Capitolo 12
Tre anni prima (parte 3)
Corro tra la folla alla ricerca di Eleanor, che però sembra essere sparita nel nulla.
Improvvisamente sento qualcuno afferrarmi un braccio, nel tentativo di fermarmi.
<<Si può sapere che cazzo ti prende,
Tessa?>> urla Alex.
Cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma è troppo forte. Alla fine, mi arrendo e mi lascio trascinare fuori dalla folla, lontano dalla festa, fino alla sua auto.
<<Sali>> mi ordina, perentorio.
<<Col cazzo. Neanche morta>> strillo e di nuovo cerco di divincolarmi.
<<Sei ubriaca e non puoi tornare a casa in questo stato. Tua madre ti ucciderà e ucciderà me per averti lasciato bere così tanto.>>
<<Sono abbastanza grande per scegliere da sola se e quanto bere, grazie.>>
<<In questo momento, invece, ti stai comportando proprio da bambina>> replica. <<Sali, ho detto.>>
Scioglie la stretta e mi lascia il braccio. Poi mi apre la portiera del suo fuoristrada.
Per un attimo sono tentata di scappare, ma la testa mi gira così tanto che la prospettiva di sedermi sul morbido sedile dell'auto non mi dispiace per niente.
Alla fine, lo incenerisco semplicemente con lo sguardo, mentre eseguo i suoi ordini.
Dopo pochi secondi sale anche lui.
<<Stanotte dormi da me>> proferisce in tono perentorio. <<I miei sono fuori città per il weekend.>>
Lo vedo smanettare con il cellulare e penso subito che stia mandando dei messaggi alla bionda con cui prima stava pomiciando, Brooke.
Chissà, forse le starà chiedendo scusa per averle dato buca e le starà dando appuntamento a domani. Di sicuro Alex non rinuncerà alla sua scopata settimanale.
A quel pensiero mi infurio ancora di più. <<Perché non vai da lei, Alex, invece di perdere tempo con me?>> sibilo a denti stretti.
Lui invia il messaggio, poi alza uno sguardo confuso su di me. <<Di cosa stai parlando?>> mi chiede. Quando finalmente capisce, alza gli occhi al cielo. <<Stavo mandando un messaggio a Eleanor, per avvertirla che ce ne andiamo insieme, e uno a tua madre, per dirle che stanotte stai da me. Ti dispiace?>>
Sono quasi contenta che non stesse messaggiando con Brooke, ma ciò non toglie che sicuramente lo farà domani o dopo domani. E poi, ci sono migliaia di altre Brooke con cui sfogherà i suoi ormoni, prima o poi.
Onestamente, non riesco a capire perché improvvisamente mi interessi tanto chi Alex si porti a letto.
Non mi è mai davvero importato.
O forse sì?
Vedendo che non ribatto, mette in moto e parte.
Passiamo il viaggio in rigoroso silenzio e per un attimo rischio quasi di addormentarmi. L'euforia provocata dall'alcol si sta esaurendo e sta lentamente incominciando a lasciare il posto ad una stanchezza infinita.
Quando scendo dall'auto, non vedo l'ora di gettarmi di peso sul letto e dormire. Al momento, è l'unica cosa a cui riesco a pensare.
Conosco casa sua quasi più della mia e mi fiondo immediatamente nella sua camera da letto.
Alex mi segue a ruota ed entra con me.
<<Mi sembra scontato che tu dormirai sul divano, oppure in camera dei tuoi, e io dormirò qui>> gli dico, tentando di spingerlo fuori dalla porta.
<<E io che pensavo volessi dormire con me>> ridacchia, ma qualcosa nei suoi occhi mi suggerisce che non sta scherzando.
<<Non ti illudere. Non abbiamo più nove anni.>>
Alex non ribatte, ma si limita a squadrarmi. <<Non vorrai dormire vestita, spero. Sarebbe decisamente scomodo.>>
<<Deve esserci ancora un mio vecchio pigiama, da qualche parte>> gli ricordo.
<<Intendi quello della Disney, che indossavi quando avevi dieci anni?>> mi domanda, prima di scoppiare a ridere.
Per un attimo rimango sconcertata da quanto tempo sia effettivamente passato dall'ultima volta che abbiamo dormito entrambi sotto lo stesso tetto.
<<Ti presto qualcosa di mio>> si offre, affrettandosi a tirare fuori qualche maglietta dai cassetti dell'armadio.
Opto per una semplicissima t-shirt bianca, con un disegno nero indefinito, e aspetto che esca dalla stanza per cambiarmi.
