Prologo

Soho, Londra
Libreria A.Z. FELLAND Co.
Gennaio 2020

Il telefono dell'ufficio personale di Aziraphale suonava da oramai due giorni. Si trattava di Crowley che cercava di mettersi in contatto con lui, non si vedevano da tre dì visto che entrambi erano impegnati ma il demone trovava sempre il tempo per telefonargli.

Stufo di aspettare che il suo migliore amico angelo gli rispondesse, chiamò l'auto con uno schiocco di dita e partì per cercarlo. La prima location, in cui gli venne in mente di controllare, fu il ST. James Park dove i due si incontravano di nascosto prima di sventare l'Armageddon. Niente! La loro panchina era vuota. Non era lì.

Il secondo posto in cui andò a dare un'occhiata fu la di lui libreria di tomi antichi e rari. Una volta giunto lì, ciò che vide non gli piacque per niente. La sedia dove soleva sedere di solito la figura angelica era capovolta e con essa sul pavimento sparsi vi erano alcuni fogli. Un cassetto dell'archivio era aperto e in disordine. Di certo un brutto segno visto che l'angelo era un pignolo di prima categoria e tutto quel disordine non era propriamente da lui.

"E se quelli di sopra hanno aspettato tutto questo tempo per tornare alla carica e punirlo per essere un mio amico e per aver sventato l'Armageddon? Pensò Crowley continuando a guardare quel disastro. "Io devo fare qualcosa per aiutarlo già una volta ho rischiato di perderlo. Siamo rimasti soli e siamo migliori amici, non posso non fare niente".

«Dove sei Azi?» Chiese a bassa voce come se si aspettasse una risposta da un momento all'altro.

Decise in quel momento di uscire dal negozio e di mettere a soqquadro l'intera città pur di trovarlo. Arrivò all'auto e diede un'ultima occhiata all'incrocio superiore. Scorse una figura che di fisionomia e vestiario gli ricordava molto colui che così insistentemente stava cercando. Ma ebbe dei dubbi in base alla postura e alla sciattaggine dei suoi movimenti. Indossava il suo completo elegante preferito formato da pantaloni classici e scarpe di pelle marroni e una camicia bianca con sopra un gilet daino e un cappotto beige, al collo portava il papillon a quadroni daino e beige ma era storto, i suoi ricci biondi erano spettinati. Camminava ricurvo su se stesso e i piedi si muovevano per forza d'inerzia, andando un po' dove volevano.

"Ma cosa succede? Che gli hanno fatto per ridurlo così? Sempre dritto, elegante, facilmente scambiabile con un aristocratico. L'importante è che sia qui". Pensò la creatura della tenebre mentre gli correva incontro. La sua premura si arrestò una volta stretto tra le braccia il corpo altrui.

La creatura celeste ebbe un sussulto perché preso alla sprovvista mentre era soprapensiero.

«Crowley, sei tu?» Chiese con un filo di voce e stupefatto da quell'abbraccio stretto, quasi asfissiante.

«Chi dovrebbe essere angelo? Aspettavi qualun altro forse?» Rispose allentando la stretta e guardandolo negli occhi.

«Certo che no ma entriamo per favore!» Affermò evitando il suo sguardo e facendogli segno di entrare nella libreria. Crowley annuì ed entrò tenendo l'altro a braccetto senza lasciarlo come se avesse paura che potesse scomparirgli dalla vista.

"Evita il mio sguardo. Dunque sono io il problema? Ma sono sicuro di non aver fatto niente contro di lui o i suoi principi. Perché ha voluto entrare? Non vorrà dirmi di nuovo che non vuol essere più mio amico? Se è così allora che mi procuri di nuovo l'acqua santa. Non riesco proprio a vedermi senza di lui". Pensò avvilito il demone mentre guardava l'altro evitare le sue iridi.

«Noi due siamo amici vero?» Chiese improvvisamente l'ex rappresentante dei cieli.

«Finalmente ce l'hai fatta a dirlo! Certo che lo sssiamo e nemmeno ti rendi conto dell'inferno che mi hai fatto passare in questi tre giorni compressso ora che mi stai evitando! Voglio vedere i tuoi occhi blu guardare i miei come hai sssempre fatto!» Rispose l'ex rappresentante degli inferi sibilando, prendendolo per il bavero del cappotto e sbattendolo piano contro il muro.
«Almeno puoi dirmi che cosssa ti è capitato per ridurti in questo ssstato?»

Il respiro di Aziraphale divenne affannoso e pesante, cercò di voltare la faccia dall'altro lato ma senza riuscirci, strinse le palpebre in un espressione disperata, alcune lacrime gli rigarono il viso.
«Ti prego lasciami!» Lo implorò con voce rotta.

Crowley si spaventò per la reazione dell'angelo e lo lasciò ma invece di allontanarsi gli asciugò le lacrime e con dolcezza gli chiese scusa.
«Apri gli occhi e guardami!» Gli ordinò poco dopo con dolcezza.

