Capitolo 32
È quasi il crepuscolo quando affondo i piedi fasciati dalle Converse nere nella sabbia.
Mi muovo incerta in direzione della piccola villa bianca, proprietà della famiglia Williams da generazioni, mentre un sole tiepido fa capolino dalle nubi scure, di tanto in tanto.
Salgo gli scalini con passo lento, insicuro, e mi pietrifico di fronte alla soglia, tremante come un arbusto scosso dal vento.
Sono praticamente sull'orlo di una crisi di nervi, esausta per il lungo viaggio, per le notti insonni, e assediata dai dubbi.
La mia unica certezza è quella di aver appena commesso e di star perseverando in una follia.
Dovevo essere completamente fuori di testa quando ho accettato di accompagnare la madre di Alex in questo viaggio suicida fino a Laguna Beach!
Mi prendo qualche secondo per obbligarmi a respirare regolarmente, inspirando ed espirando con calma, in maniera meccanica. Poi mi guardo intorno.
Sembra tutto così maledettamente familiare e, al contempo, diverso.
È devastante.
Il portico della villa è rimasto identico.
Gli oggetti sono posizionati esattamente come e dove li abbiamo lasciati, più un anno fa: la sedia a dondolo alla mia sinistra, il tavolino bianco, circondato da sedie in ferro battuto dello stesso colore, a destra, e quell'asse di legno rotta, che nessuno ha mai trovato il tempo di aggiustare, è rimasta intatta.
Immediatamente vengo sommersa da brevi, amarissimi flashback, che sembrano appartenere quasi ad un'altra vita: Cora, Alex ed io che facciamo colazione con Pancakes e uova sode di fronte al mare; Alex che mi legge "Le pagine della nostra vita" – sebbene lui detesti quel romanzo, comodamente sdraiato sulla sedia a dondolo, mentre io resto seduta sulle assi del pavimento; lui che non riesce a fare a meno di canzonare il protagonista della storia e ne scimmiotta la voce; risate; lacrime che si mescolano ai sorrisi alla fine del romanzo; sguardi che diventano languidi e baci al chiaro di luna.
Ogni cosa è rimasta uguale, ma tutto è cambiato. E, in questo momento, non posso fare a meno di maledire Coraline per essere riuscita a convincermi a tornare qui.
Non si rende conto di quanto faccia male sentire i ricordi bruciare sotto la pelle ed essere certa di non poterli rivivere?
Se almeno mi avesse accompagnato, se avesse scelto di starmi accanto, forse sarebbe stato più facile trovare il coraggio di intraprendere quest'impresa a dir poco impossibile.
E invece, ovviamente, la madre di Alex ha preferito rimanere in Hotel, a qualche miglia di distanza da qui, e lasciarmi sola, a combattere una guerra che non avrà né vinti né vincitori, ma che finirà solo per farmi ancora più male.
<<Se venissi con te, si rifiuterebbe di parlare>> mi ha detto prima di chiudermi la porta della stanza d'Hotel in faccia. <<È qualcosa che devi fare da sola.>>
È pazza. Non c'è altra spiegazione.
Dopo mesi passati ad allontanarmi e a cercare di vendicarsi, davvero si aspetta che Alex mi accolga a braccia aperte?
Ad ogni modo, le ho promesso che avrei fatto un tentativo. Che avrei provato.
E, dunque, eccomi qui, a commettere l'ennesima pazzia per amore di Alex Williams e della sua folle, ma dolcissima madre.
Forza, Tessa, tento di incitarmi mentalmente. Non hai fatto più di quattro ore di volo per rimanere a fissare una porta chiusa!
Quando finalmente mi decido a bussare, il cuore mi palpita furiosamente nel petto, ho le mani sudate e non riesco quasi a respirare.
Sono costretta a battere i pugni più volte prima che Alex si decida ad aprire e, proprio come mi aspettavo, quando i nostri sguardi si incrociano, rimaniamo entrambi sconvolti.
