9. Buonanotte, principessa.
Puntuale come sempre, vi lascio al capitolo.
Ci vediamo alla fine.
Buona lettura ❤️
Ps. Come sempre, occhio ai dettagli.
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«Hai davvero una bella casa, principessa», Matthew si guarda intorno, i suoi occhi si spostano dal grande divano in pelle nero alle tende bianche per poi arrivare al piccolo tavolino in vetro posizionato al centro della stanza.
«Grazie, vado a prenderti qualcosa per asciugarti», mi schiarisco la voce e mi fiondo in bagno.
Sospiro sonoramente quando rimango sola e mi mordo il labbro così forte che riesco a sentire il sapore metallico del mio stesso sangue.
Ma che diavolo mi prende?
Perché sono così nervosa?
Butto fuori dalle labbra tutta l'aria che ho nei polmoni e afferro un accappatoio pulito.
Quando torno in salotto lui è dove l'ho lasciato, in piedi a torso nudo e lo sguardo furbo.
Mi ringrazia per l'accappatoio e lo indossa, strofinando la stoffa soffice sulle sue braccia muscolose. Lo allaccia formando un nodo all'altezza del bacino per poi passarsi nervosamente una mano tra i capelli ancora bagnati.
«Siediti pure», indico il divano e ordino mentalmente a me stessa di darmi una calmata, «Io vado a mettermi qualcosa».
A questa affermazione i suoi occhi scuri percorrono ogni centimetro del mio corpo con estrema lentezza, poi sorride, «Aspetto qui».
Ci mancherebbe.
Certo che aspetti lì.
Immobile.
Con mani tremanti indosso il mio pigiama di seta beige, tolgo dal mio viso il trucco ormai sbavato e osservo il mio riflesso allo specchio.
I miei boccoli neri sono bagnati sulle punte, gli occhi verdi sono contornati da occhiaie e le mie labbra sono quasi viola a causa del freddo che ho provato per tutta la sera.
Vado in cucina e metto a bollire l'acqua per un tè prima di tornare dal fotografo.
Appena entro nel suo campo visivo mi regala un'approfondita radiografia.
«Che sei bella te l'ho già detto altre volte», sentenzia, la sua espressione è maledettamente seria, «Sei una visione».
«Sei fidanzato», ribatto, allora lui scoppia a ridere.
La sua risata è forte e sensuale.
«E allora?», i suoi occhi neri brillano, «Sfiderei qualsiasi uomo a rimanere lucido in questo momento al posto mio»
«Rimanere lucido?», mi siedo su una poltrona davanti a lui, ma distante quanto basta.
Si sporge in avanti e arriccia le labbra, «Nessun uomo e, ripeto, nessuno riuscirebbe a rimanere impassibile davanti a questa situazione», si schiarisce la voce, «Siamo soli in casa mentre fuori c'è il diluvio universale e tu indossi solo un pigiama di seta. Nessuno potrebbe sentirci, sai? Nessuno si accorgerebbe di qualcosa», mi fa l'occhiolino ed io lo fisso, sconvolta.
«Mi-mi prendi in giro?».
Ride ancora e scuote la testa, «Sta tranquilla, principessa. Mi piace scandalizzarti».
Decido di non rispondere, dunque vado in cucina a spegnere il fuoco.
Che idiota.
Verso il tè in due tazze e torno a sedermi sulla poltrona, Matthew prende tra le mani la sua tazza e le nostre dita si sfiorano per qualche istante.
È come prendere la scossa.
«Grazie», sussurra, dunque cala il silenzio.
Mi osserva mentre beve ed io mi guardo intorno, fingendo di non sentire i suoi occhi trapassarmi anche l'anima.
«Da quanto tempo sei fidanzata?»
«Due anni», la mia risposta sembra lasciarlo di stucco.
«Due anni?»
«Due anni», ripeto, «Tu invece?».
Sbatte le palpebre più volte, diventa serio improvvisamente, «Sei».
Il tè mi va di traverso e sputacchio un po', «Sei anni?», non capisco perché mi sto sconvolgendo così tanto.
«Sei anni», deglutisce e appoggia la tazza sul tavolino in vetro.
«Sono tanti», commento.
«Già», sbadiglia e si passa la mano sugli occhi, l'argomento "fidanzata" finisce lì.
Un tuono mi fa sobbalzare e Matthew ridacchia, indicandomi il posto vuoto sul divano accanto a lui, «Posso sapere perché te ne stai lì? Non mordo».
