Capitolo 47

Per qualche secondo mi sentii felice e come se niente potesse ferirmi.

Ma quella sensazione se ne andò velocemente come era venuta.
Il mondo doveva proprio avercela con me da quando ero nata; sembrava che gli costasse troppo lasciarmi per più di qualche secondo allegra fin nell'animo senza poi farmi stare male.

Infatti, qualcuna, non ricordo chi, richiamò l'attenzione di un'altra persona appena entrata, dicendo: <Oh, Asami-chan! Vieni anche te qua! Guarda che regalo ha fatto Inoue-kun ad Amaya-chan!>

Mi raggelai a sentire quel nome e mi voltai verso la direzione della voce che l'aveva chiamata. Però, invece di guardare la ragazza che mi aveva rovinato la breve felicità, notai Asami.
Guardò nella nostra direzione per un attimo con negli occhi qualcosa che non seppi definire, poi la sua faccia divenne tale e quale ad una "poker face" e successivamente si girò, come se non ci fosse stato nulla di importante da vedere.

Come se quello accaduto a me non fosse stato qualcosa di importante.
Come se io non fossi stata importante.

Shinichi sospirò al mio fianco, proprio nell'esatto momento in cui la campanella suonò e, velocemente come si erano riuniti, tutti tornarono ai fatti loro. Tutti a parte Shinichi, che si chinò leggermente per sussurrarmi all'orecchio: <Posso anche capire che le vuoi molto bene, ma tutto questo dolore per un'amica... mi sembra un po' eccessivo. Anzi, anomalo. Sul serio, May-chan, non è normale il dolore che senti per il rifiuto di affetto e di attenzioni da parte di Watanabe.>

E poi si diresse verso gli altri ragazzi, come se nulla fosse.
In automatico, andai a sedere al mio posto, ed un attimo dopo la professoressa entrò, annunciando l'inizio della lezione. Non ricordo molto delle ore di lezioni seguenti, mentre la mia testa combatteva per cercare di seguire la lezione o almeno distrarsi dalla voce di Shinichi che, nella mia testa, ripeteva la seconda parte della sua sentenza ancora ed ancora.

Finite le ore di scuola di quella giornata, non mi stiracchiai come mio solito o non borbottai riguardo né il fatto di dovermi fare ancora mezz'ora di bus né la fame che mi stava assalendo né qualsiasi altra cosa stupida e quotidiana.

Mi alzai e mi diressi verso il bus, perdendo nel mentre Asami.
"Pazienza..." mi dissi, correggendomi subito dopo "Anzi, meglio così!", per poi aggiungere: "Tanto a prendersi un diamine di posto è capace pure lei."

<E poi, ora, ho bisogno di pensare in pace.> borbottai, mentre salii sul bus accanto a me (avendo già visto che era uno di quelli che potevo prendere) e notando che i due posti vicini all'area disabili erano ancora vuoti; dato che erano i più scomodi e molti andavano verso gli amici che avevano già preso i posti per loro.

Estrassi il cellulare dalla tasca e, finalmente, vi collegai le cuffiette e mi misi ad ascoltare un po' di musica, fissando fuori dall'enorme finestrino accanto a me, ignorando la realtà, e mi concentrai su quella questione che avevo evitato categoricamente di risolvere mentre c'erano le lezioni.

Il problema Asami.

Ed il problema Asami consisteva nel fatto che, cazzo, aveva ragione Shinichi, non era assolutamente normale l'affetto smisurato che provavo per quella ragazza. Guardandomi da occhio esterno, stavo avendo una reazione troppo esagerata per essere solo ignorata da una amica, anche se essa era la mia migliore amica (anche se io, lo sapevo, non ero sul suo gradino più in alto, preso dalla sua amica di più lunga data, ma con anche cui aveva litigato tante volte).

Più che da ragazza ignorata tutto d'un botto dalla migliore amica senza spiegazioni plausibili, sembravo più... una ragazza che veniva ignorata dall'amore della sua vita, dal suo adorato fidanzato.
O, per metterla nel mio caso, "fidanzata".