Le sue iridi blu con venature verdi si aprirono piano e presero a fissare gli occhi serpentini a pupilla verticale dell'altro, le sue guance arrossirono, ormai non poteva più nascondere ciò che era evidente. Aveva finalmente ammesso la loro amicizia dopo sei mila anni, se gli avesse comunicato il suo amore come sarebbe finita? Lo avrebbe respinto minando anche la loro amicizia o avrebbe ricambiato il suo amore? Decise di starsene zitto e di contemplare la sua bellezza ma per quanto tempo avrebbe resistito a quel silenzio straziante tenendosi tutto dentro?

«Amico mio, credevo di averti perssso di nuovo, sssono stato malissimo, dimmi cosa sssuccede!» Chiese guardandolo negli occhi per poi posare la testa sulla sua spalla.

«Ho paura a dirtelo, non voglio che questa cosa rovini la nostra amicizia!» Gli rivelò l'angelo con voce rotta.

«Cosssa puoi aver fatto per avere questa asssurda paura? Tu sssei la persona più dolce che abbia mai conosssciuto è difficile ssstaccarsssi da te, mio caro angelo».

«Io... Credo...»

Il demone approfittando del suo tentennare, schiacciò le sue labbra su quelle dell'angelo in un casto bacio. La figura angelica sentì il suo cuore andare a mille come a voler sfondare la cassa toracica e fuoriuscire. Sentì come un fuoco ribollirgli dentro, la passione cresceva in lui ogni istante che passava. Finché non si staccò di qualche centimetro dall'altro e si portò una mano al petto per farlo rallentare.

«Mi sbaglio o questo era un bacio Cro...» Venne interrotto Aziraphale da un dito dell'altro posato piano sulle labbra e subito dopo un secondo bacio più passionale del primo.

«È questo che ti spaventa tanto? Il fatto che tra noi non ci sia più una semplice amicizia ma che siamo innamorati l'uno dall'altro?» Chiese Crowley prendendogli il viso tra le mani.

«Avevo paura che tu non ricambiassi e che la nostra amicizia fosse finita se ti avessi detto che ti amo!»

«Come hai potuto pensarlo? Io ti amo Azi e ti prometto di farlo per l'eternità e che nessuno si avvicinerà mai a te per farti del male! Ti proteggerò per sempre da tutte le cattiverie del mondo!»

Dopo queste parole Aziraphale finalmente si lasciò andare al sentimento che provava, abbracciò Crowley e lo baciò con passione ancora e ancora.

«Ti amo mio caro demone!»

«Ti amo mio caro angelo!»

Un mese dopo

Crowley entrò nella libreria come tutti i giorni e dopo aver constatato che era solo, baciò Aziraphale, il quale ricambiò con uno strano sorriso sulle labbra. Dopo le loro effusioni, l'angelo invitò il demone a sedersi dopodiché lo fece anche lui di fronte all'altro con un sorrisino imbarazzato.

Che cos'ha il mio angelo, sembra così agitato, non ci avrà ripensato? Se vuole dirmi che non vuole più vedermi non so proprio come potrei reagire.
I pensieri di Crowley furono interrotti dalle mani calde di Aziraphale che afferrarono le sue.

«Amore, non interrompermi, spero che anche tu vuoi lo stesso. Abbiamo ammesso il nostro amore e ti chiedo scusa per averci messo tanto a capirlo. Ho paura della tua risposta, ma se non te lo chiedo non la saprò mai... Crowley, vuoi... essere mio marito?»

«Ma certo tesoro! Io pensavo volessi lasciarmi.»

«Perché avrei dovuto farlo? Sei così dolce e gentile con me. Ti amo troppo per lasciarmi scappare un bocconcino come te!»

«Ok ora basta, vacci piano con certe parole. Non sono per me.» Disse Crowley tirandolo a sé e baciandolo.

«Ti va bene se lo facciamo oggi stesso?»

Crowley annuì e prese il cellulare componendo il numero di Newton Pulsifer. Gli chiese se volesse fargli da testimone e lui rispose subitodi sì. Aziraphale chiamò Anathema Device e le chiese la stessa cosa ricevendo la medesima risposta. Mancava solo un funzionario religioso. A chi poteva chiedere? Il Vescovo John Keenan potrebbe essere disponibile.

Pensa l'angelo componendo il numero e dopo i soliti convenevoli, gli chiese se fosse disponibile a sposarli in giornata.

«Sarò lì nel pomeriggio, alle 16:00 ho un incontro Vescovile e alle 17:20 sarò da voi per celebrare le vostre nozze!»

Non ci posso credere, sposerò Crowley. Non vedo l'ora. Seimila anni ad aspettarmi il mio demone. È stato molto paziente e poi si arrabbia quando dico che è un brav'uomo. Pensò e si avvicinò a lui baciandolo.

Finalmente arrivarono i testimoni e il Vescovo e i nostri due innamorati si ritrovarono felicemente sposati.

Salve a tutti, ecco il Prologo di questa nuova storia.

Spero vi piaccia!

Cosa ne pensate della coppia Aziraphale-Crowley?

Li preferite amici o amanti?

Se avete domande, appunti o commenti da fare, vi aspetto nei commenti sotto la storia.

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