Capitolo 15
Questa mattina mi sono svegliata decisa più che mai di scoprire, o perlomeno di cercare di trovare una spiegazione a tutto questo mistero, per questo motivo in questo momento mi trovo in ospedale. Insieme ad Aron abbiamo deciso di fare il possibile di trovare non solo una spiegazione ma soprattutto di trovare Kimberly, sempre se lei è realmente sparita. Ma per fare ciò io dovrò continuare a fingermi lei è questo per il semplice fatto che non possiamo fidarci di nessuno, soprattutto di Collin ma forse anche del signore Lambert. Infondo è stato lui a farmi avere quei documenti attraverso Collin.
<Cosa ci fai qui?> Luke domanda preoccupato appena entro dentro il suo studio.
<È così che si saluta una vecchia amica?>
<Non dovresti essere qui> mormora piano mentre si alza dalla sedia per poi venirmi incontro e abbracciarmi amichevolmente.
<Sono proprio dove dovrei essere. Senti, mettiamo da parte le preoccupazioni e i consigli che sicuramente vorrai darmi e che io non prenderò ugualmente in considerazione>
<Che intenzioni hai?> chiede in modo serio, interrompendo il mio discorso.
<Ho bisogno di vedere lo studio di Kimberly> sussurro piano mentre prendo posto sul piccolo divano.
<Non ci sarebbe alcun problema se non fosse per il fatto che lo studio è chiuso e la chiave c'è l'ha solo...>
<Kimberly> sussurro piano il suo nome, finendo così la frase di Luke.
<Come mai è chiuso?> domando l'attimo dopo curiosa.
<E lo chiedi a me? Ti ricordo che io con quella neanche ci parlavo>
<Giusto> mormoro piano per poi iniziare a pensare sul da farsi.
<Perché vuoi entrare nel suo studio?>
<Curiosità> rispondo facendo spallucce, cercando di sembrare credibile. La verità è che vorrei capire chi era realmente Kimberly e quale posto migliore di scoprire se non il suo studio. Da quello che ho capito per lei la medicina era tutto, quindi ho pensato che magari qui in ospedale avrei trovato qualcosa in più su di lei dato che a casa sua non c'è praticamente niente.
<Vorrei crederti ma so quanto sei curiosa quindi se hai bisogno di aiuto per qualsiasi cosa puoi contare su di me>
<Dovrei essere arrabbiata con te sai?>
<Però non lo sei realmente vero?> domanda a bassa voce mentre speranzoso mi guarda e per quanto vorrei fingere non c'è la faccio per questo nego con la testa. Luke per me è stato davvero un amico e non posso prendermela con lui per non avermi detto prima i suoi dubbi.
<Con tutto il rispetto per Kimberly ma sono davvero felice che tu non sei lei>
<Anche io. Non per male ma veramente non mi ritrovavo per niente nei vostri racconti> rispondo sincera. Io ho sempre avuto l'impressione che non fossi come loro pensavo e sono davvero felice di scoprire che il mio sesto senso non si è sbagliato.
<Tu sei molto diversa. A proposito, cosa vuoi fare? Insomma, adesso che sai chi sei, come pensi di comportarti?>
<Anche se non mi piace dovrò continuare questa farsa. Insomma, può sembrarti assurdo ma ho pensato che magari qualcuno ha voluto che io prendessi il posto di Kimberly anche se il perché non me lo so spiegare>
<Ma chi vorrebbe mai una cosa del genere?> domanda sconvolto.
<Non lo so Luke, per questo ti dico che non mi posso sbilanciare più di tanto e devo continuare a fingermi lei. Solo così potrò scoprire qualcosa>
<Lo sai che la tua idea è davvero assurda?>
<Assurda è tutta questa storia Luke> rispondo mormorando mentre mi alzo per poi salutarlo in modo frettoloso.
