e la sua rabbia nei miei confronti. Devo dire che ci è mancato un pelo, precisamente è mancato un bacio. Per fortuna che Ally è venuta a chiamarmi altrimenti non avrei trovato Nico nel mio letto ma qualcun'altro.
Mi gusto il mio caffè, sorso dopo sorso mentre mi passo una mano sul viso stanco. Quando però sfioro il mio occhio destro e lo sento leggermente gonfio, mi blocco. Oh no, non un'altra volta.
Che diavolo ho combinato ieri sera? Mi giro verso gli altri ed incrocio lo sguardo con quello che, tutt'ora mi incastra. Non sono l'unica che ha fatto baldoria ieri sera. Alzo le sopracciglia, abbastanza confusa, mentre Cole mi guarda concentrato come se volesse colpire un punto preciso del bersaglio. Penso che non sono stata tanto divertente ieri notte.
"Ok. Che cosa ho fatto? Forse è meglio se dico in che guaio mi sono messa?" domando a Nico che mi guarda tra l'incazzato e il dispiaciuto. Non si mette bene.
"Lhai quasi ucciso. Non ti sei davvero risparmiata. E quel bel regalino che si trova esattamente nella faccia di Cole, glie l'hai fatto tu." risponde di getto.
L'hai quasi ucciso. Io l'ho quasi ucciso. Chi diavolo ho toccato?
"Abbiamo provato tutti quanti a cacciarlo ma non ha voluto sentire niente. È venuto verso di te mentre stavi fumando una sigaretta all'ingresso." prende fiato prima di proseguire. "Era davvero incazzato per una cosa che aveva visto. Ho solo sentito testuali parole 'Te la fai con quello adesso?'. Stavo per raggiungerti ma non ho fatto in tempo perché non ha avuto tempo nemmeno lui. Dopo la frase che ha urlato, l'ho visto per terra, con te sopra." continuo a guardarlo senza interromperlo. Non ho ancora capito chi cazzo si è permesso di dirmi una cosa simile. A meno che...
"Ci abbiamo messo tanto a staccarti da lui. Cole è arrivato prima. Non l'hai fatto apposta ma, per togliere le sue braccia che ti fermavano, gli hai dato una bella gomitata nell'occhio. Così ti ha sollevato da terra e ti ha portato a casa, noi ti abbiamo raggiunto subito dopo. L'ho portata io la macchina a casa. Ho dormito con te perché volevi uscire di nuovo e lo sai come sei fatta, ci hai provato per ben dodici volte prima di collassare." non c'è nemmeno bisogno di pensarci.
"Andrew, vero?" sussurro mentre poso lo sguardo per terra. Sento gli occhi di tutti addosso e questa sensazione non mi piace, non ora. "Non è andato via come gli avevo consigliato." le mie mani si stringono a pugno. Sento la rabbia ribollirmi dentro mentre rifletto a quanto dolore sto portando in questa casa.
"Non è colpa tua, lo sai. Non doveva stare lì, abbiamo provato a fermare tutto questo e lui sapeva a cosa andava incontro." avanza verso di me mentre mi scioglie i pugni toccandomi leggermente le dita. Sapevo che non dovevo bere, io lo sapevo. Alzo il viso e punto lo sguardo verso Cole.
E se non era lui, se al suo posto si trovava Mia o Ally? Non me lo sarei mai perdonato. Come ho potuto non pensarci? Come ho fatto a perdere il controllo di nuovo?
Vedo Cole fare un cenno a Nico verso la porta, così tutti escono. Avrà capito la direzione dei miei pensieri, lo vedo dal suo viso mentre la sua espressione si addolcisce. "Per fortuna che gliele hai date tu, sennò l'avrei fatto io stesso e non penso che ti sarebbe piaciuto perdere quest'opportunità." sussurra accovacciato davanti al mio viso. "Devo dire che ti sai difendere, piccola." continua.
"Non chiamarmi così, ne ho anche per te." sorrido, accettando il suo modo di distrarmi.
"No grazie, sto bene così, per oggi." sorride di rimando. E non posso fare a meno di pensare a quale strada io stia prendendo.
