Capitolo 1
Scendo dall'aereo con un gran sbadiglio e dopo tutte quelle ore sento le ossa indolenzite.
Prendo la mia valigia per poi filarmela fino ad arrivare fuori e cercare un taxi. Mi guardo un attimo intorno e accenno un sorriso, la mia pelle ha i brividi e dentro di me la felicità esplode, la libertà ce l'ho scritta in fronte adesso.
"Mi scusi, può dirmi quanto tempo ci vuole per arrivare a Cape May?" Domando alla prima persona che mi passa davanti. Alzo lo sguardo per osservarlo meglio e noto un uomo sulla quarantina, con la barba brizzolata e i capelli cortissimi sul castano chiaro; delle spalle abbastanza larghe e molto più alto di me, speriamo solo che sia gentile come lo sono stata io.
"Non ci vuole molto se prende un taxi, signorina." E se ne va. Che novità, senza un taxi dove vuole che vada, in un pozzo a suicidarmi?
Cavolo la tua voce è cambiata! Sarà per il tuo inglese imperfettissimo?
Idiota è anche la tua voce. Stupida coscienza!
Sto al centro del New Jersey e non ho intenzione di rimanerci. Dopo mezz'ora di camminata, con la valigia attaccata alla mano e lo zainetto incollato alla schiena e con tutto il fantastico sole che mi sbatte in faccia e mi fa sudare come se mi fossi fatta un bagno nella fontana, trovo un taxi e mi ci butto dentro.. letteralmente.
"Ciao ragazza, dove ti porto?" Chiede l'autista, un signore che secondo me a quest'età non dovrebbe più guidare, però non glielo faccio presente, magari mi caccia fuori e sinceramente sto bene dove sono con la bellissima aria condizionata che mi ghiaccia le caviglie.
"Cape May, grazie." Rispondo evitando di spurgare fuori il mio splendido umore tramutato in pessimo.
"Ti stai trasferendo o è solo un viaggio di piacere? Anche perché il tuo accento italiano si sente da un chilometro di distanza." Chiede gentilmente, ecco appunto lo sapevo io che dovevo continuare a camminare.
Mica ha detto che sei acida eh! Datti una calmata, altrimenti ti lascia qui.
Continuo a guardare dal finestrino, sperando che non continui a fissarmi dallo specchietto retrovisore ma ovviamente aspetta una mia risposta ed io non sopporto proprio la gente che mi fissa. Per essere sincera io non sopporto le persone figuriamoci la gente che fa tutto il contrario di quello che voglio io.
Prima che mi faccia qualche altra domanda, per farlo stare zitto una volta per tutte, decido di rispondergli.
"Sì, mi sto trasferendo." Mi giro verso il finestrino chiudendo ogni comunicazione.
Dopo un'altra mezz'ora l'autista ferma la macchina, mi guardo intorno per vedere se può andare bene ed è così.
Quando ho visto alcune foto su internet di Cape May, ho pensato subito che mi sarebbe decisamente piaciuto ma non mi aspettavo di rimanere sbalordita dai colori che mi circondano.
Ci sono delle bellissime case colorate tutte molto vicine, piccola cittadina, tutto il necessario intorno e pochissime persone, proprio come ho sempre desiderato.
Non sto vedendo e non vedrò più quei palazzi così alti che sembrano che da un momento all'altro ti cadano addosso, non vedrò più il traffico ma molte più biciclette e non ci saranno più strade ovunque, nessun negozio eccessivo e nemmeno un fiumicello dove posso immergere i piedi anche nell'acqua gelida perché qui troverò di meglio. Al diavolo, sono a Cape May e qui c'è il mare!
Mi giro lentamente verso l'autista e gli accenno un sorriso, giusto per ringraziarlo e lui che fa? Mi continua a fissare.
Dio che nervoso.
Decido di scendere e prendere la valigia con il mio zainetto in spalla lasciandogli i soldi in mano e quando sto per andarmene..
"Ragazza aspetta! Questi sono troppi!" Lo sento ma non mi fermo e continuo a camminare. So di avergliene lasciati il doppio, ma lui mi ha portata nel MIO posto e quello è il minimo.
Con la coda dell'occhio vedo l'autista che risale in macchina scuotendo la testa e sorridendo ma io continuo per la mia direzione e quando vedo un piccolo bar dall'altra parte della strada mi fermo e attraverso decisa a prendermi qualcosa di molto fresco, ne ho veramente bisogno, più tardi penserò al resto.
Entro e mi guardo un po' attorno. Le pareti sono tutte tinte di un azzurro turchese e con il contrasto dei tavoli bianchi e rotondi è una bomba per i miei occhi. Alla mia destra c'è il bancone e la cassa con i rispettivi sgabelli davanti, per chi non volesse il tavolo. Finito di contemplare il tutto, scelgo il mio tavolo all'angolo con la vista più bella che abbia mai visto, mi siedo e aspetto che qualcuno arrivi. Davanti a me piccole onde che finiscono sulla sabbia e si trasformano in schiuma. Una piccola bambina con le trecce lunghe che si diverte a giocare con la sabbia. Una coppia che passeggia sotto il sole tenendosi per mano e la spensieratezza che sorvola sui loro visi mi fa sentire tremendamente vuota..
