17. Mi fai stare bene.

Se c'è una cosa che ho capito nella vita, è che il fratello di Matthew non c'entra proprio niente con lui.
Stiamo bevendo la sua cioccolata calda e ha cercato in tutti i modi di farmi sentire a mio agio dopo la sfuriata del dottore.
Charlie è simpatico, sa far ridere e possiede una gentilezza rara.
Mi ritrovo a pensare che è difficile trovare una persona così.

Affondo un biscotto nella cioccolata e lo mordo, attenta a non bruciarmi.
I suoi occhi marroni sono puntati su di me e noto che la sua mascella squadrata è molto simile a quella di Matthew.
«È successo qualcosa tra te e mio fratello?».
Mi strozzo e tossisco, dunque lui colpisce la mia schiena delicatamente.
«Cosa intendi?», chiedo tra un colpo di tosse e l'altro.
Si morde il labbro e sospira, «Mi è sembrato parecchio arrabbiato con te, quindi mi sembra spontaneo chiedere se è successo qualcosa»
«Niente di grave», rispondo, anche perché in realtà non so nemmeno io cosa è successo di preciso.

«Posso sapere dov'è il bagno?».
Charlie trattiene uno strano sorriso e mi dice di salire le scale ed entrare nella seconda stanza a destra.
Io faccio come mi dice, salgo le scale lentamente e mi concentro sul modo in cui il parquet scricchiola sotto le mie scarpe. Arriccio le labbra e abbasso la maniglia della porta che Charlie mi ha indicato, dunque entro e richiudo la porta alle mie spalle.

Oh, no.
Questo non è il bagno.

Matthew Jackson è seduto dietro ad una scrivania piena di libri e mi fissa con un sopracciglio inarcato.
Il letto matrimoniale è sfatto e pieno di fogli, la finestra è aperta e c'è un contenitore pieno di biscotti sul davanzale.
Io non parlo, lui nemmeno.
Si limita a togliersi gli occhiali e a passarsi una mano sugli occhi.

«Cercavo il bagno», spiego, ma lui non sembra crederci.
Si inumidisce le labbra e deglutisce, «Tutti i bagni di questa casa sono al piano di sotto».
Ah.
Ricorda di uccidere Charlie, Samantha.

«Io...», faccio un respiro profondo e punto i miei occhi verdi nei suoi, «Ho capito male le indicazioni di tuo fratello, presumo»
«Beh, puoi andare».
Mordo l'interno della mia guancia e attacco la mia schiena alla porta.
Non so nemmeno con quale coraggio riesco a parlare, «Non voglio».

Mi rivolge un sorrisetto divertito e osservo le sue spalle larghe che si abbassano e si alzano ad ogni suo respiro, «Non so se hai capito, Samantha, mi dà fastidio anche solo la tua presenza in questa casa, figuriamoci nella mia stanza».
I miei battiti accelerano e le mie mani stanno cominciando a sudare, quindi rimango in silenzio mentre continua a scrutarmi dalla testa ai piedi.
Il suo sguardo mi mette in soggezione.

«Allora? Non sai più parlare?»
«Perché mi tratti così?», sbotto, «Cosa ti ho fatto?»
«Ti sei fidata di Drake e non di me, Samantha. Ho già capito che tipo di persona sei e non mi piaci»
«Conosco Drake da anni»
«Davvero?», alza il tono della voce e sobbalzo, «Quel tipo ci prova con la ragazza del suo migliore amico. E ho detto tutto».
Beh, in effetti.

«Non so niente di te, come pretendi di ottenere la mia fiducia?»
«Non voglio la tua fiducia, ma un minimo di rispetto», adesso si alza e si avvicina a me lentamente.
Indossa ancora il pantalone del pigiama e deglutisco quando il mio sguardo si posa sul tatuaggio che ha sul petto.
«Comportandoti in quel modo mi hai detto in automatico che sono una persona falsa e schifosa»
«Io non penso questo di te», sussurro.
Il suo viso è vicinissimo al mio e mi incastra contro la parete, posizionando la sua mano accanto alla mia testa, «Non ne sei sicura, è questo il punto»
«Beh, i-io non posso sapere se sei una cattiva persona o no».

Lui sorride, avvicinandosi ancora a me. Sento il suo fiato sul collo e rabbrividisco quando le sue labbra sfiorano il mio orecchio, «Per questo non mi piaci, Samantha Jersey. Preferisci saperlo da altri e non hai il coraggio di chiedere a me».

Non riesco a respirare e boccheggio per qualche secondo prima di rispondere, «Tu non mi racconti mai niente su di te»
«Sai più cose tu che qualsiasi mio amico di infanzia», ringhia, dunque si allontana e si siede sul letto, cominciando a sistemare i fogli che giacevano sulla coperta blu.

Titubante, mi avvicino a lui e lo aiuto senza dire una parola.
I fogli sono pieni di termini scientifici che io non saprei memorizzare nemmeno sotto tortura.
Quando ho finito di raccoglierli tutti, li metto tra le sue mani e sussulto quando le sue dita sottili sfiorano le mie.

