Capitolo 4

Finita la lettera, la poggiai sul mio letto, poi guardai l'orario e mi resi conto che già erano le 22:00, quindi mi sbrigai. Velocemente presi il mio borsone, il cellulare che era poggiato su comò e mi infilai una giacca in pelle, visto che l'aria stava iniziando ad essere più gelata. Però prima di andarmene, tirai fuori dal mio armadio, un salvadanaio, che conteneva abbastanza soldi, per il viaggio e per poter cercare il lavoro a New York, senza preoccuparmi dei soldi. Presi tutti i soldi, ma prima di lasciare la stanza, mi girai per qualche minuto ad ammirarla. La mia stanza era abbastanza ampia, di un colore lilla e ripiena di post tappezzati nelle pareti. Era composta da un letto poggiato nel muro, al centro della stanza, poi di fianco si trovava la finestra, dove ogni giorno potevo intravedere la luce del mattino o della luna, che filtrava dal vetro da essa. Alla destra della stanza, poggiato sul muro, c'era una grande libreria, dove ogni tanto prendevo un libro da leggere, per rifugiarmi nel mio mondo. Potevi trovare libri di ogni genere; da Il signore degli anelli a cime tempestose e l'imitazione dei sogni. I poster di Demi lovato ed Ariana Grande ricoprivano le mura, lo so strano......ma ero sia una Lovatic che una Arianator. Mi indentificavo di più nelle canzoni di Demi, che ogni volta che le ascoltavo mi trafiggevano il cuore, come una lama.

Mi risvegliai dal mio stato di trance e uscii dalla stanza, per poi richiudermi la porta alle spalle, una porta che forse non avrei più né aperta né chiusa. Piano piano scesi le scale, cercando di fare meno rumore possibile. Sempre con estrema delicatezza, aprii la porta di casa e velocemente uscii dalla casa, richiudendo la porta con cautela, senza far alcun rumore.

Chiamai un taxi, che non tardò ad arrivare. Infatti dopo 20 minuti, lo vidi accostare davanti casa mia. Mi affrettai ad andare verso quella macchina e aprii lo sportello, per poi entrare in macchina e sedermi, mentre l'autista pensava alla mia valigia, da mettere nel bagaglio. Dopo aver messo la valigia al proprio posto, si incamminò verso lo sportello che aveva lasciato aperto, ed entrò. Si girò verso di me e mi chiese dove doveva portarmi. Avendogli dato le informazioni di dove dovessi andare, accese il motore e partì.

Dopo circa 30 minuti, arrivai a destinazione, così scesi dall'auto e mi presi la valigia, per poi avvicinarmi al finestrino del guidatore, per pagarlo. Appena pagai subito corsi per non fare tardi "Signorinaa...il resto" sentì gridare da quell'uomo "Può tenerlo" non aspettai una sua risposta, che entrai subito all'aeroporto.

Dopo aver fatto, i soliti processi che si fanno per partire, finalmente salì in areo e mi sedetti al mio posto. 'Speriamo che accanto a me non ci sia nessuno' pensai, ma appena vidi un bambino venire verso di me, capii che  sfortunatamente, non sarei stata da sola.