"Ehi mora, che stai facendo in mezzo alla sabbia, vieni a bere qualcosa con noi" dannazione, non posso entrare finché c'è lei, so come andranno a finire le cose! Se c'è lei nello stesso posto dove sono io è la fine.
"No, Nico non vengo, sicuramente ci sarà lei e non ho proprio voglia di vederla." Accenno ricordando l'ultima volta che ci siamo scontrate in un locale. Di certo non è andata a finire bene.
Certo non sa la mia vita al completo ma sa abbastanza di cosa mi si scatena appena vedo Elisa nei paraggi. Anche perché è stato proprio quel maledetto e fortunato giorno che ho conosciuto Nico.
Mi fa un cenno e sparisce con i suoi amici dentro il locale e io punto i miei occhi neri sopra quella distesa blu cobalto e mi accorgo che ormai è notte fonda.
I miei si staranno preoccupando, ma poi mi ricordo il motivo per cui sono qui e me ne frego della loro preoccupazione, ossia quella che non hanno.
Sento dei passi dietro di me ma non mi giro perché non voglio proprio essere disturbata così continuo a vedere le onde del mare riflettendo sulla possibilità di rimanere qui e vendermi la casetta al mare per farmene una più piccola, sarebbe decisamente un'ottima idea, quando mi sento afferrare per la spalla e buttarmi con forza per terra... ma che cazz... eh no, non sono entrata per questo dentro al bar.
"Mio Dio cercate sempre un modo per andare contro la morte!" Sussurro per esasperazione mentre mi rialzo e focalizzo bene chi ho davanti, così la vedo.. vedo che apre la bocca e poi la richiude ma, quando vedo che sta aprendo di nuovo la sua boccaccia schifosa per dargli solo aria, chiudo la mano a pugno e glie lo scaravento proprio lì, su quella stupida faccia.
Ma riesco ancora a controllarmi! Non perderò il controllo, non un'altra volta, so che non ce la farebbe e lo so per certo questa volta. So di aver esagerato quel maledetto giorno, ma doveva stare zitta, doveva chiudere la bocca e mordersi la lingua e lei non l'ha fatto.
Mi giro di scatto sentendo due occhi puntati su di me, due bellissimi occhi neri mi stanno guardando dall'alto verso il basso come se avesse capito che sono nuova, continuo a guardarlo anche io e noto il suo fisico perfetto sotto quella canotta bianca, dei capelli ingestibili che schizzano da tutte le parti e quelle sfumature più scure che su quel biondo sta d'incanto. Mentre continuo ad ammirarlo mi cade l'occhio su quel sorriso che comprende una dentatura che farebbe davvero invidia a Julia Roberts. Mettendo in conto che quel sorriso ti contagia quasi quasi sorrido anche io se non fosse che sembrerebbe abbastanza divertito e il mio sguardo si gela.
Ma ho i pupazzetti in faccia?
"Una Coca Cola." continua a guardarmi. Eh che cavolo, che ha la gente in questo posto?
"Certo, te la porto subito.." fa per andarsene ma si sofferma un attimo dicendo: "Sei nuova qui?" Respiro a fondo, prendo tutto il mio buonumore che ho e cerco di non distruggermelo.
"Sì, ora la mia coca cola." Mi guarda un attimo sorpreso per poi scoppiare in una fragorosa risata facendo due passi all'indietro per poi girarsi e andare a prendere quello che gli avevo ordinato e me la porta subito prendendo posto vicino a me.
Così mi giro, mi soffermo un minuto per guardarlo e poi sputo acida la mia affermazione.
"Sono nuova ma ciò non significa che devo fare amicizia, intendi?" Dio chi me l'ha fatto fare, non potevo prendere qualcosa al bancone ed andarmene?
"Ti serve una stanza e solo la mia sorellina ti può aiutare." Punta lo sguardo sulla mia valigia e mi lascia un biglietto sul tavolo, lo guardo senza la minima espressione mentre si alza e ritorna al suo lavoro, ma prima di allontanarsi si presenta, come se io glielo avessi chiesto. "Io sono Colin, arrivederci Coca cola!" Mi fa l'occhiolino e sparisce dietro a una porta, così mi giro e prendo il foglietto leggendolo 'Solo Mia ti può aiutare'.
E questo l'abbiamo capito, caro figliolo ripetitivo.
Decido di finire la mia bibita e con calma esco dal bar dando un'occhiata a Colin che, con curiosità, mi continua a fissare.
Digito il numero sul mio nuovo cellulare, comprato qualche mese fa e decido di chiamare Mia sperando che non sia così irritante come il fratello. Dopo aver smesso di parlare con me stessa aspetto che risponde..
