Il locale dista circa trenta chilometri da casa mia e ci mettiamo una vita ad arrivare. Le strade sono molto trafficate e scivolose. Ha incominciato a nevicare piano e la temperatura si prospetta glaciale.
Fortunatamente troviamo parcheggio vicino all'ingresso del locale e, appena entrate, veniamo investite da un'aria calda e confortevole.
Eleanor ed io ci togliamo i cappotti e la mia amica si complimenta con me per la scelta dell'abbigliamento. <<Sei un vero schianto>>, commenta fischiando.
Anche lei non è niente male: la vita sottile le permette di indossare qualsiasi cosa. Stasera sfoggia un vestito a tubino nero, ricoperto di paillettes luccicanti. Ha i capelli scuri raccolti, con un paio di ciocche che le ricadono sulle spalle. La sua bellezza è accecante.
<<Farai colpo su qualsiasi ragazzo stasera>> continua, sussurrandomi all'orecchio. <<Andrew cadrà ai tuoi piedi. È già cotto di te, perciò non oso immaginare come reagirà quando ti vedrà>> aggiunge ridacchiando.
Io alzo gli occhi al cielo. <<Lo sai, Andrew è solo un collega. Nulla di più>>.
Sono mesi che insiste con la storia che Andrew è innamorato di me e la cosa incomincia a darmi fastidio.
Insomma, come può anche solo lontanamente pensare che io possa dimenticare quello che ho fatto a lui e andare avanti, scegliendo la prossima vittima da ferire?
Come può pensare che qualcun altro possa innamorarsi di me?
No, io ho chiuso con le relazioni. Definitivamente.
<<E tu sai che devi smettere di pensare a lui...>>
Veniamo interrotte proprio dall'arrivo di Andrew che, in camicia bianca e pantaloni blu scuro, si avvicina a noi per abbracciarci.
<<Ragazze, siete venute! Siete bellissime>> esclama, soffermandosi a guardarmi negli occhi, mentre io abbasso lo sguardo, imbarazzata.
Andrew non è un brutto ragazzo, anzi, sono certa che abbia parecchie pretendenti. È di qualche anno più grande di me, laureato con i massimi voti e già perfettamente inserito nel mondo del lavoro. Gli occhi scurissimi, neri come la pece, e i lineamenti marcati, fanno di lui un perfetto uomo del mistero.
Tuttavia, quando guardo i suoi occhi, non posso fare a meno di pensare ad altri occhi. Occhi che, nei miei ricordi, mi guardano ancora in maniera sprezzante, disgustata, come l'ultima volta che li ho incrociati.
Il ricordo mi lascia senza respiro, tant'è che devo allontanarmi un attimo per riprendere fiato.
<<Vado a prendere qualcosa da bere>> esclamo.
<<Stai bene, Tessa?>> mi domanda Andrew. Sembra sinceramente preoccupato.
<<È tutto ok, ho solo bisogno di un drink.>>
<<Prendi quello che vuoi, è tutto offerto da Mark. La prossima primavera si sposa e questa festa è una specie di addio al celibato. Fortunato bastardo!>> esclama ridendo.
Anche Eleanor scoppia a ridere e io mi affretto al bancone per prendere un cocktail. Non ho ancora l'età per bere, ma nessuno sembra preoccuparsene.
<<Un sex on the beach, grazie>> ordino e ritorno finalmente a respirare normalmente.
Pensare a lui mi fa ancora lo stesso effetto e qualcosa mi dice che non smetterà mai di farmi sentire esattamente così: come se fossi sott'acqua da un'eternità e non ricordassi più come risalire in superficie.
Mi siedo sullo sgabello del bancone perché i tacchi alti incominciano già a farmi male, sorseggiando il mio drink.
<<Sei qui da sola? Non ti ho mai visto da queste parti>> mi sussurra all'altezza dell'orecchio una voce profonda.
Mi giro verso destra e mi ritrovo un paio di occhi azzurro ghiaccio puntati addosso.
<<Posso offrirti un altro di quello?>> continua lo sconosciuto, indicando il mio drink.
<<No, grazie. E comunque, a quanto ne so, è tutto offerto dal padrone del locale.>>
<<Allora posso offrirti una cena, domani sera>> ribatte prontamente, sornione.
Chissà quante volte lo ha già fatto. Quante volte ha pronunciato queste esatte parole.
<<Domani è Natale>> rispondo seccata.