Chiudo la porta e mi spoglio velocemente, per evitare che Alex mi giochi qualche brutto scherzo ed entri all'improvviso, trovandomi in mutandine e reggiseno, come faceva quando eravamo piccoli.
Fortunatamente non lo fa.
La maglietta mi arriva fino a metà coscia e profuma di pulito.
Mi butto sul letto e, dopo qualche minuto, sento bussare alla porta.
<<Puoi entrare>> gli dico, alzandomi a sedere.
<<Tess>> inizia, guardandomi con uno sguardo cupo. <<Ti devo parlare e non posso aspettare domani per farlo.>>
Immediatamente mi agito. So che dobbiamo discutere di ciò che è successo stasera, ma non mi aspettavo che il momento arrivasse così presto.
Mi limito ad annuire e lui si siede sul letto, accanto a me, senza smettere di guardarmi negli occhi.
<<Tess, devi dirmi cosa ti succede.>>
Io lo guardo e, improvvisamente, mi rendo conto che la sua vicinanza mi fa provare cose che non avevo mai sentito prima, per nessuno.
Ho lo stomaco sotto sopra e dubito che l'alcol centri qualcosa. Ormai non sono più tanto ubriaca.
Temo, invece, di essere qualcosa di ancora più terribile. Di irreversibile.
Forse, cerco di rassicurarmi, sono solo spaventata perché, per la prima volta dopo tanto tempo, siamo nella stessa camera da letto, completamente soli.
Tuttavia, in fondo al cuore, so che questa voglia irrefrenabile di baciarlo e di non smettere più, non c'entra nulla con la paura.
<<Non mi succede nulla, Alex, davvero>> proferisco seria, alzandomi in piedi e allontanandomi da lui. <<Ho bevuto troppo e non ero consapevole di quello che stavo dicendo.>>
Bugiarda. Sono una pessima bugiarda.
Anche Alex si alza.
Non venire qui, non venire qui, prego. Ma lui mi si avvicina e, per la seconda volta questa sera, mi prende il viso tra le mani. Stavolta, però, non sento neanche lontanamente il bisogno di scostarmi.
<<Guardami, Tess.>>
Lo guardo e penso che, se potessi chiedere una sola cosa per tutta la vita, chiederei questa: il suo sguardo perso nel mio. Per sempre.
<<Raccontami cosa ti sta succedendo>> insiste.
Mi succede che in questo momento vorrei solo che smettessi di parlare e mi baciassi fino all'alba.
Cerco di rinnegare con tutte le mie forze questi pensieri scioccamente romantici e mi stacco da lui. <<Smettila di domandarmelo, Alex>> sbotto. <<Ero ubriaca, ok? Hai mai visto una persona ubriaca fare discorsi sensati?>>
<<Punto primo: quando sei arrivata alla festa eri già nervosa>> incomincia lui, <<Punto secondo: quando abbiamo litigato la prima volta, non eri affatto ubriaca, eppure mi hai detto cose davvero pesanti.>>
Ha ragione su tutto, ma cosa posso dirgli? "Scusa, Alex, ero solo incredibilmente gelosa e ho reagito da vera stronza"?
<<Ho pensato...>> incomincia lui e io lo esorto a continuare con un gesto della mano. <<Ho pensato che forse eri gelosa ed è per questo che hai reagito da stronza.>>
Mi legge forse nella mente? Il fatto che abbia riportato esattamente le mie stesse parole non è abbastanza preoccupante?
<<È possibile?>> insiste.
Io fingo una risatina. <<E perché mai dovrei essere gelosa di te, Alex?>>
<<Questo dovresti dirmelo tu.>>
<<È un'accusa assurda.>>
<<Allora spiegami perché hai detto che ti faccio schifo.>>
<<Ero ubriaca, ti ripeto. Non sapevo quello che stavo dicendo.>>
<<Non ti credo.>>
<<E va bene>> concedo. <<Trovo abbastanza squallido il fatto che ti ritrovi a scopare una ragazza diversa quasi ogni sera.>>
<<Non è solo questo>> commenta lui. <<C'è qualcos'altro. Fino ad ora non hai mai giudicato le mie abitudini... sessuali.>>
<<Be', l'alcol deve avermi dato il coraggio di farlo.>>
<<Sì, ma perché adesso? Perché improvvisamente ti importa di chi mi
scopo?>>
<<Non mi importa, Alex. Ho solo detto che è squallido farlo con una ragazza diversa ogni sera, non che mi importi con chi lo fai.>>
<<Allora non dovrebbe dispiacerti se mandassi un messaggio a Brooke e le chiedessi di raggiungermi?>> mi provoca con un sorriso sornione.