Chiude gli occhi e si concede un respiro profondo, poi si alza e poggia tutto sulla scrivania.
Ne approfitto per lanciare un'occhiata alla sua schiena nuda e alle sue spalle robuste.
«Mi hai deluso, Samantha», torna a guardarmi e si morde il labbro mentre io lo fisso, incantata.
L'ho deluso.

Mi sono fidata di Drake, è vero, ma non pensavo che questo potesse ferirlo a tal punto.
«Scusami», le parole fuoriescono dalla mia bocca senza nessun controllo e il dottore strabuzza gli occhi.
Forse non si aspettava questa mia risposta.

«Scusa», continuo, «Non volevo deluderti, credimi. È che so così poco di te, Matthew, e mi sono fatta prendere dal panico. Però... », prendo fiato e non ho il coraggio di guardarlo in faccia, «Io non ti conosco bene, non so praticamente niente di te. Ma-ma quando sei nei paraggi io... Io mi sento come a casa. E penso che sei una bella persona, forse un po' troppo riservata».

Adesso alzo lo sguardo e il dottore mi guarda in silenzio, senza dire una parola.
Con le guancie che vanno a fuoco finisco il mio discorso, «Hai sentito, Matthew Jackson? Mi fai sentire a casa. È stato piacevole anche il carcere, con te».

Mi concede un sorrisetto divertito e si avvicina a me con l'aria di uno che ha appena vinto una battaglia.
Lascia scorrere un suo dito lungo tutto il mio braccio e deglutisco rumorosamente.
Il mio stomaco è completamente sottosopra.

«Potevi chiamarmi e dirmi queste cose prima, sai?», sussurra mentre mi spinge delicatamente verso il letto e mi fa sedere.
Ma quanto è arrogante?
«Ho chiesto scusa, non ti basta?».
Afferra la mia mano e ne bacia il dorso, poi sorride furbo, «Volevo solo irritarti, principessa».
Io non rispondo e adesso cala il silenzio.
Ci limitiamo a stare seduti, sul suo letto.
Il mio braccio che sfiora il suo.

Mi guardo intorno e osservo la parete bianca piena di foto, quindi mi avvicino e le osservo ad una ad una.
Ci sono foto di palazzi, di prati, del mare.
Delle foto in particolare attirano la mia attenzione: ritraggono sempre la stessa ragazza in pose diverse.
Ne osservo attentamente una tra queste: la ragazza dai capelli castani sta sorridendo mentre si dondola su un'altalena. Ha gli occhi marroni illuminati dal sole e dei denti bianchi e dritti.
Emana allegria, felicità.

Matthew si schiarisce la voce e sobbalzo, sbattendo contro il suo torace.
Non mi ero accorta che era così vicino a me.

Non ho il coraggio di voltarmi, dunque rimango ferma lí, attaccata a lui, ma con lo sguardo in direzione della parete.
«È davvero una ragazza bellissima», dico.
Matthew mette una mano sul mio fianco, «La più bella di tutte», commenta.
«Posso sapere chi è?», adesso lo guardo e lui sorride leggermente, gli occhi fissi sulla foto, «Mia sorella, Loreinne. Ma c'è un'altra splendida ragazza che voglio farti vedere».

Indietreggia e va ad aprire un cassetto della scrivania, prende una busta nera e me la porge.
Titubante la afferro e la apro, quindi non riesco a trattenere un sorriso quando vedo che all'interno della busta ci sono le mie foto alla festa di Alison York.

Ci sediamo sul letto e le guardiamo insieme, anche lui sorride.
Ci sono io mentre bevo il mio champagne, mentre faccio una smorfia alle spalle di Alison, mentre guardo le stelle.

«Ma quante ne hai fatte?».
Matthew scoppia a ridere e scrolla le spalle, «Poche, in confronto a quelle che avrei voluto farti».
Silenzio.
Matthew, dannazione, perché mi fai sentire così bene?

Si stiracchia e va a prendere il contenitore con i biscotti, torna a sedersi accanto a me e me ne mette uno tra le mani.
«Ti piacciono i biscotti, eh?».
Lui scoppia a ridere e annuisce, «Mangerei biscotti a colazione, pranzo e cena», confessa.
Addento il mio e poggio la busta con le foto sul letto.

Mi guarda mentre mastica un biscotto e sorride, poi il suo cellulare squilla e lancio un'occhiata sul display dove la scritta "psicologo" lampeggia.
Lui mi fulmina con lo sguardo e risponde, mentre io mi sento un piccolo verme.

Perché sono così curiosa?
Va dallo psicologo?
È per Cinthia?

Contro la mia volontà, ascolto la sua conversazione.
Okay, non proprio contro il mio volere.

«Dottor Giordano», si alza e prende carta e penna, dunque arriccia le labbra e sente cosa ha da dire il suo interlocutore.
«Grazie mille, davvero», mormora e scrive qualcosa sul suo foglio, «È davvero gentilissimo, saremo lì. Buona giornata», poi riattacca e torna a guardarmi male.

