Capitolo 37
La notte non dormii tanto e, perciò, per passare il tempo in serenità, mi misi a rileggere ciò che mi avevano mandato per il mio compleanno, passato da pochi giorni.
Prima di tutto guardai la chat della mia famiglia, dove adesso c'era anche mio fratello, fiero e felice di avere almeno un suo telefono, anche se poteva usare Internet solo se attaccato ad un wi-fi. Mi avevano fatto gli auguri presto, pimpanti, con prima un vocale e poi un video, dove dicevano che gli mancavo tanto e poi avevano fatto tutti e tre dei piccoli e singoli saluti un po' ironici ed un po' seri, a cui sorrisi, ri-vedendoli.
Mi mancavano, ma almeno quello era stato carino.
Successivamente, quella sera stessa, con mia sorpresa, mi video-chiamarono. Ero in maglia a maniche corte e con dei pantaloncini da ciclismo, seduta a gambe incrociate sul letto, cazzeggiando col cellulare, quando accadde.
All'inizio mi era pure caduto il telefono dalle mani per lo spavento, dato che quell'aggeggio a batteria di poca durata si era messo a vibrare come un pazzo ed era andato in schermo nero per qualche secondo!
Riafferrato il cellulare, risposi loro, stupita, dicendo subito: <Scusate, metto a posto il cellulare così mi vedete in tutta la mia bruttezza> e mi ingegnai per tenerlo ad una decente altezza.
Appena mi videro, i miei genitori notarono che fossi cambiata, fisicamente, e fossi diventata più "stagna", cioè, la mia massa corporea era in maggioranza muscolo, piuttosto che grasso (<<per quel poco che già ne avevi>>, come avevano ripetuto loro davanti la mia faccia, l'apice dello scetticismo). Io lasciai cadere quell'argomento, ritenendolo fasullo, e chiedendo come mai mi avessero video-chiamato, oltre che per vedermi in faccia dopo un po' di tempo.
Dissero che volevano fare una cosa speciale... e passammo più di un'ora a rivedere il vecchio album di famiglia con le foto di me da piccola, con io che mi imbarazzavo, Akira che mi pigliava scherzosamente per i fondelli ed i miei genitori che ritornavano con la mente indietro negli anni.
Avevano fatto tutto ciò che avevano nelle loro mani per farmi passare il mio compleanno nel modo migliore, e lo avevano fatto molto bene.
E non solo loro.
Anche altri mi avevano fatti gli auguri. Anche persone di cui fui un po' stupita, come Tsukiko, Toshiko e perfino Kouno Akira (cioè... come lo sapeva? Non mi ricordavo di averglielo detto, ma la mia memoria non era una cosa affidabile...) e anche due grandissimi "stupidi" che sono stati davvero bravi a farmi sentire emozionata come pochi: Asami e Shinichi.
Entrambi avevano avuto lo sbatti di stare alzati fino a mezzanotte esatta, quando era scattato il giorno del mio compleanno, per farmi gli auguri precisi come un orologio svizzero. Asami fece una sorta di papiro e, sullo stato di Whatsapp, pubblicò subito dopo delle foto con noi due, mettendo delle piccole e dolci frasi per ognuna.
Era stata davvero una cosa molto dolce; infatti le avevo subito dopo mandato un vocale dove ho fatto un "awww" acutissimo, cosa che ritenevo impossibile con la mia voce.
Invece Shinichi aveva fatto le cose più in "piccolo".
Cioè, anche lui aveva scritto un papiro camuffato da messaggio, per poi mandarmi un vocale dove diceva altre cose, un po' più serie. Era stato davvero dolce e le sue parole mi avevano preso dritto nel cuore, facendomi diventare gli occhi lucidi.
Mi dissi che il suo vocale me lo sarei tenuta finché sarei campata, ascoltandomelo ancora ed ancora: comunque aveva detto delle parole davvero carine, sincere, e mi aveva fatto prendere ben più di qualche punto autostima.
Quindi, rivedendo i messaggi ed ascoltandomi i vocali, mi "dimenticai" per quella sera di ciò che avevo visto e, messo il cellulare in carica, mi coricai ancora una volta nel letto e riuscii a dormire.
Quando il giorno dopo mi svegliai, i ricordi della sera prima mi colpirono.
Mi cambiai con flemma, ma dentro scalpitavo che arrivasse Fukuda.
Però, nonostante avessi lo stomaco mezzo chiuso, avevo una fame incredibile ed andai comunque al bar per fare colazione.
Anche solo per salutare il mio amico.
Salutai BB (ah, nonostante tutto quel tempo non ci eravamo ancora detti il vero nome) e mi andai a sedere ad un tavolino vicino al bancone.
