Epilogo.
Sono le sei del pomeriggio e fuori sembra già notte.
Il sole è andato via circa un'ora fa ed è previsto un forte temporale tra poco.
Io vago tra i reparti del supermercato e spingo il mio carrello con poca voglia, infilandoci dentro tutto quello che mi ispira per colore o forma.
Ho passato le vacanze natalizie a casa di mio padre e ho festeggiato Capodanno alle Hawaii insieme ad una mia cugina che non sentivo da un po'.
Avrei dovuto passarlo con Josh, ma è in carcere, per cui va bene Stacy, la cuginetta di New York.
Pensavo che cambiare un po' aria mi avrebbe aiutata a ritrovare me stessa, ma mi sbagliavo.
La mia testa, il mio cuore e i miei occhi reclamano Matthew Jackson.
Non lo vedo da due mesi, non lo sento da due mesi, desidero incontrarlo da due mesi.
Ma lui non lo sa.
E non lo saprà mai.
Mi passerà.
Mi ha fatto del male, la ferita brucia ancora, ma mi passerà.
Anche se mi sento solo una completa idiota perché mi sono fidata di lui fin dall'inizio.
Mia madre lo diceva sempre che non dovevo mai fidarmi di nessuno.
Aveva ragione.
Sto infilando un pacco di patatine nel carrello quando qualcuno pronuncia il mio nome e mi fa tornare alla realtà.
«Samantha?», Drake sorride e vedo i suoi occhi verdi illuminarsi.
Oh, no.
Mi mancava pure lui.
Da quando hanno arrestato Josh non si è fatto più vedere e gliene sono grata.
«Drake, ciao»
«Come stai?», si ferma accanto a me, i nostri carrelli si toccano.
«Bene, grazie, tu?»
«Bene, Sam, senti... Mi dispiace tanto per quello che ti ha fatto Josh»
«Tu non lo sapevi?», la mia voce sfugge al mio controllo e lui sgrana gli occhi, «Cosa? No! Ti avrei avvisata. Sono ancora scioccato per questo fatto. Il mio migliore amico era una persona orribile e non mi sono reso conto di niente».
Beh.
Benvenuto nel club.
Anche la mia migliore amica era una persona orribile e non mi sono accorta di niente.
Mi sforzo di fargli un sorriso, «Va bene, Drake, ti credo».
Allunga il braccio e accarezza la mia guancia, «Sei forte, Sam», quasi sussurra e mi ritrovo ad annuire senza dire una parola.
Sono forte, ma basterà?
Il rumore di vetro che si frantuma ci fa sobbalzare entrambi e ci giriamo di scatto ad osservare una bottiglia di latte distrutta sul pavimento.
Alzo lo sguardo lentamente ed è come ricevere un pugno nello stomaco quando i miei occhi annegano in quelli neri di Matthew Jackson.
Morde il suo labbro e mi fissa, immobile e senza fiatare. La sua mascella si contrae e i suoi occhi diventano lucidi.
Abbasso immediatamente lo sguardo e mi schiarisco la voce prima di girare i tacchi e allontanarmi insieme al mio stupido carrello.
Drake mi segue e cerco di trattenere le lacrime il più possibile.
Dannazione.
Perché sto tremando?
«Sam, va tutto bene?»
«Sí, è tutto okay, adesso devo proprio andare», la mia voce trema e il modo in cui mi guarda mi fa capire che non sono riuscita a nascondere il mio malumore.
Però decide di farsi gli affari suoi e mi lascia libera di andare a pagare, «Se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi», dice solo questo, quindi torna alla sua spesa.
Sistemo i prodotti sul nastro trasportatore della cassa e fisso la cassiera intensamente, convinta di riuscire metterle ansia.
Sbrigati.
Sbrigati.
Sbrigati.
Tiro fuori il mio portafogli e sospiro.
Mio Dio, questa sembra un bradipo in letargo.
«Samantha», strozzo un urlo e chiudo gli occhi mentre inspiro quel profumo speziato che tanto amo.
Con la coda dell'occhio riesco a vedere la mano di Matthew che sistema i prodotti che ha preso subito dopo la mia spesa.
