Capitolo 6
<Io non mi alzo> urlo appena sento il campanello di casa.
<Sono sotto la doccia> sento Aron mentre urla a sua volta praticamente dal piano di sopra.
<Sento freddo> dico mormorando mentre mi giro nel divano, cercando di incastrare meglio la coperta affinché corpo ogni centimetro della mia pelle, eccetto la faccia. Nonostante siamo nel mese di marzo qui fa davvero freddo e a me il freddo non piace.
<Kimberly!> lo sento nuovamente urlare quando il campanello riprende a suonare e controvoglia mi alzo dal divano, dirigendomi verso la porta.
<Il pomeriggio è fatto per riposare!> sbotto infastidita appena apro la porta, trovando davanti a me Melody, la sorella di Aron e un'altro ragazzo che forse avrò già visto da qualche parte.
<Ti sei svegliata con il piede storto cognatina?> domanda Melody in modo ironico mentre entra dentro casa senza essere invitata.
<Non mi saluti?> domanda il ragazzo che continua a guardarmi.
<Non posso salutare chi non conosco>
<Sono Collin, il cugino di Aron. Abbiamo pranzato insieme quando sei uscita dall'ospedale> dice orgoglioso mentre fa un passo in avanti.
<Se cerchi Aron è al piano di sopra> dico solamente prima di girarmi di spalle e andare verso la cucina, raggiungendo Melody.
<Ti senti male?> domanda la ragazza in modo curioso mentre apre il frigorifero e dopo aver guardato attentamente tira fuori la torta al cioccolato che ho improvvisato questa notte. Ci sono momenti quando mi sveglio in preda al panico e la maggior parte delle volte non riesco a prendere sonno e dato che questa notte è successo un simile episodio sono scesa in cucina, e dopo un po' di ricerche ho trovato un vecchio libro delle ricette e da lì ho tirato fuori quella per la torta.
<No perché?> domando confusa mentre apro il cassetto, prendendo in seguito il coltello.
<Come mai sei vestita con la tuta?>
<Perché scusa, come avrei dovuto vestirmi per stare a casa? E poi sento freddo> la informo mentre stringo più forte a me la piccola coperta che non ho abbandonato neanche quando mi sono alzata dal divano.
<Di solito anche io per stare a casa mi vesto in modo comodo ma tu eri sempre vestita in modo impeccabile, anche quando stavi male>
<Magari prima, adesso preferisco la comodità> rispondo facendo spallucce.
<Come stai?> domanda di punto in bianco, sorprendendomi.
<Non mi guardare in quel modo. Se proprio devo essere sincera anche io sono sorpresa di me stessa>
<Spiegati meglio>
<Se qualcuno mi avrebbe detto che un giorno avrei avuto una conversazione pacifica con mia cognata non ci avrei creduto. Eppure sono qui, a casa tua mentre mangio questa torta senza ricevere un rimprovero da parte tua>
<Perché mai dovrei rimproverarti?> domando confusa.
<Per il fatto di essermi presentata a casa tua senza preavviso ma anche per aver aperto il frigorifero senza il tuo permesso>
<Eh?> dico sconvolta, incredula di ciò che ho appena sentito.
<Anche io mi sono domandata per tanto tempo quale fosse il tuo problema ma dopo un po' ho preferito non venire più. Quindi...>
<Quindi certe volte penso che è stato un bene aver perso la memoria. Con chiunque parlo alla fine vengo a sapere che ero una stronza stratosferica>
<Veramente non ti ricordi niente?> domanda curiosa mentre continua a mangiare la torta.
<Niente, o quasi niente. Insomma, la maggior parte delle volte attraverso i sogni vedo spesso Aron ed è strano perché continuo a sognare la stessa scena>
<Cosa c'è di strano nel sognare tuo marito?>
<È complicato> rispondo mormorando. Questa parte non l'ho raccontato neanche a Luke per il semplice motivo che mi prenderebbe per pazza e sicuramente se lo raccontassi a Melody penserebbe la stessa cosa di me.
<Perché ti stai mangiando tutta la torta?> domanda Aron mentre avanza dentro la cucina, e se Melody si avvicina a lui forse con l'intenzione di salutarlo lui la supera finché non si avvicina a me.
<Questa ti terrà al caldo> dice a bassa voce mentre mi toglie la coperta, poggiando sopra le mie spalle una felpa nera, e visto la grandezza sono sicura che è sua.
<La mangio perché è buonissima. Dove l'hai comprata?> domanda curiosa.
<In realtà l'ha preparata Kim> risponde Aron mentre mi circonda da dietro con le sue braccia, sorprendendo non solo me ma anche la sorella che ci guarda sconvolta.
