Capitolo 10
Ho passato due settimane ad allenarmi, dopo aver convinto l'allenatore a levarmi Cole dalle palle.
Ho fatto praticamente scuola-palestra e palestra-casa.
Senza rivolgere la parola a nessuno tranne a Mia, con lei è praticamente impossibile. I ragazzi hanno cercato di farmi alzare dal letto tante volte offrendomi anche del cibo. Che meschini.
Cole non l'ho più visto dopo quella notte trascorsa tra i vari incubi.
Cammino a passo molto lento fino ad arrivare davanti all'entrata dell'edificio ma vengo bloccata.. "Ehi bambolina. Vieni a farci un po' di compagnia prima di entrare, no?!" mi giro molto lentamente, per evitare di mandare all'ospedale chiunque mi abbia dato quel soprannome.
Lo fisso per qualche istante e poi mi rivolgo a Mia "Ma è serio?" e lei di risposta alza le spalle.
"Dai piccola, vieni qui. Non ti mangiamo, tranquilla." ammicca inclinando la testa di lato.
Lo guardo un po' accigliata e confusa "E' così che la gente cerca di rimorchiare qui?" continuo a domandare a Baby Doll che cerca di nascondere un sorriso.
"Non mi dire che non ti piacciono i tipi come me, perché non ci credo." continua lo scemo ghignando, facendo ridere i suoi stupidi amici che lo circondano.
Mi avvicino con passo lento e deciso fino ad arrivare davanti al suo viso per poi sussurrargli "Sai, a me piacciono i tipi un po' fuori.." mi allontano subito dopo per guardarlo meglio "Dai coglioni però." aspetto che arrivi la sua faccia sbalordita ed inizio ad entrare a scuola nello stesso istante che tutto il suo gruppetto inizia a ridere.
Marisol 1 Pesce lesso 0
Mia continua a ridere ed io non so davvero come farla smettere, così lascio perdere e vado verso il mio armadietto preparandomi mentalmente alle terribili ore che mi aspettano, di nuovo.
"Ehi tu. Abbiamo un conto in sospeso sai?" oh no, la vacca bionda rifatta, Josefy. Oddio, parte in quarta ed inizia a parlare a raffica ed a me già sanguinano le orecchie. Respira, cazzo, respira.
"Scusami, ma non riesco a sentirti." indico le mie orecchie "Sai ho questa malattia alle orecchie chiamata 'Nonmenefregauncazzo'. Quando mi sarà passata ne riparleremo ok?! Ciao."
Che liberazione.
"Mia smettila di ridere, andiamo che oggi pomeriggio abbiamo un sacco da fare, evitiamo di perdere tempo in vacche." affermo sorridendo.
"Insieme? Che cosa dobbiamo fare?" domanda abbastanza confusa.
"Niente di speciale solo shopping per venerdì sera." affermo con un occhiolino.
"Venerdì sera? Perché dove si va?" madonna, che ragazza lenta di mente. Ma non ci arriva?!
"Andiamo a ballare Mia. A ballare." specifico scandendo bene le parole.
I successivi secondi vedo Baby Doll saltare qua e là meglio di un coniglietto "Davvero? Dai allora non perdiamo tempo." dice tutta pimpante mentre mi trascina in aula.
Secondo me si droga.
Lei?! Davvero?! E come te ne sei accorta?! Io non ci ho proprio pensato, sai?! È meglio se entriamo in classe va.
Baby Doll mi lascia un piccolo bacino per poi iniziare a correre verso la sua aula, così sorrido e mi incammino fino all'ultimo banco. Proprio vicino alla finestra. Proprio quello occupato. Proprio il MIO.
Ma che diavolo ha la gente ultimamente?! Ma che ho? Una scritta in fronte con 'Rompiamo il cazzo a Marisol?' Eppure stamattina mi sono specchiata e non ho notato niente, possibile che mi sia sfuggita una cosa del genere?
Ma lo sai che non si beve di prima mattina? Soprattutto prima di andare a lezione, lo sapevi?!