Che diavolo sto combinando? Non sono venuta per farmi distrarre. Non sono qui per una relazione. Però perché mi sento così? Così leggera. Così strana. Non avrei mai voluto fargli del male e questo è decisamente strano perché io faccio male a chiunque e di solito non me ne pento nemmeno. Che cosa mi sta succedendo?
"Perché ti sei messo in mezzo? Non dovevi." sussurro sfiorandogli il livido che si sta formando sopra l'occhio.
"Non volevo vederti distrutta, stamattina." socchiude gli occhi sotto il mio tocco leggero.
"Scusami."
Apre gli occhi di scatto sorridendo "Dio. Puoi ripetere? Credo di non aver capito bene." che stronzo.
"Hai capito e no, non lo ripeterò." mi alzo dallo sgabello ed esco dalla cucina per tuffarmi sopra il divano.
"Ripetilo perché è un po' difficile crederci." oddio che palle.
"Che cosa deve ripetere?" si intromette Clay.
"Forse e dico forse, mi ha chiesto scusa. Ma l'ha sussurrato così piano che sto pensando di averlo immaginato." mi indica mentre riferisce a tutti quello che ho detto. Colgo lo sguardo pieno di stupore di Nico e sbuffo.
"Brutto stronzo e spione del cazzo." urlo coprendomi la faccia con un cuscino.
"Tu cosa?" interviene Nico.
"Non iniziare anche tu, non è proprio il momento." urlo di nuovo per farmi sentire.
"Devi ritenerti fortunato perché lei non si scusa mai, amico." ride sfottendomi. "L'ultima volta che ha chiesto scusa è stato quando 'per sbaglio' ha fratturato due costole a un tizio e le sue parole sono state 'Scusami è che assomigliavi tanto ad una persona che conosco' e quello di rimando, mentre cercava di respirare, gli ha detto 'perché alle persone che conosci gli spezzi le ossa?'. Ricordo che ho riso per due giorni consecutivi, non riuscivo nemmeno a guardarla in faccia senza ridere." continua prendendomi in giro. Che amico di merda.
"Cazzo, quello assomigliava a Rey e se non ricordo male mi doveva dei soldi. Poteva benissimo tagliarsi i capelli così non l'avrei scambiato per nessuno." rispondo prima che possa continuare a blaterare.
"Ti sembra una motivazione logica?" domanda facendo ridere tutti quanti. Sento la tensione affievolirsi e vedo ritornare la mia nuova quotidianità. Mi sento così rilassata che rischio di addormentarmi di nuovo.
Non è decisamente una motivazione logica. "Mia dov'è?" osservo meglio la stanza ma non la vedo da nessuna parte.
"È andata a prendere Ally. Mi ha detto di riferirti testuali parole 'Non muovere il sederino da quel divano perché oggi è la giornata-ragazze', quindi buona fortuna." afferma Clay mentre Nico scoppia in una rumorosa risata.
"Cosa c'è?" domanda Connor, sorridendo.
"Oggi pomeriggio ci divertiremo da matti. Lola odia le 'giornate-ragazze'. Tra qualche ora la vedremo impazzire." non sono le mie giornate preferite ma di certo non impazzirò per così poco.
"Ammetto che non vado matta per queste giornate ma per la piccola Baby Doll posso fare un'eccezione." mi metto più comoda possibile e aspetto le due mostriciattole.
*******
"Non ci pensare nemmeno, io quel colore lo detesto." urlo correndo intorno al divano mentre Mia mi rincorre. Vuole mettermi lo smalto hai piedi, ma non uno smalto qualunque. Lei precisamente vuole mettermi un rosa talmente accesso che, solo immaginarlo, mi fa vomitare.
"Ally. Vuoi aiutarmi?" urla Mia cercando di riprendere fiato. Sono passati svariati minuti da quando gli è passato per la mente questa schifosissima idea. Non avevo scelta, dovevo assolutamente correre.
"Mi dispiace, ti aiuterei su tutto ma in questo momento non vorrei mai stare al posto di Lola. Quindi passo." ride mentre si siede vicino al mio migliore amico.
