Capitolo 27
Baciare Andrew mi ha gettato nella confusione più totale tant'è che, nonostante sia ancora presto e il mio collega mi stia praticamente implorando di restare, decido di tornare a casa.
Ho bisogno di stare da sola, immersa nella tranquillità, per schiarirmi le idee.
Saluto frettolosamente i miei amici con un brevissimo abbraccio ed esco dal locale.
Se solo qualche giorno fa ero fermamente convinta di essere irrimediabilmente innamorata di Alex e di non sentirmi ancora pronta per dimenticarlo, adesso non ne sono più tanto sicura.
Il bacio mi ha emozionato a tal punto da mettere in discussione ogni mia certezza, ingarbugliandomi i pensieri.
Forse si tratta solo di un effimero lampo di speranza, che svanirà in un batter di ciglia, ma in questo preciso istante mi sento finalmente libera dal passato e pronta per tuffarmi a capofitto nel futuro.
È una sensazione nuova per me e devo ammettere che mi spaventa.
Di solito non sono così imprudente. Non mi illudo con un solo, unico bacio. Eppure, questa sera mi sembra finalmente di scorgere un'abbagliante luce in fondo al tunnel e, dopo tanto tempo, mi concedo di sognare.
Ma sarà davvero così?
Potrò davvero fidarmi di Andrew, oppure quel ragazzo dagli occhi e i capelli neri come il carbone, finirà inevitabilmente per spezzarmi il cuore?
E soprattutto: sarò davvero pronta per andare avanti, dimenticando quello che è successo con Alex?
Immersa in un flusso ininterrotto di pensieri contrastanti, raggiungo faticosamente la mia auto, dondolando sui tacchi alti, e per un pelo rischio l'infarto: Alex se ne sta appoggiato alla mia portiera, con le mani nelle tasche del cappotto e la testa bassa.
Incomincio a tremare, per il freddo e per l'ansia, e istintivamente incrocio le braccia al petto, fermandomi ad un paio di metri di distanza da lui.
Cosa vorrà da me?
Punirmi per essere venuta alla festa, anziché stargli lontana come mi aveva chiesto?
Lui alza gli occhi su di me e restiamo ad osservarci a lungo, senza dire una parola.
Come sempre non riesco ad interpretare il suo sguardo e questo mi spaventa ancora di più.
È stata una bella serata e non voglio che il mio ex la rovini, urlandomi contro parole terribili e ferendomi a morte, come al solito.
Dopo quella che sembra un'eternità, Alex si decide a parlare per primo.
<<Ho bisogno...>> incomincia, poi tossisce per schiarirsi la voce. <<Ho bisogno di un passaggio.>>
<<E non potevi chiederlo a qualcun altro? A Noah?>> ribatto, oltremodo allibita.
Non ha fatto altro che ignorarmi per tutta la sera, godendosi la festa accanto alla sua Katherine, e adesso viene a chiedere a me di riportarlo a casa?
Assurdo!
<<La tua fidanzata ti ha lasciato di nuovo a piedi?>> continuo, <<Sembra che ci stia prendendo gusto.>>
Non riesco a fare a meno di essere acida.
Non capisco a che gioco stia giocando: prima mi ordina di dimenticarlo, poi mi ignora, fingendo che io non esista, e adesso viene a chiedermi un passaggio?
Il suo sguardo, dapprima vuoto e impenetrabile, improvvisamente cambia e torna ad essere quello di sempre: torvo, scuro, cupo come il cielo prima di un acquazzone.
<<Non mi provocare, Tessa>> mormora a denti stretti.
Torno a tremare, ma non mi lascio intimorire: lo conosco bene e so che non potrebbe mai farmi male fisicamente.
La sua specialità consiste semplicemente nell'utilizzare le parole come armi, ma potrei giurare che non alzerebbe un dito su di me.
<<Chiedi a qualcun altro>> controbatto, scandendo bene le parole e ricambiando lo sguardo feroce.
Non ho neppure il tempo di accorgermene, che mi ritrovo le sue mani gelate sulle guance.
