Capitolo 20


Un anno prima (parte 3)

Ho sempre odiato le attese.
Da sempre sono una persona impaziente, ansiosa, e le attese mi rendono ancora più irrequieta. Non so mai cosa devo aspettarmi e finisco sempre per pensare al peggio.

Oggi, però, seduta fuori dallo studio del rettore dell'università, in attesa da ore di essere ricevuta, non mi sento per niente nervosa.

Solo vuota. Un involucro senz'anima.
È come se avessi completamente congelato ogni sentimento sotto a strati e strati di ghiaccio, per non sentire più nulla.
Se non lo avessi fatto, molto probabilmente, non sarei qui.

Sono sette giorni che mi sento così – o che non mi sento affatto. Da quando Alex mi ha lasciato e mi ha intimato di non farmi più vedere, dopo aver reso irriconoscibile la faccia di Michael.

Un brivido mi percorre la schiena al ricordo di quello che è successo alla confraternita ma mi affretto a scacciarlo, per non venire nuovamente schiacciata dal peso del mio errore.

<<Signorina McRayn, entri pure>> mi richiama il rettore dell'università e io mi affretto ad entrare nel suo ufficio.

È un uomo alto, brizzolato, sulla quarantina. Non lo conosco, ma dallo sguardo intuisco immediatamente che è un uomo severo e per niente affabile.

Mi porge la mano con freddezza e mi invita a sedere su una sedia di pelle nera, lucida come un pezzo di marmo. Mi fissa con un sorriso che dovrebbe sembrare gentile, ma che risulta decisamente poco spontaneo.

<<Signorina McRayn... Tessa>> incomincia lui, <<Immagino si stia chiedendo per quale motivo io l'abbia convocata qui.>>

<<In realtà, penso di saperlo già>> ribatto decisa, <<E la informo che non ho alcuna intenzione di rispondere alle sue domande.>>

Lui scoppia in una breve risata. <<Non sia così precipitosa. Non le ho ancora chiesto nulla.>>

<<Quindi non mi ha convocata qui per sapere cos'è successo a suo figlio una settimana
fa?>> domando retoricamente.

Ovviamente conosco già la risposta.

È esattamente questo il motivo per cui sono qui: vuole sapere cos'è successo a Michael, suo figlio, la sera della festa alla confraternita. Ma soprattutto vuole che confessi che è stato Alex ad aggredirlo e a farlo finire in ospedale, con il naso e qualche costola rotta.

Non posso fare a meno di pensare che sarebbe andata decisamente peggio se alcuni amici di Alex non fossero intervenuti per fermarli.

Scaccio immediatamente quel pensiero molesto e torno a concentrarmi sulla discussione con il padre di Michael.

Finalmente ha lasciato cadere la maschera e mi guarda con un'espressione perfida. <<So già cos'è successo a Michael. Lei deve solo confermarlo e permettere che sia fatta giustizia. Il colpevole deve pagare>> afferma a denti stretti.

<<Non so nulla>> mi limito a rispondere. <<Davvero.>>

Il rettore si alza bruscamente in piedi e mi si avvicina a passo lento, fermandosi a qualche centimetro da me.

Istintivamente, serro i pugni e un brivido mi percorre la schiena.

<<Non le conviene mentire, Tessa. Ho abbastanza potere da farle dimenticare per sempre cosa significhi avere una laurea e un lavoro>> mi minaccia e io resto senza fiato.

<<Perché io?>> esclamo, balzando in piedi. <<C'erano migliaia di altre persone a quella festa. Perché viene a chiedere una cosa del genere proprio a me?>>

<<Michael ha fatto il suo nome, Tessa. Lei è a tutti gli effetti il testimone più attendibile>> mi spiega.

Non avevo dubbi che l'avrebbe fatto. Ovviamente, approfittarsi di me e di un mio momento di debolezza non gli è bastato. Portare via ad Alex l'amore della sua vita non gli è bastato. Michael ha intenzione di rovinare completamente l'esistenza del suo rivale e non si farà scrupoli ad usare qualsiasi mezzo a sua disposizione. Inclusa me.

Come ho fatto a cadere così miseramente nella sua trappola?

Scuoto la testa e mi dirigo verso la porta, decisa ad andarmene. <<Risponderò solo alle domande della polizia, non di certo alle sue. Arrivederci.>>

Faccio per uscire, ma lui mi gela sul posto.

<<Quanti anni le mancano alla laurea, signorina McRayn? Due? Sarebbe un vero peccato se non riuscisse a laurearsi. Un vero peccato, per una ragazza in gamba come lei, con il massimo dei voti in tutte le materie.>>

Io mi volto verso di lui, sbigottita. <<Che cosa vorrebbe dire?>>

<<Come ho già detto, ho abbastanza potere da impedirle di laurearsi>> mi minaccia di nuovo, <<E abbastanza per farla uscire di qui con il massimo dei voti, aprendole le porte ai migliori posti di lavoro della città, del continente. Le basta solo pronunciare un nome e il suo futuro sarà spianato.>>

Io fingo una risatina. <<Non mi lascio minacciare, né tantomeno comprare>> dico, scandendo bene le parole e di nuovo afferro la maniglia della porta.

<<E se invece fosse la carriera del suo ragazzo ad essere in pericolo? Se fosse lui a rischiare di perdere tutto, per colpa sua?>> continua lui imperterrito.

Trasalisco e di nuovo mi volto a guardarlo.

Il padre di Michael mi si avvicina e mi porge un foglio. <<Le propongo un accordo, signorina: se firma questo foglio e ammette che è stato Alex Williams ad aggredire mio figlio, mi limiterò a sospenderlo solo per un anno. Molto probabilmente, avendo la fedina penale pulita, non finirà neppure in carcere. La polizia si limiterà ad obbligarlo a fare qualche lavoretto socialmente utile, ma nulla di più. Al termine della sua pena, lo riammetterò in un'università ed entrambi proseguirete i vostri studi come se non fosse successo nulla.>>

<<E se decidessi di non accettare?>>

Di nuovo mi lancia un sorriso beffardo e io intuisco che, in caso contrario, non si farà scrupoli a mettere in atto le sue minacce.

Sono ad un bivio e non so veramente cosa fare: da una parte non voglio cedere alle minacce di quest'uomo terribile, ma dall'altra so che per Alex un anno di sospensione è meglio di una vita con i bastoni di un uomo ricco e potente fra le ruote.

<<Come faccio a sapere che non mente? Che non ci renderà comunque la vita impossibile o che deciderà di non riammettere Alex?>>

<<Ha la mia parola, signorina>> promette, portandosi una mano al cuore. <<Ma nessuno dovrà venire a conoscenza di questa nostra conversazione, sono stato chiaro? Altrimenti ci saranno delle conseguenze.>>

Alla fine, decido di firmare.

Più tardi, quando esco di lì, per l'ennesima volta questa settimana, ho la sensazione netta e devastante di aver rovinato completamente la vita del mio grande amore.
E la mia.


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SPAZIO AUTRICE:

Buongiorno, lettori! :)

Siamo dunque giunti al termine di questo lungo flashback e avete finalmente scoperto l'imperdonabile errore che ha provocato la fine della storia d'amore tra Tessa e Alex.
Vi aspettavate che lei lo avesse tradito?
Ma soprattutto: pensate che potrà mai perdonarla?
Voi cosa fareste al suo posto?

Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate :) Io sarò felicissima di ascoltarvi e di rispondere ad ogni vostro dubbio :)

Grazie per il supporto che mi state dando ogni giorno

VI ADORO ❤.❤

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