Questo bambino era un pò bassino, con i capelli ricciolini di un colore arancione scuro ed il viso pieno di lentiggini, che lo rendevano davvero carino. Vidi il bambino saltellare, per poter riuscire a mettere il suo bagaglio nello scomparto sopra di noi, ma con scarsi risultati. A quella scena risi, ma poi mi alzai per dargli una mano "Lascia, faccio io" gli presi il bagaglio a mano e lo infilai nello scomparto "Grazie, comunque io sono Alex" mi disse sorridendomi "Piacere Alex, io sono Francesca". Dopo la presentazione ci sedemmo "Allora Francesca, quanti anni hai?" mi disse "Piccoletto sai che non si chiede l'età agli estranei? E poi dove sono i tuoi genitori?" Dissi sorridendo leggermente "Ci hanno assegnato posti differenti, sono la, in fondo" gli indicò "Ok, comunque ho 19 anni, tu?" "Io 12, comunque sono molto belli i tuoi occhi, te lo hanno mai detto?" disse guardandomi "Ahahaha si, grazie" "È sei anche bella" "Piccolo, certo che non ti manca la sfacciataggine, ahahaha ma sei molto carino e simpatico" "Lo so di essere carino e simpatico" disse fiero "A quanto vedo non ti manca neanche l'autostima" dissi ridendo "Si, proprio quella non mi manca, ma mi manca una cosa" disse "Cosa?" "Mi manca il tuo numero" dopo quelle parole scoppiai a ridere "Ahahaha sono sicura che da grande, sarai un ottimo don Giovanni, ma per adesso sei troppo piccolo per flirtare, e poi guarda ci sono tante bambine della tua età, non puoi flirtare con me" dissi ridendo "Ma tu sei più bella e poi l'età non centra" disse mettendo il broncio, con sguardo arrabbiato "Sei davvero simpatico" gli dissi spettinandogli i capelli con una mano "Questo è un si?" domandò con gli occhi che gli brillavano "No, non è un si. Forse quando crescerai un po di più, ti darò il mio numero" gli dissi scherzando "Ok, lo capito, la smetto" disse tirando fuori il suo telefono e iniziando a giocare ad un un gioco di qui non conoscevo il nome.
'Certo che i bambini al giorno d'oggi sono davvero strani' pensai ridendo.

Finalmente dopo 3 ore di viaggio, finalmente arrivai a New York. Appena presi la mia valigia, mi incamminai all'uscita dell'aeroporto, ed appena uscii, un'aria gelida mi arrivò in viso, così gelida da farmi gelare il naso in pochi istanti. Non centrava niente, il clima di Miami con quello di New York, erano due climi completamente diversi. Mi presi qualche minuto per ammirare la nuova città che mi avrebbe dato un nuovo iniziò, per poi infilare la mano libera, nella tasca destra, per cercare di prendere il telefono. Preso il telefono, mandai un messaggio a Federica

Messaggio a Federica:
A Fede: Oiii so che sicuramente starai dormendo, ma ti volevo avvisare che sono appena aarrivata a New York.

Non aspettai una risposta, visto che sicuramente dormiva. Così presi un taxi "Dove la devo portare?" mi chiese l'autista "Non conosco gli Hotel, quindi mi può portare in un Hotel, che secondo lei è bello?" gli chiesi "Certo, ok, allora partiamo". l'Hotel, era abbastanza lontano, infatti furono 30 minuti di strada.

Appena arrivai, gli diedi i soldi al tassista e presi la mia valigia, dirigendomi nell'hotel. Appena entrai, capii che quello era un hotel di lusso, con pareti color oro e nel tetto luccicava un lampadario enorme, pieno di cristalli. Mi incamminai alla reception, dove vi era un uomo, sulla trentina, con giacca e cravatta "Scusi, vorrei prendere una stanza" gli dissi sorridendo "Certo signorina, per quante notti" in realtà non sapevo per quante notti, non sapevo quanto tempo mi servisse per trovare una casa "Per 7 notti" gli dissi "Ok, ecco a lei la chiave della stanza. Secondo piano, stanza 59". Lo ringraziai e entrai nell'ascensore, che era di lato alla reception. Digitai il 2 piano, dove si trovava la mia stanza, ed appena si aprirono le porte, camminai per il lungo corridoio, alla ricerca della stanza 59. 'Eccola' dissi tra me e me, ma appena provai ad aprirla, non si aprii, non capivo, forse la chiave era rotta. Provai un'altra volta "Hey scusa, che stai facendo? Questa è la mia stanza" mi disse una voce alle mie spalle, così mi girai verso quella misteriosa voce e trovai davanti a me un ragazzo, dai capelli spettinati di un biondo scuro, con due pozzi verdi, che guardandoli ti ci perdevi dentro "Veramente è la mia...." appena vidi il numero capii che mi ero sbagliata, 'che figura di merda' pensai "Scusami, ho sbagliato stanza" dissi in imbarazzo "Tranquilla. Comunque, sei nuova in città?" mi chiese con un sorriso "Si, mi sono appena trasferita "Allora benvenuta, io sono Michael, se hai bisogno di qualcosa, io sono qui" mi disse alzando una mano a mezz'aria "Grazie,io sono Francesca" gli dissi stringendogli la mano
"OK, io vado, ci si vede in giro" disse salutandomi con la mano "Ci si vede" mi limitai a ripetere. Ognuno di noi andò per la propria strada. Appena entrai nella mia stanza, mi incantai a ciò che avevo appena visto; la stanza era enorme, con un letto matrimoniale alla destra della stanza, alla sinistra un piccolo bagno, color bianco, ed al centro, in fondo alla stanza, c'era un balcone immenso, che dava la vista di quella bellissima città. Era una fantastica stanza. Richiusi la porta alle mie spalle, poggiai la valigia e mi buttai letteralmente sul letto, ero sfinita.