<<Merda>> borbotta lui sottovoce, serrando duramente la mascella, <<Avrei dovuto immaginarlo.>>
Sempre più convinta di aver commesso un terribile errore, anziché ribattere, incomincio a mordermi nervosamente un labbro.
La sua estrema bellezza, contaminata dal dolore, ha un non so che di inquietante, che mi impedisce di staccargli gli occhi di dosso.
Alex, dal canto suo, se ne sta con le mani affondate nelle tasche di una vecchia felpa nera, sgualcita.
Ha la barba di qualche giorno e il cappuccio tirato sulla testa, dal quale spuntano alcuni riccioli scuri, disordinati.
Le iridi sembrano spente, vuote. Ha le pupille rosse, leggermente iniettate di sangue, e gli occhi cerchiati da un paio di profonde occhiaie violacee.
Vedendo che continuo a guardarlo senza dire nulla, chiude le palpebre a fessura, lanciandomi un'occhiata glaciale.
Mi raggela.
Istintivamente un brivido mi sale lungo la colonna vertebrale, facendomi tremare da capo a piedi.
Cerco di salutarlo, ma la voce mi esce flebile, distorta e lui mi scocca un'altra occhiata impietosa. Poi cerca di chiudermi la porta in faccia.
Quel gesto, finalmente, mi riscuote e mi affretto ad appoggiare una mano sul legno bianco per fermarlo.
<<Aspetta!>>
L'urlo squarcia il silenzio e Alex sbarra gli occhi per qualche secondo. Si guarda intorno, per verificare che nessuno stia assistendo alla scena, poi torna a piantare lo sguardo nel mio.
Fortunatamente siamo soli: nel mese di febbraio non c'è praticamente nessuno a Laguna Beach.
La maggior parte dei villeggianti abita e lavora nelle grandi città americane, e sa che questo non è il momento ideale per prendersi una vacanza.
Sebbene il clima tipicamente californiano rimanga sempre un po' più tiepido rispetto ad altre parti dell'America, l'inverno, sfortunatamente, si fa sentire anche qui.
<<Che cosa vuoi, Tessa?>> domanda Alex, facendomi sobbalzare.
<<Solo parlare>> ribatto, con voce ancora un po' vacillante, ma finalmente più sicura. <<Tua madre...>>
<<Aspetta, aspetta>> mi interrompe con un gesto della mano. <<Che c'entra mia madre? È in città anche lei?>>
<<È preoccupata per te>> confesso, poi mi zittisco, rendendomi conto di aver appena commesso un passo falso.
Brava, Tessa, mi rimprovero mentalmente. Adesso penserà che sei qui solo perché sua madre ti ha obbligato a venire. Ottima mossa.
<<Lo s-sono anch'io>> cerco di rimediare, ma invano, finendo di nuovo per balbettare in maniera patetica e infantile.
Sfortunatamente è ormai questo l'effetto che Alex, il ragazzo dal cuore congelato, ha su di me.
Lui scuote la testa, mentre sul suo volto si dipinge un sorrisino beffardo, falsissimo.
<<Non so chi tra le due sia più stressante>> dice strascicando le parole, poi scoppia in una risata cupa, che mi fa quasi accapponare la pelle.
Improvvisamente mi rendo conto che ha tutta l'aria di essere... ubriaco.
Anzi, non sembra. Lo è.
<<Hai bevuto, Alex?>> gli domando d'istinto e lui smette di ridere di colpo.
Il suo sguardo truce mi trapassa, facendomi sentire piccola e indifesa. In balia di onde immense, spietate.
Poi, mi afferra energicamente un braccio e mi trascina con forza dentro casa. Sbatte rumorosamente la porta e mi immobilizza, posizionandomi due mani ai lati della testa.