<Te ne vai di già?>
<Devo trovare la chiave per entrare dentro lo studio di Kim> mi affretto a rispondere per poi uscire dal suo studio e incamminarmi lungo il corridoio.
<Lale? Cosa ci fai...>
<Shh> sussurro piano mentre mi avvento su Miranda, coprendole la bocca con la mia mano.
<Ma sei impazzita per caso? Lo sai che qui tutti sentono tutto> sussurro piano mentre mi allontano lentamente da lei.
<Giusto. Bentornata sua maestà Kimberly Baker, il mio nome è Miranda e sono ai suoi ordini>
<Che scema> dico ridacchiando quando la vedo inchinarsi davanti a me.
<Sul serio, cosa ci fai qui?> domanda poi a bassa voce mentre mi prende a braccetto come da abitudine.
<Devo entrare nel mio studio>
<Tu ne hai uno?>
<Certo, sono la dottoressa Baker infondo>
<Oh, giusto. E cosa aspetti per entrare?> domanda curiosa mentre ci fermiamo davanti ad una porta bianca come tutte le altre ma la cosa che la differenzia è il fatto che di sopra ci sta in mio nome. Insomma, quello della dottoressa Kimberly.
<Il fatto e che è chiusa a chiave e non so dove trovarla dato che dovrei averla io. Cioè, l'altra me> rispondo sbuffando. Con tutti questi giri di parole penso che prima o poi finirò per davvero di credere che io non sono io.
<Sei sicura? Ho visto molte volte il dottore Castro uscire da qui> dice sicura di se mentre abbassa la maniglia della porta ma come già mi aveva informato Luke la porta è realmente chiusa.
<Parli di Collin?> domando incredula. Per quale motivo lui avrebbe la chiave dello studio di Kimberly?
<Proprio lui>
<Strano, lui aveva detto che era in ferie per questo non l'ho visto in giro per l'ospedale quando ero qui>
<Infatti, lui è tornato a lavoro da quando tu sei stata dimessa> mi informa mentre la vedo prendere una forcina dai sui capelli per poi infilarla dentro la serratura.
<Ma cosa stai cercando di fare?> domando a bassa voce mentre inizio a guardarmi in giro, sperando proprio che nessuno ci veda.
<Non ti agitare più di tanto. Infondo questo studio porta il tuo nome. Perché diavolo non si apre, di solito nei film funziona> borbotta piano ed io nel sentire le sue parole scoppio a ridere.
<Pensavi veramente che funzionasse?> domando ridacchiando.
<Deve funzionare> mormora piano mentre si concentra ma quando inizia a fare strane smorfie io riprendo a ridere.
<Senti, se invece di scassinare la serratura non pensi che sarebbe meglio se chiedessi a Collin la chiave?>
<Direi che la tua è una pessima idea> risponde mentre si ferma di colpo per poi rivolgermi uno strano sguardo.
<Però possiamo sempre rubarla da lui> propone seria per poi prendermi per mano e tirarmi con lei verso le scale.
<Perché usiamo le scale? Dove stiamo andando?>
<Due piani più sopra si trova lo studio del dottor stronzo>
<E cosa dobbiamo fare la?>
<Recupereremo le tue chiavi>
<Ma se non so neanche come è fatta questa chiave. E poi cosa ti fa pensare che lui la tenga qui in ospedale?>
<Perché è un maschio e i maschi certe volte sono limitati> sussurra piano per poi bussare alla porta.
<Ma che fai?> domando preoccupata.
<Mi assicuro che non c'è nessuno> risponde a bassa voce per poi abbassare la maniglia e aprire la porta.
<E se ci fosse stato che scusa avrei usata per essermi presentata qui?>
<L'importante è che lui non c'è. Forza, entra. Dobbiamo cercare una chiave gialla>
<Vuoi dire dorata?> domando confusa mentre inizio ad aprire i cassetti a caso.
<Chiamala dorata se ti piace di più la parola> risponde sbuffando.