"Che succede qui?" interviene Clay, affacciandosi dalla cucina con mezzo panino in bocca. Fame. Ho bisogno di cibo, con questa corsetta ho perso tutte le mie energie. Mentre continuo a camminare velocemente, gli passo davanti e afferro il suo panino sfrecciando via. "Grazie." urlo per farmi sentire meglio.
"Lola, vieni qui. Per favoreeee." mi supplica fermandosi. "Metteremo il nero, promesso." aggiunge. Mentre decido sul da farsi, sento suonare il campanello così, senza pensarci due volte, vado ad aprire.
"Ciao Bambolina."
"Ciao Jake. Cosa ci fai qui?" domando. Come diavolo fa a sapere dove abito? Certo, Cape May è un buco.
"Devo parlarti. Hai un secondo libero?" domanda, osservando le mie gambe nude.
"Si, certo. Devo dire che sei arrivato nel momento giusto. Mia mi sta uccidendo." sorrido mentre lo lascio entrare. Gli faccio cenno verso la cucina così potremo andare di fuori, sulla sabbia. Allungo un braccio al frigorifero e prendo una bottiglietta di tè alla pesca. Lo chiudo e passo accanto a Cole e per sbaglio le nostre braccia si sfiorano ma neanche mi calcola. Non alza lo sguardo mentre gli passo accanto. Non alza lo sguardo mentre Jake mi trascina di fuori. La sua indifferenza mi da fastidio ma forse un'idea me la sono già fatta. Sorrido alle sue spalle rigide. Sorrido alla sua frustrazione ed esco.
Mi incammino verso la mia solita sdraietta mentre Jake mi raggiunge. "Che succede?" prima iniziamo, prima vado a mangiare.
"Devo avvertirti. Soprattutto dopo quello che è successo ieri sera." apro la bocca per interromperlo subito ma continua. "Fammi finire. Non ti sto chiedendo il perché hai massacrato quel ragazzo, ti voglio solo mettere in guardia e soprattutto voglio Mia al sicuro. Conosco Cole e so che porterebbe l'inferno in questa città se solo sfiorassero un membro della sua famiglia." e quando sento pronunciare il nome di Baby Doll, apro le orecchie.
"Dimmi tutto." annuncio seria.
"Quando sei andata via stanotte, l'unica persona che si è azzardato ad avvicinarsi a quel ragazzo è stato Drake. Ti posso assicurare che Drake non è una persona che aiuta la gente, se lo fa è solo per un motivo ben preciso. Sai di chi sto parlando, ne sono sicuro. Ma quello che non sai è che, dopo averlo ripulito, non sono andati via e nemmeno si sono separati. Sono rimasti tutta la notte a parlare in disparte e la cosa più strana è che, mentre andavo verso l'uscita, ho sentito una frase uscire dalle labbra di Drake." oh no..
"Sono state queste le sue parole 'Aiutami a distruggerli ed io aiuterò te con la mora' e siccome ci sono dei trascorsi con Mia e Cole, e la mora sei tu, sono venuto a dirtelo. Potevo gestire la situazione ancor prima che tu lo venissi a sapere ma ti sto conoscendo e suppongo che non avrei migliorato la situazione." sussurra avvicinandosi.
"Grazie per l'avvertimento. Provvederò, te lo assicuro." sussurro a mia volta allontanandomi dal suo orecchio. Vedo con la coda dell'occhio un piccolo movimento verso la porta, così mi giro. L'espressione di Cole mi fa capire che qualcosa ha sentito e questo non è cosa un bene. "Ci vediamo domani in palestra, ok?" domando alzandomi.
"Certo." mi lascia un piccolo bacio sulla guancia. "A domani. Tranquilla conosco la strada." sorride.
Mentre Jake si incammina verso casa, estraggo il pacchetto delle mie amate sigarette e l'accendo.
Che bel casino. Sapevo che sarebbe successo. So cosa vuoi fare e so esattamente cosa hai in mente! Schifoso, lurido bastardo, Drake è la tua mossa? Non le hai prese abbastanza?
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top