«Samantha», ripete il mio nome a bassa voce e adesso anche il bradipo davanti a me mi fissa con un sopracciglio inarcato.
«Che cazzo guardi? Fa il tuo lavoro», mi stupisco nel sentire quello che ho appena detto.
Sono stata sgarbata con una povera cassiera e tutto questo perché la presenza di questo ragazzo mi manda in tilt.
Mordo il mio labbro e mi concedo un respiro profondo, «Scusa», bisbiglio, «Non volevo».
Che figura di merda.
Lei schiocca la lingua sotto il palato e mi dice quanti soldi le devo.
Pago in fretta e metto tutto nelle buste cercando di fare il prima possibile per fuggire, ma Matthew sembra fare lo stesso ed è una corsa contro il tempo che, fortunatamente, vinco io.
Afferro le buste ed esco da quel supermercato velocemente, ma una folata di vento riesce a far svolazzare i miei capelli che coprono i miei occhi.
Non vedo niente.
Cavolo.
«Samantha», adesso pronuncia il mio nome ad alta voce e lascio cadere quelle fottute buste a terra.
Come una balla di fieno, un barattolo di burro di arachidi rotola nello spazio che ci divide.
Sistemo i miei capelli dietro l'orecchio e aspetto che dica qualcosa, ma non una parola viene fuori dalle sue labbra.
Allora parlo io.
«Che c'è?», urlo e allargo le braccia, la sciarpa che indosso sbatte contro il mio viso e comincio a capire che la mia pazienza sta arrivando al limite.
Avrò una crisi isterica a breve, lo sento.
«Mi manchi», dice, «Mi manchi da morire».
E adesso i miei occhi si riempiono di lacrime.
Mi manchi anche tu.
Come l'aria.
Come l'acqua quando hai sete.
Ho sete di te, Matthew, muoio di sete.
Non lo dico.
Mi abbasso per raccogliere la spesa e le mie mani tremano, quindi la situazione non migliora quando anche lui si abbassa per aiutarmi.
Evito di guardarlo, ma sento i suoi occhi neri addosso e so che mi sta fissando con quella sua espressione da cane bastonato.
«Sto male, Samantha, giuro che sto soffrendo proprio come io volevo far soffrire te. Forse anche peggio, non lo so, ma fa male».
Le nostre mani si incontrano quando afferriamo lo stesso prodotto e lo lascio in fretta, come scottata dal suo tocco.
Rimango in silenzio fino a quando tutta la spesa non è nei sacchetti, infilo il tutto nel cofano e lo chiudo con forza.
Matthew non si arrende nonostante io stia continuando ad ignorarlo, «Parlami», implora, «Ti prego, dì qualcosa».
Ti amo.
Stringo i pugni ed entro in macchina, «Lasciami in pace», riesco a dire solo questo prima di mettere in moto, ma non penso lo abbia sentito.
Non farlo.
Non andare.
Respiro profondamente e sgrano gli occhi quando si infila dentro la mia macchina, sbattendo lo sportello con forza.
Adesso afferra il mio viso e mi costringe a guardarlo in faccia.
Una lacrima riga la sua guancia e il suo pomo d'Adamo continua a fare su e giù.
«Non essere orgogliosa, cazzo. Smettila. Ti fai del male, non lo vedi? Stai male. E prima che tu apra quella dannata bocca per dirmi che stai una meraviglia lascia che io ti dica che ce l'hai scritto in faccia che stai di merda. Proprio come me», inumidisce le sue labbra e poi continua, «Scusa, cazzo. Scusa. Sono stato un coglione, sono un fottuto coglione, ma basta, ti prego. Ricominciamo».
Cala il silenzio e la mia vista si offusca.
Ho bisogno di un suo abbraccio, ho bisogno di ricominciare.
Non riesco più a trattenere le mie lacrime e questa volta scoppio a piangere, lui si affretta a stringermi e poggio la mia testa sul suo petto.
Lascia un bacio tra i miei capelli, il suo cuore sembra voler esplodere.
«Ssh», bisbiglia, «Scusa, principessa, scusa. Ti amo».
Mi lascio cullare tra le sue braccia e cerco di calmarmi.