<<Dopodomani?>>
Non conosco questo tipo e la sua insistenza mi sta veramente stancando. <<No>> ripeto e mi alzo. Faccio per andarmene quando lo sento esclamare: <<Voi donne fate tutte le preziose e poi vi lamentate di non avere uno straccio di fidanzato. Non pensate che, forse, se nulla sembra andarvi per il verso giusto è colpa vostra e non nostra? Siete ridicole. Ridicole>>.
Rimango spiazzata e infuriata. Vorrei urlargliene quattro, ribattere a tono, ma come sempre non trovo le parole. Sicuramente più tardi, quando sarò sola a casa, mi verranno in mente un sacco di risposte intelligenti, ma adesso nella mia testa c'è il vuoto totale.
<<Cole, perché non vai a casa? Forse hai bevuto un po' troppo, non credi?>>, sento la voce dolce di Andrew avvicinarsi e zittire quel tipo sgradevole.
Cole mi guarda un'ultima volta con un'espressione sprezzante, poi si allontana dal locale.
Sapevo che sarebbe stato meglio restarsene a casa. È proprio per evitare scene del genere che non frequento locali e quant'altro.
<<Scusalo>> mi dice Andrew, guardandomi dolcemente. <<È stato mollato da poco dalla ragazza.>>
<<Anche io sono stata mollata, ma non vado in giro ad insultare sconosciuti>> ribatto con rabbia.
Solo dopo qualche secondo mi rendo conto di aver appena confessato ad Andrew della fine della mia relazione e arrossisco violentemente.
<<Tessa, non lo sapevo>> esclama lui sorpreso, abbracciandomi all'istante.
Ricambio goffamente quel gesto di puro affetto ed è allora che lo vedo: se ne sta dall'altra parte del locale, vestito di tutto punto, sorridente e spensierato, con una ragazza incollata al suo braccio.
Non riesco a credere ai miei occhi e sono ancora tra le braccia di Andrew quando anche lui mi vede.
Smetto di respirare e mi stacco da Andrew come se avessi preso la scossa.
<<Tessa, stai...>>
<<Devo andare>> lo interrompo e corro a riprendere il mio cappotto. Lo indosso velocemente e mi precipito fuori dal locale, pronta per andarmene. Solo una volta fuori, immersa nel gelo di dicembre, mi rendo conto che non sono venuta con la mia macchina e che non posso andare da nessuna parte.
Mi impongo di fare respiri profondi e di tornare con calma nel locale per cercare Eleanor: le spiegherò la situazione e capirà per quale motivo non posso restare un secondo di più.
<<Tess>> sento urlare Eleanor appena mi vede rientrare, venendomi incontro. <<Alex è qui>>.
Tre parole. Bastano tre parole per farti crollare, per spazzare via ogni buon proposito.
Alex, il mio ex migliore amico, il mio ex fidanzato e la fonte di ogni mia tristezza, è qui.
Non sono pazza.
È qui.
Torno di nuovo a boccheggiare e non riesco neppure a ribattere.
Eleanor mi studia per un attimo. <<L'hai già visto? È per questo che sei corsa fuori come una furia?>>
<<P-perché è qui?>> balbetto.
Sono mesi che non lo vedo, da quando mi ha lasciato, e non mi capacito di averlo rincontrato proprio a questa festa.
<<Non lo so, Tess. Forse è amico di Mark>> tira a indovinare. Poi mi posa le mani sulle spalle. <<Vuoi andartene?>>
Solo in questo momento mi rendo conto di quanto sarei egoista ad obbligare Eleanor a riportarmi a casa. Questa serata è la sua occasione di fare colpo su Clark e non posso rovinargliela.
Ho distrutto la mia vita, forse quella del mio grande amore, ma non rovinerò la sua.
<<No>> mormoro decisa.
Resterò qui e dimostrerò ad Alex e a me stessa che posso respirare anche se c'è lui.
<<Tess, è qui con una ragazza. Lo capirei se volessi andartene. Davvero.>>
Non faccio in tempo a ribattere, perché vedo Andrew farsi spazio nella folla per avvicinarsi.
E non è solo.
<<Tessa, Eleanor, posso presentarvi il nuovo stagista?>> annuncia e indica il ragazzo accanto a sé.
Il cuore mi si stritola nel petto.
<<Alex>> sussurro. Non so quanto tempo sia passato dall'ultima volta che le mie labbra hanno accarezzato il suo nome. E in questo momento ha il sapore più amaro del mondo.
<<Tessa>> dice lui, con un'espressione imperscrutabile.
Mi sento morire.
È questa la fine del mondo?
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