Incapace di trattenermi, lo spintono con forza. <<Sei uno stronzo>> strillo, prima di correre fuori dalla stanza.
Anche se non so dove andare, mi precipito fuori da casa sua, furibonda.
Alex mi raggiunge velocemente e si immobilizza di fronte a me. <<Dove credi di andare, Tess?>>
Io gli lancio un'occhiataccia, ma non rispondo.
<<Perché non la smetti di fare la bambina, per una volta?>>
<<E tu perché non la smetti di essere così stronzo?>>
Lui sbuffa. <<Dimmi perché sei gelosa, Tessa. Dimmelo.>>
Vorrei davvero dirglielo. Vorrei avere le risposte giuste per le sue domande. Ma ammettere che sono innamorata di lui non farebbe altro che rovinare la nostra amicizia per sempre. E io non voglio perderlo. Non potrei mai.
<<Non sono gelosa di te, Alex. Ti stai facendo un sacco di film>> mento.
Il mio migliore amico alza gli occhi al cielo, lanciando un urlo esasperato. <<Sei così cieca, cazzo. Così cieca.>> Si allontana da me e fa per salire sulla sua auto.
<<Adesso dove stai andando?>>
<<Non lo so, Tessa. Ma so che ora sono io a sentire la necessità di allontanarmi da te. Mi stai mandando fuori di testa.>>
Improvvisamente, il terrore di perderlo mi assale, stringendomi la gola in una morsa.
Ci stiamo allontanando inesorabilmente e non posso lasciarlo andare via. Sento che potrei non rivederlo più.
Corro da lui per tentare di fermarlo. <<Mi dispiace, Alex. Dico davvero. Per tutto.>>
Percepisco chiaramente la sua agitazione. Il petto gli si alza e gli si abbassa a ritmo irregolare. Deve avere il cuore a mille, proprio come me.
<<Non volevo tutto questo... Non volevo perderti. Non voglio...>>
<<E se ti dicessi che mi hai già perso?>>
<<Alex, non...>> Mi vengono gli occhi lucidi e non riesco più a parlare. Se lo facessi, scoppierei in lacrime.
Solo adesso mi rendo conto di quanto lo amo. Forse, inconsapevolmente, sono sempre stata innamorata di lui.
Ha ragione lui: sono cieca da una vita.
Alex mi posa una mano su una guancia e avvicina il suo viso al mio. <<Tess, se solo riuscissi ad aprire gli occhi>> mi sussurra piano, così piano che quasi non lo sento.
L'ho fatto, penso. Poi smetto di pensare. Poso semplicemente le labbra sulle sue e lo bacio.
È un bacio dolce, lento. È il primo bacio che aspetto da sempre e che, allo stesso tempo, non mi sarei mai immaginata. È un bacio al sapore di menta e di stupore.
Chi l'avrebbe mai detto che un giorno mi sarei ritrovata a baciare il mio migliore amico, il ragazzo che conosco da una vita e che ho sempre visto quasi come un fratello?
Mi aspetto che mi respinga, invece si incolla ancora di più a me. Mi stringe forte, fortissimo, mentre mi esplora la bocca con la lingua, senza mai lasciarmi il viso. Sembra non aspettasse altro.
Io non riesco più a respirare e, al momento, non ne sento neppure il bisogno.
Desidero solo lui e nient'altro.
Come ho fatto a non capirlo prima?
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SPAZIO AUTRICE:
Buongiorno, lettori 😁
Eccoci arrivati al termine di questo lunghissimo flashback!
Spero di non avervi annoiato troppo con il racconto di come tutto ha avuto inizio, di come l'amicizia tra Tessa e Alex si sia trasformata in amore.
Per sapere come tutto è finito, come la loro relazione si è interrotta bruscamente, dovrete aspettare ancora qualche capitolo. Dal prossimo, ritorneremo finalmente al presente.
Vi ricordate come abbiamo lasciato i due protagonisti?
Tessa, ancora irrimediabilmente innamorata del suo ex. Lui, ferito e arrabbiato, sembra non voler più avere nulla a che fare con lei. Eppure, è innegabile che l'attrazione fisica tra i due non si sia mai spenta...
Per sapere cosa accadrà, ovviamente, dovrete continuare a leggere la storia 😉
Spero che fino ad ora vi stia piacendo e vi ricordo di lasciarmi commenti e stelline, per farmi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio tutti coloro che mi stanno supportando ❣️
Un abbraccio ❤
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