<Il solito, May?>
<Oggi togli il cornetto.>
<Cosa vuoi diventare? Uno stecchino? Sei già abbastanza magra!>
<Certo, vallo dire ai miei fianchi e alla mia pancia!>
BB sospirò, per poi aggiungere: <Provare a spiegartelo sarebbe una causa persa...> e richiamò l'attenzione della tizia dietro il bancone per farle fare il mio cappuccino, mentre lui prendeva la barretta "dietetica".
<Ecco a lei la sua colazione che per me neanche fa da spuntino, ma okay...> commentò BB, poggiandomi il cappuccio e la barretta sul tavolo.
<Mangio quanto io voglio.>
<Sì, ma fra un po' te mangi aria fritta, anzi, aria dietetica.>
<Allora, fino a quel punto non ci arrivo.> e lo guardai seria, puntandogli contro la barretta, rovinando la serietà del momento da me <sono troppo attaccata al cibo per iniziare a mangiare aria fritta o dietetica...>
<Mh... non mi fido così tanto. Troppe stanno diventando mangiatrici di aria dietetica e non voglio che tu diventi così. Ok, spesso faccio battutine stupide e, va bene, sono anche un mezzo pervertito, sarebbe stupido negarlo, ma so anche essere obiettivo nella mia vita. E so che tu sei bella con il tuo fisico che, sorpresa delle sorprese, non è adatto a stare nelle taglie bimba. Quindi...> e mi guardò molto seriamente mentre io bevevo il cappuccio, le lenti che si stavano appannando (si nota quanto fossi seriamente preoccupata per me, mh? Tanto sapevo di non star facendo cazzate!) <non osare pensare che devi entrare in una taglia bimba, ok?>
Annuii distrattamente.
BB sbuffò con aria leggermente desolata, scoraggiato dal mio mezzo menefreghismo.
<Scusa se non ti prendo sul serio, ma è che proprio so di non essere nel torto. Oggi ho solo un po' d'ansia a caso e ho lo stomaco chiuso...>
<Se lo dici tu...> roteò gli occhi, mentre andava al bancone e prendeva l'ordinazione di un tavolo poco lontano dal mio, consegnandola a tre ragazzi motociclisti.
Andai alla cassa, pagai la mia roba, ed uscii salutando BB, volta a ritornare all'ISQ.
Arrivata, mi stupii di vedere Daisuke aspettarmi davanti la porta secondaria.
Indossava una polo a maniche corte, che facevano vedere i suoi muscoli delle braccia, mentre indossava dei semplici jeans lunghi e delle scarpe da ginnastica.
<Potevi chiamarmi e mi sarei affrettata...> gli dissi, "salutandolo" così e muovendo subito dopo la mano.
Ricambiò il gesto e rispose: <Sono arrivato presto e non volevo disturbarti. So che c'è quel tuo amico e volevo lasciarti chiacchierare un po' con lui, piuttosto che con me riguardo... ehm... beh, quello di ieri sera...> e divenne improvvisamente rosso.
Alzai le sopracciglia in stupore, non credendo che stava facendo come una mia coetanea da cliché che veniva beccata a pomiciare col fidanzatino segreto. Ridacchiai fuori luogo per qualche oscuro motivo, dicendo: <Puoi anche dire chiaro e tondo quel che è accaduto, tranquillo. Adesso sembri più me che te stesso...>
Poi presi a guardarlo più seriamente e feci: <E, stai tranquillo, non dirò nulla a nessuno. Non erano fatti miei e, per sbaglio, ci ho messo il naso dentro. E tranquillo che non ti odierò o che ne so io per il fatto che hai un ragazzo... sono totalmente aperta agli omosessuali, bisessuali, transessuali, pansessuali, qualsiasi persona che abbia orientamenti diversi dai miei; basti che non sfoci in cose come incesto, pedofilia o zoofilia. Quello no, è contro qualsiasi moralità. Ma, appunto, tutto il resto mi va bene! So benissimo che non siamo tutti uguali a questo mondo.>
<Davvero la pensi così?> e mi guardò con tanto d'occhi.