"Alzati." affermo fissando la piccola e minuta ragazza che sta praticamente sognando ad occhi aperti.
"Come scusa?!" punta i suoi occhi nei miei e continua a fissarmi con le braccia incrociate sotto al seno.
"Hai capito. Spostati, alzati scegli tu, basta che ti levi dal mio banco." dico chiara senza girarci intorno.
"Ok, non ti alterare che dopo ti vengono le rughe." ok questa può andare.
Mi piace.
Anche a me.
La osservo meglio mentre occupa il banco affianco al mio. Ha i capelli più lunghi dei miei, biondo platino quasi. Dei grandissimi occhi verdi ed un visino rotondo e dolce. Che di dolce penso abbia solo questo. Senza dire una parola mi siedo.
Passiamo tutte le ore così, senza nemmeno guardarci; ci alziamo insieme non appena sentiamo la campanella suonare, segno che è l'ora di pranzo.
Esco fuori al solito muretto ma vengo raggiunta da questa piccola sconosciuta che si siede al mio fianco mettendosi addirittura, le amate cuffie.
Questa è più strana di te.
Ripeto: Mi piace.
Fanculo.
Si aggiungono, come succede ultimamente, Clay e Mia con i loro vassoi in mano ed uno in più per me. Che non mangerò ovviamente. Mia mi dà il suo solito bacio e Clay mi scompiglia i capelli, cosa che odio.
Da quando tutta questa confidenza?
Da quando ti sei intromessa nella sua vita ed hai fatto amicizia con la sua sorellina cara.
"Smettila cretino o ti spezzo una mano." sono tre fottuti giorni che glielo dico alla fine dovrò farlo.
"Sisi, certo." mi sorride e si avvicina di più sussurrandomi all'orecchio "Chi sarebbe la tua amica?" lo sapevo.
"Chiediglielo, magari ti risponde." dubito che sarà gentile. Mi lancia un occhiolino per poi avvicinarsi a quello scricciolo che ho vicino, togliendogli una cuffietta.
Mossa sbagliata.
"Che cazzo stai facendo? Staccami un orecchio se ti va, no?" parla agitando una mano.
"Cazzo Lola ma tutte tu le trovi?" domanda facendo un passo indietro.
L'avevo detto io.
"No, veramente è lei che ha trovato me." affermo puntando i miei occhi nei suoi.
"Ally" allunga una mano verso Mia, presentandosi. Come puoi non essere gentile con Mia?! E' la madonna in persona.
"Mia, piacere." continua stringendogli la mano. Aspiro e sputo il fumo della mia sigaretta aspettando una reazione da parte di Clay, che non tarda ad arrivare.
"Esisto anche io." afferma quest'ultimo senza distogliere lo sguardo dal viso di Ally.
Gli uomini. Poverino, si sente colpito nell'orgoglio.
"Impara a non toccare le mie amate cuffie poi potremmo anche avere una conversazione, stupido babbeo." afferma Ally facendo un occhiolino ed inclinando la testa nella sua direzione.
"Lola ci vediamo dopo se ti va.. ciao Mia." scende dal muretto dirigendosi verso l'entrata della scuola con tutta calma.
Che ragazza strana.
Già.
"Tutte tu. Non è possibile. Ma lo sai che non ci serviva un'altra Lola?? Basti tu, dannazione." afferma tra l'incazzato e il confuso.
"Clay non te la prendere e poi lo sai che di Lola ce n'è solo una in tutto l'universo." scendo dal muretto lanciandogli un bacio volante, dirigendomi verso casa.
"Per fortuna." mi urla di rimando.
Rientrata da scuola, mi sono buttata letteralmente dentro la doccia.
Mi sono asciugata i capelli e me li sono arricciati sulle punte, poi sono andata verso l'armadio ed ho preso il mio bellissimo top nero che mi copre a malapena il seno, ho scelto i pantaloncini a vita alta sul grigio scuro e le mie amate converse nere con le borchie e per finire la mia giacca di pelle che non può mancare mai. Tutto questo l'ho fatto in venticinque minuti. Dopo, però, ho scoperto che anche Mia doveva farsi una doccia e quindi ho perso la speranza di uscire presto e mi sono messa sopra al divano a vedere la TV.
