Capitolo 26
Alla fine ho deciso di accettare l'invito alla festa di compleanno del mio collega.
Ultimamente ho ripensato spesso alle sue parole e ho convenuto che ha perfettamente ragione: prima o poi dovrò riuscire a buttarmi alle spalle il passato e ad imparare a vivere senza Alex.
Non posso continuare eternamente a piangermi addosso per quello che è successo con lui.
In fondo, ho solo 20 anni e non devo lasciare che un unico errore condizioni la mia vita per sempre.
Per il party indosso un abito elegante, blu scuro, lungo fino ai piedi. Ha il bustino completamente ricoperto di paillettes luccicanti, con la scollatura a cuore, che mi lascia scoperto spalle e metà schiena.
Questa sera, a differenza del solito, ho deciso di azzardare.
Mi impegno particolarmente anche con il trucco, disegnando una riga perfetta con l'eyeliner e allungando le ciglia con un mascara nerissimo. Infine, opto per un semplice lucidalabbra trasparente sulla bocca, per rendere le labbra più luminose e carnose.
Utilizzo la piastra per lisciare i capelli, solitamente ricci e voluminosi, e li arriccio in morbidi boccoli biondi.
Avverto frettolosamente la nonna del mio appuntamento ed esco di casa.
Questa volta ho preferito non farmi venire a prendere da Andrew.
Innanzitutto perché è praticamente tutta la settimana che mi rivolge a mala pena la parola, e poi perché non voglio indurlo a pensare di aver cambiato idea a proposito della nostra relazione.
L'ho già illuso abbastanza e non lo merita.
Inserisco l'indirizzo del locale sul navigatore e mi affretto a raggiungerlo.
Arrivo ovviamente con mezz'ora di ritardo, perché nel frattempo sono riuscita a perdermi due volte.
Il senso dell'orientamento non è esattamente una dote che mi appartenga.
Esco dall'auto e il freddo di inizio febbraio mi colpisce duramente.
Menomale che ho indossato il vestito lungo e il cappotto, altrimenti starei congelando.
Il locale non è molto grande ma, proprio come ci aveva accennato Andrew, è decisamente alla moda ed elegante.
Alla mia destra c'è una pista da ballo, che occupa praticamente metà dello spazio.
Alla mia sinistra, invece, c'è un unico, lunghissimo tavolo, al centro del quale risaltano un paio di palloncini volanti a forma di due e cinque.
Di fronte a me, il bancone del bar è gremito di gente, la maggior parte della quale riconosco come miei colleghi d'ufficio. Stanno bevendo quello che ha tutta l'aria di essere un aperitivo e ridono tra di loro.
Non riesco a scorgere né Eleanor, né Clark. Forse non sono ancora arrivati.
Individuo il festeggiato tra un paio di ragazzi che non conosco, probabilmente suoi amici intimi, e lo raggiungo con un sorriso un po' timido.
<<Buon compleanno>> esclamo, rivolgendomi a lui.
Appena mi vede, Andrew mi prende immediatamente tra le braccia e mi solleva un po' da terra.
Non mi aspettavo decisamente una reazione del genere, visto come si è comportato con me questa settimana.
Ho immaginato che sarebbe rimasto indifferente o comunque che si sarebbe limitato ad imbarazzanti convenevoli. Non di certo che mi abbracciasse, stringendomi come se non aspettasse altro.
<<Tess, sono contento che tu sia qui>> mi sussurra tra i capelli. Poi mi lascia andare e mi guarda con un'espressione raggiante.
<<Questo è per te>> gli dico, porgendogli il mio regalo.
Ho deciso di optare per un semplice portachiavi a forma di ancora, in quanto non conosco abbastanza Andrew per regalargli qualcosa di più personale.
<<È solo un pensierino. Non conosco molto bene i tuoi gusti e...>> mi giustifico, ma lui mi interrompe abbracciandomi di nuovo.
<<Il più bel regalo è la tua presenza>> sussurra e io non posso fare a meno di sciogliermi.
<<Buon compleanno>> sento strillare allegramente alle mie spalle.
Andrew sorride esageratamente e si stacca da me per accogliere gli altri ospiti.
Mi volto e non posso fare a meno di sorridere anch'io. Clark sta abbracciando Andrew con alcune pacche sulla schiena e Eleanor si affretta a stringere me.
<<Tess>> piagnucola, <<Mi sei mancata tanto.>>
<<Anche tu, honey>> le dico, ricambiando affettuosamente l'abbraccio.
Ovviamente, qualche minuto dopo arrivano anche Alex e Katherine, mano nella mano.
Non mangio nulla da ore, eppure avverto immediatamente un senso di nausea lancinante.
Si trattengono pochissimo con noi: consegnano il regalo ad Andrew, accennano un saluto a me e a Eleanor e si dirigono verso il bancone del bar.
La mia migliore amica mi lancia quello che ha tutta l'aria di essere uno sguardo di compassione e io alzo gli occhi al cielo.
<<Non guardarmi così>> le sussurro all'orecchio, per non farmi sentire dagli altri. <<Non mi fa più alcun effetto vederli insieme, davvero.>>
El ridacchia ma non ribatte.
Sospetto che non mi abbia creduto.
Poi mi prende per un braccio e mi trascina lontano da Andrew e Clark, che stanno parlottando tra loro a proposito di alcuni turni di lavoro.
<<Tess, hai parlato ad Alex di quella
e-mail?>> mi domanda, riferendosi palesemente al messaggio minatorio.
<<No, El, non gliene ho parlato e per adesso non penso di farlo.>>
Lei mi guarda stranita. <<Perché no? E se ci fosse veramente lui dietro quei messaggi?>>
<<Non mi sembra il momento e neppure il luogo adatto per discuterne>> liquido velocemente la conversazione.