Lo guardai un po' confusa, rispondendo sinceramente: <Certo, Fukuda-sama. Sono pro LGBTQ+...>
<Sei un'Ally, allora?>
Lo guardai aggrottando confusa e rispondendo: <Ehm... io sono 100% etero, fino a prova contraria...>
<Appunto. E sostieni la comunità LGBTQ+. Sei un'Ally. Ally significa chiunque sia etero che però sostiene i diritti di chi non è come lei/lui.>
<Allora sì, sono un'Ally!>
Sorrise leggermente, in uno sbuffo, scuotendo la testa, per poi dire: <Come fai ad essere una pro del mondo LGBTQ+ se non sai nemmeno cosa sei per quella comunità?>
<Non pensavo esistesse un termine per le persone che semplicemente ragionano.>
<Siete in di meno di quanto pensate e... vieni pure...>
Fui confusa dalle sue parole, però poi dall'auto uscì il tizio della sera prima col cellulare, in chiamata con Daisuke, in mano. Chiuse la chiamata e mi tese la mano, presentandosi: <Piacere, Amaya... giusto? Io sono Hideki, il fidanzato di Daisuke...>
<Piacere di conoscerti, Hideki...> e gli presi la mano, ricambiando la stretta con un piccolo sorriso.
<Beh... tutto risolto, no? Tranquilli, siete al sicuro con un'Ally come me!> feci tutta fintamente sicura di me.
<Non dire cose in cui non credi...>
<Come...?>
<Lo capisco e basta. Sei abbastanza un libro aperto, Amaya-kun.>
Arrossii, imbarazzata di essere stata colta in flagrante: non ci credevo tanto in me stessa, anche se mi ritenevo brava a mantenere i segreti, dato che non avevo mai spifferato niente a nessuno.
<Che brutto però usare quel "kun" per una graziosa ragazza, Daisuke!> lo rimproverò Hideki, ma lui scrollò le spalle, come ignorandolo, ma poi mettendogli una mano sul fianco.
"Viva la coerenza EOHMIODIO QUANTO SONO CARINI!" urlai nella mia mente, in puro fangirlamento, mentre suppongo che gli occhi mi stavano brillando.
<Comunque, Amaya-kun...> mi richiamò alla realtà Daisuke, guardandomi dalla sua altezza con quei due suoi pezzi di ametista al posto degli occhi.
Inclinai la testa, incitandolo a continuare.
<... volevo comunque parlarti un po' di me. Non so per quel che riguarda te nei miei confronti ma... sei una mia amica. Sì. Amica. Non collega o che ne so io... proprio amica. E ciò è strano...> continuò, un po' insicuro (anch'essa cosa totalmente NON dal lui che conoscevo).
<Ok, so di essere antipatica, ma non credevo così tanto...> feci, alzando un sopracciglio.
Lui mi guardò un po' male, rimbeccandomi: <Non intendevo quello! Intendevo che... sei l'unica, oltre Hideki, di cui mi fidi molto da relativamente poco tempo di conoscenza.>
<Beh, ehm... ne sono onorata. E sono contenta di valere per te come un'amica perché... l'affetto è reciproco. Per me sei un amico, nonostante la cosa logicamente non sembra tanto possibile, da un occhio esterno. Ma l'affetto è vero che fa come vuole...>
<Capisco, perché lo sento anch'io. Nonostante doveva essere principalmente un'alleanza utilitaristica è andata oltre ciò. Ma questo non mi dispiace, ovviamente.> fece lui e gli sorrisi dolce. Vidi che strinse con un po' più forza la mano al fidanzato e prese un enorme respiro, pronto a parlare.
<Frena un attimo... vuoi davvero parlarne in questo vicoletto del cavolo? Perché non nel parchetto qui vicino?> proposi, con un leggero sorriso.
<È pubblico... non mi fido.>
<Allora... che ne dite di camera mia?>
<Non disturbiamo?> domandò Hideki.
<No, no! Affatto! Mi dispiace per il casino che ci sarà dentro, ma vabbè, suppongo... vi va?> e loro annuirono. Entrammo dentro, chiudendoci la porta dietro, ed andammo di sopra in silenzio fino in camera mia, dove li feci sedere sul letto.
Io invece presi la sedia girevole, sulla quale mi sedetti al contrario.
Daisuke, allora, prese un bel respiro e iniziò a parlare, raccontandomi la sua storia.
N/A: mh non mi fa impazzire.
Specialmente la parte finale, quella del discorso di Daisuke con Amaya mentre ammette di volerle raccontare meglio di sè stesso, ritenendola una grande amica... ma è il massimo che sia riuscita a fare (e questo la dice lunga sulle mie abilità), perciò tenetevi quel che il convento passa!
Il prossimo capitolo sarà incentrato totalmente sul passato di Fukuda, che, poverino, #mai'nagioia pure lui.
Ci sarà mai un personaggio in questa storia che abbia una backstory felice?
Mh... credo di no!
Ma il loro futuro sarà totalmente radioso!
Cervello: *la guarda scettico*
Ehm... ok, forse ho esagerato...
Cervello: forse? Il futuro, per molti, è radioso quanto una giornata di temporale! E vorrei anche vedere il contrario, con-
SHHHHHHH! NIente spoiler!
Cervello: *muto*
Beh, detto questo... alla prossima!
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