𝗠𝗼𝗿𝘀𝗶 𝗲 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗲

𝟏𝟕 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞

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Molte persone dicono che nel momento in cui si sta per morire, si vede tutta la propria vita passare davanti agli occhi. C'è chi si rende conto che non ha detto abbastanza ti amo, chi rimpiange l'ultima conversazione con una persona cara, chi realizza di non essere stato una bella persona e vuole redimersi.

Analizzare la propria vita come insieme di eventi dovrebbe aiutare ad avere un quadro generale, a capire se nella propria vita si ha dato il meglio di sé.

Davanti ai miei occhi è passata una quantità di eventi allucinante, a partire da quelli di quando ero una bambina fino ad arrivare agli ultimi giorni. Io però non sto morendo. Ho rivissuto nella mia mente ogni attimo di cui ho memoria per capire quali sono state le scelte sbagliate che mi hanno portato a questo istante. Sono certa che ci sia stato un evento scatenante, un qualche effetto farfalla che mi ha portata nella corsia di un supermercato a intraprendere una rissa con una vecchietta.

In realtà, l'evento di oggi si può ricollegare a quasi un anno fa, quando Julie ha mandato me e James a comprare un tacchino due giorni prima di Natale. Ricordo che ne era rimasto solo uno, che ero riuscita a prendere, ma che una vecchietta mi aveva fregato. Nonostante l'incredulità, io avevo lottato per riavere quel pennuto, ma quell'anziana aveva avuto la meglio.

Oggi è il diciassette dicembre dell'anno successivo, manca ancora una settimana a Natale e nei supermercati ci sono ancora abbastanza tacchini. Ma ormai è stato appurato che i Lester vantano - si fa per dire - un segreto di famiglia tramandato di generazione in generazione dall'inizio dei tempi: la sfiga persecutrice. Ed è proprio Lei che mi ha rimesso quella vecchietta sulla mia strada. Nel momento in cui ho posato le mani sulla confezione contenente il tacchino, altre due mani rugose le hanno affiancate. E nell'istante in cui mi sono girata, l'ho riconosciuta: la vecchia dell'anno scorso, che a quanto pare vuole fregarmi ancora. Sono sicura abbia ben chiaro chi sono, ed è per questo che ha puntato il mio tacchino.

Ora, una persona ragionevole lascerebbe cadere la questione e comprerebbe un'altra confezione. Ma non io. Non sono mai stata ragionevole e oggi non è proprio la giornata giusta per iniziare a esserlo.

E visto che la vita è fatta di sfide, ho deciso che non mollerò il tacchino per nessuna ragione al mondo. Nonostante la vecchia mi stia mordendo una mano. Di nuovo. E di nuovo passerò  Natale con il segno dei suoi denti.
Beh, della sua dentiera, probabilmente.

«Può mordere quanto vuole, ma io non mollo la presa!» Tiro la confezione verso di me, ma l'anziana signora fa la stessa cosa, e torniamo al punto di partenza.

Il mio ragazzo prova a calmare gli animi. Solo a parole, però, perché ha paura di avvicinarsi. «Brianna, ci sono altre confezioni, forse dovresti-»

«Non ora, James! Questa è una questione di principio.» Mantengo lo sguardo sul mio nemico.

«Perché non ti prendi un altro tacchino, ragazzina?»

«Perché non lo prende lei? Questo l'ho scelto prima io» ribatto.

«Ma questo verrà a casa con me! Come l'altro.» La vecchia fa un sorriso maligno.

Almeno finché parla non può tornare a mordere.

Nel frattempo alcune persone si sono radunate intorno a noi, incredule per la scena a cui stanno assistendo.

James ormai si è arreso e ha iniziato a riprendere tutto.

«Senta un po', vecchietta, l'anno scorso abbiamo dovuto mangiare pollo perché lei mi ha fregato l'ultimo tacchino rimasto disponibile in tutta la città. Quindi non l'avrà vinta.» Se potessi, mi disegnerei delle strisce sulle guance in segno di battaglia.

L'anziana smette di tirare la confezione. «Mi dispiace.»

«Davvero?» La guardo, diffidente.

«No!» Recupera il suo bastone, che aveva appoggiato alla parete, e lo usa per farmi lo sgambetto e farmi finire a terra.

Una volta mollata la presa sul tacchino, la signora inizia a correre, credo verso le casse, lasciando a terra il suo bastone.

Spalanco la bocca, scioccata, e mi giro a guardarla. «Crede di aver vinto?» urlo. Poi mi rialzo in piedi. «Col cavolo!»
Attuo il mio piano B: prima avevo notato che poco distante da noi c'era la porta del magazzino, ed è proprio lì che mi fiondo. Apro la porta, e la vecchietta cade a terra.

Alzo un braccio al cielo, vittoriosa. «Per una volta la maledizione mi è utile!»

Mi dirigo velocemente dalla vecchietta e recupero il tacchino. «Le avevo detto che non l'avrebbe avuta vinta.» Detto questo, inizio a correre come non ho mai fatto in tutta la mia vita. «James, ci vediamo alla cassa! Tu trattiene la nonnina!»

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