<E da quando tu sai cucinare?> domanda perplessa.
<Non ci vuole niente a seguire una ricetta> rispondo facendo spallucce.
<Però, chi l'avrebbe detto mai che Kimberly un giorno avrebbe toccato i fornelli senza dare fuoco alla casa> dice ridacchiando ma quando prova a prendere un'altro pezzo di torta Aron glielo impedisce.
<Penso che tu abbia mangiato abbastanza> si affretta a dire mentre nasconde la torta rimasta dentro il frigorifero per poi tornare ad abbracciarmi.
<Non fare il tirchio Aron, lo sai che come te anche io adoro i dolci al cioccolato>
<Lo so ma questa torta è buonissima ed è mia>
<Non c'è bisogno di litigare per la torta, posso rifarla se ti piace> rispondo mentre mi accuccio ancora di più fra le braccia di Aron. Non so perché si è avvicinato così tanto a me e forse non mi interessa neanche dato che mi fa sentire bene.
<Da quando voi due siete così sdolcinati?> domanda qualcuno con la voce maschile e solo adesso mi ricordo della presenza di quel Collin.
<Non vedo perché io debba darti delle spiegazioni. A proposito, come mai siete qui?> domanda Aron mentre sento come i suoi muscoli pian piano si irrigidiscono e senza pensarci appoggio la mia mano sopra le sue e sfiorarle piano, cercando di calmarlo perché il fastidio che prova si percepisce anche attraverso il timbro della sua voce e non posso non domandarmi del perché lui sembra infastidito dalla presenza dei suoi famigliari.
<La mamma voleva sapere come stava la bella addormentata> risponde Melody.
<Sarei io la bella addormentata?> domando incredula.
<Si, insomma, di solito ti chiamavo principessina visto che ti comportavi come tale ma da quando sei finita in ospedale ho pensato che la bella addormentata ti si addiceva di più>
<E perché?>
<Per il lungo periodo che hai passato a dormire> risponde, facendomi tornare in mente il giorno in cui mi svegliai da sola in quella stanza di ospedale, circondata da tanti dottori e infermieri che meravigliati mi guardavano.
<Tutto bene?> domanda Collin mentre si avvicina verso di me ma si ferma all'istante quando io mi stringo di più nell'abbraccio di Aron. C'è qualcosa in lui che non mi convince, che non mi piace.
<Sto bene> rispondo, mentendo nuovamente. Questa domanda mi è stata posta così tante volte che ho perso anche il conto ma il problema è che tutte le volte ho mentito, proprio come in questo momento. Nonostante cerco di non pensarci più di tanto per me è difficile accettare il fatto che nessuno della mia famiglia è stato preoccupato per me per tutto il tempo in cui sono rimasta in ospedale. Anche se difficilmente capisco del perché Aron aveva chiesto a Luke di non dirmi niente su di me ma la cosa che non riesco a capire è il comportamento della mia faglia. Aron mi aveva descritto i miei come delle brave persone eppure a me sono sembrati menefreghisti.
<Che ne pensi se magari in uno di questi giorni usciamo insieme. Sai no, una cosa tra ragazze> propone Melody di punto in bianco, interrompendo i miei stessi pensieri.
<Stai bene Melody?> domanda Aron mentre si stacca da me per raggiungere la sorella.
<Sicuramente tutto quel cioccolato mi ha fatto male> dice la ragazza mentre ridacchia.
<Per me va bene>
<Posso aggregarmi anche io?> domanda Collin al che io aggrotto le sopracciglia confusa.
<Sei per caso una ragazza?> domando seria facendo ridere Aron mentre il diretto interessato mi guarda in modo strambo.
<No, direi proprio di no> risponde in modo aspro e non mi sfugge affatto come stringe la mascella forse arrabbiato.
<Va bene, io vado. Posso dire alla mamma che la bella addormentata sta bene. Collin, muoviti> dice Melody in modo veloce e quando vede che il ragazzo non si scompone inizia a tirarlo per un braccio.
<Puoi dire a Dakota che quando vuole può venire a trovarci> dico sincera mentre guardo Melody che tira una gomitata a suo cugino, solo per farlo muovere.
<Sicuramente le farà piacere di passare. Chiedi ad Aron il mio numero così possiamo metterci d'accordo> farfuglia in modo veloce mentre si dirigere verso la porta, con Collin che la segue forse controvoglia e senza troppi saluti entrambi se ne vanno, lasciandomi confusa per il loro strano comportamento.
<Non ci fare caso a loro. Melody è una curiosona mentre Collin si presenta solo per dare fastidio> dice Aron appena restiamo soli.
<Perché ho avuto come l'impressione che la loro presenza ti abbia dato fastidio?> domando curiosa mentre mi dirigo verso il divano.
