Capitolo 1
Guardava sempre a terra mentre percorreva le strade della città. Il capo chino, attento a cosa calpestava e mai a chi incrociava.
Ginevra era così da anni e, scavando tra i suoi ricordi, non riusciva a trovare qual era il momento esatto in cui aveva iniziato ad avere paura del mondo.
Non sentiva più lo stimolo di ammirare la natura che la circondava e le persone che le passavano accanto. La sicurezza la trovava solo concentrandosi sulle francesine che battevano a ritmo sui sampietrini del centro, mentre si dirigeva verso la stazione.
Dal largo cappotto con cui si riparava dal freddo riusciva a scorgerle, assieme a qualche frammento delle calze bordeaux con i pois neri che aveva deciso di indossare quel giorno.
Anche in quel mercoledì, mancavano pochi passi per arrivare a destinazione. Non sapeva dire con esattezza quanti, perché si era sempre imposta di non mettersi a contarli. Si sentiva già strana per quei suoi timori; non voleva dover ammettere di avere anche delle manie.
Intravide i tavoli del bar attorno a cui avrebbe dovuto girare. Allargò leggermente la traiettoria per non dar fastidio a nessuno e, nel momento in cui svoltò per entrare nel vicolo, la sua spalla urtò contro il braccio di un ragazzo.
«Scusati», iniziò, per poi scuotere la testa e correggersi. «Oddio, scusami tanto non scusati», disse balbettando e affrettò il passo per andarsene il più in fretta possibile. Si sentiva una sciocca ad aver sbattuto contro un ragazzo e ancor peggio la faceva sentire l'aver domandato scusa incespicandosi con le parole.
Si diede una pacca sulla testa e superando le porte automatiche della stazione si sentì finalmente al sicuro.
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