«Certo che sei proprio una spiona», dice, e le mie guancie vanno a fuoco.
«Dovevo tapparmi le orecchie?»
«Allunghi il collo per vedere chi mi chiama, non è da spiona?».
Un pochino.

«Beh, scusa, non l'ho fatto apposta!».
Scuote la testa e si soffia il naso, poi lancia il fazzolettino nel cestino accanto alla scrivania e torna a sedersi accanto a me.
«Sei raffreddato?»
«Ormai sta passando, negli ultimi giorni sono stato decisamente peggio».
Annuisco in silenzio, però torno a parlare subito dopo, «È casa dei tuoi questa?»
«Già»
«Come mai sei qui e non a casa tua? Cioè, l'altra casa. Quella con i coinquilini e tutto il resto», farfuglio e questo sembra divertirlo.
«Ho un esame importante tra qualche giorno, principessa spiona. Vengo sempre qui a studiare prima di un esame, mi concentro di più».
Principessa spiona.
A me.

«Non sono una spiona», mi difendo e lui scoppia a ridere.
La sua risata è forte e piena di vita.
Mi ritrovo a fissare le sue labbra ed i suoi denti bianchi come incantata.
I suoi occhi sono socchiusi e il suo naso sottile è leggermente arricciato.
È così bello, dannazione.

Inaspettatamente mi abbraccia e mi fa crollare sul letto, adesso ha smesso di ridere e circonda il mio stomaco con le sue braccia.
«Mi fai stare bene, Samantha Jersey», sussurra al mio orecchio per poi lasciarmi un veloce bacio sul collo.
Ed io mi accorgo solo adesso che sto trattenendo il fiato.

Mi schiarisco la voce e cerco di alzarmi, ma Matthew mi tiene ferma sul letto e sembra non avere intenzione di spostare quel suo braccio dalla mia pancia, «Stai qui», bisbiglia ad occhi chiusi, «Solo per qualche minuto. Hai un odore così buono».

Il suo naso sfiora il mio collo e la mia pelle viene invasa da piccoli brividi.
Chiudo gli occhi anch'io e mi godo la tranquillità di questo momento e il fiato caldo di Matthew Jackson sul collo.
Lascia un altro bacio sulla mia guancia e sorrido spontaneamente.
Fermate il tempo.

Qualcuno bussa alla porta e il dottore si sposta di scatto e si mette seduto sul letto.
«Matt?», dietro la porta c'è Charlie e Matthew lo lascia entrare.
Suo fratello ci guarda con un'espressione seria dipinta sul volto e respira profondamente prima di parlare, «Devi... Devi andare a casa degli Stewart. Si-si tratta di Cinthia».
Il dottore si alza velocemente, il suo viso è diventato pallido di colpo, «Che cosa è successo?», si schiarisce la voce e corre a mettersi una maglietta.

Charlie abbassa lo sguardo e scuote la testa, dispiaciuto, «Ha avuto un'altra violenta crisi».
Adesso Matthew si ferma un istante, poi afferra una sedia e la scaraventa con forza sul pavimento, facendomi sobbalzare.
«Cazzo», ringhia, poi toglie il suo pigiama e indossa un paio di Jeans.
Lo osservo mentre chiude gli occhi e una lacrima sfugge dal suo occhio destro.

«Non ne posso più», lo dice piano, ma riesco a sentirlo e mi provoca una fitta al cuore.
Sta soffrendo.
Matthew Jackson soffre.
E mi accorgo che fa male anche a me.

Adesso mette le scarpe, afferra una giacca e se ne va.
Lasciandomi qui, con una strana angoscia addosso e con un brutto nodo alla gola.
Deglutisco e mi alzo, dunque punto i miei occhi in quelli tristi di Charlie, «C'è qualcosa che non va?», fingo di non sapere della situazione di Cinthia e lui sospira, «Nella vita di Matthew tutto non va».
Questo non fa altro che aumentare la mia angoscia.
E me lo chiedo ancora una volta: com'è la tua vita, Matthew Jackson?

HI GUYS!
Come state?
Io vi lascio indovinare 😂🙈
Avevo voglia di aggiornare e per ora ho molta ispirazione, quindi ho deciso di aggiornare prima del previsto.
Vi comunico che il prossimo capitolo ci farà capire ancora meglio la situazione di Matthew.
Ora vado con le mie domande, anche se non c'è molto da chiedere.
So, cosa pensate di Matthew in questo capitolo?
E SAM?
Pooi, come pensate sia la vita del nostro dottore?
Ora vi lascio.
Buon fine settimana, mangiate tanta pizza.
Un bacino e grazie perché leggete e votare questa storia.
Inoltre ringrazio in particolar modo tutti i lettori che capitolo dopo capitolo fanno sentire la loro presenza e mi tengono compagnia con i loro commenti epici.
Adesso vado davvero.
Ciao bebiiiiss.

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