<Non ci vado tanto d'accordo con mio cugino> risponde mentre indifferente alza le spalle.
<Guardiamo un'altro film?> chiedo speranzosa mentre afferro il telecomando. Ieri dopo che abbiamo pranzato insieme a Luke siamo andati allo zoo e dopo che abbiamo visto tutti quei animali insieme ad Aron sono tornata a casa dato che mi sentivo stanca ma ho dovuto rimandare il mio momento di riposo quando lui mi propose di vederci un film insieme, cosa che accettai senza pensarci due volte.
<Solo se il film questa volta lo scelgo io. Quello di ieri è stato troppo drammatico>
<Non pensavo che fosse così strappalacrime> confesso mentre gli porgo il telecomando.
<La parte finale è stata straziante> lo senso sussurrare mentre appoggia la testa sopra la mia spalla ed io non posso non dargli ragione. I protagonisti sono stati divisi da adolescenti ma anni dopo si sono rincontrati, accorgendosi che nonostante tutto l'amore tra di loro non era mai cessato, ma proprio come Shirin e Ferhad anche loro hanno avuto parte di un triste finale quando lui è stato ucciso da suo padre proprio perché amava la sua Amanda.
<Dai Kim, non puoi piangere di nuovo per quel film> dice disperato, riferendosi a tutte quelle lacrime che ho versato ieri sera quando il figlio di Amanda che aspettava da tempo un cuore ne ricevetti uno, e solo dopo tanto tempo lei ha scoperto che il cuore che il figlio ha ricevuto era del suo amato Dawson.
<Il loro amore era destino Aron> dico con le lacrime agli occhi.
<Destinato a finire>
<Io non lo voglio un amore così. Io voglio un amore che duri per sempre> dico con la voce fioca, pensando al fatto che io quel giorno sul traghetto sarei potuta morire senza avere il tempo di amare come si deve.
<Sicuramente lo avrai> risponde sussurrando mentre cerca il mio sguardo.
<Perché ho come l'impressione di averlo già trovato?> domando con la voce fioca mentre inizio a giocare con i suoi capelli.
<E tu?> chiedo a bassa voce curiosa ma allo stesso tempo timorosa di ricevere una sua risposta. Aron è stato ben chiaro quando mi ha confessato che tra di noi era tutto finito ma allora perché io continuo a sentirmi legata a lui?
<Io, io non lo so Kim. Tutto questo è così strano eppure sono qui, accanto a te, alla donna a cui avevo giurato amore davanti a dio ma che mi ha spezzato innumerevole volte. Sono qui con te nonostante la mia mente per un po' è stata da un'altra parte> confessa a bassa voce mentre inizia a sfiorare le mie labbra.
<Hai, tu avevi un'altra relazione?> domando amaramente mentre abbasso lo sguardo, incapace di reggere i suoi occhi.
<Non ti ho tradita se è questo quello che vuoi sapere> si affretta a dire mentre appoggia due dita sotto il mio mento per poi sollevarlo di poco.
<Però c'è stato o magari ancora c'è qualcun'altro per te>
<Non nel modo in cui tu pensi. Nel senso, senti Kim, noi eravamo diventati praticamente due estranei e nonostante le incomprensioni che c'erano tra di noi non accettavi il fatto che io volessi divorziare da te. Ho conosciuto una persona per puro caso e con una scusa sempre diversa cercavo sempre un motivo per rivederla e sai perché? Lei mi faceva sentire bene attraverso la sua risata, attraverso i suoi lunghi racconti e quando mi guardava i suoi occhi mi trasmettevano serenità>
<E tu volevi divorziare per avere la libertà di andare da lei?>
<Volevo solo la mia libertà Kim. Non per andare da lei ma per me stesso. Volevo trovare la mia di tranquillità>
<Una tranquillità che quella persona riusciva a trasmetterti. Tu eri, insomma, ti sei innamorato di lei?> domando a bassa voce.
<Non lo so ma adesso non conta più. Lei se n'è andata> dice piano mentre abbassa lo sguardo tristemente.
<Ho capito> rispondo mormorando. La verità è che non ho capito un bel niente, o quasi niente. Lui con quella persona aveva trovato la stabilità che tanto desiderava e sicuramente lui avrebbe voluto molto di più con quella ragazza e questo pensiero mi rattristisce.
<Se eri innamorato di lei non avresti dovuto rinunciare. Io non rinuncerei mai all'amore> dico sicura di me per poi alzarmi dal divano e allontanarmi da lui. Per me è difficile sentire tutto questo. Per me è difficile accettare il fatto che io non sono così e la persona che ero prima lui aveva già smesso di amare.
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