Capitolo 11
Tre anni prima (parte 2)
Resto ancora qualche secondo a fissare l'acqua immobile del lago, sentendomi svuotata. Inutile. Una vera stronza.
Decido che l'unico modo per dimenticare questa pessima serata è votarmi all'alcol e torno alla festa. Al bancone dei drink, mi verso un bicchiere dell'intruglio rossastro. Lo bevo quasi tutto in pochi sorsi e il sapore è migliore di quello che immaginavo: sembra vodka alla ciliegia, con qualcos'altro di indefinito, forse un miscuglio di superalcolici.
Nel giro di pochi minuti, incomincia già a girarmi la testa.
Perfetto, penso, versandomi un secondo bicchiere.
Tre drink e mezzo dopo, sto ballando come una forsennata in mezzo alla pista, con un paio di sconosciuti intorno. Cerco invano di ignorarli, ma loro sembrano non recepire il messaggio e continuano a strusciarmisi addosso, famelici.
Di Alex ed Eleanor, nessuna traccia.
Il mio migliore amico non si vede dal litigio che, in questo preciso istante, non riesco neppure a ricordare. Scommetto che è da qualche parte a scoparsi qualche sconosciuta.
In questo momento, non me ne potrebbe importare di meno.
La vodka e il miscuglio di liquori dei drink mi scorrono nelle vene, spegnendo ogni tormento.
Mi accingo a versarmi dell'altra vodka alla ciliegia, quando lo vedo: se ne sta seduto sulla riva del lago e non è solo. Come immaginavo, si è appartato con una ragazza. La biondina che prima ha scaricato brutalmente, adesso gli sta appiccicata come una sanguisuga e gli infila la lingua in bocca. Lui, dal canto suo, la palpeggia avidamente, incurante di essere a qualche metro da un centinaio di altre persone.
Una forza sconosciuta mi trascina verso di loro e mi lascia proprio lì, di fronte a quello spettacolino pietoso.
<<Già che ci siete, perché non scopate direttamente qui, sulla spiaggia?>> mormoro, guardandoli disgustata. Non riesco a riconoscere la mia stessa voce.
Alex si stacca dalla bocca della bionda per guardarmi e mi scocca un'occhiata inespressiva.
<<Che cosa vuole questa stronzetta, Alex?>> squittisce lei. Ha esattamente la vocina irritante che mi aspettavo.
<<Brooke>> la riprende Alex, guardandola in cagnesco. <<Tessa, hai bevuto?>> domanda poi, lasciando cadere lo sguardo sul bicchiere che non mi ero accorta di tenere ancora in mano.
<<Forse. Ma non sono affari tuoi. E, comunque, siete davvero nauseanti. Perché non ve ne andate a casa a palpeggiarvi?>>
Alex mi guarda spiazzato. Il liquore mi sta dando il coraggio di dire quello che da sobria non avrei mai osato. Ed è una bella sensazione.
<<Mi fai schifo>> sbotto prima di andarmene.
È la prima volta che lo ammetto, a lui e a me stessa: vederlo ogni weekend con una ragazza diversa mi dà il voltastomaco.
Alex non è per niente il ragazzo che credevo sarebbe diventato quando ero piccola. Ai tempi, era una specie di eroe, per me.
È stato il bambino più forte, più coraggioso e più divertente. Fino a qualche anno fa, era il ragazzo più intelligente, più bello e più irresistibile del pianeta.
Ad oggi, mi sembra solo uno stupido.
E non voglio più avere nulla a che fare con lui.
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