In poche falcate è riuscito a raggiungermi e adesso mi tiene il viso in maniera decisa, ma senza farmi male, obbligandomi a guardarlo in faccia.
Mi fissa con un paio d'occhi angosciati.
È a dir poco incredibile la maniera repentina con la quale questo ragazzo riesca a cambiare umore.
<<Sei innamorata di lui, Tessa?>>
Anche se non lo dice, so che si sta riferendo ad Andrew e alla scena a cui ha assistito questa sera.
Il modo in cui ha pronunciato quella domanda mi spezza il cuore, e per un attimo mi sembra di essere tornata alla notte in cui l'ho tradito, nella stanza della confraternita.
Dopo aver scoperto il tradimento con Michael, Alex mi aveva guardata esattamente nello stesso modo.
<<Rispondi>> mormora a bassa voce. Sta cercando di mantenere la calma ma temo che andrà in pezzi da un momento all'altro.
<<N-non lo so>> ammetto, facendo saettare lo sguardo in ogni direzione, incapace di guardarlo.
Alex chiude gli occhi per un attimo. <<Guardami e rispondimi, Tess. Sei innamorata di lui?>>
Sentendomi chiamare Tess dopo tanto tempo, sobbalzo e incrocio immediatamente il suo sguardo. Mi sta praticamente implorando di dirgli la verità.
Ma tutto questo non ha senso.
Sono mesi che mi intima di stare lontano da lui, di rifarmi una vita e dimenticarlo, e adesso che ci sto riuscendo, ha il coraggio di rinfacciarmelo?
<<Non hai alcun diritto di farmi una domanda del genere, Alex. Non ti riguarda>> ribatto, senza saper bene dove ho trovato il coraggio di pronunciare queste parole così dure.
Alex mi lascia il viso e le braccia gli ricadono molli lungo i fianchi. Sembra un burattino, senza fili né burattinaio che ne comandi i movimenti.
Immediatamente avverto la mancanza delle sue mani sulle guance e mi pento di essere stata così fredda con lui.
Ma, in fondo, non mi sono semplicemente limitata a dire la verità?
Da mesi ha deciso di non far più parte della mia vita, di abbandonarmi nel suo passato e di andare avanti senza di me.
Ha preferito fare a meno della mia amicizia, del mio amore, della mia presenza. E io, lentamente, sto imparando a fare a meno di lui, per quanto sia difficile e doloroso.
Mi ha chiesto di rifarmi una vita lontano da lui ed è quello che sto facendo.
Sto semplicemente esaudendo la sua volontà, dannazione!
<<Mi hai chiesto di dimenticarti ed è quello che sto provando a fare>> mormoro, così a bassa voce che penso non mi abbia neppure sentita.
Alex torna ad osservarmi con il solito sguardo imperscrutabile e, come sempre, mi smarrisco dentro quegli occhi penetranti, blu come il punto più profondo dell'oceano.
Ma stasera mi accorgo che alle sue pupille manca qualcosa. È come se fossero vuote, spente.
Hanno perso la luce.
Mi viene in mente una frase di una canzone di Francesco De Gregori:
"Beato chi ti conosceva già, prima che ti andasse via dagli occhi tutto quel mare".
E mi viene da piangere.
Ma non piango.
<<Sta' attenta, Tessa>> bisbiglia piano, in tono di avvertimento. <<Andrew non è quello che sembra.>> Poi distoglie lo sguardo e si incammina in direzione del locale.
Forse è tornato a cercare qualcuno che gli desse un passaggio, forse ha optato per tornare a casa a piedi.
Non so cosa abbia deciso di fare, perché io mi sono affrettata a salire sull'auto e sono sfrecciata via.
Lontana da lui. Lontana dal mio passato.
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SPAZIO AUTRICE:
Avviso ai lettori:
Dato che, come ben sapete, lunedì è Natale, ovviamente non riuscirò ad aggiornare.
Dunque, il nuovo capitolo di "Un imperdonabile errore" verrà pubblicato MARTEDÌ.
Non perdetelo ❤️
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