La mattina seguente, mi risvegliò una canzone dal telefono, così lo presi e schiacciai il bottone verde, senza neanche vedere chi era.

Chiamata

"Questa è la segreteria di Francesca. Adesso non può rispondere perché sta dormendo, in caso chiama dopo, bip" "Fra non fare la cretina, sono io Fede" disse ridendo "Ok, la smetto, comunque, come stai?" le dissi "Bene, anche se già mi manchi" "Anche tu mi manchi" dissi con tristezza "Fra comunque, apparte per sentire come stai, c'è un altro motivo per qui ti ho chiamata..." "Dimmi" le dissi incoraggiandola a parlare "I tuoi genitori già hanno letto la lettera. E subito dopo, hanno chiamato me per sapere dove ti trovi. Io ovviamente ho detto che non sapevo niente. Fra, dovevi sentirli, già solo dalla voce, si poteva sentire tua madre che cercava di trattenere le lacrime" disse seriamente "Lo so, ma ormai non posso farci niente" era vero, non potevo farci niente, non sarei ritornata mai più, se ne dovevano fare una ragione "Ok, comunque devo andare scuola. Sai, non vorrei fare tardi il primo giorno di scuola" queste parole mi fecero pensare ad una cosa.....ma adesso non sarei potuta più andare a scuola? "Oiiiii...Fra ci sei?" "Si, si...ci sono" dissi ancora in sovrappensiero "Qualcosa non va?" "No fra, tranquilla. Stavo solo pensando, che adesso non potrò più andare a scuola" dissi con tono un pò seccato. Può sembrare strano, ma a me piaceva la scuola, e poi avevo sempre voluto laurearmi, sin da piccola era sempre stato il mio obbiettivo, ed in quel momento, capii che non sarebbe successo "Mi dispiace......so quanto ci tieni a laurearti" disse dispiaciuta "Fa niente, per ora la cosa più importante è mio figlio o mia figlia, dipende dal sesso" dissi pensando al momento in qui avrei saputo di che sesso fosse "Ok, allora ci sentiamo dopo, ti voglio bene" "Anche io, a dopo" finì così la telefonata.

Spazio autrice: Ciao a tutti, mi scuso per il ritardo, ma con la scuola è difficile trovare del tempo per scrivere. So che la storia non sta piacendo a tante persone, visto i mi piace. Forse perché aggiorno troppe poche volte, oppure perché non scrivo bene, ma come ben sapete, o per chi non lo sa, questo è il mio primo libro, quindi credo sia normale se i capitoli  non sono grammaticalmente perfetti, anche perché credo sia umano sbagliare. Spero apprezziate questo nuovo capito, anche se non è niente di ché. La parte bella della storia, deve ancora arrivare.❤
Baci alla prossima. 😘

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