L'incontro


La vita di un cacciatore non è esattamente facile, anzi non lo è per niente. Immaginate di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, e in effetti potrebbe esserlo. La cosa si complica ulteriormente se le creature che cacci sono demoni, spiriti maligni e tutte le creature mostruose che potresti mai immaginare. Però d'altronde per Zac era la normalità. Guidare per l'America con un arsenale completo sotto i sedili della sua auto, per andare a caccia di essere maligni. Semplice routine. Un punto da sottolineare era che faceva tutto il suo lavoro da solo, completamente da solo. E non ci teneva per niente a cambiare la situazione, non che sarebbe successo. D'altronde evitava il più possibile ogni contatto umano, salvo per quando c'era il bisogno di interrogare alcuni testimoni.

Stava lavorando su un solito e normale caso. Uno spirito era impazzito, aveva ucciso un bel po' di persone e lui doveva esorcizzarlo. Tutto perfettamente abituale. Almeno finché non arrivò lui.  Lo vide da lontano, mentre parlava amabilmente col padre della ragazza morta, Lilith. Non lo stava consolando, non era un giornalista, benché meno uno della polizia. Da cosa lo capiva? Il tatuaggio sul collo, lo scheletro di un animale con le corna, due fiori ai lati interni, delle foglie pendenti e sopratutto un occhio, tra le due corna. Il simbolo dei cacciatori. Buttò gli occhi al cielo quando se ne accorse. Sul serio? Tra tutte le città possibili un altro cacciatore doveva prendere in carico proprio il suo caso?

Decise che non sarebbe diventato assolutamente un problema. Era lì da più tempo, aveva più informazioni era ovvio che sarebbe arrivato prima alla conclusione. Di fatto, quella stessa notte si sarebbe recato alla tomba dello spirito. Lo aveva identificato, o meglio, identificata. Non era altro che una semplice bambina morta in modo leggermente  violento. Non ci sarebbe stato alcun problema. Ma nonostante continuasse a ripeterselo, un brivido gli corse sù per la spina dorsale.  Era solo freddo! Si disse. Eppure c'erano quindici gradi. Ritornò alla camera d'albergo che aveva preso. Ricontrollò un po' il giornale locale, guardò le notizia alla televisione...insomma, si tenne occupato.

Finalmente arrivò la notte, il momento più atteso da ogni cacciatore. Uscì di soppiatto dalla finestra, tenendo saldamente il proprio borsone. Camminò nel fresco oscuro delle ore notturne. Non v'era nessuno per le strade ed era decisamente meglio in quel modo. Quando arrivò davanti alle sbarre del cimitero, scavalcò con agilità l'inferriata.  Nel momento in cui si trovò all'interno, però avvertì  subito una brutta sensazione. Il presagio di qualcosa che non andava nel verso giusto. "Stupido autocondizionamento..." Ringhiò tra i denti stretti. Perché non era nient'altro che quello, giusto?

Si avvicinò alla tomba dello spirito in puro silenzio, proprio come piaceva a lui. Quando iniziò a dissotterrare le ossa per bruciarle, gli parve di vedere una figura con la coda dell'occhio. Solo stanchezza, ovviamente. Continuò a scavare ed infine ruppe la bara con la vanga. Da quanto tempo non si faceva una bella dormita come si deve?   Sentì il suo odore prima di vederla arrivare. Una ventata di zolfo gli piombò in viso, facendolo tossire violentemente. Era davanti a lui, con il vestito bianco ricoperto di sangue di quando era morta. Stava per ucciderlo, lo sapeva. Uno tra i più giovani e bravi cacciatori dell'America sarebbe davvero morto in un modo così banale? Neanche per scherzo.  

Una grande secchiata d'acqua investì lo spirito, e dalle urla emesse, doveva essere acqua santa. "Muoviti a bruciare le ossa!" Gridò il suo salvatore e nonostante non gli piacesse affatto che gli venissero impartiti ordini, acconsentì. Rivestì i resti della ex-bambina dolce e gentile di benzina e poi accese un fiammifero, dandogli finalmente fuoco. Guardò la nube oscura levarsi dalla fossa per raggiungere il cielo con un ghigno. Non era stato niente di troppo complicato. Emise un sospiro, rilassando le spalle. "Piacere, Alex!" si girò di scatto. Si  era completamente dimenticato di lui. "Però penso che tu mi conosca già, dato che oggi mi osservavi! in realtà non pensavo fossi un cacciatore, sai? Pensavo più semplicemente a un qualcuno di molto sospetto. È grazie a questo che ti ho seguito, e credo di aver fatto bene, oppure ora saresti anche tu uno spirito...Ma come ti chiami? Te l'ho già chiesto? Quindi?"

Zac lo osservò per qualche secondo. Non era alto come sembrava da lontano, gli arrivava a malapena al naso. Aveva i capelli neri scompigliati a più non posso, alcuni buchi alle orecchie ed un sorriso decisamente troppo infantile.  Decise che lo avrebbe odiato. "Se tu la smettessi di parlare anche solo per un secondo, riuscirei a dirtelo! Sono Zac." Sbottò con rabbia all'improvviso. "Ohhh...Che bel nome! Dove stai andando ora, Zac?" Camminò velocemente, dandogli le spalle. "Il più possibile lontano da te."  Vide che Alex lo iniziò a seguire, ma lo ignorò: non sarebbe potuto andare avanti per molto, prima o poi si sarebbe pur stancato...giusto? 

Era passata un ora...una dannatissima ora! E no, Alex non si era per niente annoiato di dargli fastidio. "Senti, cosa vuoi da me?" Era sul punto di una vera e propria crisi di nervi, non credeva di riuscire a reggere ancora per molto. Di solito era una persona abbastanza calma, ma cavolo, il ragazzino era proprio bravo a farti saltare i nervi.  "Risolvere dei casi insieme."   Avete presente il momento quando pur non avendo niente con cui strozzarvi, ci riuscite?  "Facciamo un patto, se l'idea di stare con me ti disgusta così tanto." Non usò un tono d'accusa e non sembrava neanche  offeso. Semplicemente esponeva un dato di fatto, come se la cosa non lo toccasse minimamente.

"Non faccio patti." Rispose risoluto. Sul serio, è da sempre tra le prime regole dei cacciatori! Come poteva non saperlo?  O era semplicemente ignorante, oppure non aveva la minima decenza di rispettare regole scritte da millenni. Entrambi i casi risultavano a Zac ugualmente irritanti. "Oh, andiamo! Non si fanno patti con spiriti demoni o qualsiasi entità maligna, ma come vedi sono umano al cento per cento! Cosa potrei mai farti?" Zac non era ancora convinto, non ci teneva assolutamente ad essere legato in alcun modo a quel tizio. O almeno la pensava così, finché Alex non aggiunse un importante particolare. "E se non lo fai ti seguirò fino alla fine dei tuoi giorni" Stranamente da quel momento in poi, Zac fu molto propenso a stipulare un patto.

"Quindi, fammi capire. Risolviamo tre casi insieme, poi tu te ne vai e non ti incontrerò più?" "Non potrebbe essere più chiaro di così." Fuori era scoppiato un terribile temporale, cosa che dava alla situazione un aria ancor più tetra, non che ce ne fosse bisogno. "Perché ci tieni così tanto? Non vorrai mica che io creda che il nostro incontro sia stato solo una caso." Vide che Alex si mosse a disagio sullo sgabello. Riusciva a toccare terra solo con la punta delle scarpe. "È da poco che caccio da solo e visto che dicono tutti che tu sia  bravo, ecco...ho bisogno di un sostegno. Solo di un po' di tempo per abituarmi."


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