Scossi la testa, trovando la cosa totalmente strana ed assurda, però era anche la cosa più logica a cui pensare. D'altronde, alcune volte non ci rendiamo conto di quanto realmente vale una persona fino a che non ci è più possibile, o quasi, averla al nostro fianco.

E quindi, rullo di tamburi, grazie!, che si dia inizio alla più-o-meno-dettagliata trascrizione della discussione avuta tra me e me medesima riguardo alla mia eterosessualità, dubbia dopo la realizzazione dell'eccessivo dolore provocato dall'essere ignorata da Asami!

Ma prima, sigla!

No, ok, forse ho esagerato con le stronzate.
Peccato, volevo solo buttarla un po' sul ridere, per spezzare la serietà del "momento" che dura anche da troppo! Beh, è anche vero che, se davvero volessi, potrei narrare tutto questo in modo molto meno serio, ma... c'è un momento per le cazzate, che io ho prolungato, ed un momento per le serietà.
Perciò... ritorniamo dove mi sono auto-interrotta, che è meglio.

"Allora... da dove dovrei iniziare? Cioè... come si fa a capire se davvero una persona ti piace, specialmente se il piacerti in quel senso quella persona mina quella che credevi fosse la tua sessualità! Rrr, che nervi! L'unica relazione seria avuta, se così posso chiamarla, è solamente stata una delle più grandi cazzate della mia vita perché sono tanto deficiente da non capire cosa sia una iniziale curiosità di conoscere una persona e cosa sia l'amore!" mi dissi, sbuffando leggermente mentre il bus rombava più forte e partiva.

"Sì, ok, siamo un po' cretine quando si parla di sentimenti, specialmente dell'amore..."
"Non serve rivangare la cosa, graz-"
"Ma noi non siamo totalmente cretine, quindi in un modo o nell'altro riusciremo a capirci!"

"E di sicuro dovremo fare da noi, senza l'ausilio di test stile "Sono gay?" o consultare qualcuno... è una cosa che riguarda me... noi... insomma...! Riguarda Amaya Miura nella sua intimità e nessun altro."
"Ben detto... e forse possiamo usare il metodo della botta e risposta!"

"Se fossi sincera al 100% e non riflettessi, potremmo cavarne qualcosa che mi aiuti."
"Esattamente! Proviamo! Cosa senti quando sei insieme ad Asami?"

"Mi sento felice. Molto felice. Come... se potessi essere me stessa, senza paura di dire o fare qualcosa che potrebbe scioccare o scocciare l'altro, pressoché. È una sensazione molto bella."

"Vorresti che durassero per sempre i momenti con lei?"
"Per sempre? No. Dopo un po' scoppierei, ma come con tutti, credo: ho bisogno di stare da sola, ad un certo punto. Lo sai anche te, è strano ma fa parte di me ciò. Ovviamente stare con Asami mi diverte, ma... è impegnativo. Molto più che stare con Shinichi, a pensarci bene! Con lui quell'effetto è meno pressante e si presenta più tardi del "normale" ."

"Ok, capito. Beh, come ti senti davvero quando, in una situazione normale, Asami non è con te ma parla con qualcun altro? Che non sia un parente, ovvio."
"Niente di che. Nel senso, normalmente non sento gelosia. Anzi, credo di essere una di quelle persone che trova strano il senso della possessione totale data dalla gelosia: è comunque, in un certo senso, non avere fiducia nella persona a cui si vuole bene."

Ed era vero, sul serio.
Mi potevo dare anche da sola molti epiteti negativi, credendo nelle mie stesse parole, ma mai avrei potuto definirmi gelosa senza reputare, fra me e me, di dire una cazzata. Mi sentivo male quando venivo ignorata, come in quel caso, ma non credo che sia possibile chiamarla gelosia. Beh, di sicuro non facevo stile yandere: "ti uccido se anche solo la guardi".
Ma proprio con nessuno.