Me lo auguro.
«Non in questo contesto, almeno», aggiunge subito dopo a bassa voce. Ruoto gli occhi al cielo, prendo posto vicino a lui e accendo la tv.
«Guardiamo un film, ti va?».
Il dottore accenna un sorriso, «Certo», risponde in modo così gentile che per un attimo mi scordo di quanto sia antipatico il resto del tempo.
Scegliamo di guardare una commedia romantica che ci fa ridere più volte, la tensione che sentivo prima è quasi andata via.
Durante la pubblicità vado a prendere una coperta e la poggio sulle gambe di entrambi, dunque torniamo a guardare il film.
Matthew commenta le azioni dei personaggi e non mi fa capire la maggior parte delle battute.
«Vuoi smettere di parlare?», colpisco la sua spalla e rido.
Lui mi uccide con lo sguardo, ma il sorriso che ha sulle labbra lo tradisce, «Sono degli idioti», indica il maxischermo, «L'intero film è idiota»
«È divertente».
Scuote la testa e sospira, dunque si concentra sul film ed io decido di fare lo stesso.
Il rumore della pioggia in sottofondo mi rilassa e chiudo gli occhi per godermi il momento, ma il dottor Jackson lascia una gomitata sul mio fianco, «Dormi?»
«No», esce fuori come un ringhio, «Sto riposando gli occhi».
Lo sento sbuffare e apro un solo occhio per osservarlo, «Lo faccio anch'io per qualche istante», annuncia.
Sistema meglio la coperta sulle nostre gambe e chiude i suoi occhi, quindi torno al mio riposo.
A poco a poco, quella che doveva essere una pausa di qualche minuto, diventa una pausa di mezz'ora, poi mi addormento senza nemmeno accorgermene.
A svegliarmi è il suono di una chitarra elettrica che mi fa venire quasi un attacco cardiaco.
La tv è accesa e Matthew sta dormendo usando la mia gamba come cuscino.
Mi guardo confusa intorno e vedo che è il cellulare del dottore a provocare questo rumore infernale, sullo schermo lampeggia il nome di Cinthia Stewart.
Merda.
Come fa a dormire con questo chiasso?
Gli muovo il braccio e lo chiamo.
Niente.
Nessun segno di vita.
«Matthew, non vorrei metterti ansia, ma ti sta chiamando la tua ragazza e sono le quattro del mattino»
«Mh?», non apre nemmeno gli occhi, la sua espressione sembra quella di un bambino confuso.
Il cellulare smette di squillare per qualche istante, però riprende subito dopo.
«Ti chiama Cinthia», scandisco bene le parole e questa volta alza di poco la testa, afferra il cellulare e lo porta all'orecchio, «Pronto?», la sua voce esce fuori rauca e dalla sua espressione confusa sembra che non stia capendo un cazzo di quello che dice la sua ragazza.
«Respira», sussurra, «Va tutto bene. Respira».
La conversazione non è tra le più normali, insomma.
Il dottore chiude gli occhi e sbadiglia, «Stai bene, Maggiore Stewart, è tutto okay», il suo tono di voce è dolce, «Buona notte, a domani». Posa il cellulare sul tavolino e torna a sistemarsi sul divano, la sua testa si posiziona di nuovo sulla mia gamba come se niente fosse accaduto.
Come se non avesse appena avuto una conversazione strana.
«Fuori piove ancora», mormora.
«Lo sento. La tua raga-»
«Non una parola», il suo è più un ringhio che un semplice ordine.
Mi ammutolisco all'istante e decido di non chiedere altro.
Vado in direzione della finestra e osservo la pioggia che scende giù insistentemente, presumo che non smetterà di piovere per il resto della notte.
«Io vado a dormire in camera mia», annuncio, «Tu puoi restare a dormire qui, vado a prenderti un cuscino e un'altra coperta».
Il dottore si passa una mano sugli occhi e si mette a sedere, «Grazie, principessa».
Vado a prendere ciò che gli serve e ancora una volta le nostre dita si sfiorano quando mi toglie il cuscino dalle mani.
«Buonanotte», giro i tacchi per andare a letto, ma Matthew afferra il mio polso e mi tira di scatto verso di lui, quindi schiocca un bacio sulla mia guancia, «Buonanotte, principessa».
La mattina dopo il sole splende.
Dalla mia veranda riesco a vedere che il mare è ancora in tempesta, ma con la luce del mattino sembra ancora più bello.