Eleanor si limita ad annuire.
Proprio in quel momento veniamo interrotte dal suo fidanzato e da un Andrew sorridente.
<<Scusate l'interruzione, ragazze>> prorompe Clark, <<Ma il discorso che stavate facendo sembrava un po' troppo serio per una festa.>>
La mia amica si lascia andare in un risolino e lo bacia su una guancia. <<Hai ragione, amore.>>
<<Potete appendere i cappotti proprio là, in fondo al locale>> ci suggerisce Andrew, continuando a guardare me con il suo sorriso affascinante. <<Prendete quello che volete. Il proprietario del locale è mio amico e stasera offre lui. Tra qualche minuto iniziamo a cenare.>>
Faccio per eseguire i suoi ordini, ma lui mi agguanta dolcemente un braccio.
<<Con te non ho ancora finito>> mi sussurra all'orecchio in tono sensuale. <<Ti avviso che ti aspetta un ballo con il festeggiato e non potrai negare questo onore all'ospite d'eccezione.>>
<<Non oserei mai>> ribatto io, sorridendo sinceramente.
***
Sono già molte ore che Andrew, Clark, Eleanor ed io ridiamo di cuore.
Siamo tutti e quattro seduti vicini, e devo ammettere che il ragazzo della mia amica sa essere davvero simpatico. Sforna una battuta dietro l'altra ed io non posso fare a meno di scoppiare a ridere di gusto.
Abbiamo appena finito di mangiare la squisita torta alla crema che il proprietario del locale, l'amico di Andrew, ha preparato per lui.
La musica, dapprima ritmata e piuttosto allegra, adesso è diventata più dolce e romantica.
Alcune coppie sono già in mezzo alla pista, a ballare stretti l'uno all'altra.
Non vedo Alex e la sua fidanzata, ma devo dire che non mi importa più di tanto.
Ad essere sincera, ho ostinatamente cercato per tutta la serata di ignorare la loro presenza, concentrandomi esclusivamente sul mio gruppetto di amici.
Guardarlo flirtare con la sua futura moglie, non avrebbe fatto altro che farmi ripiombare in uno stato catatonico, di tristezza assoluta.
La cosa migliore per me, in questo momento, è guardare oltre.
Proprio come se Andrew avesse ascoltato i miei pensieri, mi ritrovo il suo guardo dolce e misterioso addosso, e d'impulso accenno un sorriso.
<<Mi deve un ballo, signorina>> afferma, tendendo una mano verso di me.
Stranamente, mi sento felice di accettare e mi lascio trascinare in pista da lui.
Andrew mi avvolge un braccio dietro alla schiena, attirandomi a sé, mentre continua a tenermi la mano. Io, invece, gli poso la mia su una spalla.
Dondoliamo dolcemente, abbracciati l'uno all'altra, sotto alle note dolcissime di "Perfect", di Ed Sheeran.
<<Sei bellissima>> si sporge a sussurrarmi all'orecchio.
Adesso siamo praticamente ad un soffio l'uno dalle labbra dell'altra. Così vicini che mi manca il respiro.
Mi basterebbe compiere un breve, brevissimo tragitto di qualche millimetro, per ritrovarmi con la bocca incollata alla sua.
Andrew mi guarda negli occhi, così intensamente da farmi tremare le gambe.
Non posso dire che questa vicinanza mi lasci indifferente.
Tuttavia, non riesco neppure a smettere di pensare che quello che provo per il mio collega è una goccia rispetto al mare di sentimenti che provo per Alex.
Non devo paragonare Andrew ad Alex. Non in questo momento.
Lo sguardo mi cade quasi per caso oltre la spalla di Andrew e d'impulso sussulto.
Il mio ex ci sta guardando con un bicchiere in mano e quello che ha tutta l'aria di essere uno sguardo... ferito? Geloso? Arrabbiato? Non riesco a capire.
La sua fidanzata sembra sparita nel nulla e lui se ne sta completamente solo, seduto al bancone del locale.
Per la prima volta dopo tanto tempo, me ne infischio della reazione del mio ex e rimango abbracciata ad Andrew.
<<Perdonami se sono stato un po'... freddo, questa settimana>> mormora lui al mio orecchio. <<Eh che non sapevo come comportarmi con te, dopo quello che mi hai confidato.>>
Io abbozzo un sorriso. <<Tranquillo. Ti capisco>> sussurro.
La canzone è ormai finita e adesso è "Naked" di James Arthur a suonare.
<<Mi piaci troppo, Tessa McRayan>> mi soffia tra i capelli, facendomi venire la pelle d'oca. Poi avvicina pericolosamente le labbra alle mie, fino a sfiorarle in maniera impercettibile.
Attende la mia mossa. Vuole essere sicuro che lo voglia anch'io.
È così tenero... penso. Poi mi decido a spingermi verso le sue labbra.
Ci baciamo delicatamente, senza esagerare.
Andrew mi posa una mano sulla guancia, ma si trattiene dall'approfondire il bacio. Forse perché vuole rispettare i miei tempi o perché ha paura di rischiare. In fondo, solo un paio di settimane fa gli ho confessato di essere ancora innamorata del mio ex.
Questa sua immensa tenerezza mi induce a volergli ancora più bene.
Non so se posso dire di essere innamorata di lui, ma stare sulle sue labbra mi fa sentire improvvisamente viva.
Quando ci stacchiamo, d'istinto sono tentata di sbirciare alle sue spalle per vedere se il mio ex è ancora lì ad osservarci, ma ancora prima di verificare già so che non c'è più.
Come sempre, riesco ad avvertire la sua assenza, così come la sua presenza.
E, infatti, proprio come immaginavo, Alex è sparito.
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