Parte 9
Una settimana prima
Vado verso la mia stanza, ma quando metto il piede fuori, qualcuno mi blocca dai fianchi con una mano, e con l'altra mi blocca la bocca, provo a urlare ma dalla mia bocca escono solo versi strozzati, lui mi ripete di stare zitta che tanto nessuno mi avrebbe sentito, che non c'era nessuno in casa.
La riconosco.
So chi è.
Inizio a piangere.
<<amore tranquilla>> disse la voce che conoscevo troppo bene <<sono solo io>>
Mi mise una fascia davanti agli occhi, mi prese di peso e mi portò sopra a un veicolo.
Aveva ancora il profumo di una volta, il tocco era sempre delicato, come sempre.
Il cuore inizia a battermi a mille, non avevo paura.
Ero sorpresa.
Mi facevo mille domande.
E mentre mi facevo questi pensieri, lui mi posa sopra a un sedile probabilmente, chiude la portiera, e fa il giro salendo anche lui, mette in moto.
E accende la radio. E parte la nostra canzone "Non scordare mai" di Fred de Palma
<<come fai a essere qui?>>
<<sono sempre stato qui>> risponde lui fissando la strada
<<eri vivo?>> chiedo
<<tu che dici?>> dice in modo freddo
<<io dico che non so più un cazzo, per più di sette anni, non ci sei più stato, i dottori dicevano che eri morto, i tuoi sanno che sei morto, Harry dice che sei...>> mi interrompe
<<Harry Harry Harry bla bla, ascolta tu devi stare lontana da lui. Tu sei mia.>> dice fermandosi di botto e scendendo dalla macchina sbattendo la portiera, fa il giro viene a prendere anche a me, e delicatamente mi fa scendere dalla macchina, mi prende in braccio e inizia a camminare.
<<perché dicono che sei morto?>>
<<perché è quello che devono sapere le persone che mi vogliono morto>>
<<i tuoi genitori lo sanno?>> chiedo
<<certo. È stata una loro idea>>
Vorrei chiedere se anche Harry ne è a conoscenza ma penso che non sia opportuno.
<<perché non sei mai venuto?>>
<<per non farti stare in pensiero>> dice lui baciandomi la fronte
<<Frederick quindi è meglio come sono stata in questi mesi?>> chiedo
<<è meglio che vederti morta amore>>
Pov's Frederick
Era più di un anno che non riuscivo a vederla così da vicino.
Quella notte, nell'incidente i freni erano stati manomessi, da della gente pericolosa.
L'avevo capito troppo tardi, feci mettere il casco a lei, ma non servì a niente. Perché rischiò di morire comunque.
Il mio cuore era compatibile al suo, così corsi all'ospedale per donarlo, ma qualcuno mi aveva anticipato, non seppi mai chi.
Ma mia madre dopo qualche minuto che arrivò, pago tutti i medici per dire che ero stato io, mi fece scrivere una lettera e creò la mia morte.
Mi portò a vivere nelle montagne, dove non c'era nessuno.
Qualche volta scendevo per vedere Amanda, stavo male a vederla cosi, ma volevo che mi aspettasse, perché prima o poi avremmo potuto restare di nuovo assieme.
Ma arrivò Harry, il mio caro fratellino, a consolarla e a me questo non piacque, così ora sono qua con lei.
Nella mia casa.
Con l'amore della mia vita.
Gli tolsi la bandana dagli occhi e lei iniziò a guardarsi a torno, in questi mesi, decorai la casa nel modo più accogliente possibile.
C'era un focolaio, delle candele, delle coperte, delle tende e via dicendo.
Iniziai a spiegarle tutto quanto, tranne la parte degli uomini pericolosi, voglio tenerla lontano da quella questione.
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