"Pronto?" Sento una piccola voce delicata e guardo subito il telefono vedendo che il numero l'ho digitato bene, quindi non posso aver sbagliato.
"Potrei parlare con Mia?" Cavolo quanto sono acida.
"Sono Mia, chi mi cerca?" Fa che non sia una bambina e che non mi abbia preso in giro quel Colin, sennò rientro nel bar e gli faccio vedere quanto sono nuova e logorroica.
"Sono Lola, mi hanno detto che potevo contattare te per una stanza in affitto."
Fico il nuovo nome!
Certo l'ho scelto io! Ho la possibilità di cambiarlo e pretendi che mi scelga un nome di merda?
Sto impazzendo davvero.
"Certo, vieni al ponte così ti spiego tutto, ci vediamo tra 10 minuti, sono bionda e ho una camicetta legata in vita." Non aggiungo niente e attacco, forse dovevo ringraziarla? FORSE.
Continuo a camminare cercando di capire a quale ponte si riferisce, ma appena la noto le vado incontro. Cavolo non è una bambina, anche se dalla voce non sembrava affatto, avrà la mia età ed è proprio una bella ragazza. Sembra una bambolina con quelle trecce biondo miele, quel viso così delicato e liscio e con quei bellissimi occhioni di un azzurro quasi grigio così fastidiosamente perfetti e che mi stanno, decisamente, fissando.
L'unica pecca è che oltre ad assomigliare al fratello, hanno lo stesso e scintillante sorriso a trentadue denti.
Che nervoso! Qui la gente non smette mai di sorridere?
Forse e dico forse, dovresti farlo anche tu!
"Ciao, io sono Mia e scommetto che tu sei la ragazza della camera!" mi guarda attentamente, come se io fossi quella con problemi di euforia.
"Piacere Lola. Sì sto cercando assolutamente una camera e mi hanno detto che solo tu potresti aiutarmi" I suoi grandissimi occhi si illuminano di colpo come se fosse la cosa più bella che avesse mai sentito.. che problemi ha?
"Tranquilla penso a tutto io, ovviamente non ci sono altre stanze, a parte hotel o case in affitto, non so per quanto ti fermerai ma non ti converrebbe lo stesso, la gente che viene qui per trasferirsi compra direttamente una delle villette in vendita, che sia grande o piccola non c'è molta differenza, di solito la scelgono per il colore, ovviamente..." Continua a parlare e io inizio a perdermi, così metto su un sorriso che sembra più una smorfia.
"Scusami, quando sono contenta parlo tanto, comunque ti spiego tutto prima di arrivare a casa. Allora, la camera l'affitto proprio io nella mia casa perché ho bisogno di una persona nuova e tu sei perfetta. L'unico problema è per chi troverai a casa ma fai finta di nulla e per qualsiasi cosa potrai chiedere a me, l'affitto è molto basso tranquilla, ripeto mi serviva qualcuno che con la sola presenza cambi la mia monotonia e tu cara mia cambierai l'intera atmosfera e a maggior ragione che sei una ragazza sono molto più contenta, andiamo ti faccio vedere tutto." Appena ci fermiamo davanti ad un cancello, tolgo lo sguardo da lei e lo punto alla bellissima casa che ho di fronte, la più bella credo.
E' una villetta tutta color avorio, ha due piani ed è l'unica casa che ho visto, fino ad ora, che si trova proprio sulla spiaggia. E' assolutamente fantastica!
Mi giro immediatamente verso la piccola baby doll e mi accorgo che sta trattenendo una risata, ha la mano premuta contro la bocca cercando di trattenersi il più possibile , le guance leggermente arrossate e quegli occhioni enormi ormai lucidi. A quanto pare la mia espressione è molto divertente anche se penso che non ci voglia molto per ridurre Mia in lacrime dal ridere.
"Mi stai prendendo in giro o è davvero la tua casa?" In un secondo diventa subito seria annuendo, così rivolgo il mio sguardo verso la meraviglia che ho davanti e ne rimango ancora più affascinata.
"Mi spieghi come fai a vivere in una casa del genere e darmi l'affitto di una camera 'basso'?" È così che mi viene subito in mente la sua affermazione di qualche minuto prima 'l'unico problema è chi troverai a casa ma fai finta di nulla'
"Oh no, chi vive insieme a te? " Mi giro lentamente per vedere il suo bel faccino e lì capisco subito che l'idea non mi piacerà affatto.
"Mmh questo te lo spiego più tardi, dopo averti fatto visitare la casa e mostrato la tua camera" Accenna un piccolo sorriso e capisco che nasconde qualcosa, chissà con quali condizioni potrò vivere in questo sogno ad occhi aperti.
*****
Come avevo già detto nel piccolo prologo avrei aggiornato velocemente e ne sono davvero felice.
Sono davvero emozionata per questa nuova storia!!!!
Ora vi lascio, ma vi aspetto in tanti. Spero che vi piaccia perché ci sto mettendo davvero il cuore.
Un bacio💋
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