Dopo quaranta minuti, alzo il mio bellissimo sedere decisa a far scendere Baby Doll dalla sua camera, ma quando arrivo davanti alla sua porta mi blocco.
Sento solo qualche piccolo singhiozzo, segno che sta smettendo di piangere. Apro la porta di scatto e la fisso, cercando di capire quale sia il problema.
"Sei pronta? Dobbiamo scegliere anche una moto, ne ho fottutamente bisogno." continua a non guardami.
"Si, arrivo." di fretta e furia prende la sua borsa e ci mette le cose più essenziali.
Chiediglielo.
No.
"Perfetto. Sai com'è, tuo fratello, tra oche e vacche sta facendo la fattoria di sotto." sorrido cercando di fargli fare lo stesso e per fortuna ottengo un buon risultato.
"Andiamo. Ti racconterò tutto solo se mi prometti che non ti arrabbierai." sorride. Vedo i suoi occhioni lucidi rallegrarsi ed il suo visino prendermi in giro.
"Chi te lo dice che mi arrabbierò?" affermo. Cercando di rimanere seria.
"Me lo dice lo scherzo che hai fatto a Clay l'altra volta." mi ricorda timidamente.
"Ok, va bene. Ora andiamo però, sennò non faremo in tempo a fare niente." la trascino per un braccio fino a sotto le scale e prima di raggiungere la porta di casa, mi viene in mente una piccola idea. Ma piccolissima, giusto per ricordare al piccolo Clay che esisto ancora.
Raggiungo il salone, dove lo trovo seduto sul divano, circondato da qualche gatta morta che fanno addirittura le fusa, così mi faccio notare abbastanza da far paralizzare Clay sul posto.
"Maritino mio." affermo andando ad abbracciarlo per poi staccarmi subito dopo "esco con tua sorella, ci vediamo dopo va bene? Poi mi spiegherai perché hai portato lo zoo a casa. Ora vado di fretta, ciao amoruccio." mi allontano lanciandogli un bacio volante come ho fatto stamattina.
Uscita fuori, scoppio in una fragorosa risata ricordandomi la sua faccia e contagiando anche Mia.
****
Ho controllato ogni negozio che abbiamo incontrato strada facendo e niente, non ho trovato quello che cercavo così decidiamo di entrare nell'ultimo negozio dove Mia ha intravisto un vestito dalla vetrina.
Certo non è così lungo come pensavo, ma le sta d'incanto. E' di un celeste molto chiaro che riprendono i suoi occhi, con il bustino a cuore ed una fascia sottile di brillantini che circondano la sua vita; ha abbinato un paio di tacchi con la zeppa blu notte, come il girocollo ed i suoi orecchini.
Una sola parola: PERFETTA.
Io, dopo aver fatto impazzire la commessa, ho scelto un vestito tutto nero che si chiude con un gancetto dietro il collo e che lascia scivolare, sulla mia schiena scoperta lungo tutta la spina dorsale, dei filetti color argento. Ed infine ci ho abbinato un paio di scarpe con un tacco quindici del medesimo colore.
Devo dire che può andar bene. Ora non mi servirà solo una moto, ma vestita così, avrò un urgente bisogno di una macchina. Dopo aver pagato tutto usciamo dal centro commerciale e ci fermiamo a prendere un caffè, giusto per riposare un attimo i piedi.
"Adesso dobbiamo trovare, per la sottoscritta, un'auto e una moto." Mia mi guarda sbalordita.
"Cosa ci devi fare con una moto? Pensavo che scherzassi prima." afferma con faccia confusa fino a far congiungere le sue sopracciglia.
"La devo guidare, che ci devo fare secondo te?"la guardo abbastanza confusa. Perché di solito che cosa ci si fa con una moto, ci si pulisce casa?