Per una volta voglio mettere da parte l'orgoglio tipico dei Jersey.
Per una volta voglio perdonare per essere felice.
Voglio rischiare anche se ho paura di bruciarmi ancora.
Voglio credere che questo ragazzo sarà sincero.
«Ti amo», rispondo a bassa voce, però lui mi sente e afferra la mia testa tra le sue mani per stamparmi un bacio sulle labbra già bagnate dalle mie lacrime.
Rimaniamo fermi lì, abbracciati nel parcheggio di un supermercato.
E comincio a sentirmi già meglio.
Tiro su col naso quando il suo cellulare squilla e si allontana un attimo per rispondere.
Parla davanti a me e capisco che è Charlie dall'altro lato del telefono.
Quando lo rimette in tasca scrolla le spalle e torna a stringermi, «Era Charlie», mi spiega lui immediatamente, «È in un centro per la disintossicazione», mi dice, «Ed io sto cercando di trovargli un appartamento in California per quando starà meglio»
«Aprirà il suo ristorante?»
«Lo spero», risponde e bacia la mia guancia, poi sorride e mi stringe con più intensità.
Riesce a farmi stare male e a farmi stare bene come nessun altro.
È una lama a doppio taglio.
E capisco che, forse, è questo l'amore.
Fidarsi di una persona sapendo che può distruggerti da un momento all'altro, sperando che non lo faccia.
Questa sera decido di affidarmi a lui.
Di mettergli il mio cuore tra le mani, sperando che non lo faccia a pezzi.
Mi fido di lui? Forse sì, forse no.
Di tutto quello che ha scritto non ho chiesto niente a mio padre.
Probabilmente perché temo sia vero.
O perché temo sia falso.
Qual è la verità?
La sua? Quella di mio padre? Quella di Loreinne?
Ma, in fondo, voglio sapere?
E quante sono le verità?
Osservo gli occhi neri di Matthew e mi lascio sfuggire un sorriso.
Conosco la mia di verità.
I suoi occhi mi mettono i brividi e le sue braccia mi fanno sentire a casa.
Solo questa è la verità.
E va bene così.
Ti amo, Matthew Jackson.
HI GUYS!
Ci siamo, ecco a voi la fine di questa storia.
È difficile per me separarmi da questi personaggi, ma ce l'ho fatta.
Mi sa che soffrirò un poco, ma va bene 😂
Spero che l'epilogo vi sia piaciuto, davvero. L'ho scritto tra una pausa studio e l'altra e mi scuso se ci sono errori.
Ho deciso di lasciarvi con il dubbio e non sapremo mai se Matthew ha mentito o meno.
Siete libere di credere ciò che volete e spero non mi odiate per questo.
Volevo lasciarvi un po' di amaro in bocca, perdono.
Vi confesso una cosa: da quando ho iniziato a scrivere questa storia, fin dal primo capitolo, non avevo idea di che cosa scrivere.
Non conoscevo la trama, non conoscevo niente 😂😂
È nato tutto così, quasi per caso.
Confesso che volevo fare suicidare Matthew alla fine in un modo o nell'altro e Loreinne non doveva esistere, ma poi ho deciso di no ahaha amo Matthew, avrei sofferto troppo.
Beh, fatemi sapere cosa ne pensate.
E spero che questa storia vi abbia tenuto compagnia e con il fiato sospeso almeno un po'.
Vi ricordo che sto scrivendo altre due storie, Soldier e Io sono di pietra che trovate sul mio profilo.
La protagonista di Soldier è Cinthia Stewart e tengo in modo particolare a questa storia, quindi spero di trovarvi anche lì.
Ringrazio in modo particolare Andreea-Michela
Bobtheminion68
wrjtingaf
Per avermi sostenuta capitolo dopo capitolo in modo particolare con i loro commenti e i loro pareri.
Ovviamente ringrazio tutte voi con tutto il cuore.
Avete commentato e votato e mi avete sostenuta fin dal primo capitolo.
Grazie a voi la storia è sempre rimasta in tendenza, quindi davvero mille volte grazie.
Un bacio.
Vi lascio con la copertina di Soldier.
Ci vediamo lì.
❤️
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