<<Sei davvero convinta che tutto questo ti riguardi, Tessa?>> soffia ad un palmo dalla mia faccia. Il suo respiro caldo sa di menta e alcol, un mix del tutto inebriante, che finisce per appannarmi i sensi. <<Che la mia vita ti riguardi?>>
Io non proferisco alcuna risposta.
In questo preciso istante fatico persino a ricordare come si fa a respirare, figuriamoci parlare.
Sto ancora tremando e ho gambe e stomaco in poltiglia, quando Alex posa inaspettatamente una mano sul mio volto. Con il pollice inizia a disegnare piccoli cerchi sulla guancia e il suo tocco è talmente delicato, rassicurante, che non posso fare a meno di chiudere gli occhi.
Quando li riapro, le sue iridi blu mi stanno nettamente divorando e ho la sensazione che finirò per sperimentare l'autocombustione.
<<Sei sempre la stessa, Tessa McRayan>> mormora, continuando ad accarezzarmi la pelle ormai rovente. Il tono di voce è diventato mellifluo, quasi frivolo. <<Questa abitudine di fare sempre di testa tua è un'impronta digitale.>>
Sento il battito del cuore pulsare ovunque. Nello stomaco, al centro del petto, nelle tempie. Persino le punte delle dita palpitano in maniera impetuosa e sento bruciare ogni centimetro di pelle.
Nella stanza sembra essere improvvisamente scoppiata un'estate secca, incandescente.
<<Alex...>> provo a parlare, senza esattamente sapere cosa dire, ma lui mi interrompe, spostando la mano dalla guancia alla bocca e chiudendomela.
<<Non dire nulla, ok?>> sussurra, fissandomi intensamente. <<Vattene e non guardarti indietro.>>
Sbarro gli occhi per l'incredulità e il battito del cuore mi si interrompe di colpo.
La temperatura della stanza precipita a picco e mi ritrovo di nuovo a dover affrontare il peggiore degli inverni.
Rabbrividisco.
<<Non voglio più ferirti>> chiarisce Alex in un tono dolce, del quale ho solo lontane e pressoché sbiadite memorie. <<Lo hai meritato, lo meriti, ma sono stanco. Esci da questa stanza, torna da Andrew e creati una vita senza di me.>>
Cerco di scuotere la testa debolmente, contrariata. Annientata.
Non vorrei fare altro che dimenarmi, gridare a squarciagola, sprecare il fiato che mi rimane nei polmoni per contraddirlo.
Non voglio Andrew.
Non desidero nessuna vita in cui Alex Williams non mi tenga per mano.
Ma una forza estranea mi obbliga a rimanere statica, con la bocca imprigionata sotto la sua mano bollente. A guardarlo, nella speranza che i miei enormi occhi verdi gli trasmettano il dolore straziante che sto provando e gli facciano, in qualche modo, cambiare idea.
<<So che vuoi aiutarmi>> continua lui. <<Diavolo, ti conosco: cerchi sempre di aiutare tutti e ti perdi nel tentativo di salvare l'irrecuperabile. Ma con me devi arrenderti, Tess. Ascoltami, questa volta: smetti di farti male.>>
Poi mi lascia andare.
Si stacca da me e io resto a lungo appiccicata alla porta.
Fisso insistentemente il vuoto che ha lasciato, prima di scivolare a terra priva di sensi.
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SPAZIO AUTRICE:
Buongiorno, lettori ❤️
Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento, ma sfortunatamente è iniziata la sessione d'esami invernale e sono sommersa di impegni. 😩
Dunque, come avrete potuto notare, a fine capitolo ho adottato il metodo Dante Alighieri: non sapendo bene come concludere, ho finito per far miseramente svenire la protagonista.😂
Scherzo, ovviamente!
Mi auguro che il capitolo sia stato di vostro gradimento e, come sempre, vi invito a lasciarmi qualche commento, per farmi sapere cosa ne pensate della storia.
Un abbraccio e non perdetevi il prossimo aggiornamento, online a partire da VENERDÌ. ❤️
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