"Cosa provi quando vi cambiate insieme? Sai, tipo negli spogliatoi o una a casa dell'altra e facciamo le sfilate ideate da lei..."
"Non provo imbarazzo a cambiarmi davanti a lei, suppongo di essermi abituata alla sua presenza; come a quella di molte nostre compagne... anche se credo che la smorfiosetta non la sopporterò mai, ma quello è un altro paio di maniche... E, beh, non è che senta il mio corpo andare in fiamme o fare strani pensieri quando la vedo cambiarsi. Percepisco solo l'abisso di differenza che c'è tra noi due per aspetto fisico. Sarà uno stecco che si regge sulle gambe, ma al mondo il suo tipo di corpo piace... il mio un po' meno. Un po' tanto meno."

Non credo debba dilungarmi su questa risposta; non voglio rompervi le palle (od ovaie) con le mie lamentele da tipica adolescente che si vede una merda ambulante.

"Capito... ultima domanda! E anche giusto in tempo!" e, guardando fuori, notai che la vocina dentro di me aveva ragione: ancora poco meno di 5 minuti e sarei scesa.
"Come immagini Asami al tuo matrimonio? Su, la prima cosa!"

"Siamo in una casa e stiamo festeggiando dopo essere stati al comune a firmare le carte col testimone*. La immagino accanto a me, che mi sorride divertita e trionfante, dicendo: <<Te l'avevo detto>> mentre indica qualcuno accanto a me."

Il bus in quel momento rallentò ed io mi alzai, mentre mi preparavo ad uscire.

"Credo sia ben chiara la situazione, mh?"
Le porte centrali si aprirono ed io scesi, dirigendomi verso casa mia, il passo leggermente più veloce del solito, immersa come ero nei miei pensieri.

"Suppongo di sì... non amo Asami. È stato stupido anche solo pensarlo..."
"No. Era giusto mettere ordine nella nostra testa. Adesso ne siamo certe."

"Non l'amiamo. Non l'amo perché implica cose che io non sento. Semplicemente... credo di reputarla come una sorella da proteggere a tutti i costi. D'altronde, se mai Kiki decidesse di odiarmi e non rivolgermi più la parola senza dirmi nulla... credo che potrei seriamente sentirmi di morire dentro."

Ero quasi davanti casa mia e già tirai fuori le chiavi dalla tasca della felpa.

"Almeno ora sono più tranquilla... non sapevo come sarebbe stato scoprire di amare la mia migliore amica che adesso pare pure odiarmi, senza che io ne sappia il motivo..."
"Ed io ho paura che ci ritroveremo in pericoli seri fin troppo presto."
"Anch'io ho questo presentimento..." poggiai le chiavi sulla scrivania e lo zaino a terra, per poi cambiarmi. 

"Non voglio né tirarmela, né pensarci, per il momento."
Andai a mangiare e, finito, feci quel poco di compiti che ci avevano dato da fare.
Meglio portarsi avanti fin da subito e non iniziare ad accumulare roba da fare fin dal primo giorno di rientro dalle vacanze.

Verso le 17:30, mentre cazzeggiavo, il telefono con QLab  iniziò a suonare come un pazzo.
Scattai a sedere e, preso il cellulare, impallidii a vedere sullo schermo il messaggio segnato come "Emergenza". Lo aprii e, se almeno la fastidiosa suoneria smise, sentii un miscuglio di emozioni formarsi nel petto mentre leggevo che un ribelle aveva attaccato la piazza storica di Iwate, piazza Kiridima; mentre c'era in allegato una foto, putacaso non sapessi dove fosse: infatti, senza sapere dove ti stavi teletrasportando, la sferetta non funzionava.

Mi misi in piedi di scatto. Il miscuglio di emozioni, che era cresciuto nel leggere il messaggio, mi attanagliava la gola e la bocca dello stomaco.
Il brutto presentimento di poche ore prima si era rivelato fondato, purtroppo.

N/A: *in Giappone il matrimonio è solo civile; i due sposi firmano dei fogli per il matrimonio alla presenza di un testimone e poi vanno a festeggiare secondo una precisa cerimonia

E dopo momento focus, eccoci qua alle note!
E... sì. Ho iniziato e finito in un capitolo una questione molto curiosa/interessante (May forse pocoetero per Asami) perché io può. 
Ma, vabbè, sono io fatta strana!

E, attenzione attenzione, nel prossimo capitolo ci sarà il primo combattimento di May!
O almeno l'inizio!
Non vedo l'ora di pubblicarlo!

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