<Sto cercando di capire per quale motivo lui ha la sua chiave> borbotto a voce alta mentre continuo a spostare tutte le scartoffie che ci sono sopra la scrivania ma sussulto quando per sbaglio faccio cadere una montagna di cartelle.
<Sta attenta Kim, cioè, ah lascia stare> farfuglia in modo impacciato per poi continuare a cercare, cosa che dovrei fare pure io se non fosse per il fatto che quando mi abbasso per recuperare le cartelle i miei occhi vengono attratti da una cartella che di sopra riporta il mio nome.
<Türker, Lale Türker> sussurro piano mentre sfioro come le dita il nome scritto in nero.
<Hai trovato qualcosa?> sento la voce di Miranda mentre pone questa domanda.
<Forse> rispondo con la voce fioca mentre giro la prima pagina, trovando su in alto una mia foto attaccata con una graffetta ma quello che più mi sconvolge sono le parole che riesco a leggere proprio sotto la foto.
<La paziente Türker è compatibile con la paziente X> leggo a bassa voce quello che sta scritto nero su bianco.
<Cosa diamine significa?> domando sconvolta per poi iniziare a sfogliare la cartella ma senza riuscire a capire qualcosa.
<L'ho trovata, forza dobbiamo andare> sento nuovamente la voce di Miranda per poi sentire la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla e scuotermi leggermente.
<Mi servono due secondi> sussurro piano mentre tiro fuori dalla tasca il mio telefono per poi iniziare a fotografare in modo rapido pagina dopo pagina, ponendo poi al loro posto tutte le cartelle.
<Cosa c'era scritto in quella cartella?> domanda Miranda curiosa mentre mi fa segno di seguirla fuori dallo studio per poi correre giù per le scale e non ci fermiamo fino a quando non entriamo dentro lo studio di Luke ma una volta aperta al porta sono costretta a fermarmi di colpo quando vedo accanto a Lukylu il cugino di Aron.
<Merda> sento il mormorio di Miranda e prego mentalmente affinché lui non l'abbia sentito.
<Kimy, cosa ci fai qui?> domanda Collin mentre smette di dare attenzione a Luke che nonostante il mio arrivo lui ha continuato a parlare.
<Se non mi sbaglio ci lavoro> rispondo, usando un timbro di voce duro che decisamente non mi appartiene.
<Giusto. Mi stavo confrontando con il dottore Adams su alcune cose, ti serve qualcosa?>
<No tranquillo, voi continuate pure> mi affretto a rispondere per poi chiudere velocemente la porta e insieme a Miranda ci allontaniamo a passi felpati verso l'uscita dell'ospedale.
<Quello è peggio di un virus. Praticamente si trova ovunque> dice infastidita appena raggiungiamo una panchina e senza esitare prendiamo entrambe posto.
<Cosa succede quando due persone sono compatibile?> domando titubante. Da quando ho visto la mia foto su quel pezzo di carta non posso non pensare a quello che la mia mente ha già realizzato.
<Clinicamente parlando?>
<Si> rispondo a bassa voce.
<Che se una sta male e l'altra persona è una donatrice e sono compatibile...>
<È un po' come fare scambi di organi> sussurro sconvolta.
<Non proprio. Cioè si, più o meno> risponde balbettando.
<Con chi sono compatibile?> mi pongo questa domanda a voce alta e dopo un lungo momento di silenzio in cui non ho fatto altro che pensare involontariamente mi sfugge un nome.
<Kimberly> sussurro a malapena quando mi tornano in mente le parole di Aron. Lui pensa che Luke come medico non si sia reso conto che io non sono Kimberly per il semplice fatto che noi due abbiamo lo stesso gruppo sanguigno ma qui la situazione è molto più complessa se Collin ha una cartella con il mio vero nome sopra la sua scrivania dove secondo lui io sono compatibile con Kimberly.
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