𝗕𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝘂𝗹𝘁𝗿𝗮𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝗻𝗮

𝟏𝟎 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞

𝐉𝐚𝐦𝐞𝐬

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Mi stropiccio gli occhi, sentendoli bruciare. Ho passato le ultime ore al computer per lavoro, e l'unica cosa che vorrei fare ora è risalassarmi con Brianna. Spengo il portatile e lo chiudo, lasciandolo sulla scrivania nello studio. Scendo le scale e vado in salotto, dove ho visto l'ultima volta la mia ragazza. Quando entro nella stanza, c'è solo silenzio. Allungo il collo e lancio uno sguardo alla cucina, ma è vuota. Aggrotto le sopracciglia, confuso, e mi passo una mano tra i capelli per spostare le ciocche davanti agli occhi. «Brianna?» Aspetto un paio di secondi, ma nessuna risposta. Aggiro il divano, e finalmente capisco perché c'è tutta questa tranquillità in casa.
E per una volta non preannuncia nessun disastro.
B

rianna è sdraiata sul divano, addormentata. Ha un'espressione così tranquilla che mi preoccupo. Mi avvicino a lei e le metto due dita sul collo per vedere se è ancora viva, e quando sento pulsare, lascio un sospiro di sollievo. Non mi sento mai tranquillo quando lei è tranquilla. Prendo la coperta, piegata sul bracciolo del divano ad angolo, e la stendo su Brianna. Mi siedo sul tavolino davanti al divano, e ammiro la mia ragazza. I lunghi capelli chiari, praticamente bianchi, le incorniciano il viso. Una ciocca è davanti al volto, così gliela sposto delicatamente, cercando di non svegliarla. Sento la sua pelle fredda, così mi alzo e mi avvicino al camino per accenderlo. Sento un sospiro e la testa di Brianna sbuca dal bordo del divano.

«Che ore sono?» Si passa le mani sulla faccia per eliminare le ultime tracce di sonno.

«Sono da poco passate le cinque.»

«Hai finito di lavorare?» La mia ragazza si sistema meglio la coperta addosso.

Annuisco. La vedo rabbrividire, così allungo un braccio per invitarla a raggiungermi. «Vieni, ho acceso il camino.»

Brianna si alza, prende due cuscini e viene accanto a me. Posiziona le cose sul tappeto e si sdraia, invitandomi a fare lo stesso. Mi stendo e la avvolgo con un braccio, così da farle appoggiare la testa sul mio petto. Brianna ci copre entrambi con la coperta e restiamo così, abbracciati, a rilassarci.

Faccio scorrere una mano sulla sua schiena, mentre lei mi abbraccia all'altezza dello stomaco. «Sai» inizio, «dovremmo iniziare a pensare al menù di Natale e andare a fare la spesa.»

«Mancano ancora due settimane» brontola.

Inclino la testa verso il basso per guardare Brianna negli occhi. «L'anno scorso siamo andati a fare la spesa per mia madre il 23 dicembre. Ti sei già dimenticata di quando hai litigato con una vecchietta per l'ultimo tacchino del supermercato?»

La mia ragazza fa una smorfia. «Ho festeggiato il Natale con il segno della sua dentiera. Sarà anche stata vecchia, ma la forza per mordermi la mano, fregarsi il tacchino e correre via ce l'aveva.»

Rido, ricordando la scena. «Io e l'uomo che sistemava le cose negli scaffali eravamo sconvolti per ciò a cui avevamo appena assistito.»

«Voi eravate sconvolti? Io ho passato un mese a scappare da ogni persona anziana che vedevo per strada. Compreso mio nonno Carl, visto che porta la dentiera!»

Sento un brivido percorrerle il corpo. «Rabbrividisci pensando ai vecchi o perché hai freddo?»

«Sto congelando. Ma so come potremmo scaldarci.» Brianna si sposta e si siede a cavalcioni sui miei fianchi.

La ammiro dal basso. Sorrido e sposto le mie mani sulla sua vita. «E cosa avresti in mente?»

L'angolo destro della sua bocca si solleva verso l'alto. «Oh, niente di speciale...» Una delle sue mani, appoggiate sul mio petto, inizia a scorrere verso il basso, fino a raggiungere il bordo della mia maglia. «Solo un po' di attività fisica.»

Solleva la mia maglia, scoprendomi l'addome, e io alzo il busto per sfilarmela in fretta. Tolgo anche la sua e poi le avvolgo la vita con un braccio per invertire le posizioni. Mantengo un po' di distanza dal suo corpo facendo leva sugli avambracci, per evitare di pesarle. «Sai, Brianna, ogni tanto hai idee intelligenti.» Schiude le labbra per protestare, ma blocco subito ogni sua lamentela con un bacio. La mia lingua accarezza la sua, mentre sento le sue mani slacciare i miei pantaloni e abbassarmeli. Quando inizia a mancarci l'aria, le nostre labbra si separano con uno schiocco. Finisco di eliminare l'indumento e poi torno su di lei. Le lascio un bacio sulla guancia, poi sul collo, in mezzo ai seni, sulla pancia... La venero, come la dea che è. La guardo dal basso, ammirato, e innamorato. «Sei la creatura più bella che io abbia mai visto» mormoro.
Brianna distoglie lo sguardo dal mio, arrossendo.
Le lascio un ultimo bacio sul fianco sinistro, e poi le tolgo i pantaloni della tuta. Ripercorro il percorso fatto dai miei bacia a ritroso, e torno a baciare le sue labbra, non riuscendo ad aspettare oltre. Continuiamo a spogliarci, fino a quando non rimangono più barriere tra di noi.
Mi unisco a lei, mentre Brianna geme il mio nome.
I respiri si mescolano, le mani si intrecciano. L'unico altro rumore presente nella stanza oltre i nostri gemiti è lo scoppiettare del fuoco.
Per il resto del pomeriggio ci amiamo, come facciamo sempre, e come ho intenzione di fare per il resto della nostra vita.

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