Premessa

Piove. Piove a dirotto. I capelli lunghi rigano il volto. Impregnati d'acqua, si appiccicano sulle guance. Grondano, come le foglie degli alberi sul lungomare che non riescono più a reggere la quantità d'acqua che scende da cielo. Acqua sulla testa e sotto i piedi. Acqua dolce e salata. Acqua che offusca la vita e che penetra in bocca. 

Vento. Rumoreggia tra le montagne. Un sibilo e frastuono. Sbattono contro i muri le persiane. 

Me ne sto dritta in piedi sulla spiaggia nuda. Non ci sono più gli stabilimenti balneari. Non c'è più il turista a mare. Solo la sabbia puntellata dalla pioggia. Odore acre di granelli inumiditi. Le gambe fuori dalla gonna. Le mie scarpe basse fradice. 

La pioggia mi ha spogliata. Tutti i miei indumenti sono inzuppati e sporchi. I pugni chiusi e saldi. Gli occhi stretti in uno sguardo truce. Arrabbiato. 

Si, la pioggia mi ha spogliata. Mi ha denudata. Ha messo in risalto tutto ciò che ora sono. Una giovane donna incazzata nera. Una giovane donna che attende vicino una barca. Tra breve salperà. Tra non molto ritornerà, ma vuota, solo con il pilota.

Aro' vai? (Dove vai?)- gli domando, risoluta. I denti stretti.

Tu o saj. Saj tutt, Luci'( Tu lo sai. Sai tutto, Lucia)- risponde, portando in testa il cappello.

No- lo strattono- ij nu sacc nient, Vito. Vec sul a te, a sta barca- gli indico con un dito- a piogg e a te vestut accussì. (No, non so nulla. Vedo solo te, questa barca, la pioggia e te vestito in questo modo).

No, Luci', tu o saj- mi scuote verso di se- tu o saj che ij nu pozz sta chiu' accussi'. Chist è o sogno mio- si batte la mano sulla divisa- questo è il mio riscatto e nu pozz chiu' perder. (No, Lucia, tu lo sai. Tu lo sai che non posso più vivere così. Questo è il mio sogno. Questo è il mio riscatto e non posso più perdere).

Gli do uno schiaffo sulla guancia- perdi a me- gli urlo in pieno viso- perché non torni più.

Gli occhi iniettati di sangue. Rossi dalle lacrime e dallo sconforto. Non esiste un età certa durante la quale incontrerai il vero amore. Non esiste un momento prestabilito. Esisto solo tu e la persona di fronte, Vito, che sta partendo arruolato nella Marina. Il suo sogno, quello di tutta una vita. Sudato, agognato, sofferto. Quasi perduto, poi raggiunto come per miracolo. Ed io che, alla soglia della mia maggiore età, sono consapevole che quel traguardo lo porterà via da me.

Tornerò tutte le volte che potrò, te lo giuro amore mio - circonda le mie guance con le sue mani calde- non mi posso mai scordare di te. 

La pioggia battente gronda da nuvole grigie e piene. Il mare agitato. Il capitano del barchino si agita. Il mare si sta ingrossando e rischiano di non salpare più. Incito Vito a seguire il collega. La decisione è stata presa. Se non parte oggi, è domani. Rimandare alimenterebbe solo il dolore della separazione. E non ha senso. 

Mi stringe forte a se, in un turbinio di calore che fa evaporare tutta l'acqua sulla mia pelle.

A presto amore mio- sussurra, baciandomi. 

Annuisco, nascondendomi dietro un sorriso malinconico. 

Vito si chiude nel suo cappotto lungo. Salta sulla barca e dà il permesso alla partenza. Si volta verso la mia direzione, salutandomi con la mano. Lo ricambio, abortendo tutta la disperazione per la separazione. 

L'imbarcazione si allontana e di Vito non resta che un puntino in mezzo al mare. In mezzo alle onde alte, sinonimo della mia infelicità. Perché tanto io, ferma sulla spiaggia della Costiera Amalfitana, lo so che tu non tornerai più.

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