Dopo di questa, mi rifiuto di essere la tua coscienza. Mi rifiuto.
Io mi rifiuto di essere me stessa, figurati.
"D'accordo, non voglio sapere niente della moto." afferma decisa ed abbastanza sbalordita.
"Perfetto. Anche perché la mia l'ho lasciata a Milano." dico riflettendo. Mi accorgo solo ora di quello che ho detto. Dannazione.
"Tu vieni da Milano?" domanda la piccolina.
Decido di rispondere, tanto prima o poi verrà a galla. "Si. Un giorno ti racconterò, ora parlami di quello che sta succedendo a te."
Sbuffa ma inizia a parlare lo stesso "So che mi hai sentito prima. La tua faccia non mente, almeno non con me." si blocca, trattenendo il fiato per pochi secondi "Ero fidanzata fino a qualche mese fa.. e lo sapeva solo Connor. Lui non ha mai detto niente perché sa benissimo che Cole darebbe di matto se non è perfetto come lo vuole lui; ma nessuno è perfetto e tanto meno Drake. Non lo è mai stato ma per me si, lui per me era veramente perfetto." respira a fondo.
".. questa specie di relazione è durata più o meno due anni fino a quando non sono andata al bar di mio fratello un venerdì sera. Quel maledetto venerdì, io volevo rimanere a casa ma Colin non voleva che mancassi." continua immersa pienamente nei suoi ricordi.
"Vedevo Connor che non mi guardava neanche, erano due giorni che nemmeno mi sorrideva né mi salutava; avevamo avuto una brutta discussione qualche sera prima e pensavo che fosse per questo e lasciai perdere. Ci misi tutta la sera a prepararmi, speravo di incontrare Drake ma mi ricordai del messaggio che mi aveva mandato, dicendomi che si trovava dalla sua famiglia a New York per quel fine settimana; così con finto entusiasmo arrivammo davanti al bar.." lo riconosco, riconosco quello sguardo. Uno dei primi sguardi persi che la gente riceveva da me. Quello sguardo che ti fa rivivere tutto, ogni piccola emozione, ogni piccola distruzione, ogni piccolo demone.
Ma quello che la gente non sa è che non c'è posto per i demoni quando sei posseduta da te stessa.
"Scesi dalla macchina e mi guardai un attimo attorno notando tanta gente quella sera ma i miei occhi si soffermarono su una macchina in particolare. Una macchina che conoscevo abbastanza bene.... così pensai che Drake volesse farmi una sorpresa o che magari sarebbe partito l'indomani e si fosse dimenticato di avvertirmi, di certo non ero una persona possessiva a tal punto da controllarlo o rinchiuderlo così iniziai ad incamminarmi verso l'entrata senza neanche aspettare Colin e Connor... ma appena superai le porte mi imbattei in un ragazzo, un amico di Drake che mi guardò sbigottito come se non si aspettasse il mio arrivo..." gli sfuggi una lacrima, ma non la interruppi.
"Quella faccia mi rimase impressa perché non mi aveva mai guardata così ed è lì che mi preoccupai... ero rimasta paralizzata per circa tre minuti poi non so che mi prese come se qualcuno muovesse dei fili nel mio cervello ed in quel momento collegai tutto ciò che non avevo visto per anni. Una scintilla di rabbia mi attraversò il corpo ed iniziai a spintonare chiunque si presentasse in mezzo alla mia strada fino a quando arrivai ad un tavolino, al solito tavolo e lo vidi...." non era più solo una lacrima, le sue labbra ora erano bagnate ed il suo vestitino floreale adesso era pieno di goccioline cadute dai suoi occhi. Non volevo interromperla quindi continuai a sorseggiare il mio caffè.
"Vidi lui, ma non era solo, era contornato dai suoi amici che appena mi notarono si zittirono tutti. Ma sai la cosa più devastante quale era? Quella specie di gatta morta che gli andava dietro da più di sei mesi e si trovava esattamente a cavalcioni su di lui.... ricordo che lui sorrideva mentre lei continuava a succhiargli ogni lembo di pelle del suo collo e lui non faceva niente... stava bene, capisci? Lui non faceva niente." Riprese fiato e puntò i suoi occhi nei miei.