Ho fatto una lunga doccia, sistemato i miei capelli in morbidi boccoli e ho deciso di indossare un vestitino bianco a fiori azzurri per andare a pranzo da mio padre.
Per il momento osservo il mare e cerco di non pensare al fatto che a pochi metri da me c'è un uomo che dorme sul mio divano.
Vado in cucina e assottiglio gli occhi mentre studio attentamente il tavolo.
Pancakes, caffè, biscotti, succo di arancia e toast sono sul tavolo.
Ho preparato la colazione solo per essere gentile.
Sono le dieci e mezzo del mattino, ma Matthew non vuole proprio svegliarsi.
Sto considerando l'idea di buttarlo giù dal divano con le mie stesse mani quando il suo profumo speziato arriva alle mie narici prepotentemente.
«Buongiorno», il dottore sbadiglia e si passa una mano tra i capelli scompigliati.
«Bu-buongiorno».
Smetti di balbettare, idiota.
Gli occhi di Matthew si posano prima su di me, poi sul tavolo, quindi sulle sue labbra si forma un tenero sorriso.
«Hai preparato la colazione, principessa?».
Annuisco e sorrido anch'io, «Accomodati».
Fa come gli dico e si morde il labbro, riesco a sentire il suo sguardo addosso mentre gli verso del caffè in una tazza.
«Cosa fai oggi?», addenta un toast e punta i suoi occhi scuri nei miei.
«Vado a pranzo da mio padre e nel pomeriggio vorrei uscire con Josh».
Annuisce, guarda l'orologio e si alza di scatto, finendo il suo toast in fretta, «Ti ringrazio davvero, ma adesso devo proprio andare»
«Oh, usciamo insieme, vado via anch'io».
Sistema al meglio la sua camicia stropicciata, io prendo la mia Louis Vuitton e lui afferra le chiavi della sua macchina.
«Hai addosso lo stipendio medio di un giovane avvocato», borbotta mentre mi tiene aperta la porta.
Ruoto gli occhi al cielo, «E allora?».
Scuote la testa e si lascia sfuggire una risata, «Niente, lascia stare».
«Samantha?».
Il sorriso di Matthew muore sulle sue labbra mentre io mi giro a vedere l'uomo che ha pronunciato il mio nome.
Mio padre mi fissa con un sopracciglio inarcato e un'espressione maledettamente seria.
I suoi occhi chiari si muovono in fretta da me a Matthew e viceversa.
Non è come sembra, papà.
Con due lunghi passi si avvicina a me e uccide con lo sguardo il dottore.
«Papà, ciao».
Non mi considera e si rivolge a Matthew, «Tu saresti?»
«Matthew».
Mio padre lo studia attentamente, «Il tuo nome completo, ragazzo, dimmi il tuo nome completo».
«Papà», lo chiamo, ma ovviamente non mi guarda nemmeno.
Lui ama Josh.
Starà sicuramente pensando che questo qui è il mio amante.
Sul viso di Matthew compare un sorriso malefico, un sorriso che non avevo mai visto prima d'ora, «Matthew Jackson, signore, mi chiamo Matthew Jackson»
«Sei il nipote di George Jackson?», gli occhi di mio padre si assottigliano e ancora una volta Matthew non riesce a trattenere un sorriso che mette i brividi, «Sono suo figlio».
Detto questo, mi fa un cenno con la mano e si dirige verso la macchina.
«Mi hai deluso», sussurra mio padre al mio orecchio, «Mi hai proprio deluso»
«Papà, fammi spiegare»
«Devi stare lontana da quel ragazzo», sbraita, «Hai capito? Devi stare lontana da lui»
«Per quale motivo? È un mio amico»
«Amico? Te lo dico io», ringhia, «Te lo dico io chi è Matthew Jackson», e il suo tono di voce non promette niente di buono.
Hi Guys!
Ma volete amarmi per la mia puntualità?
Cioè, stellinatemi solo per questo.
Sì, la parola stellinatemi non esiste.
Ma avete capito.
Una domanda importante che non c'entra nulla con la storia: vi capita che si aprono pagine su Chrome mentre leggete le storie?
Non capisco se è wattpad a fare sti scherzi o se ho il cellulare infestato da qualche virus. 🙈🤔
Poi, ditemi, cosa avete notato in particolare?
E che mi dite di Sam e Matthew?
Ora basta che ogni volta faccio interrogatorio 😂
Buona giornata.
Un bacio.
E grazie sempre per leggere, votare e commentare questa storia.
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