"I suoi amici continuarono a guardarmi ed io come una stupida ragazzina non riuscì nemmeno a trattenere le lacrime... stavo lì impalata davanti a lui con le lacrime che scorrevano lungo il mio viso fino a quando lui non si accorse di me... vidi la sua faccia. La vidi da beata a confusa per poi trasformarsi in dispiaciuta e lì smisi di piangere Lui era dispiaciuto per me. Dio mi asciugai in fretta ogni singola lacrima e la rabbia prese il sopravvento." piccola Baby, come ti capisco.
"Non ci pensai due volte, presi quella puttana dai capelli e la scaraventai dall'altra parte del tavolino e mi soffermai su di lui. Gli sputai in faccia tutto il veleno e lo schifo che provavo per lui ma non mi limitai solo a questo perché presi la prima bottiglia che mi capitò davanti e glie la spaccai in testa... non ero ancora soddisfatta ma non feci in tempo a fare nessuna mossa che mi sentì sollevare di peso e portare di fuori... lì mi ammutolì e le lacrime iniziarono di nuovo. Avevo Cole davanti e sapevo che non sarebbe finita così, sapevo che a Drake gli aspettava ben altro... mi feci portare a casa e spiegai tutto quanto a Cole" i suoi occhi continuano a guardarmi ma la sua mente è impressa in quel ricordo difficile da cancellare.
"Passai la notte a piangere ed a strapparmi i capelli, non capivo perché l'avesse fatto.. poi passò una settimana e Drake non lo vidi nemmeno di sfuggita fino a quando non lo incontrai per sbaglio in una caffetteria più malconcio che mai. Sapevo che era stato Cole e da una parte se lo meritava. Anche se non avrei mai voluto questo per lui..." respira profondamente, evitando di farsi schiacciare da quel macigno che ha con sè da troppo tempo.
E' adesso che mi sorge un dubbio.
"E tu adesso stai piangendo perché lui ti ha ricercata, dopo aver scoperto di Hunter, non è così?" domando, sapendo già la risposta.
"Si, ma io non lo voglio. Non riuscirei a perdonarlo anche se gli voglio un bene dell'anima in fin dei conti ho passato i momenti migliori della mia vita con lui solo che non capisco una cosa.. perché quando c'è lui la rabbia prende il sopravvento e quando ritorno a casa mi sento più morta che mai? Non può fare così sa benissimo come la penso perchè potevo essere la persona peggiore di questo mondo ma non meritavo tutto ciò... ora però mi domando il perché deve sempre rompermi le scatole e perché si deve intromettere nella mia vita di nuovo? Non capisce che così non riuscirò a dimenticarlo?" mi domanda, cercando qualche risposta.
"Prima di tutto non devi dimenticarlo, non ce la farai mai.." affermo "Devi sforzarti a provare solo indifferenza verso quella persona. Usa la tua rabbia. Prendine possesso fino a trasformarla in una lama tagliente che scaglierai contro di lui nel momento opportuno... solo così ti libererai di quel dolore che uccide pian piano il tuo cuore.." lei ce la può fare.
Dai consigli agli altri, ma tu stessa non ne usufruisci.
"Continuerà a farti male e questo non posso negartelo, ma dovrai conviverci per un po'. Certo ti farà male quando un mattino ti alzerai e proverai la sensazione di un vuoto in mezzo al petto e ti sentirai a pezzi. Farà sempre un po' male ma passerà, prima o poi passerà, deve passare per forza che sia la tua forza o la forza del tempo." continuo a guardarla negli occhi mentre lei si alza e si asciuga quei suoi occhioni lucidi come una piccola bambina.
"Forza andiamo." affermo poco prima di ritrovarmi stritolata nell'abbraccio di questo piccolo sgorbietto.
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